18 August, 2024
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Gli auguri di buon lavoro dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche Carbonia Iglesias, 930 iscritti infermieri ed infermiere pediatriche nel Sulcis Iglesiente impegnati in sanità pubblica e privata, al neo assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu.

«Auspichiamo che l’assessorato da Lei diretto possa, erga omnes – scrive il presidente OPI Carbonia Iglesias Graziano Lebiu -:

– essere competente in materia di programmazione sanitaria, di indirizzo, coordinamento e controllo delle attività dell’Aziende Tutela Salute per l’erogazione dei livelli uniformi di assistenza nel campo della prevenzione collettiva, dell’assistenza sanitaria territoriale ed ospedaliera;

– dare risposte all’integrazione sociosanitaria;

– garantire e assicurare il controllo di gestione, di qualità e sugli atti, relativi alle attività dell’ATS, delle Aziende Ospedaliere, delle Aziende Ospedaliere Universitarie e della Sanità Privata;

– svolgere le funzioni di programmazione delle politiche sociali, di indirizzo e monitoraggio del sistema integrato dei servizi alla persona.»

«Abbia “cura”che a noi professionisti e ai lavoratori della sanità non venga mai meno il senso di appartenenza al SSR, e che siano quindi valorizzati, ascoltati, stabilizzati, gratificati per le loro competenze e nei loro diritti e doveri – conclude Graziano Lebiu -, e che possano progredire in quanto attori centrali in tutti i servizi sanitari pubblici e privati, ospedalieri e territoriali ed impiegati nelle forme previste dal mercato del lavoro e in funzione delle aspettative dei cittadini.»

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E’ stata presentata ed esposta per la prima volta questa mattina, nella sala polifunzionale del comune di Carbonia, una copia unica della Carta costituzionale stampata in Braille per ipovedenti e non vedenti. A Carbonia, dunque, la giornata della Festa della Repubblica è stata festeggiata in un modo del tutto inedito, grazie all’iniziativa promossa dall’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di Carbonia Iglesias,in collaborazione con il comune di Carbonia. La pubblicazione della Carta costituzionale in Braille è stata curata dall’OPI, in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi della sezione di Sassari.

Il Braille è un sistema di scrittura e lettura a rilievo, messo a punto dal francese Louis Braille nella prima metà del XIX secolo, a favore dei non vedenti ed ipovedenti.

Alle celebrazioni erano presenti il sindaco di Carbonia Paola Massidda, il presidente dell’OPI di Carbonia Iglesias, Graziano Lebiu, l’assessore dei Servizi sociali Loredana La Barbera, l’assessore della Cultura Sabrina Sabiu, il presidente del Consiglio comunale Daniela Marras, i consiglieri Adolfo Lebiu e Giorgio Santoru. Fondamentale anche la partecipazione dei membri di alcune associazioni sociali del territorio e dei referenti della Consulta handicap del comune di Carbonia.

La Carta costituzionale in Braille verrà esposta in sala polifunzionale anche in occasione della prossima seduta del Consiglio comunale di Carbonia, prevista per venerdì 8 giugno, alle ore 19.00.

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Nella sala conferenze della Grande miniera di Serbariu, il coordinatore nazionale Roberto Speranza ha aperto oggi la campagna elettorale di Liberi e Uguali per le Politiche del 4 marzo. Con lui c’erano alcuni candidati dei collegi di Camera e Senato: il consigliere regionale Luca Pizzuto, candidato nel collegio uninominale di Carbonia e al terzo posto nel collegio plurinominale Cagliari-Carbonia della Camera dei deputati; Yuri Marcialis, assessore dello Sport, Istruzione e Politiche giovanili del comune di Cagliari, candidato nel collegio uninominale di Cagliari e al primo posto nel collegio plurinominale del Senato della Repubblica; Elisa Macrì, candidata al secondo posto nel collegio plurinominale Cagliari-Carbonia della Camera del deputati; e, infine, Antonia Angela Puggioni, candidata al 4° posto nel collegio plurinominale del Senato della Repubblica.

I lavori sono stati aperti da Ignazio Cuccu, ex consigliere regionale e, nella scorsa consiliatura, presidente del Consiglio comunale di Carbonia, che ha fatto un’introduzione sui valori della sinistra e sulla necessità, in questa delicata fase della stagione politica italiana, di respingere i tentativi di riproporre pagine tanto amare della nostra storia, quali sono state quelle vissute nel periodo fascista. E’ stato dato quindi spazio ai quattro candidati locali che hanno spiegato le motivazioni che li hanno portati ad entrare a far parte di questo nuovo soggetto politico della sinistra.

Luca Pizzuto, in particolare, ha spiegato che non s’è candidato per essere eletto parlamentare, essendo ben cosciente di quanto la strada per arrivare a questo obiettivo sia difficile, avendo peraltro già il privilegio di rappresentare questo territorio da consigliere regionale, ma per dare un contributo nel processo di ricostruzione di un mondo con i valori della sinistra che in Italia sta rischiando di andare perduto. «Mi sono messo a disposizione – ha detto Luca Pizzuto – perché in gioco non c’è la mia elezione a deputato, bensì il senso di una civiltà, di un’umanità, per difendere le persone senza fare differenze né di razza né di genere, per costruire, in buona sostanza, un partito che oggi non c’è e di cui l’Italia ha un grande bisogno».

Questi concetti sono stati ribaditi, nell’intervento conclusivo, dopo tre brevi interventi di Graziano Lebiu, presidente del Collegio Ipasvi di Carbonia Iglesias, Lillino Pisci, ex amministratore del comune di Narcao e Luisa Poggi, ex assessore del comune di Carbonia, dal coordinatore nazionale Roberto Speranza.

«Con Liberi e Uguali abbiamo costruito quel che in Italia mancava – ha sottolineato Roberto Speranza, che prima dell’incontro ha visitato la Grande miniera, rimanendone conquistato, tanto da annunciare un suo ritorno con la famiglia – per difendere un sistema di valori universali che stavano rischiando di non essere più rappresentati: la lotta alle disuguaglianze, il diritto al lavoro, i diritti, l’inclusione sociale, i servizi pubblici primari quali la scuola e la sanità, l’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Liberi e Uguali è il movimento del lavoro»

Roberto Speranza nella parte finale del suo intervento è ritornato sulle ragioni che lo hanno portato a lasciare il Partito democratico e ad aderire alla nuova formazione politica Liberi e Uguali.

Concludiamo questo servizio proprio con le parole di Roberto Speranza.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215728481232959/

                       

Giampaolo Cirronis

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Il Collegio Ipasvi Carbonia Iglesias non può sostenere gesti ed intenti violenti contro operatori sanitari che durante il loro servizio si prendono cura del cittadino.

Aggressioni fisiche e comportamenti minacciosi che si registrano a danni degli infermieri per quanto ci compete in tutti i reparti, i servizi, le unità operative dove si verificano conflitti, direzione ATS Sardegna, ASSL Carbonia e assessorato regionale della Salute hanno il dovere di evitarle, di ridurle, di prenderle in carico, di non considerarle fisiologiche e quindi ineluttabili.

La violenza sul luogo di lavoro è un problema di salute pubblica che in ASSL Carbonia e in ATS Sardegna è evidentemente il caso di attenzionare per trovare soluzioni. Esattamente un mese fa aggressione in Pronto Soccorso, oggi in SPDC Po Sirai. Non può essere casuale.

Pur consapevoli che per le professioni sanitarie è indubbio il rischio di subire aggressioni e che sia più elevato rispetto ad altri lavoratori che operano in contatto diretto con l’utenza, questo non può essere motivo di remissione rispetto alle cose da fare ed ognuno per il proprio ruolo in Azienda, dal management agli RLS, dai responsabili della sicurezza ai lavoratori stessi.

Non possiamo non porre all’attenzione dei giornalisti alcune domande:

a) La dimensione del fenomeno violenza a danno degli operatori sanitari in Assl Carbonia è sottostimata?

c) E’ l’azienda a depotenziare e derubricare gli episodi di violenza come ordinaria amministrazione?

d) Il management ha maturato un atteggiamento adeguato nei confronti dell’operatore sanitario, medici ed infermieri in primis, oggetto di violenza?

Senza minimizzare i fatti ma nemmeno amplificandoli, è da tenere tutti bene a mente che le aggressioni sono al quarto posto tra i 16 casi segnalati nel IV e nel V Rapporto (2005-2012) del Protocollo di monitoraggio degli eventi sentinella del ministero della Salute.

Si rende quanto meno consigliabile spendersi per sensibilizzare sul tema della violenza sugli operatori sanitari  senza ulteriore dilazione di tempo. 

Quando scatta la violenza in tante situazioni ed in tanti contesti assistenziali ordinari o in emergenza, è inaccettabile che a farne le spese siano professionisti e lavoratori la cui unica imprudenza è quella di destinare, in mezzo a mille difficoltà, il proprio servizio alla cura degli altri.

Mettere in atto azioni più efficaci per proteggere l’incolumità degli operatori è un diritto, non un optional, così come è un diritto avere identificati i fattori di rischio per la sicurezza del personale ospedaliero e territoriale.

Graziano Lebiu

Presidente del Collegio IPASVI Carbonia Iglesias

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Graziano Lebiu, presidente del Collegio Ipasvi Carbonia Iglesias, ha scritto ai senatori sardi sul DDL Lorenzin in discussione e votazione al Senato.

Di seguito il testo integrale.

Gentili Senatori della Repubblica,

alla Camera dei Deputati è stato votato il DDL Lorenzin, e per l’approvazione definitiva è ora il turno del suo passaggio al Senato che vi onorate di rappresentare.

La precedente normativa sul funzionamento degli Ordini e dei Collegi Professionali contenuta nel DLCPS post bellico ha fatto quindi il suo tempo, ha visto generazioni di infermieri dai diplomi regionali alla laurea triennale, ha vissuto il mansionario e il profilo professionale, ha affrontato le diverse riforme della sanità e i bisogni di salute dei cittadini, ma  non ha resistito alla disaffezione per la politica partecipata.

Il DLPS n. 233/1946, concernente gli ordini delle professioni sanitarie, gli albi nazionali e le federazioni nazionali, esce oggi quasi di scena, pre-pensionato dall’approvato l’articolo 4 del DDL Lorenzin, e non è esagerato azzardare che per mano dei senatori della Repubblica possa definitivamente essere licenziato e revisionare in forma moderna e complessiva la disciplina delle professioni sanitarie.

La comunità infermieristica e i cittadini del Sulcis Iglesiente non possono permettersi di non avere svecchiati gli ordini delle professioni sanitarie e il loro funzionamento interno, plaudono alle nuove procedure elettorali e al ricambio generazionale, sollecitano l’adeguamento della normativa di riferimento con la trasformazione della denominazione di Collegio in Ordine delle professioni infermieristiche costituiti a livello territoriali e corrispondenti alle province esistenti alla data del 31/12/2012.

Per tale impatto sul servizio sanitario nazionale pubblico e privato, confidiamo nel vostro voto sostenendo il DDL Lorenzin in prossima lettura al Senato e così come licenziato alla Camera dei Deputati: per noi comunità professionale provinciale, l’approvazione del DDL al Senato è una risposta che attendiamo da molti anni e che auspicheremmo bipartisan e trasversale.

Sarà gradito avere un riscontro diretto del vostro contributo all’approvazione del testo definitivo che diventerebbe, così, Legge dello Stato.

Graziano Lebiu

Presidente del Consiglio Direttivo Ipasvi Carbonia Iglesias

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Il presidente del Collegio Ipasvi Carbonia Iglesias, Graziano Lebiu, interviene oggi, con una nota pubblicata nel sito dello stesso Collegio, indirizzata agli infermieri associati, sui problemi legati al trasporto delle salme dall’ospedale CTO all’ospedale Santa Barbara di Iglesias.

 

«Gentili colleghi, nell’ottica del perseguimento di obiettivi comuni e di collaborazione intrapresi per la tutela degli iscritti all’Albo Ipasvi Carbonia Iglesias da responsabilità conseguenti a violazione di regolamenti di Polizia mortuaria – scrive Graziano Lebiu -, porto alla vostra attenzione che parrebbero confermate le consuetudini di trasportare in Iglesias salme dal presidio CTO al presidio Santa Barbara, con la motivazione che il CTO non sia dotato di camera mortuaria. Sotto diversi profili etici e deontologici, di igiene pubblica, medico legali, amministrativi, tale evidenza non può che essere considerata pratica inappropriata.»

«La motivazione che “le Direzioni della ex ASL 7 Carbonia, del comune di Iglesias, della ASSL Carbonia non hanno rilevato o posto rimedio a tale carenza e qui si è sempre fatto così”, di fronte ad una contestazione di violare il Capo IV artt. 19 e 20 del regolamento di Polizia mortuaria DPR 285/90 e del Regolamento di Polizia mortuaria del comune di Iglesias del 2014, non è spendibile a vostra difesa – aggiunge Graziano Lebiu -. La presente nota è trasmessa ai sensi dell’articolo 48 del codice di Deontologia infermieristica: “L’infermiere, ai diversi livelli di responsabilità, di fronte a carenze o disservizi provvede a darne comunicazione ai responsabili professionali della struttura in cui opera o a cui afferisce il proprio assistito”.»

Graziano Lebiu conclude la nota, invitando i colleghi «a non prestare il fianco alla violazione del regolamento citato» e ad adoperarsi «per segnalare al Collegio e ai superiori gerarchici in ASSL Carbonia, il permanere di condizioni in palese violazione del corretto trasporto delle salme dai servizi-u.o. del CTO alle camere mortuarie se altrove dislocate o se trasferiti con mezzi inidonei».

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Il Collegio Ipasvi di Carbonia Iglesias ha inviato le sue osservazioni sull’atto aziendale dell’ATS Sardegna, al Direttore Generale dell’ATS Sardegna, al Direttore sanitario dell’ATS Sardegna, al Direttore amministrativo dell’ATS Sardegna e agli iscritti Albo Ipasvi Carbonia Iglesias.

«Non può essere posto in essere alcun atto aziendale né alcun riordino della rete ospedaliera senza gli attori dell’assistenza e dell’organizzazione del lavoro al posto giusto e valorizzati piuttosto che considerati caselle in un turno di servizio, numeri matricola, pedine di una ipotetica scacchiera, tessera di un effetto domino – scrive il presidente del Collegio Ipasvi Graziano Lebiu – . Il contesto di opportunità e crescita professionale e di carriera tra tutti i collaboratori professionali sanitari infermieri (che in un rapido passaggio in corsia e due chiacchiere con il personale su organizzazione del lavoro, produttività, progressioni e fasce retributive, valorizzazione economica e riconoscimento del merito si potrebbe facilmente rilevare come ancora non pervenuto) è una sfida che rispetto al passato l’ATS Sardegna deve vincere; nel merito dell’Atto Aziendale ATS SARDEGNA, il Direttivo IPASVI CI ritiene che se mantiene alto l’impegno per un’assistenza centrata sulla persona e per la valorizzazione delle competenze dei professionisti che la costituiscono (art. 7 Patrimonio Professionale Atto Aziendale ATS pag. 11) sia attuale e attuabile a condizione che Equità, Centralità persona-paziente-utente, Qualità, Economicità, Trasparenza, Legalità, Crescita professionale-Sviluppo e innovazione per il personale, non restino parole inserite ma inespresse in un documento di settantadue pagine.»

«Un elemento che ci porta a rinviare sin d’ora un giudizio comunque definitivo è però conseguente all’assenza di riferimenti precisi e coerenti al ruolo del Dipartimento delle Professioni Infermieristiche quale entità che dovrebbe muoversi a maggior tutela dell’autonomia, della responsabilità, della risorsa, della dignità, del decoro, dell’immagine, dei diritti e dei doveri del personale che vi afferisce: l’impostazione data è dissonante considerando la declinazione degli altri dipartimenti, senza trascurare che, ormai, innumerevoli progetti di riorganizzazione sono incentrati sui nuovi modelli di assistenza, e tra tutti, in particolare, l’organizzazione per livelli assistenziali affidandone la responsabilità agli infermieri ed esaltandone le specificità e il valore nel processo di assistenza quale incontrovertibile contributo al recupero della centralità del paziente quale fattore di produttività – aggiunge Graziano Lebiu -. Non siamo una controparte della Direzione Generale ATS, non siamo pregiudizialmente ostili a nessuna delle determine che abbiano ricadute anche nella ASSL Carbonia, e consapevoli di avere qualcosa da sottolineare per rafforzare i contenuti dell’atto aziendale con i migliori auspici per il buon fine delle sue intenzioni, ma richiamiamo con decisione l’attenzione su una serie di elementi che riteniamo centrali nella delibera in trattazione.»

«L’ATS Sardegna – scrive tra l’altro Graziano Lebiu – deve trovare la chiave di volta per sanare una volta per tutte la suddivisione di lavoratori di serie A con quelli di serie B. Auspichiamo la piena valorizzazione delle risorse umane, quale elemento distintivo dell’azienda con opportunità di crescita professionale e di carriera per chi sa distinguersi per capacità e impegno e contribuisce in modo leale e responsabile al rafforzamento della mission e al conseguimento degli obiettivi aziendali”, essendo questa una affermazione che riveste particolare importanza in quanto, oltre a potersi incardinare nella lettera del D.lgs. n. 150/09, presuppone una politica del personale che non si limiti al semplice rispetto delle norme di cui agli articoli 16 bis, ter e quater del D.lgs. n. 229/99 ma prefiguri la volontà di creare occasioni e circostanze che consentano effettivamente agli operatori di tutti i ruoli e di tutte le professioni di realizzare compiutamente le loro personali aspettative anche economiche nell’ambito del contesto organizzativo aziendale.

Riteniamo che il fattore di produttività non si individui col bilancino del centro di costo o dei budget o del dipartimento x con struttura complessa y piuttosto che struttura semplice dipartimentale: si misura con l’aumentare del tempo di vicinanza degli infermieri ai pazienti. Maggiore è il tempo da dedicare all’assistito, maggiore sarà la qualità dell’assistenza percepita ed erogata. E puntuale deve essere il riconoscimento formale e sostanziale per gli aventi causa. Alla domanda di salute ed assistenza, la sanità anche privata risponde per tutti i suoi cittadini con la missione universalistica dei professionisti che vi operano: è garantita ogni giorno ogni ora ogni anno assistenza a tutti i suoi abitanti, non solo sardi o italiani ma anche stranieri, integrati o meno, offre sostegno e diritti a che ne ha bisogno, ed essendo un comparto produttivo di beni e servizi, in questa fase di crisi economica rappresenta anche una opportunità di coesione sociale. L’Atto Aziendale ipotizza un rilevante processo di riorganizzazione delle strutture e dei servizi che comporterà necessariamente un riassetto delle dotazioni organiche ed una diversa allocazione e collocazione fisica e funzionale delle risorse disponibili: e troppo auspicare che sia seguito da atti concreti e non si limiti a mere enunciazioni di principio?

Il progetto ivi delineato è di ampio respiro e suggerirebbe il pieno coinvolgimento di tutte le risorse aziendali, nel miglioramento qualitativo e quantitativo delle cure prestate.»

«Venendo, infine, ad alcune questioni propriamente del territorio ASSL Carbonia e sia per il PO Sirai di Carbonia che per il PO CTO e il Po Santa Barbara di Iglesias, gli elementi che emergono e meritano attenzione, per quanto riguarda il personale infermieristico – rimarca Graziano Lebiu -, potrebbero contemplare:

a. La ricerca di operatori con le caratteristiche richieste in ambito aziendale, attraverso specifici avvisi di mobilità interna;

b. La valorizzazione delle risorse già disponibili mediante gli strumenti individuabili dall’ATS e inseribili nell’Atto Aziendale;

c. La valutazione dell’effettivo fabbisogno quali-quantitativo di risorse nei singoli contesti specialistici in cui si articolano le strutture ospedaliere e territoriali;

d. La progettazione, la promozione e l’implementazione di corsi di aggiornamento e di formazione continua relativamente al trattamento dei pazienti presi in carico dalle diverse discipline specialistiche;

e. Valorizzazione delle risorse con particolare riguardo alla gestione delle cronicità, del paziente anziano, del bambino e, più in generale, delle persone fragili.

f. Sulla dislocazione della SC di ginecologia ed ostetricia, del punto nascite e della pediatria, da rilevare che non si evince in quale stabilimento saranno ubicati ed entro quali tempi;

g. Appare alquanto singolare il mantenimento di n. 2 SC di Ortopedia e n. 2 SC di Chirurgia tra il PP.OO. di Iglesias e Carbonia. Quali tra queste saranno operative H. 24 e sette giorni su sette, anche in relazione agli spazi architettonici del CTO di Iglesias, impossibilitato a ricevere 16 pl previsti per l’assegnazione del titolo di SC.

h. La congruenza del numero di posti letto al CTO di Iglesias è stata presa in considerazione e se si da chi e come?

i. Oculistica diventa SC per quale motivazione? (PL? dotazione organica? n. prestazioni?) Continuerà ad operare in Day Surgery?

j. La Pneumologia è cassata. Sarà assorbita in quale Medicina? Con quali criteri assegnare il personale che vi afferiva? Recupererà i PL precedentemente attribuiti e persi con il passaggio al S.B. dal CTO?

k. Le postazioni del 118 in ASSL Carbonia Iglesias saranno mantenute e facenti parte di quale SC?

l. Trasformazione del CTO e del SB in ospedali di comunità con quali risorse sarà possibile?

m. Il Pronto Soccorso del CTO che sorte deve subire?

n. Il Servizio Dialisi diventa una unica struttura con 1 SC a Carbonia e 1 SSD ad Iglesias o viceversa?

o. Idem per Anestesia. Da n. 2 SC ad una. Dove e come saranno allocate?

p. La SSD Terapia del dolore sarà assorbita da chi?

q. Alcun richiamo all’istituzione dell’Hospice, come da legge regionale RAS. Che fine farà?

r. Il Lab. Analisi e il Centro Trasfusionale passano da SC a SSD e con quali assegnazioni?»

«Nel complesso dell’atto aziendale valutiamo come carenza:

– la mancanza di parametri per la definizione del fabbisogno di operatori in rapporto all’intensità o alla complessità delle cure

– la mancata individuazione delle posizioni organizzative per le quali sarebbe auspicabile introdurre almeno un elenco di opzioni

– pochi richiami al ruolo della sanità privata

Riteniamo, infine, preminenti:

1) garantire livelli di qualità e sicurezza agli ospedali e nei servizi territoriali adeguati alle necessità della popolazione in questa determinata fase storica;

2) l’adozione di nuovi modelli gestionali con la reale sperimentazione di una organizzazione dell’assistenza basata sull’intensità delle cure;

3) l’integrazione tra ospedali e territorio e implementazione degli orari di apertura di questi ultimi all’utenza sulle 12 ore;

4) L’integrazione e il rispetto tra professionisti;

5) la riduzione dell’esposizione degli operatori e in particolare degli infermieri a carichi di lavoro eccessivi e mansioni improprie, spesso non giustificate nè giustificabili, che li espongono a maggiori rischi di commettere errori anche non rimediabili sia su essi stessi che sui loro assistiti. In questo contesto sarebbe auspicabile un maggior investimento al miglioramento della comunicazione per la riduzione dei contenziosi;

6) un rafforzamento dell’umanizzazione delle cure e della relazione sanitario-utente: porterebbe a maggior fiducia dei professionisti in se stessi e nel sistema, e nei professionisti da parte dell’utente stesso;

7) valorizzazione della professionalità e delle competenze: chi possiede progetti, obiettivi, idee, ricerche da portare a compimento deve trovare in ATS Sardegna una sponda per poter provare a realizzarli piuttosto che un muro di gomma pronto a respingere qualsiasi sussulto di orgoglio professionale.

Per tutelare maggiormente la dignità della professione ma soprattutto favorire l’accesso dei cittadini al servizio sanitario, sul complesso e sull’applicazione dell’Atto aziendale dobbiamo svolgere un importante ruolo di impulso, contribuendo così a fare della partecipazione uno dei suoi propri punti di forza.

Pur in maniera non esaustiva, abbiamo voluto dedicarci al complesso dell’atto aziendale tralasciando di approfondire e richiamare alcune questioni – conclude Graziano Lebiu -. Ci riserviamo di avviare una ulteriore riflessione per poter maggiormente contribuire al buon esito delle previsioni di atti, determine, delibere, linee guida e quant’altro utile alla miglior risposta assistenziale all’utenza anche nel ns. territorio e nella ASSL di riferimento.»

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Il direttivo del Collegio Ipasvi e la comunità infermieristica del Sulcis Iglesiente, stringendosi intorno alla famiglia, ricordano la professionalità della collega infermiera Anna Maria Merola, tragicamente scomparsa nel rogo della sua abitazione. Si era diplomata nel 1984 presso la scuola Maria di Piemonte sezione USL 17 Carbonia, e dal 2011 era una delle prime iscritte all’albo Ipasvi Carbonia Iglesias. Esercitava presso il poliambulatorio di San Ponziano ex Asl 7 e ultimamente era costretta all’uso delle stampelle e a difficoltà di deambulazione a causa di un infortunio sul lavoro. «Per cause accidentali, Anna Maria non è più tra noi – dice il presidente del Collegio Graziano Lebiu -, ma il suo esercizio professionale e la dedizione al lavoro resteranno un ricordo difficile da dimenticare».

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Il nuovo licenziamento deciso due giorni fa dall’Aias, questa volta per Antonello Repetto, il lavoratore protagonista negli ultimi mesi di diverse clamorose manifestazioni di protesta per rivendicare il pagamento degli stipendi arretrati, con incatenamenti e imbavagliamenti davanti alle sedi Aias di Cagliari e Cortoghiana, per «dichiarazioni lesive dell’immagine, degli interessi e dell’economia dell’associazione», continua a provocare reazioni e commenti. Oggi interviene sul caso Graziano Lebiu, presidente del Collegio Ipasvi Carbonia Iglesias. «La Libertà di Stampa e di Opinione sono valori irrinunciabili – dice Graziano Lebiu -. Si narrano i fatti, si commentano le diverse considerazioni, si fanno editoriali di sintesi o approfondimento, ma da qui a negare oggi a Repetto di dialogare con la stampa e domani alla stampa di dialogare con Repetto, la trovo una cosa pericolosa. Non può passare l’assunto – conclude Graziano Lebiu – che pubblicare una dichiarazione da parte della stampa sia attività lesiva dell’immagine Aias, nel caso in specie.»

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Il Collegio Ipasvi di Carbonia Iglesias ha tenuto stamane, nella sala consiliare del comune di Carbonia, la prima conferenza stampa per la presentazione delle novità su «Disposizioni per favorire l’accesso dei soggetti disabili agli strumenti informatici», previste dalla Legge Stanca del 9 gennaio 2004, n. 4 (G.U. n. 13 del 17 gennaio 2004) ma fino ad oggi quasi completamente inattuate.

Hanno partecipato alla conferenza stampa, con il presidente del Collegio Ipasvi di Carbonia Iglesias Graziano Lebiu, l’assessore delle Politiche sociali del comune di Carbonia Loredana La Barbera, il presidente della IV commissione del comune di Carbonia Daniela Marras, le infermiere che hanno realizzato il video proiettato in sala, Lisanna Grosso dell’Ipasvi di Pavia e Valeria Rita Cani dell’Ipasvi di Carbonia Iglesias.

«I motivi e la proposta di recepire nel sito web del Collegio Ipasvi uno spazio di accesso dedicato a soggetti disabili – ha detto tra l’altro Graziano Lebiu – devono quindi essere considerati la prima pietra di un percorso perfettibile, integrabile e rispettoso di altri punti di vista e necessità, ma soprattutto strutturato e curato nel quotidiano del suo evolversi. Sapremo fare certamente sintesi di tutti i contributi che via via saranno posti alla nostra attenzione per arrivare a condividere nel lungo periodo il più corretto e fruibile “risultato” nelle forme e nei supporti sopra espressi. Questa è la finalità della condivisione del “gesto assistenziale ed istituzionale” nell’iniziativa della nostra comunità professionale, e che qui presentiamo unitamente alle curatrici del video, l’infermiera sorda Lisanna Grosso, di Pavia, e l’infermiera Valeria Rita Cani, di Carbonia.»

Lisanna Grosso, originaria di Biella, è stata una delle prime quattro bambine non udenti inserite in un famoso progetto di integrazione tra bambini sordi e udenti e, vincitrice di una borsa di studio “Fulbright-Roberto Wirth”, presto volerà negli Stati Uniti per un’esperienza formativa unica.

«Era un sabato del mese di aprile quando mi arriva un messaggio da Graziano, il quale mi chiese se volevo collaborare con l’Ipasvi di Carbonia Iglesias e di altre province aderenti per un progetto di accessibilità – ha detto nel suo intervento Lisanna Grosso -. Felice di questa perspicacia e sensibilità verso anche le persone sorde, ho accettato subito. Essendo un’infermiera sorda bilingue (italiano/lingua dei segni italiana) ho sempre desiderato e promosso l’accessibilità e di divulgare informazioni e notizie anche alle persone sorde che spesso sono trascurate perché la nostra sordità è invisibile e spesso non ci si accorge che i video con solo l’audio e non sottotitolati o le notizie via radio non ci giungono.»

«Questi primi video in lingua dei segni italiana – ha concluso Lisanna Grosso – sono un primo passo verso la piena accessibilità per la maggior parte delle persone sorde italiane. Si tratta di un buon inizio di un grande progetto.»

Alla conferenza stampa hanno partecipato, tra gli altri, anche il direttore della SC Professioni Sanitarie della ASSL di Carbonia, Antonello Cuccuru, il medico pediatra Paolo Zandara ed il direttore del Centro Servizi culturali della società Umanitaria di Carbonia, Paolo Serra, che si è intrattenuto sulle iniziative messe in atto dal Centro Servizi Audiovisivi e dalla Fabbrica del Cinema per consentire ai diversamente abili pari opportunità nell’accesso ai servizi.

Un’analoga conferenza stampa è in programma mercoledì prossimo, 21 giugno, a Roma, nella sede Ipasvi nazionale, alla quale hanno già assicurato la loro adesione numerose associazioni.