22 December, 2024
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Il Consiglio regionale ha approvato i capitoli 10 “Ospedali privati”, 11 “Le strutture complesse per disciplina”e 12 “Le principali reti per una risposta efficace al bisogno” della proposta di legge di riforma della rete ospedaliera. Martedì prossimo è previsto il voto finale.

In apertura di lavori, il relatore della minoranza, Edoardo Tocco (Fi) introducendo i temi della sanità privata ha ricordato l’importanza del capitolo 10 ed ha denunciato il “drammatico momento della sanità privata nell’Isola” a seguito della riduzione dei budget nonostante le ricadute occupazionali («la sanità privata sarda occupa 1.500 dipendenti con un indotto non inferiore ai 4.000 addetti»). Edoardo Tocco ha invitato la Giunta a ripristinare le adeguate quote di budget per le strutture private ed ha lamentato che, nonostante gli impegni a suo tempo assunti dall’assessore Luigi Arru, gli operatori delle cliniche Sant’Anna e Villa Elena di Cagliari che avevano perso il lavoro, “continuano a non averlo”.

Nel merito del Mater Olbia, l’esponente forzista ha dichiarato: «Non abbiamo nulla in contrario per il Mater che per noi deve mantenere quella mission specialistica per il quale è nato, in una visione sinergica con le altre strutture pubbliche e private gia operanti in Sardegna».

Stefano Tunis (Fi) ha insistito sul concetto di sanità privata: «la sanità privata è, in sintesi, una sanità pubblica erogata da soggetti privati, perché finanziata dalla Regione con risorse pubbliche». «Questa precisazione – ha spiegato il consigliere  della minoranza – serve anche ad affermare che, a proposito del Mater, deve essere calibrata quale quota di sanità privata finanziata dal pubblico erogherà e quanto sarà quella erogata e finanziata dal privato». In conclusione del suo intervento Tunis ha ricordato che per il Mater Olbia non c’è ancora l’accreditamento ed ha auspicato sul tema un dibattito “senza pregiudizi ideologici”.

Giorgio Oppi (Udc) ha svolto una serie di precisazioni e puntualizzazioni sulla sanità privata nell’Isola e nel ripercorrere la questione del budget ha anche affermato che molte case di cura private non raggiungono però neppure i budget di cui sono destinatari, mentre altre, particolarmente efficienti addirittura li superano. L’esponente della minoranza si è poi soffermato su alcune strutture private come Kinetika e San Salvatore di Cagliari («un imbroglio destinare risorse finanziarie perché erano strutture chiuse, non operanti») ed ha denunciato il rischio posti letto per il Policlinico di Sassari («potrebbe perdere 50 posti su un totale di 130»). Sul ruolo dei privati nel sistema della sanità sarda, Oppi ha riconosciuto un ruolo sostitutivo rispetto al pubblico come nel caso dell’Aias ma ha rivolto critiche al Mater Olbia. «Il Mater Olbia – ha proseguito il leader centrista – non ha fatto niente, non hanno attrezzature,  hanno cambiato strutture e patologie rispetto al progetto originario, hanno detto no ai posti letto in oculistica, no ai 22 posti di pediatria, no a chirurgia, no urologia, no cardiologia mentre potenziano ginecologia e oncologia ai danni di Sassari, Olbia e del Businco di Cagliari». «Il Mater – ha concluso Giorgio Oppi – deve invece operare dove è carente il pubblico».  

Giuseppe Fasolino (Fi) ha aperto il suo intervento ricordando l’intervento dell’assessore Arru a proposito dei privati («il privato può aiutare il pubblico per erogare servizi di qualità insieme a quelli che il pubblico non riesce ad offrire») ed ha definito il progetto del Mater Olbia “un progetto lungimirante che deve essere considerato un investimento e non un costo”. L’esponente della minoranza ha quindi ricordato che “il Mater è un progetto positivo per l’intera sardegna” ed ha polemicamente affermato che “forse gli investitori privati hanno sbagliato il territorio dove insediare la struttura”. Fasolino ha concluso dichiarando contrarietà all’ipotesi di rinviare le decisioni che riguardano il Mater Olbia: «Non serve procrastinare le decisioni, serve ricordare a molti che siamo consiglieri della Sardegna e non del collegio di elezione».

Alessandra Zedda (Fi) ha chiesto approfondimenti sul capitolo 10 e ha denunciato “un atteggiamento ostruzionistico verso le strutture della sanità privata («troppi aggravi di procedure e  penalizzazioni nelle fasi di accreditamento e autorizzazione»). «Sono per il Mater Olbia – ha affermato l’esponente della minoranza – perché a suo tempo è stato pensato per garantire al Nord Sardegna e all’intera Isola una sanità di eccellenza ma ad oggi non c’è accreditamento né autorizzazione e per questo serve accelerare le procedure e non posporre le valutazioni». La consigliera ha quindi concluso evidenziando una serie di difficoltà nelle strutture del cagliaritano ed ha dichiarato: «Avere una sanità di eccellenza come quella che dovrebbe offrire il Mater Olbia non può andare contro il resto delle strutture private e della sanità pubblica».

Il consigliere, Luca Pizzuto (Art. 1 – Sdp), ha mostrato una certa diffidenza sull’operato dei privati in sanità («ogni volta che apriamo al privato per le carenze del pubblico poi non riusciamo a governarlo, come accade nella vertenza Aias dove i lavoratori non riescono a prendere gli stipendi»). L’esponente della maggioranza ha quindi insistito sul caso Mater Olbia ed ha affermato: «Ho votato tre anni fa il progetto del mater che però si è rivelato un mezzo imbroglio». Pizzuto ha lamentato la modifica di quel progetto e la variazione dei partner scientifici , nonché una carenza di informazioni sul nuovo progetto tali da impedirne la votazione in Aula. «È inaccettabile – ha proseguito l’esponente Sdp – che si possa votare un qualcosa che non consociamo e per questo chiediamo un supplemento di istruttoria, precisando che si vuole procedere con delle forzature significa modificare il nostro rapporto di fiducia con l’assessore».

Emilio Usula (Rossomori) ha ricordato la riunione del 2014 tra i capigruppo e il presidente della Giunta con l’assessore Arru per dare il via libera al progetto del Mater Olbia: «In quell’occasione dissi che quel progetto non poteva indebolire il resto dell’offerta della sanità privata in Sardegna e ci furono offerte una serie di garanzie in tal senso». «Non sono ideologicamente contro l’iniziativa privata – ha proseguito Usula – ma politicamente sono per la tutela del servizio pubblico  e a distanza di tre anni e mezzo dal via libera dal progetto non sappiamo ancora cosa sarà il Mater Olbia». «Ragioniamoci ancora – ha concluso Usula – perché ci sono troppo poche informazioni per poter decidere».

Il capogruppo dei Riformatori sardi, Attilio Dedoni,  ha ricordato le perplessità espresse, già ai tempi della Giunta Soru, sul progetto del Mater Olbia ed ha evidenziato che “dopo tre legislature la struttura non è operativa nonostante i ripetuti annunci inaugurali”. «Da anni si annuncia l’apertura del Mater – ha affermato l’esponente della minoranza – e l’ultimo appuntamento è fissato per il prossimo novembre ma niente è pronto nell’ospedale gallurese».

Il capogruppo del Pds, Gianfranco Congiu, ha ribadito le richieste politiche del partito dei sardi “per un sistema sanitario equo ed efficiente, ben distribuita nei territori in un’ottica di perfetta fusione tra privato e pubblico ma con la governante in mano al pubblico”.  Il consigliere della maggioranza ha dichiarato di attendere una proposta emendativa al capitolo 10 e ha ribadito l’esigenza che “gli standard di sicurezza imposti al pubblico siano estesi ai privati e che nella cessione dei posti letto anche il privato sia chiamato a rispondere sulla efficienza”.

Il consigliere Gigi Ruggeri (Pd) ha auspicato moderazione nei giudizi ed ha rielencato una serie di interventi  promossi all’interno del documento anche a proposito del Mater («abbiamo inserito un limite temporale perché le proposte del Mater assumano connotazione fattuale e abbiamo previsto la ridistribuzione dei posti letto accreditati».

Gigi Ruggeri ha inoltre ricordato l’inserimento, per la prima volta, delle strutture private nel sistema anche delle acuzie ed ha invocato “elasticità” senza che il tutto possa essere interpretato come “un aprire le porte indiscriminatamente al privato”. «L’ospedale della Gallura – ha concluso l’esponente della maggioranza – compensa una carenza storica del un territorio che ha una media inferiore alla media regionale, l’ultima è quella del Medio Campidano.

Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha replicato anche aspramente al consigliere Pizzutto («forse pensa alla sanità cubana quando parla di mezzo imbroglio riferendosi al Mater Olbia») ed ha rimarcato la riduzione dei budget deliberato dalla Giunta regionale: «Sono stati ridotti del 30% i tetti di spesa». Pietro Pittalis ha evidenziato come sulla delibera si attenda il pronunciamento del Tar ed ha insistito sulle ripercussioni che tale decisioni avrà nei servizi offerti ai pazienti. Il capogruppo della minoranza ha quindi sottolineato la scarsa incidenza del costo della sanità privata (15% del budget della Sanità) ed ha affermato che “se funzionasse la sanità pubblica non ci sarebbe la sanità privata”. Sul caso del Mater, l’esponente Fi ha così concluso: «Rinviare o ritardare le decisioni come propone la Giunta è una danno, non per la Gallura, ma per l’intera Sardegna». 

Intervenendo a nome della Giunta l’assessore della Sanità, Luigi Arru, ha dichiarato di sentirsi al centro di un destino curioso, «perché da un lato mi si accusa di distruggere la sanità privata e dall’altro di favorirla, noi invece vogliamo consentire ai sardi di scegliere con il massimo garanzie e nello stesso Dm 70 sono molto chiari i chiari i  rapporti che possono intercorrere fra aziende sanitarie pubbliche ed operatori privati». Ribadisco quanto detto in commissione, ha aggiunto, «per sgombrare il campo da una certa dietrologia che sembrava finalizzato ad accelerare il Mater Olbia: la Giunta ha fatto un passaggio chiarissimo, indipendentemente dal nome, perché ne va della credibilità del sistema Sardegna di attrarre investitori stranieri, abbiamo dimostrato di essere credibili partendo dal Piano sanitario del 2008 dal San Raffaele in poi, concentrando la nostra attenzione su bisogni epidemiologici della Sardegna che determinano grandi flussi di mobilità passiva per patologie a bassa diffusione». L’emendamento, ha poi chiarito Luigi Arru, «ha esclusivamente contenuti tecnici e asettici e prevede comunque un passaggio in commissione, non c’è niente di discrezionale ma una continuità con gli obiettivi di integrazione del sistema pubblico che abbiamo perseguito fin dal 2014, anche sulla base di modelli sviluppati in altre Regioni, e non c’è nessuna volontà di depotenziare, anzi tutti gli atti della Giunta vanno nella direzione di una governance più efficiente e chiara nel cui ambito, peraltro, i criteri del piano nazionale esiti valgono anche per privati». Nessun trasferimento di soldi, ha proseguito Luigi Arru, «sulla sanità privata che nei fatti insiste in prevalenza sul Sud Sardegna, ma l’obiettivo di dare vita ad un centro di ricerca di eccellenza». Quanto ai ritardi, ha concluso l’assessore della Sanità, «non ascrivibili alla Giunta ed all’assessorato e, se gli investitori hanno operato cambiamenti non c’è dubbio sul fatto che il Gemelli sia un nuovo partner sia credibile e forte, per cui non dobbiamo aver paura, ma mostrare la capacità di rispettare le condizioni del 2014 che sono ancora valide; nessuno vuole tranelli o ha intenzione di distruggere la sanità pubblica, al contrario stiamo lavorando per far andare a cento all’ora tutte le strutture pubbliche».

Successivamente il Consiglio ha respinto un gruppo di emendamenti proposti dall’opposizione.

Sugli emendamenti sostitutivi totali n. 895 (Cherchi Augusto e più) e 896 (Fasolino), di contenuto identico si è sviluppato un articolato dibattito.

Il consigliere Emilio Usula (Misto-Rossomori) ha annunciato il voto contrario perché a suo avviso significa modificare il numero dei posti letto a favore del privato e a scapito del sistema pubblico.

Voto contrario anche da parte del consigliere Di Art. 1 – Mdp Luca Pizzuto che ha ricordato il voto favorevole espresso in precedenza dal suo gruppo, precisando però che ora il progetto è profondamente cambiato. Si tratta di una forzatura, ha dichiarato, «che registriamo con amarezza anche perchè intacca la fiducia che avevamo riposto sull’assessore, non ci resta che confidare nel presidente, posto che stiamo votando su un progetto che non conosciamo». Dopo tre anni e mezzo e dopo questa riforma, ha poi annunciato, «chiederemo una verifica a tutto campo perché a nostro giudizio ci sono responsabilità da verificare».

Il consigliere di Forza Italia Stefano Tunis ha registrato un «forte pregiudizio in molti colleghi, l’emendamento sembrerebbe pro-privati ma il testo non dice affatto questo; propongo un emendamento orale con piccole precisazioni e, magari, possiamo fermarci qualche istante per ragionare».

Il capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha chiesto una breve sospensione dei lavori che il presidente ha accordato.

Ripresa la seduta, il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha chiesto di poter aggiungere la firma di tutti i componenti del gruppo di Forza Italia all’emendamento n. 896 del collega Giuseppe Fasolino. Le due proposte consentono alla Giunta, sentita la commissione, di modificare il rapporto dei posti letto fra sanità pubblica e privata accreditata nella misura del 6%, con un corrispondente intervento di recupero proveniente dalle altre strutture (sia pubbliche che private) e dalla cosiddetta “mobilità passiva”.

Per dichiarazione di voto il consigliere del Pds Augusto Cherchi ha tenuto a precisare che nella proposta in esame «non si parla solo di sanità privata ma di pubblico-privato accreditato, non entro poi nel merito di proposte specifiche di privati ed osservo che si tratta di dettare alcune norme che nel testo originario non c’erano; nel merito sono convinto che i posti letto vadano ricercati anche nella sanità privata se ci sono, ma non negli ospedali territoriali o nelle Rsa perché siamo carenti, piuttosto ritengo necessario concentrarsi nel recupero della mobilità passiva».

Sulla proposta hanno inoltre annunciato il voto favorevole i consiglieri Raimondo Perra (Psi), Stefano Tunis (Forza Italia) e Giuseppe Meloni (Pd).

Il consigliere del Pd Lorenzo Cozzolino ha proposto un emendamento orale che prevede il passaggio obbligatorio in commissione delle proposte di riequilibrio dei posti letto.

Il presidente Gianfranco Ganau ha chiarito che, a termini di regolamento, il termine “sentita la commissione” equivale alla previsione di un passaggio obbligatorio cui è collegata l’espressione di un parere.

Il consigliere del Pd Cesare Moriconi ha proposto di inserire la definizione “previo parere”.

Il presidente Gianfranco Ganau ha riconfermato l’interpretazione fornita in precedenza.

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha sostenuto la correttezza dell’interpretazione del presidente, osservando che «casomai ci sono perplessità di ordine politico all’interno della maggioranza».

Il relatore Luigi Ruggeri (Pd) ha ribattuto che «la vera preoccupazione emergerà quando non ci sarà questa Giunta». Nel merito, ha precisato che «la proposta comporta una variazione rispetto a quanto proposto nel 2015 dal Consiglio, ma in termini estremamente limitati; la percentuale è di appena il 6% ed è riferita alle specialità e non alle aree omogenee, mentre il recupero dei posti avverrà attingendo da mobilità passiva e inefficienze, per cui non si tratta assolutamente di un cavallo di Troia». Concluse le dichiarazioni di voto, il presidente ha messo in votazione l’emendamento che il Consiglio ha approvato con 49 voti favorevoli e 5 contrari.

Dopo quest’ultimo scrutinio, il Consiglio ha approvato anche il testo del decimo capitolo con  28 voti favorevoli e 20 contrari. 

Il presidente Gianfranco Ganau ha aperto la discussione sul capitolo 11, con i pareri della Giunta e della Commissione.

Respinto l’emendamento 14 e poi respinti 814, 24.

Approvato il testo del capitolo 11.

Sull’emendamento 727 l’on. Annamaria Busia (Cps) non ha aderito all’invito al ritiro. Il testo dell’emendamento prevede che “non potranno essere contemplate duplicazione di strutture nella stessa azienda o nei presidi di appartenenza dell’Ats”. L’Aula ha respinto l’emendamento.

Sul capitolo 12 “Le principali reti per una risposta efficace al bisogno” il presidente Gianfranco Ganau ha aperto la discussione, anche  con i relativi emendamenti.

L’on. Pietro Pittalis ha detto a nome di Forza Italia: “Non alziamo bandiera bianca ma ritiriamo gli emendamenti a una legge che sarà la vostra sconfitta”. Le stesse motivazioni da parte dell’Udc e di Fdi hanno portato al ritiro degli emendamenti soppressivi.

Sull’emendamento 293 l’on. Marco Tedde (FI) ha detto rivolto alla Giunta e alla maggioranza: “L’ospedale di Ozieri merita importanti riconoscimenti, nonostante l’abbiate tanto bistrattato”. Favorevole l’on. Emilio Usula (Misto), contrario l’on. Augusto Cherchi (PDS). L’emendamento 293 è stato respinto.

Sull’emendamento 884 l’on. Franco Sabatini ha suggerito un ulteriore emendamento orale di sostegno al punto nascita dell’ospedale di La Maddalena. Favorevoli anche i Riformatori Sardi, secondo cui “non basta perché l’ospedale versa in una situazione di disagio”.  Favorevole anche l’on. Annamaria Busia (Cps), secondo cui “occorre garantire ovunque e non solo a La Maddalena il servizio di emergenza e urgenza ostetrica”. L’on. Gigi Ruggeri ha chiarito la portata dell’emendamento, che è stato poi approvato all’unanimità.

Respinto l’emendamento 857 a firma Paolo Truzzu, che emendava l’832 (anche questo respinto).

Approvati gli emendamenti 864 (Cherchi), 726 (Cherchi) su pronto soccorso e chirurgia, 873 (Cherchi) sulla struttura di livello Hub, 890 (Cossa) sulle esenzioni per i pazienti con malattie rare.

Approvato il testo del capitolo 12, l’on. Emilio Usula ha chiesto all’Aula il sostegno all’emendamento 658 sulle reti integrate ma l’assessore Luigi Arru ha replicato dicendo che “una commissione tecnica sta lavorando ma ancora in questo momento non è ancora possibile procedere con la rete gastroenterologia”. L’emendamento è stato respinto mentre è stato approvato l’emendamento 833 che aggiunge Carbonia a Oristano nel disposto del paragrafo 1 del capitolo 12.

Respinti 728, 729, 836 e 731. Il presidente Gianfranco Ganau ha disposto una breve pausa.

L’Aula ha affrontato alla ripresa l’emendamento 894 (parere favorevole di Giunta e Commissione), che emenda l’emendamento 730 a firma Busia sui tumori al seno. La prima firmataria del 730 ha ricordato che “si tratta della prima causa di morte dai 35 ai 55 anni per le donne” e che “le possibilità di guarigione aumentano del 18 per cento se il tumore al seno viene curato in un centro specializzato. E’ impensabile che un dipartimento di chirurgia generale  si occupi di chirurgia alla mammella, è necessario scrivere che esiste un dipartimento specialistico per questo”.

Secondo l’on. Gigi Ruggeri (Pd) “l’emendamento 894 prevede le Brest unit di Cagliari, Sassari e Nuoro e dovranno seguire le linee di indirizzo della rete dei centri di senologia”. Sulla stessa posizione  anche l’on. Rossella Pinna (Pd) mentre gli on. Satta (Psdaz) Pizzuto (Articolo 1) hanno annunciato il voto favorevole all’emendamento Busia. Anche l’on. Francesco Agus (Cps) ha invitato la maggioranza a una riflessione sull’emendamento 894 e altrettanto ha fatto l’on. Alessandra Zedda (FI), che ha detto: “Non basta la ricostruzione della mammella per dire che abbiamo una chirurgia specializzata contro i tumori al seno, che non sono localizzati ma originano spesso la morte”.

L’on. Roberto Deriu (Pd) ha detto: “Non capisco come mai il tema non sia emerso con tanta forza anche in commissione. Non vorrei che questo voto fosse inteso come un voto a favore o contro le donne”.

L’assessore Luigi Arru ha preso la parola  per dire che “nelle Brest unit ci sarà personale dedicato e professionale”.

L’emendamento 894, con parere favorevole di Commissione e Giunta, è stato approvato e ha provocato la decadenza dell’emendamento Busia 730.

L’Aula ha quindi approvato l’emendamento 879 (Ruggeri)  che integra il 366 (Pizzuto e più) con il quale si stabilisce che “all’interno delle Brest Unit pubbliche, la Rete promuova l’istituzione di un dipartimento funzionale Tumori femminili basato su un approccio oncologico specifico per il genere femminile e relativo ai tumori della sfera ginecologica e senologica”.

Via libera anche all’emendamento 887 (Lai – Pizzuto) che riconosce la specificità della Radiologia pediatrica all’interno dell’hub pediatrica presso il Microcitemico di Cagliari.

Dopo aver bocciato l’emendamento 835 (Truzzu), il Consiglio ha approvato l’emendamento di sintesi 900 che riunisce il 671 e l’838. La proposta correttiva (Rubiu e più) prevede che la Rete regionale Donazione e trapianti venga costituita da tutti i componenti che partecipano al processo della donazione, del prelievo e del trapianto degli organi e dei tessuti coadiuvata dal Comitato consultivo misto (composto in maggioranza da rappresentanze di cittadini e associazioni di volontariato e in minoranza da rappresentanti dell’Azienda sanitaria, da medici  e dagli enti locali). Il Comitato avrà compiti di supporto all’Azienda Sanitaria, di proposta sui servizi e di verifica sul miglioramento degli stessi.

L’Aula ha inoltre espresso voto favorevole sull’emendamento 883 (Gallus e più) che individua un Centro di emergenza territoriale presso il presidio sanitario di Ghilarza. «Ringrazio Giunta e colleghi per aver accolto la mia proposta. Questa decisione consente di mantenere una assistenza sanitaria di livello nel territorio».

Bocciati invece gli emendamenti 837 e 733. Stessa sorte per l’emendamento n. 734 (Busia- Agus) con il quale si chiedeva si posticipare gli effetti del riordino della rete  ospedaliera all’attivazione dell’Areus. «Non si può approvare una riforma senza aver prima riorganizzato la rete territoriale e quella dell’emergenza urgenza – ha detto Annamaria Busia – in questo modo le aree periferiche saranno ancora più isolate. Non è pensabile eliminare i Pronto Soccorso in certe zone dell’isola, è l’unico punto dove le persone disagiate possono ricevere cure.  Pensare di riorganizzare il sistema senza che si possa garantire assistenza nelle zone periferiche senza le Case della salute e gli Ospedali di comunità avrà conseguenze gravissime».

Si è poi passati all’esame dell’emendamento 888 (Forma) sostitutivo totale dell’emendamento 364 presentato dal consigliere Giovanni Satta (Uds).  

«Il mio emendamento vuole porre rimedio a una grave situazione determinatasi dopo il crollo del Project financing di Nuoro – ha detto Satta – attualmente ci sono decine di persone senza lavoro. Chiedo che venga trovata una soluzione come si è fatto per l’Ipab di Ploaghe. Occorre garantire al personale che lavorava con contratto a tempo indeterminato al Cup amministrativo e ai servizi di ausiliariato l’assunzione diretta alla Asl. Gli addetti al portinariato e ai servizi di vigilanza potrebbero essere invece assorbiti dalla società che ha vinto l’appalto della Regione. Se non si vuole fare questo la Giunta dica quale è il suo progetto».

Il capogruppo di Art1-Mdp Daniele Cocco ha condiviso le preoccupazioni del collega Satta: «Il problema è molto serio – ha detto Cocco – ci  sono persone che lavorano da dieci anni e improvvisamente vedono interrompersi la loro prospettiva di vita. Non possiamo permettere che vivano nell’incertezza. Occorre fare di tutto per garantire loro un futuro. Chiedo che subito dopo l’approvazione della riforma si attivino misure idonee a risolvere il problema».

Annamaria Busia (Campo Progressista) ha attaccato la gestione del Project Financing di Nuoro. «Tutto parte da quel contratto truffaldino – ha detto Annamaria Busia – noi lo avevamo denunciato da tempo. Ora c’è una situazione difficile. Bene ha fatto Satta a fare questa provocazione. Si scopre che a Sassari ci sono vincitori di concorso che protestano perché al loro posto lavorano quelli che, con un gioco di prestigio, il Consiglio regionale ha trasformato in dipendenti di un’azienda pubblica. Se questo si è fatto per l’Ipab San Giovanni di Ploaghe lo si faccia anche a Nuoro».

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha chiesto di aggiungere la sua firma all’emendamento 888. «Sull’emendamento Satta – ha detto Congiu – chiedo invece l’impegno dell’assessore per un piano di gestione del personale».

Più attenzione alla situazione dei lavoratori di Nuoro ha invocato Luigi Crisponi (Riformatori): «Siamo al paradosso – ha sottolineato l’esponente della minoranza – su questa riforma della rete ospedaliera abbiamo visto battaglie a difesa di primari e potentati. Poca attenzione invece per la situazione del personale che svolge i lavori più umili. Sono considerati lavoratori di serie B. Io penso invece che svolgano lavori umili ma irrinunciabili perché si occupano di servizi essenziali. Che tipo di riflessione vuole aprire la Giunta?».

L’assessore Luigi Arru ha garantito l’impegno dell’esecutivo: «Il direttore generale ha avviato un percorso per trovare una soluzione che non è facile. Non è vero che facciamo figli e figliastri. Garantisco il mio impegno come assessore e come cittadino di Nuoro». L’Aula ha quindi votato l’emendamento 888 che ha provocato la decadenza del 364. La proposta emendativa della consigliera Daniela Forma stabilisce che gli interventi previsti dal Project financing vengano comunque realizzati a prescindere dalle controversie legali e che le risorse risparmiate a seguito dell’annullamento del contratto vengano utilizzate per il potenziamento dell’offerta sanitaria della ASSL di Nuoro.

Il presidente Gianfranco Ganau ha quindi annunciato la votazione degli emendamenti sull’assegnazione dei livelli agli ospedali di Nuoro e Lanusei che erano stati congelati durante il dibattito sul capitolo sesto.   

Il consigliere dei Rossomori Emilio Usula ha chiesto di rinviare la discussione a martedì prossimo: «Mi sembra poco credibile discuterli adesso – ha detto Emilio Usula – arriviamo alla fine di una lunga giornata, si tratta di argomenti che non possono essere liquidati in poche battute». Richiesta appoggiata dal capogruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu. Di parere diverso il capogruppo del Pd Pietro Cocco: «Gli accordi prevedono di terminare oggi l’esame dei capitoli e degli emendamenti lasciando a martedì prossimo le dichiarazioni finali sulla legge».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis, pur condividendo la posizione di Cocco, ha invitato la maggioranza a riflettere sull’opportunità di un immediato rinvio della discussione a martedì prossimo: «E’vero quello che dice Cocco però stiamo parlando di due punti delicati. Abbiamo a disposizione tutto il pomeriggio di martedì, se si vuole continuare si continui. Ma per una questione di buon senso preferirei rimandare». Il presidente Ganau ha quindi messo ai voti la proposta di rinvio che è stata respinta dall’Aula.

Il Consiglio ha poi approvato due emendamenti, col parere favorevole della commissione e della Giunta: il n. 898 (Ruggeri-Perra) che introduce nuovi servizi nella struttura di Lanusei ed il n. 899 sostitutivo totale di sintesi (Ruggeri-Perra), che riscrive il dettaglio della nuova rete ospedaliera attribuendo le funzioni ai due hub principali di Cagliari e Sassari e ad ogni singola struttura.

Sull’emendamento n. 899 si sono espressi numerosi consiglieri regionali con dichiarazioni di voto.

Il consigliere del Misto-Rossomori Emilio Usula ha sostenuto che, a differenza di quanto previsto dall’emendamento, «il riconoscimento del secondo livello a Nuoro è supportato da buone ragioni e, peraltro, non è stato mai contrastato né dalla commissione né dall’assessore, ad eccezione di un parere legale che però non ho mai visto». C’erano gli spazi per una deroga, ha proseguito, «come è stato fatto in altre Regioni come l’Emilia-Romagna divisa in 3 aree vaste corrispondenti all’area nuorese, con ben 13 Dea di secondo livello con distanza massima di 43 km fra l’uno e l’altro mentre in Sardegna la distanza è di circa 200 chilometri».

Il consigliere del Pd Franco Sabatini si è dichiarato «non pienamente soddisfatto rispetto alla sua richiesta di Dea di primo livello per Lanusei; c’è stata una mediazione ma non poteva esserci riconoscimento senza servizi, per cui questo emendamento dà la sicurezza di servizi di livello adeguato anche per l’emergenza urgenza».

Per i Riformatori sardi, il consigliere Luigi Crisponi ha lamentato che «troppe volte si sono affrontati temi con evidenti demarcazioni fra nord e sud della Sardegna dimenticandosi dell’area più sofferente, l’area della Sardegna centrale; nell’emendamento c’è cerchiobottismo e resta il fatto che il mancato riconoscimento del secondo livello a Nuoro è una scelta grave per le popolazioni, gli operatori sanitari e soprattutto i malati, ancora una volta abbiamo assistito a cittadini, professionisti e malati di serie A e serie B».

Il vice capogruppo del Pd Roberto Deriu ha affermato che con l’emendamento «si fa una operazione di verità che riconosce la particolare attrezzatura sanitaria del Nuorese non solo con classificazioni e parametri astratti ma attraverso la ricognizione attenta dei servizi sulla base delle esperienze». Queste strutture, ha continuato, «sono ora dentro una crisi ed il riconoscimento le aiuterà a superarla, in definitiva una misura intelligente che completa l’azione riformatrice della Regione e dà speranza per il futuro».

Secondo il capogruppo del Pasd’Az Angelo Carta «il collega Usula ha ragione a cercare di affermare un diritto dell’ospedale di Nuoro e non si capiscono le difficoltà per il riconoscimento di Dea secondo livello, che avrebbe aiutato il buon andamento della riforma dando risposte alle popolazioni e delineando, anche per la Sardegna, quella ripartizione in tre aree vaste che appare la soluzione migliore». Il problema della scarsità popolazione, ha detto ancora, «non regge perché in Italia si è adottata la stessa misura con una densità di abitanti corrispondente, quindi la richiesta per Nuoro è perfettamente sostenibile».

Il consigliere del Misto Giovanni Satta ha espresso molte perplessità sulla scelta adottata per Nuoro, che «come ha confermato il collega Usula citando numeri inoppugnabili trova fondamento nella realtà». Ancora più preoccupante, ha aggiunto, «la scelta di Olbia come presidio di primo livello, sia pure in attesa dell’entrata in funzione del Mater: secondo me meritava il secondo livello proprio in previsione della prossima apertura del Mater, per cui chiedo questa correzione con un emendamento orale».

Messa ai voti dal presidente Gianfranco Ganau, la proposta è stata respinta.

Il capogruppo del Pds Gianfranco Congiu ha ricordato che il suo gruppo «in molte occasioni, provocatoriamente, aveva chiesto l’abrogazione acronimi per concentrarsi invece sulla realtà dei servizi territoriali evitando di dividersi sui nomi, dimenticando che in realtà Nuoro e Lanusei sono effettivamente potenziati: misurare sui servizi e più complicato ma sicuramente più giusto e rispondente ai bisogni delle comunità».

Il consigliere di Art. 1 – Mdp Luca Pizzuto ha definito il dibattito «imbarazzante al punto da rendere determinante ogni voto, per noi sarebbe interesse confermare il principio applicato sul Mater secondo il quale gli accordi non valgono;  ne terremo conto ma in questo caso rispetteremo gli accordi».

Il consigliere dell’Udc Giorgio Oppi ha parlato di un dibattito in cui «si è assistito a strani comportamenti, sicuramente non ci si è mossi in modo uniforme affrontando le problematiche delle diverse aree della Sardegna, ma resta il fatto che Nuoro è il terzo polo della Regione ed è inutile giocare con le parole».

Messo ai voti l’emendamento è stato approvato con 38 voti favorevoli ed uno contrario.

Subito dopo il presidente ha tolto la seduta. I lavori del Consiglio riprenderanno  martedì prossimo 24 ottobre, alle ore 16.00.

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La commissione Autonomia ha approvato a larghissima maggioranza questa mattina la doppia preferenza di genere. Ora spetta al Consiglio regionale il voto finale sull’approvazione della modifica della legge elettorale, con l’introduzione del principio secondo cui ogni elettore sardo ha diritto di esprimere due preferenze per due candidati consiglieri regionali che appartengano alla stessa lista.

Il testo approvato prevede due articoli: uno recepisce la proposta della consigliera Annamaria Busia mentre il secondo tiene conto di quella del consigliere Gianfranco Congiu. Contrari soltanto i consiglieri Gennaro Fuoco e Marcello Orrù (Psd’Az).

Soddisfatti, invece, i componenti del “parlamentino” che si sono battuti in questi mesi per il doppio voto, a cominciare dal presidente Francesco Agus: «Questa decisione segna un momento democratico fondamentale per la Sardegna, un momento davvero atteso. Sono convinto che la coesione e la determinazione mostrata da tutti componenti della commissione durante i lavori siano il migliore viatico per l’approvazione anche in Aula della doppia preferenza di genere. Più donne sarde in politica e nelle istituzioni non possono che fare bene ai sardi e alla Sardegna».

Per Annamaria Busia (Cd) «è davvero un grande risultato per le donne della Sardegna, un risultato che qualifica un’intera legislatura. Ho apprezzato gli ottimi interventi dei colleghi di maggioranza e anche di Forza Italia, che hanno recepito il testo della mia proposta di modifica della legge statutaria».

«Con il recepimento all’articolo 2 della nostra proposta di legge la parità di genere diventa effettiva anche nei micro collegi come l’Ogliastra, in cui il ristretto numero di candidature consentiva un’elusione del principio di parità», ha detto Gianfranco Congiu, esponente del Partito dei Sardi.

Per Daniela Forma (Pd) «l’approvazione in Commissione del Testo sulla doppia preferenza di genere è un momento importante che qualifica la nostra legislatura sulla strada del superamento degli ostacoli che impediscono la piena cittadinanza delle donne sarde nella massima istituzione regionale. Ora lavoriamo tutti insieme perché questo risultato venga certificato in Aula».

L’esponente del Pd Roberto Deriu ha commentato così il voto in commissione: «Le leggi sono il risultato di una riflessione non solo di coloro che le approvano ma dell’intera società. Oggi la società ce lo chiede. Non sarà il definitivo, ma è ciò che oggi è richiesto dai tempi».

A favore del testo approvato in commissione Autonomia sono intervenuti anche i consiglieri Giuseppe Meloni e Salvatore Demontis, entrambi del Pd. L’on. Meloni ha aggiunto: «Il voto sulla doppia preferenza di genere è un accorgimento sacrosanto, nell’attuale quadro normativo elettorale, per favorire l’accesso di entrambi i generi al Consiglio regionale. Tuttavia, ritengo che nel complesso l’attuale legge elettorale sia da correggere e migliorare in altre sue parti. Ma quello di oggi è già un importante passo avanti».

Invece, per il collega Demontis «ho sempre dichiarato che qualora si confermasse il sistema elettorale basato sulle preferenze sarei stato favorevole alla doppia preferenza di genere. Pur preferendo un sistema basto sui collegi uninominali, dove la parità di genere si garantisce con l’alternanza delle candidature, sono convinto che l’unico sistema possibile  per garantire effettivamente le pari opportunità sia la doppia preferenza. Abbiamo raggiunto un primo risultato molto importante».

Per Forza Italia l’on. Stefano Tunis ha presentato  un emendamento per garantire il cinquanta per cento di candidature in ogni lista a ciascun sesso. Il contenuto dell’emendamento Tunis è stato rimesso alla valutazione dell’Aula in occasione della discussione generale sulla proposta di legge. Il consigliere FI ha detto: «Ma la doppia preferenza di genere è un atto dovuto. Le donne studiano di più e sono maggiormente capaci di vincere un concorso pubblico. Sono classe dirigente trainante per il Paese. Le istituzioni devono comprenderle in misura necessariamente maggiore».

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Va in archivio l’edizione 2017 della “Festa manna di Gaddura” che si è svolta a Luogosanto dal 7 al 9 settembre. Tre giorni in cui la “Città Mariana” è stata al centro della vita sociale e religiosa in Gallura. «Sono stati dei giorni impegnativi ma davvero soddisfacenti – commenta il sindaco di Luogosanto, Agostino Pirredda – il bilancio finale della “Festa manna” non può che essere molto positivo. Tutto si è svolto alla perfezione: dall’organizzazione dei riti religiosi ai concerti di Alex Britti, degli Istentales e dei Tressardi. Va detto che il Comitato Fidali ’73, che ha avuto l’onere e l’onore di organizzare la festa, ha azzeccato i protagonisti dei due concerti. Ormai è stato raggiunto un livello davvero alto e l’auspicio, per il 2018, è proprio quello di mantenere questa qualità e, semmai, di migliorarla». Se l’esibizione del cantautore romano Alex Britti è stato, come da facile previsione, l’evento più seguito (con migliaia di persone davanti al palco), il momento più significativo ed emozionante della “Festa manna” è stata, come sempre, la conclusione della processione religiosa: «L’attimo più suggestivo anche quest’anno è stato l’ingresso del simulacro della Madonna nella Basilica – spiega Pirredda – circondata e protetta  dai cavalieri, dai gruppi folk, dalle autorità civili e religiose e da tutta la popolazione di Luogosanto e non solo. Quando la processione termina senza intoppi e tutto si svolge in perfetto ordine, allora significa che il primo, grande passo verso una festa riuscita è stato compiuto. Voglio ringraziare la Pro Loco di Luogosanto, che ha curato la direzione artistica della processione». Un commento su Alex Britti: «Una persona straordinaria, un grande professionista che ha fatto due ore di concerto suonando musica di alto livello».

La “Festa manna di Gaddura” è stata estremamente partecipata con un lungo elenco di gruppi folk e di confraternite presenti: a partire dal “Civitas Mariana di Luogosanto, per proseguire con il gruppo folk “Santa Maria” Arzachena; “Città di Arzachena”; i due gruppi di Sant’Antonio di Gallura, quello omonimo e il gruppo “Lu Naracu”; “Lu rizzatu Caragnanesu” di Calangianus; “Nuovo gruppo folk Lungoni” di Santa Teresa Gallura; “Gruppo folk Bortigiadas”; “Li Frueddhi” di Telti; i due gruppi folk di Trinità d’Agultu e Vignola, quello omonimo e il gruppo “La Trinitai”; i due gruppi folk di San Pantaleo, quello omonimo e il gruppo “Balbacana”; il gruppo folk olbiese e, infine, il gruppo “Ampuriesu” di Valledoria. Le confraternite presenti provenivano da Olbia, Calangianus, Monti, Bortigiadas ed Aggius. Anche la parte politica e amministrative della Sardegna ha voluto omaggiare la 789esima edizione della festa: erano presenti, infatti, i due assessori regionali Pierluigi Caria e Cristiano Erriu, i consiglieri regionali Giuseppe Fasolino e Giuseppe Meloni, il presidente dell’Anci Emiliano Deiana, il senatore Silvio Lai, oltre ai sindaci di Santa Teresa, Aglientu, Badesi, Calangianus, Sant’Antonio di Gallura, Telti, Loiri – Porto San Paolo, Monti, La Maddalena e i rappresentanti di Padru, Olbia, Tempio e Luras. «I rappresentanti delle istituzioni ci hanno omaggiato della loro vicinanza e questo ci riempie di orgoglio, cosi come la presenza di tutti i gruppi folk e delle confraternite: li sentiamo vicini, devo ringraziarli tutti – dice Agostino Pirredda – questo è, in effetti, il riconoscimento migliore e ufficiale per la “Festa manna di Gaddura”».

Venerdì prossimo si svolgerà l’ultimo appuntamento della tradizione: la “Festa di l’ottu” che si svolge, appunto, otto giorni dopo l’inizio dei festeggiamenti. In quell’occasione il Comitato uscente consegnerà la bandiera a quello entrante. «Noi del ’73 faremo il passaggio di consegne a quelli del ’74 – racconta il sindaco – i quali entro il 30 settembre si costituiranno ufficialmente in Comitato Fidali 74 e inizieranno a organizzare l’edizione del 2018. Il sistema dei comitati, istituito decenni fa, è importantissimo e funziona alla perfezione, non c’è nulla da cambiare ed è proprio grazie a questa dinamica che, ogni anno, la festa è sempre molto bella e partecipata. I comitati devono continuare a lavorare come hanno sempre fatto».

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10 consiglieri regionali del centrosinistra, primi firmatari Roberto Deriu e Piero Comandini, Lorenzo Cozzolino, Daniela Forma, Giuseppe Meloni, Antonio Solinas, Mario Tendas, Francesco Agus, Annamaria Busia e Daniele Cocco Secondo, hanno presentato un’interrogazione urgente, rivolta all’assessore Arru e al presidente Pigliaru, per capire quali siano le ragioni che determinano il ritardo, nella nomina del Direttore Generale dell’Areus prevista dalla L.R. 17/2016 che sarebbe dovuta arrivare entro il 31 dicembre scorso e, trascorsi ormai sette mesi, sembra essere cronico e, «a quanto è dato a conoscere non c’è, da parte dell’assessore competente, neanche una proposta di delibera da presentare alla Giunta regionale».

«L’Azienda per l’emergenza urgenza ha una propria autonomia patrimoniale, organizzativa e gestionale – contabile, e questo ritardo non fa altro che generare conseguenze negative su tutta l’attività – sottolineano i consiglieri del centrosinistra -. Gli impegni assunti, sia con il protocollo d’intesa sottoscritto tra la Regione Sardegna e la Regionale Lombardia, sia l’impegno economico, 91 milioni di euro, per l’attivazione del servizio di elisoccorso e, il buon andamento dell’attività tutta, anche in considerazione del dimensionamento che ha interessato alcuni centri dell’Isola, necessitano con la massima urgenza la nomina del Direttore Generale.»

«A sette mesi di ritardo – concludono gli interroganti – in Consiglio regionale noi attendiamo, ma soprattutto l’attendono i sardi, una risposta da parte dell’esecutivo, una risposta che si traduce nella nomina, nel più breve tempo possibile, del Direttore Generale.»

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«La Consulta sardo-corsa inizia a realizzare i suoi primi obiettivi e con la storica approvazione della delibera per il riconoscimento della condizione di insularità incomincia a prendere forma il disegno della macroregione europea Sardegna-Corsica.» Così, il presidente del Consiglio regionale sardo, Gianfranco Ganau, ha commentato, a Santa Teresa di Gallura, il via libera con voto unanime alla  deliberazione per il riconoscimento della condizione di insularità, in attuazione dell’articolo 174 del trattato di funzionamento dell’Unione Europea. Il documento, salutato con “grande soddisfazione e favore” dal presidente dell’Assemblea corsa, Jean Guy Talamoni, chiede non soltanto ai governi italiano e francese ma direttamente al Consiglio europeo, alla commissione Europea, al parlamento europeo e al Consiglio dell’Unione il mantenimento degli impegni assunti con la dichiarazione delle Regioni insulari n. 30 allegata al Trattato di Amsterdam. Aprire un’interlocuzione diretta in sede comunitaria è l’auspicio della Consulta che non ha mancato di evidenziare, con gli interventi dei capigruppo, la solennità del pronunciamento.

In particolare, il capogruppo dei Riformatori sardi Attilio Dedoni ha insistito sulla necessità di un confronto “vero” con l’Europa «perché siano riconosciuti i diritti irrinunciabili di sardi e corsi» ed insieme con i colleghi del Partito dei Sardi (Alessandro Unali), del gruppo Art.1-Sdp (Paolo Zedda), del Pd (Giuseppe Meloni), del Psd’Az (Angelo Carta), dell’Upc (Pierfranco Zanchetta), di Forza Italia (Edoardo Tocco) e dell’Udc (Pierluigi Rubiu)  non ha risparmiato sottolineature critiche verso gli Stati francese e italiano per la mancata richiesta, in sede comunitaria, del riconoscimento dello Statuto di insularità «per le uniche vere isole del Mediterraneo quali sono Corsica e Sardegna». I capogruppo dell’assemblea sarda, insieme con gli omologhi corsi, Petr’Anto Tomasi (Corsica Libera) e Jean Biancucci (Femu a Corsica) hanno argomentato nel dettaglio le penalizzazioni e la condizione di svantaggio patite dalle due isole soprattutto per ciò che attiene trasporti, infrastrutture e energia.

«La cultura e la lingua – ha dichiarato il presidente Talamoni – restano però il punto di partenza della solida intesa tra le assemblee di Sardegna e Corsica, perché partire dall’economia e dal mercato, dimenticando i popoli e i loro diritti, è una delle cause del fallimento dell’Europa». Non è un caso, infatti, che prima della deliberazione per lo statuto di insularità, la Consulta abbia dato il via libera al regolamento che istituisce il premio letterario “Antigone” e al documento che regola l’accordo quadro in materia di cooperazione interuniversitaria. Approvata la richiesta a Francia e Italia per lo scambio dei mezzi aerei tra Sardegna e Corsica, nella lotta agli incendi, i presidenti Ganau e Talamoni hanno svolto le rispettive relazioni in materia di rapporti con gli Enti locali e Continuità territoriale aerea e marittima.

I temi oggetto dell’informativa saranno approfonditi nel corso dei lavori della prossima riunione della Consulta sardo-corsa, in programma nell’autunno in Corsica,  insieme con le questioni attinenti i collegamenti marittimi tra le due isole e il Parco delle Bocche di Bonifacio.

  

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Domattina,alle 10.00, il Consiglio regionale comincerà l’esame dei circa 300 emendamenti presentati dai diversi gruppi consiliari al Dl n. 408 che contiene una serie di norme in materia di edilizia ed urbanistica.

La maggior parte delle proposte di modifica del testo proviene da Forza Italia (240), cui si aggiungono quelle dell’Udc (6) e del Psd’Az (1). Per quanto riguarda la maggioranza 2 emendamenti portano la firma della Giunta, 11 sono sottoscritti dal vice presidente della commissione Governo del Territorio Antonio Solinas (Pd), 8 dal consigliere Piero Comandini ed uno ciascuno dai consiglieri Giuseppe Meloni, Gianmario Tendas, Salvatore Demontis e Daniela Forma, sempre del Pd. Completano le proposte della maggioranza i 6 emendamenti presentati dal capogruppo di Cps Pierfranco Zanchetta.

Per finire il consigliere del gruppo Misto Francesco Agus, che ha presentato 18 proposte di modifica.

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Sarà necessaria una nuova configurazione della struttura del Mater Olbia per adattarla alla nuova rete ospedaliera e potenziare il settore della radio-terapia e consentire alla Sardegna di abbattere le liste d’attesa per questo trattamento, riducendo di conseguenza la consistente “mobilità passiva” (che ha una incidenza di oltre 25 milioni annui per il servizio sanitario regionale).

E’ quanto emerso al termine del sopralluogo che la commissione Sanità, presieduta da Raimondo Perra (Psi), ha effettuato presso la struttura che la Qatar Foundation sta realizzando nel centro gallurese.

Il nuovo assetto del Mater Olbia, che prevede anche una riduzione (ancora da quantificare) dei 242 posti-letto complessivi originariamente assegnati, deve ancora essere formalizzato ma non dovrebbe comportare lo slittamento dei tempi di completamento del nuovo ospedale.

Occorrerà però intervenire, come ha comunicato il manager della QF Lucio Rispo, sia sull’adeguamento dell’immobile (per circa 20 milioni) che sulla dotazione tecnologica (per altri 20 milioni). «Attualmente – ha detto ancora Rispo – la parte edilizia dell’intervento è completata per l’81% e contiamo di portarla  a termine in tempi molto brevi mentre per l’accreditamento procederemo per fasi in un percorso che prevediamo di concludere entro il 2018».

Nello stesso tempo, la Qatar Foundation ha perfezionato accordi con importanti istituzioni nazionali per la gestione della struttura e con centri di ricerca internazionali per dare vita ad un nuovo “polo” di ricerca scientifica che avrà sede al Mater.

Dopo il sopralluogo durato circa due ore, la commissione ha tenuto una riunione conclusiva assieme al management della Qatar Foundation. Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Lorenzo Cozzolino, Giuseppe Meloni, Daniela Forma e Rossella Pinna del Pd, Giorgio Oppi dell’Udc, Giovanni Satta ed Emilio Usula del Misto, Pierfranco Zanchetta di Cps, Attilio Dedoni dei Riformatori sardi, Daniele Cocco di art.1-Sdp, Edoardo Tocco e Giuseppe Fasolino di Forza Italia.

Molti consiglieri, con sottolineature diverse, hanno lamentato la mancanza di informazione alla commissione e indirettamente al Consiglio sulle modifiche della rete ospedaliera esprimendo però una valutazione positiva sia sull’esito del sopralluogo che, in prospettiva, sul ruolo che il Mater Olbia potrà esercitare nel miglioramento del sistema sanitario della Sardegna.

Il capogruppo del Cps, Pierfranco Zanchetta, in particolare, ha sollecitato un sopralluogo della commissione presso l’ospedale “Paolo Merlo” di La Maddalena.

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Mirko Idili.

L’Unione sindacale territoriale della Cisl Gallura ha confermato il segretario generale uscente Mirko Idili alla guida dell’organizzazione. La votazione è avvenuta oggi durante il congresso che si è svolto nell’hotel Doubletree by Hilton di Olbia. A completamento della segreteria sono stati eletti anche Rosa Casto, riconfermata nel ruolo, e Masino Fresi che prende il posto di Alberto Farina, da sempre colonna portante della Cisl gallurese, che proseguirà la sua attività nel sindacato in qualità di segretario generale della Federazione dei pensionati in Gallura; il suo saluto alla segreteria generale provinciale è stato accolto con commozione da Mirko Idili.

Tema portante dell’assemblea è stata la necessità, da parte del territorio gallurese, di trovare una forma di governance intermedia che possa inserirsi tra i Comuni e la Regione. Durante la sua relazione, Mirko Idili ha lanciato il “Patto per la Gallura” e ha chiamato tutti i rappresentanti della politica e delle forze economiche e sociali a ritrovare coesione e unità di intenti: due elementi necessari per poter difendere le risorse e le potenzialità in via di sviluppo in Gallura. «Basta con le divisioni e con i conflitti campanilistici tra Alta e Bassa Gallura. L’economia di questo territorio è in ripresa. Lieve, ma c’è. E ci sono opportunità importanti da saper cogliere: il Mater Olbia è certamente una di queste. E’ un progetto che va difeso perché rappresenta una risorsa per tutta l’isola, non solo per la Gallura. Dobbiamo farlo capire a tutti, anche ai gufetti che sperano che il Mater Olbia non si faccia». Idili ha anche fatto riferimento all’acquisizione del 49 per cento di Meridiana da parte di Qatar Airways: «Un risultato auspicato quando, tempo fa, decidemmo di firmare l’accordo che prevedeva la fuoriuscita dal perimetro aziendale di centinaia di lavoratori esclusivamente nella previsione di favorire una partnership autorevole con Qatar Airways ed un nuovo piano industriale che consentisse, con l’acquisto di 50 aeromobili, di poter riassumere tutti coloro che ad oggi usufruiscono degli ammortizzatori sociali». Opportunità e potenzialità di sviluppo che però hanno bisogno della massima coesione tra politica e  forze sociali che devono essere in grado di ripensare una forma di autogoverno intermedio: «La vecchia Provincia non aveva più ragione di esistere – ha detto Idili – perché era stata spogliata di competenze e risorse economiche. Tuttavia si è creato un pericoloso vuoto amministrativo che deve essere colmato e la risposta a questa esigenza non può essere certo il ritorno alla vecchia provincia di Sassari».

Una sfida che è stata immediatamente accolta dai politici galluresi che sono intervenuti al congresso.

Gian Piero Scanu, deputato Pd, ha tuonato in difesa del Mater Olbia e contro quei «personaggi della politica regionale i quali sperano che il progetto affondi ma lo fanno ragionando in nome e per conto delle cliniche private di Cagliari».

Settimo Nizzi, sindaco di Olbia, ha spiegato: «E’ ripartito il dialogo tra noi sindaci galluresi ed è stato un atto importante per spezzare certi vecchi schemi che bloccavano la crescita delle nostre comunità. Rappresentiamo un territorio che intende dialogare con le altre aree sarde e italiane, ma non abbiamo intenzione di ricominciare i viaggi della speranza verso Sassari per ottenere ciò che ci spetta. Dobbiamo decidere da soli come gestire la Gallura: da quando non c’è più la Provincia non è più possibile nemmeno tappare i buchi delle strade, piazzare un palo della luce, fare manutenzione nelle scuole».

Pierfranco Zanchetta, consigliere regionale di La Maddalena: «Abbiamo necessità del sostegno di tutti altrimenti la nostra proposta di legge per l’istituzione di una Provincia nel Nordest della Sardegna, non passerà. Abbiamo di fronte forze opposte e contrarie, invochiamo la mobilitazione del territorio».

Giuseppe Meloni, consigliere regionale: «Vogliamo far capire che la nuova Provincia non dovrà essere un carrozzone politico ma avrà il preciso ruolo di fare da argine contro l’arretramento istituzionale, in Gallura, da parte dello Stato e della Regione».

Antonio Satta, sindaco di Padru: «Questa è una battaglia che bisogna vincere nell’interesse della Gallura: dobbiamo quindi sostenere i consiglieri regionali e la loro proposta di legge. Il consiglio comunale di Padru ha già approvato un ordine del giorno a favore di questa proposta».

Pierluigi Caria, neo assessore regionale dell’Agricoltura: «Il mio ruolo mi impone una visione totale della Sardegna, ma provengo dalla Gallura, comunità per la quale avrò ovviamente un occhio particolare. Credo che questo territorio abbia le carte in regola per ottenere l’autonomia».

Alberto Farina si è soffermato sulle condizioni generali della Cisl regionale: «Il sindacato in Sardegna ha ripreso slancio, il lavoro che è stato fatto da Ignazio Ganga in questi pochi mesi è davvero significativo e a lui faccio i miei complimenti».

Un ruolo determinante nel congresso che si è svolto oggi lo ha avuto Gigi Petteni, segretario confederale della Cisl nazionale. Petteni ha tracciato lo scenario in cui si sta muovendo il sindacato per la tutela del lavoro e dei diritti a esso connessi: «La politica ha ascoltato i populismi quando si è trattato di decidere cosa fare sui voucher, mentre avrebbe dovuto ascoltare chi conosce a fondo le realtà lavorative. La Cisl non parla mai, mai alla pancia della gente ma sempre al cervello e al cuore. Gli attacchi della politica nei confronti delle organizzazioni sindacali sono stati evidenti ma noi, come da tradizione, abbiamo evitato lo scontro e cercato il dialogo, presentando proposte. In questo modo abbiamo ottenuto i risultati cercati su tanti importanti temi».

La conferma di Mirko Idili alla guida della Cisl Gallura è stata elogiata anche dal segretario regionale dell’organizzazione sindacale, Ignazio Ganga: «Con la nuova segreteria regionale abbiamo deciso di seguire tutti i congressi e di incontrare tutti i lavoratori e le lavoratrici. Abbiamo l’esperienza per sostenere le ragioni del lavoro e del sociale in questa regione. ci impegneremo per risolvere, in via definitiva, i problemi emersi anche durante questo congresso». L’intervento del segretario regionale si è focalizzato anche sullo spopolamento in Sardegna: «Per combattere questo fenomeno servono risorse – ha spiegato – dobbiamo spendere meglio i fondi europei. Perdere di vista pezzi di questa regione porta la stessa a essere considerata “roba di altri”. E’ quindi necessaria una riforma della Regione per sburocratizzare il Palazzo e dare risorse ai territori». Ignazio Ganga ha mostrato all’assemblea un contenitore con, all’interno, una manciata di terra della Gallura e ha spiegato che la Cisl sarda ha deciso di raccogliere una porzione di suolo da tutti gli otto territori dell’Isola. La terra sarà mischiata in un vaso in cui sarà piantato un ginepro. «Un albero scelto perché è molto robusto e diffuso in tutta l’isola. Simbolicamente rappresenterà le radici della Cisl sarda».

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E’ iniziato, in Consiglio regionale, l’esame del disegno di legge n. 393 “Legge di stabilità 2017”.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il Dl n° 401 – “Modifiche alla legge regionale 6/2016 (Bilancio 2016 e pluriennale 2016-2018) conseguenti alla sentenza della Corte Costituzionale n° 6 del 2017″.

Il consigliere dei Riformatori sardi Luigi Crisponi, prendendo la parola sull’ordine dei lavori, ha ricordato il recente attentato contro il sindaco di Oliena, sottolineando positivamente la solidarietà manifestata dalle Istituzioni. Però, ha ricordato, «c’è un problema di illegalità diffusa che interessa tutto il territorio regionale con particolare riferimento ai piccoli centri delle zone interne che sono sempre più luoghi del malessere». A questo dobbiamo dare una risposta, ha proseguito Crisponi, auspicando «un documento di indirizzo del Consiglio per assicurare adeguati finanziamenti a quelle realtà in cui è più acuta la tensione sociale; sarebbe una azione di buon senso e di alta politica, per esempio, garantire un forte sostegno a quelle attività rurali messe in difficoltà dopo i gravi danni del ciclone Cleopatra». Bisogna insomma rassicurare amministratori e popolazioni, ha concluso Luigi Crisponi, «perché oggi, proprio a causa dell’attentato, la Giunta di Oliena si è riunita in piazza».

Il presidente Ganau, rispetto al problema sollevato dal consigliere Luigi Crisponi, ha precisato che potrà essere presentato un ordine del giorno.

Tornando all’ordine del giorno della seduta, il presidente ha dato la parola al presidente della commissione Bilancio Franco Sabatini (Pd) per illustrare il contenuto del Dl n° 401. Sabatini, nel suo intervento, ha brevemente ricordato il dibattito svoltosi in commissione ed il voto contrario dell’opposizione, mentre la maggioranza ha condiviso la necessità di approvare celermente il provvedimento.

Il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha stigmatizzato il comportamento del Governo mettendo l’accento sul fatto che «c’è stata una brusca battuta d’arresto nei rapporti con la Regione per un atteggiamento eccessivo della Ragioneria generale dello Stato su cifre che non modificano il cuore della Legge finanziaria, ed è un dato preoccupante constatare l’esagerato rigore sempre richiesto alla Regione». La correzione tecnica è necessaria, secondo Locci, «senza però dimenticare che il problema sollevato dallo Stato davanti alla Corte Costituzionale in effetti può essere considerato sanato per il 2016 ma potrebbe riproporsi per il 2017 e, se accadesse, saremmo di fronte ad un fatto assurdo». Quindi, ha aggiunto, «da una parte c’è il passo falso della Giunta e dall’altra la conferma che lo Stato tiene stretti i cordoni della borsa e gestisce con accanimento burocratico i rapporti con la Sardegna».

Sempre per Forza Italia il vice capogruppo Alessandra Zedda ha ricordato che il suo gruppo aveva dato l’allarme su quanto poteva accadere da oltre un anno e, come consigliere, ha manifestato «fastidio e vergogna per la declaratoria di incostituzionalità della Legge di Bilancio della Sardegna ma c’è di più, perché nella relazione allegata al provvedimento in esame emergono spazi di ambiguità che potranno essere verificati in sede di consuntivo». Si è cercato di liquidare la vicenda come un errore tecnico, ha poi lamentato la Zedda, «ma in realtà la Regione ha speso più di quanto poteva e non basta l’ammissione di colpa a giustificare un anno di caos amministrativo che ha danneggiato la Sardegna, oltretutto per tutto per mutui con risorse non si riescono nemmeno a spendere». Quando si arriverà alla Legge di Stabilità 2017, ha concluso la vice capogruppo di Forza Italia, «sarà bene ascoltare l’opposizione che ha sempre parlato nell’interesse dei Sardi e rivedere, in particolare, la partita dei residui attivi nella ragionevole certezza che molte risorse lo Stato non le trasferirà più alla Sardegna».

Il consigliere del gruppo Misto-Rossomori Emilio Usula ha sostenuto che «con questa legge il Consiglio accompagna l’assessore a Canossa e chiedere una indulgenza allo Stato per non aver fatto bene i suoi compiti». Non è solo un vizio di forma, ad avviso del consigliere, «perché è la stessa Corte che parla di una manovra elusiva della salvaguardia degli equilibri di bilancio e forse la colpa più grave è non essersi costituiti in giudizio anche perché, in ogni caso, la correzione doveva essere presentata subito senza esporsi ad una brutta figura davanti alla Corte Costituzione, oltretutto con un assessore-professore». C’è poi il problema, ha detto ancora Usula, «della gravissima situazione che si è proiettata negativamente su tutto il sistema Regione con particolare riferimento alle amministrazioni locali, un argomento da sempre al centro dell’azione politica dei Rossomori, che hanno sempre cercato di dare il lor contributo con una finalità chiara, quella di dare ai Comuni più risorse e più agibilità finanziaria nell’interesse delle imprese e dei cittadini». Di fronte alle nostre proposte, ha concluso Emilio Usula, «abbiamo registrato un atteggiamento stizzito, eppure proprio oggi la Cna fornisce cifre allarmanti sull’economia della Sardegna: rispetto al 2015, nel 2016 il valore delle opere pubbliche è calato del 53% (livello più basso degli ultimi 15 anni), soprattutto nei Comuni con un calo delle gare del 27% e del 29% come importo dei lavori (la metà dell’anno precedente) e quindi servono politiche più agili, cantieri più veloci e maggiori risorse». Quello che dice oggi la Cna, ha concluso l’esponente dei Rossomori, «lo sostenevamo noi da tre anni e per questo siamo passati all’opposizione».

Il consigliere Paolo Truzzu (Misto-Fdi) ha affermato in apertura che, paradossalmente, avrebbe voluto sottoscrivere l’intervento del collega Usula perché in realtà «solo in apparenza siamo davanti ad un fatto tecnico perché poi ci sono alcuni fatti politici; il primo è la bocciatura della Legge di Bilancio respinta per la prima volta nella storia dell’autonomia ed il secondo è rappresentato dalla bocciatura pure la correzione ed inoltre tutta questa vicenda ha avuto una narrazione piena di omissioni e forse di menzogne». La ricostruzione fornita dalla maggioranza, ha spiegato Truzzu, «dimostra, infatti, che sono stati nascosti fatti importanti al Consiglio ed ai Sardi, quando a gennaio l’assessore dichiarò che l’errore era stato corretto con l’assestamento dimenticando di dire che la sentenza della Corte Costituzionale era già nota da novembre; in seguito, quando il collega Pietro Pittalis ne chiese conto l’assessore, in replica, assicurò che il Bilancio sarebbe stato comunque parificato e in caso contrario avrebbe rassegnato le dimissioni». Mi sono stufato di essere preso in giro e di fare la comparsa o il complice, ha concluso Paolo Truzzu: «per questo non parteciperò al voto».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta, dopo aver dichiarato che «il Governo forse è amico dei governanti sardi ma non dei Sardi» ha aggiunto che «l’assessore Paci non ha superato l’esame, nonostante si sia tentato di far passare la cosa quasi in sordina, proponendo addirittura di discutere del 2017 senza mettere a sposto il 2016». Le accuse della Corte, ha ammonito Carta, «sono pesantissime perché di afferma che la Regione non solo ha commesso errori gravi ma lo ha fatto quasi deliberatamente, vanificando il principio costituzionale sancito dall’art. 81, spendendo in pratica quello che non si aveva». Cercate sempre  il primato, ha proseguito Carta rivolto alla maggioranza, «e in realtà lo avete ottenuto perché siete la prima giunta regionale d’Italia a chiudere un bilancio in passivo; la stessa relazione che accompagna questo provvedimento è reticente e non affronta i problemi veri posti dalla Corte Costituzionale, cerca di nascondere la Caporetto della Giunta dei professori che, al di là di tutto, ha determinato un rallentamento della spesa che ha avuto conseguenze devastanti sulla Sardegna».

Il capogruppo dei Riformatori Attilio Dedoni, premettendo di non voler essere ripetitivo ha evidenziato che «da questa vicenda emerge con chiarezza che non si sono seguite le procedure previste dalla legge e nemmeno si è tentato di correggere gli errori in corsa, trascurando che una semplice variazione di bilancio a giugno avrebbe messo tutto a posto, ma sarebbe stato troppo per l’inefficienza di questa Giunta che perso la faccia davanti a tutta Italia, altro che fare i primi della classe». Abbiamo espresso più volte i nostri dubbi sulla vertenza entrate, ha protestato Dedoni, «ed oggi siamo in una condizione difficilissima, abbiamo meno entrate e siamo sottoposti ad oltre 600 milioni di accostamenti ingiustificabili, abbiamo ritirato i ricorsi e questo è il risultato aspettando la riconoscenza del governo amico che poi non è arrivata, abbiamo rinunciato a difendere lo Statuto e la Regione, non abbiamo fatto il nostro dovere e continuiamo ad andare a Roma con il cappello in mano mentre vengono calpestati i nostri diritti, abbiamo abbandonato la battaglia sulle accise rinunciando a 4 miliardi, è stato ritirato anche su questo punto un ricorso alla Corte Costituzionale ed abbiamo deciso autonomamente, come Riformatori, di andare davanti alla Corte di Giustizia europea». Non so cosa accadrà, ha concluso Dedoni annunciando che il suo gruppo non parteciperà al voto, «ma stiamo facendo una battaglia giusta per i diritti dei Sardi ed la Giunta che deve fare un esame di coscienza».

Dopo l’on. Attilio Dedoni ha preso la parola l’on. Francesco Agus (Gruppo Misto), che ha detto: «Non ci sono bocciature perché nei rapporti con lo Stato non ci sono professori né alunni. A volte non si capisce nemmeno bene chi abbia torto e chi ragione. In questa occasione il Governo ha impugnato la legge 32 e poi la legge 36, scegliendo una strada irrituale e violenta. Per questo abbiamo accumulato ritardi, non imputabili alla Regione. Credo che le coperture finanziarie individuate siano congrue perché altrimenti ci troveremmo a fronteggiare le incongruenze di una manovra finanziaria, che andiamo a breve a votare, senza tutte le coperture. Interverrei già su questo testo di manovra per modificare la legge 32 e la legge 36».

Per il capogruppo di Forza Italia, on. Pietro Pittalias, «il fatto che in questo dibattito sia intervenuto un collega di maggioranza, uno solo, fa capire quanto imbarazzo ci sia tra di voi. Se questo è il nuovo corso che volete inaugurare partendo da piazza Duomo, a Milano, mi cadono davvero le braccia. Onorevole Agus, lei difende l’indifendibile e non si pone il problema che l’assessore alla Programmazione sia incappato in un errore macroscopico. Un dato è chiaro, oggettivo: la legge finanziaria e di bilancio del 2016 è stata dichiarata illegittima sotto il profilo costituzionale dalla Corte costituzionale. Non era mai accaduto prima nella storia della Autonomia e in altri tempi per un fatto del genere ci sarebbero state evidenti conseguenze politiche.

Non è un’operazione di routine: state riscrivendo la finanziaria del 2016 e l’assessore Paci ha poco da minimizzare. Ci sarà una ragione se questa isola ha il Pil più basso d’Italia e la disoccupazione aumenta mentre diminuiscono i consumi? Ci sarà una ragione se tutto è immobile? Non avete credibilità agli occhi dei cittadini e delle imprese. Vi facciamo un accorato appello: prima ve ne andate e meglio è».  

Per la Giunta ha parlato l’assessore Raffaele Paci, che ha detto: «Siamo in Aula per prendere atto di un errore e per mettere rimedio, l’ho dichiarato. Non minimizzo dicendo che è accaduto un semplice errore tecnico: è accaduto, invece, che abbiamo una oggettiva difficoltà nell’applicazione dell’articolo 118 della Costituzione e sul tema dell’utilizzo del disavanzo tecnico abbiamo dato una certa interpretazione che invece si è rivelata difforme rispetto a quella che dà lo Stato. In sede di confronto con lo Stato abbiamo accettato l’interpretazione dello Stato ed eliminato già dalla legge 32 il disavanzo tecnico. Ma il problema è che c’è stato uno scollamento temporale tra la nostra modifica e l’udienza della Corte costituzionale sul ricorso. Ecco come è nata la necessità di operare il riallineamento per le parti che sono state dichiarate illegittime dalla Corte costituzionale, ovvero i 31 milioni. Ma non è tutta la finanziaria 2016 illegittima, sia chiaro. Certo che avremmo preferito che tutto questo non fosse avvenuto ma siccome è capitato ora dobbiamo porre rimedio!.

Per dichiarazione di voto è intervenuto l’on. Francesco Agus (Gruppo Misto), secondo cui «il vero problema sono i rapporti con lo Stato, che ha corretto con la penna rossa un errore di 31 milioni che la nostra Regione  ha fatto obiettivamente applicando una norma dello Stato. Senza che lo Stato abbia offerto il minimo aiuto alla Regione nell’applicazione delle nuove norme. Questo è il senso delle cose».

Per l’on. Piermario Manca (Pds) «il voto è di astensione perché c’è stata una certa superficialità, al netto delle scuse dell’assessore. Noi non siamo qui a fare la sorveglianza a un bidone vuoto, questo è il Consiglio».

Anche l’on. Paolo Truzzu (Fli) ha annunciato il voto di astensione: «Questa inezia tecnica è il frutto di un macroscopico errore politico. Voi avete spacciato il superamento del patto di stabilità come un grande successo e dovete prendere atto di questo errore politico. Assessore Paci, lei aveva dichiarato a gennaio scorso che ogni problema era stato risolto e oggi invece tornate sul problema».

Per l’on. Gianfranco Congiu (Pds) «c’è un elemento di fondo in questa vicenda, che orienta il dibattito. La Corte costituzionale dice in sentenza a pagina 5 che il disavanzo tecnico può essere risolto in senso positivo con una stretta interpretazione della norma altrimenti il disavanzo tecnico è un vero e proprio disavanzo. Dunque, è il legislatore dell’articolo 118 che ha sbagliato scrivendo la norma».

A nome dell’Udc Sardegna l’on. Gianluigi Rubiu (Udc)  ha annunciato l’astensione dal voto: «I massimi esponenti della facoltà di Economia della Sardegna hanno fallito, ridicolizzando con questo errore l’intero Consiglio regionale e dunque tutta la Sardegna. E’ un fatto di una gravità inaudita che testimonia l’incapacità».

Per il sardista Angelo Carta «lo Stato ha fatto il suo dovere in questa vicenda, ricordandoci che l’assessore Paci ha sbagliato. E’ un errore che non doveva essere commesso ed è logico che ci siano conseguenze politiche. Come deve cambiare, una volta per tutte, il rapporto con lo Stato. Comunque, noi voteremo contro».

Per il presidente della commissione Bilancio, on. Franco Sabatini, «in commissione e in Aula abbiamo parlato più volte di questo problema e respingo l’accusa che non se ne sia parlato in questa istituzione. L’errore c’è ma non ha inciso in nessuno stanziamento del bilancio 2016, sia chiaro. Non ci siamo dimenticati delle variazioni con cui si cancellavano, in passato, intere partite di bilancio».

Per Forza Italia l’on. Pietro Pittalis ha detto: «Dire che siamo davanti a un malinteso rapporto tra lo Stato e la Regione è il problema dei problemi. La Giunta ha ritirato tutti i ricorsi che pendevano davanti alla Corte Costituzionale e oggi mi fa piacere che in un sussulto di dignità si dica che lo Stato ha un atteggiamento padronale nei confronti con la Sardegna. In questi tre anni avete consentito allo Stato di comportarsi così e nonostante questo siete riusciti a far bocciare la legge di bilancio. Non parteciperemo al voto perché non vogliamo assolutamente avallare questo tipo di pasticcio».

«Siamo alle cose concrete», ha detto invece il capogruppo del Pd, on. Pietro Cocco, «questa decisione non ha avuto conseguenze sul bilancio e non è vero che noi ci genuflettiamo davanti al Governo. C’è un episodio emblematico, ricordo i sardisti qualche anno fa consegnare la bandiera della Sardegna a Berlusconi: questo è decisamente più significativo».

L’Aula ha votato il passaggio agli articoli ed è poi iniziata la discussione generale sugli articoli. Approvati gli articoli 1, 2 e gli allegati 1, 2, 3. La legge è stata approvata.

Proposta di istituzione della commissione d’inchiesta n. 4 sul sistema della protezione civile regionale

A seguire, l’onorevole Cossa ha illustrato il secondo punto all’ordine del giorno, ossia la richiesta di istituzione della commissione di inchiesta sui fatti avvenuti nel gennaio 2016, a seguito degli accadimenti di protezione civile e delle polemiche che sono derivate tra i sindaci e la Regione.

«Siamo consapevoli del lavoro dei volontari e degli operatori di protezione civile – ha detto Michele Cossa -. E siamo consapevoli anche della delicatezza della situazione ma qui non c’è nulla di imprevedibile e sono inaccettabili gli allerta meteo del tutto inutili, ai quali i cittadini ormai non credono più. Anche i danni economici, non facilmente accertabili, sono evidenti e così si chiudono scuole e uffici. Possibile che debba essere in capo ai sindaci il dovere di interpretare cos’è scritto nei comunicati della Protezione civile? Nel dubbio ogni sindaco, per scansare le responsabilità, è portato a chiudere le scuole. Mi auguro che l’Assemblea  non liquidi con sufficienza questo problema, visto che riguarda l’intera comunità e la sicurezza delle persone. Cosa impedisce di organizzare un sistema efficiente e all’altezza dell’emergenza?».

Al termine il presidente Gianfranco Ganau ha comunicato che la discussione sull’istituzione della commissione d’inchiesta è rinviata ad altra data.

Sul terzo punto all’ordine del giorno Dl. n. 281 (Giunta regionale) “Ridefinizione dei confini tra i comuni di Magomadas e Tresnuraghes”, il relatore on. Giuseppe Meloni (Pd) ha sollecitato l’approvazione del testo licenziato dalla commissione, sulla scorta di quanto già deliberato dai Consiglio comunali interessati. Sentito anche il parere della Giunta, l’Aula ha approvato la legge.

Disegno di legge n. 393 (Giunta regionale) “Legge di stabilità 2017”.

Sulla manovra finanziaria 2017, quarto punto all’ordine del giorno dei lavori dell’Aula, ha preso poi la parola l’on. Franco Sabatini, relatore per la commissione Bilancio che presiede: «La vertenza entrate non può ritenersi mai chiusa perché il quadro normativo è in continua evoluzione e dovremmo imparare da altre Regioni, più virtuose, a costruire costantemente questi rapporti con lo Stato e a tenerli sempre aperti». L’oratore ha auspicato al più presto il funzionamento dell’Agenzia sarda delle entrate e ha detto che «la Giunta regionale ha fatto bene a porre il problema dei tagli agli enti locali, il tema della Sanità e dell’insularità. Già dal 2017 avremo 20 milioni aggiuntivi sul sistema Enti locali e dal 2018 saranno 30. Grande risultato è stato raggiunto nell’accordo sulle risorse per colmare il gap infrastrutturale per metano, città metropolitana e insularità. Si tratta di somme pari a quelle che furono erogate negli anni ’70 per il Piano di rinascita».

Per il presidente Franco Sabatini i ritardi della macchina amministrativa della Regione nel livello di spesa «saranno oggetto di un esame attento da parte della commissione Bilancio. Ad una mia pubblica denuncia sull’argomento, alcune figure sindacali hanno considerato questa segnalazione come una caduta di stile. Mi chiedo: può essere considerata caduta di stile la denuncia di una problematica grave a tal punto da compromettere, seppure parzialmente, alcuni obiettivi programmatici, che la manovra stessa si pone? In una situazione di così pesante crisi economica, può essere considerata incauta la denuncia di una macchina amministrativa non all’altezza del suo compito e che rischia di far mancare le risorse per gli interventi di risposta ai fattori di crisi più inquietanti?

È evidente che il problema esiste ed è urgente affrontarlo e porvi rimedio, cercando le migliori soluzioni possibili, al fine di superare lentezza, assenza di motivazione, formalismo, culto dei precedenti, fuga dalle responsabilità, eccesso di controlli inutili, squilibrata distribuzione del personale e delle risorse finanziate».

In conclusione, il presidente Sabatini ha detto: «La manovra, che è all’attenzione dell’Aula, procede nella giusta direzione del rilancio della crescita economica, della competitività e dei consumi, attraverso la conferma di politiche fiscali vantaggiose e la programmazione ed attuazione di importanti investimenti infrastrutturali.

Rimangono, infatti, inalterate le aliquote dell’addizionali regionali IRPEF ed IRAP, le più basse in Italia dopo quelle applicate dalle province autonome di Trento e Bolzano

Si confermano le assegnazioni a favore del sistema degli enti locali attraverso il fondo unico e con uno stanziamento pari a 49 milioni derivanti dalle accise provenienti dall’ENEL.

Sono rafforzati gli interventi a favore del mondo dell’istruzione, del mondo culturale e dell’associazionismo.

Vorrei anche segnalare l’importante stanziamento per l’applicazione del reddito di inclusione sociale che ammonta, per la sola parte passiva, a 44 milioni di euro, comprensiva dei 14 milioni provenienti dall’annualità 2016, nonché 40 milioni per la parte attiva proveniente dal fondo sociale europeo.

Il REIS, unitamente al contratto di ricollocazione, in via di attivazione da parte dell’Assessorato del Lavoro, costituirà l’impalcatura per la creazione di un vero e proprio welfare sardo.

Infine vorrei fare cenno allo stanziamento di 14 milioni per l’attuazione di un programma di sostegno al comparto lattiero-caseario, finalizzato, attraverso l’acquisto del formaggio per gli indigenti, a far risalire il prezzo del latte.

Vale la pena anche ricordare che nel 2017 diventa pienamente operativo il piano di infrastrutturazione finanziato con l’attivazione del mutuo di 700 milioni di euro che, se nei primi due anni ha contenuto i trasferimenti per il 2015 a 60 milioni e per il 2016 a 51 milioni, nel 2017 saranno attivate opere per 150 milioni.

Così, come precedentemente affermato, in una programmazione unitaria, ai fondi regionali si aggiungono quelli statali ed europei ed è per questo che non si può non segnalare lo stato di avanzamento della programmazione territoriale, attraverso la quale si stanziano importanti risorse per la valorizzazione dei progetti locali di sviluppo.

A questo si aggiunge la prossima attuazione di importati infrastrutture viarie.

Per tutte queste ragioni, esprimo un parere fortemente positivo sulla manovra finanziaria ed auspico che questa assemblea la possa approvare celermente così da rendere operativi nel più breve tempo possibile gli interventi volti a superare la crisi economica e sociale».

Alessandra Zedda (FI), relatrice di minoranza, ha sottolineato i ritardi con cui la giunta Pigliaru ha presentato  i documenti finanziari.

«La legge finanziaria e il bilancio del 2017 confermano – ha detto la consigliera di Forza Italia – che questa Giunta non riesce a far approvare, per il terzo anno di seguito, la manovra nei termini di legge. Anche questa volta sono trascorsi tre mesi di esercizio provvisorio. Solo per il  profondo senso di responsabilità e per la  consapevolezza che abbiamo per la grave situazione che la nostra Sardegna e i sardi vivono quotidianamente, faremo di tutto per evitare il quarto mese di esercizio provvisorio». Molto negativo il giudizio della vice capogruppo di Forza Italia sull’azione della giunta Pigliaru: «Da 3 anni i vostri annunci non hanno trovato alcun fondamento o sostanziale concretezza. Avete promesso e mai mantenuto. Ed è lunga la lista  delle incompiute,  degli errori grossolani e delle mancate azioni per favorire lo sviluppo. Ormai – ha proseguito Alessandra Zedda – siamo agli ultimi posti in Europa nei settori delle Entrate, dei  trasporti, delle infrastrutture, dell’energia, della scuola, dei  servizi nelle zone periferiche e interne, dell’acqua, della sanità e delle servitù militari».

E la situazione è sempre più grave: in Sardegna il 46 per cento della popolazione è  a rischio povertà e la disoccupazione è al 56,4 per cento: siamo  una delle tre regioni italiane col più elevato tasso di disoccupazione giovanile nella fascia dai 15 ai 24 anni. Arretriamo su tutto: lavoro, istruzione, infrastrutture, imprese, innovazione. Inoltre, l’indice della competitività delle regioni europee condanna la Sardegna in fondo alla classifica. Nei tre anni di Giunta Pigliaru siamo scivolati di ben sei posizioni. L’Isola è 228esima su 263 regioni. Inoltre, in questa manovra finanziaria non esiste alcuna traccia dell’argomento che per noi è oggi fondamentale per azzerare il filo col passato, la battaglia per far sì che il fattore insularità possa essere a vantaggio di una nuova economia, socialità e sviluppo. Le risorse appostate in questo bilancio mal si combinano con un’azione incisiva, strategica che metta al centro della crisi piuttosto che della rinascita il tema focale della già citata insularità. Quindi , la vostra proposta di finanziaria – ha concluso – è una lista della spesa, quando va soddisfare le richieste, a tratti inopportune e fastidiose, per le soddisfazioni dei vari componenti la maggioranza, a tratti un libro dei sogni che appare l’esatta fotocopia delle finanziarie precedenti. Una menzione a parte meritano l’agricoltura e l’allevamento. In questo settore – ha detto ancora rivolta alla giunta – la vergognosa complicità del Governo conferma la vostra politica del gambero.

Dopo la relazione di minoranza il presidente Gianfranco Ganau ha chiuso i lavori. Domani mattina comincia la discussione generale. Il Consiglio è stato convocato per le ore 10.00.

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Con la costituzione del gruppo “Sinistra per la Democrazia e il Progresso2 cambia la “mappa” della rappresentanza consiliare delle forze politiche in Consiglio regionale.

Questa la nuova composizione dei gruppi:

Partito Democratico: Pietro Cocco (presidente), Alessandro Collu, Pietro Comandini, Lorenzo Cozzolino, Salvatore Demontis, Roberto Deriu, Daniele Forma, Gianfranco Ganau, Luigi Lotto, Gavino Manca, Giuseppe Meloni, Cesare Moriconi, Francesco Pigliaru, Rosella Pinna, Luigi Ruggeri, Franco Sabatini, Antonio Solinas, Gianmario Tendas;

Forza Italia: Pietro Pittalis (presidente), Ugo Cappellacci, Oscar Cherchi, Giuseppe Fasolino, Ignazio Locci, Antonello Peru, Alberto Randazzo, Marco Tedde, Edoardo Tocco, Stefano Tunis, Alessandra Zedda;

Gruppo Misto: Gaetano Ledda (presidente), Francesco Agus, Fabrizio Anedda, Annamaria Busia, Mario Floris, Giovanni Satta, Paolo Truzzu, Emilio Usula;

Partito dei Sardi: Gianfranco Congiu (presidente), Augusto Cherchi, Roberto Desini, Piermario Manca, Alessandro Unali;

Cristiani, popolari e socialisti: Zanchetta Pierfranco (presidente), Antonio Gaia, Raimondo Perra, Walter Piscedda;

Udc Sardegna: Gianluigi Rubiu (presidente), Alfonso Marras, Giorgio Oppi, Giuseppino Pinna;

Partito Sardo d’Azione: Angelo Carta (presidente), Marcello Orrù, Christian Solinas;

Riformatori Sardi liberaldemocratici: Attilio Dedoni (presidente), Michele Cossa, Luigi Crisponi;

Sinistra per la Democrazia e il Progresso: Daniele Cocco (presidente), Eugenio Lai, Luca Pizzuto, Paolo Zedda.