21 November, 2024
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Torre Cannai 1 copia

Mercoledì 15 ottobre, alle ore 17.00, presso la Torre Canai di Sant’Antioco, approda la 2ª edizione della rassegna “Pianeta in Vendita”.

L’Osvic, l’Associazione Italia Nostra nelle sezioni Sinis Cabras Oristano, Sassari, Sant’Antioco e Cagliari, il C.S.C. UNLA di Oristano, propongono, per il secondo anno consecutivo, un’analisi dell’argomento TERRA, la tutela dei paesaggi e la resistenza dei territori, attraverso lo strumento del cinema, tema più che mai d’attualità, considerate le numerose emergenze ambientali e sociali che continuano ad interessare il territorio regionale e che hanno avuto nell’alluvione del 18 novembre 2013 il momento forse più drammatico.

Un’iniziativa itinerante dal titolo “Pianeta in Vendita”: Il cinema per raccontare la difesa dei territori e i diritti delle comunità racconterà attraverso le pellicole proposte, le violazioni dei diritti di comunità e popoli e l’attacco indiscriminato al paesaggio, con un focus particolare sul tema del dissesto idrogeologico del territorio. Su questo tema è stato importante il contributo del giornalista Gian Antonio Stella che ha presenziato all’inaugurazione dell’iniziativa, a Oristano, lo scorso 9 ottobre. Dopo la tappa di Sant’Antioco, l’iniziativa proseguirà a Cagliari (sottopiano del Palazzo Civico di Cagliari, ore 17.00) e si concluderà il 21 a Sassari (Biblioteca comunale, ore 17.00).

I documentari, Fango di Emanuele Piccardo e La Conchiglia di Abdulkadir Ahmed Said, racconteranno le violazioni dei diritti di comunità e popoli, ma anche l’impegno prezioso di comitati ed associazioni che in ogni parte del mondo sono accomunati da un sottile “filo rosso”: la volontà di porre i beni comuni fuori da qualsiasi logica di mercato e di speculazione, nel “ritorno alla terra” e ai suoi valori imprescindibili.

La serata di Sant’Antioco sarà introdotta da Paola Gaidano dell’OSVIC e da Graziano Bullegas di Italia Nostra. La proiezione sarà seguita da un dibattito – introdotto da Teresa Dorati e da Salvatore Orrù – sul dissesto idrogeologico con particolare attenzione alla realtà antiochense: si parlerà di opere inutili e dannose per il territorio e per le casse comunali.

Sant'Antioco.

La sezione #Italia Nostra di Sant’Antioco prende posizione contro l’installazione di «troppi tralicci e radiazioni elettromagnetiche vicino a scuole ed asili».

«Negli ultimi mesi nel centro urbano di Sant’Antioco – si legge in una nota di Graziano Bullegas – le antenne per la telefonia mobile nascono come funghi. Un elevato traliccio di diverse decine di metri è sorto poco prima dell’estate nell’area della Cantina Sociale di Sant’Antioco e l’altro è in fase di installazione a fianco del cimitero comunale. I due apparati hanno la caratteristica di essere ubicati vicinissimo alle case di civile abitazione, e in prossimità di scuole e luoghi di culto.

Il traliccio che sta sorgendo in viale dei Pini si trova a 70 mt dall’ex asilo infantile “Carlo Sanna” oggi scuola materna, a 100 mt dalla casa per l’anziano e alla stessa distanza delle scuole elementari di Via Virgilio, mente il plesso delle scuole media di via Salvo D’Acquisto dista poco più di 200 mt. Ma non basta, in un raggio di 300 mt dall’antenna si trovano l’area archeologica di Sant’Antioco (la necropoli di Sulki), la Basilica di Sant’Antioco, il #Forte su Pisu e poco distante il #Tofet ed il #museo archeologico comunale Ferruccio Barreca, etc… L’antenna sarà inoltre ubicata in prossimità del #centro storico di Sant’Antioco e a pochi metri dal perimetro del Centro matrice.»

«Fatto ancora più grave – aggiunge Graziano Bullegas – è che lo scorso novembre il #Consiglio comunale di Sant’Antioco ha approvato all’unanimità il “Regolamento comunale per il corretto esercizio ed insediamento degli impianti di telefonia mobile”, e che tale regolamento omette di inserire l’asilo “Carlo Sanna” e la “Casa per l’Anziano” tra le aree sensibili meritevoli di tutela, oltre l’intera area archeologica e il Museo archeologico. In palese difformità rispetto alla normativa regionale che obbliga a provvedere alla “individuazione, perimetrazione, costituzione e eventuali modifiche delle aree sensibili” senza prevedere alcuna discrezionalità di scelta tra edifici scolastici, residenze per anziani, parchi gioco e beni culturali e identitari.

«Purtroppo – sottolinea ancora il responsabile della sezione Italia Nostra di Sant’Antioco – la nocività delle radiazioni elettromagnetiche sulla salute delle persone e degli animali e sull’intero ecosistema è ormai un dato accertato, anche per esposizioni ad emissioni al disotto della soglia prevista dalle norme di legge italiane, la bibliografia sulla materia è cospicua: Levis, Marinelli, e gli stessi #ISPESL e #CNR hanno pubblicato studi e documenti sull’argomento. È indubbiamente un caso questo in cui è necessario applicare il principio di precauzione, istituito per governare situazioni che possono creare danni seri ed irreversibili, quando esistano validi motivi per farlo, anche se non si ritiene ancora stabilita una certezza scientifica.

Oltre alle questioni sanitarie esiste un serio problema di impatto paesaggistico creato dal traliccio, anche in considerazione della criticità del sito, ubicato vicino alle aree culturali di più rilevante interesse storico e archeologico. È assurdo infatti che il regolamento comunale abbia omesso di individuare tra le aree sensibili di interesse storico-architettonico e paesaggistico-ambientale, quelle più importanti e maggiormente conosciute e fruite.

La #sezione di Sant’Antioco di Italia Nostra, accogliendo anche le numerose segnalazioni ed i contributi di cittadini preoccupati, ha inoltrato un esposto al Comune, all’ARPA Sardegna, alle Soprintendenze per i Beni culturali e paesaggistici e al Servizio tutela paesaggistica della Regione chiedendo l’immediata revoca dell’autorizzazione all’installazione dell’impianto di telefonia mobile in Viale dei Pini e la sospensione dell’operatività dell’impianto di telefonia mobile installato nella Cantina Sociale di Sant’Antioco, ricordando l’art. 32 della Costituzione Italiana sulla tutela della salute, lo statuto comunale, il principio di precauzione e citando a tal proposito l’ordinanza del TAR Sardegna emessa in occasione del contenzioso sui radar della Guardia di Finanza.

«L’Associazione – conclude la #sezione Italia Nostra di Sant’Antioco – ha chiesto inoltre la revisione e l’aggiornamento dell’intera “regolamentazione comunale per il corretto esercizio ed insediamento degli impianti di telefonia mobile”, affinché vengano corretti i macroscopici errori presenti includendo tutte le aree sensibili e i beni culturali e paesaggistici presenti nel territorio comunale, venga vietata l’installazione di impianti che emettono radiazioni elettromagnetiche in tutto il centro urbano di Sant’Antioco o, comunque, a ragionevole distanza dagli edifici frequentati e dalle case di civile abitazione ed in prossimità dei Beni paesaggistici e culturali.»

Coquaddus copia Cristiano Erriu Ninetto Deriu Centro termale 1 Convegno Centro termale 2

Sul Centro termale di Coquaddus, mentre l’imprenditore Ninetto Deriu attende il primo confronto in Regione, il presidente di Italia Nostra Sardegna si oppone ancora al progetto.

L’assessore regionale dell’Urbanistica, Cristiano Erriu, il 17 aprile, come si ricorderà, aveva fatto una significativa “apertura” al progetto, nel corso del convegno svoltosi nella sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu, e proprio le parole dell’ex sindaco di Santadi hanno provocato una nuova presa di posizione del presidente di Italia Nostra Sardegna, Graziano Bullegas, contrario alla sua realizzazione nel sito di Coquaddus, che ha scritto una lettera aperta al responsabile regionale del settore Urbanistica.

«La Giunta regionale sta lavorando alla revisione del Piano Paesaggistico regionale e allo stesso tempo sta lavorando ad una nuova legge urbanistica – aveva detto Cristiano Erriu nel corso del suo intervento – non vogliamo perdere tempo, perché il tempo non è più una variabile indipendente, con i tempi che corrono, la semplificazione edilizia, la semplificazione amministrativa, costituisce uno degli obiettivi del programma di governo del presidente Pigliaru. Le esigenze di risposte celeri e immediate che il mondo dell’impresa giustamente pretende da una pubblica amministrazione, per molti versi nel passato disattenta e distante, sono due piste di lavoro sulle quali la Giunta si è spesa e vuole spendersi in futuro. Questo non significa trascurare le esigenze dell’ambiente e l’opinione di chi, portatore di interessi diffusi e le associazioni ambientaliste, deve partecipare al processo partecipativo che abbiano avviato, ma ecco perché vogliano ricostruire le basi dello sviluppo della Sardegna, fondandole non più su una spesa pubblica ormai inesistente, ma solo sugli investimenti dei privati che devono essere messi nella condizione di poterlo fare».

«L’impressione immediata, la risposta immediata che mi sento di dire all’imprenditore Deriu e a tutti voi – ha aggiunto Cristiano Erriu -, è che all’assessorato dell’Urbanistica troverà risposte, orecchie disponibili ad ascoltare, tempo da dedicare per affrontare i nodi che devono essere sciolti, problemi che devono essere approfonditi, risposte che possono essere date, facendoci carico anche del lavoro di regia e di coinvolgimento di altre autorità, quelle ambientali in primo luogo, ma anche le varie soprintendenze, per cercare di costruire le condizioni perché su questo progetto, magari modificato, aggiornato e rivisto ma in linea con le aspettative di un territorio che mi pare di capire su questo progetto crede molto, è nostro dovere occuparcene con serietà e tentare di dare risposte.

Graziano Bullegas nella sua lettera ribadisce le motivazioni della contrarietà al progetto che, se venisse approvato – sostiene – «violerebbe numerose leggi e norme urbanistiche e paesaggistiche, in quanto si tratta di aree tutelate dal PPR, dal Codice dei Beni paesaggistici, dal PUC di Sant’Antioco, dalla Rete Natura 2000 della Comunità Europea e dall’attenzione, la cura e il rispetto che gli antiochensi hanno sempre dedicato alla bellissima spiaggia di Coa ‘e Cuaddus e all’area circostante» e propone la realizzazione del progetto in altre aree che meriterebbero di trasformazione e di recupero urbanistico del territorio. E, infine, propone all’assessore Erriu un incontro per illustrare i motivi per i quali si oppone alla realizzazione del progetto.