20 July, 2024
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ciclovia

La ciclovia turistica della Sardegna diventa realtà ed entra nel piano nazionale delle ciclovie. Il presidente Francesco Pigliaru, oggi a Roma insieme all’assessore dei Lavori Pubblici Edoardo Balzarini, ha siglato con il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e i rappresentanti del Ministero dei Beni culturali e Turismo, il Protocollo d’intesa che regola la progettazione e realizzazione dei 1.230 km di ciclabile, parte importante degli oltre 2.000 km di piste che la Sardegna riserva alle due ruote. Pensata come infrastruttura specificamente turistica, questa sezione della rete complessiva si articola in quattro direttrici e collega porti e aeroporti, attraversando centri urbani e zone paesaggistiche di pregio.

«Puntiamo molto sulle ciclovie ed oggi abbiamo fatto un altro, significativo passo avanti – ha detto il presidente Pigliaru -. I numeri del turismo balneare sono in continua crescita, ma serve andare oltre, aumentando i flussi nei mesi di spalla e attirando i visitatori verso le zone interne. Lavoriamo concretamente su molti fronti per raggiungere l’obiettivo e questo progetto è un tassello importante: ci rivolgiamo ad un turismo nuovo, che vuole scoprire il paesaggio muovendosi lentamente, in modo sostenibile e con rispetto. La grande esperienza del Giro d’Italia partito proprio dalla nostra regione, ha mostrato quanto interesse richiami il binomio Sardegna bicicletta – ha concluso Francesco Pigliaru – un grande potenziale che è tempo di mettere a frutto.»

Il ministro Graziano Delrio ha evidenziato come la rete pensata per la Sardegna, all’interno del piano nazionale, sia «un grande sistema di collegamenti ciclabili, che si sviluppa in modo innovativo e complesso», e ha messo in particolare l’accento sugli itinerari che si spingono verso le zone interne: «Si potranno esplorare – ha detto il ministro Delrio – pedalando sulle tratte trasversali della ciclovia, percorsi fortemente voluti dalla Regione che permetteranno a tutti di scoprire le bellezze meno conosciute dell’Isola». 

La stipula del Protocollo d’Intesa con il MIT e il MIBACT sancisce di fatto l’inserimento della Ciclovia Turistica della Sardegna nel Sistema Nazionale di ciclovie turistiche, definendo le azioni e gli impegni delle parti per la progettazione, la realizzazione e il finanziamento della ciclovia turistica regionale.

La Ciclovia Turistica della Sardegna, prevista dalla delibera n.37/30 approvata dalla Giunta regionale il primo agosto, fa parte della rete ciclabile regionale. Conta circa 1.230 km ed è collegata alle principali porte di accesso all’Isola: i porti di Cagliari, Olbia e Porto Torres e gli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero. Quattro le direttrici: Occidentale Alghero-Cagliari (538 km); Orientale Santa Teresa di Gallura-Cagliari (508 km); trasversale Porto Torres-Santa Teresa di Gallura (120 km); trasversale Dorgali-Macomer (70 km). Gli itinerari si snodano attraverso zone di alto valore naturalistico e centri urbani con numerosi elementi d’interesse storico, archeologico e architettonico. Circa il 40% della ciclovia è in sede propria, e un altro 50% si sviluppa su strade locali urbane o arginali e vicinali con bassi livelli di traffico veicolare; solo il 9% prevede la percorrenza di strade statali e provinciali, tutte declassabili con velocità massima di 50 km/h. Inoltre è caratterizzata da un’altimetria confortevole, in quanto il 78 % del suo sviluppo ha una pendenza inferiore al 3% affrontabile anche da ciclisti non esperti o allenati. Ha una larghezza minima che oscilla tra 1,50 m (nei tratti monodirezionali) e 2,50 m (nei tratti a doppio senso), secondo quanto previsto dalle normative di settore. La ciclovia risponde a requisiti di tipo trasportistico, in chiave sostenibile, rendendo possibile l’accessibilità diretta ed indiretta diffusa; di tipo turistico, economico, di valorizzazione del patrimonio paesaggistico e culturale, di integrazione europea, nazionale e locale, di integrazione intermodale treno+bici e bus+bici; salutistico-ricreativo, promozionale-educativo e di miglioramento ed incremento della sicurezza degli itinerari ciclabili.

La Rete degli itinerari ciclistici regionali di circa 2.000 km, di cui la ciclovia turistica fa parte, è stata progettata dall’Arst in collaborazione con il CIREM (Centro Ricerche Economiche e Mobilità delle Università di Cagliari e Sassari), a seguito di un’ampia attività di progettazione dal basso che ha coinvolto 65 associazioni, 209 enti locali, gli assessorati regionali del Turismo, dell’Agricoltura, dell’Ambiente e degli Enti Locali, l’Enas e l’agenzia Forestas.

Il costo complessivo stimato per la realizzazione della Ciclovia Turistica della Sardegna ammonta a 110 milioni di euro, di cui circa 82,5 per lavori. 15 milioni (8 del Piano infrastrutture e 7 del Por Fesr 2014-2020) sono già disponibili. Entrare a far parte del sistema nazionale consente la co-partecipazione statale subito, per circa 2,4 milioni, per progettazione e opere, e successivamente con quota parte delle risorse già stanziate dallo Stato per oltre 300 milioni di euro. Il riconoscimento di infrastruttura strategica di livello nazionale risulta quindi determinante, oltre che per l’ammissione della ‘Ciclovia Sardegna’ alla ripartizione delle risorse economiche complessivamente disponibili a livello nazionale, anche al fine dell’accesso ad eventuali finanziamenti comunitari.

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Massimo Deiana ha ufficializzato mercoledì sera le sue dimissioni da assessore regionale dei Trasporti, per andare ad occupare la poltrona di presidente dell’Autorità di sistema dei porti della Sardegna. Il presidente Francesco Pigliaru gli ha chiesto di attendere qualche giorno, per definire il nuovo bando sulla continuità territoriale aerea dopo la mancata offerta su Cagliari da parte di Alitalia, ma Massimo Deiana non ha accolto l’invito ed ha protocollato le sue dimissioni.

Ieri ha ripreso il suo posto di docente di diritto della navigazione all’Università di Cagliari, ma la prossima settimana dovrebbe prendere possesso del nuovo prestigioso incarico conferitogli alcune settimane fa dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, che avrà la durata quadriennale, con la possibilità di un rinnovo per altri quattro anni.

Il nuovo assessore regionale dei Trasporti dovrebbe essere Carlo Careddu, ex vicesindaco di Olbia, indicato dalla componente dei popolari-riformisti del Partito democratico (la stessa che esprime Massimo Deiana), attualmente consigliere comunale di opposizione nella città gallurese.

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«Noi Presidenti della Regione Autonoma della Sardegna, della Comunità Autonoma delle Isole Baleari e del Consiglio Esecutivo della Corsica […], riaffermiamo il ruolo centrale delle Isole come attori strategici di sviluppo economico e inclusività. Apparteniamo all’Europa, siamo una risorsa e vogliamo dare un importante contributo nella costruzione di una nuova Europa post 2020. Il Mediterraneo costituisce uno spazio vitale per l’Europa e noi Regioni siamo essenziali per lo sviluppo. Tutte le politiche europee devono tener conto della insularità.» 

Si apre così il documento firmato dai presidenti della Sardegna, Francesco Pigliaru, delle Baleari, Francina Armengol, e della Corsica, Gilles Simeoni, consegnato questa mattina al ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio, che presiede il G7 Trasporti in corso a Cagliari. È un nuovo, significativo tassello del complesso lavoro che le tre regioni portano avanti insieme ormai da tempo con l’obiettivo di essere più forti nel dialogo con i singoli governi e con l’Unione europea: il superamento degli svantaggi causati dalla condizione geografica di insularità è l’unico modo per garantire alle isole pari opportunità con gli altri territori.
«La discontinuità territoriale, che caratterizza le isole – si legge nel documento – comporta, infatti, svantaggi di natura economica, sociale e territoriale rispetto alle regioni continentali come riconosciuto dall’articolo 174 del TFUE.» (Trattato sul funzionamento dell’Unione europea).
«Per quanto riguarda, in particolare, le politiche di trasporto – si legge ancora nel documento -, gli attuali strumenti previsti dalla normativa europea non danno adeguate risposte ai problemi legati all’insularità. Infatti, l’attuale regime in materia di finanziamenti pubblici non è sempre adatto a conseguire l’obiettivo di incrementare la mobilità, in particolare nell’interesse dei territori insulari. Le Isole non hanno mezzi di trasporto alternativi rispetto a nave ed aereo, non hanno infrastrutture viarie e ferroviarie passanti da sfruttare e non hanno regioni confinanti con le quali fare sinergie.»
Il confronto con i rispettivi Stati e con le Istituzioni europee portato avanti insieme dai tre Presidenti mira quindi a individuare e ottenere nuove forme complementari di incentivazione alla mobilità da e fra le regioni periferiche insulari. Ciò è fatto a partire da alcune prime proposte concrete inserite nel documento.
Si comincia dallo strumento del Mobility compact, una forma di intervento per assicurare un aumento del flusso di passeggeri in entrata nei periodi di bassa stagione: è una forma di contratto con le compagnie aeree che si impegnano, dietro corrispettivo, a conseguire un obiettivo in termini di numero di passeggeri trasportati. Il Governo locale o lo Stato opererebbero, quindi, come un investitore privato, valutando la redditività dell’investimento; tale redditività dovrà essere calcolata sulla base dell’aumento del gettito fiscale locale o statale, ad esempio l’IVA, generato dai turisti. Altro punto è il cosiddetto Metroaereo per estendere il principio di continuità territoriale, che attualmente esiste tra la Corsica e il continente francese, anche ai collegamenti tra le isole Corsica, Sardegna, Baleari e le penisole italiane e iberica favorendo una continuità territoriale “mediterranea”. Si prosegue con i Corridoi marittimi e la richiesta è di inserire anche le regioni insulari nelle grandi reti di trasporto europeo o, in alternativa, individuare nuovi strumenti giuridici e finanziari affinché le isole si possano interconnettere alle reti e i corridoi esistenti. Nel documento si sottolinea infine la necessità del superamento dei limiti collegati alle distanze chilometriche nell’ambito della cooperazione transfrontaliera, perché non venga applicato l’attuale limite massimo di 150 km.

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I presidenti di Sardegna, Corsica e Baleari Francesco Pigliaru, Gilles Simeoni e Francina Armengol hanno ribadito nel corso di una conferenza stampa tenutasi ieri pomeriggio a Villa Devoto, dopo l’incontro con la commissaria UE dei trasporti Violeta Bulc, la volontà di conseguire obiettivi comuni per essere più forti nel confronto con i singoli governi e con le istituzioni europee. Tre i punti principali che sono stati formalizzati nel documento consegnato oggi al ministro delle Infrastrutture e Trasporti Graziano Delrio, che farà da ambasciatore presso i rispettivi Ministri dei governi nazionali, in qualità di Presidente del summit: il riconoscimento dello stato di perifericità associato alla condizione insulare; lo sviluppo dei trasporti tra isole per creare un vero e proprio sistema insulare nel Mediterraneo; maggiore flessibilità sul fronte della normativa degli aiuti di Stato. Si tratta di un passo importante lungo un percorso che le tre Regioni hanno avviato da tempo e nel quale si inserisce anche la dichiarazione sottoscritta il 21 novembre scorso a Palma di Maiorca.
Simeoni e Armengol hanno ringraziato Francesco Pigliaru per aver promosso questa occasione di confronto nell’ambito del vertice mondiale.

 

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Il senatore del Partito democratico Silvio Lai ha presentato un’interrogazione al ministro dei Trasporti sui disagi provocati dalla carenza di personale alla Motorizzazione civile sarda.

«È necessario un immediato intervento del ministero dei Trasporti per adeguare il personale degli uffici della motorizzazione civile della Sardegna alla mole di lavoro che gli stessi devono sostenere quotidianamente» scrive  Silvio Lai nell’interrogazione urgente al ministro Graziano Delrio. L’intervento fa seguito alle numerose segnalazioni di disagi e ritardi nell’espletamento dei servizi in carico agli uffici stessi. Disagi per le aziende che lavorano nel settore dei trasporti, per le autoscuole e ovviamente anche per i singoli cittadini.

«L’esiguità del personale in dotazione agli uffici territoriali di Cagliari, Sassari, Nuoro ed Oristano sta comportando tempi lunghissimi e ritardi inaccettabili sia per effettuare le immatricolazioni in conto terzi che per le revisioni dei mezzi ed anche per sostenere gli esami per la patente di guida – aggiunge Silvio Lai -. Tutto questo si riversa negativamente sulle aziende che in alcuni casi si trovano a dover fermare i mezzi a causa delle revisioni scadute e non rinnovabili in tempi brevi. Problemi che rischiano di rallentare, se non addirittura di bloccare, l’attività delle imprese. Stesso discorso per le autoscuole che si trovano nella quasi totale impossibilità di programmare le sessioni di esame per la patente.»

«Ritengo che si debba intervenire immediatamente – conclude Silvio Lai – per dotare le sedi territoriali della motorizzazione civile sarda del personale necessario per svolgere il lavoro quotidiano e, allo stesso tempo, per mettere fine ai disagi e ai ritardi subiti in questi mesi dalle aziende e dagli utenti.»

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Il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, ha ufficializzato ieri la nomina dell’assessore regionale dei Trasporti, Massimo Deiana, alla presidenza dell’Autorità Portuale di Cagliari, divenuta, dopo la riforma, Authority unica della Sardegna. La nomina di Massimo Deiana era ampiamente prevista.

Nato a Cagliari nel 1962, Massimo Deiana è professore ordinario di Diritto della Navigazione presso l’Università degli Studi di Cagliari. È stato preside della Facoltà di Giurisprudenza. Avvocato, è stato consulente dell’assessorato regionale dei Trasporti, componente della Commissione Paritetica Stato-Regione per l’APQ (Accordo di Programma Quadro) sui trasporti esterni e la continuità territoriale. Consulente scientifico dell’ENAC in materia di continuità territoriale e consulente dell’Autorità Portuale di Cagliari e di Olbia.

Ricordiamo che Massimo Deiana nel mese di novembre del 2011 presentò ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale della Sardegna, contro la nomina alla presidenza dell’Autorità Portuale di Cagliari del senatore Piergiorgio Massidda, chiamando in causa anche il ministero delle Infrastrutture che la decise, l’Autorità portuale di Cagliari, la Regione Sardegna, la Camera di Commercio di Cagliari, la provincia di Cagliari ed i comuni di Cagliari, Capoterra e Sarroch, ritenuti tutti responsabili di aver violato le procedure, nominando una persona priva della comprovata esperienza e quindi dei requisiti richiesti dalla legge.

Il Tribunale Amministrativo Regionale, in prima istanza, aveva rigettato il ricorso di Massimo Deiana che non si è dato però per vinto ed ha ricorso ulteriormente al Consiglio di Stato, che il 26 settembre 2013 ha emesso la sentenza, annullando la nomina di Piergiorgio Massidda alla presidenza dell’Autorità portuale di Cagliari.

Da allora l’Autorità Portuale è rimasta senza presidente, retta da un commissario straordinario, il comandante della Capitaneria di porto di Cagliari, dal 13 dicembre 2011 il capitano di vascello Vincenzo Di Marco, al quale il 3 settembre 2015 è subentrato il capitano di vascello Roberto Isidori.

Dopo la nomina a presidente dell’Autorità portuale unica della Sardegna, Massimo Deiana lascerà quella di assessore regionale dei Trasporti, incarico che rimetterà nelle mani del governatore Francesco Pigliaru che a breve dovrà nominare il sostituto.

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«Lo sciopero di Alitalia sta creando in Sardegna una situazione insostenibile. A questo punto è indispensabile rivedere gli orari delle fasce protette e garantire così il numero massimo possibile di voli in continuità territoriale.» Lo scrivono, in una lettera, i senatori sardi Silvio Lai, Ignazio Angioni e Giuseppe Luigi Cucca che si rivolgono direttamente al ministro Graziano Delrio.

«In occasione dello sciopero dello scorso 20 marzo i disagi per i sardi che dovevano raggiungere la penisola, o far ritorno in Sardegna, sono stati decisamente pesanti e oggi la situazione è praticamente la stessa – aggiungono Silvio Lai, Ignazio Angioni e Giuseppe Luigi Cucca -. Capiamo ovviamente le esigenze di chi si trova costretto a mettere in atto azioni di protesta e non vogliamo in alcun modo mettere in discussione i diritti sindacali. Ma quella che si sta venendo a creare in occasione degli scioperi è una vera e propria situazione di emergenza. Chi vive in Sardegna paga già tutti i problemi legati alla condizione di insularità, è un prezzo già alto e a questo non si possono aggiungere ulteriori difficoltà.»

«È necessario, dunque, che si intervenga nei confronti di Alitalia perché non bastano più le iniziative decise per cercare di limitare i disagi. Vanno bene i numeri verde e il rafforzamento del personale per dare assistenza agli utenti ma serve anche uno sforzo in più perché non è accettabile che gli attuali orari delle fasce protette consentano in caso di sciopero di garantire solo un numero limitato di voli da e per la Sardegna. Facciamo appello alla sensibilità del ministro perché si possano individuare da subito soluzioni che garantiscano il diritto dei sardi di poter usufruire di un numero sufficiente di collegamenti anche in caso di sciopero. La modifica delle fasce protette – concludono i tre sentori – può essere un modo per alleviare quanto meno i disagi dei cittadini sardi.»

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Il senatore del Partito democratico Silvio Lai, interviene sull’emergenza venutasi a determinare nel sistema di sicurezza dei cavalcavia stradali, con particolare riferimento al dramma verificatosi a Camerano, costato la vita a una coppia di automobilisti rimasti schiacciati nel crollo della struttura sull’autostrada A14.

«Troppi incidenti e troppi pericoli causati dal precario stato di salute dei cavalcavia – denuncia Silvio Lai -. I recenti fatti di cronaca, ultimo in ordine di tempo il crollo del ponte sul cavalcavia di Camerano, rendono necessario un intervento nei confronti dell’Anas per sapere se e con quale periodicità vengano effettuati i controlli e se esista, o intenda avviare un piano generale di controllo e di manutenzione di tutti i manufatti.” Così il senatore del PD Silvio Lai scrive in una lettera inviata al ministro dei Trasporti Graziano Delrio. Il parlamentare prende spunto da una serie di gravi incidenti, quello di pochi giorni fa ha causato la morte di due persone nell’autostrada A14, ad ottobre invece il crollo di un cavalcavia in Brianza era costato la vita ad un automobilista.»

«La verifica delle condizioni di sicurezza dei cavalcavia è indispensabile per poter prevenire eventi come quelli che si sono verificati recentemente e da questo punto di vista riteniamo che da parte di Anas ci debba essere massima chiarezza sui controlli che vengono effettuati e sugli interventi programmati – aggiunge il senatore del Partito democratico -. Ma se si parla di prevenzione è giusto domandarsi anche se, come fa oggi il professor Francesco Annunziata dell’Università di Cagliari, la riduzione del costo dei lavori si accompagni sempre ad un’adeguata preparazione ed esperienza da parte di chi è chiamato a dirigere ed effettuare gli interventi. Lo stesso discorso vale per l’affidamento degli incarichi di progettazione per opere di questo tipo, quanto si può essere garantiti quando viene consentito il massimo ribasso d’asta? Prendo spunto poi anche dalla protesta che in questi giorni ha visto come protagonisti i sindaci dei comuni del Meilogu in Sardegna. Gli amministratori e le popolazioni locali hanno espresso preoccupazione per le condizioni del ponte sul cavalcavia di Mesu Mundu, nel territorio del comune di Siligo. Strati di calcestruzzo mancanti hanno scoperto le gabbie di armatura del cemento a cui si aggiunge il danno provocato da un Tir che nel 2009 stava effettuando un trasporto eccezionale. Non è escluso che a breve possano essere adottate in via precauzionale dai primi cittadini misure ostative al traffico nella zona. I Sindaci si apprestano ora ad interessare il Ministero per chiedere l’invio di ispettori che possano verificare le reali condizioni del cavalcavia.»

«È evidente – conclude Silvio Lai – che su questo argomento ci debba essere un impegno massimo da parte di chi ha la competenza dell’esecuzione dei lavori ma anche dei controlli e della messa in sicurezza. Per questo motivo chiediamo che da parte di Anas venga presentato al Parlamento un quadro generale ed un piano di interventi su tutte le situazioni a rischio per prevenire incidenti come quelli che si sono verificati recentemente.»

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Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha annunciato ieri ufficialmente che il G7 Trasporti si terrà a Cagliari il 21 e 22 giugno.

L’incontro esplorativo svoltosi ieri in Sardegna ha individuato, infatti, nel capoluogo di regione, il contesto adeguato per accoglienza e sicurezza delle delegazioni. Saranno presenti la commissaria europea Violeta Bulc e i ministri dei Trasporti di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Usa.

Come anticipato dal ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, al vertice G7 Trasporti di Karuizawa in Giappone, i temi affrontati saranno il valore sociale delle infrastrutture e il proseguimento del lavoro della presidenza giapponese sulle tecnologie avanzate per strade e guida.

La sostenibilità sociale delle politiche e degli investimenti pubblici è vista come terzo pilastro dello Sviluppo Sostenibile sia economico, ambientale e sociale. Nel settore dei trasporti e delle infrastrutture i temi sociali, sono legati all’accessibilità, all’equità e alla coesione sociale e possono essere sviluppati su più dimensioni.

Nel porsi il problema dell’integrazione di questi futuri cittadini, i trasporti possono giocare un ruolo fondamentale non solo per garantire l’accessibilità a tutti ma, soprattutto, per contribuire a ridurre il rischio di esclusione sociale.

L’accessibilità va declinata non solo in termini di collegamenti e opportunità di spostamento, di accesso alle infrastrutture per utenze diversamente abili e di servizi di trasporto accessibili a fasce di reddito meno abbienti, ma anche in termini di sicurezza per segmenti sociali più vulnerabili.

In questo senso le infrastrutture di trasporto che generano accessibilità, sono uno strumento per l’integrazione, quindi, anche per recuperare il senso di appartenenza ad una comunità attraverso quelle forme di coinvolgimento e partecipazione dei cittadini nelle decisioni pubbliche che possono contribuire a creare una coscienza civica (“civicness”), a considerare le infrastrutture un bene collettivo.

Si collega a questo tema la necessità di una cultura della progettazione e della pianificazione delle infrastrutture che responsabilizzi tecnici e amministratori anche verso i temi sociali. Nel caso delle infrastrutture stradali, il tema della sicurezza è prioritario ed investe anche gli sviluppi tecnologici sui veicoli che promettono di essere anche i motori di un nuovo sviluppo economico. Al riguardo, i ministri dei Trasporti del G7, riuniti in Giappone lo scorso mese di settembre, hanno concordato che le tecnologie avanzate per i veicoli e le strade debbano far parte integrante dei concetti di mobilità sostenibile poiché esse rivestono un ruolo significativo nell’innovare e trasformare il traffico su strada, la mobilità, l’industria e la società in generale.

Nell’evidenziare la particolare importanza dei temi della ricerca nei settori dell’interfaccia uomo-macchina, delle infrastrutture e dell’accettazione sociale di tali innovazioni tecnologiche, i Ministri hanno deciso di istituire un gruppo di lavoro per approfondire ulteriormente queste tematiche. La prossima riunione del G7 costituirà pertanto una occasione per informare i Ministri sullo stato delle attività avviate su questo specifico tema e dei progressi compiuti a livello internazionale.

 

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«La proposta che arriva da un investitore serio e importante nell’ambito del network aeroportuale nazionale è l’esito positivo del processo che avevamo individuato sin dall’inizio e che abbiamo perseguito con determinazione, in un periodo spesso caratterizzato da polemiche strumentali e infondate. È il primo passo. Ora lavoreremo per rinforzare l’Aeroporto di Alghero, per dimostrare con i numeri come l’intervento privato è il modo più rapido e affidabile per ridare una prospettiva di sviluppo durevole allo scalo.»
Questo il commento del presidente della Regione, Francesco Pigliaru, sull’offerta di acquisto del 72% del pacchetto azionario Sogeaal da parte del fondo di investimento F2i (Fondi italiani per le infrastrutture), società che già opera nelle società di gestione di altri scali italiani. In particolare, F2i detiene il 10% dell’Aeroporto di Bologna, il 70% di Gesac (Napoli), il 54,46% di Sagat (Torino) e il 44,31% di SEA (Aeroporti di Milano).
«Il Riviera del Corallo, una volta messo in sicurezza, potrà crescere e trovare una dimensione nazionale e internazionale nuova e solida, in grado di attrarre altri investimenti e recuperare importanti spazi di mercato superando le criticità del passato – sottolinea il presidente Pigliaru -. La Regione continua a essere presente deteniamo il 28% del pacchetto azionario, e il contributo pubblico, in sinergia con i privati, sarà decisivo. In più, con la progettazione dell’interconnessione ferroviaria che unirà l’Aeroporto di Alghero a quello di Olbia e Cagliari, prevista nel piano di interventi per il trasporto su ferro presentato sabato a Cagliari insieme al Ministro Graziano Delrio, faciliteremo l’auspicata azione sinergica tra tre scali efficienti, rinforzando la posizione della Sardegna nel mercato del trasporto aereo.»
«Il Riviera del Corallo – conclude Francesco Pigliaru – è un’infrastruttura strategica per il turismo e un patrimonio di tutta l’Isola: l’obiettivo è salvaguardarlo e farlo crescere, e continueremo a lavorare in questa direzione.»

«Il fatto che sia stata presentata almeno un ‘offerta per l’acquisto delle quote di maggioranza dell’aeroporto di Alghero è davvero un’ottima notizia – scrive in una nota su facebook il senatore del PD Silvio Lai -. Si tratta di un’ottima notizia perché la recentissima sentenza costituzionale sul decreto partecipate della Madia aveva sostanzialmente precluso la possibilità di ricapitalizzazione pubblica che si era aperta nel settembre scorso e che la Regione aveva rapidamente attivato. Superate le verifiche tecniche, F2I è un fondo partecipato dalla cassa depositi e prestiti e da investitori istituzionali, specializzato negli investimenti infrastrutturali, compresi gli aeroporti, ed è in grado di razionalizzare l’attività dell’aeroporto e rilanciarla con politiche verso le compagnie low cost in tempi molto più brevi e certi, rispetto a qualunque altro percorso.»

«Siamo felici che ci siano importanti novità sul fronte della privatizzazione dell’aeroporto di Alghero – ha detto il coordinatore regionale dei Riformatori sardi, Pietrino Fois -. Noi la sosteniamo da anni. Anzi da soli e contro tutti abbiamo fatto una grande battaglia per questo: adesso in molti se ne sono convinti e questo significa che abbiamo visto giusto.»