4 November, 2024
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Una giuria di qualità per un concorso enologico in crescita che ha i numeri per diventare una delle manifestazioni di riferimento per il settore nel panorama sardo. Nei giorni scorsi gli organizzatori della quarta edizione di Wine and Sardinia hanno selezionato i membri della commissione esaminatrice che si riunirà nel Teatro Comunale di Sorgono il 7, l’8 e il 9 luglio per valutare i campioni di vino provenienti da tutta la Sardegna.

Presidente della Giuria Flavio Faliva, agronomo, enologo e direttore tecnico di Cà del Vént Società Agricola srl, Campiani di Cellatica, in provincia di Brescia. 

Con lui Sergio Molino, consulente enologo per alcune tra le più importanti aziende vinicole del nord Italia. I suoi studi hanno come obiettivo principale il miglioramento della qualità dei vini DOCG a base Nebbiolo.

E ancora Harald Schraffl, enologo. Direttore tecnico nella cantina Nals Margreid, in Alto Adige. «Il mio obiettivo – afferma – è di trattare con rispetto la natura e le nostre risorse. Qualità vuol dire anche questo».

Ci sono poi due veterani del concorso: Pierluigi Gorgoni, giornalista e sommelier, autore e degustatore della guida I Vini d’Italia de L’Espresso (per la quale assaggia in particolare i vini delle regioni Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Puglia), è docente di Enologia e docente di Enografia Internazionale per ALMA – La Scuola Internazionale di Cucina Italiana di Gualtiero Marchesi, e Marco Pozzali, giornalista e sommelier, per 11 anni nel Gruppo Food è stato caporedattore e condirettore di riviste a diffusione nazionale di enogastronomia, come Bar Business, Buon Appetito e Mangiarsano. Ha realizzato gli abbinamenti vino-cibo per numerose collane di libri sia per la libreria che in allegato ai principali quotidiani nazionali, La Repubblica, La Gazzetta dello Sport, La Stampa e molti altri.

Proprio Pozzali commenta gli obiettivi della Giuria: «Anche quest’anno la scelta dei candidati per la commissione di valutazione è stata attenta e profondamente mirata. Da un lato la ricerca di una certa continuità sulle idee che stanno alla base del concorso e dall’altro alcuni segnali di novità, sono i tratti che ci hanno guidato».

Per il sommelier «fin dalla prima edizione abbiamo ritenuto molto proficuo portare a Sorgono personalità del mondo del vino poliedriche, di aree geografiche differenti, con esperienze professionali ben solide ma eterogenee. Il nostro compito non sarà solo quello di trovare il migliore vino rosso in assoluto, o il migliore vino bianco prodotti sull’Isola, ma di cercarne l’essenza più vera, l’anima, il respiro».

Le intenzioni della Giuria coincidono con quelle degli organizzatori: la Pro Loco di Sorgono (organismo ufficialmente autorizzato dal ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Un gruppo di giovani che che crede profondamente in una manifestazione che nasce nel cuore dell’isola, il Mandrolisai, zona di viticoltura antica ed “eroica” che si apre all’Isola mettendo a confronto ormai da quattro anni le aziende più blasonate e spesso pluripremiate in importanti concorsi nazionali e internazionali con realtà più piccole ma dinamiche, decise a trovare spazi i un mercato in crescita. Per dirla con Pozzali la parola chiave è conoscenza: «Uomini del vino, di regioni diverse, capaci di fare il vino interpretando non solo un territorio ma anche il rapporto di un terroir con la propria storia, con quelle identità morfologiche, climatiche, sociali, culturali, umane che determinano una particolare area geografica, unica e peculiare proprio nelle sue caratteristiche».

Gualtiero Marchesi è diventato Ambassador di Expo Milano 2015. Il famoso chef milanese, conosciuto e apprezzato in tutto il mondo, entra così a far parte della grande famiglia dell’Esposizione Universale: le sue creazioni culinarie daranno un tocco di classe e qualità ad un evento che fa dell’alimentazione sana e consapevole il suo punto di forza.

In occasione del suo ottantacinquesimo compleanno, Marchesi dimostra di credere fermamente in questa straordinaria avventura: «Expo è una grande occasione per dimostrare quello che possiamo fare. Sottolineo ‘possiamo’, perché basta che questo Paese lo voglia ed è capace di superare qualsiasi ostacolo. Solo così ritroveremo l’Italia che si fa rispettare».

Ed è significativo il prodotto scelto dal Maestro per rappresentare la sua cucina: «Io amo il grano e lo scelgo come emblema, perché appartiene alla prima grande rivoluzione umana, quella neolitica – dopo, ben inteso, l’essere scesi dagli alberi. I greci usavano una bellissima metafora, chiamando gli uomini: mangiatori di pane, il contrario di bruti. Anche se furono gli arabi a inventare i maccheroni, prima del Mille, a Palermo, la pasta è l’ingrediente che più ci caratterizza».