19 December, 2024
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Serata caldissima, in Consiglio comunale, a Carbonia, per un nuovo scontro tra la maggioranza monocolore del Movimento 5 Stelle e quasi tutta la minoranza. Al momento di fare l’appello per la verifica del numero legale, necessario ed indispensabile per dare corso alla seduta, nel gruppo di maggioranza erano assenti quattro consiglieri, uno in più di quelli consentiti per rendere la maggioranza autosufficiente (il gruppo del Movimento 5 Stelle è formato da 15 consiglieri più il sindaco, e la maggioranza su 25 componenti complessivi – 9 di minoranza – è di 13), e tutti i consiglieri di minoranza, tranne uno, Daniela Garau, eletta con il Patto Civico, hanno abbandonato l’Aula. L’appello disposto dal presidente del Consiglio comunale, Daniela Marras, ha ratificato la presenza di 12 consiglieri più il sindaco e la seduta ha potuto avere inizio.

Nell’Aula, riempita da alcune decine di abitanti del quartiere “Carbonia 2”, accorsi per assistere al dibattito sull’interrogazione presentata proprio da Daniela Garau sui ritardi nel completamento dei lavori delle opere di urbanizzazione nel quartiere, il clima si è surriscaldato e quando Daniela Garau ha preso la parola, prima di spiegare le ragioni che l’hanno indotta a non abbandonare l’Aula con i colleghi della minoranza, ha detto di essere stata offesa da un cittadino presente in Aula. Ha poi spiegato di aver deciso di restare in Aula, proprio per poter esporre e non rinviare a data da destinarsi, la sua interrogazione sui ritardi delle opere di urbanizzazione a “Carbonia 2”, un problema di primaria importanza che sta creando gravi disagi ai cittadini residenti ed ha aggiunto che «mai bisogna pensare di agire in modo assolutamente funzionale all’interesse di qualcosa o di qualcuno, ho valutato sempre con grande lucidità queste cose, mi dispiace questo atteggiamento, voglio sperare che sia solo un cittadino che non conosce cosa sia la democrazia». Daniela Garau ha poi ricevuto la solidarietà della presidente del Consiglio comunale, Daniela Marras, e dal capogruppo di maggioranza Manolo Cossu.

I lavori sono iniziati con l’esame delle interrogazioni, tra le quali c’era quella sulle opere di urbanizzazione nel quartiere di “Carbonia 2”. Daniela Garau, nell’esporre l’interrogazione, ha ricostruito l’annoso problema che trae origine lontano nel tempo (1989), ed ha sollecitato la Giunta a trovare finalmente una soluzione definitiva. La vicenda ha avuto anche risvolti legali, tra i soci della cooperativa (autori della denuncia) e l’Amministrazione comunale (la precedente, quella guidata da Giuseppe Casti), poi risolta con un accordo che ha visto i proprietari delle abitazioni versare al comune di Carbonia una parte in danaro e cedere allo stesso, a titolo gratuito, alcune aree edificabili (poi poste in vendita dal Comune, alcune già vendute altre ancora in vendita), dalle quali poter ricavare la parte restante delle somme necessarie alla copertura del mutuo acceso dal comune di Carbonia, per la realizzazione delle opere di urbanizzazione.

Il vicesindaco Gian Luca Lai ha spiegato i passi compiuti dalla Giunta Massidda che ha ereditato la questione dalla Giunta Casti, e riguardo ai ritardi accumulati per il completamento dei lavori avviati, ha spiegato che si sono verificati dei problemi, ultimi le condizioni meteo avverse che, nelle ultime settimane, non hanno consentito la bitumazione delle strade. Gian Luca Lai ha concluso annunciando che, condizioni meteo permettendo, lunedì riprenderanno i lavori che dovrebbero essere portati a termine entro il 28 gennaio 2019 (mentre scrivo queste righe, su Carbonia ha ripreso a piovere copiosamente).

Daniela Garau ha replicato rimarcando che, purtroppo, anche quest’anno i residenti di “Carbonia 2” non potranno trascorrere le vacanze di Natale con le strade finalmente asfaltate, ed auspicando che il termine indicato dal vicesindaco Gian Luca Lai sia realmente quello definitivo.

Sul problema torneremo domani, con un servizio nel quartiere Carbonia 2.

           

 

 

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In sede di conversione del decreto Milleproroghe, il Senato ha approvato un emendamento che prevede lo slittamento al 2020 delle 120 convenzioni del bando per la riqualificazione urbana e la sicurezza firmate in due tranches (il 6 marzo 2017 le prime 24; a fine 2017 le altre 96, tra le quali quella del comune di Carbonia che prevede un finanziamento di 8.261.758,50 euro), dai Governi Renzi e Gentiloni, con un impegno di spesa complessivo di 2,1 miliardi di euro. La decisione sta scatenando durissime reazioni da parte delle opposizioni e delle amministrazioni locali interessate.

«Il Governo scippa Carbonia – ha scritto l’ex sindaco di Carbonia Giuseppe Casti nel suo profilo Facebook -. Nel decreto milleproroghe è previsto lo stop del Governo al Bando delle Periferie. Il Governo del Centro Sinistra aveva finanziato un’interessante misura per la riqualificazione delle periferie urbane. Carbonia era tra le tante Città beneficiarie grazie a un finanziamento di 8 milioni di euro. Ora il Governo M5S Lega impone, chissà per quale ragione, lo stop alla misura penalizzando tutte le Città beneficiarie tra cui la Nostra. Un altro duro colpo alle Comunità locali assestato da questo Governo. Serietà pari a zero. Attendiamo, a seguito di questo scippo – ha concluso Giuseppe Casti -, che l’Amministrazione comunale esca dal letargo per far valere le ragioni di Carbonia.»

 

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«Avanti un altro… Si è dimesso l’assessore al Personale, ormai non si contano gli assessori che hanno abbandonato la barca dell’Amministrazione comunale che scivola nell’abisso del ridicolo, portando con sé, purtroppo, l’intera Città.»

Sono queste le prime parole di commento dell’ex sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, in un post pubblicato su facebook, alle dimissioni dell’assessore degli Affari Generali e del Personale della Giunta Massidda, Paola Argiolas.

«L’unico responsabile di tutto ciò – ha aggiunto Giuseppe Casti – è il sindaco Paola Massidda che conferma la propria incapacità di guidare la Giunta e di far fronte ai problemi di Carbonia, che, a causa Sua, negli ultimi mesi, si sono aggravati.»

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«Carbonia ha bisogno di un ordine in merito all’utilizzo e alla ridefinizione delle aree Ligestra, per avere un utilizzo più corretto, consono alle prospettive di sviluppo della città e, per farlo, occorre mettere in campo una vera e propria “task force” di tecnici ed amministrativi che si occupi di queste aree e non solo.»

A dirlo è Fabio Usai, capogruppo del Partito dei Sardi nel Consiglio comunale di Carbonia.

«Dobbiamo attivarsi per avere un confronto con i vertici della società a Roma – aggiunge Fabio Usai -, su questo tutta la commissione consiliare competente e l’assessore Luca Caschili si sono dichiarati d’accordo, a conferma che quando ci sono delle buone idee, l’unità si può avere e si ottiene.»

Ricordiamo che il 10 dicembre 2015 il comune di Carbonia concluse una transazione con la società Ligestra srl, la finanziaria nata nel 2007 per la gestione del patrimonio dell’Efim, Ente Partecipazioni e Finanziamento Industria Manifatturiera, quando questo venne posto in liquidazione, che pose fine a occupazioni d’urgenza e contenziosi che si trascinavano dal 1980 e consentì al comune di Carbonia di rientrare in possesso di alcune vaste aree come, per fare qualche esempio, quella all’ingresso nord della città, nell’area vicina all’Ospedale Sirai e le colline di inerti vicine a via Nazionale.

La stessa Ligestra srl, rappresentata nell’occasione dall’amministratore delegato Alessandro La Penna e dall’avvocato Francesco Palladino, si impegnò con l’allora sindaco Giuseppe Casti per fare in modo che le aree rimaste di sua proprietà venissero messe sul mercato (per esempio la “vetrina commerciale” situata di fronte al PIP) in modo da contribuire a far nascere nuove forme di sviluppo economico in città. 

Di seguito l’elenco dei terreni oggetto della transazione tra Comune di Carbonia e Ligestra:

  1. reliquato stradale via Libertà
  2. area impianto di sollevamento fognature Barbusi
  3. strada accesso discarica comunale
  4. strade interne Barbusi
  5. rete stradale di accesso a Caput Acquas
  6. impianto di sollevamento fognario Barbusi
  7. aree Piano di Edilizia Economica Popolare di Bacu Abis
  8. aree Piano di Edilizia Economica Popolare “via Dalmazia – ex Azienda Agraria”
  9. aree Piano di Edilizia Economica Popolare via Logudoro
  10. aree rete fognaria via Dalmazia
  11. aree Piano di Zona Bacu Abis
  12. sede circoscrizionale Bacu Abis
  13. aree edificio scuola media via Dalmazia
  14. alloggi popolari Piano di Zona Santa Caterina
  15. aree discarica RSU
  16. aree impianto depurazione Bacu Abis
  17. aree impianto depurazione Barbusi
  18. aree Piano di Zona via Dalmazia – ex Azienda Agricola
  19. aree Piano di Zona via Logudoro
  20. aree rotatoria ingresso zona PIP
  21. aree Passante Ovest
  22. aree industriali in ambito PIP
  23. aree nuovo campo sportivo Barbusi
  24. aree ampliamento discarica comunale RSU
  25. area vecchia discarica comunale
  26. aree in località Genna Corriga
  27. strada di accesso scuola Ipia
  28. area in località Sirai
  29. area località Tanas
  30. area località Nuraxeddu – S’acqua Stanziaria

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Riesplode lo scontro politico sulla gestione dei servizi del comune di Carbonia. A riaccendere il fuoco della polemica è l’ex sindaco Giuseppe Casti, oggi consigliere di opposizione del gruppo del Partito democratico, con un post pubblicato nel suo profilo facebook, sul Centro Disabili.

«Ora basta, è davvero troppo – scrive Giuseppe Casti -. Sono proprio senza cuore e senza pudore. L’Amministrazione comunale decreta, nei fatti, la fine del Centro Disabili; colpiscono, ancora una volta, i più deboli. Si, leggete bene: il centro per la disabilità, che forniva strumenti di integrazione a tante persone in grave difficoltà, è CHIUSO. L’Amministrazione posticipa di settimana in settimana la sua riapertura. Si parla anche di un affidamento di due mesi che non serve a nulla se non, forse, a coprire le spalle della Giunta Grillina nel periodo della campagna elettorale. Le famiglie interessate stanno giustamente protestando contro questa ennesima ingiustizia.»
«Quindi mentre assumono due dirigenti (il primo ha preso servizio a gennaio) per un costo totale di 200 mila euro annui; mentre regalano un mega bonus all’Amministratore della Somica, mentre nell’Ufficio del Sindaco lavorano due persone appositamente assunte, tagliano i servizi alle fasce più deboli. Altro duro colpo – conclude Giuseppe Casti – assestato ai servizi dalla famigerata coppia Sindaco ed assessore dei Servizi sociali.»

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Dopo un periodo di tregua, venerdì sera è riesploso lo scontro tra minoranza e maggioranza in Consiglio comunale, a Carbonia, sulla gestione della So.Mi.Ca., la società partecipata del comune di Carbonia, dal 3 novembre dello scorso anno guidata dall’amministratore unico ing. Giuseppe Baghino. In discussione, questa volta, è stata la decisione della Giunta Massidda di attribuire all’amministratore unico il premio massimo consentito dalla legge, 54.000 euro.

«Nel corso dell’esame di un’interpellanza – spiega Fabio Usai, capogruppo del Partito dei Sardi – ho rilevato che durante la seduta dell’assemblea dei soci So.Mi.Ca. dello scorso 23 ottobre, il sindaco di Carbonia ha inteso attribuire all’amministratore unico di So.Mi.Ca. il massimo premio consentito dalla legge, 54.000 euro. Di conseguenza, il nuovo amministratore unico andrà a percepire (secondo quanto riportato nel verbale dei soci…81.000 euro…(27.000 euro di indennità fissa più 54.000 euro di premio). Ho chiesto un passo indietro del sindaco su questa scelta ed ho chiesto ufficialmente che il Consiglio comunale istituisca una commissione di indagine su So.Mi.Ca. Il sindaco non ha risposto. Continua quindi la politica nefasta di una Giunta che sta mettendo in atto l’esatto contrario di ciò che aveva dichiarato – parole del sindaco – in un precedente Consiglio comunale (“il nuovo AD di So.Mi.Ca. percepirà un compenso uguale o minore rispetto al precedente”) – aggiunge Fabio Usai -. Prima l’AD di So.Mi.Ca. percepiva 41.000 euro…ora intendono fargli prendere 81.000…».

Durissimo anche il giudizio di Giuseppe Casti, ex sindaco ed oggi consigliere di minoranza del gruppo del Partito democratico.

«In Somica è arrivato Babbo Natale! – ha scritto Giuseppe Casti nel suo profilo facebook -. Un ricco Babbo Natale si sta materializzando in Somica; mentre, infatti, la società del Comune procede navigando a vista, senza una precisa strategia, leggiamo nel verbale dei soci (il Comune è socio unico) che l’amministratore avrà un mega premio di produttività. Il Sindaco, sottoscrivendo il verbale, intende garantire un ricchissimo premio di risultato all’amministratore che passa da € 15.000,00 a € 54.000,00 (+ 27.000,00 € di stipendio); praticamente raddoppiando gli emolumenti annuali! Prima 42.000,00 euro oggi 81.000,00 euro. Sì, avete letto bene. Mentre chiudono i servizi per i cittadini fanno, però, cosucce del genere. Questa è la politica del Movimento 5 stelle – ha concluso Giuseppe Casti -, questa è la loro equità, questo è il loro senso della giustizia!»

 

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La questione dei rimborsi delle spese di viaggio corrisposti ad alcuni assessori della Giunta comunale di Carbonia guidata da Paola Massidda continua ad essere motivo di scontro politico tra maggioranza e minoranza del Consiglio comunale.

Il dirigente del I Servizio del comune di Carbonia, ieri ha risposto alla richiesta di chiarimenti presentata da otto consiglieri di minoranza (Michele Stivaletta, Massimo Usai, Fabio Usai, Federico Fantinel, Ivonne Fraternale, Ugo Piano, Giuseppe Casti e Pietro Morittu), circa la correttezza delle corresponsioni, facendo esplicito riferimento ai recenti pronunciamenti della Corte dei Conti, Sezione Autonomie dello scorso dicembre 2016 e delle successive conferme delle Sezioni regionali di Controllo della medesima Corte di Conti (tra i quali Lombardia e Puglia).

E la risposta conferma la fondatezza delle contestazioni fatte dai consiglieri di minoranza.

«La normativa di riferimento è costituita dall’articolo 84 comma 3 del decreto legislativo 267/2000, secondo il quale “Agli amministratori che risiedono fuori del capoluogo del Comune ove ha sede il rispettivo ente spetta il rimborso per le sole spese di viaggio effettivamente sostenute per la partecipazione ad ognuna delle sedute dei rispettivi organi assembleari ed esecutivi, nonché per la presenza necessaria presso la sede degli uffici per lo svolgimento delle funzioni proprie o delegate – scrive il dirigente del I Servizio -. Si tratta di una norma in vigore da oltre sedici anni e mai modificata.»

Dopo aver riportato l’interpretazione meno restrittiva della norma fatta nel corso degli anni, anche sulla base di successivi pareri del ministero dell’Interno, il dirigente del I Servizio sottolinea che «l’unico elemento di novità in questi sedici anni, venne introdotto da modifiche normative relative al calcolo dei criteri del rimborso, che l’articolo 77 bis, comma 13, del decreto legge n. 112/2008, convertito com modificazioni dalla legge n. 133/2008, impose in base al costo di un quinto del prezzo della benzina verde per ogni chilometro percorso. Questo diede vita ad una nutrita serie di interventi giurisprudenziali, che ripresero vigore a seguito dell’innovazione introdotta dall’articolo 6, comma 12 del decreto legge n. 78/2010 che, disapplicando l’articolo 8 della legge n. 417/1988, eliminò la possibilità di rimborsare al personale pubblico la spesa per l’utilizzo del mezzo proprio sulla base del costo di un quinto del prezzo della benzina».

Dopo altri pronunciamenti della Corte dei Conti, Il dirigente del I Servizio sottolinea che i giudici romani danno un’interpretazione estremamente restrittiva del concetto di rimborso delle spese di viaggio sulla base del quinto del prezzo di un litro di benzina verde per chilometro (e qui sta la novità). «Sostengono, infatti, che sia tale solo quando “quella presenza sia qualificata da un preesistente obbligo giuridico dell’interessato, che non gli consentirebbe una scelta diversa per l’esercizio della propria funzione, salvo il non esercizio della funzione stessa”. E rafforzando il concetto, precisano che “è da escludersi pertanto la rimborsabilità delle spese di viaggio sostenute per le presenze in ufficio rimesse discrezionalmente alla valutazione soggettiva dell’amministratore locale”, come “ad esempio, in giorni diversi da quelli delle sedute degli organi di appartenenza”. Quando non vi sono riunioni, sostengono i giudici, “tali costi (di viaggio) devono considerarsi coperti dall’indennità di funzione”. Quando vi sono riunioni o obblighi giuridicamente vincolanti di presenza, però, per i rimborsi dei viaggi può esserci “l’autorizzazione rilasciata dal Sindaco all’uso del mezzo proprio in assenza di mezzi di trasporto pubblico idonei, ovvero quando l’orario degli stessi non ne consenta la fruizione in tempi conciliabili con l’espletamento delle incombenze connesse al mandato… L’uso del mezzo di trasporto personale è da ritenersi necessitato soltanto se finalizzato all’effettivo e obbligatorio svolgimento delle funzioni proprie o delegate, e quando ne sia accertata la convenienza economica nei casi in cui il servizio di trasporto pubblico manchi del tutto o non sia idoneo a consentire l’agevole ed utile svolgimento della funzione”. In tali casi è possibile e lecito il rimborso di un quinto del prezzo di un litro di benzina verde per ogni chilometro percorso».

«La distinzione tra le diverse tipologie di presenza dell’Amministratore nell’esercizio del proprio mandato, appare decisamente innovativo rispetto all’interpretazione corrente, dato che in sedici anni non era stato oggetto di controversie o pronunce di questo genere. Successivamente a tale parere della Sezione Autonomie (esattamente il 18 gennaio 2017) sorse più di un dubbio in alcuni Comuni e questo provocò dapprima l’intervento della Corte dei Conti, sezione Lombardia, poi sezione Puglia. In entrambi i casi si espressero nel modo più severo, escludendo la possibilità di ottenere un rimborso al di fuori dei casi necessitati da riunioni degli organi collegiali dei quali fa parte l’Amministratore.

Ancora più rigida è stata la presa di posizione della Corte dei Conti della Toscana, che con la deliberazione n. 127/2017/PAR del 19 aprile 2017, esclude qualunque possibilità di interventi regolamentari e/o classificatori delle diverse fattispecie da parte dei Comuni. La quale precisa inoltre che “non possono dar luogo a rimborso” i casi di presenza in ufficio per ricevere il pubblico, per incontri istituzionali, incontri con responsabili dei servizi e neppure per partecipare a riunioni delle commissioni consiliari, quantunque formalmente convocati.

Alla luce di questi interventi giurisprudenziali, aventi carattere innovativo, come si è visto, pertanto l’Ufficio competente – conclude il dirigente del I Servizio – si atterrà alla interpretazione fornita dalla Corte dei Conti nei pareri citati.»

Sulla risposta del dirigente del I Servizio alla richiesta di chiarimenti fatta dai consiglieri di minoranza, interviene Fabio Usai, capogruppo del Partito dei Sardi.

«Il sindaco di Carbonia – attacca Fabio Usai – non ha proceduto ad inoltrare un formale quesito alla Corte dei Conti (parere che se fosse stato chiesto avrebbe presumibilmente confermato la corresponsione ingiusta di buona parte dei rimborsi viaggi). Ma c’è un secondo aspetto prettamente politico – aggiunge Fabio Usai – perché in questa vicenda non riscontriamo la tanto sbandierata trasparenza, il rigore morale, il buono e oculato utilizzo delle risorse pubbliche. Perché? Perché non si prendono i dovuti provvedimenti politici nei confronti di un assessore che, nonostante stia ridicolizzando il Movimento 5 Stelle, ha suscitato giudizi fortemente negativi dell’opinione pubblica? Perché si cerca di difendere l’indifendibile? Sarebbe curioso sapere cosa pensano l’on. Di Maio e l’on. Di Battista di questi comportamenti ambigui. Sarà una domanda che porremo anche a loro, per sapere se il maggior movimento politico che rappresenta il cambiamento è in grado di esercitare ed applicare lo stesso rigore e la stessa morale anche su se stesso – conclude Fabio Usai -. Se così non fosse, la colpa e la vergogna non si limiterebbero a ricadere soltanto su esponenti politici locali.»

 

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Piovono critiche sul Movimento 5 Stelle dopo le dimissioni del presidente della Prima commissione del comune di Carbonia, Maurizio Soddu.

«Dimissioni, ne sentivate la mancanza – scrive l’ex sindaco Giuseppe Casti (Partito democratico) nel suo profilo facebook -? Finalmente un po’ di trasparenza Grillina: il consigliere Soddu si è dimesso da presidente della commissione cultura; questa volta (grande novità) si dichiara apertamente l’esistenza di un contrasto politico e non altre fantomatiche ragioni “personali”. 
Ormai è chiaro a tutti che la maggioranza si sta sciogliendo come neve al sole. Anziché pensare agli interessi dei cittadini sono, invece, da mesi alle prese con le loro piccole beghe da bottega, e tutti noi ne facciamo le spese. Il responsabile di questo sfacelo ha un nome: Paola Massidda. Ho già commentato tante volte su questa serie, non ancora terminata, di dimissioni; ora provateci voi. Io ho solo una domanda – conclude Giuseppe Casti -: inevitabilmente, chi sarà il prossimo?»

Critiche arrivano anche da Fabio Desogus, segretario cittadino del Partito democratico. «Apprendiamo oggi che Maurizio Soddu, presidente (ormai ex) della commissione cultura e spettacolo, si è dimesso dal suo ruolo nella suddetta commissione, ma rimarrà comunque consigliere comunale – scrive in una nota l’ex assessore dello Sport e Turismo -. Assistiamo alle ennesime dimissioni in seno alla maggioranza a 5 stelle del comune di Carbonia, che dimostrano ancora una volta che il sindaco Paola Massidda non è ormai da tempo in grado, oltre che di amministrare e rappresentare una guida politica per la città, neanche di tenere unita una maggioranza litigiosa e evidentemente insofferente. Una maggioranza e un’azione politica, quella del Movimento 5 Stelle cittadino, che trova successi solo nella narrazione e nella autocelebrazione con le quali i loro stessi comunicati stampa descrivono la loro azione politica.»

«Le dimissioni di Soddu non sono più nascoste dai fantomatici e mai precisati “motivi personali”, utilizzati in passato da altri assessori e consiglieri dimissionari, ma sono determinate da “dissapori legati alla gestione delle politiche culturali e sportive”, come da lui stesso dichiarato – aggiunge Fabio Desogus -. Una rottura politica che però non trae le dovute conseguenze del caso. Politicamente non ha alcun senso dimettersi dal ruolo di presidente di commissione, perché non si condivide la linea politica della maggioranza o dell’assessore e, contemporaneamente, rimanere consigliere comunale e votare quella stessa linea politica appena sconfessata. La confusione regna sovrana – conclude Fabio Desogus – e a farne le spese non è la maggioranza a 5 stelle, ma l’intera città di Carbonia.»

Dure anche le parole di Fabio Usai, capogruppo consiliare del Partito dei sardi.

«Ennesima dimostrazione della distanza che vi è tra le scelte della Giunta – dice Fabio Usai, largamente il consigliere più votato alle elezioni del 2016 con 867 preferenze – e i consiglieri comunali 5 stelle…quattro assessori dimessi…due presidenti di commissione dimessi e una consigliera dimessa…un consigliere in palese disaccordo…la questione ancora da chiarire dei rimborsi viaggi…c’è o non c’è un problema in questa amministrazione? – conclude Fabio Usai – Sì, c’è… Carbonia non si merita questo.»

 

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E’ scontro frontale tra maggioranza ed opposizione, nel Consiglio comunale di Carbonia, sui costi della politica e sulla cancellazione della stagione di prosa e danza. La seduta consiliare di ieri sera è stata occupata per la stragrande maggioranza del tempo – alcune ore – dall’accesissimo dibattito sulla decisione adottata dalla Giunta Massidda di non accogliere la programmazione teatrale proposta (come avveniva dal 1982) dal Cedac, il Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo della Sardegna, e dalla questione sollevata dai consiglieri di opposizione circa un ricorso irregolare ai rimborsi per i viaggi degli assessori fuorisede («complessivamente sono 500 dall’inizio della consiliatura» ha denunciato il capogruppo del Partito dei Sardi Fabio Usai).

Riguardo alla prima contestazione, l’assessore della Cultura Sabrina Sabiu, ha motivato la decisione adottata dalla Giunta, con la mancanza di un tempo adeguato per la valutazione della proposta del Cedac (già confezionata e non discutibile) e del ritorno che la stessa avrebbe avuto per la città. Questa motivazione ha trovato la forte contestazione dei consiglieri di minoranza che hanno sottolineato come la cancellazione della programmazione teatrale rappresenti un grave danno culturale e di immagine per la città che si vede privata di eventi di assoluto valore culturale che avrebbero portato in città anche quest’anno, con un impegno di spesa assai contenuto, grandissimi artisti del panorama nazionale di prosa e danza. Il teatro Centrale di Carbonia – è stato rimarcato negli interventi di Giuseppe Casti e Daniela Garau – si è distinto negli anni come il terzo, dopo quelli di Cagliari e Sassari, per partecipazione di pubblico, proveniente da tutto il Sulcis, risultando quasi sempre tutto esaurito (la capienza è di 330 posti a sedere). L’assessore della Cultura ha aggiunto che la Giunta sta valutando altre proposte, anche in vista dei festeggiamenti per l’80° anniversario della città che ricorreranno il prossimo anno.

Lo scontro tra maggioranza ed opposizione è stato ancora più acceso sui cosiddetti costi della politica. Motivo del contendere, sono stati i rimborsi richiesti da alcuni assessori residenti fuori Carbonia per raggiungere la città in occasione di vari eventi, tra i quali riunioni di maggioranza, feste, incontri con i cittadini, celebrazione di matrimoni e persino la partecipazione al funerale di Modesto Melis, regolarmente erogati dagli uffici e, secondo i consiglieri di minoranza, non dovuti, in quanto gli unici rimborsi riconosciuti dalle norme sono quelli relativi alla partecipazione a riunioni di Giunta e di Consiglio comunale. I consiglieri di minoranza hanno rimarcato con grande fermezza, come questo comportamento sia in clamoroso contrasto con quanto “sbandierato” dal Movimento 5 Stelle in campagna elettorale e con l’annunciata riduzione del 10% delle indennità al momento dell’insediamento dopo la grande vittoria elettorale di 16 mesi fa.

Il sindaco Paola Massidda (personalmente non ha mai richiesto alcun rimborso, come le è stato riconosciuto dal consigliere Fabio Usai), nel suo intervento, ha detto di non essersi mai interessata della materia ma che se errori sono stati commessi, verranno riconosciuti ed i rimborsi effettuati verranno cancellati, ma non ha mancato di sottolineare come sarebbe stato auspicabile che, al momento in cui hanno accertato l’utilizzo improprio dei rimborsi, i consiglieri di minoranza avrebbero fatto bene di segnalarlo, evitando di arrivare alla loro strumentalizzazione a fini politici. A questo riguardo, prima il consigliere Michele Stivaletta (gruppo Misto) il consigliere Fabio Usai (Partito dei Sardi), hanno detto che il problema è stato sollevato in commissione il 4 ottobre e, di conseguenza, la maggioranza del Movimento 5 Stelle ne era a conoscenza e avrebbe dovuto intervenire per porvi rimedio.

 

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Si è rinnovato, a Santadi, il rito del Matrimonio Mauritano, giunto alla 49ª edizione. Gli sposi sono Andrea Bogani, originario di Firenze, e Cristina Cani, originaria di Santadi. Ad officiare l’antico rito del Matrimonio Mauritano, don Giampiero Marongiu, parroco di Santadi, e don Giuseppe Casti. Presenti in prima fila numerosi sindaci, tra i quali il primo cittadino di Santadi, Elio Sundas.

La giornata di festa è iniziata alle 8.00, al Museo Etnografico “Sa Domu Antiga” di via Mazzini, con il rito della vestizione degli sposi ed è proseguita con il corteo, al quale hanno partecipato 30 gruppi folk, traccas, launeddas, cavalieri, autorità e sposi, che hanno colorato la prima caldissima domenica di agosto, da via Cagliari, lungo tutto il percorso cittadino.

La cerimonia religiosa ha avuto inizio alle 11.00, sul sagrato della chiesa parrocchiale di San Nicolò, con la celebrazione liturgica del Matrimonio, con omelia in lingua sarda cantata dal Coro Kellarious di Selargius, diretto da Daniela Porru. Il rito, come vuole la tradizione, si è concluso concluso con “Sa Gratzia” che vede le madri cospargere il capo dei figli con chicchi di grano, petali di rose, granellini di sale ed alcune monetine, simbolo rispettivamente di abbondanza, felicità, saggezza, ricchezza. Le madri, infine, hanno rotto il piatto che conteneva “Sa Gratzia”, in segno scaramantico.

I festeggiamenti per il 49° Matrimonio Mauritano sono iniziati il 1° agosto, e si concluderanno questa sera. Alle 20.00, in piazza Chiesa, fronte Chiesa, è previsto “Su cumbidu”, invito alla popolazione con la torta nuziale e i dolci tipici; alle 20.30, sul Palco centrale di Piazza Marconi, festa della tradizione con i balli rituali e le danze di corteggiamento della Sardegna, presentata da Ambra Pintore.