22 November, 2024
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Nei maiali abbattuti lo scorso 9 gennaio in agro di Orgosolo è stata riscontrata la Trichinella. Le due macro-campionature, in cui sono stati suddivisi i 112 campioni prelevati dai 268 suini depopolati durante l’ultima operazione dell’Unità di Progetto per l’eradicazione della peste suina africana in Sardegna, sono risultate quindi positive al pericoloso parassita. Il risultato delle analisi, sui campioni prelevati dagli animali, è frutto della seconda serie dei test di laboratorio sulla Trichinella effettuati dall’Istituto zooprofilattico sperimentale (IZS) sui maiali abbattuti a Orgosolo. Il primo controllo, di esito negativo, era stato fatto per i capi abbattuti lo scorso 3 gennaio.
L’allarme è stato lanciato questo pomeriggio durante una conferenza stampa straordinaria convocata a Cagliari e a cui hanno partecipato il direttore generale dell’IZS, Alberto Laddomada, il direttore generale dell’Assessorato della Sanità, Giuseppe Sechi, e il direttore della clinica di malattie infettive dell’AOU di Sassari, prof. Sergio Babudieri. Allerta massima quindi per i consumatori che potrebbero aver acquistato in nero o avuto in regalo carni di provenienza ignota e macellate clandestinamente senza alcun tipo di controllo sanitario. La Trichinella, infatti, è pericolosissima per la salute dell’uomo e in casi estremi può portare al decesso.
La Regione invita perciò i cittadini a prestare la massima attenzione nel consumare o trasformare in salumi le carni suine, che devono provenire esclusivamente da allevamenti sottoposti a costante controllo sanitario. «Si invitano quindi i consumatori – ha spiegato Alberto Laddomada – a sfatare il falso mito che il maiale allevato al pascolo brado, e quindi senza alcuna garanzia sanitaria, sia sinonimo di genuinità. Si tratta invece di animali che potenzialmente potrebbero avere virus, parassiti o altri patogeni letali per la salute dell’uomo. Nel caso di macellazioni domestiche, previste dalla legge, è obbligatoria la presenza di un veterinario che attesti la salubrità delle carni». 
«Il parassita – ha osservato il prof. Sergio Babudieri – si localizza inizialmente a livello intestinale per dare poi origine a una nuova generazione di larve che migrano nei muscoli dove si incistano. La trasmissione all’uomo avviene esclusivamente per via alimentare con il consumo di carne cruda, poco cotta o di salumi contenenti la larva del parassita. Il periodo di incubazione è di circa 8-15 giorni, con variazioni da 5 a 45 giorni a seconda del numero dei parassiti ingeriti. La trasmissione può avvenire attraverso il consumo di carni suine (maiale e cinghiale) o equine.»
Sergio Babudieri ha inoltre spiegato che la sintomatologia classica è caratterizzata da diarrea, dolori muscolari, debolezza, sudorazione, edemi alle palpebre superiori, fotofobia e febbre.
La Trichinellosi è una zoonosi parassitaria del genere Trichinella. Presente in tutti i continenti tranne che nell’Antartico, è stata segnalata in più di 100 specie di mammiferi, 13 specie di uccelli, 3 specie di rettili. Colpisce più di 2.500 persone all’anno. Il parassita è presente in Sardegna dal 2005 quando in due distinti focolai (aprile e dicembre) 19 persone finirono in ospedale con sintomi clinici causati da grave infestazione di Trichinella: in entrambi i casi venne accertata che l’origine dell’infestazione era dovuta al consumo di insaccati freschi provenienti da suini macellati senza controllo sanitario. I casi si verificarono ad Orgosolo.
Nel 2007 un altro caso umano, poi nessuna segnalazione fino al gennaio 2011 quando è ricomparsa la malattia con 6 casi umani che hanno richiesto il ricovero in ospedale. In quest’ultimo evento, il numero sarebbe potuto essere molto più elevato se non si fosse adottato un maggiore controllo anche sugli animali già macellati per consumo familiare nel comune di Orgosolo. Infatti, dopo aver confermato che la fonte dell’infestazione nelle persone ricoverate erano stati, anche in questo caso, gli insaccati provenienti da una scrofa macellata per uso famiglia, nel periodo gennaio-marzo l’IZS di Nuoro esaminava 351 maiali, allevati allo stato brado nel territorio comunale senza alcun controllo sanitario, riscontrando positività per Trichinella in altri 8 capi, prontamente esclusi dal consumo alimentare.
La Trichinella, tranne un’unica positività riscontrata nel 2008 in un cavallo importato dai Paesi dell’Est e macellato regolarmente in un mattatoio della provincia di Cagliari, è stata rilevata fino a oggi solo nei territori del comune di Orgosolo. L’infezione, dai primi focolai del 2005, si è diffusa in quasi tutto l’agro del comune e si avvicina pericolosamente ai paesi limitrofi, in particolare di Nuoro e Oliena.
Il periodo invernale rappresenta il momento di maggior rischio di infezione per l’uomo, perché in questa stagione tradizionalmente si macella il maiale per preparare prosciutti, salsicce, guanciali, pancetta, etc.
Questi prodotti “fatti in casa” rappresentano la principale sorgente di infezione, perché non cotti, ed è quindi assolutamente necessario che tutti gli animali macellati o cacciati siano sottoposti all’esame specifico per la ricerca della Trichinella, prima del loro consumo.
La fauna selvatica e in particolare le volpi, che costituiscono il vero serbatoio della Trichinella, e i cinghiali interagiscono con le diverse specie selvatiche e con suini bradi al pascolo nello stesso territorio.
La presenza della Trichinella nella fauna selvatica e la promiscuità tra questa ed i suini allevati allo stato brado è un motivo in più (si veda la PSA) per regolamentare definitivamente l’allevamento estensivo del suino, da portare avanti al pascolo confinato e in regime di semibrado.

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Questa mattina l’assessore della Sanità Luigi Arru ed il generale Bruno Bartoloni, hanno firmato un Protocollo d’Intesa tra Regione Sardegna e Guardia di Finanza che prevede – tra le altre cose – un rafforzamento dello scambio di informazioni e la costituzione di un Tavolo di coordinamento operativo di cui faranno parte i direttori generali della Sanità e delle Politiche sociali, Giuseppe Sechi e Stefania Manca, e due ufficiali della Guardia di Finanza.
«Non abbiamo uno scopo repressivo o punitivo – ha premesso l’assessore Arru – ma vogliamo che ci sia un uso corretto delle risorse, considerato che siamo tra le Regioni in Italia a spendere di più per il Welfare. Questo Protocollo sancisce e rafforza una collaborazione che già esiste e si aggiunge a quelli che abbiamo attivato con l’Ispettorato del Lavoro e con l’Anac, per la correttezza e trasparenza delle procedure di gara rilevanti, come ad esempio quella per il servizio di elisoccorso.»
Il generale Bartoloni ha sottolineato i rinnovati compiti assegnati alla Guardia di Finanza dal Decreto Legislativo 68/2001: «Non ci occupiamo più soltanto di evasione fiscale, ma anche dei bilanci e della spesa delle Regioni e degli enti locali in generale. Per parte nostra, forniremo le informazioni rilevanti, desumibili dai controlli eseguiti, nel rispetto delle norme che regolano la riservatezza delle indagini. La collaborazione ci consentirà di disporre di un quadro informativo più completo, nella prospettiva di un complessivo miglioramento della qualità e della garanzia di legalità dei processi di spesa». 
La Sardegna ha il 70% della popolazione esente dal pagamento delle prestazioni di specialistica ambulatoriale per lo più a causa della condizione economica e sociale (terza causa di esenzione è quella per patologia).
L’azione della Guardia di Finanza andrà dal controllo dei requisiti per le esenzioni, ai permessi per l’assistenza a portatori di handicap in situazione di gravità, all’aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d’appalto degli Enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, mentre sul versante degli interventi per il sociale, saranno verificati i requisiti per l’accesso al Reis e ai sussidi delle leggi di settore.

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L’atto aziendale dell’Aou di Sassari ha superato la verifica di conformità definitiva da parte della Regione e diviene, così, esecutivo. La comunicazione è arrivata ieri dalla Regione che ha trasmesso alla direzione generale dell’Azienda di viale San Pietro la determina siglata dal direttore generale dell’assessorato regionale della Sanità, Giuseppe Sechi. Un risultato importante per l’Aou che, a dieci anni dalla sua nascita, ha un primo documento che definisce l’assetto organizzativo.

Nella determina del direttore generale dell’assessorato si legge che il documento, valutata positivamente la sua conformità, dopo l’approvazione della rete ospedaliera da parte del consiglio regionale, «dovrà essere soggetto agli adeguamenti che dovessero rendersi necessari per assicurare la coerenza con le scelte di pianificazione regionale e con le eventuali nuovi linee di indirizzo della Giunta regionale».

Con il via libera all’atto aziendale, inoltre, le strutture complesse ospedaliere di area sanitaria attive manterranno la loro natura, e non potranno essere soppresse fino all’approvazione della rete ospedaliera. Inoltre, la determinazione regionale sottolinea che l’attivazione dei programmi inter e infraospedalieri dovrà essere fatta nel rispetto del principio di invarianza dei costi organizzativi complessivi.

«Si tratta un momento storico per questa azienda – afferma il direttore generale Antonio D’Urso – perché è il primo atto organizzativo da quanto l’Aou vide la luce nel 2007. Il documento ci consente di dare un’organizzazione a questa grande azienda, oltre che indicare la mission e definire i valori portanti. Adesso puntiamo a sviluppare quel senso di squadra e di appartenenza che contraddistingue un’azienda vincente.»

«È importante, allora – aggiunge il direttore generale – saper cogliere l’occasione per un rinnovamento, anche delle relazioni tra operatori, e valorizzare ciò che ci unisce. Lavoriamo assieme sui percorsi assistenziali e diamo alla città di Sassari dimostrazione di unità. Soltanto così i cittadini si rivolgeranno a noi con maggiore desiderio e fiducia.»

L’Azienda, infine, ha già avviato la fase di istruttoria del regolamento attuativo dell’atto che consentirà di definire le modalità operative, a partire dalla nomina quindi l’elezione dei direttori di dipartimento, delle strutture complesse, semplici dipartimentali e semplici.

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Accordo raggiunto tra l’assessorato della Sanità e le organizzazioni sindacali sulla mobilità del personale delle Aziende sanitarie della Sardegna.
Al termine di un lungo confronto con Cgil Fp, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Fsi, Nursind e Nursing Up, dall’assessorato (rappresentato dal direttore generale, Giuseppe Sechi, e dal capo di Gabinetto dell’assessore Arru, Gianni Salis) è arrivato l’impegno a dare immediatamente indirizzi alle Aziende sanitarie sul dimensionamento del personale, avviato dall’ ATS e che dovrà concludersi entro il 30 giugno; sullo sblocco della mobilità extra-regionale e delle mobilità compensative intra-aziendali e inter-aziendali.
L’assessorato si è impegnato, inoltre, a presentare entro venti giorni una bozza di proposta da sottoporre al tavolo tecnico per la definizione di criteri trasparenti per la mobilità del personale, connessa ai processi di riorganizzazione delle Aziende Sanitarie e fatta salva l’autonomia della contrattazione aziendale.

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E’ stata sancita con la firma di un Protocollo d’intesa, questa mattina a Villa Devoto, la collaborazione tra la Regione Sardegna e la Regione Lombardia per l’avvio del nuovo sistema di emergenza-urgenza sardo. A sottoscrivere l’accordo i presidenti Francesco Pigliaru e Roberto Maroni, affiancati dai rispettivi assessori della Sanità, Luigi Arru e Giulio Gallera, dal direttore generale dell’assessorato della Sanità della Sardegna, Giuseppe Sechi, e dal direttore generale dell’AREU lombarda, Alberto Zoli.

La collaborazione si incentra soprattutto sulle modalità di funzionamento dell’Areus; la riorganizzazione del sistema regionale dell’emergenza/urgenza sanitaria extraospedaliera (118); le attività di implementazione del servizio di elisoccorso HEMS (Helicopter Emergency Medical Service) regionale; la costituzione, attivazione e funzionamento del Numero Unico dell’Emergenza (NUE) 112; la formazione di tutte le figure professionali coinvolte, anche utilizzando strumenti e metodiche sperimentali. Il protocollo ha una durata di due anni e non comporta oneri economici a carico dei rispettivi bilanci regionali.

«Siamo molto soddisfatti dell’intesa con il Presidente Maroni», ha detto il presidente Francesco Pigliaru. «Il loro modello di AREU è eccellente, leggero, orizzontale, basato su un forte coordinamento, decisamente il più adatto alle nostre esigenze. La firma di oggi è un’ottima occasione per ribadire quanto diciamo da tempo: le buone pratiche sviluppate dalle regioni sono una grande ricchezza per l’intero Paese», ha proseguito il presidente Pigliaru. «Lo Stato dovrebbe impegnarsi a diffonderle, magari con la creazione di un catalogo, che diventi repertorio di esperienze e soluzioni già attuate con successo e al quale tutte le regioni possano attingere. A un centralismo che costringe a far capo alla burocrazia di un qualche ministero romano è di gran lunga da preferire un regionalismo virtuoso – ha concluso Francesco Pigliaru -, dove il confronto costante tra esperienze regionali diventa luogo nel quale generare sperimentazioni».

«Questa iniziativa della struttura dell’emergenza-urgenza Areu e il Numero Unico di Emergenza 112 che abbiamo sviluppato in Lombardia parte dalla sperimentazione attivata da me, nel 2010, quando ero ministro dell’Interno», ha detto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. «Partimmo dalla provincia di Varese e la cosa funzionò e ora è estesa in tutta la regione. Prevede la riunificazione delle centrali operative, che rispondono alla chiamata di quelli che erano i diversi numeri di emergenza e inviano sul luogo di un incidente, per esempio, solo i mezzi che davvero servono. Mettiamo questa nostra esperienza a disposizione delle altre Regioni, in questo caso della Sardegna, con spirito di leale collaborazione istituzionale. Sostengo la proposta del presidente Pigliaru di istituire, tra le Regioni, un ‘Catalogo delle buone pratiche’, che preveda lo scambio delle eccellenze che ogni Regione sviluppa in diversi settori – ha aggiunto Maroni – e propongo di portare questo modello di scambio delle buone pratiche in Conferenza della Regioni.»

Il responsabile sardo della Sanità, Luigi Arru, ha ricordato che la collaborazione con l’Areu e, in particolare, con il direttore generale Alberto Zoli, si è sviluppata negli anni. «Quello lombardo – ha detto – è il modello più adatto alle nostre caratteristiche e alle esigenze della nostra tempistica. Proprio oggi è stato pubblicato il bando per l’elisoccorso della Sardegna sulla Gazzetta Ufficiale Europea e, anche grazie alla collaborazione con la Lombardia, contiamo di avere al più presto un nuovo sistema di emergenza-urgenza sardo».

L’omologo lombardo, Giulio Gallera, ha aggiunto che l’esperienza dell’Areu non è nata in poco tempo e che ha avuto bisogno di diverse correzioni: «Il nostro modello di Emergenza Urgenza – ha detto Giulio Gallera – è un modello trasversale che vede l’Areu in un ruolo di governance della rete dei soccorsi che uniforma il servizio in tutto il territorio regionale, dandogli così maggiore efficienza e concretezza».

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Ieri mattina, nella sede dell’assessorato della Sanità, si è svolto un incontro sulle linee di indirizzo dell’atto aziendale dell’Ats, illustrate dall’assessore della Sanità, Luigi Arru, e dal direttore generale dell’assessorato Giuseppe Sechi, ai rappresentanti di Fials, Paolo Cugliara, Fsi, Luciano Sitzia, Nursind, Fabrizio Anedda, e Nursing up, Alessandro Nasone.

In particolare i rappresentanti sindacali hanno espresso particolare apprezzamento per la istituzione del Dipartimento delle professioni sanitarie, che porterà a un maggiore coinvolgimento nel governo clinico delle Aziende sanitarie e delle strutture. L’assessore Arru ha ribadito l’impegno di presentare in Giunta la proposta di delibera sullo sblocco del turn over e di favorire la corretta attuazione delle normative sulla mobilità del personale, per la quale ci saranno a breve interlocuzioni più approfondite con i direttori generali delle Aziende.

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Primo incontro ufficiale per Fulvio Moirano con i sette commissari delle Aziende sanitarie sarde. Come direttore generale della ASL di Sassari, che ha due mesi e mezzo di tempo per chiudere l’accorpamento delle altre ASL, Moirano ha fatto il punto della situazione affiancato dal Direttore generale dell’Assessorato della Sanità, Giuseppe Sechi, e dal capo di Gabinetto, Gianni Salis. All’ incontro erano presenti anche i dirigenti dell’Assessorato e l’amministratore unico dell’agenzia in house della Regione Sardegna.it, David Harris.
Il direttore generale ligure ha chiesto a tutti i commissari rapide informazioni sullo stato dei pagamenti, sugli adempimenti informatici e il sistema centralizzato, sulla situazione dei bilanci e sul personale, sull’accreditamento degli erogatori privati.
Nei prossimi giorni il confronto proseguirà con singoli incontri.
Sia ai commissari che al direttore generale della ASL 1 sono stati dati obiettivi dalla Giunta regionale, con i passaggi necessari a favorire l’incorporazione.

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L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, ha presentato oggi alla stampa il futuro direttore generale dell’Azienda unica Fulvio Moirano ed il nuovo direttore generale dell’Aou sassarese Antonio D’Urso, ed ha esposto a grandi linee quelli che saranno i programmi della Asl: L’Ats nasce per dare tutela al sistema sanitario e «gli obiettivi primari che cercheremo di realizzare sono la riduzione dei tempi d’attesa per le prestazioni sanitarie e l’offerta di una capillarità di servizi che garantisca la prossimità dei territori». L’incontro si è svolto nella sede della Asl regionale, alla presenza del rettore dell’Ateneo di Sassari, Massimo Carpinelli, del direttore generale dell’assessorato Sanità, Giuseppe Sechi, dei commissari uscenti delle aziende sassaresi, Giuseppe Pintor e Agostino Sussarellu. Il manager ligure Fulvio Moirano si è insediato alla guida della Asl 1 di Sassari ma prenderà in mano il timone della Sanità sarda il 1° gennaio 2017, quando l’Azienda per la tutela della salute sarà una realtà operativa.
L’assessore Arru ha ringraziato i commissari uscenti ed ha parlato dei programmi della Asl unica.

Palazzo della Regione 3 copia

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Palazzo del Consiglio regionale 3 copia

Le opposizioni in Consiglio regionale si scatenano dopo la proroga dei commissariamenti delle Asl deliberata dalla Giunta Pigliaru.

«La Giunta cerca di ricucire la spaccatura interna alla maggioranza con l’ennesima proroga dei Commissari straordinari della Asl della Sardegna, a breve in aula – attacca Ignazio Locci, consigliere di Forza Italia -. Così tutti sono contenti, i posti di comando restano al sicuro e almeno per qualche mese potranno proseguire nell’opera di demolizione del sistema sanitario sardo: continueranno a governare la Sanità nel segno della continuità e del disordine, sia normativo che organizzativo. Resta, dunque, il riordino della rete ospedaliera applicato in maniera strisciante, senza rispettare le prerogative del Consiglio regionale. Rimane in piedi il progetto scellerato delle “cinque Asl uniche”, che di fatto non tiene conto della reale situazione sarda, della sua orografia, della demografia e dei fenomeni epidemiologici. Un’idea scellerata che per il presidente Francesco Pigliaru, l’assessore Luigi Arru e il direttore generale dell’assessorato Giuseppe Sechi, è un totem intoccabile. Scelgono la strada per loro più semplice, meno pericolosa per i loro equilibri, e così facendo possono affrontare in maniera tranquilla eventuali questioni legate a ballottaggi, rimpasti, poltrone in enti e Comuni, disinteressandosi completamente della Sanità, ormai lasciata senza timone. Un settore determinante che, occorre ricordare agli illuminati del centrosinistra, non è lo strumento per conservare il potere, spartire i posti di comando e risolvere le beghe interne.»

«Un teatrino ridicolo e grottesco per la Sardegna – commenta Gianluigi Rubiu, capogruppo dell’Udc -. E’ un tentativo di allungare l’agonia della maggioranza lacerata da tensioni interne e scontri su un tema fondamentale per l’Isola. La verità è che il riordino sanitario non piace a nessuna forza politica, in quanto rischia di cancellare e sopprimere le strutture ospedaliere nei territori marginalizzati, non incrociando certo le speranze dei pazienti che si vedono privare dell’assistenza. Non basta. Si tenta di far passare la riforma come un risparmio per la sanità. Solo parole buttate al vento. La preoccupazione è che, invece, possano aumentare i costi con sacche di inefficienza che rimangono in tantissimi casi all’interno del sistema sanitario.»

«E’ una farsa – denuncia Edoardo Tocco, consigliere di Forza Italia –. Siamo arrivati al ridicolo, la realtà è che questo argomento sta minando l’andamento dei lavori, provocando una paralisi all’interno dell’assemblea regionale per le beghe della maggioranza. Un salto nel vuoto che non risolve certo i problemi della sanità sarda, visto che assistiamo ai presidi ospedalieri senza personale, ai reparti che operano in condizioni di difficoltà, a pazienti senza un’adeguata assistenza. Si continua a girare a vuoto, senza toccare i mali di un comparto in perenne emergenza.»

«L’anno scorso – dice Michele Cossa, consigliere regionale e coordinatore regionale dei Riformatori sardi -, quando si profilava la seconda proroga dei commissari Asl, abbiamo presentato una proposta di legge per prorogarli sino al 31 dicembre 2017. Quella che poteva sembrare una provocazione oggi si rivela una facile profezia, visto che siamo all’ennesima proroga, sulla quale stamattina in commissione i Riformatori hanno votato contro. In attesa di una riforma che appare sempre più improbabile, sarà bene che la commissione d’inchiesta sulla sanità accenda una faro su questi quasi due anni di commissariamento, nei quali si è visto di tutto»

«Da ora in poi – conclude Michele Cossa – cominceremo a segnalare gli atti alle competenti procure della Repubblica.»

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Consiglio regionale 72

Dov’erano Sel, Upc e Rossomori, quando la Giunta regionale di centrosinistra (cui appartengono) affrontava il riordino della rete ospedaliera e la questione Asl unica, e le opposizioni richiamavano invano il confronto auspicando il coinvolgimento di medici e infermieri? Perché il fatto che oggi abbiano avuto un guizzo di schiena dritta, aprendo in seno alla maggioranza un dibattito sui temi in questione, ci lascia quantomeno perplessi.

Adesso che i buoi sono scappati, i partiti minori della coalizione di governo si accorgono che il problema sta nei servizi sanitari e nel riordino della rete ospedaliera. Eppure noi lo diciamo da mesi. Sel, Upc e Rossomori arrivano tardi, purtroppo: perché i proconsoli dell’assessore Luigi Arru e del direttore generale dell’assessorato Giuseppe Sechi hanno già provveduto a compiere un riordino in totale assenza del piano, passando sopra le prerogative del Consiglio regionale. Ma evidentemente non se ne sono accorti, o forse oggi fanno soltanto finta perché non sono riusciti ad ottenere una merce di scambio spendibile per il loro Sì al piano di Arru e soci.

Per rinfrescare le idee a chi esce magicamente dal torpore, vorrei far notare che con il progetto della Asl unica (che unica non è, sia chiaro, ma sono cinque) ha gettato nello scompiglio il mondo della Sanità e, soprattutto, i cittadini, che quotidianamente si scontrano con servizi non all’altezza della domanda di salute.

Il tema vero non è la Asl unica, bensì il governo serio e ponderato di quello di cui disponiamo. Per andare avanti nel terreno delle riforme, occorre senso di responsabilità e non soltanto della politica, ma anche di medici e infermieri. Ciò che ci preoccupa è che gli ultimi risvolti all’interno del dibattito sulla Sanità, escludano la possibilità che si possa ragionare di politiche sanitarie nell’esclusivo interesse della Sardegna. A noi questo interessa. Ed è quello che chiediamo da mesi. Ci auguriamo che la presa di posizione dei partiti minori del centrosinistra faccia rinsavire anche la Giunta e si possa finalmente discutere di riforme, con il coinvolgimento delle opposizioni, avendo come unico faro l’interesse dei sardi.