5 November, 2024
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Un congresso che mette assieme i maggiori esperti del settore impegnati in attività clinica e di ricerca che, in maniera multidisciplinare, potranno affrontare i diversi ambiti delle malattie reumatiche. È questo lo spirito dell’incontro in programma il 18 e 19 ottobre al Quartè Sàyal di Alghero, dal titolo “Attualità e prospettive in Reumatologia, aspetti di interesse multidisciplinare”. Il congresso è organizzato dall’unità operativa di Reumatologia dell’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, diretta dal professor Giuseppe Passiu, in collaborazione con Across Sardinia.

I lavori, che si apriranno venerdì 18 ottobre, alle 14,30, sono suddivisi in cinque sessioni spalmate su due giornate. Le sessioni consentiranno un confronto, tra i reumatologi e gli altri specialisti, sugli aspetti di rilevanza clinica pratica e le più recenti acquisizioni nella diagnosi e terapia di artrite reumatoide, spondiloartriti, lupus eritematoso sistemico. Saranno affrontati, inoltre, temi relativi alle malattie rare dell’osso, alla sclerosi sistemica e alle miopatie infiammatorie primitive. A questi temi si aggiungerà quindi quello relativo alle vasculiti e uveiti e, infine, sarà possibile fare un focus sulle malattie reumatiche ed il sistema cardiovascolare.

Temi di grande attualità che mettono in luce il fatto che, come sottolineano gli organizzatori, «la reumatologia abbia vissuto negli ultimi anni un periodo di formidabile evoluzione grazie alle importanti acquisizioni offerte dalla ricerca scientifica sia dal punto di visto della comprensione delle basi genetiche, cui hanno contribuito in maniera significativa anche i ricercatori della sardi, sia dei meccanismi fisiopatologici di malattia. La migliore conoscenza della patogenesi ha permesso lo sviluppo e l’introduzione nella pratica clinica di farmaci biotecnologici e “small molecules” che hanno rivoluzionato l’approccio terapeutico alle malattie reumatiche e migliorato sensibilmente la qualità di vita dei malati».

L’appuntamento algherese, che ha ricevuto il patrocinio dell’Aou di Sassari, è stato accreditato all’Agenas con sette crediti formativi e sarà aperto a specialisti in Cardiologia, Dermatologia e Venerologia, Malattie dell’apparato respiratorio, Medicina Interna, Nefrologia, Reumatologia, Oftalmologia, Ortopedia e Traumatologia, medici di medicina generale.

 

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L’obiettivo è migliorare la conoscenza e promuovere prevenzione, diagnosi e accesso a percorsi specialistici diagnostico-terapeutici dedicati alle malattie reumatiche autoimmuni. È la seconda edizione dell’(H)Open day di Onda sulle malattie reumatiche autoimmuni che, il 10 maggio a Sassari, vedrà protagonista l’unità operativa di Reumatologia dell’Aou di Sassari.

I centri di Reumatologia degli ospedali aderenti al network “Bollini Rosa” distribuiranno materiale informativo divulgativo alla popolazione femminile offriranno gratuitamente attività di consulenza alle donne con malattie reumatiche autoimmuni, accertate o sospette, ed eseguiranno, qualora utili, esami strumentali di approfondimento.

A Sassari, sarà possibile rivolgersi agli ambulatori dell’unità operativa di Reumatologia collocati al secondo piano del palazzo delle cliniche di viale San Pietro numero 8. È ancora possibile prenotare una visita telefonando al numero 079 228448.

«Le malattie reumatiche autoimmuni – spiega il direttore della unità operativa di Reumatologia della Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, professor Giuseppe Passiu – causano disturbi a carico dell’apparato locomotore e in generale dei tessuti connettivi di sostegno dell’organismo. Le malattie reumatiche autoimmuni rappresentano un vasto gruppo di malattie, estremamente eterogenee per espressione clinica e gravità.»

In Italia, secondo i dati a disposizione di Onda, a essere colpite sono più di 3,5 milioni di donne, spesso giovani, con conseguente impatto negativo su attività lavorativa, salute riproduttiva, pianificazione familiare e qualità di vita globale.

L’(H)Open day è promosso da Onda con la collaborazione di Amrer (Associazione Malati Reumatici Emilia Romagna), Anmar (Associazione Nazionale Malati Reumatici Onlus), Apmar (Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare Onlus) con il patrocinio dell’Istituto Superiore di Sanità e Sir, (Società Italiana di Reumatologia) ed è reso possibile anche grazie al contributo incondizionato di Ucb Pharma.

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La Giunta regionale ha dato il via libera al programma di interventi per qualificare la filiera dell’istruzione, rivolto nello specifico agli Istituti Tecnici superiori, che favoriscono il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro. Su proposta dell’assessore della Pubblica Istruzione Giuseppe Dessena, è stato deliberato di potenziare, con 2 milioni 224mila euro, le Scuole speciali di tecnologia della Sardegna (ITS) esistenti e di dare vita a nuove fondazioni, entro il 2019, con indirizzi tecnologici mirati e già specificati nelle Linee guida. In particolare, con 1 milione e 443.470 euro si rafforzano gli Its esistenti, mentre 780.530 euro sono destinati al finanziamento dei percorsi formativi che porteranno avanti le nuove fondazioni.
Inoltre, quasi un milione di euro (973.075 euro) è stato destinato alla promozione della lettura e dei festival letterari di rilevanza regionale, nazionale e internazionale realizzati in Sardegna da soggetti pubblici e privati. Le risorse saranno così ripartite: 768.800 euro andranno a sostegno di progetti proposti da associazioni, 50.000 euro finanziano i progetti realizzati da cooperative e 154.275 euro quelli organizzati da enti locali.
La Giunta ha nominato i componenti dell’Organo d’indirizzo dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari: si tratta di Massimo Occhiena, Giuseppe Passiu, Antonio Succu, Francesca Piras, Antonio Balata. Confermato inoltre Luigi Floris quale commissario straordinario dell’Istituto dei ciechi della Sardegna Maurizio Falqui.
Approvata, su proposta dell’assessore Cristiano Erriu, l’adesione della Regione Sardegna al Piano attuativo 2018-2019 del Comitato Permanente per i Sistemi Geografici, nell’ambito dell’Accordo quadro di cooperazione interregionale permanente per lo sviluppo di iniziative volte al rafforzamento della società dell’informazione e dell’e-government stipulato con il Centro Interregionale per i Sistemi Informatici, Geografici e Statistici. La Regione è da tempo impegnata nella realizzazione di banche dati territoriali fruibili, attraverso il geoportale regionale, aperte anche agli utenti esterni quali enti pubblici, privati, imprese, professionisti e cittadini in genere.

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«L’incontinenza urinaria femminile interessa il 25 per cento delle donne nell’arco della loro vita, aumenta con l’aumentare dell’età e colpisce sino al 60 per cento delle donne in postmenopausa. Una situazione che altera la qualità della vita, con importanti costi per la società per disabilità associate e assenze dal posto di lavoro.»

Lo ha detto Salvatore Dessole, direttore dell’unità operativa complessa di Ginecologia e Ostetricia dell’Aou di Sassari, in apertura del corso sulle patologie del pavimento pelvico femminile, l’incontinenza urinaria femminile e il prolasso degli organi pelvici che si è aperto ieri mattina nell’aula magna della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’ateneo sassarese.

Una patologia che – è stato detto – riguarda la «terza fase della maturità» della donna, cioè dopo i 60 anni. Tra i vari fattori che possono determinare e aumentare il fenomeno, a esempio, vengono elencati il parto naturale che “stressa” la regione pelvica, poi alcuni interventi chirurgici come quello di rimozione dell’utero e, ancora, ereditarietà, malattie neurologiche e il prolasso genitale. «Questa patologia – ha aggiunto Salvatore Dessole – intacca la qualità di vita, mentre noi vorremmo che si invecchiasse sempre di più e bene».

Da qui la necessità di un inquadramento diagnostico-terapeutico della malattia, con i percorsi diagnostici terapeutici assistenziali mirati alla cura dell’incontinenza urinaria femminile e del prolasso degli organi pelvici.

Il corso, organizzato dall’unità operativa complessa di Ginecologia e Ostetricia dell’Aou di Sassari e incentrato sull’aspetto di un’azione multidisciplinare, ha visto alternarsi al tavolo dei relatori medici specialisti in Ginecologia e ostetricia, in Urologia, in Chirurgia generale, in Colon-proctologia. Il confronto scientifico ha visto anche la partecipazione di ostetriche e fisioterapisti.

«L’approccio di questo corso – ha sottolineato il direttore generale dell’Aou Antonio D’Urso – è nuovo e non si concentra sulla malattia in senso stretto ma sul percorso del paziente e vede protagonisti ginecologi, urologi, ostetriche, fisioterapiste e altri professionisti che del pavimento pelvico fanno il centro del loro interesse professionale. Un approccio che ha due effetti: sull’efficacia clinica del trattamento e sull’efficienza, importante in un momento in cui le risorse sono limitate e definite», ha chiuso Antonio D’Urso.

Una patologia invalidante quindi dal punto di vista della vita di relazione, con risvolti psicologici. Una malattia di cui non si conosce ancora l’incidenza, con un range che oscilla tra il 5 e il 65 per cento della popolazione femminile. «Una malattia silenziosa – ha detto Pier Luigi Cherchi, direttore della scuola di specializzazione in Ginecologia e Ostetricia di Sassari – le donne si rifiutano di parlarne ma che, se non curata in tempo, peggiora progressivamente». Dall’incontro è emerso che le donne sono più colpite degli uomini, con una casistica di nove a uno. «Una sitazione dovuta, in parte, al parto vaginale naturale che determina uno sfiancamento del pavimento pelvico, con riflessi su prolassi e incontinenza urinaria», ha aggiunto Pier Luigi Cherchi.

Spesso in molte donne quindi c’è anche un vissuto di solitudine, di tristezza che può sfociare anche in una depressione. «È chiaro che prevenire queste malattie e curarle in tempo – ha detto Alberto Porcu, direttore del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell’Aou – deve essere l’obiettivo di una moderna società che vuole assicurare una vita più lunga e una buona qualità di vita».

Prima dell’inizio dei lavori, durante i quali i maggiori professionisti sardi della materia si sono succeduti al tavolo dei relatori, sono intervenuti anche il preside della Facoltà di Medicina di Sassari Giuseppe Passiu, Maddalena Tedde presidente dell’ordine delle Ostetriche della provincia di Sassari e Olbia-Tempio e Andrea Piana coordinatore del dottorato di ricerca in Scienze Biomediche.

Durante i lavori si è parlato di terapia riabilitativa e medica, dei pro e dei contro dell’approccio chirurgico mininvasivo, alla luce anche dei dati provenienti dalle nuove pubblicazioni scintifiche. Sono state presentate le nuove terapie chirurgiche dell’incontinenza urinaria da sforzo. Sono state discusse, poi, le innovative terapie del prolasso genitale che prevedono l’utilizzo di protesi di ultima generazione biocompatibili, efficaci nella risoluzione del difetto anatomico e funzionale e, al tempo stesso, sicure in mani esperte.

L’incontro si è svolto sotto l’egida della associazione italiana di Uroginecologia (Aiug) e con il patrocinio del dottorato di ricerca in Scienze Biomediche dell’Università di Sassari.

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L’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari ha adottato l’atto aziendale. Questa mattina, dopo l’intesa con il rettore dell’Università degli studi di Sassari Massimo Cerpinelli, il direttore generale Antonio D’Urso ha approvato il documento organizzativo dell’azienda con la delibera numero 473 che è stata inviata in Regione. Spetta adesso agli uffici di via Roma a Cagliari, nel termine dei 30 giorni, la verifica di congruità dell’atto alle linee guida e, quindi, l’approvazione finale.

La versione dell’atto aziendale adottata oggi porta con sé alcune novità rispetto alla prima proposta, presentata nei giorni scorsi dalla direzione strategica ai direttori delle strutture e ai sindacati. Novità che tengono conto delle osservazioni, oltre sessanta quelle pervenute, che proprio i direttori e i dirigenti, i sindacati medici e quelli del comparto, nei termini fissati, hanno inviato ai direttori dell’Aou. Si avvia, così, verso l’iter finale il primo atto aziendale dell’Aou che, a dieci anni dalla sua nascita, darà gli assetti organizzative dell’azienda di viale San Pietro.

Nell’ultima riunione di presentazione dell’atto aziendale, intanto, la direzione generale ha incassato anche il parere positivo dell’organo di indirizzo, formato dal preside della Facoltà di Medicina Giuseppe Passiu che lo presiede e dai componenti Antonio Succu, Marcello Tidore e Francesco Sanna. L’organo ha riconosciuto che il documento organizzativo dell’azienda di viale San Pietro integra pienamente le tre funzioni della mission: la didattica, la ricerca e l’assistenza.

La versione deliberata questa mattina, intanto, porta da 13 a 12 il numero dei dipartimenti, con la previsione di 10 dipartimenti dell’assistenza integrata rispetto agli 11 progettati in precedenza.

Tra le novità di assoluto rilievo quella prevista nel dipartimento Tutela delle Fragilità dove sono inserite le strutture complesse di Neuropsichiatria infantile, Psichiatria, Psicologia ospedaliera e benessere organizzativo e il servizio psichiatrico di diagnosi e cura che, in ragione degli indirizzi e delle direttive regionali, transiterà all’Ats. La novità è rappresentata dalla creazione della struttura semplice dipartimentale di Coordinamento codice rosa e vittime di violenza che potrà trovare spazio all’interno del pronto soccorso. «Ho colto il suggerimento arrivato con una osservazione – spiega il direttore generale Antonio D’Urso – e basandomi sull’esperienza operativa avuta sul campo quando, da direttore sanitario, all’azienda sanitaria di Lucca nel 2012 attivammo la sperimentazione del Codice rosa, con risultati straordinari. Siamo convinti che anche qui potranno aversi risultati importanti, facendo affidamento sulla stretta sinergia tra Comune e centri antiviolenza quindi con la procura della Repubblica.»

L’obiettivo della struttura, in linea generale, è quello di favorire il riconoscimento precoce dei casi di violenza quindi assicurare efficaci percorsi dedicati. Si dovrà puntare quindi a coordinare e mettere in rete le diverse istituzioni e competenze, per dare una risposta efficace già dal momento in cui la vittima arriva al pronto soccorso. Sarà importante, poi, la sinergia tra istituzioni e strutture sanitarie perché, oltre alle cure erogate al pronto soccorso, venga avviata la presa in carico territoriale successiva, sulla base della valutazione delle esigenze di tutela e protezione delle vittime attraverso l’attivazione di percorsi che rispondano alle loro esigenze.

Le altre novità vedono il dipartimento dell’Emergenza urgenza con due strutture complesse di Rianimazione, la Lungodegenza passa dal dipartimento delle Specialità mediche a quello Medico. Nel dipartimento di Tutela della salute della donna e del bambino vengono previsti il pronto soccorso di Ostetricia e ginecologia con l’Obi (osservazione breve intensiva) quindi il pronto soccorso pediatrico con l’Obi.

E’ stato confermato, infine,il coordinamento della Breast unit all’interno del dipartimento oncoematologico.