22 December, 2024
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Si è conclusa domenica a Cagliari, nella suggestiva location del Ghetto degli Ebrei, la terza edizione di “Dies de Festa”. Due giornate ricche di appuntamenti politici, culturali e musicali. Due giornate di confronto tra gli attivisti di ProgReS e gli ospiti che hanno voluto discutere dei temi più disparati all’insegna della concretezza e della volontà di costruire una reale alternativa di governo per la nazione sarda. Dalle filiere produttive all’innovazione, dall’importanza della storia e della lingua nazionale al ruolo delle mobilitazioni contro le speculazioni e le servitù, dall’opposizione alle scelte del governo Pigliaru al futuro di Sardegna Possibile, tanti sono stati i temi e tanti i contributi scientifici, tecnici e politici che hanno visto la partecipazione di centinaia di persone nel corso dei due giorni della manifestazione.

La festa si è aperta sabato mattina con un confronto sul ruolo del referendum scozzese e di quello catalano nei processi di cambiamento all’interno del contesto europeo. A discuterne sono intervenuti il Politologo Carlo Pala e l’esperta di comunicazione politica Paola Bonesu. Il dibattito di grande interesse è stato rivolto ad analizzare le possibili implicazioni dei processi referendari in corso e ha visto come momento principale l’intervento inviato dal principale partito indipendentista catalano ERC che tramite il suo viceportavoce nel parlamento – Oriol Amoròs- ha portato i saluti alla festa e ha tratteggiato i contorni e le tensioni presenti attualmente in Catalogna per il rifiuto del governo spagnolo di concedere il diritto allo svolgimento del referendum consultivo previsto per novembre. Al dibattito sono intervenuti con dei contributi anche gli attivisti di ProgReS Disterru, con Roberto Carta che ha presentato una sintesi di quanto emerso al convegno organizzato dal partito qualche giorno dopo lo svolgimento del referendum scozzese proprio ad Edimburgo, e il referente di Scida, Andria Pili, che ha presentato la loro positiva esperienza nelle relazioni internazionali con Corsi, Baschi e Irlandesi. Il dibattito, moderato dal responsabile nazionale della formazione di Progres Frantziscu Sanna Carta, si è concluso con un dibattito che ha reso evidente quanto siano importanti le relazioni internazionali e la conoscenza delle situazioni delle altre nazioni senza stato per lavorare ad un progetto comune di Europa dei popoli.

Nel pomeriggio del sabato si sono svolti i dibattiti sulla storia e sulla lingua sarda. Il messaggio emerso dai due dibattiti è stato all’insegna del “fare le cose”.

La prima giornata di dibattiti si è conclusa con l’incontro di politica nazionale, con la moderazione del giornalista dell’Unione Sarda, Giuseppe Meloni. Il tema del confronto aveva come oggetto le prospettive che possono aprirsi tra quei soggetti politici che strategicamente hanno fatto la scelta di non fare alleanze coi blocchi del potere italiano di centrodestra e centrosinistra, ma che una legge elettorale indegna ha tenuto fuori dal consiglio regionale sardo pur essendo stati capaci di raccogliere alle ultime elezioni sarde decine di migliaia di voti. All’incontro si sono confrontati Gianluca Collu Cecchini (segretario Nazionale di ProgReS), Mauro Pili (Unidos), Gianfranco Sollai (Gentes), Cristiano Sabino (Fronte unidu indipendentista) e Bustianu Cumpostu (Sardigna Natziones). È stata ribadita la volontà di dare vita ad una alternativa nazionale di governo in grado di porsi in maniera costruttiva nel panorama politico sardo. Cominciando a lavorare su delle piattaforme dinamiche, aperte alla società sarda, con dei temi comuni al centro del dibattito e già condivisi, come le servitù ad esempio, così da poter cominciare a disegnare scenari futuri possibili.

La serata di festa si è chiusa con il concerto del CarguS Jazz Trio che con la loro musica hanno allietato i presenti e reso ancor più piacevole l’atmosfera di una calda serata d’autunno.

La giornata di domenica ha preso avvio con un dibattito sull’importante tema “Fare impresa in Sardegna”. Si è discusso delle attuali condizioni in cui operano i nostri attori produttivi, sull’innovazione e le start-up e sul ruolo della finanza e del credito nei processi di trasformazione sociale in Sardegna. Gli ospiti del dibattito sono stati Giuseppe Melis, dell’Università di Cagliari, Laura Fois esperta di comunicazione e di innovazione e Giovanni Acquati esperto di finanza etica. Dal dibattito è emersa una forte necessità di politiche serie per l’impresa in grado di supportare nuovo tessuto produttivo e non di soffocare la creatività collettiva. Il partito al termine del dibattito si è impegnato ad attivare un laboratorio che sviluppi contenuti e proposte su questo tema di grande rilevanza per il futuro della nostra nazione.

Prima del pranzo, l’emozionante performance teatrale di Gianluca Medas, Andrea Congia e Carolina Casula.

Nel pomeriggio si è parlato di Ambiente e Territorio e della Marcia della Terra che, partendo da ProgReS ad Arborea nel marzo 2013, ha visto il coinvolgimento di migliaia di sardi e diversi comitati locali. Gli attivisti di ProgReS, Paolo Piras per il comitato “No al Progetto Eleonora” di Arborea, Daniela Concas per “No Trivelle in Sardegna” del Medio Campidano e Tore Tedde per “Non bruciamoci il futuro” di Macomer hanno esposto la situazione attuale dei diversi progetti di servitù energetiche e industriali, delle coseguenze negative in termini economici e di salute per i cittadini e delle prospettive future. È emersa la necessità di una coscienza collettiva sull’utilizzo delle proprie risorse e una politica che faccia gli interessi del territorio. Antonio Meloni, rappresentante del Lab Energia del partito, ha esposto il progetto di ProgReS per una diversa gestione dell’Energia in Sardegna.

A conclusione della festa, prima del saluto finale del segretario nazionale Gianluca Collu Cecchini, si è svolto il dibattito sul “Presente e futuro della comunità politica di Sardegna Possibile”. In rappresentanza di Gentes è intervenuto Fabrizio Palazzari, per Comunidades Valentina Sanna, per il Circolo Chavez Fidelicu Giuntini, mentre a presentare le posizioni di ProgReS era presente Frantziscu Sanna Carta.

E’ stato presentato quanto fatto fino ad oggi e quanto si sta dibattendo all’interno de “sa mesa de SP” tavolo che vede la partecipazione di tutte le componenti e che ha il compito di definire delle proposte per il futuro di questo spazio politico.

E’ emersa chiara la volontà di costrutire uno comunità politica fatta di organizzazioni che mantenendo le loro individualità riescano a dare forma ad uno spazio democratico, innovativo e orizzontale capace di allargarsi per divenire un reale blocco politico alternativo ai partiti italiani, un vero e proprio Blocco Nazionale Sardo.

La festa si è chiusa a tarda notte con il concerto in versione acustica di Ale Diablo, cantante dei sikitikis.

Soddisfatti gli attivisti del partito per la buona riuscita dell’evento e per le positive relazioni emerse dai dibattiti e dai confronti politici. Una festa sobria all’insegna dei contenuti, del buon cibo e della musica e degli spettacoli di qualità. Una festa a partire dalla quale si può guardare al futuro con una consapevolezza nuova: quella di essere sulla buona strada per dare forma in Sardegna ad un’alternativa di governo per le nostre comunità e per la nostra Nazione.

A atros annos e fintzas a sa Repùblica.

Il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, l’assessore dei Trasporti Massimo Deiana, assieme con Antonio Solinas, presidente della Commissione Trasporti e i consiglieri Giuseppe Fasolino (FI) e Giuseppe Meloni (Pd), hanno ricevuto una delegazione dei rappresentanti sindacali dei lavoratori Meridiana. I rappresentanti del governo regionale hanno ascoltato le preoccupazioni e le proposte dei dipendenti della compagnia aerea ed hanno confermato la volontà di mettere in campo ogni azione possibile per scongiurare la perdita dei posti di lavoro. I presidenti, l’assessore e i consiglieri hanno, comunque, sottolineato che la situazione è molto difficile ma hanno confermato che l’attenzione sarà massima. I sindacati hanno dichiarato di essere disponibili a sedersi al tavolo con l’azienda senza alcun preconcetto.

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La Quarta Commissione (Governo del territorio), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd), ha sentito oggi in audizione l’assessore regionale dei Trasporti Massimo Deiana che ha rivolto a tutti i soggetti impegnati nella soluzione della vertenza #Meridiana, un appello al senso di responsabilità. Deiana, nella sua esposizione, ha ricordato che «subito dopo i licenziamenti decisi dall’azienda è stato avviato dalla Regione, in tempi molto rapidi, un confronto con il Governo che, come primo risultato, ha prodotto la revoca del provvedimento fino al 21 ottobre. Inoltre, è stato fissato un calendario serrato di incontri in cui saranno esaminati i vari aspetti della vertenza e alla fine, il 14 ottobre, sarà fatta una verifica. Occorre arrivare a quella scadenza tenendo presente che l’azienda ha bisogno di una profonda ristrutturazione e che vanno percorse tutte le strade in grado di portare ad una soluzione sostenibile e positiva».

L’assessore dei Trasporti ha sottolineato che «il mercato del trasporto aereo è molto cambiato in questi anni, come dimostra anche la vicenda Alitalia, e gli spazi di competitività si sono sempre più ridotti. Meridiana, in particolare, ha un problema strutturale: il costo dell’unità che misura il rapporto fra ciascun passeggero ed ogni chilometro percorso è di 9,1 centesimi, contro i 7,5 di Alitalia, i 7 di Air Italy e, a scendere, quelli delle altre compagnie. Questo indicatore, assieme ad altre voci di costo (anzianità e tipologia della flotta, manutenzione degli aeromobili etc) compresa quella del personale che non è comunque essenziale concorrono a determinare una situazione molto complicata».

«Gli oltre 1.600 esuberi rispetto alle 2.500 unità complessive del gruppo – ha proseguito Deiana – sono collegati all’accordo sottoscritto dall’azienda con i sindacati nel 2011 che prevedeva la proroga di 4 anni della Cassa integrazione straordinaria, con scadenza nel giugno 2015. Partendo da questo dato, si potrebbe ipotizzare ora l’applicazione della stessa procedura seguita per Alitalia: un piano di ristrutturazione con l’applicazione di ammortizzatori sociali per un periodo di 3/5 anni con l’80% dello stipendio. Naturalmente, tutto va verificato alla luce delle diverse situazioni dei lavoratori e degli spazi di azione previsti dalla normativa vigente; il compito, appunto, che il tavolo aperto a livello nazionale si è impegnato a portare a termine in tempi molto brevi.»

L’assessore Deiana, infine, ha escluso una relazione diretta fra il precipitare della crisi di Meridiana e la cosiddetta “continuità 2”. «Intanto – ha chiarito – stiamo parlando di una gara cui #Meridiana non ha nemmeno partecipato ed inoltre, in termini reali, avrebbe comunque avuto una incidenza molto scarsa: 3-4 aeromobili e circa un centinaio di addetti in totale, numeri ben lontani (purtroppo) da quelli di cui dobbiamo occuparci.»

Al termine della relazione dell’assessore dei Trasporti, hanno preso la parola i consiglieri regionali Modesto Fenu (Zona Franca), Giuseppe Fasolino (Forza Italia), Giuseppe Meloni e Salvatore Demontis, del Pd. Il presidente della Commissione Antonio Solinas, in sede di conclusioni, ha affermato fra l’altro che «la Giunta regionale ed il Governo nazionale si sono mossi con tempestività impostando un metodo di lavoro concreto e molto impegnativo, con scadenze precise e ravvicinate, che va apprezzato».

La commissione, dopo quella dell’assessore Deiana, aveva in programma anche l’audizione con i rappresentanti sindacali di #Meridiana ma i sindacalisti hanno comunicato di non poter essere presenti, per la concomitanza con un altro impegno.

Dopo l’incontro di ieri sera con il governatore della Sardegna, Francesco Pigliaru, intervistato dal giornalista politico de L’Unione Strada Giuseppe Meloni, nuovi appuntamenti, questa sera, nel #Parco di Villa Sulcis, a Carbonia, alla “Festa di Sinistra Ecologia Libertà – Articolo 2. Se stiamo insieme ci sarà un perché”.

Alle ore 18,00 è previsto il primo appuntamento della giornata con il dibattito “Organizziamoci”, perché abbiamo bisogno di tutta la nostra forza. Parteciperano al dibattito Luciano Uras, senatore della Repubblica di #Sinistra Ecologia Libertà, Michele Carrus, segretario regionale della CGIL e gli studenti universitari di Unica 2.0 e UDS. Ancora alle 18,00, lo spazio riservato ai bambini verrà curato dall’artista Alessia Marroccu che terrà un laboratorio di aquiloni.

Alle ore 22,00 è previsto l’incontro “La politica per la pace e contro la guerra”, con il deputato di Sinistra Ecologia Libertà, Michele Piras, seguito dal concerto di Appino (The Zen Circus) in collaborazione col Pitosforo Art Music Bar. L’ingresso, ad ogni evento, è libero e gratuito.

Come negli scorsi giorni, a partire dalle 20,00, sarà possibile cenare al punto di ristoro “Sotto le Stelle” dove ogni prodotto è a km 0.

Ieri sera, l’incontro con Francesco Pigliaru è stato ricco di spunti, per certi versi arrivati anche a sorpresa. Il governatore ha parlato a 360 gradi su tutti i piccoli e grandi problemi che affliggono la Sardegna, soprattutto in campo economico, e non ha mancato di deludere almeno una parte della nutrita platea.

Ha iniziato facendo il punto sulla vertenza #Alcoa, sottolineando che se oggi c’è una trattativa aperta per la cessione dello stabilimento ad una nuova multinazionale, il merito è esclusivamente della sua Giunta, ed annunciando sviluppi entro alcune settimane. Ha confermato che sono due i gruppi internazionali interessati, ma non ha chiuso la strada ad altri gruppi.

Ha poi parlato di #Igea, di bonifiche, di ammortizzatori sociali, di nuove iniziative imprenditoriali, di turismo, di formazione professionale, di sanità, di scuola, di agricoltura e tanto altro. Sulla lunga intervista ci soffermeremo con ampi spazi in altri articoli, sia in questo sito internet sia nella versione cartacea de “La Provincia del Sulcis Iglesiente”, in pubblicazione la prossima settimana.

Francesco Pigliaru – su esplicito invito di Giuseppe Meloni – ha detto di essere un “Renziano” della prima ora, di condividere la linea politica del presidente del Consiglio, anche se ha rimarcato di non riconoscersi in alcune sue esternazioni, ed effettivamente le linee politiche e programmatiche espresse sono assai simili a quelle del Premier; queste sue convinzioni – assolutamente nuove per la sinistra e per molti versi assai più vicine ad una visione liberista della crisi economica e dei modi con i quali affrontarla -, hanno motivato alcuni degli interventi successivi, ad iniziare da quelli del segretario generale della #Camera del lavoro del Sulcis Iglesiente, Roberto Puddu, e di Bruno Usai, della Fiom CGIL. Il dibattito è proseguito con l’intervento dell’ex consigliere regionale Giampiero Pinna, presidente della #Consulta delle associazioni per il Parco Geominerario e numerose domande su vari argomenti.

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La Quarta commissione oggi ha fatto un sopralluogo a Olbia, per la verifica dell’attuazione degli interventi post alluvione.

«Lavoreremo insieme al comune di Olbia – ha dichiarato il presidente Antonio Solinas (Pd) concludendo la riunione – per la piena attuazione del Piano di riassetto idrogeologico della città a partire dalla prossima Legge finanziaria e, nello stesso tempo, ci attiveremo in tutte le sedi istituzionali e politiche, a partire dalla Giunta regionale e dai parlamentari sardi, per sollecitare il Governo nazionale a concedere una deroga che consenta il superamento del patto di stabilità ai Comuni più virtuosi.»

Amtonio Solinas ha annunciato inoltre che a brevissima scadenza arriveranno i contributi provenienti dalle donazioni private. «La #Protezione civile – ha spiegato – ha definito un piano di ripartizione delle risorse e, a partire dalla prossima settimana, potranno essere presentate le domande.»

In precedenza, il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, ha esposto alla Commissione il #Piano di riassetto idrogeologico predisposto dall’amministrazione comunale con il supporto di un “pool” di tecnici. Il programma, diviso in 14 schede progettuali suddivise a loro volta in “lotti funzionali”, prevede una spesa complessiva di 120 milioni di euro. Un Piano, ha detto Giovannelli, «che non potremmo portare a termine senza il sostegno della Regione senza dimenticare però che il Comune di Olbia ha già oggi la disponibilità di 50 milioni, che non possiamo usare a causa del #Patto di stabilità».

Gianni Giovannelli ha poi ricordato che, in apparenza, «Olbia, in qualche modo, ha ripreso a vivere, ma qui ci sono 500 famiglie che hanno perso tutto, decine di aziende in gravissima difficoltà: in altre parole c’è una popolazione di 15.000-16.000 persone ancora senza risposte e senza una prospettiva concreta. Sullo sfondo c’è una comunità di 50-60.000 persone che deve e vuole ripartire e non può essere lasciata sola; per questo c’è bisogno di un piano straordinario per la città di Olbia. Finora abbiamo sentito tante promesse – ha concluso – ma non hanno avuto seguito, “ora è il momento di fare”».

Al termine dell’intervento del Sindaco, si è sviluppato un dibattito cui hanno preso parte i consiglieri regionali Giuseppe Meloni (Pd), Giuseppe Fasolino (Forza Italia), Daniele Cocco (Sel), Ignazio Tatti (Udc), oltre agli assessori del comune di Olbia Davide Bacciu (Lavori Pubblici), Carlo Careddu (Urbanistica) e Giovanna Spano (Ambiente). In tutti gli interventi è stata sottolineato che Olbia, dal punto di vista quantitativo e qualitativo, è stata colpita da un disastro di dimensioni straordinarie e, per certi aspetti, è ancora vulnerabile. Oggi, anzi, è la città della Sardegna che, per popolazione residente, è senz’altro quella più a rischio.

Dopo la chiusura dei lavori nella sala consiliare del comune di Olbia la Commissione, accompagnata da amministratori e tecnici del Comune, ha effettuato un sopralluogo in alcuni dei siti interessati dall’alluvione.

Nella prima parte della seduta la Commissione ha sentito in audizione Francesco Bandiera e Fabio Fois, rappresentanti Bonifacio Strait Pilots. Si tratta dei “piloti” che, con mezzi e personale specializzato attivo nei porti di Olbia e Porto Torres, aiutano le navi di grandi dimensioni nelle manovre di ingresso e di attracco in porto. Alla Commissione hanno sottoposto la situazione dei rischi legati al traffico navale nelle Bocche di Bonifacio, area di grandissimo pregio ambientale sede del c.d. “santuario dei cetacei”, patrimonio dell’Unesco e parco internazionale di Italia e Francia.

La grande attenzione per questa area marina e naturalistica, hanno sottolineato Bandiera e Fois, è però in pericolo perché considerata “libero passaggio strategico” per la navigazione e senza alcun controllo sulle navi straniere, che sono poi la maggioranza delle oltre 3.000 navi (dati 2013) che transitano ogni anno sullo stretto. Di qui la proposta di superare la normativa vigente che prevede solo la “raccomandazione” dell’utilizzo dei “piloti” e renderlo obbligatorio. I dati, ha affermato Fabio Fois, dimostrano che è necessario: «Dal ’72 ad oggi si sono verificati nelle Bocche 29 incidenti, quasi sempre dovuti ad errore umano, provocati spesso da navi che trasportavano sostanze pericolose. Incidenti che sarebbero stati in buona parte evitati dalla presenza dei piloti che conoscono quel tratto di mare, salgono a bordo, mantengono le comunicazioni con le strutture di controllo a terra ed assicurano il mantenimento della rotta».

La Quarta commissione, con tutti i suoi componenti, ha assicurato tutto il suo impegno per individuare una soluzione ad un problema sicuramente complesso che richiede l’intervento dello Stato e, come sarebbe auspicabile, dell’Unione europea e degli organismi internazionali che regolano la navigazione. Il presidente Solinas, in particolare, ha dichiarato che la Commissione predisporrà una risoluzione sulla materia da sottoporre al Consiglio regionale.

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«Gli interventi urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico sono stati pianificati secondo due criteri principali: l’individuazione dei siti più pericolosi e la vicinanza di tali siti ai centri abitati.»

Lo ha dichiarato l’assessore dei Lavori Pubblici Paolo Maninchedda riferendo alla Quarta Commissione (Governo del territorio), presieduta da Antonio Solinas (Pd) i contenuti di un piano di intervento di circa 40 milioni di euro previsto dalle leggi regionali nn. 7 e 9 di quest’anno. «Per quanto riguarda l’individuazione dei punti pericolosi – ha spiegato Maninchedda – si tratta di una scelta squisitamente tecnica, che tende ad eliminare l’accumulo di fango e detriti dagli alvei dei fiumi, le aree più sensibili del territorio in occasione di ondate di piena».

Altre risorse, provenienti da un accordo quadro col Ministero dell’Ambiente, sono destinate alle zone più colpite dalle recenti alluvioni: «5 milioni ad Olbia – ha aggiunto Maninchedda – 3 milioni a Bitti dove i canali minacciano alcuni edifici del centro abitato, la Romangia di Sorso-Sennori recentemente colpita da una bomba d’acqua, il lungomare di Alghero, i territori di Lula e Palmas Arborea e la Barbagia di Seulo dove era particolarmente urgente intervenire per evitare l’isolamento di alcuni centri abitati. Sono fondi chiaramente insufficienti rispetto alle necessità, con i quali però sarà possibile realizzare opere utili».

«Infine – ha continuato l’assessore – altri 11milioni e 750 mila euro saranno disponibili a breve con un bando destinato ai Comuni ed anche in questo caso si cercherà di concentrare le risorse verso i centri più colpiti dalle alluvioni.»

Al termine della relazione dell’assessore Maninchedda hanno preso la parola i consiglieri Giuseppe Meloni del Pd, Giuseppe Fasolino e Antonello Peru di Forza Italia ed Ignazio Tatti dell’Udc. Tutti, con accenti diversi, hanno rilanciato le forti preoccupazioni delle amministrazioni e delle comunità locali sollecitando interventi rapidi e mirati.

In relazione alle recenti problematiche che hanno interessato l’azienda Area, di cui a luglio la Giunta regionale ha avviato la procedura di sostituzione del Consiglio di amministrazione, l’assessore Maninchedda ha ribadito che, a suo giudizio, sussistono le condizioni di “disordine amministrativo e difficoltà di azione” previste dalla legge per attivare tutti gli strumenti obbligatori del “controllo analogo” assegnati alla Regione.

Paolo Maninchedda, in particolare, si è riferito ai «ritardi strutturali nell’approvazione dei consuntivi dal 2011 in poi ed alle perdite di esercizio del 2012».

Su questa parte dell’audizione sono intervenuti i consiglieri Giuseppe Fasolino, Alberto Randazzo ed Antonello Peru di Forza Italia, Piero Comandini del Pd ed il Presidente della Commissione Antonio Solinas.

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«Area è destinata ad avere un ruolo strategico nel quadro della sua missione per le politiche della casa e per un nuovo welfare, ma occorre perfezionare il processo di fusione e rivedere la legge istitutiva.» Lo ha affermato il prof. Giorgio Sangiorgi, nel corso della sua audizione davanti alla Quarta Commissione (Governo del territorio – Lavori Pubblici), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd).

Nel suo intervento, Sangiorgi ha fornito alcuni dati particolarmente significativi, alcuni positivi altri meno, utili per capire lo stato dell’azienda: organico finalmente a regime di circa 200 persone di cui 160 impegnati sul territorio diviso in 5 distretti, morosità scesa dai 40 milioni del 2009 ai 34 attuali, conferma degli standard di 350 euro ad unità immobiliare per la manutenzione dei 25.000 appartamenti in proprietà, abusivismo inferiore al 3%, 1132 giorni in media per aprire e chiudere un cantiere in caso di immobili di nuova costruzione, a causa di una serie di vincoli che dipendono in parte dagli Enti Locali, contrazione delle risorse disponibili: solo per il 2012 l’azienda ha versato 5 milioni di Imu a fronte dei 300.000 dell’esercizio precedente.

«I processi di miglioramento già in atto – ha aggiunto il presidente di Area – vanno però completati, soprattutto per ciò che concerne la governance interna, che presenta ancora troppe differenziazioni territoriali, e l’assetto organizzativo.»

In prospettiva occorre poi, secondo Sangiorgi, «differenziare in modo più marcato i canoni di locazione e disegnare un modello di housing sociale, settore nuovo in cui l’azienda è comunque impegnata con 11 progetti finanziati dalla Regione, più adatto alle esigenze della Sardegna».

Riferendosi infine alla delibera della Giunta con cui si è avviata la procedura di scioglimento anticipato del consiglio di amministrazione, Sangiorgi ha dichiarato che «l’iniziativa ci sembra infondata, abbiamo risposto punto per punto con le nostre controdeduzioni che sono consultabili on line sul sito istituzionale dell’azienda, forse è mancata una continuità di confronto che noi abbiamo sempre auspicato».

Nel corso dell’incontro hanno preso la parola i consiglieri Salvatore Demontis, Giuseppe Meloni e Gianmario Tendas del Pd, Antonello Peru, Giuseppe Fasolino e Alberto Randazzo di Forza Italia, Eugenio Lai e Francesco Agus di Sel ed Ignazio Tatti dell’Udc. Gli esponenti della minoranza, in particolare, hanno espresso critiche e sollecitato chiarimenti sulla recente decisione della Giunta regionale di avviare il processo di scioglimento anticipato del Cda dell’azienda a poche settimane di distanza dalla scadenza naturale, fissata per il prossimo 16 settembre.

Il presidente della Commissione, Antonio Solinas, ha assicurato che questo specifico punto sarà oggetto, a brevissima scadenza, di una nuova audizione dell’assessore dei Lavori pubblici.

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La Quarta Commissione (Governo del territorio), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd) ha sentito in audizione il Comitato dei sindaci, con capofila il comune di Sardara, costituitosi a sostegno della proposta di moratoria per gli impianti alimentati da energie rinnovabili (eolico, solare, fotovoltaico, termo dinamico).

Nel primo intervento, il sindaco di Sardara, Beppe Garau, ha affermato che la proposta sostenuta dagli amministratori locali è articolata in due punti. «Nel breve termine – ha spiegato Garau  – è necessaria a nostro giudizio una moratoria relativa ai grandi impianti, per sottrarre i Comuni al vero e proprio assedio cui sono sottoposti da parte di numerose società private. Nel medio periodo, inoltre, occorre che la Regione approvi il suo Piano energetico in modo da definire anche giuridicamente un preciso indirizzo sulla materia».

Soffermandosi sullo scenario di fondo, Garau ha sottolineato che, sulla base dei contenuti della bozza di Piano energetico regionale del febbraio scorso, «la Sardegna ha una produzione di energia superiore del 30% al suo fabbisogno che peraltro appare destinato a calare, di qui al 2020, di almeno il 20%. Da una parte, quindi, la nostra Regione è ampiamente autosufficiente e rispetta tutti i parametri fissati dal protocollo di Kyoto. Dall’altra, famiglie ed imprese sarde hanno una bolletta energetica mediamente più cara del 30% rispetto alle altre Regioni. E’ una situazione di grave squilibrio che va corretta al più presto così come va disciplinata una materia molto complessa, caratterizzata spesso da un groviglio di competenze e procedure, che non può essere ulteriormente lasciata solo sulle spalle dei Comuni».

Successivamente hanno preso la parola i sindaci di Gonnosfanadiga (Sisinnio Zanda), Bonorva (Gian Mario Senes), Giave (Giuseppe Deiana), Villaverde (Roberto Scema), Cossoine (Alfredo Unali), e Villacidro (Federico Solè). Tutti hanno manifestato un forte disagio per essere costretti ad operare in una situazione di incertezza, sottoposti spesso alla pressione di società multinazionali senza concreti strumenti di intervento, condizione che finisce per metterli addirittura in contrasto con le rispettive comunità. Altri elementi sui quali tutti gli amministratori hanno messo l’accento, lo stravolgimento della pianificazione territoriale, il consumo indiscriminato del territorio, gli interrogativi sui soggetti cui spetterebbero la bonifica ed il ripristino dei terreni una volta arrivati al termine dell’esercizio degli impianti. Il pericolo, in definitiva, è di sottoporre il territorio a trasformazioni tanto profonde quanto irreversibili.

Agli argomenti sottoposti all’attenzione della Commissione dagli amministratori locali si sono dimostrati particolarmente sensibili i componenti della stessa Commissione, intervenuti successivamente: Salvatore Demontis e Giuseppe Meloni del Pd, Pietro Pittalis di Forza Italia, Eugenio Lai di Sel e Gavino Sale dell’Irs.

Il presidente della Commissione Antonio Solinas, in sede di conclusioni, ha espresso una certa cautela sulla proposta di moratoria. «Con tutta probabilità – ha chiarito – sarebbe impugnata dal governo nazionale provocando un problema peggiore di quello che si intendeva risolvere. Tuttavia – ha aggiunto – il Consiglio regionale può fare molto, in attesa del nuovo Piano energetico e della legge urbanistica. Si può intervenire per individuare una serie di siti idonei ad ospitare gli impianti (aree industriali non utilizzate, discariche bonificate, cave dismesse); non si bloccherebbe del tutto il proliferare dei progetti ma questi paletti costituirebbero un deterrente». «Su questo provvedimento – ha concluso il presidente Solinas – c’è un significativo consenso anche da parte della minoranza e ritengo possa essere varato dal Consiglio regionale prima dell’estate. Mi impegno anzi a sottoporlo alla vostra valutazione – ha detto infine rivolto ai Sindaci, «prima del passaggio in Aula».

La Quarta commissione (Governo del territorio), presieduta dall’on. Antonio Solinas (Pd) ha sentito questa mattina in audizione l’#Associazione regionale ex esposti all’amianto.

Il presidente Giampaolo Lilliu, nella sua relazione, ha fornito in apertura alcune cifre sulla presenza del materiale altamente nocivo in Sardegna: «In tutto sono ben 184.000 tonnellate, distribuite in diversi contesti ambientali ed urbani: fra i quali 9000 Km di condotte (6000 dei Consorzi di bonifica e 3000 di Abbanoa), 319 edifici scolastici, 79 uffici postali, 50 impianti sportivi ed altri siti minori».

«Si tratta della più grave emergenza ambientale, sanitaria e sociale del nostro tempo – ha proseguito Lilliu – che non è nemmeno lontanamente comparabile con le altre: l’amianto uccide più in Italia 4000 persone all’anno, molto più degli altri tumori, del fumo o della febbre del sabato sera. Eppure è un problema gravemente sottovalutato, non ci sono nemmeno campagne di informazione».

Tornando ancora sulla situazione sarda, il Presidente dell’Associazione ha parlato anche dell’amianto nei litorali, che nell’Isola ha la sua maggiore concentrazione nella vastissima area che va da Marceddì a Bosa. «Qui -ha spiegato Lilliu – fino agli anni ’80 c’erano i casotti che poi sono stati demoliti con interventi fai – da te: praticamente tutti i materiali di risulta, a cominciare dall’amianto, sono stati frantumati e interrati. Ed anche nei Comuni esistono situazioni irregolari, perché si è intervenuti magari per raccogliere il materiale ma non si è fatta una vera bonifica».

Ci si trova ancora in piena emergenza, insomma. «Anche perché – ha detto ancora Lilliu – la fibra killer ha una latenza che va dai 30 ai 40 anni dalla prima esposizione, ecco perché bisogna intervenire al più presto, se si vogliono evitare gravi danni alla nostra comunità ed alle future generazioni».”ì

Il pesidente dell’Associazione ex esposti all’amianto ha poi inquadrato la complessa questione dal punto di vista giuridico-normativo. La Sardegna, ha affermato, «è una delle poche Regioni che ha una legge contro l’amianto, la n°22 del 2005, una specie di modello esportato anche recentemente in grandi realtà come l’Expo di Milano, ma a 9 anni dalla sue entrata in vigore è stata applicata solo in minima parte. Prevedeva, fra l’altro, che si tenesse ogni anno una conferenza regionale sul tema, per fare il punto della situazione e mettere a confronto le varie parti interessante: non ne è stata fatta nemmeno una».

«A livello comunitario – ha continuato Lilliu – è stato fatto quale passo avanti. Il parlamento europeo, nel 2013, ha invitato tutti gli Stati membri a dotarsi di impianti di inertizzazione (un procedimento chimico che cristallizza la fibra ad una temperatura di 600 gradi e la rende innocua, con sottoprodotti riciclabili nel settore dell’edilizia), ma per ora ne esiste solo uno in Francia».

Mentre a livello nazionale, occorre, secondo il presidente dell’Associazione, rivedere la soglia di rischio fissata dalla legge, 20 milligrammi per metro cubo. «Dobbiamo puntare al rischio zero», ha sostenuto Lilliu, che ha proposto, per la Sardegna, un intervento articolato che preveda risorse per le bonifiche, la realizzazione di un impianto di inertizzazione (per un costo stimato di circa 20 milioni di euro) ed il varo di un piano di sorveglianza sanitaria.

Nel dibattito successivo è intervenuto il presidente della Commissione Antonio Solinas, che ha annunciato per la fine dell’anno la prima conferenza regionale sull’amianto che dovrebbe tenersi ad Oristano, unica zona della Sardegna dove hanno operato ben 2 stabilimenti di produzione del materiale. Hanno poi preso la parola i consiglieri Salvatore Demontis, Giuseppe Meloni e Gianmario Tendas (Pd) ed Ignazio Tatti dell’Udc.

L’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, dopo aver ricordato che il problema dell’amianto è inserito nel programma di governo della Giunta, ha annunciato per i prossimi mesi «il piano regionale dell’amianto, che prevede fra l’altro tecniche innovative di inertizzazione e incapsulamento del materiale. Nella programmazione dei fondi europei FESR per il periodo 2014-2020, inoltre, sono previste risorse per l’eliminazione dell’amianto dalle scuole».

Nella seconda parte della riunione della Commissione l’assessore dell’Ambiente ha illustrato i contenuti generali del disegno di legge della Giunta che istituisce i parchi regionali di Tepilora e Gutturu Mannu, «due iniziative molto apprezzate dalle comunità locali e dai portatori di interesse, che hanno diversi punti di contatto soprattutto sul piano organizzativo, pur conservando ciascuna la sua specificità»

«I punti qualificanti dei due parchi – ha precisato l’assessore – sono la tutela e la salvaguardia dell’ambiente (con un ruolo attivo dell’Ente Foreste che assicurerà mano d’opera e vigilanza), il rafforzamento delle attività agro-pastorali, l’introduzione dell’agricoltura sostenibile e delle colture biologiche.»

Il parco di Tepilora ha una superficie di circa 7800 ettari comprendenti i territori dei Comuni di Bitti, Lodè, Torpè e Posada; quello di Gutturu Mannu si estende su oltre 19.600 ettari e comprende i Comuni di Pula, Villa San Pietro. Siliqua, Santadi, Capoterra, Domus De Maria, Uta, Assemini e Sarroch.

Giuseppe Casti 4 copia

La Commissione “Autonomia”, presieduta da Francesco Agus (Sel), ha dato il via questa mattina al primo ciclo di audizioni sulle riforme istituzionali.

L’organismo consiliare ha sentito i rappresentati del Consiglio delle Autonomie Locali ai quali è stata consegnata la bozza della risoluzione sulle riforme predisposta nei giorni scorsi. All’audizione non si sono presentati invece i rappresentanti di Anci, Asel e Aiccre, in segno di protesta per l’esito dell’incontro di ieri con il Presidente della Regione su Patto di stabilità e Fondo Unico.

Il presidente Agus ha ribadito in apertura di seduta la necessità di coinvolgere nel processo riformatore tutti i settori della società sarda. «Oggi la nostra autonomia è in pericolo – ha detto Agus – occorre pensare a una rivisitazione complessiva delle nostre leggi fondamentali per arginare le spinte accentratrici che arrivano dalla penisola e difendere la specialità sarda».

Il presidente del Cal Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia, nel suo intervento, ha segnalato alla Commissione la drammatica situazione in cui versano gli enti locali alle prese con un Patto di stabilità che, di fatto, sta paralizzando l’azione amministrativa.

«I crediti dei comuni nei confronti della Regione continuano a crescere – ha detto Casti – i pagamenti sono bloccati, serve una soluzione rapida altrimenti si rischia lo sfascio». Sul tema delle riforme, il presidente del Cal ha dato ampia disponibilità al confronto. Ci sono delle priorità come quella delle province dove il caos regna sovrano. «Bisogna trovare una soluzione, anche transitoria, entro un paio di settimane per poi procedere a una riforma seria».

Daniela Figus, sindaco di Villanovafranca e componente dell’ufficio di presidenza del Cal, ha invece invocato un ruolo più incisivo del sistema delle autonomie locali nei processi decisionali. «Spesso – ha detto Figus – i nostri pareri vengono ignorati dal legislatore. In altre regioni, come Emilia Romagna e Toscana, i pareri del Cal sono vincolanti. In Sardegna questo non succede. Occorre dare al Consiglio delle Autonomie Locali un ruolo più forte. Consentirebbe al legislatore di varare leggi più equilibrate e più utili per i cittadini».

Angelo Deidda, sindaco di Domusnovas e componente dell’Ufficio di Presidenza del Cal, ha chiesto invece un intervento forte della Prima commissione per “la sburocratizzazione” della Regione. «Non è possibile – ha detto Deidda – che per il varo di un progetto i comuni debbano attendere anche due anni. Servono tempi e regole certe per amministrare e dare risposte rapide ai cittadini».

Per Abramo Garau, consulente del Cal, «le riflessioni sul tema delle riforme istituzionali sono state già fatte. Bene la ricognizione ma è arrivato il tempo delle decisioni».

Lo Statuto sardo, ha ricordato Garau, ci ha fornito tanti strumenti che spesso «non siamo riusciti ad utilizzare. Il rischio, oggi, è che l’interlocuzione con il Governo venga fatta al ribasso». Secondo il consulente del Cal, «una via per dare certezze e operatività al sistema delle autonomie locali è quella della separazione delle entrate tra comuni e Regione. In questo modo si consentirebbe ai comuni di avere certezze sulle risorse disponibili e di programmare al meglio l’attività amministrativa».

Subito dopo l’audizione dei rappresentanti del Cal sono intervenuti alcuni componenti della Prima Commissione. Roberto Deriu (Pd) ha sottolineato la necessità della «riconfigurazione del sistema delle autonomie locali alla luce delle riforme avviate dal Governo. In ogni caso dovrà essere garantita un’effettiva rappresentanza e partecipazione ai processi decisionali». Sulle province, Deriu ha evidenziato la necessità di procedere a una legislazione di transizione che “salvaguardi l’integrità delle amministrazioni per poi arrivare a una riforma intelligente e saggia».

Salvatore Demontis(PD) ha accolto con favore la proposta di una suddivisione delle entrate di Comuni e Regione. «Sarebbe un’assunzione importante di responsabilità e consentirebbe agli enti locali di badare più alla sostanza che alla forma».

Per Giuseppe Meloni (PD) le rivendicazioni dei Comuni su Patto di stabilità e Fondo unico sono condivisibili. Così come è urgente procedere da subito alle riforme. «Sulle province bisogna fare in fretta ha detto Meloni – da due anni sono nel limbo senza certezze sulle competenze e le risorse disponibili. In ogni caso però non si potrà tornare alle province storiche».

In chiusura di seduta, il presidente Agus ha annunciato, entro il mese di giugno,  la presentazione da parte della Giunta di una bozza sulla riforma delle province. «Occorre adesso confrontarsi senza farsi condizionare da logiche di parte o elettoralistiche. Gli enti locali – ha concluso Agus – sono il fulcro della nostra democrazia».

Le audizioni della Prima Commissione proseguiranno la prossima settimana, a partire da mercoledì 4 giugno con gli ex presidenti della Regione e del Consiglio. Giovedì 5 sarà il turno delle parti sociali e delle forze datoriali, mentre venerdì 6 saranno sentiti i parlamentari sardi o eletti in Sardegna.