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Il Collegio Ipasvi di Carbonia Iglesias ha inviato le sue osservazioni sull’atto aziendale dell’ATS Sardegna, al Direttore Generale dell’ATS Sardegna, al Direttore sanitario dell’ATS Sardegna, al Direttore amministrativo dell’ATS Sardegna e agli iscritti Albo Ipasvi Carbonia Iglesias.
«Non può essere posto in essere alcun atto aziendale né alcun riordino della rete ospedaliera senza gli attori dell’assistenza e dell’organizzazione del lavoro al posto giusto e valorizzati piuttosto che considerati caselle in un turno di servizio, numeri matricola, pedine di una ipotetica scacchiera, tessera di un effetto domino – scrive il presidente del Collegio Ipasvi Graziano Lebiu – . Il contesto di opportunità e crescita professionale e di carriera tra tutti i collaboratori professionali sanitari infermieri (che in un rapido passaggio in corsia e due chiacchiere con il personale su organizzazione del lavoro, produttività, progressioni e fasce retributive, valorizzazione economica e riconoscimento del merito si potrebbe facilmente rilevare come ancora non pervenuto) è una sfida che rispetto al passato l’ATS Sardegna deve vincere; nel merito dell’Atto Aziendale ATS SARDEGNA, il Direttivo IPASVI CI ritiene che se mantiene alto l’impegno per un’assistenza centrata sulla persona e per la valorizzazione delle competenze dei professionisti che la costituiscono (art. 7 Patrimonio Professionale Atto Aziendale ATS pag. 11) sia attuale e attuabile a condizione che Equità, Centralità persona-paziente-utente, Qualità, Economicità, Trasparenza, Legalità, Crescita professionale-Sviluppo e innovazione per il personale, non restino parole inserite ma inespresse in un documento di settantadue pagine.»
«Un elemento che ci porta a rinviare sin d’ora un giudizio comunque definitivo è però conseguente all’assenza di riferimenti precisi e coerenti al ruolo del Dipartimento delle Professioni Infermieristiche quale entità che dovrebbe muoversi a maggior tutela dell’autonomia, della responsabilità, della risorsa, della dignità, del decoro, dell’immagine, dei diritti e dei doveri del personale che vi afferisce: l’impostazione data è dissonante considerando la declinazione degli altri dipartimenti, senza trascurare che, ormai, innumerevoli progetti di riorganizzazione sono incentrati sui nuovi modelli di assistenza, e tra tutti, in particolare, l’organizzazione per livelli assistenziali affidandone la responsabilità agli infermieri ed esaltandone le specificità e il valore nel processo di assistenza quale incontrovertibile contributo al recupero della centralità del paziente quale fattore di produttività – aggiunge Graziano Lebiu -. Non siamo una controparte della Direzione Generale ATS, non siamo pregiudizialmente ostili a nessuna delle determine che abbiano ricadute anche nella ASSL Carbonia, e consapevoli di avere qualcosa da sottolineare per rafforzare i contenuti dell’atto aziendale con i migliori auspici per il buon fine delle sue intenzioni, ma richiamiamo con decisione l’attenzione su una serie di elementi che riteniamo centrali nella delibera in trattazione.»
«L’ATS Sardegna – scrive tra l’altro Graziano Lebiu – deve trovare la chiave di volta per sanare una volta per tutte la suddivisione di lavoratori di serie A con quelli di serie B. Auspichiamo la piena valorizzazione delle risorse umane, quale elemento distintivo dell’azienda con opportunità di crescita professionale e di carriera per chi sa distinguersi per capacità e impegno e contribuisce in modo leale e responsabile al rafforzamento della mission e al conseguimento degli obiettivi aziendali”, essendo questa una affermazione che riveste particolare importanza in quanto, oltre a potersi incardinare nella lettera del D.lgs. n. 150/09, presuppone una politica del personale che non si limiti al semplice rispetto delle norme di cui agli articoli 16 bis, ter e quater del D.lgs. n. 229/99 ma prefiguri la volontà di creare occasioni e circostanze che consentano effettivamente agli operatori di tutti i ruoli e di tutte le professioni di realizzare compiutamente le loro personali aspettative anche economiche nell’ambito del contesto organizzativo aziendale.
Riteniamo che il fattore di produttività non si individui col bilancino del centro di costo o dei budget o del dipartimento x con struttura complessa y piuttosto che struttura semplice dipartimentale: si misura con l’aumentare del tempo di vicinanza degli infermieri ai pazienti. Maggiore è il tempo da dedicare all’assistito, maggiore sarà la qualità dell’assistenza percepita ed erogata. E puntuale deve essere il riconoscimento formale e sostanziale per gli aventi causa. Alla domanda di salute ed assistenza, la sanità anche privata risponde per tutti i suoi cittadini con la missione universalistica dei professionisti che vi operano: è garantita ogni giorno ogni ora ogni anno assistenza a tutti i suoi abitanti, non solo sardi o italiani ma anche stranieri, integrati o meno, offre sostegno e diritti a che ne ha bisogno, ed essendo un comparto produttivo di beni e servizi, in questa fase di crisi economica rappresenta anche una opportunità di coesione sociale. L’Atto Aziendale ipotizza un rilevante processo di riorganizzazione delle strutture e dei servizi che comporterà necessariamente un riassetto delle dotazioni organiche ed una diversa allocazione e collocazione fisica e funzionale delle risorse disponibili: e troppo auspicare che sia seguito da atti concreti e non si limiti a mere enunciazioni di principio?
Il progetto ivi delineato è di ampio respiro e suggerirebbe il pieno coinvolgimento di tutte le risorse aziendali, nel miglioramento qualitativo e quantitativo delle cure prestate.»
«Venendo, infine, ad alcune questioni propriamente del territorio ASSL Carbonia e sia per il PO Sirai di Carbonia che per il PO CTO e il Po Santa Barbara di Iglesias, gli elementi che emergono e meritano attenzione, per quanto riguarda il personale infermieristico – rimarca Graziano Lebiu -, potrebbero contemplare:
a. La ricerca di operatori con le caratteristiche richieste in ambito aziendale, attraverso specifici avvisi di mobilità interna;
b. La valorizzazione delle risorse già disponibili mediante gli strumenti individuabili dall’ATS e inseribili nell’Atto Aziendale;
c. La valutazione dell’effettivo fabbisogno quali-quantitativo di risorse nei singoli contesti specialistici in cui si articolano le strutture ospedaliere e territoriali;
d. La progettazione, la promozione e l’implementazione di corsi di aggiornamento e di formazione continua relativamente al trattamento dei pazienti presi in carico dalle diverse discipline specialistiche;
e. Valorizzazione delle risorse con particolare riguardo alla gestione delle cronicità, del paziente anziano, del bambino e, più in generale, delle persone fragili.
f. Sulla dislocazione della SC di ginecologia ed ostetricia, del punto nascite e della pediatria, da rilevare che non si evince in quale stabilimento saranno ubicati ed entro quali tempi;
g. Appare alquanto singolare il mantenimento di n. 2 SC di Ortopedia e n. 2 SC di Chirurgia tra il PP.OO. di Iglesias e Carbonia. Quali tra queste saranno operative H. 24 e sette giorni su sette, anche in relazione agli spazi architettonici del CTO di Iglesias, impossibilitato a ricevere 16 pl previsti per l’assegnazione del titolo di SC.
h. La congruenza del numero di posti letto al CTO di Iglesias è stata presa in considerazione e se si da chi e come?
i. Oculistica diventa SC per quale motivazione? (PL? dotazione organica? n. prestazioni?) Continuerà ad operare in Day Surgery?
j. La Pneumologia è cassata. Sarà assorbita in quale Medicina? Con quali criteri assegnare il personale che vi afferiva? Recupererà i PL precedentemente attribuiti e persi con il passaggio al S.B. dal CTO?
k. Le postazioni del 118 in ASSL Carbonia Iglesias saranno mantenute e facenti parte di quale SC?
l. Trasformazione del CTO e del SB in ospedali di comunità con quali risorse sarà possibile?
m. Il Pronto Soccorso del CTO che sorte deve subire?
n. Il Servizio Dialisi diventa una unica struttura con 1 SC a Carbonia e 1 SSD ad Iglesias o viceversa?
o. Idem per Anestesia. Da n. 2 SC ad una. Dove e come saranno allocate?
p. La SSD Terapia del dolore sarà assorbita da chi?
q. Alcun richiamo all’istituzione dell’Hospice, come da legge regionale RAS. Che fine farà?
r. Il Lab. Analisi e il Centro Trasfusionale passano da SC a SSD e con quali assegnazioni?»
«Nel complesso dell’atto aziendale valutiamo come carenza:
– la mancanza di parametri per la definizione del fabbisogno di operatori in rapporto all’intensità o alla complessità delle cure
– la mancata individuazione delle posizioni organizzative per le quali sarebbe auspicabile introdurre almeno un elenco di opzioni
– pochi richiami al ruolo della sanità privata
Riteniamo, infine, preminenti:
1) garantire livelli di qualità e sicurezza agli ospedali e nei servizi territoriali adeguati alle necessità della popolazione in questa determinata fase storica;
2) l’adozione di nuovi modelli gestionali con la reale sperimentazione di una organizzazione dell’assistenza basata sull’intensità delle cure;
3) l’integrazione tra ospedali e territorio e implementazione degli orari di apertura di questi ultimi all’utenza sulle 12 ore;
4) L’integrazione e il rispetto tra professionisti;
5) la riduzione dell’esposizione degli operatori e in particolare degli infermieri a carichi di lavoro eccessivi e mansioni improprie, spesso non giustificate nè giustificabili, che li espongono a maggiori rischi di commettere errori anche non rimediabili sia su essi stessi che sui loro assistiti. In questo contesto sarebbe auspicabile un maggior investimento al miglioramento della comunicazione per la riduzione dei contenziosi;
6) un rafforzamento dell’umanizzazione delle cure e della relazione sanitario-utente: porterebbe a maggior fiducia dei professionisti in se stessi e nel sistema, e nei professionisti da parte dell’utente stesso;
7) valorizzazione della professionalità e delle competenze: chi possiede progetti, obiettivi, idee, ricerche da portare a compimento deve trovare in ATS Sardegna una sponda per poter provare a realizzarli piuttosto che un muro di gomma pronto a respingere qualsiasi sussulto di orgoglio professionale.
Per tutelare maggiormente la dignità della professione ma soprattutto favorire l’accesso dei cittadini al servizio sanitario, sul complesso e sull’applicazione dell’Atto aziendale dobbiamo svolgere un importante ruolo di impulso, contribuendo così a fare della partecipazione uno dei suoi propri punti di forza.
Pur in maniera non esaustiva, abbiamo voluto dedicarci al complesso dell’atto aziendale tralasciando di approfondire e richiamare alcune questioni – conclude Graziano Lebiu -. Ci riserviamo di avviare una ulteriore riflessione per poter maggiormente contribuire al buon esito delle previsioni di atti, determine, delibere, linee guida e quant’altro utile alla miglior risposta assistenziale all’utenza anche nel ns. territorio e nella ASSL di riferimento.»