25 November, 2024
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Caria Alà dei Sardi

Un sogno che per Luigi, Mario e Antonio, tre allevatori di suini di Alà dei sardi, si è fatto realtà: avere in concessione terre demaniali dall’Agenzia regionale Forestas dove avviare il proprio allevamento di maiali di razza autoctona sarda. Il via libera è arrivato martedì scorso con la firma nella sede locale dell’Agenzia, a Tempio Pausania, degli atti con cui circa 40 ettari di pascoli cespugliati di macchia mediterranea ed alcuni immobili sono stati dati in affitto agevolato, per 20 anni rinnovabili ogni 5, all’Azienda agricola “Sos Nurattolos Agritour”, in località “Bolostiu”. Il momento ufficiale della posa del primo paletto in ferro e della rete metallica, che con doppie recinzioni delimiterà l’allevamento secondo le norme sul contrasto della Peste suina africana, c’è stata oggi alla presenza dell’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, dell’amministratore unico di Forestas, Giuseppe Pulina, dei rappresentanti dell’amministrazione comunale (il sindaco, Francesco Ledda, si trova all’estero per impegni istituzionali già assunti in precedenza), degli allevatori concessionari e di due delegati dell’Associazione nazionale allevatori suini (ANAS). Stamattina c’era inoltre Sebastiano Porcu, attualmente in comando all’Agenzia regionale Forestas, uno dei maggiori esperti della Sardegna e l’unico titolato a riconoscere e certificare l’appartenenza dei maiali alla razza di suino sarda. Sebastiano Porcu è stato uno dei principali promotori che in questi mesi ha contribuito alla buona riuscita del progetto di Alà dei Sardi.

«Il passo in avanti di oggi è un altro risultato positivo portato a casa dall’Unità di Progetto per l’eradicazione della PSA nell’ambito della lotta alla malattia dei maiali che da 40 anni tiene in ostaggio l’intero comparto isolano.»

Così Pier Luigi Caria che ha aggiunto: «Questo è il frutto di un confronto costante con i territori, con cittadini e amministratori locali che hanno a cuore il futuro delle proprie comunità. Proprio iniziative come quella di Alà dei Sardi si muovono, dando speranza, sulla strada giusta della battaglia contro lo spopolamento delle aree rurali della nostra Isola».

Giuseppe Pulina ha invece spiegato che «si tratta di un progetto pilota su cui la Regione intende investire esportandolo in altri zone della Sardegna, sempre a patto che vengano garantiti il rispetto delle norme sulle buone pratiche dell’allevamento suino, anche attraverso l’applicazione del benessere degli animali, così da poter raggiungere una rapida eradicazione della PSA. Da parte dell’Unità di Progetto – ha proseguito l’amministratore unico di Forestas – c’è sempre stata la disponibilità e la piena apertura alla collaborazione verso gli allevatori regolari e virtuosi che voglionno operare nella legalità: oggi lo abbiamo dimostrato e così continueremo a fare nel futuro».

«In questi territori si è sempre allevato il maiale di razza sarda, al punto che numerosi branchi venivano portati in transumanza durante il periodo del ghiandatico dai paesi circostanti: arrivavano addirittura dalle montagne di Fonni e di Orgosolo. A causa della Peste suina africana le tradizioni sono cambiate e fino a quando non ci saremo liberati da questa malattia non sarà possibile pensare di detenere animali allo stato totalmente brado». Lo ha detto Mario Scanu. «Il nostro progetto punta a valorizzare la razza autoctona – ha proseguito – in un percorso che metta assieme tipicità ambientale e ricchezze agroalimentari. Intendiamo infatti allevare i maiali e portare avanti il turismo rurale con percorsi in mountain bike, passeggiate a cavallo e attività didattiche aperte alle scuole e alle famiglie». Luigi Scanu, non legato da vincoli con Mario, è il più giovane della società: classe 1994 e tanta voglia di fare che sarà certamente di buon esempio per numerosi coetanei: «Partiamo dal nostro territorio con uno sguardo rivolto alle altre comunità dell’Isola che intendono investire nel comparto. Noi lo faremo anche in collaborazione con le Università locali e della Penisola». Antonio Corda, terzo componente della neo società agricola, ricorda che «far parte del progetto pilota significa avere una particolare responsabilità verso i tanti allevatori che in tutta la Sardegna ci guardano con notevole interesse. Riuscire bene vuol dire portare a casa un risultato positivo non solo per la nostra comunità, ma anche per chi vuole intraprendere questo mestiere attraverso le terre eventualmente concesse dalla Regione».

«Allevare i maiali in biosicurezza, salvaguardando soprattutto il suino di razza sarda – ha osservato Sebastiano Porcu – è possibile anche all’interno delle proprietà gestite da Forestas. Per tutelare questa tipicità zootecnica è tuttavia necessario registrare e regolarizzare animali e allevamenti. Solo così si potrà dare un contributo importante per garantire un futuro, superando la consanguineità, a questa specie di animale che racconta un pezzo importante della tradizione agricola della nostra terra». Nel registro anagrafico del suino di razza Sarda risultano iscritti circa 300 capi presenti in poco meno di 25 allevamenti sparsi in tutta la regione.

In occasione del passaggio delle consegne, fra le montagne di Alà dei Sardi, erano presenti gli ispettori dell’Associazione nazionale allevatori suini (ANAS) che cura i registri delle razze autoctone nazionali. Silvia Tinarelli e Francesco Nen da una settimana stanno girando i diversi allevamenti presenti in Sardegna con l’ausilio di Sebastiano Mocci, dell’ufficio periferico Anas della Sardegna. Obiettivo: verificare e quindi registrare i caratteri di razza presenti negli animali già iscritti o eventualmente da iscrivere.

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La commissione Urbanistica presieduta da Antonio Solinas (Pd) ha proseguito le audizioni sul DL 409 in materia di governo del territorio acquisendo i pareri ed i contributi delle associazioni rappresentativi delle professioni tecniche.

Ingegneri, Architetti e Rete delle professioni, che hanno avviato una consultazione fra gli iscritti ed hanno annunciato un documento unitario con analisi puntuali e proposte emendative (entro il 20 giugno, ha raccomandato il presidente Solinas) hanno espresso una serie di riserve sul disegno di legge.

E’una struttura normativa di lettura non facilissima, è stata la prima osservazione, che in alcune parti appare fin troppo dettagliata ed in altre piuttosto generica, che si inserisce in un quadro normativo precedente in alcuni casi datato come le linee-guida del Ppr che risalgono al 2007.

Sull’art. 43, punto particolarmente controverso della legge, i professionisti non hanno escluso a priori la sua validità, precisando però che trattandosi di interventi “fuori scala” occorre lavorare a fondo su elementi come qualità architettonica, armonia con il paesaggio e sostenibilità da certificare secondo i più avanzati protocolli nazionali ed internazionali.

Inoltre, a giudizio dei tecnici, il principio condivisibile di ridurre il consumo del suolo e riqualificare il patrimonio esistente, non è concretamente realizzabile, soprattutto nei Comuni (molti dei quali costieri) dove i Piani urbanistici non sono stati ancora adeguati al Ppr e sono consentiti solo interventi conservativi.

Per quanto riguarda lo sviluppo turistico, i professionisti hanno affermato di non condividere l’impostazione prevalentemente quantitativa della legge, contenuta negli allegati, che prevede una offerta insediativa non collegata ad una analisi della domanda, con modelli omogenei che non si adattano alle diverse realtà.

Sul piano complessivo dell’applicabilità della nuova normativa, i tecnici hanno espresso apprezzamento per l’introduzione di un regolamento edilizio unico valido in tutta la Regione, raccomandando poi di unificare i pareri dei diversi uffici (almeno quelli riconducibili alle varie articolazioni della Regione) in modo da abbreviare l’iter amministrativo delle progettazioni.

Il prof. Giuseppe Pulina, coordinatore del gruppo ha dichiarato in apertura che «finalmente si discute di campagna come parte del consorzio civile, un fatto storico». Entrando nel merito ha ricordato che in Sardegna esiste un tessuto edilizio molto povero (e in buona parte degradato, da recuperare) spesso sganciato dai territori, espressione di visioni diverse del rapporto fra zone urbane e campagna radicate nelle quattro aree principali dell’Isola. Per quanto riguarda la definizione di “superficie minima” (che ha sostituito quella di “lotto”) Giuseppe Pulina ha sostenuto che vada agganciata ad alcuni parametri europei come la capacità di produrre reddito, le unità lavorative impiegate, le colture prescelte.

Il Collegio dei Geometri della Sardegna, in particolare, ha osservato che la dizione “trasformabili” contenuta nell’art. 46, alla lettera “n” (trovate tutto nel sito) e riferita agli ambiti territoriali, risulta troppo generica aprendo la strada alle interpretazioni degli uffici tecnici e/o al contenzioso amministrativo. I Geometri hanno inoltre auspicato la forte semplificazione delle procedure per l’approvazione dei Piani urbanistici comunali concentrando le valutazioni dei diversi uffici in una unica sede decisionaleLa valutazione del testo è positiva soprattutto perché si inverte la tendenza precedente secondo la quale il territorio agricolo restava ai margini (se non al di fuori) della pianificazione urbanistica, determinando fra l’altro l’incremento del consumo di suolo, spesso il migliore dal punto di vista agricolo (dato con una particolare incidenza in Sardegna, dove il 90% dei Comuni è classificato come rurale). La valorizzazione del territorio rurale, inoltre, può essere un valido strumento contro l’abbandono delle campagne, a condizione di introdurre norme più semplici e, nei Comuni, figure professionali specializzate nella valutazione delle progettazioni agricole. Per quanto concerne la “superficie minima” i paramenti europei vanno bene solo in parte, perché nei terreni c’è una continua “rotazione” delle colture e, per esempio, le aziende di agricoltura biologica impiegano più mano d’opera rispetto a quelle tradizionali.

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L’assessore regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, ha partecipato questa mattina, a Carbonia, al quarto incontro pubblico dedicato al disegno di legge di Governo del territorio, che si è tenuto nella Sala Conferenze della Grande miniera di Serbariu. 

Hanno partecipato all’incontro, tra gli altri, l’ex Magnifico Rettore dell’Università di Cagliari, Pasquale Mistretta; il presidente dell’Agenzia Forestas Giuseppe Pulina; consiglieri regionali, sindaci dei Comuni del territorio, professionisti e funzionari comunali.

«Vi è l’esigenza di adeguare le strutture ricettive esistenti, ma riteniamo che si debba anche offrire la possibilità di realizzarne di nuove per rispondere in maniera più efficace alla domanda del mercato e offrire opportunità di sviluppo alle comunità locali – ha detto nel suo intervento introduttivo l’assessore Cristiano Erriu -. Oggi ci troviamo nel cuore del Sulcis, un territorio che è caratterizzato da alcune problematiche forti che riguardano in particolare il settore turistico e l’agro. Vi è l’esigenza di adeguare le strutture ricettive esistenti, ma riteniamo che si debba anche offrire la possibilità di realizzarne di nuove per rispondere in maniera più efficace alla domanda del mercato e offrire opportunità di sviluppo alle comunità locali. Tutto questo stando nell’alveo delle vigenti regole sovraordinate di tutela e salvaguardia. Sommando i posti letto delle strutture presenti nel Sulcis, nel Medio Campidano e nell’Oristanese, arriviamo ad appena un quarto dei posti letto della Gallura: uno squilibrio che richiede una riflessione da parte di tutti. Nelle aree rurali invece avvertiamo l’esigenza di una più efficace organizzazione e, allo stesso tempo, dobbiamo affrontare il problema della edificabilità. Sino ad oggi ha prevalso la salvaguardia dell’interesse privato rispetto a quello collettivo, noi invece puntiamo a garantire l’interesse pubblico anche nell’ottica del minor consumo possibile del suolo.»
«Altro tema, in verità comune a tutta la Sardegna, è quello della semplificazione delle procedure di adozione degli strumenti urbanistici -, ha aggiunto l’assessore Cristiano Erriu -. Parliamo non soltanto dei PUC, per i quali c’è ancora molto da fare, ma anche dei Piani di utilizzo dei litorali e di quelli dedicati al recupero e alla valorizzazione dei centri storici, per i quali la rigidità delle norme costituisce un freno per lo sviluppo. L’adozione di questi strumenti libera risorse economiche, ecco perché è fondamentale accelerare i tempi di approvazione da parte degli enti locali.»
Cristiano Erriu ha poi ricordato che «sulla piattaforma web Sardegna Partecipa sono presenti da alcuni giorni il testo di base e vari contributi offerti da molteplici portatori di interesse. Siamo impegnati nella raccolta di osservazioni e proposte che poi saranno consegnate alla competente Commissione consiliare, prima di riprendere la discussione formale sul DDL in Consiglio regionale».

            
                                        

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«Diversamente da altre zone del pianeta, in Europa le foreste crescono del 4 per cento ogni anno. Anche la Sardegna conferma il trend: con 1,2 milioni di ettari siamo tra le regioni più boscate di Italia e stiamo portando avanti strategie importanti per l’adattamento ai cambiamenti climatici e per mitigarne gli effetti negativi, tutte azioni che possono inoltre sviluppare nuova occupazione.»
Lo ha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano oggi, a Tempio, all’Eustafor State Forest Conference, prima edizione italiana del meeting nel quale ogni anno si riuniscono le compagnie forestali private e le agenzie nazionali impegnate nella gestione forestale sostenibile dei boschi pubblici.
L’assessore Donatella Spano ha ringraziato l’organizzazione, curata dall’agenzia Forestas e dall’Anarf, l’Associazione nazionale attività regionali forestali, e sottolineato l’importanza per la Sardegna di ospitare una conferenza annuale a cui aderiscono 22 Paesi dell’Unione europea. «In un confronto in cui si definiscono le prossime strategie forestali, l’Isola gioca un ruolo centrale – ha dichiarato l’assessore regionale dell’Ambiente -. Abbiamo fatto una scelta di sostenibilità sul nostro patrimonio forestale che tiene necessariamente conto dell’adattamento ai mutamenti climatici: una politica che considera i territori e che può creare lavoro specialistico e maggiore qualità ambientale per residenti e turisti. L’Europa ci insegna che le foreste portano ricchezza alle popolazioni e anche la Sardegna ha tutte le carte in regola per far marciare di pari passo sviluppo economico e tutela dell’ambiente». Esprime soddisfazione per l’andamento dei lavori della conferenza l’amministratore unico di Forestas, Giuseppe Pulina, che ha detto: «La Sardegna si conferma un laboratorio di buone pratiche forestali a cui guardano con attenzione i Paesi dell’Europa». 
«Ci attendono molte sfide sul clima e ne stanno prendendo coscienza sia la cittadinanza che le pubbliche amministrazioni a tutti i livelli – ha evidenziato l’assessore Spano –. Nello specifico dei nostri boschi stiamo operando quotidianamente sia sul campo, grazie alle azioni di Forestas per accrescere la resilienza degli habitat, che sui diversi tavoli istituzionali. Come regione capofila al Tavolo interregionale sull’adattamento, stiamo operando affinché le politiche regionali e locali si dotino di pianificazioni e programmazioni coerenti con i documenti strategici nazionali. Ora siamo nella fase di implementazione di quelle strategie sul territorio e il confronto con i decisori europei presenti oggi ci conforta sulla direzione presa dalla Sardegna.»
In Europa oltre il 40 per cento della superficie è coperta da foreste per un totale di 177 milioni di ettari. Sono 12 milioni gli ettari di aree forestali in Italia, cifra alla quale la Sardegna concorre per 1,2 milioni di ettari di cui 580mila ettari di foreste vere e proprie e 630mila di superfici boschive. Interessa cioè oltre metà della nostra isola. Appartengono ai privati per il 65 per cento mentre il 33 per cento è pubblico. Secondo l’ultimo Ifnc, cioè l’inventario nazionale sulle foreste, si registra in Sardegna un incremento di quasi 54mila ettari di bosco. L’agenzia Forestas gestisce direttamente il 10 per cento delle foreste regionali e in tutto il territorio svolge funzioni di protezione civile e partecipa alle attività dell’antincendio boschivo. Oltre alle pratiche quotidiane di tutela ambientale, la Regione Sardegna monitora la vulnerabilità del rischio di desertificazione tenendo conto della specifica cartografia che era stata aggiornata da Arpas quattro anni fa.

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«Per la prima volta l’Italia ospita l’Eustafor State Forest Conference, momento nel quale vengono discusse le politiche forestali in Europa e le nuove sfide per le nostre foreste. Siamo orgogliosi che questa prima volta si tenga in Sardegna riunendo decisori europei, esperti della Commissione europea, tecnici e accademici.»

Lo ha detto l’assessore della Difesa dell’ambiente Donatella Spano presentando alla stampa il programma di EustaFor, la conferenza annuale della European State Forest Association che si terrà a Tempio Pausania il 15 e il 16 maggio, grazie all’agenzia Forestas e all’Anarf, l’Associazione nazionale attività regionali forestali.

Il meeting annuale riunisce le compagnie forestali private e le agenzie nazionali pubbliche impegnate nella gestione forestale sostenibile dei boschi pubblici a cui aderiscono 22 Paesi nell’Unione europea.

Fondamentale lo scenario del Mediterraneo per l’appuntamento 2018. La conferenza è incentrata sul tema dei servizi ecosistemici forniti dalle foreste mediterranee, compresa quindi la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici e la fornitura di prodotti non legnosi (NWFP). E i confini meridionali dell’Unione europea sono infatti i primi a essere esposti agli effetti del cambiamento del clima, quali siccità, maggiore incidenza e intensità degli incendi, minore resistenza e resilienza degli ecosistemi ad attacchi di parassiti, malattie e condizioni climatiche estreme. Ciò nonostante, l’equilibrio millenario tra foreste, uomo e clima ha forgiato tali ecosistemi nella loro struttura e composizione per consentire la fornitura di beni e di servizi che integrassero una produzione di legno limitata, rispetto ai boschi del Nord Europa, come il sughero, i prodotti animali (agroforestry), miele e funghi.

Due le giornate della conferenza, in lingua inglese e riservate ai soli iscritti, tra ricercatori e decisori internazionali. Nella prima giornata i partecipanti potranno visitare diverse realtà forestali isolane, dalle sugherete alle pinete litoranee, ai rimboschimenti di conifere e latifoglie, con la presentazione da parte di personale specializzato degli obiettivi gestionali e delle criticità.

Dedicata alla convegnistica la seconda giornata. Il 16 maggio, a partire dalle 8,30 nel teatro del Carmine di Tempio. Oltre l’assessora Donatella Spano, che interviene sul tema dei servizi ecosistemi delineando il quadro isolano, e l’amministratore Giuseppe Pulina, il quale aprirà la mattinata, parteciperanno ai lavori il presidente di Eustafor, Per-Olof Wedin, ed il presidente di Anarf, Alberto Negro. Sono previste le relazioni di Alessandra Stefani, direttore generale del ministero dell’Agricoltura, del parlamentare europeo, Renato Soru, della direzione generale dello Sviluppo rurale della Commissione europea, Alfonso Gutiérrez-Teira e il docente all’Università di Padova Davide Pettenella. Dalle 11.00 alle 13.00, due gruppi di lavoro paralleli lavoreranno sulle macro tematiche affinché idee e proposte possano tradursi in indicazioni e suggerimenti per l’attività di politici, amministratori e gestori forestali. Il primo gruppo, coordinato dal presidente della Sisef, la Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale, Marco Marchetti, prevede il confronto tra Alexander Horst di Eustafor e di ObF Austria, Michele Bozzano dello European Forest Institute, il comandante del Corpo forestale della Sardegna Gavino Diana, Julien Bouille di Onf, l’Office national des forêts (Francia) e Pentti Hyttinen, direttore generale di Metsähallitus, impresa statale finlandese che si occupa delle foreste nazionali.

Modera il secondo gruppo di lavoro Ciaran Fallon, dell’azienda forestale irlandese Coillte. Al tavolo Salvatore Martire e Sara Östh di Eustafor, Ludwig Liagre della European Investment Bank, Giustino Mezzalira di Veneto Agricoltura, Johannes Wurm di Bavaria State Forests (Germania) e Olof Johannson dell’azienda forestale svedese Sveaskog.
La plenaria, moderata da Alberto Negro, è programmata dalle 15,30 alle 16,10 e vedrà al tavolo Marco Marchetti, Ciaran Fallon e Piotr Borkowski di Eustafor.

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«È un’importante occasione di approfondimento dei temi proposti all’interno della legge. Un’opportunità offerta a tutti i portatori di interesse, ai cittadini, agli ambientalisti e agli amministratori locali di poter intervenire e portare il loro punto di vista sul disegno di legge.»

Lo ha detto stamane, a Olbia, l’assessore regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, nel corso del secondo incontro pubblico sul disegno di legge di Governo del territorio. Ai lavori hanno partecipato oltre un centinaio di persone, tra cui il presidente della commissione consiliare competente Antonio Solinas, i consiglieri regionali del territorio, l’assessore dell’Agricoltura Pierluigi Caria, i sindaci della Gallura, l’amministratore unico di Forestas Giuseppe Pulina, i rappresentanti delle Associazioni imprenditoriali e ambientaliste, delle organizzazioni sindacali e degli Ordini professionali.

«È un dibattito che, per la prima volta, viene organizzato dalla Regione con questo livello di pervasività che coinvolge tutta la Sardegna – ha sottolineato l’assessore Cristiano Erriu -. Chiunque ha la possibilità di partecipare e dire la sua. Oggi abbiamo offerto una possibilità ulteriore, per gli interessati, di scendere maggiormente nei particolari dei vari temi, anche rispetto a quanto è successo nel primo incontro, che si è tenuto a Cagliari lo scorso 27 aprile, soprattutto per i punti che attengono il governo del territorio costiero e delle zone interne. Un altro aspetto molto importante – ha concluso Cristiano Erriu – riguarda le modalità di approvazione dei Piani urbanistici comunali, con l’idea di accelerare i tempi di approvazione dei Puc e allo stesso tempo dare certezza giuridica alle famiglie, alle imprese e alle Amministrazioni comunali.»

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Giuseppe Pulina.

La commissione “Attività produttive” ha concluso questa mattina il ciclo di audizioni sulla proposta di legge per la valorizzazione della suinicoltura sarda. Il parlamentino guidato da Luigi Lotto ha sentito i docenti del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari Gianni Battacone e Giuseppe Pulina, attuale amministratore unico dell’Agenzia Forestas.

I due docenti universitari hanno espresso apprezzamento per l’iniziativa. «Finalmente si mette un punto fermo per la regolarizzazione del comparto e per favorire l’emersione dell’allevamento clandestino – ha detto Giuseppe Pulina – la Sardegna è l’unica regione “zootecnica” dell’Italia centro-meridionale. La legge arriva in un momento importante, le norme potranno essere di supporto all’attività di eradicazione della peste suina. La suinicoltura può tornare a svolgere un ruolo importante per l’economia isolana».

Giuseppe Pulina, dopo un excursus storico sulla presenza dell’allevamento dei suini in Sardegna, ha fornito alcuni dati sul mercato mondiale della carne: «Da qui al 2050 si stima un aumento del 70% dei consumi a livello globale. La richiesta riguarda, soprattutto, le produzioni avicole e suinicole. Anche in Italia si prevede una crescita significativa soprattutto nel settore della salumeria. In questo campo possiamo avere uno spazio rilevantissimo per la nostra capacità di trasformazione dei prodotti tipici (salumi e porcetto). La Sardegna può diventare una piattaforma di prodotti di alta qualità. La chiusura delle filiere rappresenterebbe un grande valore aggiunto».

Giuseppe Pulina è poi entrato nel dettaglio del testo normativo: «La proposta di legge poggia su tre punti fondamentali: la distinzione tra allevamenti familiari e aziende economiche, la formazione degli operatori, la capacità di fare impresa – ha affermato Giuseppe Pulina – nella suinicoltura c’è un terreno d’azione illimitato se ben gestito. Una volta debellata la peste suina si potrà tornare, con tecniche aggiornate, a pascolare nelle foreste per l’utilizzo del ghiandatico. Ora però serve discontinuità con il passato».

Giudizio condiviso da Gianni Bataccone che ha rivolto un plauso alla Commissione per aver predisposto un testo normativo che, per la prima volta, riconosce la suinicoltura come settore economico. «In Sardegna sono presenti circa 16mila allevamenti con codice aziendale. Il 65% di questi ha un numero ridottissimo di capi (da 1 a 5) – ha detto Gianni Bataccone – è una cifra straordinaria rispetto al resto d’Italia, significa che l’allevamento del suino è diffuso in tutta la Sardegna. Si tratta di realtà a conduzione familiare o inserite all’interno di aziende dove sono presenti altri animali per integrare il reddito».

Secondo Gianni Bataccone per valorizzare il settore e renderlo produttivo, salvaguardando la tradizione, serve un cambio di rotta: «Nell’Isola ogni 5 o 6 scrofe è presente un verro, un aspetto questo che ha pesato sulla diffusione delle peste suina – ha sottolineato Gianni Battacone – il problema potrebbe essere risolto attraverso il ricorso all’inseminazione artificiale, pratica che consentirebbe anche di abbattere i costi di produzione. Tenere un verro in azienda significa fornirgli 2 kg di mangime al giorno».

Il docente dell’Università di Sassari si è poi soffermato sulla tipologia dei suini allevati in Sardegna: «Mediamente per ogni “marrone” (110-130 kg) si macellano nell’isola due maialetti. La produzione è rivolta fondamentalmente al suinetto da latte. Manca la linea di produzione del suino pesante, ingrassato per il salumificio. Chi lavora carni sarde in realtà sta utilizzando marroni».

Secondo Gianni Bataccone, per gli elevati costi di produzione, sarà difficile che in Sardegna si sviluppino allevamenti di grandi dimensioni: «Questo però può essere un vantaggio. Il numero dei capi presenti in un’azienda è decisivo agli occhi del consumatore che lo associa al benessere animale e all’impatto ambientale. Penso che piccoli allevamenti, possibilmente all’aperto, potrebbero aprire altri spazi anche all’agricoltura con l’utilizzo di aree per la produzione di alimenti per i suini».

Sulla salvaguardia della razza sarda, Gianni Bataccone si è detto d’accordo con le finalità della norma ma con una precisazione: «Non deve essere trascurato il tema degli incroci. In Spagna, nazione leader nella suinicoltura, nel 2016 si sono macellati 49 milioni di suini. Solo il 6% sono di razza iberica o da incroci iberici. L’iberico puro rappresenta meno dell’1% della produzione perché la resa è inferiore».

Gianni Bataccone, dopo aver dato dato alcuni suggerimenti di carattere tecnico per la stesura definitiva della legge, si è soffermato sulle opportunità economiche offerte dal settore: «Un allevamento di 25-30 scrofe basta per assicurare un reddito dignitoso a una persona, lo sviluppo della suinicoltura potrebbe creare centinaia di posti di lavoro».

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«È un riconoscimento prestigioso di cui andiamo orgogliosi e che conferma l’impegno della nostra Regione nel portare avanti politiche ambientali efficaci, attente alle esigenze e la specificità dei territori.»
Queste le parole del presidente Francesco Pigliaru in apertura del suo intervento, oggi a Nuoro nell’Auditorium dell’ISRE, per la cerimonia di consegna alla Regione Sardegna dell’European Forest Island Award 2018.
Il riconoscimento dell’Efi, il più grande network europeo per la ricerca forestale, è stato conferito alla Sardegna per l’impegno nella salvaguardia delle foreste e la selvicoltura mediterranea e per i consistenti investimenti a favore del patrimonio forestale e della bio-economia delle risorse rinnovabili. Il presidente Pigliaru lo ha ricevuto dalle mani del direttore dell’Efi, Marc Palahi – che ha lodato la Sardegna per il lavoro svolto sul patrimonio forestale -, alla presenza dell’assessora della Difesa dell’ambiente Donatella Spano, tra i relatori della mattinata assieme all’amministratore unico dell’agenzia Forestas, Giuseppe Pulina, e al comandante del Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna, Gavino Diana. Ha assistito alla cerimonia anche l’assessore della Sanità Luigi Arru.
Presenti alla cerimonia il sindaco di Nuoro Andrea Soddu, il direttore del Dipartimento di Agraria, Antonio Pazzona, il commissario del Consorzio universitario di Nuoro, Fabrizio Mureddu, Simona Tidu dell’Ordine dei Dottori agronomi e dottori forestali d’Italia e di Nuoro, il presidente del Sisef (Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale), Marco Marchetti, ed Enrico Pompei del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali. A moderare gli interventi il precedente Chair del Board dell’Efi, Giuseppe Scarascia Mugnozza. Gli approfondimenti del Dipartimento di Agraria dell’ateneo sassarese sono stati curati da Pier Paolo Roggero e Roberto Scotti. La consegna del riconoscimento precede l’Annual Conference e il Scientific Seminar dell’EFI, in occasione del 25° anniversario dell’organismo e in programma a settembre ad Alghero.

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«L’attenzione della Regione per l’Asinara non è mai venuta meno e vogliamo che tutte le istituzioni che operano sul Parco lavorino in sinergia per accrescere e dare corpo alle potenzialità di un bene ambientale dal valore inestimabile.»

Così l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Donatella Spano, questa mattina all’Asinara, in occasione del sopralluogo. L’esponente della Giunta Pigliaru ha incontrato le autorità del Parco accompagnata dall’amministratore unico di Forestas, Giuseppe Pulina, e dal direttore generale dell’Agenzia, Antonio Casula, del comandante del Corpo forestale, Gavino Diana e del commissario straordinario della Conservatoria delle coste, Gianni Pilia.

“La presenza del Corpo forestale e dell’agenzia Forestas non è mai venuta meno e questa continuità ci è stata riconosciuta anche dalle autorità del Parco – ha sottolineato Donatella Spano -, ciò che cambia rispetto al passato è la metodologia, alla luce della riorganizzazione di Forestas prevista con compiti molto ampi, perché si agisce in una cornice di indirizzi che garantiscono maggiore efficienza ed efficacia di intervento.»

Tra i temi affrontati oggi la programmazione degli interventi di Forestas attraverso apposite convenzioni con il Parco, come previsto dalla nuova legge per tutte le attività dell’Agenzia svolte al di fuori dei compendi. Tra gli altri punti trattati la presentazione della convenzione operativa tra il Parco dell’Asinara e l’agenzia Forestas per la cattura delle capre, la riorganizzazione del servizio del Corpo forestale e di vigilanza ambientale sull’isola, la prossima apertura della nuova sede del Corpo forestale nello stabile che ospitava la Guardia di finanza e il passaggio in comodato al Parco della colonia agricola di Campu Perdu. «Allargheremo ad altre istituzioni le prossime riunioni per eventuali contributi che vorranno suggerire», ha affermato l’assessore dell’Ambiente.

Lo scorso giugno, la Giunta aveva deliberato di assegnare in uso gratuito al Parco Nazionale dell’Asinara – Area Marina protetta “Isola dell’Asinara” il compendio denominato “ex Diramazione Campu Perdu” per la realizzazione dell’intervento di recupero conservativo e riqualificazione degli edifici. Il Parco aveva ricevuto dalla Regione un finanziamento di 950mila euro per il potenziamento dei servizi di fruizione turistica a basso impatto ambientale per un intervento di recupero conservativo e di riqualificazione degli edifici della ex diramazione in coerenza con il Piano del Parco. Tutto ciò verrà attribuito in comodato d’uso al Parco attraverso un’apposita convenzione.

«Una scelta di investimento nella valorizzazione ambientale che ci mette al passo dei Paesi più avanzati sul fronte di un turismo ora ricercato da famiglie e da giovani», ha concluso Donatella Spano, che ha terminato il sopralluogo con la visita ai nuovi locali destinati alla nuova sede del Corpo forestale sull’isola.

 

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Giuseppe Pulina.

Forestas

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano, ha oggi approvato il conto consuntivo dell’agenzia nata due anni fa con l’approvazione della legge forestale.

«Abbiamo mantenuto l’impegno della Giunta e della dirigenza di Forestas di risanare un’agenzia strategica per il governo e la gestione di vaste aree della nostra regione – ha detto l’assessore Spano -. Con la nuova legge forestale avevamo garantito maggiore efficienza, efficacia ed economicità. Il risanamento dei conti è il primo passo da compiere per un buon governo e procederemo a perfezionare l’organizzazione per il migliore uso delle risorse umane sul nostro territorio». 
Soddisfatto l’Amministratore unico dell’Agenzia, Giuseppe Pulina, che spiega: «Al momento della nomina a commissario dell’ente Foreste ho trovato un disavanzo pesante per il mancato accantonamento del trattamento di fine rapporto degli operai. In questi tre anni, in stretta collaborazione con gli assessorati dell’Ambiente e del Bilancio, abbiamo azzerato il debito e messo al sicuro la buonuscita dei circa 4.500 operai assunti a tempo indeterminato. Contemporaneamente è stato affrontato l’aspetto dell’organizzazione del personale. Abbiamo stabilizzato 312 operai semestrali e avviato un piano di reclutamento triennale, concordato con gli assessori al Personale, Filippo Spanu, e all’Ambiente, Donatella Spano, che prevede 372 qualificazioni/stabilizzazioni di personale operaio, l’assunzione e qualificazione di oltre 50 impiegati di IV livello, l’assunzione esterna di 15 e la qualificazione di ulteriori 3 quadri e il concorso esterno per 5 dirigenti, per un impegno finanziario complessivo di circa 5 milioni di euro, da sommarsi ai 3 già impegnati per le stabilizzazioni degli operai». 
Domani gli assessori al Personale Filippo Spanu e all’Ambiente Donatella Spano incontreranno le parti sindacali per proseguire il confronto sulle problematiche contrattuali e trovare una soluzione condivisa.