18 July, 2024
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Il Circolo Culturale Sardo “Logudoro” di Pavia, nel pomeriggio di sabato 22 settembre 2018, nella sede sociale, ha presentato il libro-intervista con Manlio Brigaglia “Tutti i libri che ho fatto”, pubblicato postumo a cura di Salvatore Tola e Sandro Ruju presso le edizioni Mediando di Sassari.

Ed è stato proprio Salvatore Tola l’ospite d’onore per questa commemorazione celebrativa del professor Manlio Brigaglia (Tempio Pausania, 12 gennaio 1929 – Sassari, 10 maggio 2018), doverosa indiscutibilmente nei confronti di una delle figure più rappresentative dell’intellettualità sarda del secondo Novecento e del primo decennio del Terzo Millennio.

Non poteva peraltro esimersi da un ricordo riconoscente il mondo dell’emigrazione, al quale Manlio Brigaglia è sempre stato vicino sia come firma di prestigio del mensile “Il Messaggero Sardo” (con articoli divulgativi che hanno fatto conoscere gli eventi e i personaggi più significativi della storia sarda anche a sos chi non aiant istudiadu), sia come oratore affascinante in occasione di iniziative culturali dei Circoli della Lega Sarda poi Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (F.A.S.I.).

Manlio Brigaglia ha espresso la sua solidarietà agli emigrati  per tutte le loro battaglie (pro sa limba; contro le scorie nucleari; per la continuità territoriale; per il riconoscimento dell’insularità) e in occasione dei Congressi della federazione dei circoli sardi dell’Italia continentale non ha mai fatto mancare un suo messaggio di incoraggiamento.

Con Pavia Manlio Brigaglia ha avuto un legame particolare, testimoniato da quanto ha scritto nella presentazione del libro di Gianni De Candia: “Sardegna: la grande diaspora. Memorie e ricordi dei 40 anni della cooperativa ‘Messaggero sardo’, 1974-2014” (Sassari, Delfino, 2016).

«L’insegnamento e altri impegni mi hanno impedito di accettare molti degli inviti che mi venivano rivolti dai circoli degli emigrati sardi. Invidiavo il mio amico Tito Orrù, che da Cagliari volava dappertutto ogni volta che lo chiamavano: gli invidiavo quello spirito di servizio che la gente gli riconosceva riconoscente. Credo che nessun sardo di quelli  che stavano in Sardegna e andavano nei circoli sia mai stato tanto voluto bene quanto lui. Praticamente ho finito per andare quasi soltanto al Circolo “Logudoro” di Pavia, quando presidente della FASI (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) era Filippo Soggiu, che abitava proprio lì a Pavia. In realtà ci andavo chiamato come a un obbligo da Paolo Pulina, prima grande organizzatore di manifestazioni nel circolo, poi eletto a responsabile nazionale per i problemi della cultura. Paolo Pulina, ploaghese di nascita e di affetti (difficile dimenticarsene con tutti i libri e le pagine di storia e memorie che ci ha scritto sopra) era stato mio alunno al Liceo “Azuni” di Sassari alla metà degli Anni Sessanta. Nei primi mesi lavorava sui libri con una durezza d’impegno che ricordava la fatica di chi lavora la terra. L’intelligenza, motore di quell’indomabile afficcu, lo portò a buoni risultati scolastici sassaresi e l’accompagnò agli studi milanesi in via Festa del Perdono nei “meravigliosi” anni dei grandi movimenti studenteschi. Laureato in Lettere, lo ritrovai (anche se non ci eravamo mai persi di telefono) funzionario del Sistema bibliotecario della Provincia di Pavia. Con lui ho ritrovato, andando a Pavia, Gesuino Piga, a lungo anche presidente del circolo, che ricordavo autorevole direttore amministrativo dell’Università di Cagliari e grande amico del mio maestro Alberto Boscolo. A Pavia, l’inesauribile fantasia e, perché no, lo speciale attaccamento alla sua terra suggerivano a Pulina convegni e iniziative a nastro, tutti targati Sardegna. Pavia dovrebbero farla, per questo, una specie di città onoraria dell’emigrazione sarda. Qui del resto veniva spesso Tito Orrù, ispirato forse anche dall’aura risorgimentale che si respira nella città dei Cairoli.»

Dopo i saluti della presidente del “Logudoro” Paola Pisano, orgogliosa di poter onorare la memoria di una personalità così importante per la cultura sarda, ha preso la parola  Salvatore Tola, che dagli inizi degli anni Settanta del Novecento è stato il più stretto collaboratore di Manlio Brigaglia.

Il relatore ha sottolineato il fatto che «spesso intento a rivedere dattiloscritti e bozze che gli venivano affidati e impegnato a tutto campo sul fronte culturale, Manlio Brigaglia ha lasciato pochi e scarni scritti autobiografici. Per fortuna questa intervista (svolta a più riprese e da lui attentamente rielaborata fino agli ultimi giorni) getta luce sulla sua attività di collaboratore di riviste e giornali e, soprattutto, di “facitore” di libri. Attraverso questa lunga testimonianza, che pure non affronta altri aspetti importanti della sua vita di studioso e di insegnante, emerge il quadro di una complessa personalità di uomo di cultura e anche, più semplicemente, di uomo».

Salvatore Tola ha raccontato numerosi divertenti aneddoti riferiti alla sua pluridecennale frequentazione con il professore che gli hanno permesso di conoscerlo come grande uomo, esempio straordinario certamente di impegno culturale e moralità, ma anche campione per doti di spirito (per questo volume aveva concepito il sottotitolo: “Storia di uno che voleva fare l’editore ed è finito correttore di bozze”), la cui capacità affabulatoria era proverbialmente nota e attirava masse di ascoltatori  perché era condita con gli ingredienti di una verve inimitabile.

Salvatore Tola ha voluto soffermarsi su una delle tante opere cui Manlio Brigaglia ha legato il suo nome e che a Lui era particolarmente cara: “L’Enciclopedia della Sardegna” in tre poderosi volumi (PaoloPulina ha ricordato che, presentandola, Manlio Brigaglia aveva usato questo “comincio”: «“Questo l’ho fatto io”, come dice il titolo di una famosa rubrica della “Settimana enigmistica”»).

Ha detto Salvatore Tola: «Gli interessi del prof. Manlio Brigaglia erano sempre concentrati sulla Sardegna, la sua storia in primo luogo, ma poi anche tutti gli altri aspetti, dall’economia alle tradizioni, al paesaggio, al crescente sviluppo turistico. Fu da questa conoscenza capillare che nacque in lui l’idea di distribuirla, insieme a una squadra di bravi collaboratori, in una vera e propria enciclopedia: un’opera che, uscita in tre volumi tra il 1982 e il 1988 (concepita e curata da lui in collaborazione con i suoi allievi Antonello Mattone e Guido Melis, pubblicata dalle Edizioni Della Torre), può essere considerata il suo capolavoro nel campo della divulgazione. Non si tratta di un dizionario enciclopedico ma di un’opera a temi: i diversi aspetti dell’isola sono esposti in 156 saggi organicamente accostati e organizzati. Tutti i pezzi sono stati sottoposti a quel lavoro di revisione del quale era grande specialista: sempre con l’intento primario di renderli quanto più possibile leggibili».

Assente, perché ancora in Sardegna, Filippo Soggiu, presidente emerito del “Logudoro” e della FASI, dopo quello di Salvatore Tola sono seguiti altri intervenuti.

Il presidente onorario del “Logudoro”, Gesuino Piga ha ricordato la comune amicizia sua e di Manlio Brigaglia con il professor Alberto Boscolo ed il sentimento che lo ha sempre accomunato a Manlio Brigaglia per le sorti della Sardegna e per la necessità del riscatto economico e sociale dell’Isola.

Il professor Ettore Cau (che è stato docente di Paleografia e poi anche Preside per un anno della Facoltà di Magistero a Sassari nel periodo 1976-1980) ha rievocato i tempi in cui è stato frequentatore assiduo sia del prof. Brigaglia sia del comune amico, il gesuita prof. Raimondo Turtas, autore di una monumentale “Storia della Chiesa in Sardegna”.

Un ricordo è stato portato anche dal prof. Lucio Casali, pavese amante della Sardegna (fa parte della commissione cultura del “Logudoro”) e da Antonello Argiolas (presidente onorario  del Circolo “Grazia Deledda” di Magenta e componente del Comitato Esecutivo della FASI).

Paolo Pulina ha distribuito ai presenti copia del suo articolo apparso su questo sito: https://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com/2018/07/il-libro-postumo-di-manlio-brigaglia-curato-da-salvatore-tola-e-sandro-ruju/

Edoardo Ruiu

edf

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Con il deposito presso gli uffici del servizio di valutazione ambientale dell’assessorato dell’Ambiente della Regione Sardegna, della documentazione inerente l’aggiornamento per la sostituzione del progetto chp con vapordotto da Enel (variante al progetto originale per l’ammodernamento della raffineria di allumina di Portovesme) si fa più forte e pressante la richiesta di arrivare alle definitive autorizzazioni da parte delle rappresentanze sindacali unitarie di fabbrica e dei lavoratori Eurallumina. La richiesta e che queste debbano pervenire assolutamente entro la fine dell’anno in corso. La richiesta della RSU delle tute verdi sulcitane di poter svolgere un incontro per fare il punto sul percorso procedurale ed evidenziare l’urgenza di una conclusione positiva è stata recepita e mercoledì 19 settembre 2018, presso l’assessorato regionale dell’Industria, su convocazione dell’assessore Maria Grazia Piras, si svolgerà alle ore 16.00, una riunione a cui sono stati invitati a partecipare: la presidenza della Giunta regionale, l’assessore dell’Ambiente Donatella Spano, l’assessore del Lavoro Virginia Mura, il coordinatore del Piano Sulcis Tore Cherchi, le segreterie generali regionali Cgil, Cisl e Uil, le segreterie dei chimici a livello regionale e provinciale, l’azienda Eurallumina con il presidente Vincenzo Rosino e l’amministratore delegato Luca Vincenzi.

Dal punto di vista tecnico, la variante al progetto aggiornato consiste principalmente nella sostituzione della prevista centrale cogenerativa a carbone (chp) per produrre l’energia termica ed elettrica necessaria alla raffineria, con un vapordotto di convogliamento del vapore dalla centrale termoelettrica Grazia Deledda di Portovesme dell’Enel distribuzione, con restituzione delle condense da parte dell’Eurallumina. Prevede, inoltre, la riduzione della vita utile dall’installazione sino ai 10 anni, e la limitazione dell’altezza di deposizione dei residui di lavorazione nel bacino nei settori a e b attuali, l’eliminazione dell’installazione del secondo scaricatore portuale ed il prelievo della energia elettrica necessaria dalla rete nazionale. Rimane sostanzialmente confermata la conversione della raffineria per l’utilizzo delle bauxite tri-idrate con l’attacco da alta a bassa pressione, l’ampliamento areale del bacino per lo stoccaggio dei residui di lavorazione previo trattamento di disidratazione attraverso un impianto di presso filtratura, ed il progetto per lo scarico portuale del carbone con consegna all’esistente carbonile Enel.

L’iniziativa consentirà il raggiungimento delle condizioni necessarie per la ripresa delle attività di Eurallumina, garantendone la competitività sui mercati internazionali. Il progetto comporterà, rispetto alla precedente configurazione dell’impianto, una riduzione delle emissioni in atmosfera. La messa a dimora dei residui delle lavorazioni disidratati consentirà di migliorare l’impatto ambientale del sito di stoccaggio adeguandolo alle migliori tecnologie disponibili del settore (mtd). Le opere connesse alla realizzazione avranno limitati impatti paesaggistici, e non sono attesi effetti ambientali significativi sia in fase di cantiere che di esercizio. Il progetto ha già ricevuto la valutazione positiva del ministero dell’Ambiente in data 29/05/18. Alle autorizzazioni Via ed Aia, è legato il sostegno ai lavoratori nel periodo transitorio (per il 2019, l’avvio produzione è indicato per l’inizio del secondo semestre 2020) essendo gli attuali ammortizzatori sociali in scadenza 31/12/2018, e per ottenere un rinnovo occorre avere la certezza degli investimenti che non potranno partire senza le sopracitate autorizzazioni. Per questo motivo cresce la preoccupazione tra i lavoratori che non hanno mai interrotto lo stato di mobilitazione permanente, e sono pronti a mettere in campo ogni possibile iniziativa per il raggiungimento dell’obiettivo lungamente inseguito, e che mai come in questo momento appare raggiungibile. Il piano industriale prevede 357 lavoratori diretti (saranno un centinaio le nuove assunzioni) e il convogliamento di altre 250 persone tra indiretti, indotto, servizi e fornitori. Attualmente, per il mantenimento degli impianti, si alternano in rotazione circa 100 lavoratori diretti ed una trentina degli appalti. Gli investimenti previsti sono circa 240 milioni di euro.

RSU Eurallumina

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Il NurArcheoFestival si fa ancora in due. La rassegna teatrale, organizzata dal Crogiuolo e diretta da Rita Atzeri, anche quest’anno ha messo in campo, in accordo con l’sssessorato regionale del Turismo, un festival nel festival, che dal 13 al 24 agosto coinvolgerà diversi comuni con meno di tremila abitanti: Laconi, Pau, Meana Sardo, Perdaxius, Barumini, Bitti, Allai, Villaperuccio.
Si parte con uno degli appuntamenti più attesi, “Canne al vento”, paesaggi sonori, una nuova produzione del Crogiuolo liberamente ispirata al romanzo di Grazia Deledda, pensata appositamente per i 10 anni del NurArcheoFestival, con protagonista Caterina Murino, voce recitante, testo e regia di Rita Atzeri, in scena lunedì 13 agosto, alle 22.00, al Menhir Museum – il Museo della statuaria preistorica in Sardegna – di Laconi (alle 21.30 si terrà la visita guidata al Museo). Caterina Murino sarà accompagnata dalle musiche originali di Francesco Medda – Arrogalla e dal coro composto dalla stessa Rita Atzeri e dalle attrici e cantanti Gisella Vacca, Manuela Ragusa, Alessandra Leo. L’anteprima nazionale dello spettacolo è stata presentata il 9 agosto al Teatro Romano di Nora, nell’ambito della Notte dei Poeti, raccogliendo applausi convinti di consenso e apprezzamento. 

“Canne al vento, paesaggi sonori” ha l’impianto dell’oratorio per voce recitante e coro ed è sospeso fra il tempo passato e quello moderno e contemporaneo. Alla voce narrante di una intensa Caterina Murino – l’attrice cagliaritana ha raggiunto con il cinema la notorietà internazionale – sono affidati gli estratti del romanzo della scrittrice nuorese premio Nobel, un fermo immagine su una Sardegna di un passato ormai remoto, che giunge a noi, oggi, grazie agli ambienti naturali, che si è riusciti a preservare e mantenere incontaminati. Una Sardegna arcaica, che i moderni viaggiatori ricercano quando sbarcano sulla nostra terra, affiancando spesso a questa immagine anche idee stereotipate sul “sardo” e sulla “sardità”: dal porceddu all’ospitalità ad ogni costo. Al coro delle quattro attrici e cantanti è affidato il compito di fare da contrappunto, attraverso la lettura di brani di autori come Francesco Masala e Marcello Fois, testimonianze, fatti di cronaca. Raccontando, dunque, la mutazione paesaggistica e antropologica che dalla Sardegna dei primi del Novecento ci conduce al duemiladiciotto, attraverso una storia di mancati riconoscimenti e falsi miti, passando attraverso il fallimento di due piani di rinascita, la fede nel nuovo Dio Petrolio, l’impianto dell’industria bellica (basi militari, Rwm di Domusnovas), i problemi dell’occupazione, il sogno di un’isola museo che rilancia la sua economia e vive di turismo, l’emigrazione dei nostri nonni e l’accoglienza dei migranti. A Francesco Medda Arrogalla il compito di creare una partitura sonora che riporti al tempo presente la Sardegna arcaica immortalata dalla Deledda, per affiancarla e fonderla con sonorità contemporanee.

“Canne al vento” è il romanzo che valse alla scrittrice nuorese il Premio Nobel per la letteratura nel 1926. Narra le vicende della famiglia Pintor: padre, madre e le quattro figlie (Ruth, Ester, Noemi e Lia) che abitano in un villaggio sardo, chiamato Galte. Si tratta di una famiglia di origine nobile, dove le donne si dedicano ai lavori domestici e sono costrette a sottostare alla volontà di un padre prepotente, che si preoccupa solo di mantenere il prestigio e la reputazione della sua famiglia agli occhi della comunità isolana. Insieme a loro il fedele servitore Efix, un uomo tormentato dal senso di colpa per un antico delitto. Solo Lia si ribella a questa condizione di mestizia malinconica, trasgredendo le regole imposte dal padre, Don Zame, che è descritto come un uomo cupo e violento, paragonato al diavolo. Lia decide quindi di fuggire dalla Sardegna e approda a Civitavecchia. Don Zame impazzisce per il disonore e tenta invano di inseguirla, rimanendo poi vittima di una misteriosa morte. L’apparizione di Giacinto, il figlio di Lia, porta, nel bene e nel male, nuova linfa nella vecchia casa (e agli intrecci della trama), suscitando reazioni contrastanti nelle zie. Poi tutto torna come prima. Il tempo ricomincia a scorrere con la lentezza consueta. Il senso di immobilità è scosso solo dalla morte di Efix e dal matrimonio di convenienza di Noemi con il ricco cugino don Pedru (in scena viene efficacemente riportato il significativo contrasto fra l’attitidu, il tradizionale canto funebre, per il servo e la festa di nozze).
La  fragilità umana – gli uomini e le donne sono visti come esseri fragili, piegati come canne al vento – l’amore, l’onore, la povertà, l’amara consapevolezza di un destino già segnato, sono alcuni fra i temi che emergono dalla lettura del testo. Sullo sfondo il paesaggio sardo, visto come un mondo senza tempo e pervaso da una sorta di mistero. La Deledda descrive l’amata Sardegna, soffermandosi da una parte sulla staticità delle antiche usanze e rilevandone dall’altra il rapido sviluppo industriale e tecnologico. E si diletta a scrivere sia in lingua italiana che in lingua sarda, utilizzando molto spesso termini dialettali.

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Dopo la seconda giornata (sabato 21 luglio) alla Butterfly House e al sito di Monte Baranta, a Olmedo, che hanno accolto le esibizioni della Corale studentesca Città di Sassari e del Coro polifonico Turritano, si è conclusa ieri con la tappa finale a Torralba la prima edizione del Festival delle Bellezze.

A partire dalle 18.00 a fare da scenografia all’evento ieri, domenica 22 luglio, è stato il tramonto sul Nuraghe Santu Antine e in serata, alle 21.00, le sale del Cinema Caffè di Torralba.

La serata al Nuraghe Santu Antine si è aperta con l’esibizione del Coro Femminile di Padria, che ha eseguito “Deus ti salve Maria” sotto la direzione del maestro Antonella Senes, docente di canto e musica corale a Giave, a Bonorva e a Padria.

Nel corso della serata testi di Grazia Deledda, Marcello Fois e Sergio Atzeni hanno scandito diversi momenti suggestivi fra i canti del Coro sardo Città di Ozieri, Direttore Mario Coloru, e del Concordu Planu de Murtas di Pozzomaggiore del maestro Piergiorgio Masia: Procurade e moderare, S’Anzonedda, Sabore e Sardigna, Saldigna mia, Duru  Duru…

La presenza dei cori è stata possibile grazie a Antonio Deiara, musicologo e compositore di fama nazionale.

Dopo Emergency, protagonista della prima giornata al Centro Restauro di Li Punti, Ponti non muri, presente alla seconda giornata nella Butterfly House, è stata la volta ieri di Amnesty International. Da diversi anni quest’ultima associazione collabora con il direttore artistico dell’evento, il maestro del Nova Euphonia Vincenzo Cossu. In tutti i concerti, sin da aprile 2017, il Nova indossa il braccialetto giallo Verità per Giulio Regeni. Prima del passaggio dal Nuraghe Santu Antine al Cinema caffè di Torralba, dove si è svolta la seconda parte della serata, il pubblico ha partecipato al rinfresco, denominato simbolicamente dal maestro Vincenzo Cossu “Agape” in memoria dell’antico rito paleocristiano che univa convivialità e condivisione caritatevole. Il ricavato del rinfresco, infatti, sarà devoluto in parte proprio ad Amnesty.

La serata è proseguita al Cinema Caffè di Torralba, palco del Cine-concerto dei giovani del Nova Euphonia. Presenti all’evento il sindaco di Torralba, Vincenzo Dore, la segretaria generale del comune di Torralba, Tomasina Manconi, la presidentessa della FERSACO, Maria Maddalena Simile, il direttore della Scuola civica di Musica Meilogu, Bruno Camera, la referente per la Soprintendenza del Nuraghe Santu Antine, Nadia Canu, direttore del centro di Restauro di Li Punti, Alba Canu, che ha portato i saluti del sindaco di Sassari, Nicola Sanna.

Si conclude così la prima edizione del Festival delle Bellezze. La sfida organizzativa di una giovane associazione Culturale-Musicale, l’Insieme Vocale Nova Euphonia. Un’occasione per offrire alla musica di qualità contesti straordinari. Un tentativo di fare rete fra le realtà più dinamiche del panorama culturale isolano: la Soprintendenza delle province di Sassari e Nuoro; i comuni di Sassari, Olmedo e Torralba; la Scuola Civica di Musica Meilogu; la FERSACO; la cooperativa La Pintadera; il Cinema caffè di Torralba, Amnesty International; Emergency; Ponti non Muri. L’evento ha registrato la presenza di circa un migliaio di visitatori nelle tre giornate del Festival delle Bellezze.

Luciana Satta

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La Libreria Mondadori di Iglesias, in collaborazione con l’Associazione Culturale Teatrale “Quinte Emotive” organizza “La letteratura incontra il teatro”, il passaggio dalla parola letteraria all’azione scenica, progetto ideato e condotto dal regista Paolo Angioni.

L’analisi drammaturgica dei personaggi protagonisti di alcuni tra i più importanti romanzi della scrittrice Grazia Deledda (Canne al vento, Marianna Sirca, Elias Portolu e Incendio nell’oliveto) delinea l’argomento principale del laboratorio didattico.

L’evento si terrà mercoledì 16 maggio, dalle ore 18.00, nella sala Remo Branca di Piazza Municipio, coordinato dal regista Paolo Angioni, con la partecipazione degli allievi del laboratorio permanente e dai membri della Compagnia teatrale.

L’approccio teatrale al personaggio letterario si sviluppa in molteplici percorsi convergenti, il cui punto di partenza è rappresentato dalla comprensione del testo. Vengono poi definite le cosiddette “azioni esterne” e “azioni interne” che determinano “la spina” del personaggio, il senso d’identità (o il carattere) e l’obiettivo da perseguire. L’individuazione di questi requisiti, fondamentali per lo studio drammaturgico, si fanno spazio nel tessuto narrativo per individuare il percorso di ciascun personaggio e raggiungere così la consapevolezza di se stessi, all’interno della narrazione.

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E’ stata ufficializzata oggi un’importante novità nel progetto di rilancio dello stabilimento Eurallumina di Portovesme. La centrale a carbone, prevista per l’approvvigionamento energetico dell’Eurallumina, è stata stralciata dal progetto della Rusal presentato alla Regione e che ora prevede, in accordo con l’Enel, il collegamento al vaporodotto attraverso la centrale Grazia Deledda di Portoscuso. Su questa variante si dovrà pronunciare il ministero dell’Ambiente che stamane si è confrontato sull’iter procedimentale con i tecnici dell’assessorato della Difesa dell’Ambiente guidati dalla direttrice generale, Paola Zinzula, e dal coordinatore del Piano Sulcis, Tore Cherchi.
«Siamo soddisfatti – ha detto l’assessore della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano – perché non si farà più la centrale a carbone: era un’ipotesi già tentata nel 2012, ma che è diventata percorribile grazie al nostro lavoro, alla collaborazione e all’azione sinergica del ministro Carlo Calenda e del presidente Francesco Pigliaru, in coerenza con la Strategia Energetica Nazionale e mantenendo l’equilibrio tra tutela dell’ambiente e occupazione.»
«Accogliamo con favore che a Roma, questa mattina, si sia fatta chiarezza sull’istruttoria che riguarda il progetto Eurallumina – ha concluso Donatella Spano -, stabilendo modalità e tempi sia per il livello nazionale che per quello regionale e riconoscendo l’importante lavoro fatto dai tecnici dell’assessorato.» 
Il coinvolgimento del Ministero sospende la procedura regionale, che riprenderà una volta che arriverà il pronunciamento sulla Via (valutazione di impatto ambientale) nazionale. La Rusal potrà decidere se mantenere il procedimento con la variante proposta o presentare un nuovo progetto.

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E’ stato presentato a Portoscuso, nella sala riunioni della biblioteca comunale, nel corso di un incontro organizzato dal coordinamento del Piano Sulcis, il programma delle bonifiche dei suoli e della falda superficiale nell’Area Industriale di Portovesme.

All’invito del coordinatore del Piano Sulcis, Salvatore Cherchi, hanno risposto, tra gli altri, il sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda; l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente, Donatella Spano; l’amministratore straordinario della provincia del Sud Sardegna, Mario Mossa; il presidente del Consorzio industriale, Federico Strina; dirigenti delle aziende di Portovesme; sindacalisti; rappresentanti di associazioni ambientaliste; amministratori dei comuni del territorio, lavoratori e cittadini.

I lavori, dopo la presentazione di Salvatore Cherchi ed il saluto del sindaco di Portoscuso, Giorgio Alimonda, sono stati aperti dalla relazione dell’ingegner Alessandro Murgia, tecnico dell’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente sullo stato delle bonifiche. Sono seguiti gli interventi dell’ing. Giuseppe Toia, uno dei manager storici di Alcoa; di Mario Mossa, amministratore della provincia del Sud Sardegna; di Franco Bardi, sindacalista della Fiom Cgil; telefonicamente, da Roma, dell’ingegner Laura D’Aprile, rappresentante della Direzione Generale per la Salvaguardia del Territorio e delle Acque Divisione III Bonifiche e Risanamento del ministero dell’Ambiente; dell’ingegner Vincenzo Tiana di Legambiente; Rino Barca, segretario regionale uscente della FSM Cisl; Pietro Caredda, responsabile dell’attività di bonifica della Portovesme srl; l’ingegner Maurizio Ardu, responsabile della Centrale Enel Grazia Deledda di Portovesme e, infine, l’assessore regionale della Difesa dell’Ambiente Donatella Spano.

Dal dibattito è emerso il significativo passo in avanti compiuto dal programma di bonifiche dei suoli e della falda superficiale, reso possibile dall’intesa raggiunta dalle aziende che si sono accollate, nel rispetto del principio “chi inquina paga”, l’intero costo degli interventi.

Vincenzo Tiana ha riconosciuto l’importanza di questo risultato ma non ha mancato di sottolineare che l’utilizzo del carbone, come prevedono gli accordi a livello comunitario, è superato, ed ha aggiunto che non è accettabile la sopraelevazione del bacino dei fanghi rossi dell’Eurallumina e che se si vuole procedere con i programmi di rilancio della produzione, va individuato un nuovo sito di stoccaggio dei residui di lavorazione.

Il coordinatore del Piano Sulcis ha presentato a tutti i convenuti il rapporto aggiornato al 31 dicembre del programma delle bonifiche, che riepiloga le principali azioni di bonifica e/o di messa in sicurezza operativa e/o permanente dei suoli e attività di messa in sicurezza d’emergenza e/o bonifica della falda acquifera, realizzate, in realizzazione o di cui è stata decisa la realizzazione nell’Area Industriale di Portovesme, con investimenti a carico totale delle Aziende che li hanno in attuazione – Alcoa, Portovesme srl, Eurallumina, Enel, Ligestra.

Queste azioni sono state deliberate con una serie di decreti del ministero dell’Ambiente poiché riguardano un Sito d’Interesse Nazionale (SIN Sulcis-Inglesiente-Guspinese) e a seguito di complessi procedimenti conclusi con conferenza di servizi decisoria. Tali procedimenti hanno fortemente impegnato l’assessorato regionale dell’Ambiente, la provincia SUD Sardegna, il Comune di Portoscuso, Arpas, Ispra e altri pubblici soggetti, oltre alle Aziende interessate.

Si tratta di impegni che attualmente ammontano a oltre 170 milioni di euro per costi di investimento e a oltre 60 milioni di euro per costi di gestione parametrati per difetto su 5 annualità. Deve essere sottolineato che il costo del risanamento della falda è stato stimato sulla base di un progetto risalente ad alcuni anni fa che deve essere aggiornato in relazione ai fatti e alle decisioni nel mentre intervenuti e che poi andrà approvato in sede di Conferenza di Servizi. Peraltro, per determinati interventi, ad esempio ancora per la bonifica della falda acquifera, sono riportati costi OPEX per cinque anni laddove è assai probabile che la durata del programma avrà una proiezione decennale con un corrispondente incremento dei costi; in ogni caso, la conclusione del programma è subordinata all’esito positivo del monitoraggio per tre anni consecutivi.

Il più rilevante programma da avviare, sebbene già decretato, riguarda il barrieramento idraulico consortile, sono però già in attività gli impianti per la Messa in Sicurezza d’Emergenza – MISE negli stabilimenti e lungo il perimetro del bacino fanghi rossi.

Vediamo ora l’intervento iniziale di Salvatore Cherchi; l’intervento telefonico dell’ingegner Laura D’Aprile, rappresentante della Direzione Generale per la Salvaguardia del Territorio e delle Acque Divisione III Bonifiche e Risanamento del ministero dell’Ambiente e quello conclusivo dell’assessore regionale dell’Ambiente Donatella Spano.

    

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215738495923320/

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215738533084249/

 

 

 

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Roberto Forresu, segretario territoriale della FIOM CGIL Sulcis Iglesiente.

Irrompe la campagna elettorale, i partiti che puntano a governare il Paese e che si accingono ad esprimersi nel nostro territorio, mettano in evidenza le loro posizioni sui temi nazionali, ma allo stesso modo, entrino nel merito delle problematiche legate al mondo del lavoro ed in particolare quelle del Sulcis Iglesiente, territorio che nel caso non si trovino soluzioni immediate rischia un esplosione sociale senza precedenti.

Fallimenti industriali nella terziarizzazione dell’alluminio (ex Ila ed ex Sardal); ritardi nel rilancio di parte della filiera di alluminio (Alcoa ed Eurallumina); fermata sempre più lunga e preoccupante della centrale ENEL di Portovesme, con conseguente rischio di ulteriori richieste di ammortizzatori sociali, per le aziende ed i 300 operai degli appalti che dovrebbero essere impegnati quotidianamente nella centrale (al momento circa 200 lavoratori interessati a contratto di solidarietà e cassa integrazione, augurandoci che mai diventino esuberi); attesa infinita per l’autorizzazione della nuova discarica per la Portovesme srl, che fa vivere in costante apprensione i 1.300 lavoratori interessati al futuro della fabbrica di piombo e zinco; ritardo nel riconoscimento degli ammortizzatori sociali in deroga per i lavoratori che dovrebbero essere “traghettati” con un minimo ammortizzatore sociale, alla ripartenza delle fabbriche legate all’alluminio.

Questi ci auguriamo siano alcuni dei temi fondamentali che tutti gli schieramenti politici si accingeranno ad affrontare nei dibattiti che in questi giorni assisteremo nel territorio più povero d’Italia: il Sulcis Iglesiente. TUTTI, mettano al corrente, le migliaia di famiglie che soffrono la mancanza di lavoro, quale è la loro idea di rilancio e di garanzia occupazionale per il futuro. Quali prospettive industriali ci dobbiamo attendere da ogni singolo partito o schieramento politico; i lavoratori, in particolare i lavoratori metalmeccanici affrontino questa tornata elettorale con la massima attenzione, incalzino gli interlocutori politici sulle questioni sopra descritte, facendo comprendere loro, che il voto che verrà chiesto per il 4 di marzo dipenderà dagli impegni SERI che la classe politica prenderà, e soprattutto sarà in grado di attuare per il futuro del nostro paese e per il nostro straordinario e poco valorizzato Territorio.

Non c’è più tempo da perdere, nel Sulcis-Iglesiente, la chiusura delle fabbriche, la citata crisi che sta interessando la centrale Grazia Deledda Enel di Portovesme, hanno fatto riscoprire la creatività a  molti lavoratori; per necessità in tanti, hanno riscoperti mestieri o valori, che il boom industriale degli anni ’70 aveva accantonato, tipo il pane o la pizza fatta in casa, le coltivazioni degli orti o l’inventarsi imbianchino o muratore o idraulico, etc… con conseguente ed inevitabile crisi dei piccoli negozi, del mondo delle partite iva, moltissimi dei quali sono stati costretti alla chiusura, come possiamo verificare giornalmente dalle tante serrande chiuse. Per superare questo drammatico momento, chiunque si accinga ad affrontare la campagna elettorale, SAPPIA che per quanto ci riguarda, c’è assoluta necessità di affrontare i temi legati al futuro industriale, ed in base alle risposte che si daranno, i lavoratori metalmeccanici giudicheranno.   

Segreteria Territoriale

FIOM CGIL

Sulcis Iglesiente

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Il responsabile del dipartimento immigrazione della Lega, Toni Iwobi, apre oggi a Sassari la campagna elettorale della “Lega-Salvini premier” in Sardegna.

Alle 19, nella sala convegni dell’Hotel Grazia Deledda (Viale Dante, 47), Iwobi presiederà l’incontro pubblico al quale partecipano, tra gli altri, il segretario del Psd’Az, Christian Solinas (capolista per il Senato nel collegio plurinominale unico della Sardegna), il commissario della Lega nell’Isola, Eugenio Zoffili, i coordinatori provinciali della Lega, Dario Giagoni (capolista per la Camera dei Deputati nel collegio plurinominale Sassari-Gallura-Nuoro-Ogliastra) e Guido De Martini (capolista per la Camera nel collegio plurinominale Oristano-Medio Campidano-Sulcis-Cagliari), il candidato della coalizione del centrodestra al Senato, Antonio Moro (collegio uninominale Sardegna Nord) e la candidata della coalizione del centrodestra alla Camera, Maria Grazia Salaris (collegio uninominale Sassari-Alghero-Porto Torres). Partecipano inoltre i candidati Lega-Psd’Az del collegio plurinominale della Camera, Ilaria Faedda, Giovanni Nurra e Giorgia Vaccaro ed i candidati del collegio plurinominale del Senato, Lina Lunesu, Antonio Scanu e Carla Puligheddu.

Toni Iwobi, oltre a ricoprire il ruolo di responsabile del dipartimento immigrazione è candidato con la Lega alle elezioni per il rinnovo del parlamento italiano. Arrivato dalla Nigeria nel 1976 ha ottenuto il primo visto da studente nell’università di Perugia, dirige un’azienda informatica, è consigliere comunale in Lombardia.

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L’Amministrazione comunale di Carbonia esprime soddisfazione per il bilancio delle prime due serate della nuova stagione di prosa e danza “Carbonia 80″, rassegna che prevede complessivamente otto appuntamenti, curati dal Cedac e dal Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo Sardegna, con il patrocinio ed il contributo economico del comune di Carbonia.

I numeri parlano da soli: 353 spettatori presenti al Teatro Centrale per lo spettacolo d’esordio della rassegna “Carbonia 80”, dal titolo “Quasi Grazia” di Marcello Fois, a cui fanno seguito 352 persone che hanno assistito all’esibizione di danza “Lo Schiaccianoci”, a cura della compagnia Il Balletto di Roma. 

Nel dettaglio, “Quasi Grazia” di Marcello Fois, lo spettacolo che ha visto Michela Murgia cimentarsi nel ruolo della scrittrice sarda più famosa al mondo, Grazia Deledda, ha registrato cifre considerevoli, con 200 biglietti venduti, a cui si sommano i 153 abbonati. Cifre replicate quasi in modo analogo dalla splendida performance eseguita sabato scorso dalla compagnia “Il Balletto di Roma” che, con “Lo Schiaccianoci”, ha portato 199 paganti e i 153 abbonati.

«Abbiamo investito una somma importante per l’organizzazione della nuova stagione di prosa e danza: 28mila euro, a cui si aggiunge la concessione gratuita del Teatro Centrale (quantificabile in circa 2mila euro), per una cifra complessiva di circa 30mila euro. Uno sforzo economico ingente per festeggiare nel migliore dei modi l’ottantesimo compleanno della nostra città. Siamo soddisfatti della risposta del pubblico e della qualità degli spettacoli proposti nelle serate del 7 e del 13 gennaio», ha affermato l’assessore della Cultura Sabrina Sabiu.