5 November, 2024
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Una forte sinergia fra costa ed interno per potenziare l’offerta turistica, valorizzare le risorse culturali e ambientali, rivitalizzare il tessuto economico e imprenditoriale locale e migliorare la qualità della vita e il benessere delle persone attraverso i servizi. Punta su questo il progetto di programmazione territoriale “Monte Acuto-Riviera di Gallura, Territori di eccellenza della Sardegna”, chiuso e finanziato oggi con 30 milioni di euro, di cui 18 di nuova finanza, dall’assessore della Programmazione Raffaele Paci, ospite del sindaco Giuseppe Porcheddu nella sala consiliare del comune di Budoni con amministratori locali, consiglieri regionali, sindacati e imprenditori. Due Unioni guidate da Andrea Nieddu (Monte Acuto) e Francesco Lai (Riviera di Gallura) che contano 10 Comuni (Alà dei Sardi, Berchidda, Buddusò, Monti, Oschiri, Padru, Budoni, Loiri Porto San Paolo, San Teodoro, Golfo Aranci) e 32.400 abitanti.
«Ho apprezzato molto che le due Unioni di Comuni si siano messe insieme. L’interno e la costa, perché questo è il futuro della Sardegna: saldare il turismo e l’ambiente alla nostra cultura, all’agroalimentare, all’artigianato, a tutto ciò che l’interno può offrire come valore aggiunto in termini di identità e tradizione. Legare questo valore ai flussi turistici è importante perché dà possibilità di crescita, dunque di ricchezza e occupazione – ha detto il vicepresidente della Regione Paci -. È un progetto ottimo, e voglio sottolineare quanto considero importante la presenza della Chiesa a tutela di un pezzo importante del nostro patrimonio architettonico, culturale e della tradizione. Ed è importante il fatto che amministratori di diversa appartenenza politica si siano alleati per il bene dei territori e dei cittadini, che è l’unica cosa che conta per creare sviluppo. Di questa alleanza fa parte la Regione, che non è un contraltare dei Comuni ma un forte alleato, perché solo unire le forze può garantire risultati vincenti: in fondo siamo noi amministratori regionali i primi sindaci della Sardegna, perché abbiamo a cuore e tuteliamo gli interessi di tutti i cittadini che fanno parte della comunità sarda.» 
Il finanziamento si articola fra interventi di nuova finanza (15 milioni e mezzo più 2 milioni per le zone umide e 250mila euro di risorse della Conferenza episcopale sarda come previsto dal protocollo d’intesa per la valorizzazione degli edifici di culto con particolare valore storico e culturale) e interventi già valorizzati nell’ambito di altre politiche, oltre 12 milioni di euro che vengono messi a sistema. Il Progetto di Sviluppo Territoriale mira a migliorare l’attrattività e la competitività del territorio attraverso lo sviluppo di un sistema turistico integrato. È organizzato in 6 azioni: valorizzazione turistica delle risorse culturali e ambientali (percorsi naturalistici, attrattori archeologici, valorizzazione dei luoghi di fede); valorizzazione delle risorse turistiche ambientali (riqualificazione delle zone costiere, umide e lagunari); competitività delle imprese (incentivi per le imprese che investono in turismo e produzioni tipiche); miglioramento dei servizi essenziali per il territorio (investimenti su scuola e capitale umano, infrastrutture); qualità della vita e benessere della persona, con particolare attenzione a disabili e anziani; governance territoriale, con un unico responsabile per la realizzazione degli interventi.
“Monte Acuto-Riviera di Gallura” è il nono progetto che viene chiuso e finanziato dalla Regione, per un totale di 130 milioni di euro con 14 Unioni e 110 Comuni coinvolti. Altri 11 progetti sono avviati o in fase di co-progettazione (16 Unioni e 139 Comuni coinvolti), 5 in fase di avvio (5 Unioni e 35 Comuni coinvolti). Complessivamente parliamo di 24 progetti con 35 Unioni, 284 Comuni e 950mila cittadini coinvolti, cioè il 90% dei 293 Comuni Sardi che hanno i requisiti per partecipare alla programmazione territoriale. Oltre il 70% degli interventi vede già realizzate le gare di progettazione esecutiva. In Alta Gallura e Parte Montis alcuni interventi sono stati già appaltati e aggiudicati i lavori. I progetti devono essere realizzati in 36 mesi. «Questa Programmazione territoriale sta funzionando perché c’è una partecipazione diretta delle comunità, certamente dei sindaci che hanno un ruolo principale ma anche tutto il partenariato economico e sociale. Abbiamo i bandi territorializzati per le imprese, quindi anche tutto il tessuto economico partecipa, e sono bandi mirati, che vanno sulle produzioni che il territorio ha scelto. E poi – conclude Raffaele Paci – i tempi sono rapidi, i percorsi avviati si concludono, non ci sono promesse irrealizzabili e ogni euro promesso con la mia firma arriverà effettivamente sul territorio.»

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RIVOLUZIONE DIGITALE IN BIBLIOTECA

NASCE BUDONI DIGITAL LIBRARY

Il comune di Budoni, in collaborazione col suo portale turistico Budoni Welcome, ha appena avviato il servizio di Digital Library, biblioteca digitale: da oggi, infatti, è possibile fruire comodamente da pc, smartphone e tablet di oltre 157mila e-book, ascoltare musica o audiolibri e guardare film e documentari in maniera del tutto gratuita.

È il primo comune della Gallura, il decimo ente bibliotecario in tutta la Sardegna, ad avere attivato l’ambizioso progetto di MLOL (media library on line), la piattaforma che riunisce oltre 4.500 biblioteche di 18 regioni italiane e 7 paesi stranieri: per la maggior parte si tratta di grandi città o biblioteche universitarie, mentre pochi sono i piccoli centri presenti nel circuito della biblioteca digitale.

Budoni, poco più di 5mila abitanti, e oltre 77mila presenze nei mesi estivi, è uno di questi.

«L’intento è quello di rivolgere un’attenzione particolare a tutti coloro i quali si trovino nel territorio – spiega il sindaco Giuseppe Porcheddu – sia ai residenti, che già frequentano assiduamente anche la biblioteca tradizionale, sia ai numerosi turisti che scelgono di trascorrere a Budoni le proprie vacanze.»

Un modo per includere, per migliorare ulteriormente l’ospitalità e per rinforzare quel senso di appartenenza alla comunità che, allargati gli orizzonti, si appresta a diventare community.

Non a caso, infatti, è stata appena aperta anche la pagina Facebook Budoni Digital Library: costituirà un luogo di incontro fra gli utenti della biblioteca 2.0, per ricevere informazioni e scambiarsi titoli e opinioni.

Budoni 2.0. L’innovazione è qui.

Ma per Budoni non è certo il primo passo verso l’innovazione: già nel 2014 il Comune ha ideato e realizzato il primo portale turistico del paese, Budoni Welcome, con conseguente attivazione e gestione anche dei canali social (Facebook, Instagram e Twitter), costantemente aggiornati con contenuti editoriali; dal 2015 ha avviato il servizio wi-fi nelle spiagge, nelle piazze e nei principali punti di aggregazione. “La biblioteca digitale si inserisce in questo percorso di innovazione e di avvicinamento a tutta la popolazione budonese, residente e di passaggio – prosegue il primo cittadino – portandosi al passo con gli strumenti di comunicazione di massa”.

Tutti i numeri di Budoni Digital Library

La biblioteca tradizionale adiacente al Comune offre oltre 20mila volumi, quella digitale sfiora i 175 mila (per l’esattezza 174.770), ma non dà accesso solo agli e-book: nell’offerta MLOL sono a disposizione degli iscritti anche 2.313 file audio, 7.190 video, 50 app, altrettanti giornali scientifici, videogiochi e spartiti musicali: ampio spazio è stato dato anche agli audiolibri, indispensabile strumento per includere anche i non vedenti, con l’acquisizione di 9.456 file.

L’iscrizione è semplice: è sufficiente inviare i propri dati (nome e cognome) all’indirizzo mail digitallibrary@budoniwelcome.it per accedere gratuitamente alla piattaforma di http://budoni.medialibrary.it/. Il prestito è concesso, come nella biblioteca tradizionale, per due settimane.

Di seguito le altre biblioteche digitali della Sardegna:

Biblioteche Comunali Sassari

C.S.C. Macomer

Comune di Baunei

Comune di Lanusei

Comune di Sorso

Comune di Tula

S.B. Coros Figulinas (comprende le biblioteche di  Tissi, Cargeghe, Codrongianos, Florinas, Ittiri, Muros, Ossi, Putifigari, Uri, Usini e Società Umanitaria CSC di Alghero).

Sistema bibliotecario di Cagliari

Sistema bibliotecario Ladiris (Quartu S. Elena, Quartucciu, Selargius).

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Francesco Pigliaru

La Sardegna è una delle regioni d’Italia più coinvolte dal fenomeno del gioco d’azzardo. L’isola detiene un primato poco invidiabile: è, infatti, la primatista per attività autorizzate a ospitare le slot machine in termini di densità. Per essere precisi, ogni 10.000 abitanti si contano 22 esercizi commerciali che al proprio interno hanno delle “macchinette”.

La provincia sarda con maggior propensione al gioco è invece Nuoro: all’interno del suo territorio si contano 32 sale da gioco e affini ogni 10.000 abitanti. Ci sono poi altri dati sensibili, che attestano la distribuzione uniforme del settore Giochi nel territorio sardo: nel 2014 si contavano 242 agenzie di scommesse o ‘corner point’ e l’astronomica cifra di 12.053 slot machine attive, cifra che non sono certo diminuite nell’ultimo anno.

In perfetta linea con i trend nazionali, le slot machine dominano a livello statistico: la Sardegna conta un volume di gioco pari a 1.008.000 e una spesa media per giocatore è di 233 euro. Non è un caso che qui, il fenomeno ludopatico, superi la media nazionale.

Attualmente gli assistiti dall’Assi. Gap (Associazione Sarda Studio Interventi Gioco d’Azzardo Patologico), in collaborazione con i Serd (Servizi per le Dipendenze) sono 300. I giocatori a rischio Gap arrivano a 3 milioni, mentre, coloro che hanno già superato questa soglia sono 800.000.

Lo scorso anno, la Regione ha avanzato una proposta di Legge che permettesse di contrastare il crescente fenomeno del GAP.
Le principali norme messe a punto sono:
1) il divieto di collocare apparecchi per il gioco d’azzardo lecito in locali posti a una distanza, determinata dalla Giunta regionale entro il limite massimo di cinquecento metri da istituti scolastici di ogni ordine e grado, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali o semi residenziali operanti in ambito sanitario o sociosanitario, strutture ricettive per categorie protette e luoghi di aggregazione giovanile e oratori;
2) stabilire la competenza dei servizi per il trattamento delle dipendenze istituiti in ciascuna azienda sanitaria locale i quali devono essere dotati di almeno un nucleo operativo specializzato nel trattamento terapeutico del gioco d’azzardo patologico (GAP);
3) promuovere fattive reti di collaborazione fra i comuni, le scuole, le associazioni, i volontari e le ASL, mediante attivazione di iniziative culturali per la prevenzione e il contrasto al gioco d’azzardo patologico;
4) si istituisce il Comitato tecnico regionale per la prevenzione e il contrasto al GAP con la missione di studiare e monitorare il fenomeno del GAP in Sardegna e fungere da organo tecnico qualificato per informare gli organi di governo della Regione e proporre le azioni adeguate nella lotta alla dipendenza da gioco.
5) si prevedono, al fine di non incentivare gli esercizi commerciali a installare le slot, interventi a sostegno delle attività che scelgono di non installare o disinstallano apparecchi per il gioco lecito, tramite riduzioni dell’Irap e la concessione di finanziamenti e benefici economici.

Il fenomeno del gambling è molto sentito in Sardegna. Lo si capisce dall’iniziativa del sindaco di Budoni, Giuseppe Porcheddu. In un comune di 5.060 abitanti, con quattro slot ogni 1.000 abitanti, il primo cittadino ha deciso di destinare un bonus di 500 euro a tutte le attività commerciali che decideranno di toglierle o a quelle che non le installeranno.

E’, quindi, in atto una vera e propria crociata nella regione isolana per combattere un fenomeno che, si estende a macchia d’olio e rischia di mettere in ginocchio più di una famiglia con soggetti predisposti a fenomeni di dipendenza patologica del gioco.

Per ulteriori informazioni si rimanda al sito http://consiglio.regione.sardegna.it/ ed al sito www.slotsgratisonline.it nella sezione Blog.