17 July, 2024
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L’assessore della Programmazione Giuseppe Fasolino ha illustrato alla commissione Bilancio, presieduta da Cesare Moriconi (Pd), i principali contenuti del Dl n. 39, una “manovra” finanziaria che movimenta direttamente risorse per circa 60 milioni di euro.

Le misure previste riguardano soprattutto l’aumento della dotazione finanziaria per i Comuni, la copertura degli oneri relativi alla continuità territoriale (18 milioni complessivi fino ad aprile 2020) e lo sblocco delle risorse, attraverso la modifica del “crono-programma”, collegate alla legge regionale n. 40 sulle opere pubbliche comprendente anche interventi di Egas ed Abbanoa (per complessivi 400 milioni).

Dopo l’illustrazione del Disegno di legge, la commissione ha programmato una ulteriore seduta per martedì prossimo 6 agosto alle ore 16.00, dopo la conclusione dei lavori del Consiglio.

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«Abbiamo registrato una volontà politica favorevole e siamo pronti a tradurla in un accordo rispettoso dello Statuto sardo, che riconosca finalmente i nostri diritti in materia di accantonamenti.»

Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Christian Solinas, dopo aver tenuto oggi a Roma insieme all’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, il vertice con il ministro Erika Stefani ed il viceministro Masismo Garavaglia sulla questione accantonamenti.
«Negli anni passati – ha sottolineato il presidente Solinas – la Sardegna ha subìto da parte dello Stato centrale un prelievo illegittimo e tale da mettere a rischio l’esercizio pieno ed effettivo delle nostre funzioni. Poiché noi siamo per un ampliamento della nostra autonomia, non certo per una compressione, vogliamo invertire la rotta e, dopo la stagione dei ricorsi con cui abbiamo strenuamente difeso l’interesse della nostra Isola, abbiamo proposto delle soluzioni per chiudere la questione con un nuovo accordo, finalmente rispettoso delle disposizioni statutarie. Si riparte da un punto fermo: quello secondo il quale, analogamente a quanto avviene per la Sicilia, si deve tenere conto della dimensione della nostra economia e del Pil della nostra Regione. Applicando questo criterio, il contributo richiesto alla Sardegna risulterebbe drasticamente ridotto.»
Il presidente intravede un orizzonte più ampio rispetto alla materia della vertenza entrate: «Il confronto aperto investe la questione sarda nel suo complesso ed andrà oltre la vertenza entrate per condividere gli strumenti più efficaci per superare il divario dovuto alla nostra condizione geografica».
E’ dello stesso avviso l’assessore Giuseppe Fasolino: «Questo è un primo passo che suscita un cauto ottimismo sul percorso intrapreso. Siamo giunti a un punto in cui le rispettive volontà finalmente si avvicinano ed emerge l’intenzione di riconoscere i crediti della Sardegna nei confronti dello Stato centrale, superando una visione centralista e non rispettosa del dettato statutario. Ora proseguiamo senza sosta, e lo faremo anche con il coinvolgimento del Consiglio regionale, per arrivare al più presto alla stipula di un accordo che riconosca l’effettivo ammontare delle risorse dovute alla Sardegna, che le metta al riparo da future riduzioni e che tenga conto delle effettive esigenze del bilancio regionale».

«Entro il primo scorcio di settembre – hanno concluso il presidente e l’assessore della Programmazione – vogliamo essere pronti a mettere nero su bianco il primo accordo.»

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Il Consiglio regionale ha approvato la prima variazione di bilancio per l’avvio delle attività del Mater Olbia.

La seduta è stata aperta dal presidente Michele Pais. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame del primo punto all’ordine del giorno, la convalida dei consiglieri regionali eletti ai sensi dell’art. 17 del regolamento, che è stato però rinviato per la necessità espressa dalla Giunta delle elezioni di approfondire la documentazione riguardante la delibera.

A nome di tutto il Consiglio, il presidente ha poi espresso il cordoglio dell’assemblea regionale per la recente scomparsa del Sindaco di Maracalagonis Mario Fadda, pronunciando inoltre parole di ferma condanna per gli attentati, che ha definito “indegni di una democrazia”, contro il sindaco di Cardedu Matteo Piras e la sezione del Pd di Dorgali, oggetto di una intimidazione giudicata dagli inquirenti “di tipo terroristico”.

Analoghe espressioni sono state successivamente formulate da tutti i gruppi consiliari: hanno preso la parola il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau ed il vice Roberto Deriu, Elena Fancello e Desirè Manca del M5S, Massimo Zedda dei Progressisti, Daniele Cocco di Leu, Francesco Mura di Fdi, Franco Mula del Psd’Az, Pietro Moro dell’Udc, Michele Cossa dei Riformatori e Dario Giagoni della Lega.

Il consigliere del Pd Salvatore Corrias, in particolare, ha annunciato la presentazione di una mozione, per la quale ha auspicato l’adesione unanime dei gruppi.

A nome della Giunta e del presidente della Regione Christian Solinas, è intervenuta il vice presidente Alessandra Zedda.

Il presidente Pais, nel condividere l’iniziativa, ha comunicato che l’argomento sarà all’attenzione della conferenza dei capigruppo mentre, per quanto riguarda la mozione, eventualmente potrà essere discussa (tempi permettendo) alla fine della seduta.

Il Consiglio ha quindi iniziato la discussione del Disegno di legge 24/A – Giunta regionale – sulla variazione di bilancio per l’avvio del Mater Olbia.

Il relatore di maggioranza Domenico Gallus, presidente della commissione Sanità, ha ripercorso l’iter del provvedimento, approvato il 9 luglio scorso dalle commissioni Sanità e Bilancio in sede congiunta con il voto favorevole della maggioranza, l’astensione del Pd ed il voto contrario di Leu e Progressisti. Si tratta, ha ricordato Domenico Gallus, «di una vicenda articolata e complessa scandita da diversi passaggi istituzionali: il piano sanitario regionale del 2008 che prevedeva la realizzazione di un nuovo ospedale ad Olbia, territorio in forte crescita demografica interessato da consistenti flussi turistici, il progetto di una struttura integrata con il sistema pubblico, inserito nel memorandum del 2013 fra Regione Qatar Foundation (Giunta Cappellacci), confermato nel 2014 dal protocollo sottoscritto dalla stessa Regione (Giunta Pigliaru) con il Governo nazionale, ed inserito successivamente nel documento di ridefinizione della rete ospedaliera approvato dal Consiglio del 2017». Altri momento qualificanti del percorso del provvedimento, ha specificato Domenico Gallus, «hanno riguardato la rimodulazione dell’offerta da parte della Giunta, la definizione tetto massimo di spesa a 60.6 milioni, l’accreditamento provvisorio della struttura per 12 mesi, e le necessarie autorizzazioni di spesa fino al 2021 oggetto di specifiche variazioni di bilancio». L’auspicio comune, ha detto in conclusione riservandosi un ulteriore intervento in sede di discussione generale, «è quello del miglioramento del sistema sanitario regionale».

Per la minoranza il relatore Cesare Moriconi, del Pd, ha rilanciato in apertura i dubbi sulla sostenibilità tecnica della norma già emersi in commissione sui quali si attende ancora una posizione chiara della Giunta. E’ vero, ha sostenuto, «che questo provvedimento arriva da lontano e si è formato con passaggi istituzionali diversi al di là delle differenze di merito emerse in Consiglio ed anche all’interno delle parti sociali, ma va ricordato che anche che costa tanto perché lo Stato consente il superamento del tetto massimo della spesa sanitaria fino al 20%, calcolo secondo il quale si arriverebbe però a 32 milioni e non ai 60 considerati a regime». Occorre insomma capire, ha sollecitato Moriconi, «se siamo all’interno della deroga autorizzata nonostante le rassicurazioni di carattere generale fornite dall’assessore, così come non è chiaro l’utilizzo di eventuali economie a favore del sistema pubblico che a nostro giudizio sarebbero fuori dal perimetro tracciato dal legislatore statale, e infine non esiste alcuna certezza su quanto potrebbe accadere dal 2021 in poi».

Al termine dell’intervento il di Cesare Moriconi il consigliere dei Progressisti Francesco Agus ha chiesto una breve sospensione della seduta che il presidente ha accordato.

Alla ripresa dei lavori ha chiesto la parola l’on. Gianfranco Satta (Progressisti), che è intervenuto per dire: “Non si comprende perché dovrebbe essere ammesso il trasferimento di risorse pubbliche ai privati che operano in campo sanitario, in assenza di una procedura di evidenza pubblica.   Va bene il sostegno al privato ma fino al momento in cui non tocca i servizi sanitari pubblici già esistenti: non si devono finanziare i servizi già offerti da altri ospedali pubblici ma quelli non offerti, che costringono invece i malati sardi a lasciare la Sardegna. Non accetteremo di finanziare con denaro di tutti servizi in concorrenza con il pubblico, a vantaggio del Qatar e non del nostro popolo. Se approverete questa legge, farete a brandelli la Sanità sarda ed è per questo che voterò contro ogni provvedimento che lederà il diritto alla salute dei sardi”.

Dai banchi del Pd ha preso la parola l’on. Giuseppe Meloni: “E’ il bello della democrazia il fatto che io sia in totale disaccordo con chi mi ha preceduto. Per noi è invece importante portare a casa questo risultato: si è già detto tanto su questo tema e se ci sono ancora dubbi possiamo discuterne. Ma dobbiamo arrivare al traguardo e si tratta di una variazione di bilancio: avremo altri momenti per discutere della rete ospedaliera e dell’offerta dei servizi sanitari in Sardegna. Non è solo la Gallura che ha bisogno di questo ospedale ma tutta la Sardegna”.

Ha preso la parola il presidente della Commissione Sanità, Domenico Gallus (Udc), il quale ha ricordato che la vicenda del Mater Olbia ha viaggiato attraverso la spinta trasversalmente condivisa da un ampio spettro delle forze politiche, le quali ne hanno condiviso il progetto e le finalità. Domenico Gallus ha ricordato che l’iter è iniziato con la Giunta Cappellacci e proseguito con la Giunta Pigliaru, evidenziando l’importanza dell’iniziativa e delle sue ricadute positive sul sistema sanitario sardo.

Per Gallus il Mater Olbia non andrà a incidere sui posti letto della rete ospedaliera dell’Isola, in quanto le assegnazioni per esso sono già definite e recepite nella stessa. Il consigliere dell’Udc ha esortato tutti a valutare il progetto con spirito laico. Domenico Gallus ha poi evidenziato le diverse posizioni emerse in Commissione Sanità all’interno della minoranza e si è augurato che nel corso del dibattito possa trasformarsi nuovamente in consenso. Domenico Gallus ha assicurato che le diverse posizioni emerse in Commissione saranno prese in esame con molta attenzione e che ogni contributo sarà positivamente accolto.

Il presidente della Sesta commissione ha specificato che l’obiettivo di questa struttura non è quello di  generare doppioni ma di creare nuove eccellenze. E ha affermato che la presenza del Mater Olbia non dovrà creare un danno agli ospedali pubblici e che su questo ci sarà un attento controllo. Domenico Gallus ha poi proposto di attivare una Stroke Unit per gli interventi d’emergenza per i casi di pazienti colpiti da ictus ed emorragie cerebrali e un reparto multidisciplinare per curare i disturbi dell’alimentazione. Domenico Gallus ha poi sottolineato la grave situazione in cui versa la sanità sarda, con alcuni reparti che rischiano di chiudere come nel caso dell’ospedale Delogu di Ghilarza e del San Martino di Oristano. Per Domenico Gallus c’è stata una cattiva programmazione dei pensionamenti da parte della precedente amministrazione, ma ha affermato che l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, se ne sta occupando e sta cercando di trovare una soluzione per evitare la chiusura dei reparti.

Domenico Gallus ha anche ricordato, in chiusura d’intervento, che non approvare questa variazione di bilancio porterebbe la Regione Sardegna a dover pagare ingenti penali.

Ha poi preso la parola Antonio Mundula (Fratelli d’Italia), il quale ha ripercorso l’iter che ha portato oggi alla votazione di questa variazione di bilancio. Un iter lungo, che ha preso avvio con la Giunta Cappellacci, e che oggi vede questo Consiglio regionale  chiamato a dare il via libera finale oppure a bloccare una realtà ormai consolidata con un grave danno per la Sardegna. Per Antonio Mundula si tratta di una struttura d’avanguardia anche se ci sono alcuni aspetti che andrebbero chiariti: quali patologie saranno trattate e se la struttura sarà in grado di ridurre la mobilità passiva. Per il consigliere di maggioranza, pur avendo preferito avere alcune certezze, ormai non si può più tornare indietro. Il consigliere di FdI si è detto però convinto che monitorando l’attività del Mater Olbia sarà possibile anche valutarne l’efficacia ed eventualmente apportare dei correttivi. Mundula ha annunciato voto favorevole accettando “una scommessa di speranza”: dare alla Sardegna una sanità all’avanguardia.

Il vice presidente Giovanni Antonio Satta ha assunto la presidenza dell’Aula.

E’ quindi intervenuto Eugenio Lai (Leu), il quale ha ricordato che l’argomento in esame è la variazione di bilancio e non il Mater Olbia. Il consigliere di minoranza ha ricordato di aver espresso voto negativo in Commissione e che anche parte della maggioranza aveva delle perplessità. Lai ha detto di capire i colleghi galluresi che vogliono tutelare un territorio in forte sofferenza, ma avrebbe preferito che quei 147 milioni fossero andati alla sanità pubblica, che ha bisogno di soluzioni e prospettive e che, a sei mesi dall’avvio della legislatura, la Giunta regionale non ha ancora trovato. Per Eugenio Lai, d’accordo con il collega Moriconi, ci sono dubbi di costituzionalità e sulle modalità di reperimento delle risorse, ossia dalle perenzioni e dagli accantonamenti.  Il consigliere di Leu ha inoltre sollevato il problema della scadenza della deroga prevista per il 2021 e che, a oggi, non ci sono certezze per il futuro. Lai ha annunciato voto contrario dicendo che avrebbe preferito che quelle risorse fossero andate alla sanità pubblica e che il Mater Olbia andrà a incidere negativamente su situazioni di eccellenza già presenti nell’Isola.

Ha preso la parola Giovanni Satta (Psd’Az), il quale ha ricordato che il progetto del Mater Olbia è nato in un territorio che in cui la media dei posti letto era molto al di sotto della media regionale. Il consigliere di maggioranza ha ricordato che c’è stato un importante investimento privato e che la struttura ha l’obiettivo di ridurre la mobilità passiva dei pazienti sardi, che oggi vale circa 80 milioni l’anno, ma saranno risultati da valutare nel lungo periodo. Per Satta bisogna votare a favore di questa variazione di bilancio perché si tratta di un’eccellenza. E ha ricordato che grazie a un accordo con il Gaslini di Genova, il pre-operatorio e il post-operatorio dei bambini, che saranno sottoposti a interventi al Gaslini, sarà gestito al Mater Olbia. “E questo è già un risultato”. Per Satta bisogna partire dal presupposto che si ha a che fare con persone serie che hanno l’obiettivo di realizzare una struttura di avanguardia.

Ha preso la parola Massimo Zedda (Progressisti), ribadendo che non sia in discussione il fatto che il Mater Olbia sia utile o meno per il territorio gallurese, ma un testo che tratta di dove vengono attinte le risorse per che cosa vengono destinate e a favore di chi.  Su questo aspetto Massimo Zedda ha sollevato dubbi di legittimità sul comma 3 dell’articolo 1 che recita “Nel caso che non siano entrate pienamente a regime le attività programmate, eventuali economie realizzate sulle risorse di cui al comma 2 possono essere destinate, esclusivamente per l’annualità di riferimento, agli altri operatori privati accreditati con il sistema sanitario regionale, nei limiti previsti e in conformità alla normativa vigente”. Massimo Zedda ha sottolineato di non aver alcuna preclusione verso il privato né verso il pubblico, ma che la norma, così scritta, potrebbe essere impugnata dal Governo e subire i rilievi della Corte dei Conti.

L’altro aspetto sottolineato dal consigliere di minoranza è che bisogna subito attivarsi con il Governo per ottenere la proroga oltre il 2021 e, contestualmente, trattare con Roma per ottenere una deroga anche per la sanità pubblica, in particolare per quanto riguarda le tante patologie autoimmuni che hanno un’elevata incidenza in Sardegna.

Giorgio Oppi (Udc) si è detto meravigliato perché tutti i dubbi sollevati in passato dalla minoranza nella scorsa legislatura, oggi vengano sollevati da quella che allora era la maggioranza. Giorgio Oppi ha ricordato che il Protocollo d’Intesa è stato firmato nel 2014 dalla Giunta Pigliaru, la stessa Giunta che ha firmato a febbraio 2019 il secondo Protocollo d’Intesa. Per il consigliere di maggioranza non è accettabile che oggi l’opposizione cambi linea, dopo aver approvato gli atti precedenti. Oppi ha spiegato che la deroga del Mater Olbia non deve danneggiare il budget riservato alle strutture private. Per il consigliere dell’Udc il conteggio dei 25 milioni per il 2019 è sbagliato e, secondo i suoi calcoli, ci saranno economie per 15 milioni di euro. Risorse che Giorgio Oppi auspica che siano destinate all’abbattimento delle liste d’attesa e ad intervenire sulla sanità pubblica in difficoltà.

Daniele Cocco (capogruppo LeU) ha ripercorso le diverse fasi del dibattito ed ha evidenziato i principali problemi che affliggono la sanità sarda, ad incominciare da quelli che attengono le liste d’attesa, per la riduzione delle quali, a giudizio del consigliere della minoranza, “niente è stato ancora fatto”. Il capogruppo di LeU ha quindi riaffermato il principio che “la realizzazione del Mater di Olbia non avrebbe dovuto ridurre alcun posto letto del comparto pubblico” ed ha però affermato: «Nessuno è contro per la sanità privata ma tutti vogliamo una sanità che funzioni». Daniele Cocco ha auspicato una “reale ed efficace azione di monitoraggio sulla mobilità passiva” ed ha rimarcato le eccellenze dell’ospedale privato di Olbia.  L’esponente della minoranza ha confermato le perplessità sulla eventuale destinazione delle risorse non utilizzate per i servizi del Mater, a favore dell’acquisto di prestazioni offerte da altre strutture private («potrebbe essere oggetto di impugnativa da parte del Governo»). Daniele Cocco ha quindi avanzato la ferma richiesta affinché “tutto il personale impiegato al mater Olbia sia sardo” ed ha chiesto lumi sul futuro della breast unit di Nuoro.

Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau ha ricordato i diversi passaggi politici e amministrativi che hanno interessato il Mater, dalla deroga statale del 2019 per lo sforamento del 20% del tetto di spesa per la sanità privata, fino all’autorizzazione sperimentale con scadenza 2021 («sarebbe opportuno avviare una nuova contrattazione col governo»). L’ex presidente del Consiglio ha quindi insistito sul via libera della scorsa legislatura alla struttura privata olbiese “con la condizione che non andasse a discapito del sistema sanitario pubblico: «Il Mater deve offrire servizi di eccellenza in grado di integrare e non deve competere con il sistema pubblico». Gianfranco Ganau ha manifestato perplessità sui contenuti della delibera 59\1 per una serie di incongruenze nei posti letto di varie specialità ed ha citato il caso dei reparti di chirurgia e ortopedia. «Chiedo a questo proposito – ha aggiunto l’esponente della minoranza – che l’assessore si impegni a verificare la rimodulazione dell’offerta dei posti letto del Mater Olbia ed annuncio la presentazione di un ordine del giorno sul tema, stigmatizzando la sottrazione dei migliori specialisti impegnati nella sanità pubblica a favore del Mater, come accade nella chirurgia».

Il capogruppo della Lega, Dario Giagoni ha criticato alcune dichiarazioni dei consiglieri del centrosinistra («annunciano voto contrario su una convenzione firmata dall’ex presidente Pigliaru con il Qatar») ed ha ribadito il diritto di Olbia “ad avere una sanità efficace che non costringa residenti e turisti a cercare cure altrove”. «Il Mater – ha aggiunto l’esponente della maggioranza – è una eccellenza e rappresenta un’opportunità anche per ciò che attiene gli sbocchi lavorativi».

«La Lega – ha proseguito Dario Giagoni – voterà favorevolmente per una sanità migliore ma non intende creare alcun divario con la sanità pubblica ed è per questo che annuncio un emendamento per destinare le economie previste negli stanziamenti a favore del Mater, alle strutture pubbliche in zone disagiate come La Maddalena, Bosa e Isili».

Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus (Progressisti) ha rammentato il voto contrario in commissione “perché al comma 3 articolo 1 è stata inserita una pillola avvelenata”. L’esponente della minoranza ha ricordato, dunque, quanto stabilito nel provvedimento e cioè che “ciò che avanza del non speso dal Mater nel 2019 sarà destinato a strutture private non previste nella deroga al tetto di spesa concessa dallo Stato per il Mater”. Agus ha evidenziato il rischio di impugnativa e le ripercussioni nell’erogazione delle risorse “dinanzi ad un evidente conflitto tra le norme statali e la legge regionale”. Il capogruppo dei Progressisti ha dunque dichiarato di non aver condiviso l’iter del provvedimento in discussione ed ha sollevato perplessità sul reale impatto del Mater sul sistema sanitario pubblico ed ha auspicato una puntuale verifica sull’abbattimento dei tempi delle liste d’attesa e la riduzione della cosiddetta mobilità passiva.

L’assessore della Sanità, Mario Nieddu, ha ricordato il lungo percorso del Mater («è un progetto che parte da lontano ed oggi appare molto difficile pensare di ritornare indietro») ed ha illustrato i punti cardine del provvedimento, soffermandosi sulla configurazione dei rimborsi: «Sono di tre fattispecie, la prima riguarda il 20% del tetto complessivo della medicina convenzionata, il resto sono risorse erogate per alta specialità e quindi in deroga con la spending review e sono risorse derivanti dal risparmio considerando tutte le prestazioni sanitarie erogabili, mentre la terza fattispecie sono remunerazioni per funzioni assistenziali, circa 8 milioni».

In merito all’altro tema oggetto del dibattito in Aula e cioè la destinazione delle risorse risparmiate rispetto allo stanziamento in favore delle prestazioni del Mater (nel 2019 la struttura privata gallurese non potrà erogare 25 milioni di prestazioni sanitarie), l’assessore si è detto favorevole ad un eventuale impiego delle rimanenti somme per l’acquisizioni di altri servizi sanitari offerti da soggetti privati («da almeno cinque anni la Regione nega agli operatori privati e accreditati l’extra budget»).

«Per ciò che attiene le attività di monitoraggio delle prestazioni – ha spiegato Mario Nieddu – abbiamo i fari ben puntati sul Mater Olbia ma non per preconcetto quanto perché ha il compito di abbattere la mobilità passiva e garantirci alte prestazioni sanitarie». L’assessore ha quindi concluso auspicando che i dieci milioni di euro previsti per la ricerca possano essere gestiti direttamente dall’assessorato della Sanità.

L’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino, ha rammentato l’accordo sottoscritto nella precedente legislatura tra il presidente della Regione a guida centrosinistra e la Qatar Foundation, nonché la deroga ai tetti di spesa autorizzata dal precedente governo italiano e ripresentata dall’attuale governo Conte. Giuseppe Fasolino ha insistito sul concetto che ai sardi ciò che interessa è una sanità che funzioni («poco importa ai nostri concittadini se i servizi sono offerti da strutture pubbliche o private») ed ha citato i casi dell’efficienza dei sistemi di Lombardia e Veneto, dove la maggior parte dei servizi sono erogati dalle strutture private. L’assessore ha quindi precisato che i fondi (25 milioni di euro per il 2019 e 60.600.000 per gli anni 2020 e 2021) hanno copertura finanziaria attraverso la riduzione delle somme iscritte al “Fondo di accantonamento per la salvaguardia degli equilibri di bilancio destinato all’accantonamento al fondo perenzioni che confluisce nel risultato di amministrazione”.

Il Consiglio ha quindi approvato con votazione a scrutinio palese il passaggio agli articoli e il relatore di maggioranza, Domenico Gallus (Udc), ha quindi dichiarato il parere sugli emendamenti presentati all’articolo 1 (Autorizzazioni di spesa): invito al ritiro per l’emendamento n.1, contrario agli emendamenti n. 2 e n. 4, favorevole all’emendamento n. 3 (Oppi e più).

La Giunta ha dichiarato parere conforme con quello del relatore Domenico Gallus ed il consigliere del Pd, Giuseppe Meloni, è intervenuto auspicando una valutazione positiva dell’Aula per l’emendamento n. 4 che propone di destinare le risorse in economia dal Mater alle strutture pubbliche in zone disagiate. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento del capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, che ha invitato il Consiglio ad esprimersi favorevolmente su quanto proposto negli emendamenti n. 1 e n. 4.

Il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, prendendo atto dei pareri di presidente ed assessore, ha affermato che il provvedimento è a forte rischio di impugnazione perché “si sta eludendo il tetto del Mater Olbia per pagare altre prestazioni”. L’esponente della minoranza ha concluso proponendo una breve sospensione.

Il vice capogruppo Roberto Deriu, sullo stesso punto, ha chiesto alla maggioranza maggiori certezze sulla destinazione delle economie, che hanno una destinazione precisa e non possono essere oggetto di “furbizie” contabili.

Il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha sottolineato che i consigli dei colleghi Ganau e Deriu sono da tenere in considerazione, per evitare problemi maggiori in un secondo momento. Basterebbero pochi minuti di riflessione, ha concluso, per evitare una scelta sbagliata.

Il consigliere Eugenio Lai, sempre di Leu, criticando il parere del relatore sugli emendamenti, ha chiarito che l’opposizione non vuole fare ostruzionismo ma affermare con certezza l’opzione a favore della sanità pubblica e in particolare al sostegno delle strutture più disagiate.

Prendendo la parola sull’ordine dei lavori il capogruppo del Psd’az Franco Mula ha chiesto una breve sospensione della seduta che è stata accordata.

Alla ripresa dei lavori, il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha proposto un emendamento orale concordato con l’assessore e l’opposizione, con il quale nel caso non siano entrate a regime le strutture del Mater Olbia le risorse rientrano nel bilancio regionale.

L’assessore Fasolino è intervenuto per aggiungere l’impegno della Giunta a tener conto anche delle esigenze delle strutture sanitarie disagiate.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha sollecitato una decisione, considerando la contemporanea convocazione di alcune commissioni. Da questo punto di vista si è detto convinto che la precisazione dell’assessore sia superflua.

Il consigliere della Lega Michele Ennas ha chiesto una breve sospensione della seduta.

Il presidente, precisando di non voler richiamare nessuno, ha invitato i consiglieri ad attenersi ad un contegno consono alla dignità dell’Aula, con riferimento all’uso di telefoni cellulari.

Il consigliere Massimo Zedda dei Progressisti, nel condividere il richiamo del presidente, ha affermato che alcune prese di posizione, nel momento in cui si discutono provvedimenti di spesa, sono censurabili.

Il consigliere Francesco Agus dei Progressisti ha chiesto la sorte della richiesta di sospensione chiesta dalla Lega.

Il consigliere Pierluigi Saiu della Lega ha ribadito la necessità di una breve sospensione per valutare le modifiche ad un provvedimento così importante.

Il presidente ha accordato la sospensione richiesta dal gruppo della Lega.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha preso atto che non c’è nessuna opposizione all’emendamento orale proposto dal capogruppo del Psd’Az Francesco Mula. Il quale ha chiarito che va votato l’emendamento n.3 corretto dalla sua proposta orale.

Il consigliere del Pd Gianfranco Ganau ha annunciato il ritiro del suo emendamento (il n. 4).

Successivamente è stato messo in votazione l’emendamento n.3, comprensivo della modifica orale proposta da Francesco Mula, che il Consiglio ha approvato con 47 voti favorevoli, 5 contrari e 1 astenuto.

Subito dopo sono stati approvati i 3 articoli della legge più i 2 allegati con 39 voti favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti.

Prima della votazione finale il capogruppo di Pd Gianfranco Ganau ha presentato un ordine del giorno che, in sostanza, impegna l’assessore della Sanità a modificare ove necessario lo schema della rete ospedaliera per rendere più funzionale e compatibile la stessa con la presenza del Mater Olbia, evitando sovrapposizioni di strutture.

L’assessore della Sanità ha espresso parere favorevole.

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi, sull’ordine dei lavori, ha ricordato che il pronto soccorso di Ozieri è a rischio chiusura per mancanza di medici, per cui va valutata la possibilità di modificare il protocollo di intesa.

Messo ai voti, l’ordine del giorno è stato approvato con 48 voti favorevoli e 2 astenuti.

Sul voto finale, per dichiarazione di voto, il capogruppo di Leu Daniele Cocco ha detto di sentirsi in difficoltà rispetto alle indicazioni del suo partito, da sempre contrario. Inoltre ha espresso valutazione positiva sul contenuto dell’emendamento integrato dalla proposta del collega Mula. Cocco ha infine annunciato la sua astensione.

Massimo Zedda, per i Progressisti, ha ricordato che resta centrale il problema dell’uso corretto delle risorse pubbliche che viene vanificato da una ampia maggioranza alimentando ulteriori preoccupazioni. Sulle dinamiche contabili ha poi sollecitato il parere dei revisori della Regione.

E’ intervenuto per dichiarazione di voto Francesco Agus (capogruppo dei Progressisti), il quale ha evidenziato due lati positivi. Il primo è  la modifica dell’articolo 1 a larga maggioranza  che “riporta il testo nel solco della legittimità”, evidenziando che può essere utile ascoltare i consigli dell’opposizione per migliorare un testo. “Credo che sia un buon precedente per quest’aula”. Il secondo lato positivo è stato l’approvazione dell’ordine del giorno.  Il capogruppo di Forza Italia, Angelo Cocciu, ha annunciato il voto favorevole ringraziando tutti coloro che hanno lavorato per realizzare questo progetto e tutti i centri ospedalieri di tutta l’Isola. Per Angelo Cocciu il Mater Olbia non risolverà tutti i problemi della sanità, ma darà un contributo importante. Voto favorevole anche da parte di Giovanni Antonio Satta (Riformatori), che ha voluto ringraziare chi ha lavorato per arrivare a questo risultato, la Commissione Sanità ed il presidente Domenico Gallus. Voto favorevole è stato annunciato anche dal capogruppo del Psd’Az, Francesco Mula, che ha auspicato che il Mater Olbia porti benefici per tutta la Sardegna. Francesco Mura, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha annunciato il voto favorevole, come atto di coraggio per il bene della Sardegna, ma con la volontà di monitorare con attenzione i risultati che porterà il progetto. Il presidente Pais ha aperto la votazione finale del testo, che è stato approvato con 39 voti favorevoli e 2 astenuti). Il Consiglio si riunirà giovedì alle 10,30.

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«Alla politica degli annunci e delle parole preferiamo quella dei fatti e di un’azione a tutto campo per la Sardegna.»

Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, dopo la seduta della Giunta di ieri. «Abbiamo approvato provvedimenti importanti – ha aggiunto Christian Solinas – a cominciare dai 18 milioni per la continuità aerea, per proseguire con le risorse per garantire agli studenti sardi gli sconti sui bus regionali, soltanto promessi da chi ci ha preceduto e a suo tempo aumentò le tariffe. Avanti anche sul riconoscimento dei diritti dei lavoratori di Forestas: abbiamo finalmente aperto i cassetti in cui era rimasta la procedura per risolvere la vertenza. Poi ci sono i 2 milioni di euro stanziati per lo sport e altre misure a favore dei Comuni. Questa è una Giunta – ha aggiunto il presidente – che lavora senza grandi proclami e che alle polemiche strumentali risponde con gli atti. Non ci appartiene la logica di apparire sui media per dire “faremo” ma solo per comunicare ciò che abbiamo fatto. Giorno per giorno stiamo costruendo quella Sardegna capace di dare nuove opportunità alle giovani generazioni e un’altra possibilità a chi, non più giovane, in questi anni ha visto crollare le proprie certezze.»

«Stiamo lavorando dal primo giorno senza sosta mettendo in campo risorse indispensabili per la crescita dell’economia sarda, dalla sanità al lavoro, dall’industria al turismo – ha sottolineato l’assessore regionale della Programmazione Giuseppe Fasolino -. Non solo. Dopo cinque anni disastrosi di governo del centrosinistra che hanno fatto retrocedere la Sardegna nel gruppo delle Regioni meno sviluppate, ci siamo subito rimboccati le maniche anticipando i tempi sulla programmazione dei fondi comunitari 2021-2027, per garantire a tutti i sardi, alle imprese, ai Comuni, ai nostri giovani, un futuro di benessere e serenità. E questo – ha concluso l’assessore della Programmazione – è solo l’inizio di un percorso innovativo che proseguirà per tutta la legislatura.»

 

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«Acceleriamo la spesa delle risorse 2014-2020 per affrontare con slancio la nuova programmazione 2021-2027.»

Lo ha dichiarato Giuseppe Fasolino, assessore regionale della Programmazione, che ha guidato oggi i lavori del comitato di  Sorveglianza del POR FESR.

«In questa fase – prosegue l’assessore della Programmazione – vogliamo superare le situazioni incagliate affinché tutto ciò che è stato programmato possa vedere la luce per dare ai territori e alle imprese le risposte che aspettano. Contemporaneamente , mentre sono ancora in corso i negoziati in sede europea, accendiamo subito i motori per la successiva programmazione. Proponiamo una visione nuova: anticipare il futuro e lavorare da subito affinché i comuni, le imprese, i giovani sardi possano beneficiare di programmi all’avanguardia ed essere protagonisti sullo scenario nazionale e internazionale. Nel 2018 la Sardegna è retrocessa tra le Regioni meno sviluppate e questo comporterà una maggior disponibilità di risorse, ma non vogliamo certo abituarci a questo ruolo di fanalino di coda. Non ci accontentiamo di dire che abbiamo speso una buona percentuale dei fondi a disposizione: vogliamo spenderli bene e andremo in tutta la Sardegna per condividere i progetti e verificarne, passo dopo passo l’attuazione. Questa – ha concluso Giuseppe Fasolino – è la visione di una Giunta, quella guidata dal presidente Solinas, che vuole mettere le persone e i territori al centro della propria azione politica quotidiana.»

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«A pochi giorni dallo sblocco del turnover degli specialisti ambulatoriali, variamo un nuovo provvedimento che punta all’abbattimento delle liste d’attesa attraverso il potenziamento dei servizi erogati, e individua risorse importanti su diversi fronti.»

Così l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, commenta le nuove disposizioni in materia sanitaria indicate nel disegno di legge approvato oggi dalla Giunta regionale su proposta dell’assessore della Programmazione, Giuseppe Fasolino.

Nella variazione di bilancio viene autorizzata la spesa di 3,5 milioni di euro nel triennio 2019-2021, per ciascun anno, per l’erogazione di prestazioni aggiuntive nei presidi territoriali.

«Con le risorse a disposizione aumenteremo il numero di prestazioni specialistiche a tutto campo – prosegue l’assessore Mario Nieddu – con il preciso obiettivo di ridurre i tempi d’attesa. Una misura che i cittadini attendono da tempo e che ci aspettiamo porti benefici in tempi rapidi».

Nel disegno di legge approvati anche 2,5 milioni di euro per le assunzioni di nuovi medici e per le prestazioni aggiuntive del personale convenzionato con il 118.

«Una misura necessaria – prosegue l’assessore della Sanità – per dare un segnale forte a un comparto in difficoltà, quello dell’emergenza-urgenza, che svolge un servizio fondamentale sul territorio. Oggi diamo risposte concrete a un servizio le cui carenze, da troppo tempo, pesano su operatori e cittadini.»

Nel provvedimento individuate anche risorse per potenziare l’ambito formativo con un milione di euro per le scuole di specializzazione e 400mila euro per i corsi di laurea nelle professioni sanitarie. Ammontano invece a 300 mila euro le risorse destinate alle prestazioni extra Lea per i pazienti affetti da patologie irreversibili.

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«Il nuovo cronoprogramma è pronto e sarà inserito nel DL variazioni.»

Lo ha dichiarato l’assessore regionale della Programmazione, Giuseppe Fasolino, rispondendo alla lettera ricevuta dal presidente dell’Egas sugli investimenti relativi al servizio idrico integrato.

«La Giunta regionale da subito ha lavorato sul binario della legge regionale n. 40 e si accinge ora ad approvare la tabella di marcia redatta dall’assessorato dei Lavori Pubblici. Con il pieno coinvolgimento delle amministrazioni comunali – ha concluso l’assessore – confidiamo di imprimere un’accelerazione e di avviare le opere e di rispettare i tempi per dare risposte ai territori.»

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Domani, sabato 13 luglio, dalle ore 10,15, presso l’hotel Regina Margherita di Cagliari, la CNA Sardegna presenterà la ricerca dal titolo “La competitività della Sardegna alle soglie del terzo decennio del millennio: economia, innovazione, welfare, infrastrutture, turismo – Analisi comparata con le altre regioni competitor del Mediterraneo”.

La ricerca offre un inquadramento della realtà socio-economica della Sardegna nel contesto europeo con particolare riguardo alle regioni più simili sotto il profilo della vocazione economica, delle dimensioni e degli obiettivi strategici.

Dopo l’apertura dei lavori da parte del presidente regionale della CNA Pierpaolo Piras e l’esposizione della ricerca a cura di Antonio Mura (Cresme), le risultanze dell’indagine saranno al centro di una tavola rotonda moderata dal giornalista Nicola Scano dal titolo: “La Sardegna nel contesto europeo: declino irreversibile? Scenari e prospettive”, alla quale parteciperanno gli assessori regionali Giuseppe Fasolino (Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del territorio), Roberto Frongia (Lavori Pubblici), Anita Pili (Industria) e il segretario regionale della CNA Francesco Porcu.

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Mercoledì 10 luglio, la Sala Conferenze della Biblioteca Regionale di viale Trieste, a Cagliari, ha ospitato la riunione del Partenariato regionale allargato del POR FESR 2014-2020, il documento attraverso il quale la Regione Autonoma della Sardegna programma le risorse garantite dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, per piani settennali.
Per quanto riguarda la Regione Sardegna, il programma è stato suddiviso in 8 aree tematiche, definite “Assi”:
– Asse 1 (Progetti scientifici, sviluppo tecnologico, innovazione).
– Asse 2 (Agenda digitale e digitalizzazione).
– Asse 3 (Competitività dei sistemi produttivi).
– Asse 4 (Energie sostenibili)
– Asse 5 (Tutela ambientale).
– Asse 6 (Utilizzo efficiente delle risorse e valorizzazione a fini culturali e turistici).
– Asse 7 (Inclusione sociale, contrasto alla povertà ed ai comportamenti discriminatori).
– Asse 8 (Assistenza tecnica).
Un incontro informativo, che precede e prepara la riunione del Comitato di Sorveglianza previsto per il 24 luglio, al quale hanno partecipato i rappresentanti del Partenariato: Istituzionali, economici, sociali ed appartenenti alle associazioni della società civile.
L’appuntamento, è stato l’occasione per fare il punto sull’attuazione del POR FESR 2014-2020, con la presentazione della Relazione di Attuazione Annuale per il 2018 redatta dall’Amministrazione regionale, dal Centro Regionale di Programmazione e dall’Autorità di Gestione del Programma Operativo.
2018 come anno fondamentale per il POR FESR, in quanto è stata applicata per la prima volta la regola “N+3”, che prevede il disimpegno automatico delle risorse in caso di mancato raggiungimento dei risultati previsti rispetto al target di riferimento, ed è stato verificato il raggiungimento degli obiettivi mediante il meccanismo premiale del “Performance Framework”, che predispone la conferma della dotazione finanziarie prevista per ogni singolo Asse.
Al centro degli interventi della prima parte dell’incontro, il report sull’annualità 2018, con la presentazione delle risorse disponibili (pari a 931 milioni di euro), il numero dei progetti finanziati (1.542 progetti relativi agli 8 Assi di intervento), il valore complessivo dei suddetti progetti (pari a 727 milioni di euro), i pagamenti effettuati dai soggetti beneficiari delle risorse del programma, ovvero Imprese, Enti Locali, Atenei, ecc. (pari a 219 milioni di euro) e le spese certificate per il raggiungimento dei due target finanziari di valutazione “N+3” e “Performance Framework”, (rispettivamente 163 e 165 milioni di euro).
Nel corso della prima sessione dei lavori, oltre all’analisi dei percorsi di verifica predisposti dalla Commissione Europea ed alle previsioni di spesa preventivate per l’anno 2019, è stato presentato il report sugli ITI (Investimenti Territoriali Integrati), relativi ad alcuni grandi Comuni della Sardegna, ed alla Programmazione Territoriale Integrata, che prevede il coinvolgimento delle Unioni dei Comuni e delle altre aggregazioni territoriali.
Il 2018 ha visto anche il monitoraggio e la revisione della Strategia di Specializzazione Intelligente (S3), rivolta alle imprese ed ai centri di ricerca, e finalizzata ad identificare le eccellenze territoriali in termini di innovazione, accompagnandone le potenzialità di crescita, principalmente in settori relativi al turismo, alla biomedicina, all’ingegneria, alla filiera agroalimentare e all’efficientamento energetico.
Al centro della seconda parte della riunione, un’informativa sulla Programmazione 2021-2027, per la quale è prevista un’implementazione delle risorse, nell’ottica di un’integrazione sempre maggiore tra soggetti Istituzionali comunitari, nazionali e locali, e secondo i principi di inclusività e redditività.
Programmazione territoriale come elemento fondamentale di sviluppo, vista anche la necessità di assecondare la vocazione produttiva ed occupazionale dei territori interessati, soprattutto in settori come quelli della cultura, del turismo e della filiera enogastronomica.
Una Programmazione 2021-2027 per la quale sono stati avviati i tavoli di negoziazione partenariale, e che prevederà nuovi fondi destinati a 5 obiettivi tematici, che intercetteranno gli attuali Assi del POR FESR su sostegno alle aree svantaggiate, sviluppo rurale, progettazione settoriale, incremento dei tassi di cofinanziamento e gestione virtuosa delle risorse certificata dai parametri “N+3” e “Performance Framework”, secondo i 4 temi unificanti che orientano la Programmazione (Lavoro, Territori, Servizi e Cultura).
Con nuovi regolamenti, in grado di inserirsi nel quadro già elaborato con la Programmazione 2014-2020, in accordo anche con le politiche europee di coesione, e nel rispetto delle linee guida sulla tutela ambientale sviluppate con gli accordi di Parigi e con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Ampliamento ad altre realtà territoriali finora escluse, che sarà l’elemento fondamentale della nuova programmazione territoriale settennale, tema al centro dell’intervento del sindaco di Iglesias, Mauro Usai, che ha presentato il caso del Sulcis, zona che finora non ha partecipato alla programmazione territoriale in quanto beneficiaria del Piano Sulcis, avviato nel 2012 ma ritenuto finora insufficiente ad un completo rilancio economico, produttivo ed occupazionale del territorio.
Il Sindaco Usai, facendosi portavoce anche delle istanze degli altri Comuni del Sulcis, ha chiesto di poter entrare a far parte della programmazione territoriale, elemento che in questi anni ha permesso ai territori beneficiari di attuare politiche di sviluppo in sinergia con l’Amministrazione regionale, con le direttive europee ed in collaborazione con soggetti della società civile come imprese, associazioni di categoria, rappresentanze sindacali, centri studi ed Università.
Un’analisi nel corso della quale il sindaco di Iglesias ha sottolineato come in molti casi i contratti di sviluppo stentino a partire, e siano necessari interventi che partano dal basso, dalla cooperazione tra i Comuni del territorio e tra i soggetti del mondo sociale e produttivo, dal lavoro alle imprese.
L’intervento, e gli spunti di riflessione, sono stati raccolti dall’assessore regionale alla Programmazione Giuseppe Fasolino nella sua relazione conclusiva, che ha sottolineato la necessità di ampliare la Programmazione Territoriale, anticipando il futuro con scelte politiche che aprano scenari favorevoli per chi amministra e per chi fa impresa.
Un riferimento ai territori esclusi ed al Sulcis in particolare, ribadito citando l’intervento di Mauro Usai e mettendo al centro il ruolo delle imprese, per le quali sono necessari tempistiche certe e celeri, oltre ad uno snellimento della macchina burocratica, per costruire una Sardegna il cui sviluppo vada di pari passo con quelle delle altre regioni italiane ed europee.

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«La sfida è anticipare il futuro con scelte politiche che aprano uno scenario favorevole per chi fa impresa o amministra una comunità.»

Lo ha detto Giuseppe Fasolino, assessore regionale della Programmazione, durante i lavori dell’autorità di gestione del programma operativo 2014-2020, tenutasi questa mattina a Cagliari presso la sala della biblioteca regionale. «Raggiungere gli obiettivi intermedi fissati dall’Unione Europea – ha aggiunto l’assessore della Programmazione – è importante, ma lo è ancor di più farlo con una linea che, accelerando i processi avviati con la programmazione territoriale, accentuando la cooperazione tra i territori, riconosca sempre di più il ruolo dell’impresa. L’impresa ha tempi che non possono essere quelli della politica né della burocrazia: ecco perché dobbiamo essere capaci di sprigionare le potenzialità e le professionalità della nostra macchina amministrativa per dare risposte in tempi certi e celeri. Il lavoro svolto sulla programmazione territoriale, cui ho partecipato con l’angolo visuale del sindaco in passato, è il modello da seguire e che ci consentirà di assicurare la massima partecipazione della categorie, dei sindacati oltre che dei sindaci. Vogliamo creare un clima di fiducia reciproca tra i vari interlocutori, di dialogo costante per seguire i progressi passo dopo passo e misurare i risultati concreti nel tessuto sociale ed economico della nostra isola. C’è molto da fare – ha concluso Giuseppe Fasolino -, ma rafforzando le positività, lavorando sulle cose che non hanno funzionato, e con il contributo di tutti sapremo costruire una Sardegna capace di essere alla pari con le altre regioni italiane ed europee».