18 July, 2024
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Si è tenuto questa mattina al Centro Ricerche Sotacarbo della Grande Miniera di Serbariu, l’incontro tra i dirigenti della Sotacarbo e una delegazione diplomatica dell’Ambasciata della Repubblica Popolare della Cina in Italia, guidata dall’ambasciatore Li Ruiyu. All’incontro hanno partecipato anche il vicepresidente della Giunta regionale e assessore della Programmazione, Raffaele Paci, e il sindaco del comune di Carbonia, Giuseppe Casti.

La visita dell’ambasciatore cinese nel Centro ricerche Sotacarbo segue gli incontri che negli ultimi mesi hanno visto la Sotacarbo avviare accordi di collaborazione con importanti istituzioni cinesi come la China Energy Research Society (Cers), l’Università di Scienza e tecnologia di Huazhong (HUST) e l’International Technology Transfer Network (Ittn).

«Il progetto Sotacarbo sull’ossicombustione – ha spiegato l’ambasciatore Li Ruiyu – ha destato l’interesse di molte aziende in Cina. Alcune trattative sono in fase molto avanzata ed era mio dovere conoscere meglio questa realtà. Garantire l’accessibilità dei costi è il grande limite alla diffusione delle tecnologie. L’ossicombustione ha grandi potenzialità proprio perché  appare molto competitiva.»

La Cina è e rimarrà sino al 2030 il più grande produttore e consumatore di carbone al mondo, attualmente è anche il primo Paese al mondo per emissioni di CO2 e ha necessità di trovare risposte adeguate, in grado di combinare l’esigenza di mantenere l’attuale tasso di sviluppo con quella di ridurre il problema ambientale.

Negli scenari previsti dall’Agenzia internazionale per l’Energia (Iea) per il 2050 c’è una minore dipendenza dai combustibili fossili, ma peseranno ancora per quasi la metà del mix energetico mondiale. Si tratta di una stima conservativa, perché ci sono proiezioni come quella del World Energy Council che invece ipotizzano per i fossili una quota variabile tra il 59% e il 77%.

L’interesse verso l’“ossi-combustione senza fiamma” della Cina e dei paesi che utilizzano in grande quantità il carbone, è giustificato dal fatto che è l’unica in grado di eliminare il problema dei costi elevati, che finora hanno penalizzato l’applicazione su larga scala delle tecnologie di cattura e stoccaggio dell’anidride carbonica (le “Ccs”).

Il progetto al centro dell’incontro tra la Sotacarbo e l’Ambasciata cinese in Italia, è la costruzione di un impianto pilota da 50 MWth con tecnologia ossi-combustione senza fiamma da realizzarsi nel Sulcis, oggetto dell’accordo tra Sotacarbo e Itea (società del gruppo Sofinter).

Il costo è stato stimato in 50 milioni di euro. Sono previsti 30 milioni di euro di finanziamento da parte italiana, così come stabilito nel protocollo d’intesa sottoscritto da Regione Sardegna e Mise in data 2 agosto 2013, e 20 milioni di euro da parte cinese, una volta scelto il partner industriale.

Le caratteristiche distintive della tecnologia ossi-combustione senza fiamma sono economicità (unica tecnologia CCS in grado di essere applicata e reggere il confronto dal punto di vista economico con le centrali tradizionali, potendo addirittura esibire un leggero vantaggio); flessibilità (applicata a rifiuti solidi urbani; petrolio e gas; carbone); emissioni zero.

«Il progetto sull’ossicombustione di Sotacarbo e Itea, che assicura bassi costi per la produzione di energia elettrica, emissioni quasi nulle e alta competitività – ha commentato il presidente della Sotacarbo, Mario Porcu -, è una grande opportunità per l’Italia e per la Sardegna in particolare. Sia in termini di ricadute immediate occupazionali, che di prospettive. Aver saputo attrarre l’interesse di investitori e istituzioni internazionali del massimo livello, come dimostra anche la visita dell’ambasciatore cinese in Italia, è la conferma che l’innovazione tecnologica può essere un motore per lo sviluppo della Sardegna.»

Obiettivo del progetto è realizzare una centrale economicamente sostenibile in assenza di incentivi: un modello esportabile nel mondo intero. La potenzialità economica e tecnologica di questo progetto rappresenta l’elemento di maggiore attrattiva per il mondo industriale cinese.

«Dobbiamo utilizzare tutte le competenze rimaste nella nostra terra dopo la fase dell’estrazione del carbone, per stringere partnership tecnologiche con Paesi come Cina e Stati Uniti che sul carbone puntano moltissimo, soprattutto in chiave di energia pulita per il futuro – ha detto l’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci. -. Quello della ossi-combustione con basse emissioni di CO2 è un tema fondamentale per il globo, per il controllo del cambiamento climatico e da questo punto di vista la Cina è il partner ideale, perché ha la più grande produzione di energia da carbone, quindi il problema di tenere sotto controllo le emissioni di CO2. Sono certo che da questo incontro potrà nascere una fattiva e valida collaborazione, anche se per entrare in una fase attuativa non è facilissimo convincere un investitore straniero ad investire e c’è bisogno perciò di fare altri approfondimenti per certificare la validità delle nostre tecnologie. Stiamo valutando l’opportunità di fare una centrale sperimentale in Sardegna e questo può portare a ricadute occupazionali importanti. Vogliamo trasformare le tradizioni del carbone in qualcosa di più moderno, di più tecnologico: il carbone non lo estraiamo più, ma altri Paesi hanno ancora questo problema e per decenni ancora il carbone sarà bruciato creando problemi nell’emissione di CO2. Quindi, poter sviluppare qui da noi queste tecnologie, ci dà un grande vantaggio, e siamo consapevoli che quelle competenze rappresentano una risorsa decisiva per indirizzare l’utilizzo globale delle fonti fossili su binari sostenibili. Dobbiamo quindi sviluppare nuove tecnologie in Sardegna – ha concluso il vicepresidente della Regione – per venderle nel resto del mondo.»

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Le nostre scelte amministrative e politiche hanno sempre avuto come punto di partenza e di arrivo il benessere dei cittadini e la volontà di migliorare i servizi  disponibili nel territorio, compresi quelli ospedalieri.

Il Punto Nascita è un servizio fondamentale per le mamme e i neonati.

La sua dislocazione è parte di un progetto complessivo di riordino del sistema sanitario locale (ospedaliero e territoriale) che il Comune di Carbonia ha richiesto più volte e con forza.

Ci aspettiamo che questo progetto di riforma rispetti due principi fondamentali: la tutela del diritto alla salute e la sicurezza dei cittadini. Queste devono essere le linee guida di qualsiasi decisione e non i giochi di forza politici o le esigenze personali dei dipendenti dell’Azienda sanitaria.

Ricordiamo che il Precedente Piano Sanitario aveva previsto la tematizzazione dei Presidi ospedalieri. L’Ospedale Sirai di Carbonia doveva diventare il Presidio delle emergenze e urgenze, offrendo servizi come la rianimazione e la cardiologia; il Cto di Iglesias doveva diventare Presidio dei servizi programmati, mentre il Santa Barbara, sempre di Iglesias, sarebbe diventato Presidio di lunga degenza e riabilitazione.

Queste scelte erano state condivise anche dalla Conferenza dei Sindaci.

Nel nuovo Piano Sanitario, lo stesso Commissario della Asl 7, Antonio Onnis, aveva scritto che, per ragioni di sicurezza, il Punto Nascita sarebbe dovuto essere collocato preferibilmente presso il Presidio delle emergenze e urgenze.

Non capiamo e ci pare molto grave il cambiamento di prospettiva, che vedrebbe il Punto Nascita e il Presidio di emergenza – urgenza prendere due strade diverse a discapito della sicurezza e della salute delle donne e dei bambini. Un parto, infatti, può avere necessità di interventi urgenti e di emergenza, per salvare la vita di mamma e neonato, che soltanto un Presidio attrezzato può garantire.

Attendiamo una proposta complessiva di riordino, da parte della ASL, che, partendo dalla tematizzazione dei Presidi ospedalieri, abbiamo come unico principio la salute e la sicurezza delle persone e la tutela dei più deboli, in questo caso i pazienti.

Siamo disponibili a qualunque discussione che parta però da queste basi e riteniamo che le scelte vadano affrontate sulla base delle valutazioni cliniche sul benessere delle persone, e non sulla base di altre valutazioni personalistiche.

Non accettiamo che un argomento così delicato e importante, per tante mamme, bambini e famiglie del Sulcis iglesiente, sia semplicemente annunciato durante un convegno, senza una discussione seria con le Amministrazioni coinvolte.

Deve essere chiaro che, per il bene della nostra Comunità, non accettiamo fughe in avanti da parte di alcuno, mentre nessuno è abilitato a mettere punti finali chiudendo la discussione.

Per questo continueremo a lottare e prendere posizione.

Giuseppe Casti

Sindaco di Carbonia

Mercoledì 8 luglio, dalle 11.15 alle 12.15, l’Auditorium del Centro Ricerche Sotacarbo, nella Grande Miniera di Serbariu, ospiterà l’incontro tra una delegazione diplomatica guidata dall’Ambasciatore della Repubblica Popolare della Cina in Italia dr. Li Ruiyu e la Sotacarbo. 

Parteciperanno all’incontro anche il vicepresidente della Regione Autonoma Sardegna e assessore della Programmazione, Raffaele Paci e il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti. 

Dopo i saluti del sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, e del vicepresidente della Regione e Assessore della Programmazione, Raffaele Paci, sono prebvisti gli interventi del presidente della Sotacarbo, Mario Porcu, e dell’ambasciatore della Repubblica Popolare della Cina in Italia, Li Ruiyu.

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Impianto di trattamento dei rifiuti di Sa Terredda 5 copia

La Giunta comunale di Carbonia, guidata da Giuseppe Casti, ha approvato importanti lavori di adeguamento della discarica di rifiuti solidi urbani, sita in località Sa Terredda.

La discarica, che dalla seconda metà del 2011 non riceve rifiuti per esaurimento degli spazi disponibili, deve essere tenuta sotto controllo, così come previsto dalla legge, per i trent’anni successivi alla chiusura.

L’intervento prevede l’adeguamento del telo di impermeabilizzazione del fondo della discarica, nella parte in cui l’intervento deve essere completato. Sono previsti, inoltre, altri lavori tra i quali la sistemazione dell’impianto antincendio. I lavori hanno un valore di 294.000 euro, provenienti da somme accantonate negli anni e destinate alla gestione “post esercizio” della discarica.

«Negli ultimi anni – commenta Giuseppe Casti – l’Amministrazione comunale ha monitorato le condizioni ambientali della discarica intervenendo più volte per prevenire eventuali fattori di inquinamento e per eliminare odori sgradevoli. Anche il nuovo intervento è finalizzato a tutelare l’ambiente, la salute e la sicurezza pubblica.»

La società Floremar ha presentato oggi nella sala polifunzionale di Piazza Roma, Carbo, un oggetto identitario della città di Carbonia.
Si tratta del risultato scaturito dall’unione delle due materie identitarie di Carbonia, la trachite rosa, ricorrente negli edifici di fondazione della città ed il carbone Sulcis, una linea di oggetti artigianali, una collezione di pezzi unici interamente lavorati a mano.
«Per noi è una giornata importante – ha detto Maxwell Frongia, uno dei promotori del progetto – in quanto la società Floremar, detentrice del brand Carbo, registrato e brevettato all’ufficio marchi e brevetti, ha prodotto questo oggetto identitario che si propone di descrivere la città di Carbonia nel mondo. È un tassello importante che si aggiunge alla destinazione Carbonia. I turisti chiedevano sempre un qualcosa che potesse abbinare la vacanza a Carbonia a un oggetto da portare a casa come ricordo. Io e Manolo Cossu, responsabile dell’immagine, non abbiamo fatto altro che abbinare la pietra di fondazione della città, la trachite, all’elemento primario economico della città, per il quale è nata: il Carbone Sulcis. Unendo i due elementi, abbiamo creato una linea di souvenirs: la Carbo 38, la Carbo 69 e la Carbo 71. Sono tre date importantissime e indimenticabili, in quanto 38 è l’anno di fondazione della città, 69 l’anno del passaggio dei minatori all’Enel e 71 l’anno della definitiva chiusura della miniera di Seruci. Tre date legate a tre linee produttive con diverse dimensioni e quindi rappresentative per diversi target di utenza. Abbiamo avviato collaborazioni per la diffusione con diverse strutture ricettive tra le quali il Lu’ Hotel, vari B&B operanti a Carbonia, la Grande miniera di Serbariu, Monte Sirai, il museo archeologico di Villa Sulcis e vari siti di interesse minerometallurgico e archeologico.»
Alla presentazione hanno partecipato il sindaco, Giuseppe Casti, l’assessore della Cultura, Loriana Pitzalis, e il direttore del Lù Hotel, Roberto Ghessa.
«L’iniziativa è importante e si inserisce in un vasto programma di valorizzazione turistica della città di Carbonia – ha detto Giuseppe Casti -. I dati sulle presenze sono positivi sia negli alberghi sia nei siti quali la Grande miniera, Monte Sirai e il Museo archeologico di Villa Sulcis. Il progetto turistico in questo momento non è alternativo all’industria, di cui tutti parliamo ormai quotidianamente, i due progetti possono e devono convivere. I nostri spazi da destinare al turismo e all’accoglienza sono molto importanti. C’è mercato, c’è la possibilità di crescere sostenendo tutte le proposte che arrivano, tra le quali si inserisce questa che viene presentata oggi. La nostra amministrazione interverrà con risorse che, pur non immense, sono importanti, per lo sviluppo turistico della città e se tutti faremo la nostra parte, potremo ottenere risultati importanti. Ringraziamo Maxwell, Manolo e le altre persone che hanno collaborato alla realizzazione di questo progetto.»

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La Giunta comunale di Carbonia ha approvato una delibera, che integra le precedenti, sulle linee di indirizzo per realizzare un intervento coordinato e unitario di contrasto alla povertà e di sostegno al reddito e di altri fenomeni di disagio sociale (annualità 2015).

Diverse le novità di rilievo. Le risorse mensili da destinare agli interventi economici di sostegno passeranno da 30.000 a 40.000 euro, consentendo così di aiutare un numero maggiore di famiglie.

La Giunta ha chiesto agli Uffici competenti di predisporre la riapertura del Bando per gli interventi economici di sostegno al reddito, di tipo continuativo, in modo da consentire la partecipazione a tutti coloro che ritengono di avere i requisiti, utilizzando il nuovo ISEE come strumento di individuazione del reddito.

In attesa della nuova graduatoria, sarà dato un contributo economico di natura straordinaria, pari a 100 euro mensili e sino a un totale massimo di 500 euro, ai nuclei familiari che hanno richiesto interventi, di sostegno al reddito di natura continuativa, dopo i termini di scadenza del bando precedente e dimostrino di avere i requisiti.

«Nella consapevolezza delle attuali difficoltà economiche – spiegano il sindaco Giuseppe Casti e l’assessore delle Politiche sociali Maria Marongiu -, è nostro dovere valutare le azioni da realizzare in base al mutare delle esigenze primarie di ciascun cittadino. Continueremo con determinazione a seguire il percorso che porta alla realizzazione di uno dei pilastri fondamentali alla base del programma politico di questa Amministrazione: stare al fianco di tutti e di ciascuno, con particolare attenzione verso coloro che stanno peggio.»

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Si è svolta ieri mattina la cerimonia di commemorazione delle vittime della sciagura stradale avvenuta il 26 giugno 1950 sulla statale 126, incrocio Medau Serafinis, all’altezza di Flumentepido, organizzata dal Circolo Acli di Cortoghiana in collaborazione con il comune di Carbonia. In quel tragico giorno, un gruppo di 17 operai dipendenti dell’ERLAAS (l’Ente regionale per la lotta anti afelica della Sardegna) era partito da Gonnesa su un camion che li portava sul luogo di lavoro, quando avvenne uno spaventoso incidente. Il camion si capovolse e nell’incidente morirono 16 operai, in gran parte originari di Gonnesa, lasciando nella disperazione e nello sconforto le rispettive famiglie e la cittadinanza. Nelle testimonianze di chi allora era presente, riecheggiano ancora le grida di dolore dei feriti, durante le operazioni di soccorso, che furono disorganizzate e, a tratti, improvvisate.

Quest’anno ricorre il 65° anniversario di quella triste tragedia, e il Circolo Acli di Cortoghiana ha deciso di ricordare quei concittadini che sono caduti nello svolgimento del proprio lavoro, di cui purtroppo molto spesso non si ricorda l’importanza. Quei lavoratori, infatti, contribuirono alla bonifica del territorio, allora ostaggio delle paludi e della malaria che imperversava tra la popolazione.

E’ anche grazie al loro sacrificio che oggi possiamo dire sconfitta l’emergenza sanitaria che mieteva vittime nella popolazione ancora qualche decennio fa, e che ha reso possibile lo sviluppo dei nostri centri urbani.

Al termine della cerimonia, che ha visto la partecipazione del sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, del sindaco di Gonnesa e consigliere regionale Pietro Cocco e del presidente del Circolo Alci di Cortoghiana, Bruno Rigato, è stata celebrata una messa in suffragio delle vittime presso la Chiesa del Sacro Cuore di Cortoghiana.

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Lunedì 29 giugno, alle ore 12,00, presso la Sala riunioni dell’Ospedale Sirai, si terrà una conferenza stampa di presentazione della mostra e del convegno “L’Ospedale e la Città”.

La mostra espone, per la prima volta, le tavole progettuali dell’ospedale Civile di Carbonia, redatte dagli architetti Guidi e Valle nel 1938 e 1939 per la fondazione della città, oltre ad una nutrita serie di immagini della struttura e della vita ospedaliera a partire dagli anni ’40.

Il convegno si terrà giovedì 2 luglio al Lù Hotel, con inizio alle 17.00. Dopo l’introduzione del sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, e del commissario straordinario, Antonio Onnis, interverranno: Aldo Lino, su “Ospedali, città e comunità: un rapporto complesso: l’esempio di Carbonia”; Sergio Pili su “Prima del Sirai: assistenza ospedaliera a Carbonia dalla fondazione alla liberazione”; Viviana Lantini, Antonella Piredda, Tiziana Serci, Giorgio Mirarchi, Nino Laddomada, Brunello Caddeo, Antonino Coccolo, Mario Bandiera, Angelo Zuccarelli, Nazzareno Pacifico, Rinaldo Aste e Salvatore Ierna.

Si parlerà del Sirai con vecchi ricordi di pionieri e fondatori dell’ospedale e verranno effettuate premiazioni e consegna delle onorificenze.

Ora è ufficiale: è tramontata l’ipotesi di fusione tra Carbonia Calcio e Monteponi Iglesias. Sono scaduti oggi i termini entro i quali le due società avrebbero dovuto formalizzare con apposita domanda la loro decisione al Comitato regionale della Federazione Giuoco Calcio e l’annuncio fatto nei giorni scorsi, non ha avuto seguito. Il passo indietro, è maturato ieri, dopo gli incontri avuti dai dirigenti del Carbonia Calcio e della Monteponi Iglesias, con i due sindaci, Giuseppe Casti ed Emilio Gariazzo.

«Nella giornata di ieri, mercoledì 24 giugno – si legge in una nota congiunta dei due sindaci diffusa pochi minuti fa -, il sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti e il sindaco di Iglesias, Emilio Gariazzo, hanno discusso, con i dirigenti del Carbonia Calcio e della Monteponi Iglesias, del futuro delle due squadre di calcio. A conclusione dello scambio di opinioni, su sollecitazione delle Amministrazioni comunali, è stato deciso che le due squadre non procederanno alla fusione, nel rispetto dell’opinione espressa dal mondo sportivo, dai tifosi e dai movimenti calcistici di Carbonia e Iglesias. La tifoseria, gli appassionati di calcio, gli operatori del settore giovanile e le stesse Amministrazioni di Carbonia e Iglesias avevano, infatti, chiesto che ciascuna delle due squadre mantenesse la propria identità calcistica, salvaguardando la storia delle due compagini che hanno dato lustro alle due città.»

Le Amministrazioni comunali di Carbonia e Iglesias si sono impegnate, per quanto di rispettiva competenza, a fornire alle due squadre il più ampio supporto logistico, materiale e immateriale, anche con il coivolgimento di operatori economici, imprenditori e privati interessati a sostenere le due squadre e a salvaguardare l’eredità, quasi secolare, storica e calcistica del Carbonia e della Monteponi. Nei prossimi giorni – conclude la nota – le Amministrazioni comunali di Carbonia e Iglesias promuoveranno un ulteriore incontro per definire le modalità di sostegno alle due società sportive.»

Tramontata l’ipotesi di fusione, restano i problemi economici di entrambe le società e sarà interessante verificare se la famiglia Giganti e la famiglia Foti proseguiranno distintamente nel loro impegno gestionale delle due società o se, viceversa, com’era stato ventilato nelle ultime settimane, le stesse decideranno di unire le forze per la gestione di una delle due, in questo caso il Carbonia, lasciando l’altra, la Monteponi, all’Amministrazione comunale iglesiente o ad eventuali imprenditori interessati a rilevarne la gestione.

Giampaolo Cirronis

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Il Consiglio delle Autonomie locali della Sardegna ha approvato un ordine del giorno per dire no all’eventualità che la Sardegna possa essere inserita nella carta nazionale delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.

«Si tratta di un atto importante – ha detto Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia e presidente del Consiglio delle Autonomie locali – per rimarcare la necessità di rafforzare la determinazione di difendere il nostro territorio da qualsiasi eventualità di stoccaggio o transito di materiale radioattivo e di opporsi fermamente ad ogni scelta che comporti ulteriori alterazioni ambientali. Il Consiglio delle autonomie locali invita anche tutte le amministrazioni territoriali a dare pubblica manifestazione della indisponibilità dei cittadini rispetto a qualsiasi tentativo di imporre o contrattare depositi di materiale radioattivo di ogni genere.»

Di seguito, il testo integrale dell’ordine del giorno.

Ordine del giorno sull’eventualità che la Sardegna venga inserita nella Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) alla localizzazione del Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi

Premesso

  • che la regione piuttosto che essere sostenuta nel superamento delle condizioni di svantaggio derivanti da fattori storici, economici e geografici risulta oltremodo penalizzata da forme di servitù nazionali maggiori a qualsiasi altra regione continentale 
  • che alla condizione di menomazione strutturale si aggiungono le numerose relazioni statali che in più occasioni hanno manifestato atteggiamenti che rammentano forme di neocolonialismo, si pensi soltanto alle vicende del G8 a La Maddalena, agli impegni disattesi in merito alla bonifica delle acque prospicienti le basi militari abbandonate o ancora in funzione, o alla vicenda delle entrate;
  • che qualsiasi scelta in materia di localizzazione di impianti sia di produzione che di stoccaggio di scorie nucleari non può prescindere da un percorso di rigoroso rispetto del principio di leale collaborazione fra lo Stato e le istituzioni regionali e locali, come espresso in specifiche pronunce della Corte Costituzionale; 
  • la regione Sardegna quasi all’unanimità con 848.634 voti pari al 97,13% dei votanti, ha espresso l’assoluta contrarietà “all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti”;
  • il percorso del dibattito sul tema dell’energia e delle scorie nucleare continua a trovare una totale opposizione in questi giorni in cui è imminente la pubblicazione imminente la pubblicazione da parte del Governo della Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee (CNAPI) alla localizzazione del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi, sulla base dello studio effettuato dalla SOGIN Spa e consegnato all’ISPRA il 2 gennaio 2015
  • l’eventualità della dislocazione in sardegna del deposito nazionale dei rifiuti radioattivi è assolutamente respinta da tutte le istituzioni regionali politiche, sociali e territoriali;
  • che le autonomie locali hanno espresso in molteplici forme un conforme dissenso verso qualsiasi ipotesi di transito o deposito, temporaneo o definitivo, di materiale nucleare;

Ritenuto di rappresentare e ribadire la volontà di evitare che la Sardegna patisca impotente il peso di scelte imposte da altri livelli di governo senza riguardo alcuno alle posizioni espresse democraticamente dal popolo sardo

Il Consiglio della Autonomie locali

si unisce alle altre istituzioni regionali per rafforzare la determinazione di difendere il nostro territorio da qualsiasi eventualità di stoccaggio o transito di materiale radiattivo e di opporsi fermamente ad ogni scelta che comporti ulteriori alterazioni ambientali.

Invita tutte le amministrazioni territoriali a dare pubblica manifestazione della indisponibilità dei cittadini rispetto a qualsiasi tentativo di imporre o contrattare depositi di materiale radiaottivo di ogni genere. 

Da mandato al presidente affinché si faccia promotore in tutte le sedi di iniziative idonee a garantire la tutela del territorio regionale e il rispetto della autodeterminazione unanimemente espressa dal popolo sardo.