22 December, 2024
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Raccontare alcuni aspetti della società e della realtà che ci circonda, in rapida e continua evoluzione, dando voce ad artisti, scrittori, illustratori e fumettisti, che possano offrire una testimonianza originale e alternativa del mondo in evoluzione, contribuendo ad ampliare e formare una coscienza critica nel pubblico, in particolare quello più giovane: a questo obiettivo, da subito, dedica il suo nucleo principale Nues, il festival internazionale dei fumetti e cartoni nel Mediterraneo promosso dal Centro Internazionale del fumetto di Cagliari con la direzione artistica dello scrittore, sceneggiatore e regista Bepi Vigna.

Così anche per l’ottava edizione della manifestazione che, dopo vari appuntamenti nei mesi scorsi, dal 18 al 24 novembre prossimi, vivrà a Cagliari il suo clou con un denso e variegato programma di incontri, mostre, presentazioni, momenti di spettacolo, laboratori e altri appuntamenti sotto il titolo “Storie oltre”: oltre i confini e l’idea di quello che consideriamo “vecchio continente”, con il contributo degli scrittori della sezione del festival raccolta sotto l’insegna Europa Oltre e delle testimonianze sulla street art in Grecia in quella intitolata invece Colori Oltre; Oltre il mito, con le mostre dedicate a un’icona del fumetto come Aurelio Galleppini, il “papà” di Tex Willer, e a un leggendario personaggio letterario come Sherlock Holmes; oltre i pregiudizi e gli stereotipi di genere, con gli ospiti della sezione Amore Oltre.

Già a fine ottobre, da giovedì 26 a sabato 28, il cartellone propone un’importante anteprima, con la collaborazione al convegno internazionale Spaced out / Spazi tra le nuvole – Lo spazio nel fumetto, organizzato dalla Facoltà di Studi Umanistici – Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Università di Cagliari, mentre altri eventi sono in programma nell’ambito de Decimo FestivalScienzal promosso dall’associazione ScienzaSocietàScienza dal 7 al 12 novembre, e poi, ai primi di dicembre, a Villacidro, dove si intensifica la collaborazione con la Fondazione Giuseppe Dessì in corso da due anni.

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Procede a ritmo serrato la circuitazione, presso le associazioni dei sardi emigrati,  del documentario di Sergio Naitza, affidata al Circolo “Nuraghe” di Fiorano Modenese, secondo un progetto regionale approvato dal Servizio Coesione Sociale – Settore Emigrazione dell’assessorato del Lavoro della Regione Autonoma della Sardegna, che lo ha incluso tra i progetti regionali da finanziare nel quadro del programma 2016 a favore dell’emigrazione sarda, con iniziative da sviluppare nel corso del 2017.

Nel pomeriggio di domenica 15 ottobre la proiezione è stata  organizzata, presso Casa Giacobbe, dal Circolo culturale sardo “Grazia Deledda” di Magenta alla presenza del regista, del sindaco – Chiara Calati – e dell’assessore allo Sport e alle Politiche giovanili – Luca Alberto Aloi – del comune di Magenta. A far gli onori di casa hanno provveduto Valter Argiolas, presidente del Circolo, e Antonello Argiolas, presidente onorario del Circolo e membro del Comitato Esecutivo della F.A.S.I.

Dopo la proiezione, Sergio Naitza ha sintetizzato le origini di questo suo lavoro, frutto di una laboriosa selezione – per un film della durata di 90 minuti – dell’immenso patrimonio di  immagini (per una durata di 120 ore di proiezione) custodite nell’archivio della RAI – sede regionale per la Sardegna. Tutte le immagini selezionate (sequenze da inchieste, documentari, servizi giornalistici, molte da celebri programmi come TV7 e AZ) sono state rimontate, sono stati conservati nell’originale solo alcuni spezzoni di interviste.

Il racconto di quindici anni di storia sociale della Sardegna – dalla fine degli anni Cinquanta al 1970 (anno fatidico in cui la squadra del Cagliari conquista lo scudetto), cioè il periodo cruciale in cui la Sardegna esce da una economia agropastorale per entrare, a seguito dell’approvazione del primo Piano di Rinascita (legge n. 588 dell’11 giugno 1962 con  fondi di spesa di circa 400 miliardi di lire diluiti a scaglioni per un decennio), nell’epoca della trasformazione industriale – si “sgomitola” attraverso l’invenzione di uno scambio di comunicazioni  epistolari tra un fratello, costretto a trasferirsi a Cagliari per cercare lavoro, e una sorella, rimasta invece nel piccolo paese dell’interno.

Attraverso il “filo rosso” costituito da questa corrispondenza “ci guardano” dallo schermo “le nostre storie”, le vicende di quel quindicennio di storia della Sardegna che ha visto: la crisi delle miniere di carbone del Sulcis e la perdita di migliaia di posti di lavoro per i minatori; il progressivo aumento del flusso migratorio verso le città del triangolo industriale (Torino, Genova, Milano); l’inizio delle servitù militari in Sardegna a seguito del “Bilateral Infrastructure Agreement” (B.I.A.) dell’ottobre 1954, con la creazione di installazioni nell’isola nei territori di La Maddalena e di Cagliari; la costruzione della diga del Flumendosa per combattere la cronica siccità; la lotta dei pescatori “poveri” di Cabras contro i “Baroni in laguna”, titolo di un famoso libro di Giuseppe Fiori (la cui inconfondibile voce risuona negli spezzoni di alcune  interviste, in particolare al giovane bandito “Grazianeddu” Mesina catturato dalle forze dell’ordine); il banditismo (“L’Anonima sequestri”) che sceglie la strada più atroce ma più economicamente “produttiva” (quella, appunto, dei sequestri di persona) convincendo il Parlamento a istituire una Commissione d’inchiesta sul banditismo in Sardegna; i primi  passi dell’industrializzazione con la nascita dei due poli petrolchimici di Porto Torres e di Sarroch; il sorgere degli insediamenti turistici nella zona destinata a diventare universalmente nota come “Costa Smeralda”; per approdare a Riva, al “Giggi” eroe della conquista di uno scudetto che fa assaporare il gusto dolce della vittoria e del riscatto non solo a una squadra di calcio ma a un intero popolo (residenti ed emigrati, questi ultimi ancora più motivati ad esaltare nei luoghi di nuova residenza nella penisola e all’estero lo “storico” trionfo calcistico).

Il commento delle immagini brilla per la felicità di espressione (i testi sono di Giulia Clarkson e di Sergio Naitza), per le musiche originali (di Romeo Scaccia) e per la professionalità delle voci narranti (Corrado Giannetti, Cristina Maccioni, Marco Spiga). Meritano una citazione sia Davide Melis (per il montaggio) sia Luca Melis  (per la fotografia).

Sergio Naitza ha motivato l’assenza di qualsiasi specificazione didascalica dei nomi delle illustri personalità intervistate, la cui voce ha voluto che si conformasse alle testimonianze rese dalla anonima gente comune. Per i meno giovani, non sarà comunque difficile riconoscere:

• lo  scrittore Giuseppe Dessì che difende i diritti della lingua romanza qual è il sardo contrapponendola al “dialetto italiano”;

• lo storico e giornalista Manlio Brigaglia che spiega il “caso Carbonia” (la città che, con l’adesione dell’Italia nel 1953 alla C.E.C.A – Comunità europea del carbone e dell’acciaio -, dovette fronteggiare la concorrenza dei carboni esteri, più economici e con minore presenza di zolfo, con conseguente crisi del settore estrattivo sulcitano, e perdita di centinaia di posti di lavoro);

• il filosofo Antonio Pigliaru che chiarisce chi è l’intellettuale democratico;

• il senatore Giuseppe Medici che illustra i risultati dell’Inchiesta parlamentare sul banditismo;

• il giovane Aga Khan che rivela come è approdato nell’isola per vedere un terreno che aveva acquistato senza sapere dove fosse collocato e che poi intravvede la possibilità di un insediamento turistico di élite su tutta la costa bagnata da un mare che ha il colore dello smeraldo.

Anziani e giovani non hanno ovviamente difficoltà a riconoscere il mitico “Giggirriva”.         

Il documentario, attraverso la suggestiva potenza delle immagini in bianco/nero, è l’ideale mezzo attraverso il quale insegnanti volonterosi che operano in Sardegna possono far conoscere ai propri allievi un pezzo importante della storia dell’isola nel Novecento, che i manuali in uso liquidano in poche righe (se va bene).

Così potranno capire che quelle “storie guardate” li “riguardano”. I sardi anziani residenti ed emigrati, nascondendo qualche fremito di commozione, la lezione di queste storie la conoscono già perché l’hanno vissuta.

Un buffet con prodotti alimentari sardi (pane carasau, formaggio, ricotta, salsiccia, dolci) ha allietato i numerosi spettatori (alcuni provenienti da Circoli vicini), ai quali il provetto sommelier cavalier Virgilio Mazzei ed Elena Marongiu, giovane laureata in Scienze e tecnologie alimentari, hanno illustrato le caratteristiche rispettivamente dei vini (cannonau Nepente di Oliena; vermentino Lastima docg di Monti) e de su “Casu Sardu” (latte di pecora con latte di capra di Fanari Formaggi).

Paolo Pulina     

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Carmen Pellegrino con “Se mi tornassi questa sera accanto” (Giunti) per la sezione Narrativa e Maria Grazia Calandrone con “Gli scomparsi” (Lieto colle) per la Poesia, sono le vincitrici della trentaduesima edizione del premio letterario intitolato allo scrittore sardo Giuseppe Dessì (1909-1977).

I loro nomi vanno ad affiancarsi a quelli del filosofo Remo Bodei, cui è andato il Premio Speciale della Giuria, e dei vincitori del Premio Speciale della Fondazione di Sardegna: il critico letterario Carlo Ossola e Massimo Bray, direttore dell’Enciclopedia Treccani e presidente del Salone Internazionale del Libro.

I vincitori sono stati proclamati e premiati questa sera (sabato 23 settembre) a Villacidro nel corso della cerimonia condotta dalla giornalista Roberta Floris e arricchita dalle letture degli attori Emilia Agnesa e Giacomo Casti e dalla musica del sassofonista Enzo Favata. L’atteso appuntamento s’inseriva in una settimana culturale ricca di eventi, che ancora domani (domenica 24 settembre) animerà la cittadina del Sud Sardegna dove Giuseppe Dessì aveva le sue radici, e che ha ispirato pagine fondamentali della sua produzione letteraria (su tutte quelle del romanzo “Paese d’ombre”, Premio Strega nel 1972).  

Oltre al prestigioso riconoscimento, alle due vincitrici è stato assegnato un premio dell’importo di cinquemila euro, mentre a ciascuno degli altri finalisti – Alberto Capitta con “L’ultima trasfigurazione di Ferdinand” (edito da Il Maestrale) e Roberto Pazzi con “Lazzaro” (Bompiani) per la narrativa, Alberto Nessi con “Un sabato senza dolore” (Interlinea) e Daniele Piccini con “Regni” (Manni) per la poesia – sono andati millecinquecento euro. 

«Di Carmen Pellegrino aveva impressionato, nel 2015, ‘Cade la terra’, che ci aveva consegnato una voce speciale e già riconoscibilissima – si legge nella motivazione della giuria che ha assegnato l’alloro per la sezione narrativa alla scrittrice campana (è nata a Polla nel 1977), autrice di saggi di storia e racconti -. Pellegrino, insomma, nutriva da subito di poesia la sua scrittura, irrigandola come, col corpo, fa ogni sistema vascolare. Prendete il titolo di quest’ultimo romanzo, ‘Se mi tornassi questa sera accanto’: che deriva appunto da un verso d’una poesia sul padre di Alfonso Gatto e riportata in epigrafe. C’è però un altro motivo, forse più profondo: che la poesia può giocare meglio coi simboli di quanto non faccia il romanzo.»  

Poetessa, drammaturga, artista visiva, performer, organizzatrice culturale, autrice e conduttrice di programmi culturali per Radio 3, per i quotidiani “il manifesto” e “Corriere della Sera” e per “alfabeta2” e “doppiozero”, la milanese Maria Grazia Calandrone vince invece la sezione del premio dedicata alla poesia perché «affronta, con la raccolta ‘Gli scomparsi’, quello che definisce il ‘museo dinamico dello schermo televisivo’, ovvero la popolare trasmissione che da anni, col titolo ‘Chi l’ha visto’ (…)con quell’atteggiamento ‘sperimentale’ che tutti noi, ‘scimmia nuda che siamo’ avviciniamo le realtà più o meno virtuali. (…)A distanza di quasi un secolo, ripercorre così una sua personalissima Spoon River che non ha più nulla della cultura in cui è nata la celebre ‘antologia’ di Lee Master, che tanto peso ha avuto nella cultura italiana, anche in quella pop (…)». 

La stessa commissione giudicatrice ha deciso all’unanimità di attribuire il Premio speciale della Giuria al filosofo Remo Bodei «(…) per il suo brillante cammino, riconducendolo almeno per questa sera in qualche modo alle origini, a un luogo delle ‘radici’ che è stato capace di rifrangere altrove, perché ‘ogni punto dell’universo è anche il centro dell’universo’, come ricordava il nostro Dessì».

“Il Viaggio nell’anima dell’Europa”, il dossier di meditazioni dell’insigne italianista del College de France Carlo Ossola in sedici tappe attraverso il Vecchio Continente, realizzato quest’anno  per le pagine del Sole 24 Ore, è menzionato nella motivazione del Premio Speciale della Fondazione a lui attribuito: «Con la sua scrittura densa, ricca di richiami ai classici ma proiettata nella contemporaneità, ha ricordato in questo itinerario i punti di unione e non quelli di divisione, la forza delle idee della cultura occidentale, l’apertura, la tolleranza, i valori da custodire e trasmettere». 

«Pochi, come Massimo Bray si sono spesi in questi anni di confusione istituzionale e politica, nel nome e per conto degli interessi superiori della cultura vista come bene comune prezioso, da condividere, far crescere, custodire – sottolinea la motivazione dell’altro Premio Speciale della Fondazione. Un premio che “è anche un riconoscimento al valore di testimonianza che la sua attenzione, la sua disponibilità, la sua qualità e la sua vicinanza al mondo del libro, dell’arte, della cultura in toto rappresentano nonché un esempio per chi vuole seguire le sue orme o fa un mestiere affine al suo.»

Le opere vincitrici del concorso letterario sono il frutto della selezione, tra 227 volumi di narrativa e 121 di poesia iscritti al premio, operata dalla giuria presieduta da Anna Dolfi (italianista dell’Università di Firenze, socia dell’Accademia Nazionale dei Lincei e tra le massime studiose dell’opera di Dessì), e composta da Mario Baudino, Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Giuseppe Lupo, Massimo Onofri, Stefano Salis, Gigliola Sulis e dal presidente della Fondazione Dessì, Paolo Lusci.

 

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Una ricca scaletta di appuntamenti, tra iniziative per i più piccoli, incontri letterari, disegni e musica, è in programma domani (mercoledì 20 settembre), a Villacidro, per la terza giornata della settimana culturale del Premio “Giuseppe Dessì”, quest’anno alla sua edizione numero trentadue, che ha preso il via ieri (lunedì 18) nella cittadina del Sud Sardegna.

Si comincia la mattina, alle 10.00 al Mulino Cadoni, con un laboratorio a cura dei catanesi Riccardo Francaviglia e Margherita Sgarlata, autori di libri illustrati e attivi da tempo con iniziative creative per l’infanzia. Prevista la presenza di un centinaio di bambini delle scuole elementari dei comuni che fanno parte del parco letterario intitolato a Dessì.

Due incontri in programma nel tardo pomeriggio nel “salotto letterario” di piazza Zampillo. Alle 18.00 Alberto Pellai e Barbara Tamborini presentano il loro libro “L’eta dello tsunami” (De Agostini), interamente dedicato alla preadolescenza, raccontata e indagata da due grandi esperti di psicologia dell’età evolutiva, con il rigore scientifico e il tono divulgativo che li ha resi celebri. Medico, ricercatore all’Università degli Studi di Milano, psicoterapeuta dell’età evolutiva, nonché padre di quattro figli (di cui due femmine), Alberto Pellai si occupa di prevenzione in età evolutiva e fa molta formazione a insegnanti, genitori e professionisti del settore. Psicopedagogista e scrittrice, Barbara Tamborini conduce laboratori educativi nelle scuole di ogni ordine e grado e attività formative per insegnanti e genitori. I due hanno scritto insieme diversi libri rivolti a genitori, tra i quali “I papà vengono da Marte, le mamme da Venere” (2014, De Agostini), “QAF. Quoziente autostima famigliare” (2014 San Paolo) e “Vi lasciate o mi lasciate?” (2009, Erickson).

Alle 19.00 il microfono passa allo scrittore Gianni Morelli che, intervistato dal giornalista Gianni Zanata, presenta invece il suo romanzo “Rosso Avana” (ADV publishing house), ambientato negli ultimi giorni del 1958 tra i quartieri della capitale cubana in equilibrio precario fra un presente che è già passato e un futuro che molti non sanno ancora vedere. Scrittore, viaggiatore, geografo, grande conoscitore dell’America Latina, Gianni Morelli è autore di racconti, romanzi e soggetti cinematografici. Il suo romanzo “Amori, altopiani e macchine parlanti” (2009), è stato tradotto in spagnolo nel 2016. Sui temi dell’inganno e della truffa, comuni anche a “Rosso Avana”, ha pubblicato recentemente “I maestri della truffa”, tradotto in inglese e francese.

Sipario sulla terza giornata della settimana villacidrese alle 21.30 nel cortile di Casa Dessì con “Le cicale di Villacidro”, live painting show con Davide Toffolo, autore di graphic novel nonché chitarrista e frontman della band Tre Allegri Ragazzi Morti, che disegna dal vivo e canta sulla musica elettronica del sardo Arrogalla (al secolo Francesco Medda). Suggestionato dai suoni colombiani della cumbia e dalla natura sarda l’artista friulano disegnerà in diretta con strumenti analogici, pennelli, colori e carte colorate inseguendo l’idea della metamorfosi. Metamorfosi umana e metamorfosi animale, quella delle “orchestre di cicale” ascoltate dall’autore proprio nei boschi sardi, saranno i temi dei disegni, alternata a canzoni dei Tre Allegri Ragazzi Morti, costruite sopra l’elaborazione live dei suoni della natura sarda e musica fra la cumbia e il dub controllati da Arrogalla.

Giovedì (21 settembre), quarta giornata della settimana culturale del Premio Dessì, spazio ancora ai laboratori per le scuole (entrambi con inizio alle 10.00).

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Tre appuntamenti scandiscono la seconda giornata della settimana culturale del premio “Giuseppe Dessì” edizione numero trentadue, domani (martedì 19 settembre) a Villacidro. Due gli incontri in piazza Zampillo: alle 17.30 con il teologo Vito Mancuso e, alle 19.00, con l’editore Giuseppe Laterza. Chiusura di serata alle 21.30 nel cortile di Casa Dessì con il reading “Parole Note” scritto dall’autore radiofonico Maurizio Rossato e interpretato dal conduttore di Radio Capital Giancarlo Cattaneo.

Si comincia dunque alle 17.30 in piazza Zampillo, spazio abituale degli incontri con gli autori e delle presentazioni editoriali, con un dialogo tra il teologo Vito Mancuso e don Ettore Cannavera. Classe 1962, brianzolo di genitori siciliani, Vito Mancuso è autore di quattro bestseller da oltre centomila copie: “L’anima e il suo destino” (2007), “Io e Dio Una Guida dei perplessi” (2011), “Il principio passione. La forza che ci spinge ad amare” (2013), “Dio e il suo destino” (2015). Il suo pensiero è oggetto di discussioni e polemiche per le posizioni non sempre allineate con le gerarchie ecclesiastiche, sia in campo etico sia in campo strettamente dogmatico. Editorialista del quotidiano la Repubblica, il suo ultimo libro è “Il coraggio di Essere Liberi (2016).  

Altre riflessioni, alle 19.00 (sempre in piazza Zampillo), nella successiva conversazione, sotto il titolo “Il prezzo dell’ignoranza”, tra l’editore Giuseppe Laterza (presidente dal 1997 dell’omonima casa editrice e fondatore dei Presidi del Libro) ed il presidente della Fondazione Dessì Paolo Lusci. Si parlerà infatti di libri e della loro di diffusione, mettendo in relazione gli indici di lettura con il benessere e la qualità della vita delle persone.

Musica, poesia e frammenti di prosa si uniscono nel reading “Parole Note”, in scena alle 21.30 a Casa Dessì, un progetto di Maurizio Rossato con l’obiettivo di valorizzare i testi della grande letteratura. È la radio la forza portante anche dello stile di “Parole Note”, attraverso le letture di Giancarlo Cattaneo. Dal programma radiofonico “Parole Note”, in onda sulle frequenze di Radio Capital, oltre a varie compilation discografiche e alla versione video on line sul sito de la Repubblica e su quello di Radio Capital, è nata la versione live omonima: un reading sempre diverso accompagnato da un dj set decisamente sorprendente e una cornice visual fatta di immagini evocative e avvolgenti e di frammenti di film e fotografie, per creare un flusso e una stratificazione di segni.

Mercoledì (20 settembre) il programma della terza giornata della settimana villacidrese prende il via la mattina con un laboratorio per le scuole, alle 10.00 al Mulino Cadoni, con gli autori di libri per l’infanzia Riccardo Francaviglia e Margherita Sgarlata, in arte Riccardo e Margherita. In piazza Zampillo due presentazioni letterarie: alle 18.00 si parla di pre-adolescenza con due esperti di psicologia dell’età evolutiva, Alberto Pellai e Barbara Tamborini, sul loro libro “L’eta dello tsunami” (De Agostini); alle 19.00, intervistato dal giornalista Gianni Zanata, lo scrittore Gianni Morelli presenta invece il suo romanzo “Rosso Avana” (ADV publishing house), ambientato negli ultimi giorni del 1958 nella capitale cubana.

Serata nel consueto spazio del cortile di Casa Dessì con il fumettista e musicista Davide Toffolo (chitarrista e frontman del gruppo Tre Allegri Ragazzi Morti) e il musicista elettronico sardo Arrogalla (al secolo Francesco Medda), in scena alle 21.30 con la musica e i disegni del live painting “Le cicale di Villacidro”.

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Venerdì primo settembre verrà presentato a Cagliari il 32° premio letterario “Giuseppe Dessì”, in programma a Villacidro dal 18 al 24 settembre. 

Promosso e organizzato dalla Fondazione “Giuseppe Dessì” e dal comune di Villacidro col patrocinio dell’assessorato regionale della Pubblica istruzione, della Fondazione di Sardegna, del ministero per i Beni e le Attività culturali e dal Gal Linas Campidano, il premio ha registrato anche quest’anno un ragguardevole numero di opere iscritte alle due sezioni in cui si articola, con la consueta adesione da parte delle principali case editrici nazionali: 348 i volumi pervenuti, 227 di narrativa e 121 di poesia. Tre i finalisti selezionati per ciascuna sezione dalla giuria presieduta da Anna Dolfi e composta da Mario Baudino, Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Giuseppe Lupo, Massimo Onofri, Stefano Salis, Gigliola Sulis e dal presidente della Fondazione Dessì Paolo Lusci. Agli stessi giurati spetterà il compito di proclamare e premiare i vincitori nella cerimonia in programma sabato 23 settembre nel corso della quale verranno assegnati anche altri due riconoscimenti: il Premio Speciale della Giuria e il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna. 

Spettacoli, musica e una serie di incontri e presentazioni editoriali, sono gli ingredienti principali della settimana culturale che farà come sempre da cornice e prologo alla serata delle premiazioni: un fitto calendario di eventi con tanti ospiti di rilievo.

I nomi delle due terne di finalisti del trentaduesimo Premio Dessì e dei vincitori dei premi speciali, insieme al programma della settimana culturale villacidrese, verranno annunciati nel corso di una conferenza stampa in programma venerdì 1 settembre a Cagliari, presso la sede della Fondazione di Sardegna in via San Salvatore da Horta. 

All’incontro con i giornalisti, con inizio alle 10.30, interverranno il sindaco di Villacidro Marta Cabriolu, il responsabile delle relazioni esterne della Fondazione di Sardegna Graziano Milia, il presidente della Fondazione Dessì Paolo Lusci e Duilio Caocci in rappresentanza della giuria del Premio.

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Reinas, come regine. Reinas, come radici. Donne che hanno fatto la storia della Sardegna governando la famiglia, la casa e ricoprendo ruoli importanti nelle istituzioni. Regine nel mondo dell’arte, dove hanno saputo mettere sapientemente radici, ma superando allo stesso tempo i confini regionali e nazionali. Dopo Maria Lai e Edina Altara, le sorelle Coroneo e le altre feminas isolane celebrate nei giorni scorsi, la terza giornata del Salone del Libro – allo stand Sardegna – è dedicata alle donne in politica.

«Le donne in politica, le quote rosa, gli incarichi istituzionali che continuano a essere appannaggio quasi assoluto dell’universo maschile continuano ad essere argomento di grande attualità. Qualcosa fortunatamente sta cambiando e si sta muovendo – ha detto l’assessore della Cultura Giuseppe Dessena -. Parliamo di doppia preferenza di genere, di legge elettorale, e delle battaglie in difesa delle donne vittime di discriminazione e violenza, nel privato e nel pubblico. Tutto deve ancora, purtroppo, essere rivoluzionato, a partire dall’approccio con cui affrontare le sfide che abbiamo davanti e che possono essere vinte solo se lo si desidera davvero. Le donne, oggi come ieri, sono la più importante delle risorse per la nostra società. In Sardegna, solo per fare uno tra tanti esempi, sono loro a tenere vivi i piccoli centri, le scuole, le attività ricreative e culturali.»

Ninetta Bartoli, Margherita Sanna, Bastianina Musu Martini e Marianna Bussalai, figure straordinarie celebrate oggi, sono state Reinas della politica sarda e a loro l’editoria sarda ha dedicato diversi volumi. Il dibattito ha omaggiato con un passaggio significativo anche il premio Nobel Grazia Deledda, ed è stato ricordato lo scrittore Giuseppe Dessì, per il quale quest’anno ricorre il quarantennale della scomparsa.

Il dibattito “Reinas, raighinas, eroìnas”, è stato introdotto dalla presidente AES Simonetta Castia; la presidente del Consiglio comunale di Sassari, Esmeralda Ughi, ha invece tracciato il profilo della sassarese Bastianina Martini Musu, fondatrice del Comitato di difesa della donna assieme a Rita Montagnana, in prima linea nella battaglia per il diritto all’elettorato femminile, ottenuto nel ’46.

Giuseppe Dessì.

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La figura e l’opera di Giuseppe Dessì, a quarant’anni dalla scomparsa, sono al centro di una tavola rotonda in programma sabato pomeriggio (20 maggio) alle 17.00 nello stand della Regione Sardegna al Salone internazionale del libro di Torino. Promosso dalla Fondazione Dessì, l’ente con base a Villacidro che custodisce e valorizza il lascito culturale dello scrittore sardo (1909-1977), l’incontro toccherà i diversi lati della produzione artistica dell’autore di “Paese d’ombre”. A quello letterario è dedicato l’intervento di Anna Dolfi, professore ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Firenze e tra i massimi studiosi dell’opera dessiana. Il critico cinematografico Gianni Olla analizzerà invece l’attività per il piccolo e il grande schermo di Dessì, autore di soggetti e sceneggiature per il cinema e per la televisione oltre che di progetti e testi per documentari, a volte realizzati, altre no, ma quasi sempre capaci di raccordarsi con il suo mondo letterario.

C’è poi il Giuseppe Dessì pittore – di cui parlerà la storica dell’arte Federica Usai -, scoperto quasi per caso con il materiale donato dalla famiglia dello scrittore alla Fondazione nel 2009: scatoloni contenenti oggetti vari, libri, documenti personali e tanti piccoli album, fogli sparsi e dipinti; un patrimonio iconografico e di testimonianze oggi conservato a Villacidro tra il Mulino Cadoni e la Casa appartenuta alla famiglia dello scrittore e oggi sede della Fondazione a lui intitolata, entrambe rappresentate alla tavola rotonda di sabato a Torino: vi partecipano, infatti, il figlio di Giuseppe Dessì, Francesco, e il presidente della Fondazione, Paolo Lusci.

Accompagna e compendia l’appuntamento al Salone del Libro una brochure di trentasei pagine appositamente realizzata per l’occasione: raccoglie immagini, notizie e informazioni sulla vita e l’opera di Giuseppe Dessì e sui vari ambiti di attività della Fondazione che porta il suo nome, con particolare rilievo per il Premio letterario da questa organizzato, che dal 18 al 24 del prossimo settembre vivrà a Villacidro la sua trentaduesima edizione.

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Un doppio appuntamento con Massimo Fanfani apre domani (sabato 13), a Villacidro, gli “Incontri di Maggio”, iniziativa culturale proposta dalla Fondazione Giuseppe Dessì per questo mese nella cittadina ai piedi del Monte Linas. L’uso e il consumo della lingua italiana alle soglie del terzo millennio: questo il tema che l’accademico della Crusca tratterà in mattinata, alle 9.30, al Liceo Piga, e nel pomeriggio, alle 18.30, nella Casa Dessì, al civico 65 di via Roma, sede della Fondazione intitolata allo scrittore di “Paese d’ombre”.

Classe 1953, docente di Storia della lingua italiana presso l’Università di Firenze, la sua città natale, Massimo Fanfani è socio e segretario dell’Accademia della Crusca dal 2011. Le sue ricerche riguardano principalmente la lessicologia e la semantica storica, la storia della riflessione sulla lingua, la lingua e le idee sulla lingua di letterati. Condirettore della rivista “Lingua nostra”, ha pubblicato diversi articoli e recensioni e il volume Vocabolari e vocabolaristi e ha curato edizioni, volumi miscellanei e raccolte di scritti di singoli studiosi. Ha collaborato a diversi progetti scientifici collettivi (il Lessico di frequenza dell’italiano radiofonico dell’Accademia della Crusca; il Lessico etimologico italiano di Max Pfister; l’edizione delle opere italiane di J.J. Winckelmann; l’Osservatorio degli italianismi nel mondo della Crusca) ed è stato direttore del progetto “La lessicografia della Crusca in rete: testi e banca dati dei vocabolari dal 1612 al 1923”, che prevedeva l’edizione elettronica in rete delle cinque impressioni del Vocabolario degli accademici della Crusca.

Parteciperanno agli incontri con Fanfani – proposti in collaborazione con il Lions Club di Villacidro – il presidente della Fondazione Dessì, Paolo Lusci, e rappresentanti del mondo della scuola.

Secondo appuntamento in calendario, venerdì 26 alle 18.30 a Casa Dessì: Aldo Accardo, professore ordinario di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Storia, Beni Culturali e Territorio, e presidente della fondazione Giuseppe Siotto, terrà una lezione su Antonio Gramsci e sul concetto di democrazia che emerge dalla sua figura.

Gli “Incontri di Maggio” si chiudono l’indomani sera, sabato 27 (ore 19.00, Casa Dessì), con “Il Dio distratto o la leggenda del Sardus Pater”, uno spettacolo ispirato al racconto di Giuseppe Dessì, con l’attore Senio Barbaro Dattena, voce narrante, la danzatrice Luana Maoddi e gli interventi di Maurizio Serra alla fisarmonica, da un’idea scenica di Mariano Corda. L’appuntamento rappresenta il contributo della Fondazione Dessì a Vivi Verde, la manifestazione ideata per promuovere il territorio di Villacidro che il Comune ha voluto riavviare quest’anno, dopo oltre dieci di assenza, puntando in particolare sulla collaborazione tra i diversi operatori e associazioni attivi nel paese.

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Primo atto ufficiale per il trentaduesimo premio “Giuseppe Dessì”: è online, infatti, il bando di partecipazione alla nuova edizione del concorso letterario intitolato allo scrittore sardo (1909 – 1977), in programma quest’anno dal 18 al 24 settembre a Villacidro, dove l’autore del romanzo “Paese d’ombre” (premio Strega nel 1972) aveva le sue radici.

Sono due, come sempre, le sezioni letterarie previste nel concorso: Narrativa e Poesia. In base al regolamento, consultabile nel sito della Fondazione Dessì (www.fondazionedessi.it), che promuove e organizza l’iniziativa, possono partecipare opere in lingua italiana pubblicate dopo il 31 gennaio 2016. I volumi (in undici copie) devono essere spediti, entro e non oltre il prossimo 20 giugno, alla segreteria del premio presso la sede della Fondazione Giuseppe Dessì, via Roma n. 65 – 09039 Villacidro (VS).

Fra tutte le opere pervenute (l’anno scorso hanno partecipato alla selezione 345 volumi, 212 per la sezione narrativa e 133 per la poesia) saranno individuati tre finalisti per ogni sezione dalla giuria presieduta da Anna Dolfi (professore ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Firenze e tra i più autorevoli studiosi dell’opera di Giuseppe Dessì) e composta da Mario Baudino, Duilio Caocci, Giuseppe Langella, Giuseppe Lupo, Massimo Onofri, Stefano Salis, Gigliola Sulis e dal presidente della Fondazione Dessì Paolo Lusci.

Dalle terne dei finalisti la giuria dovrà quindi eleggere i vincitori delle due sezioni, che saranno annunciati e premiati domenica 24 settembre a Villacidro, nella serata conclusiva della settimana di appuntamenti culturali e di spettacolo che, come di consueto, farà da cornice al concorso letterario. La dotazione del premio è di cinquemila euro per ciascun vincitore, mentre 1.5oo euro andranno agli altri finalisti.

Alle due sezioni strettamente letterarie del concorso (che nel suo albo d’oro annovera scrittori come Sandro Petroni, Nico Orengo, Laura Pariani, Salvatore Mannuzzu, Marcello Fois, Michela Murgia, Niccolò Ammaniti, Salvatore Silvano Nigro, Antonio Pascale, Maurizio Torchio, Edgardo Franzosini e poeti come Elio Pecora, Maria Luisa Spaziani, Giancarlo Pontiggia, Alda Merini, Eugenio De Signoribus, Gilberto Isella, Gian Piero Bona, Alba Donati, Mariagiorgia Ulbar, Milo De Angelis) si affiancano anche quest’anno altri due riconoscimenti: il Premio Speciale della Giuria (sempre dell’importo di cinquemila euro) e il Premio Speciale della Fondazione di Sardegna. Il primo, che “la Giuria si riserva di attribuire a un autore o a un’opera di vario genere letterario” (come recita il regolamento), negli anni passati è stato assegnato a figure di spicco della cultura o della società italiana del calibro di Luigi Pintor, Sergio Zavoli, Alberto Bevilaqua, Arnoldo Foà, Francesco Cossiga, Marco Pannella, Piero Angela, Ascanio Celestini, Mogol, Philippe Daverio, Toni Servillo, Piera Degli Esposti, Salvatore Settis. Istituito lo scorso anno, il secondo viene invece conferito dal consiglio d’amministrazione della Fondazione Dessì con la Fondazione di Sardegna «ad un personaggio del panorama culturale, artistico e/o musicale quale riconoscimento per l’attività svolta nell’annualità di riferimento».