22 November, 2024
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La difesa dell’identità e delle diversità culturali quali elementi portanti del dialogo tra i popoli. «Perché i diritti culturali sono parte dei diritti fondamentali dell’uomo che devono essere preservati, anche per il rispetto della dignità umana». E nella ricerca di questo dialogo c’è la necessità di creare reti, network e ponti per facilitare l’incontro tra i popoli che tenga conto dei valori per generare inclusione.

Sabato si è aperto centrando, sin da subito, i temi portanti dell’appuntamento che, dal 2015 a oggi, ha messo il paese di pescatori al centro del bacino Mediterraneo, rappresentando una vera e propria occasione di apertura e dialogo tra popoli. La quinta edizione di Dialogando, che ha trovato nelle sale del museo della Tonnara la sua location ideale, ha messo attorno al tavolo esperti di cooperazione, studiosi, docenti universitari ed esponenti religiosi che hanno dato vita a un convegno che ha concentrato l’attenzione su religione, dialogo interculturale ed interreligioso quindi sul ruolo della donna. Al centro anche argomenti quali la diplomazia, il paecekeeping, il ruolo delle reti di supporto per le donne e le vittime di tratta, quindi l’università nell’educazione e nella cooperazione.

Ad aprire il convegno è stato il primo cittadino Antonio Diana che ha ricordato l’importanza di Dialogando, nato nel 2015, in un periodo complesso e caratterizzato dagli attentati terroristici in Francia.

E a rompere il ghiaccio per prima, nella sezione moderata dal direttore della Nuova Sardegna Antonio Di Rosa, è stata Anna Paolini, direttore Unesco a Doha, che nel focalizzare il ruolo dell’agenzia da lei rappresenta in Qatar, ha ricordato come nel mondo oltre 70 milioni di persone, a causa di particolari condizioni economiche e politiche, vivono lontani dai loro paesi di origine. Di questi 70 milioni circa 41 milioni sono sfollati, 36 milioni sono rifugiati e circa 3,5 milioni richiedenti asilo. «È un momento particolare – ha detto – in cui abbiamo visto crescere atti di estremismo religioso, di violenze, di odio verso le minoranze etniche e religiose. Si parla di conflitti di ordine nazionale e internazionale che aggiungono povertà. A questi si aggiungono disastri di origine naturale, movimenti interni di persone, atti di terrorismo e pandemia».

Il ruolo dell’Unesco è quello di favorire la pace e la sostenibilità. La difesa della pace deve iniziare dal diaologo tra i popoli, ha detto ancora la rappresentante dell’Unesco che ha ricordato alcuni progetti particolari sostenuti dall’Agenzia e incentrati sulla promozione culturale, interreligiosa, l’educazione, la comunicazione e la prevenzione degli estremismi.

Un dialogo che l’arcivescovo di Sassari, monsignor Gianfranco Saba, ha avvicinato al concetto di casa e dell’abitare «che – ha affermato – significa prendersi cura, della persona, dell’ambiente. Ecco allora che non possiamo non abitare e la casa è la cosa tangibile del nostro essere, che ci lega al prenderci cura, come fatto distintivo dell’essere umano. La capacità di abitare interiormente prepara l’ambiente attorno a noi, ci interpella su come stiamo strutturando la nostra vita».

L’abitare quindi ci pone di fronte agli altri, implica tensioni verso un processo culturale che deve portare l’uomo a superarli. E sebbene possa sembrare strano, una delle vie per sviluppare il dialogo è l’esperienza del silenzio. «Nel silenzio matura la parola vera – ha detto ancora monsignor Saba – e la parola è una risonanza del silenzio».

A sottolineare la necessità di un dialogo laico è stato l’arcivescovo di Damasco Jihad Mtanos Battah che si è concentrato sul dialogo religioso e interculturale in Siria.

Un concetto quello dell’uguaglianza che è stato ribadito da Amal Al Masri, rappresentante del forum libanese delle donne, che ha ricordato come le donne arabe siano ancora discriminate e non possano partecipare alla vita politica, fatte alcune sparute eccezioni.

Di dialogo interreligioso, interculturale, interlinguistico ha parlato Fabrizio Lobasso, console d’ambasciata e Capo ufficio Africa Orientale e Corno d’Africa, sottolineando i progetti realizzati in Sudan.

Accanto al dialogo un ruolo importante lo gioca la cooperazione. E questo è stato il tema della seconda parte del convegno che ha visto protagonista l’Università di Sassari impegnata nell’attivazione di nuovi corsi nei Paesi in via di sviluppo.

Nell’ambito della cooperazione decentrata, interessante il progetto presentato da Giustina Casu dell’Associazione di volontariato Acos che da 12 anni si occupa del supporto alle donne e ai minori vittime di tratta. «Dal 2007 al 2012 abbiamo contattato 167 donne – ha detto – in gran parte provenienti dalla Nigeria». Per la maggior parte si tratta di donne sfruttate dal punto di vista lavorativo e sex-workers.

«Dal 2016 al 2019 il numero si è ridotto a 137. Questo – ha ripreso – può far pensare che il fenomeno sia in diminuzione o superato, ma non è così. Il rachet sta spostando le donne negli appartamenti, non facilmente raggiungibili dai volontari delle unità di strada che, con difficoltà hanno contatto con le donne per far conoscere quali siano i loro diritti di salute», ha concluso.

Infine spazio anche all’esperienza locale stintinese, rappresentata dai ragazzi di Stintino Holidays che con Fabrizio Contini ha spiegato il significato del progetto turistico e non solo, in particolare di quello fotografico dedicato a Hospitaly has no boundaries. Un progetto – è stato illustrato – volto a creare dialogo con gli stranieri e attraverso il quale scambiare esperienze e tradizioni.

Il convengo è stato organizzato dall’associazione il Tempo della Memoria in collaborazione con il comune di Stintino, il Mut, il Centro studi sulla civiltà del mare, l’Università di Sassari, il corso universitario sulla Sicurezza e cooperazione internazionale e la Fondazione Accademia.

Al convegno, durante il quale sono state proiettate le immagini realizzata da Mauro Fancello sull’Asinara ai tempi del carcere e sulla Vela latina degli anni Novanta, hanno partecipato, il prefetto di Sassari Maria Luisa D’Alessando, il questore di Sassari Diego Buso, Gennaro Capoluongo, consigliere ministeriale aggiunto della segreteria del Dipartimento della Pubblica sicurezza in materia di cooperazione internazionale di polizia, il docente dell’Università di Sassari Salvatore Rubino quindi Massimo Carpinelli, rettore dell’Università di Sassari, Aziz Pollozhani, rettore dell’Università Mother Theresa di Skopije in Macedonia, lo storico Attilio Mastino e già rettore dell’Università di Sassari, Piero Cappuccinelli dell’Accademia nazionale dei Lincei quindi Luciano Gutierrez, pro-rettore Università di Sassari con la delega al programma Erasmus e cooperazione internazionale. E ancora il docente dell’Università di Sassari Quirico Migheli, Angela Mameli, vice presidente della Fondazione di Sardegna, Luca Bondioli del Museo delle Civiltà, Federico Chiodi, direttore della Associazione italiana per la solidarietà tra i popoli, Francesco Squarotti del Gruppo Umana Solidarietà,Fabrizio Contini di Stintino Holidays. Infine, Stefania Zanetti dell’Università di Sassari e gli studenti del corso Sicurezza e cooperazione internazionale Salvatore Correddu, Gabriele Dore, Isabella Fois, Norma Luisa Migheli, Alessandra Rubelli.

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Religione, cultura, processi di pace e cooperazione internazionale, ritorna ricca di temi di attualità la quinta edizione di Dialogando, il convegno internazionale che dal 2015 rappresenta una vera e propria occasione di apertura e dialogo tra popoli. Il 30 novembre, a partire dalle ore 9,30 a ospitare l’evento sarà il museo della Tonnara di via Lepanto.

Qui si ritroveranno esperti di cooperazione, studiosi, docenti universitari ed esponenti religiosi per dare vita a un convegno che concentrerà l’attenzione su religione, dialogo interculturale e interreligioso quindi sul ruolo della donna. Al centro ci saranno anche argomenti quali la diplomazia, il paecekeeping, il ruolo delle reti di supporto per le donne e le vittime di tratta, quindi l’università nell’educazione e nella cooperazione.

Sei le sessioni previste che sabato daranno spazio anche al dibattito e al confronto. Ad aprire i lavori sarà l’intervento del prefetto di Sassari Maria Luisa D’Alessandro. Si inizia subito con il tema portante che ha sempre distinto Dialogando: Il dialogo interreligioso e interculturale. A moderare la prima sezione, che inizierà alle 9,30, sarà Antonio Di Rosa, direttore del quotidiano La Nuova Sardegna. Sono previsti gli interventi di Anna Paolini, direttore Unesco a Doha, dell’arcivescovo di Sassari, monsignor Gian Franco Saba, dell’arcivescovo di Damasco Jihad Mtanos Battah e di Amal Al Masri, componente del Forum libanese delle donne.

La seconda sessione, dal titolo Dialogo sul nuovo Sudan, sarà moderata dal docente universitario Piero Cappuccinelli e vedrà la partecipazione di Fabrizio Lobasso, console d’ambasciata e Capo ufficio Africa Orientale e Corno d’Africa, Dgmo – Maeci, oltre che già ambasciatore italiano in Sudan, quindi di Abdelwahab Eltayib Bashir Babiker del Center for African Research and Studies dell’università internazionale dell’Africa a Khartoum.

L’ultima sessione mattutina, La cooperazione sulla sicurezza e peacekeeping, sarà moderata dal questore di Sassari Diego Buso. Sono previsti gli interventi di Gennaro Capoluongo, consigliere ministeriale aggiunto della segreteria del Dipartimento della Pubblica sicurezza in materia di cooperazione internazionale di polizia, quindi di Andrea di Stasio, comandante della Brigata Sassari.

Il pomeriggio si aprirà con la sessione dedicata alla cooperazione universitaria, moderata dal docente dell’Università di Sassari Salvatore Rubino. Interverranno Massimo Carpinelli, rettore dell’Università di Sassari, Aziz Pollozhani, rettore dell’Università Mother Theresa di Skopije in Macedonia, lo storico Attilio Mastino e già rettore dell’Università di Sassari, Piero Cappuccinelli dell’Accademia nazionale dei Lincei quindi Luciano Gutierrez, pro-rettore Università di Sassari con la delega al programma Erasmus e cooperazione internazionale.

La quinta sessione dedicata a La cooperazione decentrata sarà moderata dal docente dell’Università di Sassari Quirico Migheli. Interverranno Angela Mameli, vice presidente della Fondazione di Sardegna, Luca Bondioli del Museo delle Civiltà, Federico Chiodi, direttore della Associazione italiana per la solidarietà tra i popoli, Giustina Casu dell’Associazione di volontariato Acos, Francesco Squarotti del Gruppo Umana Solidarietà, Fabrizio Contini di Stintino Holidays.

A chiudere il convegno la sessione dedicata a Educare alla cooperazione e sarà moderata da Stefania Zanetti dell’Università di Sassari. Interverranno Salvatore Correddu, Gabriele Dore, Isabella Fois, Norma Luisa Migheli, Alessandra Rubelli.

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Da lunedì 15 sino al 20 luglio, Nuoro sarà luogo di richiamo di giovani provenienti da 12 Paesi: Brasile, Sudan, Austria, Germania, Francia, Turchia, Mauritius, Siria, Pakistan, Nigeria, Algeria, Olanda e, naturalmente, da tutta Italia. Il successo di presenze è dovuto alla ricca offerta didattica della International Summer School “The Future of Human Rights in Europe”, giunta alla quarta edizione, che si conferma un fiore all’occhiello per il Dipartimento di Giurisprudenza di Sassari e per UniNuoro in termini di internazionalizzazione.

Le attività didattiche si svolgeranno nella sede UniNuoro di via Salaris, che metterà a disposizione strumenti, aule e laboratori. Gli iscritti alla Summer School potranno inoltre godere delle stesse agevolazioni previste per gli studenti universitari di Nuoro in possesso della Carta dello Studente. Visiteranno  gratuitamente i luoghi di cultura della Città e vivranno momenti di socializzazione per promuovere lo scambio di buone pratiche e di esperienze nell’ambito della tutela dei diritti umani. In un momento storico così segnante come quello che stiamo vivendo, Nuoro si conferma territorio chiave per abbattere i muri dei pregiudizi, anche e soprattutto nei confronti dei soggetti deboli (minori, disabili e migranti) e per confrontarsi sui rischi connessi alla preoccupante ascesa dei nazionalismi con il conseguente rischio di un processo di “disintegrazione” europea (Brexit) e su tematiche quali il rapporto tra scienza e diritto (testamento biologico, eutanasia, fecondazione assistita, diritto alla privacy nel web). Tutti questi fondamentali argomenti sono il contenuto del programma della Summer School di quest’anno.

La buona riuscita dell’iniziativa è garantita dal sostegno del Consorzio UniNuoro e dall’impegno del direttore scientifico e del responsabile organizzativo della Summer: prof. Gabriella Ferranti e Maria Cristina Carta, dell’Università di Sassari.

Illustri i relatori tra i quali: Ezio Perillo, Giudice della Corte di Giustizia UE; Domenico Vallario, assistente giurista della Corte europea dei Diritti dell’Uomo; Carla Ciavarella, già Direttore del carcere di Tempio e Nuoro; Pier Virgilio Dastoli, presidente del Consiglio italiano del Movimento europeo e presidente del Centro Studi sui Diritti della Persona e dei Popoli, recentemente istituito a Nuoro; Leone Rizzo, Parlamento europeo. Ed i docenti universitari Angela Di Stasi (Università di Salerno), Paolo Fois (Università di Sassari), Lina Panella (Università di Messina), Federica Rassu (Università di Poitiers), Federico Savastano (Università La Sapienza, Roma). Presenti  anche l’Organizzazione Internazionale Soroptimist con la  Presidente dell’Unione  italiana Patrizia Salmoiraghi e le Associazioni ACOS con la presidente Giustina Casu e  Up & Down con Giovanni Mura. Rappresentato anche il Foro di Nuoro dagli avvocati Stefano Mannironi e Fabio Varone e la Regione Sardegna con il dottor Marco Sechi del Coordinamento regionale per l’accoglienza ai migranti.

Sul piano internazionale sarà presente tra i relatori Alison Jones, rappresentante del Movimento British in Europe.    

Tra gli appuntamenti pubblici si segnala il workshop interattivo “Giovani in azione” di giovedì 18 luglio alle ore 16,30 (ingresso libero) che sarà tenuto da Maria Gabriella Lay, già funzionario ILO, Marina Castellini presidente dell’Università della Terza Età di Alghero e Silvia Serreli docente del Dipartimento di Architettura (Università di Sassari). Un format innovativo che si avvale di dinamiche di gruppo per favorire spirito critico e l’empowerment per una cittadinanza attiva e responsabile. L’evento rientra nelle iniziative celebrative del centenario dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) sviluppate col Dipartimento di Giurisprudenza e di Architettura dell’Università di Sassari, Master Deca Pro e Università delle Tre Età di Alghero. L’evento vedrà una fase preliminare con la visita al Museo ISRE ove, per tutta la durata della Summer, sarà esposta la Tela di Pinocchio “C’era una volta… Grillo Parlante, dove sei?”, che costituirà lo spunto per aprire il dibattito sul tema “lavoro”, sull’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile e su nuove dinamiche per una condivisa visione di futuro per soluzioni che siano economicamente valide, ecologicamente sostenibili e socialmente eque.