22 December, 2024
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Dopo quattro giorni di concerti tra vari centri e località del nord Sardegna che partecipano a questa edizione di Time in Jazz, questa sera – 11 agosto – il festival ideato e diretto da Paolo Fresu “torna a casa”, a Berchidda, per il primo degli eventi serali in programma sul “palco centrale” della manifestazione, quello allestito in piazza del Popolo. E si comincia con un evento davvero speciale: alle 21.30 va in scena, per la prima volta in Sardegna (dopo più di sessanta repliche nella Penisola), “Tempo di Chet. La versione di Chet Baker“, uno spettacolo che unisce parole, immagini e musica per rievocare uno dei miti musicali più controversi e discussi del Novecento, Chet Baker, jazzista tanto maledetto quanto leggendario. Una produzione del Teatro Stabile di Bolzano nata dalla fusione e dalla sovrapposizione tra la scrittura drammaturgica di Leo Muscato e Laura Perini e la partitura musicale curata e interpretata dal vivo da Paolo Fresu alla tromba e al flicorno con Dino Rubino al piano, Marco Bardoscia al contrabbasso e le voci evocative di un cast composto da Alessandro Averone, Rufin Doh, Simone Luglio, Debora Mancini, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Graziano Piazza e Laura Pozone.
A Berchidda, invece, dalle 19.45, parte la prima delle parate musicali per le strade del paese che ogni giorno riscalderanno l’atmosfera prima dei concerti in programma sul palco di Piazza del Popolo; una festosa parata multietnica all’insegna dell’incontro tra culture diverse e del dialogo tra i popoli: protagonisti la Funky Jazz Orkestra, la street band di Berchidda diretta dal trombettista Antonio Meloni, e gli Afro Giembe un ensemble di percussionisti migranti, guidati da Jacopo Cadeddu e Michèle Kramers. Una produzione originale della compagnia Theatre en Vol e di Time in Jazz, nata in seno al progetto “Babel – Migrant Reloaded”, mirato all’inclusione e integrazione dei cittadini stranieri attraverso laboratori di espressione artistica e performativa. La performance sarà impreziosita dalla presenza dell’Armoniciclo, una delle macchine teatrali storiche del mondo visionario della compagnia sassarese Theatre en vol.
E poi ancora musica, dopo “Tempo di Chet”, con il primo della serie di dj set in programma ogni sera, dopo gli spettacoli in piazza del Popolo, intorno alla mezzanotte. Protagonista DJ Rocca (al secolo Luca Roccatagliati), producer e musicista attivo da metà anni Novanta, già dj resident di un locale di culto per la club culture qual è stato il Maffia di Reggio Emilia e con un bagaglio di esperienze che conta singoli, remix ed album per alcune delle migliori etichette internazionali e collaborazioni con Howie B, Zed Bias, Dimitri From Paris, Daniele Baldelli, i Jazzanova e Franco D’Andrea.
 

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E’ dedicato alla figura di Antonio Gramsci, a ottant’anni dalla scomparsa, il nuovo appuntamento con la rassegna “Le Salon de Musique – La via della seta”, in programma questa sera, alle 21.00, al Teatro Massimo di Cagliari.

Per l’occasione andrà in scena “Nino! Nino!”, melologo scritto dall’autrice di origine armena Sonya Orfalian appositamente per questa occasione, e con musiche originali di Riccardo Giagni. Sul palco ci sarà (voce recitante) l’attore Graziano Piazza.

Il 2016 è stato l’anno del 125° anniversario della nascita di Antonio Gramsci, mentre lo scorso  27 aprile è stata la data che ha segnato gli ottant’anni dalla sua scomparsa: nel solco delle celebrazioni per queste ricorrenze Le “Salon de Musique” si inserisce ricordando una delle figure centrali della cultura e della storia politica del nostro Paese. Un’occasione, anche, per contribuire a far conoscere alle giovani generazioni italiane l’universalità, la profondità e l’alto valore morale ed educativo del suo pensiero e delle sue riflessioni: un pensiero che si è esercitato non soltanto su aspetti della civiltà politica italiana ed europea in un’epoca segnata dalle tragedie della Storia, ma anche sui destini e le vicende di popoli e di culture lontane dalle nostre contrade.

“Nino! Nino!” si propone di dare un contributo alla diffusione e alla attualizzazione delle idee originali del grande pensatore e uomo politico sardo, e ha al suo centro la lettura scenica di un testo – accompagnato da suoni e da immagini proiettate –  che intende collegare alcuni spunti della riflessione gramsciana al nostro presente, segnato fortemente dall’incontro e, talvolta, dalla collisione tra popoli e  dimensioni culturali diverse a confronto nelle società in cui viviamo.

Antonio Gramsci, di antiche origini albanesi, non disdegna di occuparsi di temi universali e la sua visione internazionalista lo porta a concentrarsi con generosa passione anche su dolorose questioni che riguardano altri popoli, genti lontane e spesso dimenticate. Tra questi, anche gli Armeni e il loro genocidio.