22 November, 2024
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Dopo le dichiarazioni del Premier Giuseppe Conte in occasione della sua visita in Sardegna, aumentano le preoccupazioni delle organizzazioni sindacali sugli effetti di una transizione energetica non attentamente gestita. La Flaei Cisl, Federazione dei Lavoratori delle Aziende Elettriche, conferma che la
decarbonizzazione dell’economia sia un obiettivo da perseguire, per preservare ambiente e territorio per le future generazioni. Ma questo processo non deve provocare
ulteriori danni economici e sociali, soprattutto in realtà già duramente provate dalla crisi economica come appunto la Sardegna. “Noi valutiamo positivamente l’accelerazione della transizione dall’uso di carbone ad
altre fonti energetiche per la produzione di elettricità dove ciò è possibile – dichiara il segretario generale della Flaei Cisl, Salvatore Mancuso -. Siamo, infatti, favorevoli e
sosteniamo i progetti di trasformazione delle centrali a carbone in impianti a gas metano, come si sta prospettando, anche in tempi rapidi, nelle centrali presenti nel continente italiano”. “Le dichiarazioni del Premier Giuseppe Conte ci preoccupano molto – afferma Mario Marras – segretario generale della Flaei Cisl Sardegna -. mettere contemporaneamente in discussione l’arrivo del gas metano tramite dorsale e rigassificatori ed il rinvio
motivato dell’uscita dal carbone nelle due centrali della Sardegna (Portoscuso e Fiumesanto) metterebbe immediatamente a rischio il tessuto produttivo industriale
dell’intera regione, azzerando le possibilità di ripresa delle produzioni”. Eurallumina, Sider Alloys (ex Alcoa) come il tessuto industriale di Porto Torres sono
strettamente connessi alla possibilità di avere energia elettrica e vapore a prezzi convenienti, con continuità e sicurezza di approvvigionamento. Se già da oggi non si prevede un percorso certo con tempi adeguati per la transizione energetica garantendo
la sicurezza del sistema elettrico e le forniture al sistema industriale, si corre il serio rischio del tracollo immediato di buona parte del settore industriale Sardo. “La Flaei sollecita – ribadiscono Salvatore Mancuso e Mario Marras – la convocazione
presso il ministero dello Sviluppo del nuovo incontro del tavolo Sardegna per proseguire il confronto sul processo di decarbonizzazione ed il conseguente aggiornamento del PNIEC (Piano Nazionale Integrato Energia e Clima) in base alle esigenze prioritarie di sviluppo della Regione Sardegna”. La Flaei Cisl, insieme a tutti gli altri soggetti sindacali, imprenditoriali e istituzionali,
farà valere gli interessi della Sardegna e dei lavoratori del settore. La transizione energetica, che la Flaei vuole, non può essere causa di crisi, ma deve essere occasione di sviluppo e benessere.

Che la vicenda Sider-Alloys non sia vicina alla sua soluzione lo si era già capito da tempo e l’avvio della produzione di alluminio non è certamente dietro l’angolo. E’ a questo proposito che abbiamo sentito Angelo Diciotti, segretario CUB,per fare il punto della situazione e chiarire gli ultimi sviluppi. “In data odierna il Premier Giuseppe Conte è giunto a Cagliari per parlare dello sviluppo in Sardegna con lo scopo di dare nuove energie e progetti ad un’isola ormai al collasso – dice il segretario CUB Angelo Diciotti ed il sindacato territoriale non ha presenziato, solo le segreterie regionali hanno avuto un incontro per fare capire se tutte le tematiche industriali che sono sul tappeto in che modo verranno affrontate”, Per quanto attiene Sider-Alloys, la trattativa è in stand-bay, in quanto al momento non è stato sottoscritto il contratto per l’energia. Pertanto – aggiunge Angelo Diciotti -, il fatto che sia stato deciso di modificare il Progetto Calenda, sulla questione sull’Interconnetor e sostituirlo con un finanziamento derivato dalle tasse sulle rinnovabili, comporta una serie di procedimenti ministeriali che abbisognano di tempi non brevi. Riferito a ciò è necessario che il Governo ottemperi alle promesse fatte dal precedente Esecutivo. Al momento – ha concluso Angelo Diciotti – siamo ancora in attesa che il MISE convochi noi e/o la Sider-Alloys. La stessa più volte ha chiesto un incontro ma senza avere ancora risposta. Quindi, a ben vedere, la situazione non è semplice tenuto conto che il tempo passa inesorabilmente e all’orizzonte non si vede nulla e non si arriva ad una conclusione. La richiesta collegiale del sindacato tutto è rivolta al Governo, affinché affretti la trattativa che ormai latita da troppo tempo.
Armando Cusa

La Fondazione del Cammino Minerario di Santa Barbara conclusione dell’incontro con gli operatori che hanno presentato progetti per il contratto istituzionale di sviluppo. Il presidente della Fondazione Cammino Miner miario di Santa Barbara Giampiero Pinna ha consegnato al presidente Giuseppe Conte una copia della Guida del Cammino Minerario di Santa Barbara invitandolo a percorrere alcune tappe dello stesso Cammino. L’invito è stato accolto ma non si sa quando potrà avvenire. Magari, in occasione della presentazione della prima opera finanziata dal CIS, gli e stato suggerito. “Questo non lo escludo”, ha risposto il presidente del Consiglio.

Sardegna Pulita con il suo leader Angelo Cremone, ha messo in atto un sit-in per manifestare il proprio disappunto nei confronti del Gverno con l’arrivo a Cagliari del Premier Giuseppe Conte. Il nodo cruciale della manifestazione è stato rivolto alle iniziative dell’Esecutivo, che quando parla di una nuova strategia Green per l’ambiente, si contraddice dando l’ok non solo alla Metanizzazione dell’Isola, perché il 5 luglio il ministro dell’Ambiente ha dato l’ok anche sull’impatto ambientale per il rigassificatore a Giorgino, cioè un deposito costiero del gas a trecento metri dal centro abitato di Giorgino. Questa situazione – ha proseguito il Leader di Sardegna Pulita -, non è accettabile e, pertanto, la metanizzazione dell’Isola è semplicemente un grande affare per le grandi compagnie e, pertanto, deve invece attivarsi per far si che i soldi vengano messi a disposizione dei cittadini e non per le compagnie interessate alla metanizzazione dell’Isola”.

Armando Cusa

La settimana scorsa il via libera del ministero dell’Ambiente alla realizzazione della dorsale Sud del metano aveva riacceso la fiducia tra i lavoratori che attendono da anni la soluzione delle vertenze Sider Alloys ed Eurallumina; oggi le parole del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che, nel corso della visita a Cagliari, sembrano rimettere tutto in discussione. “Attendiamo, a questo punto, risposte concrete e conseguenti all’attenzione mostrata nel colloquio, in particolare sui temi dell’insularità, della continuità territoriale, delle infrastrutture, degli svantaggi che caratterizzano il sistema produttivo, economico e sociale sardo – hanno detto i segretari Caterina Cocco e Samuele Piddiu (Cgil) Gavino Carta (Cisl), Francesca Ticca (Uil) aggiungendo che “siamo perplessi riguardo alle dichiarazioni rese alla stampa sul tema energetico, del metano e della dorsale perché, dopo il primo via libera del ministero alla realizzazione dell’infrastruttura, il presidente del Consiglio ha nuovamente parlato dell’elettrodotto che collegherebbe la Sardegna alla Sicilia: un progetto inutile, almeno tre volte più costoso, impossibile da realizzare in tempi rapidi e compatibili con i progetti e gli investimenti già in atto, che presuppone una nuova generazione energetica a gas ed è in contrasto con gli obiettivi di autosufficienza energetica della Sardegna”. Rispetto alla questione del carbone, è evidente che Cgil, Cisl e Uil considerano necessario “realizzare nei tempi più rapidi possibili il phase-out dal carbone ma compatibilmente con le esigenze del sistema produttivo ed energetico sardo che risente, almeno per il momento, dell’assenza del metano, l’unica fonte indispensabile a traguardare quell’obiettivo alle stesse condizioni del resto del Paese e d’Europa, che su questo, infatti fondano la propria strategia di uscita dal carbone”. L’auspicio dei sindacati è che queste contraddizioni siano presto chiarite e che sia confermato l’impegno a garantire ai sardi l’arrivo del metano e l’avvio della fase di transizione a parità di condizioni con il resto d’Italia e, quindi, attraverso la realizzazione dei rigassificatori e della dorsale, che sono essenziali alla strategia energetica e ambientale della Sardegna – decisamente più avanzata di quella nazionale – e garantiscono il controllo pubblico dell’infrastruttura e del prezzo della risorsa”. I sindacati hanno sottolineato che “di certo la frammentazione della distribuzione affidata a camion cisterna in giro per le strade renderebbero vana quella strategia”.

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Il Consiglio regionale ha rinviato la mozione “sulla grave situazione di incertezza per i lavoratori precari all’interno dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna “G. Pegreffi”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza dell’on. Michele Pais. Dopo le formalità di rito, ha chiesto di intervenire sull’ordine dei lavori il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus che ha sollecitato un intervento urgente del presidente del Consiglio per ottenere il rispetto delle procedure nei rapporti tra Giunta e Aula. «Mi si comunica una risposta alla nostra interrogazione n. 61 sulla nomina dei direttori generali esterni all’amministrazione regionale – ha detto Francesco Agus – in realtà si tratta di una comunicazione elusiva, irrispettosa, scorretta e contraria al Regolamento. La risposta arriva, infatti, dal Capo di Gabinetto della Presidenza della Regione che in sostanza dice di non poter dare risposte. Chiedo al presidente Michele Pais di verificare il rispetto delle procedure in modo che l’interrogazione possa avere una risposta corretta».

Il presidente Michele Pais ha assicurato il suo intervento: «Sarà mia cura fare le verifiche opportune. Spero in giornata di poter dare una risposta in merito».

Si è quindi passati al primo punto all’ordine del giorno, la mozione n. 68 sulla grave situazione dei lavoratori precari dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sardegna a rischio licenziamento per il mancato rinnovo del contratto di lavoro. Il presidente Michele Pais ha comunicato  l’impossibilità di mettere in discussione la mozione per l’assenza in Aula dell’assessore alla Sanità Mario Nieddu.

E’ quindi intervenuto Daniele Cocco, capogruppo di Liberi e Uguali e primo firmatario della mozione: «Mi dispiace molto non poter discutere questa mozione per il suo carattere d’urgenza. Nell’incontro con i gruppi avevamo stabilito di vederci oggi per verificare la possibilità di approvare un dispositivo con carattere d’urgenza. L’assenza dell’assessore fa cadere tutti i buoni propositi. Sarebbe opportuno che il responsabile della Sanità riferisse in Aula sia sulla questione dell’Istituto Zooprofilattico che sulle graduatorie degli Organizzazioni Sindacali. Noi tutti abbiamo l’esigenza indifferibile di interloquire con lui per capire lo stato dell’arte».

Il presidente Pais si è detto d’accordo con le osservazione del capogruppo di Liberi e Uguali: «Era stato lo stesso assessore a sollevare il problema. Confido che  possa riferire quanto prima sull’argomento».

Rammarico per il rinvio della mozione è stato espresso anche da Piero Maieli (Psd’Az)  che ha sollecitato tempi rapidi per una nuova calendarizzazione del documento: «Oggi scade il contratto dei lavoratori dell’Istituto Zooprofilattico. E’ urgente concludere il processo di stabilizzazione e avviare i concorsi».

Successivamente ha preso la parola Laura Caddeo (Progressisti) che, come in precedenza il suo capogruppo Francesco Agus, ha stigmatizzato il metodo utilizzato dalla Giunta sulle interrogazioni a risposta scritta: «Anche sull’interrogazione n. 124 (qualifiche per Operatori sociosanitari rilasciate da istituti privati) rivolta in prima battuta agli assessori al Lavoro e alla Sanità ci è arrivata una risposta dall’assessorato alla Pubblica Istruzione. Arriveranno le risposte di Zedda e Nieddu?».

Eugenio Lai (Liberi e Uguali) si è detto amareggiato per la decisione della Giunta di non partecipare alla seduta statutaria: «L’assenza di quasi tutti gli assessori in Aula in una seduta solenne è un fatto nuovo – ha detto Eugenio Lai – capiamo che i punti all’ordine del giorno non essendo stati dettati da Pontida siano considerati meno urgenti dalla maggioranza ma non è così per noi. Nella scorsa seduta si è deciso di rinviare una mozione al giorno dopo. Chiediamo la stessa cosa vista l’urgenza: la mozione n.68 si discuta entro questa settimana».

La consigliera del M5S Carla Cuccu ha invece segnalato all’Aula un presunto sgarbo istituzionale subito dalla Commissione Sanità durante un sopralluogo all’ospedale San Marcellino di Muravera: «Non siamo stati accolti dagli organi rappresentativi dell’Ats e dai direttori generali – ha affermato Carla Cuccu – come commissari ci siamo trovati a vagare nei meandri del nosocomio senza sapere dove andare». Carla Cuccu ha quindi espresso rammarico per l’assenza in Aula dell’assessore alla Sanità: «Ci sono interrogazioni presentate da tempo che non hanno ancora avuto risposta. A tutt’oggi l’assessorato non ha fornito nessun tipo di documentazione scritta. Vorrei che questo Consiglio potesse esercitare appieno la sua funzione di controllo e ispezione».

Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, ha quindi chiesto una sospensione di 5 minuti per parlare con i capigruppo di maggioranza e la vicepresidente della Regione Alessandra Zedda.

Alla ripresa dei lavori, il presidente Michele Pais ha messo in discussione la mozione n. 51 “sulla necessità di modificare il comma 23 dell’articolo 6 della legge regionale 28 dicembre 2018, n. 48, e di destinare specifiche risorse finanziarie per la realizzazione dei progetti relativi all’Azione Bosco”.

Il documento è stato illustrato da Franco Mula, capogruppo del Psd’Az e primo firmatario della mozione: «La nostra iniziativa ha due obiettivi: assicurare i finanziamenti ai progetti di Azione Bosco e rivedere le procedure che hanno stravolto il programma originario di tutela e valorizzazione del territorio». Mula ha ricordato che il piano Azione Bosco, voluto dalla Giunta Soru e sostenuto anche da Ugo Cappellacci è stato modificato nella scorsa legislatura: «La procedura prevedeva che il progetto venisse presentato da un’azienda agricola o da cooperativa e venisse successivamente approvato dalla Giunta su proposta dell’assessore al Lavoro. L’assessorato all’Ambiente aveva il compito di vigilare. Oggi la procedura descritta è stata modificata e le relative risorse finanziare, circa 2 milioni di euro, trasferite nel programma Lavoras. Anche la procedura di affidamento è totalmente cambiata. Prevale il programma Lavoras sui progetti di Azione Bosco. Questo va contro la volontà del Consiglio regionale»

Secondo Franco Mula, le attuali modalità di individuazione dei soggetti beneficiari e le conseguenti procedura di affidamento sono farraginose e complesse: «Prima si prevedeva un soggetto esecutore (azienda o cooperativa) e un soggetto attuatore (Assessorato ambiente) adesso ci sono aspetti poco chiari – ha detto Mula – i soldi sono stati spostati su Lavoras ma la cosa più grave è che ci sono dirigenti regionali che non fanno gli amministratori ma fanno politica».

Mula ha quindi concluso il suo intervento presentando le richieste all’esecutivo: «I soldi affidati a Lavoras devono tornare al piano Azione Bosco – ha rimarcato il capogruppo sardista – in alternativa si trovino risorse aggiuntive per finanziare quel capitolo di spesa. Una cosa è Lavoras, un’altra Azione Bosco, intervento previsto da una legge specifica approvata da questo Consiglio. Si rispetti la volontà dell’Aula».

Dopo l’on. Franco Mula ha preso la parola l’on. Giuseppe Talanas (FI), che ha precisato: “Questi bandi esistono da anni e tendono a migliorare le aree boschive della Sardegna ma limitano l’attività delle aziende agropastorali. Chiedo pertanto alla Giunta che nell’attuazione dei progetti si trovi un punto di equilibrio tra le due opposte esigenze”.

Sempre dalla maggioranza l’on. Giovanni Antonio Satta (Riformatori)  ha ricordato la genesi di questa misura e gli effetti ottenuti, “importanti ricadute sui territori e risposte positive sotto il profilo occupazionale che hanno consentito di prevenire e limitare i danni derivanti dagli incendi e dalle calamità naturali. Purtroppo, questi progetti sono stati interrotti dall’assessore Paci, con una decisione inopportuna e pregiudizievole: quella di inserire le risorse nel calderone dei fondi di Lavoras”. L’oratore ha proseguito ricordando l’iniziativa del 2017 di quattordici sindaci sardi, interessati dai progetti boschivi per i loro territori e ha segnalato la necessità di cambiare “la procedura di affidamento di Azione Bosco introdotta dalla passata Giunta regionale tornando alla gestione passata per la programmazione della spesa”.

L’on. Eugenio Lai (Leu) si è detto “in linea generale favorevole allo spirito della mozione, perché i boschi sono elemento di sviluppo delle nostre comunità. Ma non sono d’accordo sul fatto che si modifichi la legge con una mozione e mi aspetto che i problemi denunciati sulla procedura si risolvano con una variazione di bilancio. Dunque, sarebbe opportuno non levare due milioni di euro dal programma Lavoras ma impegnare gli assessori competenti a reperire altri due milioni di euro per Azione Bosco”.

Per l’esecutivo regionale ha preso la parola l’on. Giuseppe Fasolino (assessore della Programmazione), che si è rimesso alla volontà dell’Aula e ha aggiunto: “Sono d’accordo sul fatto che sia il caso di inserire direttamente in Finanziaria il contributo per l’Azione bosco, ampliando i progetti e premiando i migliori”.

In replica il presentatore della mozione, l’on. Franco Mula, ha detto rivolto all’on. Eugenio Lai: “Non ci sono leggi da modificare, non è necessario, perché la somma è stata spostata da un capitolo a un altro.   Se poi si riescono a recuperare altri due milioni di euro, tanto di guadagnato”.

Per dichiarazione di voto, l’on. Lai è tornato sul punto e a seguire anche l’on. Massimo Zedda: “In questo modo state sottraendo risorse ai Comuni e ai cantieri Lavoras. E noi non siamo favorevoli a procedere in questo modo”. Contrario anche l’on. Daniele Cocco (Leu), che ha ribadito la necessità della modifica legislativa.

Per l’on. Franco Mula “qui si stanno invertendo e mischiando i piani del discorso. Ma sia chiaro che noi non stiamo togliendo manco un euro ai Comuni”.

L’assessore Fasolino ha ribadito il concetto: “Noi stiamo applicando la legge di stabilità del 2018, che ha votato la precedente maggioranza con un emendamento della commissione Bilancio approvato all’unanimità. Quindi, non stiamo modificando nulla rispetto a quanto è previsto dalla legge”.

La Lega e Fratelli d’Italia hanno annunciato il voto a favore della mozione  mentre il voto contrario dei Progressisti è stato comunicato dal capogruppo, on. Francesco Agus. “Non è corretto levare risorse al bando Lavoras. Si possono trovare altrove due milioni, anche risparmiandoli o attingendoli altrove”.

L’on. Giuseppe Meloni (Pd) ha chiesto notizie all’assessore del Lavoro, on. Alessandra Zedda, “sulla mancanza di cinque milioni del bando Lavoras, a favore dei Comuni. Vorrei sapere se questa notizia è confermata o se possiamo tranquillizzarci tutti”. Per il Pd l’on. Comandini ha spiegato che “non basta una mozione a risolvere i problemi di cui si è parlato. Sarà comunque necessaria una legge con una variazione di bilancio per poter spendere davvero questi denari”.

Il presidente Michele Pais ha messo in votazione la mozione 68, che l’Aula ha approvato con 32 favorevoli, 7 contrari e 11 astenuti.

L’on. Carla Cuccu (Cinque stelle) ha illustrato la mozione 5 sul reddito energetico, “con lo scopo di prendere ad esempio il caso virtuoso di Porto Torres per arrivare coinvolgere tutti i Comuni sardi. Da luglio 2017 Porto Torres ha investito 500 mila euro per il fondo rotativo fotovoltaico di proprietà comunale e a favore di utenze domestiche e condomini. Si tratta di autoconsumo gratuito per i cittadini selezionati mediante una procedura di evidenza pubblica. E i crediti maturati verso il Gestore del servizio energetico vengono ceduti dai cittadini al Comune. Un sistema virtuoso, come detto, che in Puglia è diventato poi legge e anche a Milano si va in questa direzione. Chiediamo che altrettanto si faccia in Sardegna, con un fondo rotativo che finanzi impianti fotovoltaici a favore delle famiglie con il reddito più basso e con il contributo a favore della Regione. In questo modo si produrrà energia elettrica attraverso fonti rinnovabili  e ci sarà un’altra ricaduta positiva: nasceranno filiere locali per l’installazione e la manutenzione degli impianti”.

Il consigliere Ignazio Manca (Lega), anche nella sua veste di rappresentante del nord ovest ha osservato che il progetto ha aspetti molto positivi sul piano economico e sociale, consente un risparmio annuo di circa 200 euro annui a nuclei familiari non abbienti ed attiva un sistema virtuoso di auto alimentazione energetica attraverso le energie rinnovabili. Nello specifico, ha aggiunto, Porto Torres riveste un ruolo importante come sito nel quale sperimentare buone pratiche e politiche energetiche innovative dopo un passato di inquinamento molto elevato che richiede un intervento incisivo dello Stato.

Il consigliere Annalisa Mele, anch’essa della Lega, ha affermato che il progetto è positivo perché prevede un intervento significativo a favore delle categorie svantaggiate, sulla scorta di altri provvedimenti che vanno nella stessa direzione: il bonus energetico introdotto alcuni anni fa, il reddito (e pensione) di cittadinanza che incrementa le agevolazioni in materia energetica e idrica anche in deroga alle soglie Isee, altre norme che aiutano i cittadini con alcune problematiche sanitarie e, non ultimo, il bando dell’assessorato regionale degli Enti locali che ha stanziato 23 milioni per la riqualificazione del patrimonio edilizio privato, all’interno del quale è prevista una parte dedicata all’efficienza energetica degli immobili. La Mele ha proposto infine di estendere questi interventi agli edifici pubblici, come già stabilito dal recente decreto nazionale crescita, con particolare riferimento all’Agenzia regionale Area.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha chiesto una breve sospensione della seduta in considerazione dell’importanza dell’argomento e della possibilità di arrivare ad un ordine del giorno condiviso

Il presidente, nell’accogliere la richiesta, ha convocato la conferenza dei capigruppo.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha comunicato che è stato predisposto un ordine del giorno condiviso di tutto il Consiglio.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha dichiarato che, ad avviso del suo gruppo, alcuni punti non sono condivisibili, soprattutto per quanto riguarda il mancato riferimento alle bonifiche del sito di Porto Torres.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco, concordando in parte con la tesi di Giagoni, ha però lamentato l’eccessiva lunghezza delle sospensioni delle sedute e la scarsa produttività delle stesse.

Il capogruppo del Psd’Az. Franco Mula, condividendo le osservazioni precedenti, ha detto nel merito che le differenze di posizioni sono piuttosto marginali ed ha suggerito un dispositivo che auspichi l’intervento complessivo della Giunta in materia energetica.

Il consigliere Eugenio Lai ha suggerito che, in assenza di posizioni condivise, è giusto votare la mozione.

Per la Giunta il vice presidente, on. Alessandra Zedda, sottolineando la grande complessità dell’argomento, ha proposto l’eliminazione della parte che riguarda la Regione Puglia, completando la parte dedicata al reddito energetico regionale con un riferimento alla verifica sullo stato di attuazione delle bonifiche nel sito di Porto Torres.

Il consigliere Cuccu (M5S), prima firmataria della mozione, ha espresso parere favorevole sulle modifiche proposte.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ha precisato che il problema delle bonifiche, che ha un suo percorso legislativo ed amministrativo, non c’entra nulla col credito energetico

Il consigliere Ignazio Manca (Lega) ha contraddetto il collega Ganau, sostetendo che il problema ambientale complessivo di Porto Torres non può mai essere sottovalutato.

Il capogruppo del M5S Desirè Manca ha chiesto una breve sospensione della seduta per una riunione della minoranza.

Accogliendo la richiesta, il presidente Michele Pais ha sospeso la seduta e aggiornato il Consiglio, in prosecuzione dei lavori, per le 16.00.

Alle 16.40 sono ripresi i lavori dell’Aula, sotto la presidenza del vice presidente Piero Comandini (Pd) che ha concesso la parola al consigliere dei Progressisti, Antonio Piu, per proseguire nella discussione generale sulla mozione n. 5 (Cuccu e più). Il consigliere Piu ha espresso il suo favore per la mozione nella sua versione originaria e senza alcuna modifica al dispositivo ed ha definito la città di Porto Torres (citata nel documento del M5S) “un esempio virtuoso in materia di reddito energetico”.

La vice presidente della Giunta, Alessandra Zedda (Fi), intervenendo a nome dell’esecutivo ha escluso una posizione contraria da parte del governo regionale ed ha però suggerito l’eliminazione dal testo dei riferimenti alla regione Puglia.

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha quindi preannunciato la presentazione di un ordine del giorno ed ha chiesto alcuni minuti di sospensione per completare la raccolta delle firme dei sottoscrittori. Sospensione che è stata accordata dal vice presidente Piero Comandini.

Alla ripresa dei lavori la prima firmataria, Carla Cuccu, ha dichiarato che l’ordine del giorno è sostituvo della mozione e dopo la lettura del testo la Giunta ha espresso parere favorevole ribadendo l’invito alla eliminazione dal testo ai riferimenti alle Regioni Puglia e Lazio. Il consigliere della Lega, Michele Ennas, ha rivolto l’invito alla presidenza affinché sia fornito un testo più chiaro del documento mentre l’onorevole Cuccu (M5S) ha confermato la cancellazione dei riferimenti alla Puglia e al Lazio.

Il capogruppo del Psd’Az, Franco Mula, ha dichiarato il voto favorevole dei sardisti, seguito dal consigliere dei Progressisti, Antonio Piu, dal capogruppo Leu, Daniele Cocco, mentre la consigliera della Lega, Annalisa Mele, ha preannunciato l’astensione del gruppo lamentando il mancato riferimento all’edilizia pubblica e alla produzione del mini eolico. Il capogruppo dei Riformatori, Michele Cossa, ha dichiarato il voto favorevole del gruppo e l’ordine del giorno n. 1 è stato approvato con 41 sì e 7 astensioni.

Il vicepresidente del Consiglio, Piero Comandini (Pd), ha quindi concesso la parola al consigliere della Lega, Andrea Piras, che ha illustrato la mozione  Mozione n. 57 (Piras e più) per garantire la piena operatività dell’istituto regionale per la fauna selvatica (Irfs). Il consigliere Lai (Leu), intervenendo sull’ordine dei lavori ha chiesto la presenza in Aula dell’assessore dell’Ambiente ma il primo firmatario Andrea Piras non ha dato seguito alla richiesta ed ha proceduto con l’illustrazione del documento che impegna la Giunta a potenziare il personale dell’istituto, a garantire adeguate risorse e, con il coinvolgimento del Corpo forestale e di Forestas assicurare rilevanza scientifica all’attività dell’istituto. Nel corso del suo intervento, il consigliere della maggioranza, ha evidenziato la mancata applicazione di quanto stabilito dalla legge 23 del 1998 proprio con riguardo al mancato funzionamento dell’Irfs per l’adozione dei provvedimenti per la valorizzazione del territorio e delle specie di fauna selvatica presenti in Sardegna ed ha lamentato i disagi che ne derivano per la corretta programmazione dell’attività venatoria nell’Isola, nonché il ruolo preponderante dell’Ispra (istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, sottoposto alla vigilanza del ministero dell’Ambiente) con riferimento ai pareri a supporto dei provvedimenti regionali.

A supporto delle argomentazioni illustrate da Andrea Piras è intervenuto il suo compagno di gruppo e di partito Michele Ennas che ha ribadito la necessità di un potenziamento dell’organico al fine di rilanciare il ruolo dell’Irfs. «Confermiamo – ha concluso l’esponente della Lega – attenzione e sostegno all’attività venatoria in Sardegna ed ai cacciatori sardi».

A sostegno della mozione anche l’intervento di Emanuele Cera (Fi) che ha stigmatizzato la mancata applicazione delle norme regionali (art. 9 della legge 23/98) ed ha denunciato il superamento delle stesse auspicandone una tempestiva ed efficace revisione con il pieno coinvolgimento delle associazioni della caccia e degli agricoltori.

Il consigliere Eugenio Lai (LeU) ha lamentato in apertura del suo intervento l’assenza dai banchi della Giunta dell’assessore competente ed ha affermato: «Voterò a favore della mozione ma la sua approvazione non risolleverà le sorti della caccia o del mondo venatorio in Sardegna». L’esponete della minoranza ha auspicato la modifica della legge nazionale (n. 157/92) ed ha ricordato come la Regione deliberi “l’apertura della caccia soltanto per effetto di una deroga”. «Non serve mettere una pezza – ha affermato Lai – ma è necessario un intervento strutturale che modifichi la legge 157 e abolisca, ad esempio, l’obbligatorietà dell’applicazione degli ambiti territoriali di caccia ed avere così un calendario a tutela dei cacciatori e delle specie faunistiche».

L’on. Gian Franco Satta (Progressisti) ha ringraziato l‘Aula per l’attenzione verso la mozione e, annunciando il voto favorevole, ha aggiunto: «Siamo favorevoli a un maggiore impegno verso l’istituto regionale della fauna selvatica in quanto tale, perché l’attività venatoria non è prioritaria rispetto ai lavori di quest’Aula o delle commissioni».

Per il sardista Piero Maieli «l’obiettivo della mozione non è soltanto la caccia ma avere contezza della nostra fauna selvatica, attraverso il monitoraggio».

Per il parere della Giunta è intervenuta la vicepresidente, Alessandra Zedda: «La caccia è solo uno degli aspetti della mozione mentre la valorizzazione del territorio, anche sotto il profilo scientifico in collaborazione con l’Università, è il focus principale. Probabilmente abbiamo anche bisogno di attualizzare alcune leggi vigenti nel campo dell’attività venatoria. Dunque, la Giunta è assolutamente a favore della mozione».

L’on. Andrea Piras (Lega) ha espresso soddisfazione per il consenso ricevuto dalla mozione di cui è primo firmatario. Favorevole anche il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, che ha detto a nome del gruppo: «Grazie a questo istituto avremo finalmente un piano faunistico regionale di anno in anno e un osservatorio puntuale sulla nostra fauna».

Anche Fratelli d’Italia con l’on. Francesco Mura ha annunciato il voto a favore e così il consigliere regionale Eugenio Lai, anche a nome del gruppo Leu.

L’on. Pierluigi Saiu per la Lega ha annunciato il sì e ha ringraziato «il collega Piras per l’impegno profuso per la mozione e tutta l’Aula, che ha saputo affrontare con responsabilità il tema, al di là delle posizioni politiche di ciascuno».

Per l’Udc l’on. Domenico Gallus ha dichiarato il voto favorevole e così l’on. Michele Cossa per il gruppo dei Riformatori. Michele Cossa ha detto: «E’ un tema importante, anche per consentire, se e quando dovesse servire, la caccia selettiva ai cervi di Pula o ai cormorani dell’Oristanese». Favorevole anche il gruppo Psd’Az con il capogruppo Franco Mula. Via libera anche dal gruppo di Forza Italia con l’intervento dell’on. Emanuele Cera. Favorevole anche il gruppo dei Progressisti, per il quale si è espresso l’on. Satta.

L’Aula ha approvato la mozione 57 (Piras e più) sull’istituto regionale della fauna selvatica.

Dopo una breve sospensione, il presidente Comandini ha dato la parola all’on. Michele Cossa (Riformatori sardi) per illustrare invece la mozione 58, che «mira a mettere in evidenza la necessità che la Sardegna colmi prima possibile il divario digitale. Non si tratta di una infrastruttura qualsiasi: internet è fondamentale e rappresenta una azione di riforma economico sociale che riguarda la vita di tutti i cittadini, la partecipazione democratica e lo sviluppo economico. La Sardegna ha due velocità: una è sulle fasce costiere e dispone di servizi e turisti. L’altra è quella delle zone interne, spopolata, con scarsi servizi digitali, dove i gestori non arrivano perché per loro non c’è un mercato sufficiente. Oltre 300 Comuni sardi si trovano in questa sfavorevole condizione». L’oratore ha proseguito: «La passata giunta ha fatto uno sforzo economico non indifferente per dotare di fibra le zone interne e questa azione meritoria deve proseguire in modo che la banda ultralarga sia presente in tutto il territorio sardo. Sarebbe riduttivo parlare della banda larga come di un servizio qualunque perché siamo in realtà davanti a un diritto della persona e delle comunità: siamo di fronte alla insularità digitale, che necessità di adeguati provvedimenti. La verità è che il ruolo della Regione sulla grande partita della fibra è troppo debole e su 160 comuni interessati Telecom dice che il servizio è attivo e collaudato soltanto in 31 municipi. Ma non è del tutto vero:  ho verificato che nemmeno in quei 31 Comuni il sistema funziona perfettamente. In concreto la Regione paga ma è Telecom che decide se, dove e quando la rete deve funzionare davvero. Telecom è un privato, ricordiamolo, di alto profilo speculativo e cerca di spendere il meno possibile per far partire la rete in aree non remunerative. Mi rendo conto che questa vicenda sembra assurda ma è reale e non è soprattutto accettabile che centinaia di migliaia di sardi debbano avere cittadinanza digitale se e quando lo decide un privato? Io dico di no. E’ necessario che la Regione istituisca un cabina di regia sulla banda larga, per arrivare a dare a tutti, soprattutto a chi ha meno, il diritto di accedere a internet in tutta la Sardegna».

Per la discussione generale ha preso la parola l’on. Franco Mula, capogruppo del Psd’az, che ha ringraziato «i Riformatori sardi per aver posto l’accento su un problema enorme della Sardegna, l’Isola che ha la più bassa infrastrutturazione digitale d’Italia e soltanto il 53 per della popolazione può beneficiare di una rete ad alta velocità.  Non è accettabile per noi che la Sardegna, i suoi cittadini e le imprese rimangano indietro: perché Telecom ha posato la fibra in oltre 200 comuni ma non l’ha accesa? Siamo nelle mani dell’arbitrio di Telecom e non è accettabile. Chiediamo un intervento deciso del presidente della Regione presso il governo nazionale: siamo davanti all’ennesima riprova del fatto che non ci sono governi amici e che ci spetta riprenderci la nostra autonomia. Persino il quarto polo industriale della Sardegna, quello estrattivo di Orosei, che pure conta 700 addetti, non ha banda larga: è inaccettabile, ripeto».

Per l’on. Massimo Zedda (Progressisti) «avere la banda larga nella nostra Isola significa anche frenare almeno in parte lo spopolamento dei piccoli Comuni della Sardegna consentendo il telelavoro. Ritengo sia necessario un bando pubblico per dare la connessione veloce a quelle realtà periferiche sarde che non sono appetibili altrimenti peri gestori delle telecomunicazioni».

Il consigliere Fausto Piga (Fdi) ha messo l’accento sull’importanza delle nuove tecnologie per i piccoli Comuni, molto spesso esclusi dalle grandi reti di comunicazione o alle prese con un servizio inefficiente e non concorrenziale. Prima non avevamo niente, ha ricordato, mentre ora la fibra è dappertutto, perfino nel sottosuolo della rete del gas, ma molte comunità restano al fuori del nuovo sistema. Secondo Piga, infine, la proposta della cabina di regia regionale va incoraggiata e sostenuta.

Per i Progressisti il consigliere Gian Franco Satta ha ricordato che nel 2018 a Cagliari si viaggiava a 92 mega di velocità ed il Comune, Tergu, ad uno “zero virgola”. Quello sulla rete tecnologia, ha continuato, è stato uno degli investimenti più importanti della precedente legislatura guidata dal centro sinistra e non vorrei che qualcuno se ne prendesse ora il merito come accaduto per esempio nelle assunzioni della sanità, anche perché le infrastrutture sono state realizzate in tutti i Comuni. Il problema, a suo avviso, è solo quello di intervenire su Telecom ed Open Fiber per adeguare le sue centrali a ricevere il nuovo segnale, per cui il progetto è alla fase conclusiva.

Il consigliere Francesco Mura (Fdi) ha lamentato che, fino al 2014, a Nughedu Santa Vittoria non c’era nemmeno un buon segnale telefonico, fatto molto penalizzante per tutta la comunità, accentuando la percezione dei cittadini di essere isolati. Questo è il problema dei problemi – ha proseguito Mura – ed occorre moltiplicare gli sforzi della Regione per colmare il divario tecnologico fra i diversi territori, senza perdere di vista l’ulteriore evoluzione della tecnologia perché, alle porte, c’è già una rete di nuova generazione.

Francesco Agus, consigliere dei Progressisti, ha criticato in apertura le larghe assenze dell’esecutivo alla seduta statutaria, con un ordine del giorno che ancora una volta è privo di testi legislativi, costringendo la stessa conferenza dei capigruppo ad allungare il brodo. Nel merito della mozione Francesco Agus la definito serio il tema affrontato che mette fra l’altro in luce la mancanza di strumenti concreti di intervento da parte della Regione per correggere l’ampio divario che attualmente separa molti territori e molti Comuni, oltre che penalizzare le imprese sarde. Sotto questo profilo, ha concluso, limitarsi a chiedere una azione del governo rischia di essere troppo poco.

Ancora per i Progressisti il consigliere Antonio Piu ha sottolineato l’importanza dell’intervento avviato nel 2015 per infrastrutturare tutta la Sardegna dal punto di vista tecnologico, un grande progetto che però non ha ancora la copertura territoriale auspicata. In questo contesto, a suo giudizio, la Regione deve lavorare affianco ai Comuni per semplificare i processi burocratici attraverso apposite conferenze di servizi.

Il consigliere del M5S Alessandro Solinas ha affermato che l’accesso ai servizi tecnologici è diventato sostanzialmente un diritto fondamentale del cittadino, di cui soprattutto in Sardegna ed in certe aree del territorio si avverte ancora la mancanza. La Sardegna, ha aggiunto, è stata in passato la “culla” di grandi innovazioni tecnologiche ed ancora oggi presenta significative eccellenze nel campo pubblico e privato e quindi non possiamo mancare a questo appuntamento con l’innovazione. Noi proponiamo, ha concluso, un emendamento orale per inserire un passaggio relativo all’avvio di una interlocuzione col Governo centrale.

Il capogruppo della Lega Dario Giagoni ha sostenuto che quello tecnologico è certamente uno dei grandi divari dell’insularità, un divario purtroppo ancora molto presente nei territori più marginali dell’Isola e nelle zone rurali. Lo stato di avanzamento del progetto, ha detto ancora, non è soddisfacente e presenta molti ritardi che devono essere al più presto recuperati; un compito della Regione che dovrà esercitare un forte ruolo di impulso nei confronti del Governo nazionale e delle aziende impegnate nei lavori. Non meno urgente, ha concluso, la soluzione dei problemi collegati ai segnali telefonici e televisivi.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha annunciato che il suo gruppo resterà in aula per votare la mozione, sollecitando però la maggioranza ad assumersi le sue responsabilità, garantendo il rispetto del numero legale.

A nome della Giunta, l’assessore dell’Agricoltura Gabriella Murgia ha espresso parere favorevole.

In sede di replica, il primo firmatario Michele Cossa ha ringraziato il Consiglio per la qualità del dibattito su un tema molto sentito dalla comunità regionale anche se, ha precisato, la Regione non fatto tutto quello che poteva dopo aver assicurato il 97% della copertura finanziaria del progetto. E’ importante, ha concluso, che le grandi aziende che stanno operando nel settore sappiano che la politica sarda non è assente; piuttosto, mi aspettavo dalla Giunta nel suo complesso (a parte alcuni assessori) un atteggiamento più concreto, al di là del parere favorevole.

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula, a proposito dei rilievi del collega Cocco sul numero legale, ha suggerito di ripristinare un sistema di controllo delle presenze, invitando tutti ad una maggiore assiduità.

Il vice presidente Piero Comandini ha replicato che basta modificare il regolamento.

Per dichiarazione di voto, il consigliere di Leu Eugenio Lai ha annunciato il voto favorevole del suo gruppo, esprimendosi anche a favore della modifica del regolamento in materia di numero legale.

Il consigliere Alessandro Solinas del M5S ha annunciato il voto positivo del gruppo.

Per i Progressisti, il consigliere Massimo Zedda, favorevole, ha però sollevato il problema della presenza del premier Giuseppe Conte domani a Cagliari, una occasione che poteva essere utile per far sentire al capo del Governo la voce unitaria della Sardegna.

Il consigliere della Lega Pierluigi Saiu, favorevole, ha ringraziato il collega Michele Cossa per la sua proposta, richiamando però i consiglieri alla responsabilità di onorare il proprio mandato, invito che a maggior ragione vale per chi riveste ruoli di governo.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco, favorevole, ha condiviso alcune delle argomentazione del collega Pierluigi Saiu, osservando però che molti dei suoi auspici non si sono concretizzati, come ha dimostrato l’assenza dell’assessore della sanità ad un dibattito che riguardava da vicino la sorte di molti lavoratori.

Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione la mozione, che il Consiglio ha approvato con 47 voti favorevoli, all’unanimità.

Subito dopo il consigliere di Fdi, Francesco Mura, ha chiesto il rinvio della sua mozione sul centro di addestramento della Polizia di Stato ad Abbasanta.

Il vice presidente Piero Comandini, dopo aver accolto la richiesta, ha tolto la seduta riconvocando il Consiglio a domicilio.

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Il presidente della Camera di Commercio I.A.A. di Cagliari, ing. Maurizio de Pascale, ha inviato una nota al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, sulle criticità Porto industriale di Cagliari.

Di seguito il testo integrale.

Illustrissimo Signor Presidente,

alla luce del ruolo di promozione economica e di affiancamento al sistema delle imprese affidato dalla legge alle Camere di Commercio ritengo doveroso segnalare la grave situazione che sta mettendo a rischio l’operatività del Porto industriale di Cagliari, con ripercussioni gravissime per tutti i comparti produttivi della Sardegna fortemente dipendenti dai trasporti marittimi date le condizioni imposte dall’insularità.

Una complessa situazione burocratico-amministrativa si aggiunge infatti ad uno stato di profonda crisi legata a circostanze di mercato, culminata nella cessazione dell’attività in concessione del principale operatore terminalista, con il rischio di un collasso dell’intero sistema portuale della Città.

Nella sostanza, il Porto Industriale di Cagliari, fino a pochi mesi fa fulcro di un importante traffico container a servizio non solo del mercato locale ma anche di quello nazionale ed internazionale, si ritrova oggi nell’impossibilità di realizzare qualsiasi investimento o intervento finalizzato al proprio rilancio a causa del permanere di un vincolo paesaggistico risalente al 1967 (D.M. 1/3/1967 G.U. n.72/1967).

Tale vincolo, che oggi risulta ingiustificato e superato dallo stato dei luoghi, a suo tempo non aveva impedito il legittimo rilascio delle autorizzazioni da parte della competente Soprintendenza. Autorizzazioni annullate, successivamente alla realizzazione dell’opera, per mero difetto di motivazione a seguito di una lunga e complessa vicenda presso laGiustizia Amministrativa.

 La situazione che si è così venuta a creare, che ha visto già l’interessamento da parte dell’Autorità di Sistema Portuale della Sardegna del competente Dipartimento della  Presidenza del Consiglio dei ministri, condiziona pesantemente il rilascio di ogni nuova autorizzazione comportando il blocco di tutti gli investimenti in opere infrastrutturali indispensabili per restituire competitività al Porto Industriale.

Le conseguenze di questo ennesimo paradosso burocratico-amministrativo si ripercuotono pesantemente sugli operatori del settore e sull’intero sistema produttivo locale già fortemente penalizzato da una debolezza strutturale dell’economia isolana.

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«Il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, alle prime dichiarazioni da Presidente incaricato di formare il nuovo Governo il 29 agosto scorso, ha avuto la sensibilità di un richiamo all’Italia che “deve essere un Paese di riferimento nella  protezione delle persone con disabilità”, e negli interventi alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica per la fiducia al governo da Lui presieduto, ha insistito con il costante appello ai valori, ai principi e al rispetto della Carta costituzionale.

Anche il 28 settembre, a Bologna, ha sottolineato l’importanza della rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono alle persone con disabilità di potere prendere parte a pieno titolo alla vita politica, sociale, economica e culturale del paese, di cui all’art. 3 comma II della Costituzione e ha dichiarato testualmente “il rispetto dei diritti di tutti i cittadini è il termometro dello stato di salute di una società”.»

Lo scrive, in una nota, Graziano Lebiu, presidente degli Ordini delle Professioni infermieristiche Carbonia Iglesias.

«Da infermieri apprezziamo e condividiamo questo orientamento, e operanti in Sardegna e nel Sulcis Iglesiente in qualità di Ordine infermieristico provincia Carbonia Iglesias impegnato con i suoi professionisti tutti i giorni nel dare importanti e insostituibili risposte ai disabili anche sensoriali ciechi e sordi che ricorrono al SSR, unitamente all’Associazione Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus-APS Sezione territoriale di Sassari abbiamo il privilegio di essere stati invitati tra le autoritá e le istituzioni che incontreranno in Prefettura il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, durante la sua visita ufficiale in Sardegna il giorno 2 ottobre, a Cagliari – conclude Graziano Lebiu -. La calendarizzazione dell’incontro consentirà una breve interlocuzione sullo sviluppo delle iniziative dell’OPI sul tema delle disabilità e del SSR nel suo complesso, e occasione per consegnargli ufficialmente una edizione esclusiva della Costituzione della Repubblica Italiana appositamente editata per le massime autorità dello  Stato, stampata in Braille nell’unico centro di trascrizione in Sardegna in Sassari e già consegnata al Presidente della Repubblica, alla Presidente del Senato, al Presidente della Camera.»

 

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«In una situazione in cui i produttori agricoli sono stretti nella morsa tra le numerose emergenze che affliggono il primario e le problematiche che si trascinano da tempo, quali ad esempio la forbice sempre più ampia tra i prezzi pagati dai consumatori e quelli riconosciuti, è di fondamentale importanza l’annuncio del presidente del Consiglio Giuseppe Conte di aver reperito i fondi per neutralizzare le clausole di salvaguardia, scongiurando così un aumento dell’imposta sul valore aggiunto che avrebbe colpito numerosi prodotti agricoli, tra cui la carne, il pesce, il latte e le uova, e avrebbe ulteriormente ridotto la redditività dell’agricoltura, a causa del concreto rischio di una nuova recessione.»

Così il presidente della Copagri Franco Verrascina in vista dell’odierna riunione del Consiglio dei ministri durante la quale verrà discussa la nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2019.

«Analoga importanza rivestono le indicazioni del Premier circa la volontà dell’esecutivo di voler portare dal 4% all’1% l’Iva su alcuni beni alimentari di prima necessità, come ad esempio la pasta, il pane, la frutta fresca e il latte; tale ipotesi, se confermata, sarebbe fondamentale per ridare vitalità ai consumi, in lieve ripresa dopo un periodo di contrazione dovuto alla diminuzione del potere d’acquisto delle famiglie italiane e alla generale fase di stagnazione che vive il Paese», aggiunge il presidente della Copagri.

«Non bisogna dimenticare, inoltre, che l’attuale fase di stagnazione rischia di essere ulteriormente aggravata dalle forti tensioni commerciali in atto a livello globale, che rappresentano una concreta minaccia per tantissime produzioni di punta del nostro agroalimentare e un ulteriore motivo di preoccupazione per il nostro primario, vero e proprio vanto del Made in Italy del mondo; in attesa della decisione in sede di WTO, attesa per oggi, sui nuovi dazi USA nei confronti di numerosi prodotti dell’Unione europea, molti dei quali agroalimentari, ricordiamo per l’ennesima volta che nelle guerre commerciali non ci sono vincitori né vinti, poiché si perde tutti», conclude Franco Verrascina.

 

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«Chiediamo al sindaco di Cagliari dottor Paolo Truzzu di affiancarci nella lotta che mira a riportare il transhipment a Cagliari

E’ quanto afferma il segretario generale della Uiltrasporti Sardegna William Zonca a proposito della lettera aperta inviata al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte sullo scalo industriale di Cagliari.

«Ringraziamo il sindaco di Cagliari, dott. Paolo Truzzu, per aver sollecitato l’intervento del presidente del Consiglio riguardo alla rimozione del vincolo paesaggistico di cui al D.M. 01/03/1967 ancora in essere nell’area del porto canale e per le puntuali interlocuzioni che mirano alla istituzione delle zone economiche speciali e della zona franca doganale intercorsa – scrive William Zonca -. Salta però subito all’occhio una mancanza macroscopica nella lettera aperta a cui facciamo riferimento: non si parla della necessità che Cagliari e Regione Sardegna hanno di poter collegare la propria economia al mondo intero attraverso un porto di internazionale (quale è il porto di transhipment) che, a pieno regime ricordiamo, era collegato direttamente con ben 52 porti sparsi nel mondo. In questa ottica – aggiunge William Zonca – lo scalo Cagliaritano costituisce una risorsa fondamentale sia sul piano occupazionale sia come avamposto strategico per tutta l’economia imprenditoriale sarda. Per questo motivo, i riferimenti fatti dal Sindaco al trasferimento dei traffici commerciali e passeggeri, agli insediamenti produttivi diversificati e alla cantieristica navale fanno pensare che il transhipment sia stato quasi messo da parte nelle intenzioni della politica comunale, nonostante sia chiaro che nessuna delle “alternative” elencate sopra possa garantire le ricadute economiche ed occupazionali che il transhipment ha permesso negli ultimi 16 anni

«Chiediamo, pertanto, al dottor Truzzu, di affiancarci nella lotta che mira a riportare il transhipment a Cagliari in tutte le comunicazioni riguardanti il porto canale – conclude il numero uno della Ulitrasporti sarda – anche perché solo con un porto internazionale la ZES e la zona franca doganale interclusa lo scalo cagliaritano ha ragione di esistere. Solo con questi istituti giuridici si potrà infatti realizzare un centro logistico di smistamento di semi lavoratori e prodotti finiti che potranno collegarsi al mercato globale tramite il porto Cagliaritano