23 December, 2024
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Fare il punto sulla dimensione economica, sociale e demografica e sugli sviluppi futuri del fenomeno migratorio in Sardegna. E’ l’obiettivo dell’incontro promosso dalla Regione in programma oggi a Cagliari, con inizio alle 15.30, nella sala della Biblioteca regionale (viale Trieste, 137). Nell’occasione verrà presentato il Rapporto annuale sull’economia dell’Immigrazione in Italia. Interviene l’assessore degli Affari Generali, con delega sui flussi migratori, Filippo Spanu, che si soffermerà sulle caratteristiche del fenomeno migratorio nell’Isola e su ciò che la Regione sta facendo per favorire inclusione e integrazione.

In apertura dei lavori Chiara Troncin, responsabile della Fondazione Leone Moressa, presenta il Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione. A seguire la tavola rotonda, moderata dal giornalista del quotidiano “L’Unione Sarda” Giuseppe Meloni, a cui partecipano Renato Mason, direttore della CGIA di Mestre, Stefano Proverbio e Roberto Lancellotti, rispettivamente direttore emerito e ricercatore di Mc Kinsey & Company, Roberto Piras, docente di Economia Politica all’Università di Cagliari, Annalisa Camilli, giornalista che lavora a “Internazionale”, e Francesco Manca, responsabile Centro Studi Caritas diocesana di Cagliari. Le conclusioni sono affidate all’assessore Fillippo Spanu.

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Il Consiglio regionale ha approvato ieri le modifiche in materia di procedimento per l’elezione del Presidente della Regione e del Consiglio.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il presidente ha comunicato all’aula le dimissioni del consigliere Angelo Carta dal gruppo del Psd’Az e la sua adesione al gruppo Misto.

Si è quindi aperta la discussione sul primo punto all’ordine del giorno: la proposta di legge n. 563/A “Modifiche alla legge regionale 26 luglio 2013, n. 16, in materia di procedimento per l’elezione del Presidente della Regione e del Consiglio regionale”.

La relatrice Daniela Forma (Pd) ha ricordato l’approvazione, nel novembre 2017, delle modifiche alla legge statutaria con la previsione della doppia preferenza di genere. «E’ questo uno strumento che garantisce maggiore presenza femminile nelle istituzioni – ha detto Daniela Forma – basta guardare cosa è successo nei comuni al di sopra di 5000 abitanti. Uno studio recentissimo sulle amministrazioni sarde, effettuato su 64 comuni, dimostra che la percentuale delle consigliere elette ha raggiunto il 42,5%, un risultato impensabile fino a qualche anno fa. Ora il Consiglio deve approvare con norma procedurale per la piena attuazione della doppia preferenza di genere».

Il presidente ha quindi messo in votazione il passaggio agli articoli che ha ottenuto il via libera. L’Aula ha poi approvato in rapida successione i sei articoli della legge e i relativi emendamenti.

L’articolo 1 ribadisce che ogni elettore può esprimere due preferenze

L’articolo 2 introduce invece i correttivi nel caso di errore materiale. La legge mira ad evitare interpretazioni errate e risolvere i casi più controversi limitando, allo stesso tempo, l’azione discrezionale dei presidenti di seggio.

L’articolo 3  stabilisce il numero massimo dei candidati in ciascuna circoscrizione.

L’articolo 4 garantisce il rispetto delle quote di genere nelle liste e del numero massimo e minimo dei candidati.

L’articolo 5 contiene la descrizione analitica della scheda elettorale.

L’articolo 6, infine, stabilisce i tempi dell’entrata in vigore.

Messa in votazione la legge è stata approvata all’unanimità (48 voti a favore su 48 votanti).

Il presidente ha poi aperto la discussione sulla manovra finanziaria 2019-2021.

Sull’ordine dei lavori è intervenuto il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu. «In questa norma finanziaria ci si occupa di importanti norme sanitarie. Non vorrei che fossero messe in discussione dalla decisione dell’Ats di mettere a bando 54 posti di struttura complessa – ha detto Gianfranco Congiu – denunciamo l’inopportunità di procedere con questo bando alla vigilia delle elezioni. E’ un atto in contrasto con il riordino della rete ospedaliera approvata da questo Consiglio. Francesco Pigliaru si era fatto garante perché non venissero adottati atti contrari a quella riforma. Chiediamo a Francesco Pigliaru di riferire in Aula».

Sulla stessa linea il capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda: «Anche noi chiediamo la presenza dell’assessore in aula. Vista la rilevanza della spesa sanitaria Luigi Arru deve partecipare ai lavori».

Il presidente Gianfranco Ganau, dopo aver chiarito che il Consiglio non convoca nessuno, ha assicurato la presenza dell’assessore nel momento in cui si affronteranno gli articoli sulla sanità.

Ha quindi preso la parola il presidente della Prima Commissione Francesco Agus per segnalare la grave situazione di crisi in cui si trova il compendio ittico di Santa Gilla. «Il Consiglio ha approvato un ordine del giorno che non voleva essere un contentino – ha detto Agus – durante la discussione di questa manovra è importante che il presidente intervenga sul tema e proponga una soluzione. Si tratta di una norma tecnicamente da congegnare ma mi rifiuto di pensare che non si riesca a trovare una soluzione».

Il presidente della Commissione bilancio Franco Sabatini ha annunciato che sul tema si terrà un incontro nella mattinata di domani.

Marco Tedde (Forza Italia) ha richiamato l’articolo 60 del regolamento a sostegno della richiesta dei consiglieri Congiu e Zedda: «Gli assessori tecnici sono tenuti a partecipare alle sedute del Consiglio – ha detto Marco Tedde – il presidente Gianfranco Ganau chiami l’assessore Luigi Arru, la sua presenza è necessaria».

Pronta la replica di Gianfranco Ganau: «Quando si parlerà di sanità sarà presente».

Il presidente della commissione Attività produttive Luigi Lotto si è schierato in difesa dell’assessore: «Non è accettabile il tiro al piccione contro un assessore. Non va bene».

Sulla stessa lunghezza d’onda Antonio Solinas (Pd): «Marco Tedde ha ragione ma dimentica un particolare: l’assessore deve essere presente in Aula quando si discute un argomento di sua competenza».

A Antonio Solinas ha replicato Alessandra Zedda (Fi): «L’art. 60 del regolamento dice che gli assessori sono tenuti a partecipare alle sedute delle commissioni e dell’Aula quando richiesto».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi posto fine alla discussione e messo in votazione la risoluzione sul Defr che è stata approvata con 27 voti favorevoli e 23 contrari.

Il documento, nel ribadire il ruolo del Defr nel tracciare le linee programmatiche per lo sviluppo della Regione, invita la Giunta ad aggiornare la parte relativa alle entrate per l’annualità in corso.

Si è quindi passati all’esame dell’articolo 1 “Bilancio di previsione 2019-2021”.

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha espresso forti perplessità sul contenuto della Finanziaria. «C’è molta finanza ma anche molte regalie elettorali. Ciò che dispiace è che contenga poco buon senso e poca visione prospettica sul futuro della Sardegna – ha detto Marco Tedde – la manovra pare orientata verso lidi elettorali. Avete ecceduto ed esagerato. La Sardegna avrebbe apprezzato una finanziaria orientata agli investimenti e alla crescita economica, alla riduzione dell’assistenzialismo e dei costi della burocrazia».

Marco Tedde ha quindi lamentato la mancanza di misure finalizzate al taglio delle spese inutili invocando la nomina di un Commissario per la spending review. «Fate credere che l’economia sta crescendo ma non è così. C’è una congiuntura favorevole che non riuscite a cavalcare – ha concluso Marco Tedde – pensate solo alla campagna elettorale. La Sardegna non si farà incantare da 4 mancette».

Critica anche la capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda: «Stupisce l’emendamento aggiuntivo della Giunta che riguarda la necessità di continuare con la programmazione unitaria. Insistete con le norme pleonastiche. Lo scorso anno abbiamo approvato una risoluzione sui progetti di sviluppo finanziati con fondi comunitari. Oggi chiudete l’articolo 1 con l’esigenza di una relazione trimestrale per informare le commissioni competenti. Sembra che si voglia andare al ballo delle debuttanti con un vestito ordinario ma con accessori luccicanti».

Dello stesso tenore l’intervento di Stefano Tunis (Forza Italia): «Questa finanziaria che chiude, fortunatamente, il periodo del vostro Governo è la naturale conseguenza di tutta la logica seguita da questa Giunta. Avete rinunciato ai ricorsi contro lo Stato provocando un grosso problema, avete favorito il deficit della sanità, taroccando i buchi dei primi due anni e spalmandoli poi nelle tre annualità successive. Questa non è la migliore finanziaria, come dice il presidente del Cal Andrea Soddu, voi scrivete la  parola fine sulla capacità dei sindaci di intervenire per lo sviluppo della Sardegna. Tutti i fondi saranno inutilizzabili, politicamente parlando sono un falso in bilancio. Sono la certificazione che il motore dell’economia ha gli ingranaggi bloccati. C’è una mistificazione della realtà con dati taroccati».

Tunis ha quindi invitato presidente e Giunta a scusarsi con i sardi: «State mandando a gambe all’aria 300 sindaci che non potranno sostenere l’economia dei loro territori. Non sapete nemmeno nascondere la polvere sotto il tappeto. Trovate un sussulto per non compromettere la capacità degli enti locali di dare risposte ai loro cittadini».

Il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni è invece entrato nelle dinamiche della imminente campagna elettorale: «Serve una verifica seria, non sui sondaggi ma sulla reale attrazione dei singoli elettori. Capire se sono soddisfatti da questa maggioranza liquida, senza sostanza e prospettiva. Potevate guadagnare centinaia di voti in più se aveste ammesso gli sbagli. I rapporti con il governo centrale non hanno giovato alla Sardegna ma hanno portato nocumento: per esempio sulle partita delle accise. Mancano ogni anno un miliardo e trecento milioni. Sostenere il ricorso sulle accise davanti alla Corte Costituzionale era il minimo».

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi messo in votazione gli emendamenti soppressivi nn. 290, 291, 292, 293 che sono stati respinti.

Approvato invece il testo dell’articolo 1 e l’emendamento aggiuntivo n.553 presentato dalla Giunta regionale con il quale si stabilisce che i maggiori accertamenti effettuati, a seguito della restituzione alla Regione di risorse precedentemente assegnate e trasferite per l’attuazione di programmi comunitari e statali, sono riutilizzati per le medesime finalità. La Giunta su proposta degli assessori competenti, provvede all’iscrizione in entrata e in spesa.

Dopo l’articolo 1 l’Aula ha affrontato l’articolo 1 bis e l’on. Alessandra Zedda (FI) ha chiesto ai colleghi di sostenere l’emendamento 221 in vista di un ordine del giorno unitario. L’on. Michele Cossa (Riformatori) ha invece sollecitato il Consiglio regionale “a una battaglia congiunta sulle accise, visto che anche il governo Conte sembra risvegliarsi sul tema. Segnalo all’Aula anche il tema dei lavoratori intellettuali che potrebbero essere richiamati e invitati a vivere in Sardegna, grazie al favore delle nuove tecnologie. Su questo abbiamo  predisposto alcuni emendamenti”.

Sullo stesso punto, l’on. Paolo Truzzu (Fdi) ha sostenuto la necessità di “una visione strategica per il futuro della Sardegna, una visione che abbiamo inserito nei nostri emendamenti”. L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha esordito dicendo che “questo bilancio tra pochi mesi sarà gestito da un’altra maggioranza. Non dovete dimenticarlo. Dobbiamo vincere la scommessa delle accise perché è lì il nostro futuro”.

Per l’assessore Raffaele Paci “l’articolo 1 bis prevede una detrazione del reddito imponibile ai fine dell’addizione regionale Irpef di 200 euro per ogni figlio minorenne, a partire dal 2020 ci sarà una minore entrata di 25 milioni di euro e mi fa piacere che questa norma raccolga consenti anche dentro l‘opposizione. Accettiamo l’emendamento 284 dell’on. Paolo Truzzu che prevede una ulteriore detrazione per i figli disabili”. Il vicepresidente della Giunta ha poi aggiunto: “Il tema accise va presentato in modo adeguato, non possiamo attribuirci da soli le accise ma dobbiamo lavorare sulla localizzazione dei depositi, anche se riconosco che né questa giunta né la precedente sono riuscite a definire con il Governo nazionale il tema”.

Il testo dell’articolo 1 bis è stato approvato  e così l’emendamento 284 (Truzzu).

All’articolo 2 sono stati presentati emendamenti, sui quali si sono pronunciati il presidente Sabatini per la commissione Bilancio e la Giunta. L’assessore Raffaele Paci ha detto che “a legislazione vigente non sono dovuti allo Stato 285 milioni che invece lo Stato sta riconsiderando nella sua Finanziaria. Sia chiaro, ripeto: non sono dovuti e c’è il parere della Corte dei conti su questo”. L’on. Attilio Dedoni (Riformatori) ha annunciato: “L’assessore Raffaele Paci ci troverà a fianco in questa rivendicazione perché non ci sono governi amici e l’unità del Consiglio regionale è necessaria per questo. Ma avremmo dovuto fare questa battaglia cinque anni fa”.

Approvato l’emendamento 550 (disposizioni in materia di accantonamenti a carico della Regione) a firma della Giunta.

Respinti e decaduti gli altri emendamenti a firma dell’on. Paolo Zedda.

All’articolo 3 sono stati presentati emendamenti a partire dal 301 sino al 560.

Approvato l’emendamento 15 (Sabatini),  che prevede in via sperimentale 2 milioni di euro per il 2019 per la riqualificazione di immobili o aree di pregio compromessi delle zone interne della Sardegna. Approvato anche l’emendamento 554  (Giunta) per la regolarizzazione di chi occupa immobili con titolo scaduto o senza titolo che abbia un Isee non superiore al triplo della soglia richiesta per accedere alle graduatorie Erp.

Approvato l’emendamento 36 (Ruggeri, 10 mila euro per il trasporto scolastico a Solarussa), 144 (Cacciotto, 18 mila euro per il trasporto scolastico a Muros), 54 (Congiu, 400 mila euro per trasporto pubblico locale nel Marghine e nel Meilogu), 538 (2,5 milioni di euro per la valorizzazione dei centri storici), 539 (2,5 milioni di euro per le politiche territoriali), 516 (Agus, sui contratti di servizio), 554 (Cherchi, vendita a prezzo simbolico degli immobili di Area alle onlus già inquiline).

Approvato anche l’emendamento 545 (contributo per i sovracanoni idroelettrici), il 559 (Piscedda, 300 mila euro per l’associazione Enti locali per lo spettacolo), 589 (Piscedda, contributo ad Arpas per i piani di monitoraggio del rumore negli aeroporti sardi), 560 (Pietro Cocco, 25 mila per il monitoraggio ambientale a Sarroch).

Successivamente il Consiglio ha iniziato la discussione dell’art. 4.

Il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde, ha sottolineato che l’articolo in discussione contiene tematiche fondamentali per la Sardegna, come i trasporti che simbolicamente rappresentano il fallimento della Giunta, a cominciare dall’esempio Alghero dove ha partecipato un solo vettore e quindi non c’è di fatto concorrenza. Quanto alla Ct2, la copertura viene rinviata ad eventuali ed improbabili risparmi di spesa. Soffermandosi sugli stanziamenti previsti dalla finanziaria Marco Tedde ha criticato il ricorso a consulenze esterne su materie, a suo giudizio, di competenza della struttura regionale, e l’accantonamento del bando da 40 milioni sulla destagionalizzazione.

Il consigliere Giuseppe Meloni del Pd ha ricordato un episodio del 2011 in occasione di una manifestazione dell’aviazione civile quando l’assessore di allora, Christian Solinas, aveva criticato le politiche dirigistiche che ostacolavano il libero mercato in riferimento alla presenza del vettore low cost Ryanair, citazione che secondo Meloni basta a replicare alle argomentazioni del collega Tedde. Per cui, ha concluso, le colpe della situazione attuale vanno fatte risalire agli anni in cui governava il centro destra.

Il Consiglio ha poi approvato l’articolo il cui contenuto è stato integrato dai seguenti emendamenti: 260 (Sabatini) – 5 milioni al settore governo del territorio; 549 (Giunta) – 2 milioni al settore governo del territorio anche per le annualità 2019-2021; 17 (Sabatini) – transazione sul contenzioso Arst – Ministero Infrastrutture-Regione; 517 (Giunta) – 1.350.000 euro per il parco automezzi della protezione civile; 98 (Sabatini) 7 milioni al settore governo del territorio; 261 (Sabatini) – 430.000 per manutenzione di immobili della Regione a Lanusei; 532 (Giunta) – 40.000 per la rimozione della posidonia sul litorale di Alghero; 535 (Giunta) – 1.5 milioni per le annualità 2019-2021 per studi e progettazione dell’interconnessione dei bacini idrografici della Sardegna; 519 (Giunta) – costituzione di fondi immobiliari e partecipazione in fondi già esistenti, con il ricavato destinato al finanziamento di cultura, parchi, centri storici, zone interne e rurali; 20 (Meloni Valerio) – 150.000 per il potenziamento del trasporto pubblico locale nella tratta Aeroporto di Alghero – Santa Teresa di Gallura; 16 (Sabatini) – definizione contenzioso Arst; 73 (Meloni Giuseppe) – 200.000 all’Unione dei Comuni “Riviera di Gallura” a copertura di oneri del trasporto pubblico locale; 176 (Lai) – 500.000 per copertura oneri lista ad esaurimento degli “assuntori”; 596 (Sabatini) – proroga degli affidamenti dei servizi di trasporto pubblico locale fino ad un massimo di 24 mesi; 80 (Peru) – interventi di messa in sicurezza, riqualificazione e valorizzazione; 518 (Giunta) – 150.000 per esecuzione di attività di tutela del patrimonio boschivo nei Comuni Montani.

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Fare il punto sulla dimensione economica, sociale e demografica e sugli sviluppi futuri del fenomeno migratorio in Sardegna.  E’ l’obiettivo dell’incontro promosso dalla Regione in programma a Cagliari, venerdì 14 dicembre, con inizio alle 15.30, nella sala della Biblioteca regionale (viale Trieste, 137). Nell’occasione verrà presentato il Rapporto annuale sull’economia dell’Immigrazione in Italia. Interviene l’assessore degli Affari Generali, con delega sui flussi migratori, Filippo Spanu, che si soffermerà sulle caratteristiche del fenomeno migratorio nell’Isola e su ciò che la Regione sta facendo per favorire inclusione e integrazione.

In apertura dei lavori Chiara Troncin, responsabile della Fondazione Leone Moressa, presenta il Rapporto annuale sull’economia dell’immigrazione. A seguire la tavola rotonda, moderata dal giornalista del quotidiano “L’Unione Sarda” Giuseppe Meloni, a cui partecipano Renato Mason, direttore della CGIA di Mestre, Stefano Proverbio e Roberto Lancellotti, rispettivamente direttore emerito e ricercatore di Mc Kinsey & Company, Roberto Piras, docente di Economia Politica all’Università di Cagliari, Annalisa Camilli, giornalista che lavora a “Internazionale”, e Francesco Manca, responsabile Centro Studi Caritas diocesana di Cagliari. Le conclusioni sono affidate all’assessore Filippo Spanu.

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L’on. Daniela Forma (Pd), già prima firmataria di una mozione approvata dal Consiglio regionale lo scorso 29 maggio, interviene sul trasferimento del servizio idrico, fognario e di depurazione del sito industriale di Macomer e deposita una interrogazione indirizzata al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras.

«La Giunta regionale – ricorda Daniela Forma – ha autorizzato con propria deliberazione dell’8 agosto 2017 l’attivazione della procedura finalizzata al trasferimento in capo ad Abbanoa s.p.a. degli impianti idrici, fognari e di depurazione gestiti del Consorzio ZIR di Macomer in liquidazione e, successivamente, con il decreto presidenziale n. 85 del 2017 è stato approvato il Piano dei trasferimenti degli impianti e delle unità di personale individuate. Il subentro effettivo è stato inizialmente previsto per il 1° giugno 2018Sennonché – ricorda Daniela Forma – nel momento in cui le aziende insediate nelle aree di Tossilo e Bonu Trau hanno provato a capire quali sarebbero state per loro le ripercussioni di questo passaggio, hanno appreso che, a parità di servizio e consumi, gli importi da corrispondere alla società Abbanoa sarebbero quadruplicati rispetto a quelli pagati al Consorzio industriale di Macomer. Questo fatto ha comportato una sollevazione delle aziende di Macomer, per il tramite delle loro associazioni di categoria, e la conseguente presa in carico della questione da parte del Consiglio regionale che ha approvato la mozione n. 420 sottoscritta dai consiglieri regionali Daniela Forma, Pietro Cocco, Daniele Cocco, Busia, Zanchetta, Comandini, Cozzolino, Deriu, Gaia, Giuseppe Meloni, Valerio Meloni, Pinna, Piscedda e Solinas. Tale mozione ha impegnato la Giunta regionale, tra le altre cose, a convocare un apposito Tavolo Tecnico che coinvolgesse la Presidenza della Regione, l’assessorato regionale dell’Industria, la società Abbanoa Spa, l’EGAS Sardegna e gli enti locali interessati al fine di approfondire la problematica e verificare le possibilità di addivenire ad una soluzione che rendesse i costi del servizio idrico sostenibili per le aziende e in linea con quelli applicati dal gestore consortile. Proprio a seguito dell’indirizzo ricevuto dal Consiglio regionale, l’assessorato regionale dell’Industria, unitamente ad Abbanoa ed EGAS, ha differito il termine del trasferimento al 1° novembre 2018.»

«Arriviamo al mese di ottobre del 2018. L’assessorato regionale dell’Industria convoca il Tavolo tecnico previsto dalla mozione consiliare e – comunica Daniela Forma – appreso che EGAS sta lavorando alla proposizione di una tariffa specifica per le attività industriali, chiede un’ulteriore proroga del trasferimento del servizio idrico integrato per consentire la maturazione di un quadro tariffario che consentirebbe alle aziende insediate a Macomer di non vedersi quadruplicare le tariffe oltre che il raggiungimento di un importante risultato per tutte le attività industriali della nostra Regione. Poiché ad oggi non risulta  formale accettazione del percorso di mediazione proposto dalla Giunta regionale e anzi, qualche giorno fa, il Gestore Unico Abbanoa spa ha comunicato alle aziende insediate nell’area industriale di Tossilo e Bonu Trau di Macomer che il trasferimento della gestione del Servizio Idrico Integrato si è perfezionato dal 1° novembre, invitando tutti gli utenti che ancora non avessero provveduto a trasmettere i propri dati entro il 30 novembre per impostare il futuro rapporto contrattuale, pena l’interruzione della fornitura idrica e del collegamento alla rete fognaria, ho depositato una specifica interrogazione.»

L’interrogazione indirizzata al presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e all’assessore regionale dell’Industria, Maria Grazia Piras, chiede di sapere:

– come sia possibile che Abbanoa s.p.a. abbia comunicato agli utenti l’avvenuto perfezionamento del trasferimento del servizio idrico integrato dal Consorzio industriale di Macomer ad Abbanoa s.p.a. senza tener conto delle interlocuzioni istituzionali in corso e della richiesta di proroga formulata e reiterata da parte dell’assessorato regionale dell’Industria;

– che ruolo abbia avuto il Consorzio industriale di Macomer in liquidazione in questa partita, quale la collaborazione offerta all’assessorato regionale dell’Industria per assecondare il mandato ricevuto dal Consiglio regionale di addivenire ad una soluzione che tenesse conto delle esigenze delle aziende insediate;

– quali tariffe verranno applicate alle aziende insediate nelle aree industriali di Tossilo e Bonu Trau a far data dal 1° novembre 2018.

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Sono 1.453 gli iscritti alla piattaforma Rousseau del Movimento 5 Stelle che ieri hanno votato per scegliere chi sarà il loro candidato alla carica di governatore alle prossime elezioni regionali, in sostituzione dell’ex sindaco di Assemini Mario Puddu, che ha rinunciato alla candidatura dopo essere stato condannato ad un anno in primo grado per abuso d’ufficio, per una vicenda risalente al periodo in cui era sindaco.

I candidati al primo turno erano 26 ed i primi 5, dei quali non sono state rese note le preferenze, si contenderanno la candidatura a governatore del Movimento 5 Stelle nel secondo turno di ballottaggio. Considerato che gli altri 21 candidati, complessivamente, hanno ottenuto 376 preferenze, i cinque candidati più votati si sono suddivisi 1.077 preferenze. Ricordiamo che Mario Puddu, alle precedenti elezioni primarie, alle quali avevano votato 1.944 iscritti, aveva ottenuto 981 preferenze, il 50,46%, ed aveva preceduto Luca Piras (464), Marina Rita Monagheddu (285) e, infine, Anna Sulis (74), ricandidata e tra i cinque che si contenderanno la candidatura al ballottaggio.

Sul blog delle stelle sono stati resi noti i risultati del voto, con l’indicazione dei cinque più votati ammessi al ballottaggio, in ordine alfabetico: Marcello Cherchi, 52 anni, di Sassari; Francesco Desogus, 58 anni, di Sestu; Donato Forcillo, 31 anni, di Porto Torres; Gianluca Mandas, 38 anni, di Assemini; Anna Sulis, 56 anni, di Quartu Sant’Elena.

Di seguito, gli altri 21 candidati rimasti esclusi dal ballottaggio, in questo caso in ordine di preferenze:

Benedetto Pani, 56 preferenze; Salvatore Bussu, 47; Massimiliano Tronci 45; Antonio Pilloni 34; Emanuele Sias 22; Antonio Giovanni Riu 22; Gianfranco Massa 21; Gianluca Demontis 17; Roberto Pani 16; Maria Carmela Deidda, 14; Giuseppe Meloni 12; Tonino Bande 11; Giorgio Dessì 11; Michele Ortu, 10; Fabio Zoccheddu 9; Piergiorgio Vacca 6; Roberto Sanna 6; Ivano Botticini 6; Erminio Spanu 4; Pierluigi Lavra 4; Giovanni Maria Soro, 3.

 

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Il Consiglio regionale ha dato il via libera alla legge sull’inquadramento del personale dell’Agenzia Forestas.

La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la discussione degli articoli e degli emendamenti collegati al Testo unico sul nuovo contratto dell’Agenzia Forestas.

Aprendo la discussione dell’art. 1 Daniela Forma, del Pd, ha ribadito il suo dissenso rispetto al testo della commissione perché, fra l’altro, «appare slegato dalle attività esercitate dall’Agenzia, per cui ci saranno sicuramente grandi problemi di attuazione; inoltre, resta inalterato il problema dei semestrali con nuove disparità normative ed economiche, per cui auspico che con emendamenti che hanno ottenuto un certo consenso si possa migliorare il testo per renderlo più accettabile e meno iniquo».

Messo ai voti, l’articolo è stato approvato con 34 voti favorevoli ed 1 contrario.

Successivamente è iniziata la discussione dell’art. 2.

Esponendo il parere della Giunta sugli emendamenti l’assessore degli Affari generali Filippo Spanu ha ricordato che, già in sede di discussione generale, «è stata evidenziata la necessità di affrontare il problema in modo pragmatico con un contratto pubblico inserito nella 31 per poi affrontare la questione dei lavoratori a tempo determinato per ridurre al massimo le incertezze di questa aliquota del personale». Filippo Spanu ha poi ribadito l’appello rivolto all’Aula ed anche all’esterno «per soluzioni che, fermo restando l’obiettivo generale, togliessero incertezze contrattuali, organizzative e finanziarie su un contratto che, di fatto, riguarda la metà dei dipendenti del sistema Regione». Per queste ragioni, ha aggiunto, «abbiamo favorito emendamenti mirati, anche se non proposti direttamente dalla Giunta, superando la logica maggioranza-opposizione». In definitiva, ha concluso Filippo Spanu, «su questo articolo che è il cuore del testo, stiamo cercando di restare all’interno della 31 facendo chiarezza sulla specificità di questi lavoratori, perché inserirli tutti insieme dentro un contratto di impianto amministrativo significa determinare poi problemi di attuazione, di rappresentatività nell’ambito dello stesso contratto, di impatto finanziario: siamo dunque favorevoli all’emendamento 10/28 ed al 4, mentre per il resto ci rimettiamo all’Aula».

Il presidente della commissione Autonomia e personale Francesco Agus ha sottolineato che «come commissione abbiamo sempre osservato il principio della delegificazione perché troppo invasivo e, in particolare, perché le leggi statali lasciano ampi spazi alla contrattazione e le norme regionali sono troppo farraginose». I vincoli sono stati ridotti per quanto possibile, ha concluso Francesco Agus, annunciando un emendamento orale all’articolo cambiando una definizione da adeguata a coerente».

Il consigliere Antonio Solinas (Pd) ha ripercorso l’attività sempre più intensa dei giorni scorsi per migliorare testo evitando contrapposizioni anche se, ha lamentato, «un certo clima ricorda tempi ormai superati con la diffusione di manifesti necrologici di contenuto fuori luogo che non mostrano volontà costruttiva ma solo la cura di interessi particolari». Antonio Solinas ha poi confermato le sue numerose perplessità di fronte all’ipotesi prospettata dalla Giunta nella quale, ha sostenuto, «prevale una visione burocratica inserendo nella 31 Forestas che dovrebbe essere invece uno strumento agile e dinamico». Ora, ha avvertito, «siamo ad un bivio: inserire il personale nella 31 o ipotizzare un contratto pubblico di comparto, e la differenza sta nel collocarli all’interno del ruolo unico del sistema Regione nel primo caso e, nell’altro, delineare una contrattazione a parte». Penso che per Forestas, ha concluso, «sia molto meglio la seconda ipotesi, anche se molti sindacati e molti consiglieri la rifiutano e forse ora non c’è più tempo, per cui comunque ritengo necessario fare un ulteriore sforzo per non lasciare nessuno indietro».

La capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda ha espresso la volontà del suo gruppo di aderire alla proposta del presidente della commissione Francesco Agus.

Successivamente il Consiglio ha approvato con 46 voti favorevoli e 2 contrari l’emendamento n. 10 (Agus e più) che prevede l’avvio della contrattazione entro il 31 dicembre del 2018. Il testo è stato integrato dall’emendamento orale proposto dallo stesso Francesco Agus. Subito dopo il voto favorevole al testo dell’articolo (44 favorevoli, 1 contrario) che, fra l’altro, ha determinato la decadenza dell’emendamento n. 4 su cui aveva espresso parere favorevole la Giunta che prevedeva l’istituzione di “una area di contrattazione separata” all’interno del sistema Regione.

Approvati gli articoli 3 e 4, l’Aula è passata all’articolo 5 e ai relativi emendamenti.

L’on. Daniela Forma (Pd) ha insistito «sulle perplessità del passaggio contrattuale alla legge 31 dei 4.200 dipendenti assunti a tempo indeterminato. Ritengo che ci saranno notevoli difficoltà nel processo di stabilizzazione dei dipendenti a tempo indeterminato. Ho molti dubbi su questa procedura, assai diversa per modalità rispetto a quella che era stata indicata dalla Prima commissione. Non so più a che santo appellarmi, l’Aula ha imboccato una via senza uscita».

Per il presidente della commissione Bilancio, on. Franco Sabatini, «non è possibile che si faccia confusione e si inventino le cose. E’ inaccettabile che ci siano ancora semestrali: devono essere stabilizzati con contratto semestrale come già abbiamo fatto per l’Ente foreste. Ma questa legge, con l’articolo 5 modificato integralmente dall’emendamento 8, mette in sicurezza gli operai forestali che non corrono più nessun rischio rispetto alla stabilizzazione. Basta con le ipotesi e le paure. Il governo centrale deve darci, in deroga, la possibilità di stabilizzare tutti i semestrali evitando così allo Stato di pagare per sei mesi l’indennità di disoccupazione».

Per il Pds ha preso la parola l’on. Gianfranco Congiu, secondo cui «si potrebbe incorrere in un vizio di compilazione della norma. Per questo annuncio un emendamento orale all’articolo 8 per sostituire con “dipendenti con il rapporto a tempo determinato” la formula “dipendenti con rapporto semestrale».

L’on. Francesco Agus (Campo progressista) ha presentato un altro emendamento orale all’emendamento 8 mentre l’on. Paolo Truzzu (Fdi) ha detto di aver presentato l’emendamento 9 proprio «con lo scopo di evitare i problemi segnalati poco fa dall’on. Gianfranco Congiu».

Per l’on. Daniele Cocco (Art. 1 – Mdp) «bisogna stare attenti a non confondere le tipologie dei lavoratori e definire chi è il lavoratore trimestrale. Altrimenti tutto il lavoro svolto non serve a nulla».

Il presidente Gianfranco Ganau ha ritenuto opportuno sospendere i lavori dell’Aula per un approfondimento sulle perplessità manifestate dall’on. Cocco.

Alla ripresa, l’on. Gianfranco Congiu (Pds) ha spiegato che l’intento che si era proposto “può essere soddisfatto anche con un ordine del giorno. Dunque, ritiro l’emendamento orale”.

Respinto l’emendamento 24, ritirati i 34 e 35.

Sull’emendamento 8 (personale assunto a tempo determinato) ha preso la parola il presentatore, on. Antonio Solinas, che ha detto: “Una volta che saranno stabilizzati i 1300 lavoratori vedremo se sarà necessario procedere ad altre ulteriori stabilizzazioni”.

Tutti i gruppi politici hanno dichiarato di condividere l’emendamento 8, che è stato approvato all’unanimità. L’emendamento 8 prevede che “per il personale dipendente a tempo determinato in regime di tempo parziale il transito nel nuovo inquadramento avviene a seguito della definizione del processo di stabilizzazione. Al fine di superare il precariato e valorizzare la professionalità acquisita

Sull’articolo 6 ha preso la parola l’on. Daniela Forma (Pd), che ha illustrato l’emendamento 27, soppressivo dell’articolo 6. Anche l’on. Francesco Agus (Campo progressista) è intervenuto come primo firmatario dell’emendamento 36 e ha detto: «Sarà la contrattazione a definire le categorie all’interno del contratto regionale e stiamo prevedendo oneri finanziari per 9 milioni di euro per via di una simulazione ma sappiamo che quella somma andrà in diminuzione. Non si tratta, dunque, di un costo certo, che sarà chiaro solo al termine della contrattazione».

Per l’on. Roberto Deriu «in quest’Aula più che alla post-verità siamo alla pre-verità e siamo ormai anche ai preconcetti. Si confondono con partigianeria le possibilità con le probabilità e si sono fatti esercizi numerici in libertà per influenzare il corso di questa legge. Noi ci basiamo con prudenza su valutazioni accertate, come ha ribadito il presidente Francesco Agus. Questa è una legge anti populista e anti demagogica: è falso che si dilati la spesa pubblica e il futuro si incaricherà di dimostrare anche questo. Questa riforma, questa buona legge è compatibile con la finanza regionale».

«Il buon lavoro del Consiglio regionale va premiato con un applauso visto che il Consiglio si è dovuto sostituire alla giunta regionale per scrivere questa riforma», ha detto l’on. Mario Floris (Udc). «Con la prima repubblica i provvedimenti che entravano in Consiglio regionale erano pressoché perfetti perché erano già passati alla concertazione con le parti sociali. Oggi non è proprio così e mi meraviglia che l’assessore dica che vuole migliorare un testo di cui dice di non condividere la sostanza. La stabilizzazione è una medaglia che i partiti politici tradizionali si devono mettere».

Il presidente del Consiglio ha dato la parola a Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp), che rivolgendosi alla collega Daniela Forma (Pd) ha affermato che il suo intervento “è in contrasto con quanto detto precedentemente”. E ha aggiunto: «Quando si tratta di dipendenti noi vogliamo che questo Consiglio sia unito, quando ci sono dei miglioramenti della situazione contrattuale dei dipendenti, soprattutto per quelli lasciati indietro nel corso degli anni, noi siamo favorevoli». Eugenio Lai ha poi proseguito: «L’efficienza dell’agenzia Forestas merita più rispetto e quindi fossero anche 15 milioni di euro, questo il Consiglio ha il dovere di recuperarli” e “voterò l’aumento di spesa di 9 milioni di euro».

Giorgio Oppi (Udc), dichiarando il suo voto favorevole, ha affermato che le osservazioni dei colleghi Roberto Deriu e Franco Sabatini hanno centrato perfettamente il problema. «Credo che con questo provvedimento stiamo rendendo giustizia ai lavoratori. E  credo che, anche se i nostri nemici dicono che abbiamo troppi dipendenti, l’inserimento dei semestrali darà lustro all’agenzia».

Piermario Manca (Pds) ha espresso dubbi sull’emendamento 36, presentato all’ultimo minuto, in quanto si stanno destinando i 9 milioni di euro, già previsti  per il funzionamento di Forestas, agli stipendi dei dipendenti. Piermario Manca ha chiesto chiarimenti al presidente della Commissione.

Pietro Cocco (Pd) ha ricordato che era necessario modificare un contratto che non è più adeguato ai tempi e alla trasformazione dell’ente Foreste in agenzia Forestas. Cocco, rivolgendosi al consigliere Mario Floris, ha ricordato che «è vero che è un problema vecchio di cui però nessuno si è mai occupato». Cocco ha poi evidenziato che, nonostante la Giunta abbia una sua posizione, non ha votato contro ma si è rimessa all’Aula. «E’ un atteggiamento di rispetto nei confronti del Consiglio».

Daniele Cocco (capogruppo Art. 1 – Sdp), ha concluso gli interventi dei capigruppo ribadendo il convinto sostegno al provvedimento evidenziandone le ricadute positive per i dipendenti e le comunità sarde. L’esponente della maggioranza ha ringraziato dunque l’assessore per “essersi rimesso alla volontà dell’Aula” ed il relatore di maggioranza “per la coerenza di comportamento dimostrata”.

Posto in votazione, l’Aula non ha quindi approvato l’emendamento n. 27 ed ha dato il via libera all’emendamento sostitutivo totale n. 36 (Agus e più)  che stabilisce che “a decorrere dal 2019 una quota di 9.349.000 annui delle risorse trasferite a Forestas è destinata a fare fronte agli oneri dell’attuazione dell’articolo 2 della legge”.

Invitato dal presidente Gianfranco Ganau, il segretario d’Aula, Gianni Lampis (FdI), ha dato lettura dell’ordine del giorno collegato alla legge, primo firmatario il consigliere Stefano Coinu (FI) che impegna la Giunta a far sì che “il personale, incluso quello semestrale che a seguito di pensionamento o di altre cause che ne determino la cessazione dal lavoro, viene reintegrato dall’agenzia attraverso le procedure selettive previste dalla legge per la categoria degli operai, in un numero pari a quello cessato dal servizio attraverso la predisposizione di un piano triennale di assunzioni. L’agenzia provvede al reintegro tenendo conto delle mansioni mancanti e dal numero di ettari conferiti dai Comuni in ogni complesso forestale”. 

 L’assessore del personale, Filippo Spanu, ha espresso un sostanziale parere favorevole evidenziando che in realtà l’ordine del giorno tratta il tema del cosiddetto turnover che – ha ricordato l’assessore – potrà essere garantito nell’ambito degli spazi assunzionali concessi alla regione sarda.

A favore dell’ordine del giorno si sono espressi il consigliere Stefano Coinu (Fi) e il relatore Giuseppe Meloni (Pd) mentre perplessità sono state espresse da Alessandro Collu (Pd). Posto in votazione l’ordine del giorno è stato approvato e sono incominciate le dichiarazioni di voto sull’intero provvedimento.

A favore Luigi Crisponi (Riformatori) che ha evidenziato la spaccatura interna alla maggioranza e quella con la Giunta, mentre Oscar Cherchi (Fi) dichiarandosi a favori ha parlato di “giustizia fatta” ed ha sottolineato “la sconfitta della Giunta del centrosinistra”. Favorevole anche il consigliere di CP-Misto, Francesco Agus («perché si conclude un lavoro con un accordo virtuoso che risolve un problema sentito e conclamato»). Convintamente a favore anche il consigliere dei Riformatori, Alfonso Marras, («finalmente arriva il riconoscimento per l’operato di oltre 5.000 lavoratori al servizio delle nostre comunità»)e il capogruppo Psd’Az, Gaetano Ledda («un plauso alla maggioranza e alla minoranza e a tutti i dipendenti Forestas che oggi entrano a far parte del sistema regione»).

Voto di astensione è stato invece preannunciato dalla consigliera del Pd, Rossella Pinna («non siamo riusciti a rimettere sul binario giusto la norma e mi rammarica il fatto  che non sia stata trovata una sintesi in maggioranza per dare a dipendenti Forestas una soluzione concertata e non una prospettiva incerta come è quella del ricorso alla legge 31 per il loro inquadramento»).

Favorevole anche Giovanni Satta, Psd’Az («a contrarietà della giunta c’è solo perché non vuole fare torto ai sindacati confederali»); Marco Tedde, Fi («ma gli applausi sono fuori luogo perché la legge passa per il senso di responsabilità e l’impegno mostrato dell’opposizione») e Piermario Manca (Pds) seppur con i dubbi sulle coperture finanziarie dell’emendamento n. 36.

A favore Gianluigi Rubiu (FdI) che ha evidenziato il ruolo delle opposizioni e denunciato “la pesante sconfitta della Giunta”.

Critico il giudizio di Gigi Ruggeri (Pd) che ha espresso dubbi sulla necessità di stipulare un nuovo contratto ai dipendenti per restituire efficienza all’Agenzia Forestas. «Ci sarà invece un’amplificazione di costi – ha detto Gigi Ruggeri – verrà raddoppiata la consistenza del personale che riportiamo in ambito di contrattazione pubblica. Stiamo dicendo al personale a tempo indeterminato che per loro non ci sarà più posto».

Voto favorevole ha invece annunciato Edoardo Tocco (Forza Italia): «L’Aula dà un segnale importante all’Agenzia che non aveva ancora una piena identità. Da oggi i lavoratori hanno una certezza per il loro futuro. Il Consiglio ha fatto un buon lavoro, l’opposizione non ha ostacolato nessuno».

Sulla stessa lunghezza d’onda il collega Antonello Peru (Forza Italia) che ha espresso soddisfazione per il grande lavoro svolto: «E’ merito della maggioranza ma un plauso speciale va alla minoranza per l’impegno dimostrato – ha detto Antonello Peru – da oggi i dipendenti Forestas sono figli della stessa madre e dello stesso padre. Oggi non ci sono vincitori né vinti, ha solo prevalso il buonsenso. Questa riforma ha un grande obiettivo e ne siamo tutti orgogliosi. La motivazione professionale dei dipendenti determinerà più efficacia nei servizi».

Soddisfatto anche il capogruppo dei Cristiani Popolari Socialisti Pierfranco Zanchetta: «Abbiamo fatto il nostro dovere di legislatori – ha detto – è ingeneroso l’attacco fatto all’assessore Spano che invece si è rimesso al volere dell’Aula. Questa è una legge che esprime la volontà del Consiglio. Oggi si ridà speranza ai lavoratori e una prospettiva importante all’Agenzia Forestas che, per me, è la nostra Guardia nazionale».

Paolo Truzzu, capogruppo FdI ha ringraziato l’on. Daniela Forma (Pd) e tutti i colleghi che hanno manifestato dubbi: «Ci hanno aiutato a scrivere una legge migliore. Dal dubbio nasce la saggezza. Con questa legge si pone rimedio a un errore. Quando fu costituito l’Ente Foreste c’era già la volontà di inserire i dipendenti nella legge 31. Noi lo avevamo già richiesto in questa legislatura. Oggi non facciamo altro che rispettare quelle volontà». Due, secondo Paolo Truzzu, i fatti politici rilevanti: «La legge è figlia della minoranza Senza di noi, viste le divisioni interne alla maggioranza, non sarebbe passata. Altro elemento: è una vittoria del Consiglio che per una volta ha avuto uno scatto d’orgoglio ed è riuscito a imporre una sua scelta all’esecutivo».

Convintamente favorevole si è dichiarato anche Paolo Zedda (Art. 1 – Mdp): «La legge dà attuazione a una nostra competenza primaria – ha affermato – portiamo all’interno del comparto unico di contrattazione il personale di Forestas. L’ordinamento precedente non funzionava, abbiamo corretto un’anomalia».

Antonio Solinas (Pd) ha invece dichiarato la propria astensione ribadendo i dubbi manifestati nel corso del dibattito: «Spero che l’on. Roberto Deriu, che ha parlato di scelte demagogiche, non si riferisse a me. C’è massima serietà nel lavoro fatto. I dubbi c’erano e chi voleva fare la legge in fretta lo ha capito. Mettiamo tutto nella “31” ma questa legge dovrà essere modificata e adeguata. non prendiamoci in giro: i costi saranno superiori e dovranno essere reperiti dal bilancio regionale. Cosa farà Forestas quando i dipendenti non potranno essere dichiarati idonei per la campagna antincendi ai sensi della 31? Oggi quando piove gli operai vengono messi in cassa integrazione, cosa succederà domani? Pagherà Forestas?».

Il capogruppo di Art. 1 – Mdp Daniele Cocco, nel difendere la legge, si è rivolto ai consiglieri di minoranza Paolo Truzzu e Marco Tedde: «Con in numeri non ci azzeccate. La maggioranza può approvare il provvedimento da sola. Questa legge non ha padrini, sono contento di averla fatta perché so quanto ci è costata. Sono orgoglioso e contento di esserci riuscito». Rivolto all’on. Antonio Solinas (Pd), Daniele Cocco ha poi detto: «Antonio Solinas ha parlato di cassa integrazione: finalmente non ci saranno operai mandati a casa e altri mantenuti al lavoro. Confido tantissimo nell’assessore che avrà adesso il compito di entrare nella fase contrattuale».

Giudizio positivo anche da parte di Eugenio Lai (Art. 1 – Mdp): «Abbiamo migliorato una situazione dando una prospettiva ai 6000 dipendenti. L’Ente Foreste era in default. E’ stata questa maggioranza a pagare gli oneri professionali e a riprendere il percorso delle stabilizzazioni. La Giunta Cappellacci non lo ha fatto. Sentir dire che tutto quanto dipende dalla minoranza mi lascia basito. Noi abbiamo i numeri per approvarla da soli. Questa discussione ha fatto chiarezza: la legge che andiamo ad approvare è un altro tassello per sconfiggere il precariato in questa Regione».

A Lai ha replicato Giuseppe Fasolino (Forza Italia): «Peccato, ci eravamo quasi riusciti, poteva essere una pagina positiva della politica regionale. Noi politici siamo spesso additati per aspetti negativi, oggi abbiamo l’opportunità di dare un messaggio importante. Il Consiglio, al di la delle casacche, ha capito di poter fare una legge migliore. Possiamo essere esempio di buona politica. Prendiamoci entrambi i meriti andando oltre i colori e le appartenenze».

Giuseppe Meloni (Pd), dopo aver annunciato il suo voto favorevole ha rimarcato il suo ruolo di relatore unico: « Non è un caso, in Commissione ci si è resi conto che la legge non poteva avere colori ma aveva l’obiettivo di andare incontro alle esigenze dei dipendenti di Forestas. E’ un errore individuare vincitori. Gli unici vincitori sono i lavoratori. La strada sarà lunga ma si è messo rimedio a una situazione che così non poteva andare avanti».

L’assessore al Personale Filippo Spanu ha difeso l’azione dell’esecutivo: «La nostra presenza in Consiglio non è stata formale. E’ stato un dibattito pubblico, giocato prima in Commissione e poi in Aula – ha detto Filippo Spanu – abbiamo mantenuto rapporti trasparenti con tutti gli attori, sintomo importante di una cultura di Governo. La cultura di questa Giunta è basata sulla concertazione, proprio per questo, visto che non c’era un risultato condiviso, pensavamo si potesse fare meglio. Abbiamo cercato di migliorare la legge anche quando il Consiglio ha preso l’iniziativa. La politica si fa con la costruzione faticosa delle idee. La concertazione non ha portato al risultato sperato ma ci siamo confrontati in Consiglio cercando di affrontare tutte le questioni di Forestas nel miglior modo possibile. Ci sono ancora incertezza normative, contrattuali e di tempi, cercheremo di risolverle».

Secondo Stefano Coinu (Forza Italia) non esistono buoni e cattivi: «Ci sono persone che fanno delle scelte e per questo verranno giudicate. Dissento da Gianfranco Congiu: oggi non si scrive una pagina normale ma eccezionale. Non vorrei che venisse rovinato tutto. C’è una cronistoria, gli atti lo dimostrano. In ogni caso occorre recuperare il senso vero della politica».

Per Angelo Carta (Psd’Az)  poter parlare di persone che non stanno perdendo il lavoro è una fortuna: «Parliamo di un’azienda che non è in crisi e di persone che non rischiano il posto. Questo ci ha consentito di discutere in modo franco e di dissentire. Resta un punto: i lavoratori semestrali che con questa legge stiamo tentando di tutelare con un sistema binario. Deve esserci la consapevolezza che servirà un duro lavoro per poterli tutelare al meglio dal punto di vista contrattuale».

Franco Sabatini (Pd), dopo aver annunciato il suo voto favorevole, ha rivolto un monito all’Aula: «Non capisco il teatrino della politica: davvero pensiamo che quello che diciamo condizionerà il voto alle prossime elezioni regionali? I cittadini ragionano ed esprimono il voto in piena libertà – ha affermato Franco Sabatini – non capisco l’attacco alla Giunta. Il Consiglio ha fatto la legge di riforma che ha allargato le competenze dell’Agenzia Forestas. Abbiamo fatte 450 stabilizzazioni, un grande risultato seppur non definitivo. Avevamo 42 milioni di buco sul Tfr. Giunta e Consiglio hanno fatto un buon lavoro».

Daniela Forma (PD) ha ribadito che si tratta di una legge non solo sbagliata ma anche demagogica. «Ci siamo fatti trascinare dal popolo – ha detto – perdendo una grande occasione. Con l’approvazione di questa legge non si avrà un miglioramento contrattuale ma solo un inquadramento sbagliato per i dipendenti con conseguente difficoltà nell’applicabilità del provvedimento. La consigliera ha annunciato il voto contrario.

Attilio Dedoni (Riformatori sardi) ha annunciato il voto favorevole alla legge. «Oggi siamo finalmente alla fine di questa grande battaglia – ha sottolineato – e siamo rimasti fedeli ai nostri valori e principi. Speriamo che i futuri amministratori abbiano maggiore sensibilità nei confronti dei lavoratori».

Per Gianfranco Congiu (Partito dei sardi) oggi il Consiglio ha solo rimesso le cose al loro posto. «Per questo meglio tacere: abbiamo rifatto quello che doveva essere fatto 20 anni fa. Sono lieto – ha concluso – di aver dato il mio contributo».

Pietro Cocco (PD) ha ricordato che quello di oggi è la conclusione di un percorso nato 10 anni fa. «Era necessario trovare strumenti nuovi anche dal punto di vista contrattuale e lo abbiamo fatto. Oggi non esistono né vincitori né vinti. L’Agenzia Forestas ha sempre avuto il massimo impegno da parte del Consiglio regionale. Oggi l’attenzione è sempre sui “semestrali” su cui occorre vigilare».

Alessandra Zedda (FI), annunciando il voto a favore, ha detto: «Meglio tardi che mai. Con il nostro voto diamo dignità al personale e rispettiamo gli uomini e le donne che difendono la nostra Sardegna». La capogruppo di Forza Italia ha detto di avere grande rispetto, pur non condividendo le loro posizioni, nei confronti dei colleghi Daniela Forma, Antonio Solinas e dell’assessore degli Affari generali Filippo Spanu che sono stati i più critici nei confronti del provvedimento.

La legge è stata approvata (votanti 43, sì 41, 2 contrari) tra gli applausi del pubblico.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiuso la seduta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

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La commissione Trasporti presieduta da Antonio Solinas (Pd) ha proseguito il ciclo di audizioni sulle problematiche del trasporto pubblico locale ascoltando l’Anav, l’associazione di cui fanno parte i 52 aziende del trasporto su gomma (con 500 dipendenti), che rappresentano il 20% del mercato regionale.

Nella sua relazione il presidente di Anav Matteo Baire ha affermato fra l’altro che «la categoria è pienamente consapevole della necessità di tutelare il sistema regionale di trasporto nel suo complesso, evitando il ricorso a gare che aprirebbero la strada a multinazionali del settore senza garanzie sulla qualità del servizio».

«Da questo punto di vista – ha aggiunto – la normativa regionale, nazionale ed europea di riferimento offre soluzioni alternative, delle quali abbiamo affidato lo studio al prof. Pasquale Landi che ci ha fornito un articolato parere pro veritate.»

Secondo lo schema prospettato dal giurista, fondato sull’analisi della legislazione vigente (principalmente il Regolamento europeo 1370/2007, il Dlgs 175/2016 e la stessa legge regionale 21/2005 con cui l’Arst è stata trasformata in Spa) sarebbe possibile la costituzione di una società mista pubblico-privata con un rapporto azionario di 70-30% in possesso di tutti i requisiti per l’affidamento del servizio in house, attraverso una semplice delibera di Giunta.

Per l’Anav sarebbe la soluzione preferibile perché valorizzerebbe il ruolo del socio privato, sia pure di minoranza, in termini di conoscenza del territorio, rapporti con le comunità locali e capacità gestionali, oltre che per la tempistica. In campo anche una seconda soluzione, con l’affidamento alla sola Arst Spa, che poi potrebbe affidare singole tratte ad operatori privati, come già sta facendo, anche se in quest’ultimo caso sarebbe inevitabile la competizione interna al sistema regionale dei 52 operatori.

Nelle conclusioni, il presidente della commissione Antonio Solinas ha espresso riserve sulla possibilità di affidamento del servizio con un atto amministrativo «anche perché – ha ricordato – nel trasporto pubblico locale operano aziende di cui sono proprietarie gli Enti locali. Certamente c’è la volontà comune di mettere in sicurezza tutto il sistema sardo per evitare lo sbarco delle multinazionali e, nello stesso tempo, assicurare ai sardi un servizio di qualità prestando molta attenzione soprattutto alle zone interne della Sardegna, dove ora non è certo soddisfacente». «Le valutazioni da fare sono molte e la scadenza del dicembre 2019 quando entrerà in vigore il nuovo regime è sempre più vicina – ha concluso Antonio Solinas – comunque sentiremo nuovamente l’assessore ed i portatori di interesse per sottoporre quanto prima al Consiglio una proposta definitiva».

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Alessandro Collu e Giuseppe Meloni del Pd, Oscar Cherchi di Forza Italia e Francesco Agus del gruppo Misto.

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«L’Arst è un grande operatore del trasporto pubblico locale (soprattutto extra urbano) ed una delle aziende più efficienti d’Italia ma ha bisogno di investimenti per migliorare la qualità di un servizio fondamentale per la Sardegna.»

Lo ha dichiarato l’amministratore unico di Arst Chicco Porcu alla commissione Trasporti, presieduta da Antonio Solinas (Pd) che ha dedicato una seduta alle problematiche del trasporto pubblico locale.

Nella sua relazione, Chicco Porcu ha sottolineato fra l’altro che «la principale emergenza dell’azienda è quella di rinnovare il parco-mezzi, che ha una età media di circa 13 anni: ci vorrebbero 100 bus nuovi all’anno ma attualmente possiamo contare su 100 mezzi ogni 10 anni ed è davvero troppo poco». L’amministratore di Arst ha quindi prospettato alla commissione la possibilità di dare corso ad una articolata operazione finanziaria attraverso la quale l’azienda, rivolgendosi al mercato del credito, anticiperebbe i 125 milioni necessari al rinnovamento della flotta, recuperandoli nel tempo tramite l’accesso ai fondi Fsc per i quali gli assessorati dei Trasporti e della Programmazione hanno già dato la loro disponibilità. «Il problema – ha spiegato Chicco Porcu – resta quello di fare presto, perché le gare richiedono un tempo medio di 18/24 mesi e le forniture dei bus altrettanto, ma noi abbiamo bisogno della nuova flotta subito per dare una risposta ai circa 70.000 utenti giornalieri che hanno diritto ad un buon servizio».

«Dal punto di vista finanziario – ha messo in evidenza Chicco Porcu – abbiamo una situazione complessa perché, pur avendo fatto un grande sforzo per ottimizzare le risorse disponibili, lavoriamo sottocosto con perdite crescenti (la voce più critica è quella del trasporto extraurbano su gomma), dai 6 milioni del 2017 ai 15 previsti per il 2018; è un tema non più rinviabile perché appena il 20% dei nostri costi è coperto dai biglietti. Chiediamo quindi al Consiglio regionale di intervenire già dal prossimo assestamento di bilancio, in modo da poter guardare al futuro con una prospettiva nuova che metta al centro la nostra missione al servizio della Sardegna.»

«Per questo – ha ricordato l’amministratore di Arst – sempre nell’ottica di rendere più efficiente la nostra organizzazione, abbiamo deciso di dare in sub-appalto alcune linee in aree marginali della Sardegna che potranno essere servite da mezzi di piccole dimensioni, e di accompagnare alla pensione 30 dipendenti favorendo l’ingresso di 80 nuove unità, soprattutto giovani. L’ultima parte della relazione dell’amministratore dell’Arst è stata dedicata agli scenari futuri del trasporto locale perché, a partire dal dicembre del 2019, il settore dovrà adeguarsi alla nuova normativa europea che prevede una nuova disciplina del servizio fondata sui principi dell’efficienza e della concorrenza.»

Sul punto Chicco Porcu, che ha consegnato alla commissione uno studio giuridico predisposto dall’azienda, ha dichiarato che «in Italia non esiste un vero e proprio mercato del trasporto pubblico locale, come hanno dimostrato i risultati di una privatizzazione spinta iniziata a partire dagli anni ‘90». «La stessa normativa europea (il Regolamento 1370 del 2007) – ha poi ricordato – consente alle autorità competenti una scelta discrezionale sulle modalità di affidamento del servizio e tratta le gestioni in house alla stregua dei contratti stipulati attraverso procedure ad evidenza pubblica. La Regione – ha concluso Chicco Porcu – si trova perciò davanti ad un bivio: privatizzare tutto o puntare al rafforzamento di una società pubblica che sta sul territorio, ne conosce le specificità, sa trovare le migliori sinergie con le altre componenti del sistema pubblico.»

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Alessandro Collu, Valerio Meloni, Cesare Moriconi e Giuseppe Meloni del Pd, Eugenio Lai e Paolo Zedda di Art.1-Sdp e Gian Filippo Sechi dell’Udc.

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Il Consiglio regionale, in seduta statutaria, si è riunito sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. All’attenzione dell’Aula, un solo punto dell’ordine del giorno: la mozione n. 452 sulle criticità del sistema dei trasporti aerei e marittimi, con particolare riferimento alla situazione del vettore Air Italy e della Tirrenia.

Dopo le formalità di rito, ha preso la parola Giovanni Satta (Psd’Az), primo firmatario del documento sottoscritto da 30 consiglieri di maggioranza e opposizione.

Giovanni Satta, in premessa, ha invitato l’intero Consiglio a concentrarsi, per una volta, sull’oggetto della mozione, evitando riferimenti alle responsabilità del passato: «Il problema dei trasporti è vissuto in maniera forte dalla popolazione sarda e dagli operatori economici – ha detto Giovanni Satta – cerchiamo di trovare insieme delle soluzioni concrete».

L’esponente del Psd’Az si è quindi concentrato sulla situazione dei trasporti marittimi e sulla decisione della Cin-Tirrenia di trasferire la propria sede a Milano: «Una decisione giustificata, secondo la compagnia marittima, dalla necessità di procedere a una fusione. Una scusa che non trova nessuna legittimazione giuridica – detto Giovanni Satta – io non ci credo. La Sardegna ha subito la vendita della Tirrenia, società che continua a ricevere finanziamenti pubblici, mai nessuno da questi banchi ha chiesto di impugnare quella convenzione. L’accordo scadrà nel 2020. E’ nostro dovere lavorare per una rimodulazione della convenzione. Tirrenia quest’estate ha operato una politica dei prezzi devastante per la Sardegna. Tutto questo senza controlli e verifiche sulla qualità dei servizi».

Il primo firmatario della mozione ha poi affrontato la situazione di Air Italy che «a giugno ha deciso di trasferire 51 lavoratori da Olbia a Milano-Malpensa. «Il vettore aereo ha deciso di spostare il suo cervello operativo in Lombardia. Ciò causerebbe un ulteriore impoverimento della Sardegna e in particolare della Gallura – ha affermato Giovanni Satta – preoccupa il fatto che questa società, che aveva firmato un accordo di programma nel 2016, decida di lasciare l’Isola. Tutto il personale che si occupa della gestione dei voli opererà a Milano. Ciò significa che anche le future assunzioni saranno destinate a Milano».

Secondo il consigliere di minoranza, la decisione di Air Italy «è uno schiaffo alla Sardegna, abbiamo il dovere di intervenire. Una società privata può fare le proprie scelte, lo ha fatto anche la Fiat, però Air Italy appartiene ad un’altra società che ha interessi in Sardegna, il Qatar ha firmato diversi accordi che ora occorre rimettere in discussione. Abbiamo appoggiato la nascita del Mater Olbia ma oggi si potrebbe chiedere, visto che la Regione investe 60 milioni di euro, che i lavoratori di Air Italy trasferiti a Milano vengano trattenuti in Sardegna».

Da Giovanni Satta, infine, è arrivata una richiesta precisa alla Giunta: «Occorre costituire un tavolo tecnico che coinvolga il Governo per aprire un dialogo diplomatico che consenta di arrivare a una soluzione per assicurare il mantenimento della base operativa di Air Italy in Sardegna – ha concluso il primo firmatario della mozione – l’assessore  ai trasporti Carlo Careddu ha grande valore morale e preparazione adeguata per affrontare il problema, noi faremo la nostra parte».

E’ poi intervenuto il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi che ha subito sottolineato le criticità del sistema di trasporti aerei: «La mozione arriva in aula alla fine di una stagione turistica non esaltante e a pochi giorni dal deposito delle firme per il riconoscimento dello svantaggio dell’insularità – ha detto Luigi Crisponi – i dati Assaeroporti forniscono un quadro non esaltante: da gennaio ad agosto il numero degli utenti nazionali è in calo. Ciò dimostra che la continuità territoriale non ha funzionato. Ci sono solo due destinazioni Roma e Milano come se alle altre parti del territorio nazionale non interessasse la Sardegna. Ciò crea disagi così come crea disagio le criticità del trasporto marittimo. La Giunta regionale ha perso la rotta: la continuità territoriale non funziona, ci sono continui rincari delle tariffe, le compagnie low cost scappano».

Luigi Crisponi si è quindi soffermato sulla riorganizzazione di Air Italy. «La compagnia ha deciso di trasferire gran parte della forza lavoro che ha garantito qualità ai servizi di Meridiana. Nei giorni scorsi sono atterrati alcuni aerei della Qatar Airway con personale che arrivava tutto da fuori. Noi siamo disposti a sostenere iniziative per garantire il diritto alla mobilità dei sardi, serve un tavolo tecnico».

Critico anche il giudizio di Edoardo Tocco (Forza Italia) che ha chiesto uno scatto d’orgoglio per impedire il disimpegno della compagnia Air Italy. «E’ mancata la concertazione, questo è grave – ha detto Edoardo Tocco – una compagnia che rileva un vettore nato in Sardegna come Meridiana ha il dovere di mettersi in contatto con la Giunta. O la compagnia sta giocando al rialzo, perché altrimenti mascherare licenziamenti con trasferimenti? E’ un problema serio per chi governa la Sardegna. Quando un Governo vede andare via i propri conterranei ha il dovere di reagire».

Edoardo Tocco, infine, ha invitato la Giunta regionale a fare pressione sulla compagnia: «I proprietari hanno altri interessi in Sardegna. In questo momento siete voi che avete il dovere di reagire per dare un segnale ai cittadini e al Consiglio regionale. Assessore dimostri di far valere dignità e orgoglio dei sardi. Air Italy deve rimanere in Sardegna, la Giunta metta le cose in chiaro».

Secondo Marco Tedde (Forza Italia) la proposta di un tavolo tecnico è giusta ma non risolutiva. «Più che un tavolo tecnico serve un tavolo politico sul quale sbattere i pugni – ha detto Tedde – non è possibile che la Regione non faccia rispettare le regole e i patti sottoscritti. Qatar ha interessi milionari in Sardegna nei settori dell’urbanistica, della sanità e dei trasporti. Ha il dovere di rispettare le regole, non è possibile che a questa potenza finanziaria sia consentito tutto, non si può permettere di attaccare i politici che esprimono le loro opinioni».

Tedde ha poi criticato aspramente le politiche della Giunta in materia di trasporti: «La mancata adozione di un piano di incentivi ai low cost ha fatto perdere ad Alghero 349mila passeggeri. Sulla continuità territoriale si è consumato un flop di dimensioni epocali. Avete prima parlato di “fattive interlocuzioni” sulla continuità territoriale salvo poi ricevere un cartellino rosso da Bruxelles che vi ha costretto al ritiro del bando».

Anche sulla destagionalizzazione il giudizio di Marco Tedde è stato negativo: «Si era garantito che il primo bando sarebbe stato pubblicato a settembre con un investimento di 10 milioni di euro per i mesi di spalla. Quel bando è fermo al palo. Anche quest’anno non avremo risorse per incentivare i flussi turistici».

Il consigliere azzurro ha poi spostato l’attenzione sul trasporto marittimo: «Il settore ha registrato un aumento sconsiderato dei prezzi. Moby non ha ancora iniziato a pagare rate per l’acquisto Tirrenia che riceve decine di milioni di euro all’anno. Serve un tavolo politico su cui sbatterei i pugni. Pigliaru prenda in mano una volta per tutte le redini dei trasporti per disegnare un nuovo sistema di continuità marittima e aerea».

Per Emilio Usula (Rossomori),  il disastro del sistema dei trasporti in Sardegna rappresenta un onere per i cittadini e un danno per l’ambiente. «E’ in atto l’anestesia di un popolo. Per lo sviluppo è indispensabile un sistema dei trasporti efficiente. Il sistema-Sardegna sopporta costi aggiuntivi per la produzione e lo scambio di merci, tutti ciò grava sulla competitività delle aziende e influisce negativamente sui posti di lavoro. Lo Stato deve garantire uguali condizioni per tutti i cittadini».

Usula ha poi parlato di scelte sbagliate delle quali anche la Giunta attuale deve assumersi al responsabilità. «Air Italy si candidava a diventare compagnia di bandiera. Dove sono finiti gli accordi? Quale è l’interesse del Qatar e quale peso vuole avere la Sardegna? Per ora si mettono a rischio i posti di lavoro di 51 lavoratori che verranno trasferiti a Malpensa. Non c’è da sperare di nulla di buono nel mantenimento della centralità dell’Isola».

Secondo l’esponente dei Rossomori va superato il monopolio nel sistema marittimo. «Occorre  rivedere la convenzione con Tirrenia. La Sardegna deve avere un ruolo da protagonista magari ripensando a una flotta sarda. L’esperimento degli anni scorsi è stato gestito male ma l’idea di base era buona».

Giuseppe Fasolino (Forza Italia) ha definito il sistema trasporti “il problema dei problemi” perché attraversa tutti i settori economici, dal turismo al commercio. «E’ anche un problema sociale – ha sottolineato Giuseppe Fasolino – perché comprime il diritto alla mobilità dei sardi. Per non parlare della sanità: i trasporti, purtroppo, sono utilizzati da molte persone per andare a curarsi nella penisola. Purtroppo, nessuna Giunta regionale  è riuscita a risolvere definitivamente il problema ma l’attuale assessore ai Trasporti non è responsabile, ha iniziato questo lavoro da poco, ognuno si deve prendere le sue responsabilità».

Giuseppe Fasolino ha quindi puntato il dito contro il Governo nazionale: «La Sardegna fa parte dell’Italia? Esiste un governo nazionale che potrebbe intervenire? Secondo me sì, ha il dovere di intervenire».

Sulla vertenza Air Italy, infine, Fasolino ha avanzato dubbi sulla costituzione di un tavolo tecnico-politico: «Secondo me non serve a nulla – ha detto – abbiamo invece una grande opportunità: il Consiglio sostenga all’unanimità la Giunta e l’assessore ma si alzi il livello del confronto, si battano i pugni a livello nazionale. Il Governo deve convocare l’azienda. Rigotti non si permetta di bacchettare la politica. Noi abbiamo il dovere di difendere e tutelare il territorio».

Ha preso la parola Raimondo Cacciotto (Pd), che ha ringraziato l’assessore Carlo Careddu per l’impegno dimostrato per garantire il diritto alla mobilità da e per la Sardegna e nel definire il percorso della nuova continuità territoriale. “Persistono comunque delle criticità – ha detto – e da una di queste scaturisce la mozione di oggi, sulla vertenza Air Italy, un tema che sicuramente l’assessore non sta trascurando e sta seguendo con impegno per scongiurare le dislocazione del personale e ogni possibile segnale di disimpegno della compagna dell’Isola”. Raimondo Cacciotto ha anche manifestato preoccupazione per le decisioni di Ryanair rispetto allo scalo di Alghero. Per l’esponente della maggioranza bisogna aprire un tavolo con il governo sulla situazione Air Italy, Ryanair e sul nuovo modello organizzativo dell’Enav, per evitare la dislocazione dei lavoratori fuori dall’Isola e garantire la continuità territoriale.

Per Giuseppe Meloni (Pd): “Il tema in discussione oggi è uno dei più sentiti nella nostra regione”. Il consigliere ha condiviso l’impostazione del collega Satta, ossia di guardare al presente e al futuro per trovare soluzioni anziché pensare al passato. “Oggi ci troviamo con un’azienda, Air Italy, che ha approfittato di un avvicendamento al governo e ha deciso di iniziare il trasferimento e la dislocazione verso Malpensa del cuore dell’azienda”. Per Meloni il governo deve intervenire affinché i 51 dipendenti non vengano spostati e vengano rispettati i patti del 2016, compreso il reintegro dei 500 lavoratori nel corso dei tre anni. Il consigliere ha auspicato un intervento unitario del Consiglio regionale affinché venga rispettata la Sardegna e tutti i dipendenti di Air Italy. “Neanche uno deve andare a Malpensa e la moratoria di dieci giorni deve essere estesa affinché siano rispettati i patti”. Per Giuseppe Meloni, infine, sulla Continuità territoriale ci vuole un governo più vicino alla Regione affinché la Sardegna venga trattata da parte della Commissione europea al pari degli altri territori europei.

Il presidente della Quarta commissione, Antonio Solinas (Pd) ha affermato di non capire a quale flop ci si riferisce. “I flop che conosco sono quelli che ho vissuto con la Giunta Cappellacci”. Poi parlando della Tirrenia, ha aggiunto che questa Giunta regionale, “ha avuto la capacità e la forza politica, nonostante non fosse previsto, di imporre anche grazie al governo nazionale la rivisitazione della convenzione in corso d’opera, fatta esclusivamente nell’interesse dei sardi”. Antonio Solinas ha poi parlato ancora di flop dei bandi della continuità territoriale della Giunta Cappellacci “che hanno messo la Giunta nell’impossibilità di mettere in campo bandi per tre anni, perché eravamo sotto osservazione da parte dell’Unione europea”. Oggi si ripropone la flotta sarda quando le normative comunitarie parlano di altro e se di flop vogliamo parlare quello più grande è della flotta sarda”. Antonio Solinas ha poi ricordato che il 3 luglio scorso che la Quarta commissione ha approvato la risoluzione che chiedeva il rispetto dell’accordo sottoscritto dal governo con i sindacati anche di Meridiana fly, e quindi Air Italy, che aveva l’obiettivo di rafforzare Meridiana e quindi la sua sede. “Con l’acquisto di Air Italy da parte del Qatar airway, la nuova proprietà ha disconosciuto l’accordo e avviato lo smantellamento della compagnia”. Solinas ha ricordato, inoltre, che il manager di Air Italy ha avuto “un atteggiamento sgradevole nei confronti della Quarta commissione dimostrando che della Sardegna a quel gruppo poco importa”.

Dopo l’on. Antonio  Solinas ha preso poi la parola l’on. Gianni Lampis (FDI), che ha detto. “Leggo testualmente: «E’ necessario riprendere un filo interrotto dalla giunta Cappellacci e ripartire con slancio>. Questo letteralmente diceva il presidente Pigliaru in campagna elettorale nel 2014ed è in nome di queste parole che voi non potete presentarvi in quest’Aula e sostenere che sia cambiato qualcosa. La vostra idea di Sardegna non è certamente concisa con la Sardegna che avete realizzato in questi anni. La vostra politica sui trasporti e non solo non è stata quella che avete promesso, illudendo i sardi. I 51 dipendenti devono essere salvaguardati dalla politica e oggi il Consiglio darà un ampio mandato al presidente Francesco Pigliaru perché i posti di lavoro siano salvati”.

Per l’on. Pierfranco Zanchetta (Upc) “siamo finiti in un’aula di smemorati e facce toste. Non è giusto dire che le responsabilità sono della Giunta: nessuno che dice una parola sul governo gialloverde e sul ministro Danilo Toninelli che ha fatto ricevere da un usciere  il presidente Francesco Pigliaru e l’assessore Carlo Careddu su una vicenda così complicata. C’è un chiaro disegno della Lega di riappropriarsi di una compagnia aerea in competizione con Alitalia e avere in mano i cieli della Padania. E’ del tutto evidente che il governo attuale vuole che Air Italy lasci la Sardegna e vada al nord. Il nuovo slogan è: prima gli italiani, ché dei sardi non ce ne frega niente”.

Per l’on. Gianluigi Rubiu “i sardi sono costretti a subire scelte inadatte e intempestive, tra l’opera di Carlo Careddu e quella di Massimo Deiana. Consegnerete a chi vincerà le prossime regionali un’isola del tutto isolata e poco appetibile dal punto di vista turistico”. L’oratore ha ricostruito i passaggi della complessa  vicenda  e ha detto: “I conti di Air italy non tornano  e ci sono 20 lavoratori la cui sorte è in sospeso tra Olbia e Milano”.

Per l’on. Attilio Dedoni (Riformatori sardi) “non è chiaro a tutti qual è il patema che i lavoratori di Air Italy ma certamente i sardi non possono essere più isolati di così. Per colpa di chi ha amministrato la Regione: altro che tirare in ballo i disegni oscuri della Padania. Quando si discute di problemi sardi il presidente della Giunta deve sedersi nel Consiglio dei ministri, questo dice la Costituzione”.

Ha preso poi la parola l’on. Fabrizio Anedda (Misto), secondo cui “i lavoratori sono stati usati per campagna elettorale e non basta criticare il governo Di Maio-Salvini.- Trovo più giusto proporre soluzioni”.

Per l’on. Daniele Cocco (Sinistra) “è ingeneroso attaccare la Giunta regionale per la questione di Air Italy. Stranamente in questi pochi mesi Malpensa è diventata stella polare del trasporto aereo italiano. Basta con la dietrologia e la strumentalizzazione politica”.

Il Pds è intervenuto con il suo capogruppo, on. Gianfranco Congiu, che ha detto: “Abbiamo ancora cinque giorni per scongiurare il trasferimento delle maestranze ed evitare di celebrare funerali riempiendoci la bocca di epitaffi. Serve un forte mandato politico di quest’Aula per l’assessore e il presidente: i trasferimenti vanno bloccati e non è questa la sede per rinfacciarci chi ha fatto di più o di meno. Non parlo ora da difensore dei diritti dei lavoratori ma da difensore della Sardegna, che in quel lembo di terra ha visto sviluppare maestranze e industria aerea. Non dobbiamo accettare questo smantellamento del nostro patrimonio nel silenzio generale della politica”.

La capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha detto che “il tema dell’insularità in Costituzione è un obiettivo che si sta avvicinando alla nostra portata. Ed è di insularità che parliamo quando discutiamo del diritto di essere cittadini grazie ai trasporti. O viceversa, di non esserlo senza trasporti adeguati. La fuga di Air Italy è dovuta a ragioni di carattere economico e non è del tutto da ascrivere alla Giunta Pigliaru ma purtroppo la politica trasportistica di questa giunta non è certo stata lungimirante né efficace: non è possibile dire che va tutto bene in questo settore. Anzi”.

L’on. Alessandra Zedda ha aggiunto: “Stare dalla parte della Giunta in questa vicenda significa stare dalla parte dei sardi ed è inaccettabile che il ministro non abbia ricevuto personalmente l’assessore Carlo Careddu. Siamo in ritardo: acceleriamo subito questa battaglia e senza polemica siamo pronti a sostenere questa lotta”.

Per la Giunta l’assessore Carlo Careddu ha ringraziato l’Aula “per gli spunti e gli interventi appassionati” e ha riconosciuto che “il sistema sardo dei trasporti è lacunoso, ha un gap infrastrutturale ed è molto lontano dall’essere un sistema perfetto. Ho assunto un anno fa la delega assessoriale e ho provato a lavorare sui problemi più importanti sul tema del diritto dei sardi alla mobilità”. Nel merito l’assessore ha detto: “Sapete bene che arrivo da Olbia e che conosco bene il tema di Air Italy. Oggi abbiamo una compagine che punta a trasformare questa compagnia in un vettore europeo e con un piano industriale da medio e lungo raggio. Da qui la scelta di Malpensa. Ma noi contestiamo il fatto che si debba trasferire questo management operativo per attuare il piano industriale e gestire la flotta. D’altronde anche Ryanair sta in Irlanda ma opera in tutta Europa. Abbiamo cercato un contatto con Quatar Airways ma sino a oggi abbiamo ottenuto una moratoria mentre sono in corso le trattative sindacali. E’ una sconfitta se anche una sola persona lascerà la Sardegna ma sarà una sconfitta soprattutto se Air Italy dovesse frequentare i nostri aeroporti solo per i voli in continuità territoriale. Ovviamente sarà mia cura relazionare costantemente il Consiglio.

Per quanto riguarda la continuità territoriale stiamo seguendo i vincoli della Commissione europea ma difendendo il diritto alla mobilità dei sardi e all’accessibilità in Sardegna. Questi concetti stiamo cercando di trasfondere nel percorso amministrativo che a giorni porterà alla pubblicazione del bando, che speriamo sia appetibile per le compagnie.

Sulla privatizzazione di Arst c’è grande attenzione mediatica, comprensibile visto che si tratta della prima azienda della Sardegna: vorrei dire che non c’è nessuna privatizzazione ma una esternalizzazione del 20 per cento delle attività di Arst, come previsto dalle norme.

Sull’insularità sono invece convinto che si tratti della strada corretta: va inserita nella Costituzione. Manca però un concetto fondamentale: occorrerà che sia sostanziato nei singoli strumenti di legge e dell’Unione europea, come il regolamento sulla continuità territoriale che non può essere lasciato alla discrezionalità dei funzionari”.

E’ poi intervenuto il consigliere Giovanni Satta (Psd’Az-La Base) per diritto di replica. “Volevo ricordare all’onorevole Solinas che la mozione è firmata anche da moltissimi colleghi della maggioranza”, riscontrando che “c’è stato purtroppo il solito rimpallo di responsabilità”. Satta ha ricordato che in quest’anno ha lavorato positivamente con l’assessore Careddu sia sulla Continuità territoriale con la Corsica sia sul problema del collegamento con Piombino, che era stato eliminato dalla Moby Lines. L’esponente dell’opposizione ha preso l’impegno, a nome del Psd’Az e del segretario del partito, di prendere posizione a Roma e in tutte le sedi necessarie affinché venga portata avanti ogni azione possibile a tutela dei dipendenti di Air Italy. 

Il consigliere ha poi chiesto una breve sospensione per predisporre un ordine del giorno e dare ampio mandato all’assessore Carlo Careddu e al presidente Francesco Pigliaru per tutelare i lavoratori ed garantire che lo sviluppo dell’azienda avvenga in Sardegna e non a Malpensa.

Mario Floris (Uds),  dichiarando il suo voto favorevole all’ordine del giorno, “che come si diceva un tempo non si nega a nessuno”, ha sottolineato che il problema deve essere affrontato in un altro modo. Floris ha ribadito che la continuità territoriale deve tornare a essere responsabilità dello Stato, e “che lo Stato deve concorrere allo sviluppo socioeconomico della Sardegna”. Floris ha esortato i parlamentari sardi a unirsi per tutelare la Sardegna a prescindere dallo schieramento politico.

Per Giuseppe Fasolino (FI) “abbiamo un ordine del giorno molto più importante con cui dobbiamo cercare di risolvere il problema di queste 51 famiglie”. E ha aggiunto “che si tratta di un problema senza colore, di un problema della Sardegna”. “Dobbiamo dare forza al presidente – ha aggiunto – più è forte, più avrà possibilità di ottenere risultati a Roma”. Giuseppe Fasolino si è detto d’accordo con il consigliere Floris nel ritenere fondamentale che lo Stato affronti il problema dei trasporti della Sardegna.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha dato lettura dell’ordine del giorno presentato che, fra l’altro, impegna la Giunta a chiedere al Governo nazionale l’immediata convocazione del “tavolo di crisi” per l’esame della situazione del sistema dei trasporti in Sardegna, a seguito della mancata attuazione della continuità territoriale per le persone e le merci.

Il documento, in particolare, si sofferma inoltre sulla necessità di mantenere i livelli occupazionali di Air Italy e la permanenza lavoratori nella sede di Olbia, assicurare nell’ambito del Piano industriale della compagnia la crescita e lo sviluppo dell’asset presente nell’Isola e garantire la concreta attuazione del principio/diritto di continuità territoriale da e per la Sardegna.

Non essendoci iscritti a parlare il presidente ha messo in votazione il documento che il Consiglio ha approvato all’unanimità, con 52 voti.

Al termine dello scrutinio ha tolto la seduta. Il Consiglio sarà riconvocato a domicilio.

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Mentre la Gallura è ritornata in Consiglio regionale per chiedere la “restituzione” della provincia Olbia Tempio, cancellata dal referendum regionale del 2012 e “riabilitata” da quello costituzionale e di valenza nazionale, nel dicembre 2016, e chiede l’approvazione, prima della conclusione della legislatura, della proposta di legge presentata il 16 marzo 2017, dai quattro esponenti galluresi in Regione, Giuseppe Meloni (Pd), Giuseppe Fasolino (Fi), Giovanni Satta (Psd’Az) e Pier Franco Zanchetta (Upc) che, integrando l’articolo 25 della legge n. 2 del 4 febbraio 2016 (legge di riordino del sistema delle autonomie locali) punta alla riconfigurazione della provincia del Nord-Est Sardegna, nel Sulcis Iglesiente stenta a prendere forza la spinta per la “restituzione” della provincia di Carbonia Iglesias, cancellata dallo stesso referendum, insieme anche alle province dell’Ogliastra e del Medio Campidano.

Fabio Usai, consigliere comunale di Carbonia, denuncia oggi il silenzio “assordante” che grava sul problema nel Sulcis Iglesiente, rimarcando le pesantissime penalizzazioni che il territorio ha subito e continua a subire da quando è stata cancellata la provincia di Carbonia Iglesias, neppure in minima parte compensate dall’istituzione della provincia del Sud Sardegna.

«Abbiamo subito un autentico scippo – tuona Fabio Usai – ed oggi ci sono le condizioni per porre rimedio a quanto è accaduto. Dobbiamo riprenderci la “nostra” Provincia. In questi anni sono venute a mancare ingenti risorse, sia per l’espletamento delle competenze che erano in capo alla Provincia, sia per il funzionamento della stessa attuale provincia del Sud Sardegna. E’ necessaria una grande mobilitazione dei sindaci e delle popolazioni amministrate, perché si arrivi ad una proposta di legge per la “restituzione” delle quattro province cancellate dal referendum regionale con il voto di una minoranza dei sardi, considerando che il 6 maggio 2012, al referendum votò il 35,50% degli aventi diritto. E’ sotto gli occhi di tutti che i risparmi nella spesa pubblica sono stati irrilevanti e, comunque, a scapito dei servizi resi ai cittadini. In questi anni – conclude Fabio Usai – Carbonia ha perso il tribunale, la sede staccata della Camera di Commercio (ospitata a titolo gratuito nella sede dell’ex provincia di Carbonia Iglesias, in via Fertilia), la sede della Guardia di Finanza, ha visto depotenziata la presenza degli uffici Inps e, insieme a Iglesias, fortemente ridimensionato il suo sistema sanitario. E’ arrivato il momento di rialzare la testa ed il primo passo non può che essere quello della richiesta di “restituzione” al territorio della provincia di Carbonia Iglesias.»