24 November, 2024
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I 24 candidati della lista “Piazza Sella” che sostengono la candidatura a sindaco di Iglesias di Mauro Usai.

Maria Teresa Aroni (1957)

Sabrina Boi (1969)

Lisetta Campidano (1973)

Giorgio Carta (1959), consigliere uscente

Federico Casti (1983)

Federica Sara Chessa (1987)

Roberto Chirigu (1983)

Nicola Concas (1986)

Giuliana Cotza (1952)

Eleonora Deidda (1988)

Vito Didaci (1940), consigliere uscente

Roberto Lai (1976)

Davide Loni (1965)

Giancarlo Mameli (1960)

Emanuele Marongiu (1971)

Ignazio Mocci (1967)

Ignazio Moi (1964)

Giuseppe Mura (1959)

Maurizio Murgioni (1968)

Fiorella Panzali (1972)

Monica Pinna (1972)

Luca Roveri (1969)

Massimo Simola (1961)

Federica Tola (1964).

 

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Il 7 maggio scorso si è svolto a Rieti il trofeo “Città di Rieti 1° Memorial Sara Donati, con la partecipazione di ben 250 atleti, in rappresentanza di 15 società, provenienti da diverse regioni d’Italia con la presenza di atleti già noti a livello nazionale per aver partecipato a campionati italiani ed europei.

La palestra “Shardana Jujitsu” di Carbonia, guidata dal direttore tecnico Maestro Lorenzo Cuccuru, ha ottenuto un importante successo, conquistando 9 medaglie d’oro, 5 d’argento, una di bronzo e due coppe, una delle quali è sta assegnata alle sei migliori palestre, nelle diverse specialità: Agonistica, Ne Waza, Fighting system e Demo Team.

Questi gli atleti che hanno conquistato questi brillanti risultati:

Andrea Fais, Denise Pisu ed Antonio Portas: categoria senior.

Francesca Casu, Danilo Licheri e Leonardo Malocci: categoria ragazzi.

Elisa Uccheddu: categoria esordienti.

Sofia Pisu: categoria bambini.

Danilo Licheri e Gioele Arangino: categoria fanciulli.

Giuseppe Mura

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L’11 aprile 1920 nasceva a Gairo Modesto Melis. La sua vita è stata segnata profondamente dalle atrocità della 2ª guerra mondiale e dalla deportazione nei campi di concentramento di Mauthausen e Gusen, dai quali è tornato “miracolosamente” alla fine del conflitto e nei quali è voluto ritornare il 12 settembre 2014, per cercare di capire, a distanza di 69 anni, come sia stato possibile sopravvivere a quell’inferno.

Per ricordare Modesto Melis, un piccolo grande uomo venuto a mancare lo scorso 9 gennaio, ripropongo oggi l’articolo, con un ricco album fotografico, pubblicato la sera di quel grigio giorno d’inverno, reso gelido dalla notizia che, chi lo ha conosciuto nell’arco della sua lunga esperienza di vita (in particolare i familiari, dalla moglie Lucia ai figli Bruno, Teresa e Renato, ai nipoti e a tutti i parenti), non avrebbe mai voluto apprendere. E l’articolo scritto da Nadia Pische dopo la cerimonia funebre, celebrata nella chiesa di San Ponziano l’11 gennaio, anche in questo caso allegato un album fotografico.

«Ho conosciuto Modesto Melis cinque anni fa, quando Giuseppe Mura mi ha proposto la pubblicazione di un libro in cui intendeva ricostruire la sua storia, vissuta da Carbonia a Mauthausen e ritorno. Sono stati cinque anni intensi, nel corso dei quali Modesto Melis ha incontrato migliaia di persone, soprattutto giovani, ai quali ha raccontato le sue incredibili esperienze di vita, per non dimenticarle ed evitare che l’essere umano possa ripeterle in futuro.

Nella copertina del libro “L’animo degli offesi”, scritto da Giuseppe Mura, è riportata una breve riflessione di Modesto Melis che riporto testualmente.

«Com’è stato possibile che proprio io, tra migliaia di altri i cui corpi sono stati combusti nei forni e le ceneri sparse sul terreno a concimare i campi, sia sopravvissuto? E’ una domanda che ancora, dopo che da decenni sono scomparsi gli incubi che tormentavano le mie notti, mi travaglia e, di soppiatto, si insinua spesso tra i miei pensieri.

In quelle giornate nel lager, pur nella nebbia che mi ottenebrava la mente, ero sempre consapevole, in ogni attimo di quella parvenza di esistenza, che la morte era sempre in agguato, pronta a cogliermi per un nonnulla. Anche quando strappavo dai mucchi di cadaveri quei poveri brandelli umani, sapevo che di lì a poco anch’io sarei potuto finire ad ingrossare quel macabro cumulo e, a quella fine che appariva ineluttabile, pensavo, non sarei sfuggito.»

E’ difficile scrivere su Modesto Melis, ora che il suo lungo percorso di vita è giunto al termine. Mi tornano alla mente gli incontri in città e paesi della Sardegna, Carbonia, Cagliari, Nuoro, Iglesias, Carloforte, Portoscuso, Sant’Antioco, San Giovanni Suergiu, Capoterra e tanti altri ancora; gli incontri al Museo della Liberazione a Roma, al Liceo artistico di Roma, a Cerveteri; e, soprattutto, il viaggio di ritorno in Austria, con base a Linz (dove abbiamo dormito nella stessa camera d’albergo) e destinazioni Mauthausen e Gusen, concluso con una visita al centro di Vienna, dove, alla bella età di 94 anni e mezzo, ha percorso chilometri e chilometri a piedi, concedendosi solo qualche breve sosta, per un leggero dolore alle gambe e ai piedi…

Un’altra grandissima emozione, l’11 aprile 2015, il giorno del suo 95° compleanno, che ha voluto festeggiare rivivendo l’esperienza del lancio con il paracadute da 4.500 metri di altezza, nel centro di volo di Serdiana. Una volta toccata terra, tra le braccia dell’istruttore Valentino, le sue prime parole, ancor prima di abbracciare la moglie e i figli, furono: «Quando organizziamo il prossimo lancio?» Un anno dopo avrebbe voluto ripetere il lancio, mi ha contattato per chiedermi di prenotare il volo, per poi desistere, con grande delusione, quando i familiari lo hanno convinto che sarebbe stato meglio evitarlo…

Dal mese di aprile 2014 si è dedicato anche alla sezione di Carbonia dell’associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra, nella quale ha ricoperto la carica di presidente.

Negli ultimi mesi le condizioni di salute non gli hanno consentito di continuare gli incontri con i giovani ai quali si era tanto affezionato. Nelle ultime settimane il suo “fisico d’acciaio” che in gioventù riuscì a superare prove incredibili che per tanti anni non ha potuto neppure raccontare perché nessuno gli credeva, ha iniziato a cedere. Alle 17.30 di oggi, 9 gennaio 2017, si è arreso.

Con la scomparsa di Modesto Melis, Carbonia, il Sulcis e la Sardegna intera perdono uno straordinario testimone della storia del XX secolo.

Allego un’ampia documentazione fotografica sui numerosi momenti gioiosi vissuti da Modesto Melis negli ultimi anni.

Ciao Modesto

Giampaolo Cirronis

     

 

 

In una giornata grigia di gennaio persino il sole ha pensato di venire ad accompagnare Modesto Melis nel suo ultimo viaggio.

Stretti intorno alla moglie Lucia e ai figli Bruno, Teresa e Renato, tanti  parenti, amici cari e conoscenti, hanno voluto rendere omaggio ad un piccolo grande uomo. Piccolo di statura, ma grande per umiltà e cuore, Modesto lascia un segno in tutte le persone che lo hanno conosciuto. Il suo sorriso, la sua battuta scherzosa, il suo sguardo vispo ed attento, tutto faceva di lui una bella persona. Un uomo che aveva tanto sofferto prima per le atrocità vissute e viste da vicino nei campi di concentramento, e poi per non averle potute raccontare per tanti lunghissimi anni, vista la reticenza delle persone nel credergli. Ricordi che ha dovuto tenere dentro sino a quando, finalmente, qualcosa è cambiato, verità nascoste iniziavano a prendere forma, anche attraverso altri testimoni. Finalmente arrivava la sua rivalsa… far sapere di quali nefandezze era stato capace l’essere umano.

Oggi, commossa per la sua dipartita, una grande folla ha seguito la messa nella chiesa di San Ponziano dove don Giampaolo Cincotti lo ha voluto ricordare nella sua semplicità, nel suo modo allegro di prendere la vita: «Con lui se ne va un pezzo di storia», ha concluso il sacerdote.

Una storia che Giuseppe Mura ha voluto raccontare, nel libro “L’animo degli offesi”, per fermare nella memoria di tutti atrocità che devono essere da monito per le nuove generazioni, che devono bandire la violenza in virtù della pace. Nuove generazioni che devono debellare per sempre l’insana idea di popoli superiori ad altri. Modesto ciò lo sapeva bene e, proprio per questo motivo, ha voluto dedicare gli ultimi anni della sua vita, a far conoscere una verità per molti scomoda.

Alla fine della funzione, la lettura della preghiera dei paracadutisti, i suoi compagni d’avventura, fatta dal presidente dell’associazione Nino Cossu… e poi il ricordo di Agnese Delogu con cui ha diviso nell’associazione dei mutilati e invalidi di guerra tante esperienze in giro per la Sardegna… scuole, associazioni, biblioteche.

Tra i presenti, alcuni assessori e il vicesindaco della città che tanto lo ha amato, forze dell’ordine in divisa. E poi il silenzio… non solo quello dei presenti ma anche quello che la tromba di Alessandro Sciascia gli ha regalato.

Un applauso, un grande applauso per omaggiarlo ed un grido “Folgore” per rendergli onore.

Si potrebbero riempire pagine intere di ricordi ed aneddoti ma fra le tante parole io ne sceglierei una nella certezza di catturare la stessa che voi tutti decidereste di usare… una e una sola…

GRAZIE!

Per essere entrato nelle nostre vite, per sempre nel cuore di chi ti ha conosciuto.

Che la terra ti sia lieve Modesto.

Nadia Pische

    

   

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Il 27 gennaio 2017 sono in programma in tutta la Sardegna iniziative per “Il Giorno della Memoria”. Sarà il primo “Giorno della Memoria” senza Modesto Melis, uno degli ultimi testimoni degli orrori della 2ª Guerra Mondiale, morto il 9 gennaio 2017, all’età di 96 anni e 9 mesi. La storia di Modesto Melis (nella prima delle due fotografie allegate si trova nella galleria di Gusen, dove durante la prigionia nel campo di concentramento di Mauthausen, ha lavorato alla costruzione di aerei ed è tornato il 13 settembre 2014) costituisce un’eredità straordinaria per le presenti e le future generazioni.

Ripubblichiamo l’articolo scritto da Giuseppe Mura, autore del libro sulla storia di Modesto Melis, “L’animo degli offesi”, al termine delle visite a Mauthausen e Gusen, i luoghi della lunga prigionia.

Come era accaduto in quella sera del 7 agosto del 1944, il 13 settembre 2014 Modesto ha visto comparire lentamente in cima al pianoro erboso, alla sommità della collina, il profilo grigio ed inquietante della costruzione che, allora, gli parve come un castello riemerso dalle tenebre del passato.

Ora come allora alte mura grigie immerse in un pulviscolo di pioggia finissima ed avvolgente, illuminate da potenti riflettori, con la corrusca aquila di bronzo, inquadrata da sciabole di luce che trasformavano la costruzione in una impressionante immagine di minacciosa potenza, quasi sospesa nel nulla di una notte oscura.

Oggi quell’aquila minacciosa che stringeva tra gli artigli il superbo simbolo della croce uncinata, non esiste più. Travolta dalla furia di rivalsa dei deportati liberati, è crollata per sempre, al suo posto due tristi spuntoni di ferro arrugginito, rimangono a testimoniare quella presenza ma, un’aria di sinistra malvagità, continua ad emanare da quella mura, dai profili dei camini e delle torrette, da cui spuntavano, un tempo, le canne delle mitragliatrici.

Come allora, Modesto ha superato quel portone per scendere nelle tenebre delle docce dove, nudo ed umiliato fu completamente depilato e venne lavata via, oltre al sudore del viaggio nei vagoni bestiame, anche la sua dignità d’uomo.

Per contro, la mattina del 13 settembre Modesto è stato accolto dal rispetto e dal sorriso delle guide del Memoriale di Mauthausen che lo hanno come avvolto in un abbraccio di simpatia, stringendoglisi intorno per sentire dalla viva voce il suo racconto, come a voler trovare la conferma vivente di quanto, essi stessi, raccontano ai visitatori che accompagnano ogni giorno con la narrazione dell’orrore. Modesto, insieme all’autore della sua biografia “L’animo degli offesi”, Giuseppe Mura e all’editore, Giampaolo Cirronis, è stato sottoposto, se pur bonariamente, dal ricercatore che, da circa 40 anni studia il sistema concentrazionario di Gusen, ad un vero fuoco di fila di domande, per cercare eventuali, possibili notizie ancora non note, su metodi e tecniche usate per portare avanti il loro piano di costruzione di armamenti nell’imponente galleria.

Le risposte di Modesto sono state sempre accurate e puntuali, per quanto possibile dopo 69 anni, ma sempre accompagnate da un sorriso tranquillo e dalla consueta arguzia. La visita è proseguita domenica 14 settembre, al Memoriale di Gusen, il campo dove Modesto languì per quasi un anno, fino al fatidico 5 maggio del 1945. Poteva essere una mattina come tante altre vissute da Modesto nei suoi novantaquattro anni di vita, invece si preparava per lui un avvenimento speciale, unico, quello in cui avrebbe rivisto i luoghi dove aveva trascorso la gran parte della sua prigionia: il lager di Gusen.

Fino al 1940, il nome Gusen era stato solamente quello di un modesto affluente del Danubio, sconosciuto a chiunque non abitasse in quel circondario ma, quando gli alti ufficiali delle SS, si accorsero che era prevedibile un rapido incremento del numero di deportati, si diede inizio alla costruzione di decine di grandi baracche in legno, insieme a qualche edificio in pietra e all’utilizzazione di poche costruzioni preesistenti. Fu poi eretto un muro perimetrale, alla cui sommità vennero stese tre linee di filo spinato, sostenute da isolatori di porcellana; infine, furono elevate, ad ogni angolo e al centro di ciascun lato del perimetro, le torrette di guardia. Era sorto il nuovo lager, appendice di quello principale di Mauthausen, divenuto ormai il centro direzionale di un vasto sistema concentrazionario, composto di ben 49 campi satelliti, tra i quali, quello di Gusen sarebbe stato il maggiore, arrivando a contenere fino a 26.000 deportati. Vi avrebbero trovato la morte oltre 3.500 italiani. Modesto Melis, matricola 82441, vi sopportò ogni genere di sofferenza.

La prima sorpresa arriva per Modesto subito all´arrivo: nessuna traccia è più presente di quanto aveva conosciuto;i chilometri di filo spinato percorso da corrente e la lunga teoria di baracche di legno sono stati sostituiti da linde ed eleganti villette dai tetti spioventi per resistere al carico della neve, circondate da allegri giardini cinti da siepi verdi, intersecati da vialetti lastricati. Di tutto quanto Modesto aveva conosciuto e vissuto, rimane uno dei doppi forni crematori, racchiuso da un muro di cemento armato, costruito a seguito di una raccolta volontaria di denaro da parte di ex deportati italiani. Furono sempre le stesse associazioni a comprare il terreno per erigere il monumento, per poi cederlo al comune di Langenstein, di cui la novella frazione divenne parte. Modesto appare ora un poco perplesso, ma i ricordi riaffiorano non appena, affiancati da un’affabile guida, entriamo nel memoriale e, appesi alle pareti, osserviamo i pannelli luminosi che rappresentano le foto originali del campo e le diverse piantine.

Modesto aguzza gli occhi, si avvicina e dà il via ad un inarrestabile flusso di parole. Racconta e racconta…, le sue esperienze, la composizione del campo, le diverse vicissitudini affrontate, i kapos, le frustate, i compagni morti, i più, i sopravvissuti, pochissimi…

Una mattinata dedicata interamente alla memoria. Poi, sempre accompagnati dalla giovane ed interessatissima guida, ripercorriamo i sentieri del cammino passato. Ecco il percorso della ferrovia che trasportò i deportati, un giorno dopo l’altro, ecco il ponte ed il cavalcavia che attraversò Modesto nella sua fuga verso la libertà.

Terminiamo infine la visita esausti per le emozioni contrastanti che saturano le nostre menti: orrore, stupore, sconcerto…pena..

Modesto è forse l’unico ad apparire sereno, quasi…

Giuseppe Mura

Autore del libro “L’animo degli offesi”

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Proseguono, nella sede del Liceo Classico di via Brigata Sassari, le attività della Lutec (Libera Università della Terza Età Carbonia), in collaborazione con il comune di Carbonia. Nella programmazione dei mesi di gennaio e febbraio sono state inserite numerose lezioni, a cui si aggiungono, laboratori di musica e teatro, corsi di ginnastica e inglese, viaggi culturali e eventi teatrali.

Gli incontri in programma abbracciano diverse discipline: storia, storia della Sardegna e del territorio, filosofia, storia dell’arte, letteratura, diritto, archeologia e geologia.

Il programma dei prossimi incontri del mese di gennaio e dell’intero mese di febbraio

Gennaio

24 gennaio ore 16.30 – Archeologia – Nicola Dessì            

“La civiltà nuragica:tipologie architettoniche dei nuraghi”                              

27 gennaio ore 16.30 – Storia della Sardegna – Carlo Di Bella

“La Sardegna in età liberale”

31  gennaio ore 16.30 – Letteratura – Francesco Peddoni        

Io non sono qui: il Nobel a Dylan”                                                                            

Febbraio

3 febbraio ore 16.30 – Filosofia – Emanuele D’Urso

“Karl Popper racconta Talete e Parmenide”

7  febbraio ore 16.30 – Geologia – Ruggero Soru    

“Il paesaggio carboniense”

10 febbraio ore 16.30 – Filosofia – Emanuele D’Urso    

“Karl Popper racconta Eraclito e Senofane”

14 febbraio ore 16.30 – Storia dell’arte – Gianni Murtas

Le avanguardie storiche: il Cubismo

17 febbraio ore 16.30 – Storia del territorio – Giuseppe Mura

Il bombardamento di Gonnosfanadiga”

21 febbraio ore 16.30 – Archeologia – Nicola Dessì              

I Culti funerari del popolo nuragico”

24 febbraio ore 16.30 – Storia della Sardegna – Carlo Di Bella

La Sardegna dall’Età Giolittiana al Fascismo

28 febbraio ore 16.30 – Letteratura – Francesco Peddoni              

“Il canadese errante: Leonard Cohen”

Corsi e laboratori

Corso di ginnastica dolce – Martedì e giovedì

1° gruppo dalle ore 9.00 alle ore 10.00

2°gruppo dalle ore 10.15 alle ore 11.15

Tutors Manuela Sedda e Laura Rubiu

Laboratorio musicale da gennaio – giovedì  ore 16.30

Maestra Elena Sibiriu

Laboratorio teatrale giovedì ore 16.00 

Regia Gino Meloni e Mariangela Baldino       

Corso di lingua inglese (British School)

Livello base martedì dalle ore 18.30 alle ore 20.00

Livello intermedio venerdì dalle ore 10.45 alle ore 12.30

Livello avanzato venerdì dalle ore 9.15 alle ore 10.45

Docente Louise Holmes                                                                                                                                         

Viaggi – Gite – Eventi

Domenica 29 gennaio viaggio culturale a Nuoro e Orani

visita guidata al Museo Man (Espressionismo tedesco)

e Museo Nivola.

Teatro lirico

Sabato 4 febbraio  La bella addormentata nel bosco”

Fiaba musicale in tre atti di Ottorino Respighi.

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In una giornata grigia di gennaio persino il sole ha pensato di venire ad accompagnare Modesto Melis nel suo ultimo viaggio.

Stretti intorno alla moglie Lucia e ai figli Bruno, Teresa e Renato, tanti  parenti, amici cari e conoscenti, hanno voluto rendere omaggio ad un piccolo grande uomo. Piccolo di statura, ma grande per umiltà e cuore, Modesto lascia un segno in tutte le persone che lo hanno conosciuto. Il suo sorriso, la sua battuta scherzosa, il suo sguardo vispo ed attento, tutto faceva di lui una bella persona. Un uomo che aveva tanto sofferto prima per le atrocità vissute e viste da vicino nei campi di concentramento, e poi per non averle potute raccontare per tanti lunghissimi anni, vista la reticenza delle persone nel credergli. Ricordi che ha dovuto tenere dentro sino a quando, finalmente, qualcosa è cambiato, verità nascoste iniziavano a prendere forma, anche attraverso altri testimoni. Finalmente arrivava la sua rivalsa… far sapere di quali nefandezze era stato capace l’essere umano.

Oggi, commossa per la sua dipartita, una grande folla ha seguito la messa nella chiesa di San Ponziano dove don Giampaolo Cincotti lo ha voluto ricordare nella sua semplicità, nel suo modo allegro di prendere la vita: «Con lui se ne va un pezzo di storia», ha concluso il sacerdote.

Una storia che Giuseppe Mura ha voluto raccontare, nel libro “L’animo degli offesi”, per fermare nella memoria di tutti atrocità che devono essere da monito per le nuove generazioni, che devono bandire la violenza in virtù della pace. Nuove generazioni che devono debellare per sempre l’insana idea di popoli superiori ad altri. Modesto ciò lo sapeva bene e, proprio per questo motivo, ha voluto dedicare gli ultimi anni della sua vita, a far conoscere una verità per molti scomoda.

Alla fine della funzione, la lettura della preghiera dei paracadutisti, i suoi compagni d’avventura, fatta dal presidente dell’associazione Nino Cossu… e poi il ricordo di Agnese Delogu con cui ha diviso nell’associazione dei mutilati e invalidi di guerra tante esperienze in giro per la Sardegna… scuole, associazioni, biblioteche.

Tra i presenti, alcuni assessori e il vicesindaco della città che tanto lo ha amato, forze dell’ordine in divisa. E poi il silenzio… non solo quello dei presenti ma anche quello che la tromba di Alessandro Sciascia gli ha regalato.

Un applauso, un grande applauso per omaggiarlo ed un grido “Folgore” per rendergli onore.

Si potrebbero riempire pagine intere di ricordi ed aneddoti ma fra le tante parole io ne sceglierei una nella certezza di catturare la stessa che voi tutti decidereste di usare… una e una sola…

GRAZIE!

Per essere entrato nelle nostre vite, per sempre nel cuore di chi ti ha conosciuto.

Che la terra ti sia lieve Modesto.

Nadia Pische

    

   

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Questo pomeriggio, alle 17.30, il cavaliere Modesto Melis ha perso la sua ultima battaglia.

Modesto Melis era nato a Gairo l’11 aprile 1920. La sua vita è stata segnata profondamente dalle atrocità della 2ª guerra mondiale e dalla deportazione nei campi di concentramento di Mauthausen e Gusen, dai quali è tornato “miracolosamente” alla fine del conflitto e nei quali è voluto ritornare il 12 settembre 2014, per cercare di capire, a distanza di 69 anni, come sia stato possibile sopravvivere a quell’inferno.

Ho conosciuto Modesto Melis cinque anni fa, quando Giuseppe Mura mi ha proposto la pubblicazione di un libro in cui intendeva ricostruire la sua storia, vissuta da Carbonia a Mauthausen e ritorno. Sono stati cinque anni intensi, nel corso dei quali Modesto Melis ha incontrato migliaia di persone, soprattutto giovani, ai quali ha raccontato le sue incredibili esperienze di vita, per non dimenticarle ed evitare che l’essere umano possa ripeterle in futuro.

Nella copertina del libro “L’animo degli offesi”, scritto da Giuseppe Mura, è riportata una breve riflessione di Modesto Melis che riporto testualmente.

«Com’è stato possibile che proprio io, tra migliaia di altri i cui corpi sono stati combusti nei forni e le ceneri sparse sul terreno a concimare i campi, sia sopravvissuto? E’ una domanda che ancora, dopo che da decenni sono scomparsi gli incubi che tormentavano le mie notti, mi travaglia e, di soppiatto, si insinua spesso tra i miei pensieri.

In quelle giornate nel lager, pur nella nebbia che mi ottenebrava la mente, ero sempre consapevole, in ogni attimo di quella parvenza di esistenza, che la morte era sempre in agguato, pronta a cogliermi per un nonnulla. Anche quando strappavo dai mucchi di cadaveri quei poveri brandelli umani, sapevo che di lì a poco anch’io sarei potuto finire ad ingrossare quel macabro cumulo e, a quella fine che appariva ineluttabile, pensavo, non sarei sfuggito.»

E’ difficile scrivere su Modesto Melis, ora che il suo lungo percorso di vita è giunto al termine. Mi tornano alla mente gli incontri in città e paesi della Sardegna, Carbonia, Cagliari, Nuoro, Iglesias, Carloforte, Portoscuso, Sant’Antioco, San Giovanni Suergiu, Capoterra e tanti altri ancora; gli incontri al Museo della Liberazione a Roma, al Liceo artistico di Roma, a Cerveteri; e, soprattutto, il viaggio di ritorno in Austria, con base a Linz (dove abbiamo dormito nella stessa camera d’albergo) e destinazioni Mauthausen e Gusen, concluso con una visita al centro di Vienna, dove, alla bella età di 94 anni e mezzo, ha percorso chilometri e chilometri a piedi, concedendosi solo qualche breve sosta, per un leggero dolore alle gambe e ai piedi…

Un’altra grandissima emozione, l’11 aprile 2015, il giorno del suo 95° compleanno, che ha voluto festeggiare rivivendo l’esperienza del lancio con il paracadute da 4.500 metri di altezza, nel centro di volo di Serdiana. Una volta toccata terra, tra le braccia dell’istruttore Valentino, le sue prime parole, ancor prima di abbracciare la moglie e i figli, furono: «Quando organizziamo il prossimo lancio?» Un anno dopo avrebbe voluto ripetere il lancio, mi ha contattato per chiedermi di prenotare il volo, per poi desistere, con grande delusione, quando i familiari lo hanno convinto che sarebbe stato meglio evitarlo…

Dal mese di aprile 2014 si è dedicato anche alla sezione di Carbonia dell’associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra, nella quale ha ricoperto la carica di presidente.

Negli ultimi mesi le condizioni di salute non gli hanno consentito di continuare gli incontri con i giovani ai quali si era tanto affezionato. Nelle ultime settimane il suo “fisico d’acciaio” che in gioventù riuscì a superare prove incredibili che per tanti anni non ha potuto neppure raccontare perché nessuno gli credeva, ha iniziato a cedere. Alle 17.30 di oggi, 9 gennaio 2017, si è arreso.

Con la scomparsa di Modesto Melis, Carbonia, il Sulcis e la Sardegna intera perdono uno straordinario testimone della storia del XX secolo.

Allego un’ampia documentazione fotografica sui numerosi momenti gioiosi vissuti da Modesto Melis negli ultimi anni.

Ciao Modesto

Giampaolo Cirronis

     

 

 

 

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L'arrivo di Modesto a Mauthausen 2

L’associazione culturale polacco-sarda di Carbonia sta organizzando per il prossimo mese di febbraio, con la collaborazione dell’associazione ANMIG di Carbonia, un incontro con le persone che hanno vissuto la II guerra mondiale.

Saranno invitati, tra gli altri: Janina Szarzynska, deportata da bambina in Germania con la sua famiglia; Bogdan Bartnikowski, autore della sua autobiografia “Infanzia dietro filo spinato“; il cavaliere Modesto Melis, la cui storia è stata scritta nel libro “L’animo degli offesi”, di Giuseppe Mura.

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Il consigliere regionale Alessandro Unali è il primo firmatario dell’interrogazione  all’Assessore al Lavoro Mura sulla disparità di trattamento economico nella quantificazione del rimborso per i tirocini delle persone disabili,. Nell’interrogazione Alessandro Unali evidenzia come ai tirocinanti disabili venga corrisposta un’indennità di 250 euro mentre per tutti gli altri tirocinanti il compenso è di 400 euro, una grave ingiustizia che non si può più permettere che continui.

L’interrogazione sollecita un intervento urgente a tutela della persone con disabilità che hanno uguali diritti alle altre categorie.

Il Gruppo Consiliare Sovranità, Democrazia e Lavoro chiede di conoscere quali interventi voglia trovare l’assessorato del Lavoro per colmare questa grave iniquità che penalizza non solo i tirocinanti disabili ma anche i datori di lavoro che si rendono disponibili al loro inserimento.

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L’Archivio Storico Comunale di Iglesias dialoga con la Biblioteca Comunale ed accoglie racconti orali, con l’intento di proporre visioni di una realtà storica come tessere di un puzzle a tinte vivaci.

Letture d’archivio è la proposta della lettura ad alta voce di alcune lettere dell’archivio Storico (per sorridere e per riflettere) relative ad un tema specifico, intervallate dalla lettura di brani scelti da libri conservati in biblioteca e attinenti il tema prescelto.

In mezzo, il racconto di un “testimone” che, per il suo mestiere o la sua esperienza di vita, possa raccontare qualche aneddoto.

Con questa manifestazione l’Archivio ed i suoi contenuti, attraverso le scelte delle archiviste, si propongono al pubblico in una veste nuova, più umana, e la Biblioteca aggiunge il necessario supporto alla ricerca storica.

Il tutto viene corredato da testimonianze di vita che completano il quadro di una realtà che l’ingegno umano dipinge in diversi modi: con la parola scritta per necessità (il documento d’archivio), con la parola scritta per volontà (il libro) e con la parola raccontata.

Il primo appuntamento riguarda la guerra.

Le letture saranno curate dal personale della Biblioteca Comunale e da alcuni studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore Minerario “Giorgio Asproni – Enrico Fermi”, Istituto Tecnico settori Tecnologico ed Economico, Liceo delle Scienze Applicate.

La testimonianza sarà portata dal sig. Giuseppe Mura, giornalista collaboratore del Giornale La Provincia del Sulcis Iglesiente ed autore, fra l’altro, del libro “L’animo degli offesi”, nel quale cui ha raccolto le testimonianze del sig. Modesto Melis ex deportato a Mauthausen.

Giuseppe Mura e Modesto Melis.

Giuseppe Mura e Modesto Melis.