21 November, 2024
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Le due sponde dell’offerta turistica, in una comunione di intenti che punta a valorizzare il grande patrimonio di eccellenze della Sardegna, partendo dalle coste e arrivando fino ai paesi dell’interno. Nasce così la sinergia tra Mirtò, il Festival internazionale del Mirto arrivato alla sua quinta edizione e GrimaldiLines, marchio storico del trasporto marittimo da e per la Sardegna. Uniti all’interno del progetto Mirtò, che vivrà la sua anteprima sabato 10 agosto ad Ollolai, con “l’Isola della Longevità” ed un programma ricco di eventi. Il programma si svilupperà poi dal 17 al 20 agosto, tra Porto Rotondo ed Olbia, con il teatro Michelucci della città gallurese che diventerà il centro di una serie di iniziative che punteranno su enogastronomia ed artigianato.

La collaborazione tra Mirtò e Grimaldi si basa sulle presenze dei turisti alle iniziative del Festival del mirto. I visitatori, presentando un biglietto della Grimaldi, avranno uno sconto del 10% sui menù delle degustazioni, più una degustazione gratuita di mirto. Ai visitatori del festival, invece, Mirtò regalerà un voucher che darà diritto a uno sconto del 15% sul prezzo del biglietto per le prenotazioni effettuate dal 19 agosto al 30 settembre su tutte le partenze disponibili della Grimaldi. Il biglietto di Mirtò, in sostanza, sarà accompagnato da un codice sconto valido sulle navi della compagnia di navigazione per tutte le rotte da e per la Sardegna. Le iniziative di Mirtò saranno affiancate dal comune di Ollolai, con il sindaco Efisio Arbau; il comune di Belvì, con il sindaco Sebastiano Casula; il sindaco di Olbia, Settimo Nizzi e l’assessore della Cultura, Sabrina Serra; l’evento di apertura ad Ollolai si svolgerà con la collaborazione del Consorzio del pecorino romano Dop, il Consorzio dell’agnello di Sardegna Igp e la Pro Loco di Ollolai.

«Per noi è un onore aver siglato questa collaborazione con Mirtò, una realtà importante e in grande crescita, i cui eventi rappresentano una promozione eccezionale per la Sardegna – spiega Elena Bilardi, dell’ufficio commerciale di Grimaldi Lines -. Questa iniziativa ci consente di sviluppare progetti comuni che valorizzino i paesi dell’interno della Sardegna e ci piace l’idea di essere anche noi promotori di un turismo che guarda anche a località meno conosciute.»

«Il 5° Festival internazionale del Mirto rappresenta per noi una sfida importante, fatta di grandi partnership e di nuove idee per l’innalzamento degli standard qualitativi dei servizi proposti ai nostri ospiti – sottolinea Giuseppe Pinna, responsabile marketing e uno degli ideatori di Mirtò -. Nasce così la nostra partnership con Grimaldi Lines, con cui abbiamo sviluppato attività di co-marketing per offrire vantaggi ai rispettivi clienti. I viaggiatori della Grimaldi in questi giorni troveranno sulle navi il materiale pubblicitario del festival e in più potranno usufruire di uno sconto del 10% all’Isola del Gusto e all’Isola degli Artigiani presso il Teatro Michelucci dal 17 al 20 agosto. Allo stesso modo gli ospiti del Festival al Teatro Michelucci beneficeranno di un ulteriore sconto sulle prenotazioni con Grimaldi Lines.»

Una collaborazione che offre al progetto Mirtò la possibilità di confermare anche quella vocazione internazionale che lo ha sempre contraddistinto, grazie alla copertura delle tratte di Grimaldi Lines per Civitavecchia, Livorno e, soprattutto, Barcellona.

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Nei giorni scorsi il Consiglio comunale di San Giovanni Suergiu ha approvato l’applicazione di una consistente quota di avanzo per l’esecuzione di opere di pubblica utilità. Il provvedimento arriva dopo l’approvazione del rendiconto di gestione 2018, che ha evidenziato una condizione finanziaria in crescita del bilancio comunale nel primo triennio dell’amministrazione guidata dal sindaco Elvira Usai. La gestione mostra un incremento delle entrate tributarie (+ 100mila euro IMU e Tari), delle concessioni edilizie (+50mila euro) e dei proventi derivanti da servizi e sanzioni (+18mila euro); importante risultato anche nel taglio delle spese, grazie a un’oculata politica di controllo sui contratti di telefonia e servizi informatici, rottamazione veicoli e mezzi da lavoro, per un risparmio pari a 80mila euro. La macchina burocratica ha raggiunto i primi risultati grazie anche all’assunzione nel 2017 e nel 2018 di 2 unità lavorative all’ufficio tecnico e in ragioneria, ed un incremento sostanziale e decisivo del personale si avrà nel corso del 2019 con i concorsi in atto che porteranno altre 4 risorse umane a lavorare negli uffici comunali.

«Si inizia a vedere il frutto di un lungo lavoro di ricognizione e di riorganizzazione del bilancio – spiega l’assessore di competenza Giampiero Cabras – che dal 2016 a oggi, ha introitato più risorse tra finanziamenti pubblici recuperati e possibilità di applicare il consistente avanzo di amministrazione. Lo scorso anno abbiamo avuto spazi finanziari pari a 1milione e 200mila euro che sono andati a finanziare tutto l’impianto d’illuminazione pubblica ad efficientamento energetico nel territorio comunale. Lavori che inizieranno nelle prossime settimane e che faranno risparmiare all’ente circa 50mila euro all’anno».

La programmazione non si ferma perché la comunità ha bisogno d’infrastrutture e di messa in sicurezza della viabilità. Per questo motivo l’amministrazione ha previsto ed approvato nel corso dell’ultima riunione del Consiglio comunale l’applicazione di un’altra parte consistente dell’avanzo per imprimere maggiormente sull’immagine del paese. Con 1 milione e 600mila euro sono previsti interventi su strade, fogne ed impianti sportivi.

«Le risorse pubbliche – spiega il sindaco Elvira Usai – saranno destinate per l’adeguamento dei collettori fognari e degli impianti di sollevamento dei medaus che si affacciano sulla SP75 (730mila euro); per gli interventi di adeguamento, messa in sicurezza e completamento degli impianti sportivi nel centro cittadino e nelle 3 frazioni maggiori (350mila euro); interventi di messa in sicurezza e adeguamento della viabilità cittadina (400mila euro); conclusione lavori deposito museale (20mila euro).»

Un lavoro di programmazione che ha visto impegnati gli assessori di competenza, soprattutto l’assessore all’urbanistica e lavori pubblici, Giuseppe Pinna, che ha elaborato gli obiettivi generali e strategici il più possibile coerenti con il programma elettorale dell’amministrazione. «I cantieri sono consistenti e risolutivi di alcuni atavici problemi del nostro paese – spiega Giuseppe Pinna – se non ci saranno grossi intoppi burocratici, alla fine del mandato vedremo San Giovanni Suergiu più sicura e con più decoro urbano».

Una sfida che il sindaco e la sua maggioranza tengono bene a mente sin dall’insediamento nel 2016. «Continuiamo a lavorare con impegno e umiltà secondo il mandato che ci hanno dato i nostri cittadini – dichiara il primo cittadino – da qui a 2 anni potranno giudicare se abbiamo dato il giusto contributo alla crescita del nostro paese. Nonostante le mille difficoltà quotidiane – conclude Elvira Usai – il nostro faro è quello di realizzare le opere e di creare opportunità di sviluppo».

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Nella giornata odierna due incendi hanno richiesto l’intervento dei mezzi aerei del Servizio regionale coordinati dal Corpo forestale.

Il primo si è sviluppato in agro del comune di Tula, in località “Nuraghe Colvos”, dove è intervenuto un elicottero proveniente dalla base elicotteri del Corpo forestale di Limbara. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della Stazione di Oschiri, coadiuvata dalla squadra di Forestas San Leonardo di Oschiri e dai Vigili del fuoco di Ozieri.

Le operazioni di spegnimento si sono concluse alle ore 17.40.

L’incendio ha bruciato circa 10 ettari di pascolo nudo.

Il secondo incendio in agro del comune di Serramanna, in località “fattoria Giuseppe Pinna”, dove è intervenuto un elicottero proveniente dalla base elicotteri del Corpo forestale di Marganai. Le operazioni di spegnimento sono state dirette dal Corpo forestale della Stazione di Sanluri, coadiuvata dalla squadra di Forestas di Monastir, dai barracelli di Serramanna, dai volontari di Assemini (L’Aquila) e di San Sperate (Nova Orsa).

Le operazioni di spegnimento si sono concluse alle ore 18.50.

L’incendio ha bruciato circa 3,5 ettari di terreno incolto.

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Dalle eccellenze enogastronomiche alla moda. Sempre nel solco della valorizzazione della qualità e delle migliori espressioni della Gallura e della Sardegna. Questa volta, però, con un tocco ancora più cosmopolita. Mirtò, il festival internazionale del mirto, diventato brand conosciuto anche all’estero, ha organizzato per sabato 22 settembre, alle ore 21, a Porto Rotondo, una sfilata di moda all’interno della manifestazione “Vita da aMare”: l’iniziativa sociale, patrocinata dalla Regione Lombardia, il comune di Olbia e dal Consorzio di Porto Rotondo, durante la quale, per tre giorni, decine di ragazzi con disabilità e i loro accompagnatori verranno ospitati in barca a vela per raccogliere i migliori stimoli che la vita sul mare può offrire. Mirtò ha sposato in pieno il valore sociale dell’iniziativa decidendo di dare un contributo con una sfilata che vedrà protagonisti Marije Graafsna, 28 anni e Ovan Abdullah, 30 anni, i due stilisti olandesi che hanno vinto il reality show “Het Italiaanse Dorp: Ollolai”, che spopola nei Paesi Bassi e che ha visto proprio Ollolai come set delle trenta puntate andate in onda sulla televisione olandese Rtl. Marije e Ovan, produttori del marchio di moda Amkina, avevano organizzato una grande sfilata tra i vicoli del paese, ma ora avranno per loro un nuovo palcoscenico di grande impatto. «Abbiamo pensato di organizzare questa sfilata dopo aver conosciuto gli stilisti olandesi nell’ambito dell’iniziativa con cui Mirtò ha coinvolto Ollolai e i Comuni della Barbaglia nella rassegna di eccellenze enogastronomiche, svoltasi lo scorso agosto tra Olbia e Porto Rotondo – spiega Giuseppe Pinna, direttore marketing di Mirtò ed ideatore dell’evento -. La rete televisiva olandese Rtl ha rappresentato un importante veicolo di promozione per la Sardegna e ora, grazie al valore acquisito dal marchio Mirtò, abbiamo scelto di organizzare la sfilata a Porto Rotondo con gli abiti dei due stilisti olandesi, che consideriamo ormai due sardi acquisiti».

La sfilata di moda, organizzata con il contributo di Antonella Fini, stilista ed organizzatrice di molti eventi legati alla solidarietà, vedrà esibirsi nella passerella di piazza Cascella, con il teatro Mario Ceroli che fungerà da magico “backstage” della manifestazione, anche diversi protagonisti della scena olbiese. Oltre alla stessa Antonella Fini, la stilista di Porto Torres che proporrà i suoi capi in jeans, ci sarà Irene Piccinnu, artista che mostrerà i suoi capi disegnati con l’antica tecnica sarda della xilografia, con l’incisione a rilievo su legni duri, imprimendo poi la stampa sul tessuto e colorandolo. Ci sarà poi Paola Tangianu, stilista che farà sfilare in passerella i suoi rinomati capi in pelle. Alla serata parteciperanno anche Niko Veccia, hair stylist e la make up artist Emiliana Sancamillo. «Si tratta di una sfilata di primissimo livello, all’interno di una manifestazione, come Vita da aMare, che conferma la sua veste sociale, ma anche di valorizzazione dell’inclusione e del turismo accessibile – spiega Marco Balata, assessore del Turismo del comune di Olbia -. Mirtò conferma la sua vocazione con questo spazio che intende valorizzare gli stilisti sardi».

Ma il vero colpo di scena sarà la presenza del noto stilista Paolo Isoni, in qualità di ospite d’onore della manifestazione. Non solo una presenza simbolica, però. Isoni, infatti, sarà uno dei protagonisti del progetto di inserimento dei ragazzi diversamente abili voluto da Mirtò, che lo ha ideato. Nascerà così un premio pensato per i ragazzi con disabilità, gli stessi protagonisti dell’evento “Vita da aMare”, che durante l’inverno disegneranno degli abiti che il prossimo anno Isoni si è preso l’impegno di realizzare. «Nella prossima edizione della manifestazione sfileranno le creazioni disegnate dai ragazzi e realizzate nei miei laboratori – spiega lo stilista olbiese -. Il prossimo 22 settembre sarò presente a Porto Rotondo in veste di ospite, proprio per dare il mio sostegno a questa iniziativa, con la quale creeremo un premio per valorizzare le creazioni nate dalla loro inventiva. Gli daremo da fare i compiti a casa, con l’obiettivo di avvicinare due mondi e due sensibilità, anche se saranno loro i protagonisti». L’iniziativa vede uniti Mirtò con l’assessore del Turismo, Marco Balata e dei Servizi sociali, Simonetta Lai, del comune di Olbia, grazie al fondamentale contributo di Maria Antonietta Cossu, presidente della commissione consiliare ai Servizi sociali e pedagogista di professione.

A decretare la vittoria degli stilisti, è stata la popolazione di Ollolai, dopo aver dato vita ieri sera a delle vere e proprie elezioni in cui gli abitanti del paese hanno fatto la fila per qualche ora pur di dare la preferenza alla coppia preferita. Marije e Ovan, produttori del marchio di moda Amkina, che nei giorni scorsi hanno dato vita alla grande sfilata tra i vicoli del paese, sono stati scelti tra cinque coppie protagoniste del reality: oltre a Marije a Ovan, c’erano Joy e Danielle, Paul e Chantal, Sandra e Marcello, Diederik e Brenda con la piccola Cloe.

Gli ollolaesi sono arrivati per le “elezioni” in una piazza stracolma che ha accolto la festa finale del reality show mandato in onda dalla Tv olandese Rtl. Lo show però continua le sue registrazioni, forse fino a ottobre. Restano infatti da registrare 16 puntate delle 30 previste.

Le cinque coppie erano arrivate a Olloai dopo il progetto lanciato dal sindaco Efisio Arbau, che ha scommesso sulla rinascita di questo borgo di 1.200 anime arroccato sulla montagna del Nuorese: vendere le vecchie case a 1 euro per ripopolare il paese a una sola condizione: che venissero ristrutturate e abitate. Una proposta che è piaciuta a una giornalista olandese arrivata nel cuore della Sardegna e che ha favorito l’incontro con i produttori del reality messo in onda dalla tv Rtl. Le cinque coppie olandesi, che hanno scelto di vivere a Ollolai, una delle comunità isolane più colpite dallo spopolamento, dovranno ora ristrutturare le case acquistate a 1 euro e progettare il loro futuro nel paese barbaricino.

 

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Il collegio Ipasvi di Sassari, Olbia e Tempio ha rinnovato le sue cariche e ha eletto, per il secondo mandato consecutivo, Piero Bulla alla carica di presidente. Il collegio degli infermieri nei giorni scorsi ha chiamato a raccolta gli oltre 3mila iscritti del Nord Sardegna, anche per dare una nuova composizione al direttivo e al collegio dei revisori dei conti.
Assieme alla conferma del presidente uscente, che resterà in carica per altri tre anni, il risultato scaturito delle urne vede Miriam Ada Porcu alla carica di vicepresidente, Gianluca Chelo a quella di segretario, Roberto Tola tesoriere e Pier Gianni Piga a presidente dei revisori dei conti.
Il consiglio direttivo sarà composto dai consiglieri Letizia Contini, Sonia Desiderio, Nicola Lezzeri, Maria Sara Madeddu, Marco Mura, Alessandro Nasone, Margherita Nurra, Pier Paolo Paoni, Rita Ruggiu, Giuseppe Pinna, Tiziana Zirone.
Il consiglio dei revisori dei conti invece sarà composto da Angela Atzori, Maria Antonietta Vargiu e Giulia Bulla revisore supplente.
Il triennio appena concluso ha visto il direttivo uscente impegnato in numerose attività di promozione della figura infermieristica e in giornate formative, durante le quali sono state messe in evidenza le novità normative che riguardano gli infermieri e i cittadini. Tra i vari argomenti affrontati il Ddl Lorenzin, la riforma della sanità a livello regionale con la novità introdotte dalla nuova rete ospedaliera, il comma 566 della legge di Stabilità 2015, la stesura del nuovo codice deontologico, la libera professione e l’apertura di nuovi ambulatori infermieristici nel Nord dell’isola.
«Per i prossimi tre anni – ha detto Piero Bulla – ci aspettano nuove sfide da affrontare. In cima alla lista l’eventuale passaggio da Collegio a Ordine quindi la lotta all’abusivismo che ci vede impegnati in prima fila come Collegio anche livello nazionale: sono infatti oltre 5mila in Italia i falsi professionisti, una situazione che mette a rischio l’assistenza ai pazienti.» 

Tra le novità che attendono il direttivo sassarese anche la promozione del ruolo dell’infermiere specialista e le competenze avanzate. «Si andrà avanti con lo spirito di cambiamento continuo, del quale la nostra professione ha bisogno. Ringraziamo tutti i colleghi che hanno espresso il loro voto – ha concluso Piero Bulla – ed auspichiamo un futuro ricco di novità per la professione infermieristica».

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Nella diatriba tra la Pro Loco e l’Amministrazione comunale di San Giovanni Suergiu, che ha visto l’associazione turistica locale abbandonare le iniziative estive in aperta contestazione della distribuzione delle risorse stanziate per gli spettacoli estivi, si inserisce oggi, giorno di Ferragosto, Erminio Meloni, consigliere comunale di minoranza e componente del direttivo Pro Loco.

«La materia del contendere, se così vogliamo chiamarla – scrive Erminio Meloni in una nota -, è la delibera di Giunta n. 60 del 24.07.2017 avente come oggetto i contributi alle associazioni per le manifestazioni culturali e di spettacolo per il 2017. Presenti, oltre al sindaco, il suo vice avv. Marco Zusa, l’ing. Giuseppe Pinna, la dott.ssa Camilla Melis, il sig. Gianfranco Ghisu ed il dott. Giampiero Cabras che, con voti unanimi, ripartiscono 12.400 € nel seguente modo:

€ 1.500,00 alla Pro Loco per le feste patronali delle frazioni, la Pro Loco fa da tramite per l’assegnazione di 500,00 € a Palmas, 500,00 € ad Is Urigus e 500,00 € a Matzaccara;

€ 150,00 alla Pro Loco per manifestazione teatrale. La Pro Loco ha avuto l’incarico di pagare la SIAE ed il suolo pubblico, facendo risparmiare quasi il 50% all’amministrazione in virtù della convenzione nazionale UNPLI-SIAE;

€ 2.000,00 finanziamento diretto al COMITATO FESTA PATRONALE San Giovanni Battista;

€ 300,00 finanziamento diretto alle ACLI MANI AMICHE per la manifestazione “Sfila la tradizione”;

€ 300,00 finanziamento diretto all’ASSOCIAZIONE GIOCONDA per la manifestazione “La memoria del suono”;

€ 300,00 finanziamento diretto alla COMPAGNIA TEATRALE SA PRAMA;

€ 300,00 finanziamento diretto all’Associazione S’ARRIU DE IS FAINAS per la manifestazione “Note d’estate”;

€ 300,00 finanziamento diretto all’Associazione PALMAS VECCHIO per “Il giardino delle idee”;

€ 250,00 alla Pro Loco per pagare la navetta utilizzata per monumenti aperti e commissionata dall’amministrazione;

€ 500,00 alla Pro Loco, finanziamento devoluto sotto forma di manifestazioni estive ma finalizzato ai contributi dovuti ai carri allegorici e ai gruppi mascherati per la partecipazione al carnevale sangiovannese;

€ 6.500,00 (seimilacinquecento) finanziamento diretto all’Associazione PALMAS VECCHIO per manifestazioni estive.

Appare chiaro – aggiunge Erminio Meloni – che la Pro Loco non abbia ricevuto nessun contributo per la sua programmazione ma che sia stata utilizzata solo sporadicamente come passa carte in momenti di difficoltà e fatta fuori in modo poco elegante dalla ripartizione dei fondi. Credo che sia evidente a tutti la disparità di trattamento, non a caso qualcuno ha polemizzato giustamente, in modo agonistico e spiritoso, sul fatto che Palmas abbia battuto San Giovanni 7.300 a 4.100 € e che le altre frazioni, Is Urigus e Matzaccara, siano rimaste al palo, in fondo alla classifica, con 500,00 € a testa.»

«Aldilà della legittima distribuzione delle risorse – sottolinea ancora Erminio Meloni -, che comunque evidenziano chiaramente la volontà politica di questa amministrazione, si deve sapere che per quanto riguarda i finanziamenti che transitano nella Pro Loco, e quindi inseriti nel bilancio dell’associazione, pur non avendo nessun ritorno immediato, sarebbe stato un vantaggio per la gestione del 2018, in considerazione del fatto che la Regione Sardegna elargisce contributi alle Pro Loco nella misura del 15% rispetto al fatturato rendicontato. Pertanto, la Pro Loco, per il 2018, avrà un contributo regionale pari a € 360,00 (€ 2.400 x 0.15), che aiuteranno la programmazione delle manifestazioni del prossimo anno. Se l’amministrazione avesse fatto la scelta di far passare i finanziamenti riguardanti la delibera di Giunta n. 60 tramite Pro Loco, con la stessa destinazione, si avrebbe avuto un ritorno economico pari a € 1.860,00 (€ 12.400 x 0,15). Da qui la decisione della Pro Loco di informare la comunità sull’impossibilità di portare avanti la programmazione degli avvenimenti estivi per mancanza di fondi.»

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Il Consiglio regionale ha approvato il passaggio agli articoli del disegno di legge n. 382 sulle variazioni del bilancio per l’esercizio finanziario 2016 e del bilancio pluriennale 2016/2018 ai sensi dell’articolo 51 del decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con il DL n. 382/A – Giunta regionale – Variazione del bilancio 2916 e del bilancio pluriennale 2026-2018. Per l’illustrazione del provvedimento il presidente ha dato la parola al relatore di maggioranza Franco Sabatini, del Pd.

Sabatini ha definito in apertura molto positiva la decisione dei capigruppo di discutere provvedimento questa mattina, «un provvedimento che ha natura certamente tecnica ma che contiene molti elementi sociali di grande utilità concreta per i cittadini della Sardegna». Rivolgo quindi un appello ad opposizione, ha concluso Sabatini, «per una sollecita approvazione della legge».

Per la minoranza, il relatore Paolo Truzzu (Fdi-An) ha affermato che «tecnicamente si sta gestendo un avanzo di circa 289 milioni ed una massa finanziaria di poco superiore a 300 ed occorre chiedersi da dove vengono queste risorse, forse dalla capacità del governo regionale di controllare spesa o forse dalla crescita dell’economia sarda ma la realtà è profondamente diversa». Questi soldi, ha spiegato Truzzu, «provengono dall’imputazione diversa di somme future assegnando al 2016 somme inserite nei bilanci 2017 e 2018, cioè se non li avessimo avuti si sarebbe determinato un buco nei conti della Regione». Quanto al loro utilizzo, Truzzu ha ricordato che «gran parte della somma, 130 milioni, sono causati da minori entrate e in effetti il rapporto Bankitalia sull’economia sarda dice la nostra piccola ripresa economica è evaporata fatta eccezione per piccoli numeri di turismo e servizi, mentre cala il numero degli occupati perché i giovani rinunciano a cercare lavoro». Inoltre, ha aggiunto il relatore di minoranza, «altri 120 vanno alla sanità, dato preoccupante in linea con una stima del fabbisogno 2016 attorno ai 400 milioni in più, a dimostrazione del fatto che il piano di rientro ha mancato le previsioni e non ha prodotto nulla; infine, gli ultimi 20/30 milioni sono destinati in parte al sociale e in parte ad alcune mancette per cose un po’ particolari». In sintesi, per Truzzu «emerge un quadro non confortante della situazione generale delle entrate in contraddizione con le rassicurazioni del governo regionale e infatti c’è molta differenza fra un accertato di 8 miliardi ed un riscosso che, a novembre, è di circa la metà». Ciò significa, ha concluso Truzzu, «che siamo di fronte ad un fallimento tecnico e anche politico, appesantito dai continui litigi della maggioranza».

Aprendo il dibattito, il consigliere di Forza Italia Ignazio Locci ha richiamato un passaggio dei lavori in commissione sul Dl 382, «definito dalla Giunta regionale una variazione di bilancio ma in realtà si tratta di un assestamento, significa che sono saltati tutti gli indicatori della programmazione regionale da Def in poi e quindi, accanto alle questioni tecniche ci sono molte questioni politiche e molte norme intruse, scelte che esprimono al massimo livello l’indirizzo di governo della maggioranza». Intanto, ha sostenuto Locci, «c’è stata una colpevole sottovalutazione delle entrate della Regione, che calano per 130 milioni, altro che più 350 nel 2017, e non si può giustificare questo dato negativo con l’applicazione del principio del bilancio armonizzato». Sulla sanità, ha aggiunto il consigliere, «c’è una proiezione di 184 milioni di disavanzo nel 2016 e stanno emergendo i trucchi contabili di questo settore come in quello delle politiche sociali dove è ormai certo che non si possono utilizzare i fondi europei». Insomma, ha concluso Locci, «il quadro non consente valutazioni positive e il dato politico di fondo è che la vertenza entrate non si è affatto conclusa».

Sempre per Forza Italia, il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha sottolineato che «ancora una volta l’opposizione è qui in Aula nonostante la fretta della maggioranza, segno che noi facciamo per intero la nostra parte nell’interesse della comunità regionale». Affrontando il contenuto della manovra, Tocco ha affermato che «contiene aspetti molto critici che non consentono di dare risposte ai cittadini, soprattutto, nella sanità; stiamo anticipando al 2016 120 milioni previsti per il 2017 e questa è una cartina di tornasole del fatto che le strutture sanitarie sono sempre in una situazione drammatica, che è fallito il piano di rientro ed è peggiorata la qualità dei servizi». A questo punto, ha sintetizzato Tocco, «delle due l’una: o le entrate sono state sovra stimate o crescita dell’economia sarda è stata molto bassa; il problema è che la maggioranza sistema le sue cose e tampona qua e là ma la Sardegna ha sviluppo di sviluppo e crescita e soprattutto di immaginare una prospettiva per il futuro».

Ancora per Forza Italia, il vice capogruppo Marco Tedde ha detto di vedere la cornice del dibattito «molto grigia perché la maggioranza ha disatteso il patto stabilito con l’opposizione, che invece lo ha rispettati accettando la modifica del calendario dei lavori; forse avete problemi nuovi  ma dovevate pensarci prima perché ai sardi non interessano certe esigenze politiche di qualche partito». Tornando al dibattito, Tedde ha messo l’accento sul fatto che «la Giunta prosegue in un lavoro incessante di marketing politico con annunci, conferenze stampa e propaganda che impedisce di vedere le cose come sono dopo 36 mesi di governo del centro sinistra». Il dato politicamente più significativo, a giudizio di Tedde, «è che i problemi non sono affrontati, come dimostrato dalla situazione disastrosa dei trasporti (svuotamento ct2 e conseguente impoverimento di ct1, sostegno low cost, abbandono Ryanair dalla fine del 2015, incognite dopo la vendita delle quote aeroporto di Alghero dove si è registrata una perdita di 350.000 passeggeri e di centinaia di milioni) e della sanità la cui gestione fortemente politicizzata ha salvato le poltrone dei commissari senza ridurre le spese». Tutto questo, ha concluso, «lo dovranno pagare le famiglie e le imprese sarde». 

Mario Floris (Uds), rivolto al presidente Ganau, è tornato sulla seduta di ieri: «E’ successo un fatto increscioso – ha detto il decano dei consiglieri regionali – lei mi ha tolto la parola mentre intervenivo sull’ordine dei lavori e lo ha fatto in modo barbaro. Ciò è  intollerabile se fatto a danno di una persona mite che ha fatto della sacralità delle istituzioni la ragione della propria vita. Lei ha il dovere di tutelare le prerogative dei consiglieri. Se chiediamo il rispetto del Regolamento lo dobbiamo fare fino in fondo a partire dall’osservanza degli orari delle sedute. Lei non aveva il diritto di togliermi al parola, spieghi perché si è comportato in questo modo».

Il consigliere Oscar Cherchi (Forza Italia), tornando sull’argomento in discussione, ha definito “anomala” la variazione di bilancio proposta dalla Giunta. «Credo che nel testo ci siano delle norme intruse – ha sostenuto Cherchi – questo aspetto deve essere approfondito per capire se abbiamo di fronte un testo congruo o se invece rischia di essere impugnato dal Governo e cassato dalla Corte Costituzionale».

L’esponente della minoranza ha poi criticato i contenuti del provvedimento, a partire dai debiti fuori bilancio: «Ci sono ancora molti dubbi, non è chiaro quali e quanti siano – ha rimarcato Cherchi – nel provvedimento mancano inoltre strumenti di programmazione e sono assenti gli investimenti. Siamo ormai a fine anno, credo che le risorse della Finanziaria dovranno essere riprogrammate».

Il consigliere azzurro si è poi soffermato sul tema del lavoro: «La Finanziaria non conteneva misure per favorire la ripresa dell’occupazione, soprattutto giovanile. Durante la discussione della manovra fui accusato dal presente della Commissione Bilancio che difese strenuamente la legge. Nei primi sei mesi del 2016 non è successo niente, anzi, l’occupazione è calata».

Cherchi, infine, ha ricordato alla Giunta la manifestazione di protesta dei sindaci sardi contro i vincoli di bilancio evidenziando il profondo malessere vissuto dagli amministratori locali: «Basta scaricare le responsabilità sul passato – ha concluso Cherchi – occorre pensare al futuro e dare speranze ai territori. La vertenza entrate è stata condotta in modo sbagliato. Occorre tirare fuori un cuore di sardità, indipendenza e specialità per andare uniti e compatti e ottenere il dovuto dallo Stato».

Stefano Tunis (Forza Italia), dopo aver lamentato l’assenza in aula del presidente Pigliaru, ha sottolineato la coerenza tra le idee proposte all’esterno dalla Giunta e l’utilizzo degli strumenti economici e finanziari: «Non ci si poteva aspettare altro da un presidente impegnato nella campagna referendaria. Pigliaru certifica l’inutilità della nostra specialità, interpreta il momento e prova a mandare in soffitta la nostra autonomia».

Secondo Tunis, la Giunta non prende in considerazione la situazione economica della Sardegna. «La nostra economia è intimamente legata alla qualità e quantità della spesa pubblica – ha detto il consigliere di minoranza – cresce se la spesa funziona bene. Nella programmazione c’erano poche politiche di sviluppo, ci saremmo aspettati che in fase di variazione di bilancio si ponesse mano a strumenti decisivi. Così non è stato, le politiche ininfluenti della Giunta si ripercuotono sul mondo del lavoro».

Tunis ha poi accusato la Giunta di subire le politiche nazionali: «Il Job Act non ha prodotto effetti positivi al Sud. La riforma del mercato del lavoro va contro il principio di sussidiarietà, ha attecchito solo nelle regioni che hanno un’economia forte. Noi dobbiamo essere protagonisti delle nostre scelte».

Il consigliere azzurro ha infine rivolto un invito all’esecutivo: «Occorre fare meglio da qui alla fine della legislatura. Raccogliete le disponibilità che arrivano dai banchi dell’opposizione – ha concluso Tunis – noi ci siamo, uscite dall’atteggiamento ottuso e condividete con l’Assemblea l’individuazione di politiche che possano dare lustro alla nostra economia».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha criticato l’impostazione del documento entrando nel dettaglio delle disposizioni: «Si stanziano oltre 90 milioni di euro per l’istituzione dell’elisoccorso, un progetto importante che passa allegramente tra le pieghe del documento senza una approfondita discussione – ha detto Crisponi – avremmo voluto capire come sono state distribuite le risorse per un’attività così importante per i territori. L’istituzione dell’Areus prevedeva di ubicare l’organizzazione del 118 nel centro Sardegna, questo non è avvenuto. Il nuorese sembra destinato a rimanere ai margini».

Il consigliere dei Riformatori ha poi criticato la decisione di stanziare i fondi per il servizio del 118 fino al 2024. «Si programma per nove anni mentre per il funzionamento della Biblioteca Satta di Nuoro si stanziano 358mila euro per una sola annualità. Si tratta di carità pelosa, di una mancia per una delle più prestigiose istituzioni culturali dell’Isola».

Il consigliere di Fratelli d’Italia, Paolo Truzzu (Misto) è ritornato sulla vertenza entrate per evidenziare che in altre Regioni a Statuto speciale sono stati “liberati” i cosiddetti accantonamenti («così è accaduto in Valle D’Aosta») mentre «l’atteggiamento remissivo della Giunta nei confronti del Governo fa sì che alla Sardegna manchino risorse per oltre un miliardo di euro».

L’esponente della minoranza ha quindi criticato la condotta del presidente della Regione in riferimento alla campagna referendaria («va in giro ad affermare che la riforma rafforza la specialità») e ha posto l’accento sull’aumento dei costi per le consulenze, e per la crescita dei dirigenti a fronte della riduzione dei dipendenti.

Paolo Truzzu ha contestato anche la proposta delle Giunta per la contrazione di un nuovo mutuo per far fronte al pregresso: «Perché si indebitano i sardi se davvero ci sono in cassa le risorse che la Giunta ha più volte annunciato come risultato della collaborazione con il governo?

Il consigliere Fd’I ha parlato di “autentico fallimento politico e tecnico” in riferimento alla programmazione regionale: non sono garantiti i tempi né sono stati centrati gli obiettivi. «Basta con lo storitelling che significa raccontare storie, basta dunque raccontare storie e si affrontino davvero i problemi della Sardegna».

La vice capogruppo di Forza Italia, Alessandra Zedda, ha sottolineato la scarsa presenza e la poca partecipazione in Aula nell’esame di provvedimento che ha definito “in ritardo, dovuto e anche mascherato”. «Mascherato – ha spiegato la consigliera – perché si attendeva una manovra di assestamento e invece arrivano variazioni di bilancio».

L’esponente della minoranza ha accusato l’assessore Paci di aver sottovalutato le conseguenze degli atteggiamenti politici verso il Governo e di aver commesso un grave errore con la sottoscrizione del patto sulle entrate. La consigliera Fi ha quindi criticato la scelta della contrazione di un mutuo ed ha denunciato che a fronte degli 8 miliardi di euro che la Regione avrebbe dovuto avere in cassa se ne contano solo 4 miliardi: «Noi, avevamo avvisato il presidente e l’assessore che serviva una particolare attenzione con la ragioneria generale dello Stato».

Una ulteriore sottolineatura critica ha riguardato la decisione del ritiro dei ricorsi pendenti sulla vertenza entrate («le Regioni che le hanno mantenuti in essere oggi hanno visto liberati gli accantonamenti») ed ha accusato la Giunta di voler realizzare un hub per i migranti al porto Canale di Cagliari invece di dare seguito all’istituzione del punto franco doganale.

«Pagate in ritardo l’ultima tranche del fondo unico ai Comuni – ha concluso Alessandra Zedda – non si spendono i fondi comunitari, non siete in grado di attenuare i disagi delle famiglie né di sostenere le imprese, la situazione dei trasporti e della sanità è drammatica, avete dunque fallito su tutti i fronti e non vi resta altra scelta se non quella di andare a casa».

Il capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, ha lamentato la scarsa partecipazione al dibattito dei consiglieri di maggioranza e la distorta rappresentazione dei fatti di quanto accade nell’Aula del Consiglio regionale.

«La variazione di bilancio che proponete – ha tuonato l’esponente della minoranza – nascondono significative marchette e presentano una serie di norme intruse che in quanto tali dovrebbero cassate dal testo».

Dedoni ha quindi criticato l’impegno del presidente della Regione nella campagna referendaria a sostegno del “Sì”: «Ormai il presidente della Giunta lo fa Paci mentre Pigliaru è sempre più assente dai fatti concreti del governo regionale».

Il consigliere dei Riformatori ha criticato anche le scelte inerenti la dislocazione dei servizi dell’elisoccorso («l’elisoccorso non copre le zone dove il sistema sanitario difetta e dove più difficili sono i collegamenti viari») ed ha concluso il suo intervento preannunciando altri interventi in sede di esame del provvedimento.

Il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, ha evidenziato i ritardi nella presentazione delle variazioni di bilancio («siamo fuori tempo massimo e siamo costretti a votare un provvedimento così complesso in breve tempo») ed ha accusato la Giunta di perseguire il tentativo di «mettere una serie di pezze e di marcare marchette».

L’esponente della minoranza ha quindi ricordato le dichiarazioni rese dall’assessore Paci e dal presidente Pigliaru in ordine all’accresciuta disponibilità di risorse finanziarie per effetto dei patti sottoscritti con il governo ed ha polemicamente domandato: «Dove sono i 600 milioni e tutte le altre risorse che avete strombazzato sulla stampa se oggi ravvisate la necessità di contrarre un nuovo mutuo per far fonte al pregresso in bilancio?».

Il consigliere dei Quattro Mori ha quindi riferito di aver ottenute dagli amministratori delle province l’esatto ammontare delle risorse sottratte dal governo tra il 2012 e il 2016 per Rca auto e imposta sulle trascrizioni. «Alla provincia di Sassari sono stati sottratti 108 milioni di euro, a quella di Nuoro 45 milioni, al Medio Campidano 26 milioni, 23 a Carbonia Iglesias, a Oristano 22 e a Cagliari 121 milioni, per un totale che supera i 348 milioni di euro in quattro anni».

Il consigliere Carta ha quindi polemicamente affermato che quanto stanziato nel Patto per Cagliari dal presidente del Consiglio dei ministri (168 milioni di euro) lo scorso 17 novembre è solo una piccola parte dei 348 milioni di euro che lo Stato ha sottratto alle province sarde («Quanto potrà durare questo l’inganno del governo italiano ai sardi?)»

«Rigettiamo questi inganni – ha concluso il capogruppo Psd’Az – e una maggioranza supina e succube di un governo ladro».

Il capo gruppo dell’Udc Gianluigi Rubiu ha dichiarato che «con l’assestamento entriamo nel vivo dei problemi della Sardegna, sanità, trasporti, lavoro, che la maggioranza tratta in gravissimo ritardo e con una superficialità allarmante, scrivendo una brutta pagina della politica sarda». Rubiu ha poi espresso forte preoccupazione «per l’aumento crescente della disoccupazione che colpisce molti sardi ma soprattutto il 48% dei giovani», lamentando però che «tale preoccupazione non sembra toccare il governo regionale, tanto è vero che ha voluto chiudere i bilanci con un mutuo di 500 milioni in 40 anni e approvare la legge di stabilità a metà anno come nel 2016: una visione di Sardegna imbarazzante». Quanto alle cifre, ha aggiunto Rubiu, «i 130 milioni a copertura di minori entrate ed altri 130 per la sanità dimostrano che segno che non ci si rende conto di quanto accade fuori dal palazzo».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis si è detto non sorpreso dal mancato intervento dei consiglieri di maggioranza a testimonianza di una situazione in cui «il compito lo detta la Giunta e la maggioranza esegue, salvo lamentarsi a posteriori ma inutilmente nei territori con una totale e supina acquiescenza, lo stesso conformismo mostrato da una parte della stampa in occasione della campagna elettorale referendaria con cui ministri e maggiorenti di partito impegnati a convincere i sardi ad accettare la sconfitta della loro autonomia». Ci saremmo aspettati anche un atteggiamento diverso dal presidente della Regione, ha protestato Pittalis, «che invece continua a stendere sempre tappeti rossi per essere deriso e umiliato, condotta inaccettabile tanto più perché è entrato a piedi uniti nella campagna elettorale». Soffermandosi sulle recenti analisi economiche relative alla Sardegna, il capogruppo di Forza Italia ha sostenuto che «di fronte ai dati economici del rapporto Crenos sulla disoccupazione e soprattutto su quella giovanile, con un Pil all’ultimo posto in Italia ed al 222° posto su 270 Regioni europee, bisogna chiedersi il perché e trovare immediatamente risposte». Forse, ha ipotizzato Pittalis, «è stato commesso un errore nel ritirare i ricorsi contro lo Stato e forse i patti che si stanno firmando in giro per la Sardegna sono solo virtuali e rimandano tutto ad un futuro lontano, per esempio a Nuoro la Giunta è venuta nel dicembre del 2014, poi a luglio del 2015 si è firmato il patto e proprio oggi le principali associazioni del territorio sono a colloquio per chiedere conto dei ritardi non col presidente ma col suo capo di gabinetto». E’quindi urgente, ad avviso del consigliere, «una operazione-verità che però non può essere quella di questa manovrina di bilancio che inganna ancora una volta la gente ed i territori».

Replicando a nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha riconosciuto di avere un compito “difficile” e pur annunciando di volersi attenere al merito della legge, ha ammesso il ritardo con cui è stato presentato il provvedimento. Un ritardo, ha spiegato, «dovuto all’ingresso della Regione nel sistema del bilancio armonizzato che ha comportato una rivoluzione copernicana delle procedure amministrative ed informatiche che sono totalmente cambiate, determinando a cascata lo slittamento di tutti gli atti collegati». All’interno di questi nuovi processi di programmazione, ha proseguito Paci, «sono emersi squilibri nel ciclo pluriennale rendendo quindi necessarie alcune a correzioni, allineando entrate e spese nei prossimi anni». Nel dettaglio, l’assessore ha evidenziato per il 2016 la somma di 93 milioni in più dovuti alla gestione positiva mutui e minore tiraggio del piano infrastrutture e circa 130 milioni di compensazione della riduzione delle entrate rispetto alle previsioni pari a meno del 2% su Irpef ed Irap attribuibile all’andamento negativo del ciclo economico pur in quadro complessivo di aumento delle entrare». Quanto alla sanità, ha chiarito Paci, «i 120 milioni spostati dal 2017 al 2016 derivano ad un disavanzo pregresso e non corrente, fermo restando che sulla sanità andiamo avanti nel piano di risanamento e nella riforma ma va ricordato che stiamo pagando spese importantissime come farmaci innovativi per almeno 50 milioni (ex epatite C) sulle quali abbiamo aperto un confronto con lo Stato». Riteniamo cioè, ha precisato l’assessore, «che lo Stato debba riconoscerci come diritto di cittadinanza ed è incredibile che Sardegna non sia inclusa nel fondo nazionale di 500 milioni per i farmaci innovativi». Il resto, ha detto Paci avviandosi alla conclusione, «va a copertura di una serie di emergenze, dalle politiche sociali al sistema idrico, della  gestione liquidatoria delle ex Zir alle ex province ai laboratori, alla biblioteca Satta di Nuoro». Sarebbe interessante, ha detto infine l’assessore della Programmazione, «affrontare compiutamente il tema delle entrate ma la partita degli accantonamenti non è chiusa; abbiamo già impugnato due norme dello Stato su questa materia e il confronto continua come sulla sanità perché se si modificano in senso aggiuntivo i Lea (livelli centrali di assistenza) devono essere riconosciuti anche alla Sardegna».

Il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la discussione generale e chiamato la votazione sul passaggio agli articoli.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha posto una questione pregiudiziale chiedendo di rinviare il testo in Commissione per eliminare le norme intruse: «Occorre garantire gli equilibri di bilancio come previsto dalla legge – ha detto Locci – evitiamo nuove indicazioni di spesa non previste».

Contro l’ipotesi del rinvio in Commissione è intervenuto il presidente della Commissione Franco Sabatini: «il Dl della Giunta – ha detto – interviene  per garantire gli equilibri di bilancio».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha invece sostenuto la proposta di Locci: «La pregiudiziale è a garanzia di tutto il Consiglio, il testo in discussione è un assestamento e non una variazione di bilancio. Ci sono norme che devono essere escluse. Per questo è necessario un lavoro in Commissione per ripulire il testo».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione proposta di rinvio in Commissione che è stata respinta dal Consiglio.

Per dichiarazioni di voto sul passaggio agli articoli è quindi intervenuta la consigliera di Forza Italia Alessandra Zedda: «Paci ha spiegato tecnicamente le difficoltà del bilancio – ha detto Zedda – ma chi ci illustra la ragione politica delle vostre scelte? Chi ci dice perché avete previsto alcune poste e altre no?. In Consiglio si fa politica».

Ignazio Locci (Forza Italia) ha annunciato il suo voto contrario al passaggio agli articoli. «Non ci sono i presupposti giuridici per proseguire nell’esame della proposta. C’è una limitazione della sovranità consiliare, la programmazione economica e finanziaria deve essere riportata in Consiglio».

Marco Tedde (Forza Italia) ha parlato di dibattito malato: «Da parte del centrosinistra c’è un silenzio assoluto. Per la maggioranza tutto va bene anche se nel territorio si dice ben altro. Per questo abbiamo necessità di intervenire anche sulle virgole per analizzare tutti gli aspetti del provvedimento. Ciò che sorprende è l’assenza del presidente della Regione impegnato in una campagna referendaria molto dura. Pigliaru anziché stare in Aula va in giro per la Sardegna a braccetto di qualche ministro a promettere grandi risultati e a sponsorizzare il Sì. Non è il modo migliore di governare un’Isola che attraversa un momento molto difficile e non riesce ad agganciare la ripresa. Non c’è un’idea di Sardegna e non si sa cosa fare per uscire dalla crisi».

Voto contrario al passaggio agli articoli ha annunciato anche Oscar Cherchi (Forza Italia): «Voto no – ha detto Cherchi – perché nel provvedimento ci sono norme intruse e l’Aula snobba il ruolo dell’opposizione senza ascoltare rilievi e suggerimenti».

Luigi Crisponi (Riformatori) ha detto di non aver nulla da dire sotto il profilo tecnico-burocratico, altro discorso invece dal punto di vista politico: «E’ un documento che non soddisfa l’opposizione ma avrebbe comunque meritato più attenzione da parte della maggioranza che invece ha scelto la linea del silenzio. E’ possibile che si muovano risorse pesantissime per la sanità e non si individui una misura a favore delle famiglie numerose? Non si capisce l’assenza di dibattito su questioni che toccano i gangli vitali delle famiglie, del lavoro e delle imprese».

Contro il passaggio agli articoli si è espresso anche Paolo Truzzu (FdI): «E’ vero che c’era in sospeso il giudizio della Corte dei Conti sulla parificazione del bilancio – ha detto – ma il documento poteva comunque essere messo a disposizione della Commissione, invece si arriva come al solito all’ultimo momento».
Sul 118, Truzzu ha fatto notare che altre regioni come Friuli, Lombardia e Lazio hanno approvato la variazione di bilancio a luglio.

Un’altra questione pregiudiziale è stata avanzata dal consigliere sardista Christian Solinas: «Nel documento manca la relazione del collegio sindacale sui debiti fuori bilancio – ha detto Solinas – non credo che la Regione abbia costituito un proprio collegio. Può essere votato un testo di legge senza la certificazione del collegio sindacale? Pare inoltre che esistano le certificazioni degli enti che hanno contratto i debiti ma non sono presenti negli allegati».

Stessa valutazione da parte del capogruppo del Psd’Az Angelo Carta: «Solinas ha evidenziato uno dei vulnus del provvedimento sul quale sarebbe necessario un pronunciamento degli Uffici – ha affermato Carta – Paci ha spiegato i motivi del ritardo omettendo il più importante: anche in questa variazione di bilancio c’è stato un assalto alla diligenza. L’assessore ha cercato di spiegare che non c’erano risorse disponibili. Per questo il documento è arrivato in ritardo».

Giovanni Satta (Uds), pur apprezzando le dichiarazioni di Paci, ha segnalato il cattivo funzionamento del Consiglio e delle commissioni: «E’ da due mesi che il Consiglio non lavora per problemi interni alla maggioranza – ha detto Satta – in Aula si chiede ai consiglieri del centrosinistra di non intervenire. Succede la stessa cosa che si è verificata nella discussione della riforma sanitaria. Il consigliere viene messo in condizioni di non discutere».

Edoardo Tocco (Forza Italia)  ha parlato di disinteresse da parte della Giunta e della maggioranza. «Si stanno canalizzando decine di milioni di euro per la sanità ma ciò che manca è un programma».

Il consigliere dell’Udc, Giorgio Oppi, ha definito “irritante”  l’atteggiamento della tenuto dalla maggioranza in sede di dibattito in Aula ed ha illustrato i dati che, a suo giudizio, dimostrano la scarsa efficacia dell’azione della Giunta soprattutto in riferimento ai temi e alle questioni attinenti la Sanità.

Anche il capogruppo Udc, Gianluigi Rubiu, ha dichiarato voto contrario e ha ringraziato l’assessore Paci «per aver ammesso responsabilità sul ritardo nella presentazione della variazione di bilancio.

Il consigliere dell’Uds, Mario Floris (Misto) ha annunciato voto contrari ed ha svolto alcune considerazioni critiche “sull’illusione del presidenzialismo” e sui rischi per l’Autonomia speciale sarda («siamo gli uni contro gli altri e abbiamo una legge elettorale schifezza che ci dà un presidente eletto dal popolo senza progetto politico e che opera in una struttura che è la stessa di quando il presidente lo eleggeva il Consiglio»).

Il consigliere Udc, Giuseppe Pinna ha annunciato voto contrario e rimarcato i ritardi nella presentazione della variazione di bilancio («ma l’assessore Paci non è l’unico colpevole»), seguito dal capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni, che ha fatto proprie alcune considerazione dei suoi colleghi Mario Floris (Uds) e Christian Solinas (Psd’Az). Ha annunciato voto contrario anche il consigliere Fi, Alberto Randazzo che ha colto l’occasione anche per lamentare il ritardo con il quale la Giunta e le commissioni procedono nelle informazioni ai consiglieri.

Il capogruppo di Fi, Pietro Pittalis, ha ribadito il voto negativo dei gruppi dell’opposizione ed ha denunciato alcune incongruenze tra il provvedimento in discussione e le norme approvate in materia di semplificazione. Pittalis ha quindi rivolto la richiesta al presidente del Consiglio, perché ai sensi dell’articolo 78 del regolamento interno, siano concessi ulteriori minuti a disposizione dei consiglieri per gli interventi sull’articolo 1 del Dl 382 vista la complessità della formulazione del testo che conta ben 43 commi di legge.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, è intervenuto per spiegare le ragioni per le quali le forze della maggioranza non hanno svolto interventi in sede di dibattito in Aula: «Non è una mancanza di rispetto verso il Consiglio ma soltanto una scelta dettata dalla necessità di procedere con l’approvazione del testo nei tempi più rapidi possibile»

Il consigliere dei democratici ha quindi spiegato come nel testo di legge siano contenuti provvedimenti a sostegno delle categorie più svantaggiate e più deboli della società e tipiche dell’assistenza sociale.

«Rivolgo dunque l’appello – ha concluso Pietro Cocco – perché ci sia un’accelerazione nell’approvazione del provvedimento».

Posto in votazione l’Aula ha dato il via libera all’esame degli articoli e il presidente del Consiglio ha dichiarato di accogliere la richiesta formulata dal capogruppo Fi, Pietro Pittalis, perché ai sensi dell’articolo 78 del regolamento interno, sia esteso a 10 minuti il tempo entro il quale svolgere gli interventi sull’articolo 1 del Dl 382.

Il presidente Ganau ha quindi dichiarati conclusi i lavori ed ha annunciato la convocazione della Terza commissione alle 15 e 15 e dell’Aula alle 16 e 15.

Consiglio regionale A1

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Il gruppo dell’Udc in Consiglio regionale ha presentato una piattaforma programmatica alla Giunta Pigliaru per dare una boccata d’ossigeno ai Comuni stretti nelle strettoie del patto di stabilità e del bilancio armonizzato.

Un incremento della dotazione del Fondo Unico per gli enti locali di almeno 50 milioni aggiuntivi per il 2017, da destinare soprattutto agli investimenti. La previsione di nuovi spazi finanziari per venire incontro alle richieste dei Comuni con la sigla di un patto orizzontale con la Regione. La realizzazione di un piano straordinario per l’occupazione in tutti i centri isolani. L’attribuzione immediata di risorse per le politiche sociali. La semplificazione della macchina relativa ai lavori pubblici, con lo snellimento delle pratiche soprattutto nei piccoli Comuni. Il finanziamento di una struttura di supporto – da inserire all’interno dell’Anci, l’organizzazione che coagula i centri sardi – per i municipi perché agevolino le pratiche sui bandi di finanziamento diretto dell’Unione Europea.

Il capogruppo regionale dei centristi Gianluigi Rubiu, il leader del partito Giorgio Oppi, Giuseppe Pinna e Alfonso Marras invitano l’esecutivo regionale «a dare una soluzione concreta alla protesta delle fasce tricolori dello scorso fine settimana, con una serie di progetti per imboccare la strada dello sviluppo». Da qui il piano elaborato dall’Udc, con un appello forte alla Giunta.Pigliaru «E’ chiaro che le regole restrittive – conclude il capogruppo Rubiu – penalizzano i Comuni, mettendo a serio rischio anche la programmazione di diversi lavori pubblici. C’è la necessità di far ripartire gli investimenti, per agevolare la realizzazione di nuove strutture municipali, centri giovanili, poli di attrazione turistica o loculi cimiteriali. Occorre trovare nuovi spazi finanziari per venire incontro alle esigenze dei centri sardi e invertire la rotta anche sulle politiche sociali, con risorse in tempi certi». 

Gianluigi Rubiu

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«Stiamo dichiarando lo stato di agitazione, in quanto siamo in arretrato di sette mensilità e, giunti l’11 di questo mese alla scadenza del contratto, non sappiamo ancora quale sarà il nostro futuro.» Lo hanno detto questo pomeriggio Giovanni Portolecchia, Emanuele Perda ed Enrico Pilia, tre dipendenti della ditta Multiservizi Sulcis, azienda operante presso la Asl 7 a Carbonia e Iglesias, nella sede centrale della Asl 7 di via Dalmazia, a Carbonia, dove sono andati a manifestare per rivendicare chiarezza sul loro presente e sul loro futuro. «Proseguiremo lo stato di agitazione – hanno aggiunto i tre lavoratori, sostenuti nella loro iniziativa dalla Cisl – fino a quando non avremo una risposta dal commissario straordinario della Asl 7, dottor Antonio Onnis.»

La dura presa di posizione dei tre lavoratori, arriva dopo le denunce fatte dal segretario della Filca Cisl Giorgio Cicilloni e dal segretario generale Ust Cisl Fabio Enne, che alcuni giorni fa hanno chiesto un incontro al commissario straordinario della Asl 7 di Carbonia, Antonio Onnis, per affrontare le problematiche legate al «perdurare della situazione che grava sui lavoratori della Multiservizi, azienda operante presso la Asl 7 a Carbonia e Iglesias» ed hanno annunciato che, «in attesa dell’incontro, è stato proclamato lo stato di agitazione».

E, stamane, è arrivata la presa di posizione di nove lavoratori della stessa Multiservizi Sulcis (Giuseppe Pinna, Manuela Casula, Daniele Pinna, William Arru, Fabrizio Casula, Massimo Orrù, Tomas Fontana, Graziano Floris e Antonello Granella) che hanno sostenuto che «le asserzioni contenute negli articoli di stampa sono in parte assolutamente non veritiere e corrispondenti alla realtà dei fatti, per altra parte forzano la situazione per drammatizzarla, laddove lamentano la mancanza di stipendio da oltre sei mesi, mentre è noto a tutti i dipendenti che nel corrente mese saranno corrisposti gli stipendi di tre mesi ed a breve i restanti tre… è totalmente falso e non veritiero che i lavoratori della Multiservizi operanti presso la ASL 7 di Carbonia, in numero di 14 unità, siano in stato di agitazione. I presunti lavoratori che potrebbero essere in stato di agitazione sarebbero solo due o tre

Lavoratori Multiservice Sulcis 2

 

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Ospedale Sirai 1 copia

Nove lavoratori della ditta Multiservizi Sulcis S.a.s. prendono le distanze dalle posizioni assunte dal segretario della Filca Cisl Giorgio Cicilloni e dal segretario generale Ust Cisl Fabio Enne, che alcuni giorni fa hanno chiesto un incontro al commissario straordinario della Asl 7 di Carbonia, Antonio Onnis, per affrontare le problematiche legate al «perdurare della situazione che grava sui lavoratori della Multiservizi, azienda operante presso la Asl 7 a Carbonia e Iglesias».

«I lavoratori della Multiservizi – avevano aggiunto Cicilloni ed Enne – continuano a prestare il loro servizio nonostante vantino un credito di sette mensilità in arretrato, derivanti da salari non corrisposti da parte dell’Azienda Multiservizi. E’ facilmente comprensibile la tensione che si alimenta tra i lavoratori, e il disagio nel dover sollecitare un riscontro da parte della Asl, orientato a fissare una data per un incontro finalizzato ad individuare un percorso che rimedi a tale spiacevole situazione.» La nota di Giorgio Cicilloni e Fabio Enne si concludeva annunciando che, «in attesa dell’incontro, è stato proclamato lo stato di agitazione».

I nove lavoratori hanno inviato una nota al commissario straordinario della ASL 7 di Carbonia, Antonio Onnis, e alla Direzione CISL Sede di Carbonia (all’attenzione di Fabio Enne e Giorgio Cicilloni, nella quale scrivono che, «tramite due diversi articoli di stampa pubblicati on line da www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com e da notiziari del canale Televisivo Canale 40, sono venuti a conoscenza che i dipendenti della Ditta Multiservizi sono in stato di agitazione».

«Le asserzioni contenute negli articoli di stampa sono in parte assolutamente non veritiere e corrispondenti alla realtà dei fatti – aggiungono i nove lavoratori -, per altra parte forzano la situazione per drammatizzarla, laddove lamentano la mancanza di stipendio da oltre sei mesi, mentre è noto a tutti i dipendenti che nel corrente mese saranno corrisposti gli stipendi di tre mesi ed a breve i restanti tre. Con la presente si conferma e sostiene che è totalmente falso e non veritiero che i lavoratori della Multiservizi operanti presso la ASL 7 di Carbonia, in numero di 14 unità, SIANO IN STATO DI AGITAZIONE. I presunti lavoratori che potrebbero essere in stato di agitazione sarebbero solo due o tre, documentato dalla circostanza che non sottoscrivono il presente documento.»

«Ci chiediamo – sottolineano ancora i nove lavoratori della Multiservizi Sulcis – se i Sindacati possono dichiarare lo Stato di agitazione dei dipendenti di una Società, senza che sia stata indetta alcuna riunione e solo sulla base di valutazioni personali di 3 o 4 dipendenti sui 14 operanti nella Ditta presso la ASL. Sarebbe più dignitoso che tali presunti Lavoratori in stato di agitazione rassegnino le proprie dimissioni dalla Ditta, precisando che i sottoscritti garantiscono che il loro lavoro potrà essere portato a termine dai restanti 12. Ci si chiede ancora, se comunicati stampa, così come riportati e palesemente non veritieri in quanto basati su dichiarazioni di 3 o 4 dipendenti su 14 senza alcuna preventiva consultazione, possano essere divulgati senza valutare se possono procurare discredito e danno a terzi. Si può facilmente sostenere che si è in presenza di una dichiarazione di “STATO DI AGITAZIONE” proclamato dai Sindacati e non dai dipendenti che non condividono la proclamazione dello stato di agitazione così come confermato e attestato dalle seguenti firme, con relativi cognomi e nomi in stampatello: PINNA GIUSEPPE, CASULA MANUEL, PINNA DANIELE, ARRU WILLIAM, CASULA FABRIZIO, ORRU’ MASSIMO, FONTANA TOMAS, FLORIS GRAZIANO, GRANELLA ANTONELLO.»