22 November, 2024
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Il graffiante umorismo di Alan Bennett e l’intreccio fra arte e vita del teatro di José Sanchis Sinisterra, tra un incontro che cambia il destino e il surreale annuncio della fine del mondo: si apre il sipario sulla Stagione di Prosa 2014-15 al Teatro Electra di Iglesias, organizzata dal CeDAC nell’ambito del XXXV Circuito Teatrale Regionale Sardo, che sceglie come slogan un provocatorio “Giù la Maschera!”, e realizzata con il patrocinio e il sostegno del comune di Iglesias. Quattro spettacoli in cartellone – dal 27 gennaio al 21 aprile 2015 – e riflettori puntati sulla drammaturgia contemporanea, dall’ironia di “Doris e Irene parlano da sole” all’incubo della dittatura in “Carmela e Paolino – varietà sopraffino” (versione italiana del celeberrimo “¡Ay Carmela!”, da cui Carlos Saura ha tratto l’omonimo film con un’intensa Carmen Maura), dalle riflessioni sull’esistenza ne “La vita è un viaggio” alle stravaganti cronache dell’ “Apocalisse”.

Una rosa di titoli – tra classici del Novecento e trasposizioni letterarie – per un itinerario nell’animo umano e un vivido affresco della società, di oggi e di ieri, all’insegna del pirandelliano slogan “Giù la Maschera!”, provocatorio invito a confrontarsi con le proprie emozioni e i pensieri più segreti, che rimanda alla capacità del teatro di mettere a nudo la verità attraverso l’arte della finzione.

Tra i protagonisti artisti come Ugo Dighero, funambolico protagonista dell’ “Apocalisse” del Teatro dell’Archivolto – attore dalla spiccata vis comica, fondatore dei Broncoviz con Maurizio Crozza, e volto noto del piccolo schermo, da trasmissioni cult come “Avanzi” alla serie “R.I.S.” a fiction come “Un medico in famiglia”; e Edy Angelillo – eclettica attrice e cantante, dall’intensa carriera in cui alterna teatro, cinema e televisione (dal debutto a Domenica In al Festival di Sanremo con Pippo Baudo; i films con Maurizio Nichetti, Alberto Sordi e Francesco Nuti; e le fiction, da “Un medico in famiglia” a “Madri” e “Amanti e Segreti”, fino alla serie “Cugino & Cugino”) in coppia con il poliedrico Gennaro Cannavacciuolo, attore e cantante, cabarettista e fantasista (dagli esordi con Eduardo De Filippo, alla collaborazione con la Compagnia della Rancia, e poi la partecipazione alle operette, e il lavoro in teatro e al cinema, oltre alle numerose apparizioni televisive in cui si fondono talento e eleganza) in “Carmela e Paolino – varietà sopraffino” di Sinisterra.

Riflettori puntati anche su Beppe Severgnini – noto giornalista e scrittore, editorialista del Corriere della Sera e opinionista “cult”, nell’inedita veste di attore, oltre che autore, de “La vita è un viaggio” mentre saranno Maria Grazia Bodio e Lia Careddu del Teatro Stabile della Sardegna a dar vita alle protagoniste di “Doris e Irene parlano da sole”, in due vividi ritratti al femminile con la cifra pungente e ironica di Alan Bennett.

Il sipario della Stagione di Prosa 2014-15 al Teatro Electra di Iglesias si aprirà martedì 27 gennaio alle 20.30 su “Doris e Irene parlano da sole”, intrigante spettacolo del Teatro Stabile della Sardegna che accosta due monologhi di uno dei più interessanti drammaturghi inglesi, Alan Bennett (autore del pluripremiato “The History Boys” e de “La pazzia di Re Giorgio”): “Una donna di lettere” nell’interpretazione di Maria Grazia Bodio per la regia di Guido De Monticelli e “Un biscotto sotto il sofà” con Lia Careddu, diretta da Veronica Cruciani.

Due atti unici – impreziositi da video e scenografie di Luca Brinchi e Daniele Spanò, con i costumi di Adriana Geraldo e il disegno luci di Stefano Damasco e Loïc François Hamelin – per un viaggio ai confini della follia, o quanto meno della stravaganza: la prima, come suggerisce il titolo, è “Una donna di lettere”, ovvero una grafomane infaticabile che spia il mondo dalla sua finestra per trarne spunto per vibranti lettere di protesta, fino a suscitare l’intervento degli assistenti sociali e delle forze dell’ordine; mentre l’eroina in negativo di “Un biscotto sotto il sofà” vive la sua solitudine, popolata dai fantasmi e dai ricordi del passato, cercando di sottrarsi alle regole del sistema, per mantenere la propria individualità pur tra piccole manie ed eccentricità.

Le pièces – scritte originariamente per la televisione, poi rappresentate successo sul palcoscenico, e pubblicate in “Talking  Heads” – sono caratterizzate da «una struttura a flash, con piccole sequenze che si sviluppano come in un rapido montaggio cinematografico, in cui sono ritratte porzioni di vita quotidiana, lampi di ossessione. Quadri ritagliati nel nero per “Una donna di lettere”, immagini proiettate sul bianco per “Un biscotto sotto il sofà”».

Sarà poi la volta – domenica 8 febbraio alle 18.30 – di “Carmela e Paolino – varietà sopraffino” traduzione italiana di “¡Ay Carmela!” di José Sanchis Sinisterra (da cui Carlos Saura ha tratto lo splendido film con Carmen Maura), con traduzione, adattamento e regia di Angelo Savelli: Edy Angelillo e Gennaro Cannavacciuolo sono i protagonisti della pièce che mescola sapientemente, in un gioco di contrasti, la leggerezza dell’avanspettacolo e la tragedia della dittatura, con un finale a sorpresa nel segno della libertà d’espressione. Una coppia di artisti – costretti a rappresentare il loro spettacolo davanti ai condannati a morte, in un atto di finta clemenza che ha più il sapore della beffa – diventa il simbolo della dialettica fra arte e potere: la ferocia del regime non concede alternative, la disubbidienza ha il prezzo altissimo della vita. La comicità e il brio dei numeri di un varietà stonano con la condizione dei prigionieri, e per i due sconosciuti attori diventa facile, quasi spontaneo simpatizzare con le vittime invece che con i carnefici: un tratto d’umanità molto pericoloso, di fronte al brutale e cieco esercizio del potere.

La mise en scène di Pupi e Fresedde/ Teatro di Rifredi – Teatro Stabile d’Innovazione, con  le musiche originali di Mario Pagano (eseguite dal vivo da Marco Bucci al pianoforte, Ruben Chaviano al violino e Simone Ermini al sassofono e clarinetto) e scene e costumi di Tobia Ercolino, restituisce le atmosfere di un’epoca, e lo specchio di una società in cui il teatro e il varietà rappresentavano uno spazio privilegiato di divertimento anche per le classi popolari e, entro certi limiti, di libertà.

S’intitola “La vita è un viaggio” la pièce – scritta e interpretata da Beppe Severgnini, in scena con l’attrice Marta Isabella Rizi e la cantante musicista Elisabetta Spada (che firma le musiche originali con il nome d’arte Kiss & Drive) e prodotta da Sosia & Pistoia per la regia di Francesco Brandi – in cartellone mercoledì 25 marzo alle 20.30 al Teatro Electra di Iglesias: storia di un casuale incontro di destini, durante un’attesa all’aeroporto, che mette a confronto diverse generazioni e visioni del mondo. Un uomo e una donna – imprigionati in quella sorta di non-luogo, anonimo ed estraneo,  per una lunga notte, mentre attendono che venga annunciato il loro volo – iniziano una conversazione che, vinta l’iniziale diffidenza, li porta ad approfondire  temi importanti se non cruciali: così, i due «ragionano di talento e tenacia, tempismo e tenerezza; scoprono che aver paura – nella vita, nel lavoro – è inevitabile: e forse è giusto». Il dialogo riguarda la necessità  di trovare punti di riferimento, per orientarsi nella confusione, e il piacere della semplicità.

Il senso del viaggio come metafora dell’esistenza, e il paragone tra l’entità del bagaglio che si porta con sé e il rimpianto per ciò che si è deciso di abbandonare al momento della partenza, offrono lo spunto per una riflessione sulla complessità e le contraddizioni dell’animo umano, in bilico tra  il bisogno di sicurezza e l’ansia di conoscenza.

«Il tempo scorre, la notte passa. Finché arriva l’alba, l’aeroporto riapre. È il momento di partire: ognuno per la propria destinazione, forse diversa da quella che aveva immaginato. Una notte cambia molte cose, a tutte le età.»

Suggellerà la Stagione di Prosa del CeDAC a Iglesias – martedì 21 aprile alle 20.30 – l’originale “Apocalisse” del Teatro dell’Archivolto, dai racconti di Niccolò Ammaniti (con il contributo di Antonio Manzini) con la regia di Giorgio Gallione: sotto i riflettori Ugo Dighero, convincente e coinvolgente interprete delle avventure di un personaggio, vittima di uno strano morbo che contiene in sé (almeno a suo modo di vedere) il germe della futura catastrofe, della fine dell’umanità.

La scrittura evocativa e insieme surreale e grottesca di Ammaniti ispira la mise en scène in cui le trame de “Lo zoologo” (tratto da “Fango”) e “Sei il mio tesoro” (pubblicato nel volume “Crimini”) s’intrecciano alla vicenda del protagonista, un uomo a cui ogni atto , dal sorridere al far l’amore, provoca un’insopportabile sofferenza: al sicuro nella sua casa/ hangar egli narra di zombies laureati e folli chirurghi plastici, di poliziotti violenti e demenziali ultras, di comici e stelline di dubbio talento. Fotografia di una società in declino, irrimediabilmente degradata, che assomiglia fin troppo a un bestiario metropolitano, in cui esseri improbabili combattono per la sopravvivenza quotidiana tra edonismo e desolazione.

Lo spettacolo «è una perfida parodia di una società alla deriva, un po’ operetta a/morale e un po’ favola nera. Ma, lo sappiamo, nel tempo dell’Apocalisse le favole sono cambiate e “nella bocca dei poeti anche la bellezza è terribile”».

La Stagione di Prosa 2014-15 al Teatro Electra di Iglesias promossa dal CeDAC (nell’ambito del XXXV Circuito Teatrale Regionale Sardo, con lo slogan “Giù la maschera!”) con il patrocinio dell’amministrazione comunale, è patrocinata e sostenuta dal MiBACT/ Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, e dall’Assessorato alla Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport della Regione Sardegna, con il supporto della Fondazione Banco di Sardegna e di sponsor come la Sardinia Ferries che ospita sulle sue navi artisti e compagnie in viaggio da e per la Sardegna.

Teatro Electra esterno 1

E’ mesta l’aria che si respira durante la conferenza stampa di presentazione della stagione di prosa 2014/2015 presso lo Stabile Sardo. Mesta ma ostinatamente dignitosa, come la professionalità di chi vi lavora e di chi ha imbastito un cartellone curato, che non si nutre di scambi e che non si gonfia dietro nomi televisivi, facilmente utilizzabili come specchietti per le allodole, cosa che spesso accade anche nei circuiti più blasonati della penisola.

Attenzione e rara propensione alla qualità, soprattutto durante l’ennesimo periodo di tagli, che vanno a minacciare equilibri già precari (si attendono ancora i contributi del 2013, e su quelli del 2015 si presume una riduzione ulteriore del 30%, ancora non ufficiale) del settore. Maria Grazia Sughi, presidentessa, si appella al pubblico ed alla stampa, perché non li si lascino soli, in balia di coloro che della parola cultura si riempiono ogni giorno la bocca, fra una stoccata e l’altra.

Con dignità, appunto, si continua sulla via delle produzioni e di un “teatro abitato” come ama definirlo, da sempre, il direttore artistico Guido De Monticelli, assente per motivi di salute ma che precedentemente ha dichiarato: «Tra spettacoli prodotti dal Teatro Stabile della Sardegna e ospitalità, la stagione di quest’anno ha una forte impronta di contemporaneità. È, d’altra parte, la prosecuzione e il consolidamento di una linea che ha attraversato questi intensi anni di attività della Compagnia al Teatro Massimo. Sia che si affrontasse la drammaturgia degli scrittori d’oggi, sia che si rinterrogassero i classici là dove ancora ci fanno imbattere nei grandi temi dell’esistenza».»

Quest’anno – sesto di permanenza presso il Teatro Massimo, autorizzata nei primi anni da contratti trimestrali che rendevano difficilissima qualsiasi forma di programmazione, fino ad arrivare a contratti annuali ed oggi in attesa, dopo aver vinto la prima fase di un bando per l’ assegnazione pluriennale della struttura, dell’esito della seconda fase -.

Come sarà strutturata la stagione? Martedì 23 settembre, oltre alla presidente Sughi, sono saliti sul palco della sala Minimax Mimma Gallina, consulente generale e Corrado Giannetti, vice presidente della cooperativa: la prima illustra le produzioni dello Stabile e anticipa le tematiche trattate dal Festival di filosofia 2015, mentre il secondo concentra l’attenzione sugli spettacoli delle compagnie ospiti. Interviene anche l’assessore della Cultura Enrica Puggioni che, in risposta all’appello della presidentessa Sughi spiega – ed è tangibile il suo senso di impotenza – di come siano cambiati i modelli di produzione di vita e del sistema, che teme non saranno restaurati. Emerge l’urgenza, per il mondo della cultura, di elaborare nuove strategie; l’assessore annovera fra queste il percorso fatto per la candidatura di #Cagliari-Capitale europea della cultura 2019. Speriamo solo che, di questo passo, non ci si arrivi con i teatri chiusi.

Illustro il programma, come da comunicato stampa, a cura di Paola Masala. è, dunque, nel segno della contemporaneità il cartellone proposto dal #Teatro Stabile della Sardegna per la nuova Stagione teatrale 2014-15. Lo Stabile propone al pubblico tre nuove produzioni, più una dedicata alle scuole, otto ospitalità, due spettacoli fuori abbonamento e i festival.

Le produzioni debuttano con la drammaturgia contemporanea di un autore italiano Edoardo Erba con Maratona di New York uno dei testi più rappresentati al mondo che nella produzione dello Stabile vede la regia di Francesco Brandi, regista di Due donne che ballano nella precedente stagione. Si fa un salto indietro con Le sedie di Eugene Ionesco testo che ha fatto parte della grande stagione drammaturgica del dopoguerra. La regia è affidata alla giovane regista cagliaritana Laura Pazzola che ha già diverse collaborazioni con lo Stabile.  Contemporaneo nella scrittura e nei temi trattati lo spettacolo che ispirerà il Festival di filosofia 2015, Incendi di Wajdi Mouawad, testo d’attualità sulla guerra in Medioriente per la regia di Guido De Monticelli, direttore artistico del Teatro Stabile della Sardegna. Le ospitalità inserite in cartellone debuttano con “Sogno di una notte di mezza sbornia” di Luca De Filippo, un testo che il padre Eduardo scrisse nel ’36 traendolo da una vecchia farsa napoletana. Moni Ovadia che riprende il suo spettacolo di maggior successo Cabaret Yiddish. Marco Paolini col suo Itis Galileo e il ritorno di Mario Perrotta col suo ultimo e intenso lavoro “Un bès” dedicato al pittore Antonio Ligabue. Giuseppe Battiston con L’invenzione della solitudine di Paul Auster che con questo testo ci parla dell’infinita ricerca di un padre mai conosciuto. Il #Teatro Filodrammatici di Milano, con una nuova gestione giovane attenta al teatro contemporaneo ci porterà verso l’inquieta drammaturgia tedesca, con uno dei suoi autori più di spicco, Marius von Mayenburg e il suo testo sull’immagine e sull’apparenza dal titolo Brutto. Ma c’è anche una produzione sarda, più mediterranea, il divertente “Son tutte belle le mamme del mondo?”, excursus sulla figura della mamma prodotto dall’Effimero Meraviglioso. Infine, Cinema! la particolarissima operazione internazionale di Beppe Navello che porta in scena il cinema muto, in una co-produzione con il #Teatr Śląski di Katowice ed un formidabile gruppo di attori polacchi. L’ormai collaudato Festival di filosofia a cura di Roberta De Monticelli e Pierluigi Lecis avrà il titolo L’infinito fratricidio. Capire il male. Storia, memoria, catarsi, anticipato come ogni anno da “La bottega delle arti e del pensiero”, un percorso di letture e seminari che condurrà al festival e allo spettacolo, in cui avranno parte attiva gli studenti dell’Università di Cagliari.

Quest’anno alla sua terza edizione, “Øscena Festival”, la rassegna curata in collaborazione con Cada die teatro, che porta a Cagliari, una rappresentanza delle migliori compagnie giovani di ciascuna regione italiana. Dopo la Lombardia e la Toscana, quest’anno sarà la volta della Sicilia. Fuori abbonamento la produzione “Sotto le stelle del Cabaret”, viaggio nel cabaret del 900 da Brecht a Jannacci che dopo il successo delle repliche estive verrà riproposto in occasione delle festività natalizie. E durante le festività ritorna anche il Festival del cioccolato, quest’anno arricchito dallo spettacolo fuori abbonamento delle Sorelle Marinetti, ospiti per la prima volta in Sardegna con “Non ce ne importa niente”. Attraverso l’esperienza formativa del teatro, Il Teatro Stabile della Sardegna affianca la scuo-la nell’attività educativa.  Con il progetto Cosa arcana e stupenda tratto dalle operette morali di Leopardi, lo Stabile si rivolge agli studenti con un programma di formazione composto da laboratorio e spettacolo.

Riprenderà anche il Laboratorio di Avvicinamento al Teatro per non professionisti condotto dagli attori della compagnia stabile che fornisce ai partecipanti alcuni strumenti di base del lavoro dell’attore. Come di consueto al cartellone verranno affiancate attività collaterali, incontri e eventi speciali. In particolare la rassegna cinematografica Tra Cinema e Teatro, organizzata grazie al partenariato con la Cineteca Sarda-Società Umanitaria, grandi film ispirati ai temi affrontati negli spettacoli della Stagione. Si rinnova la collaborazione con il #Media Sponsor Tiscali che attraverso un progetto concordato di comunicazione web e live streaming si unisce al teatro per abbattere i confini fisici della platea creando in questo modo partecipazione, condivisione e coinvolgimento del pubblico in una comunità attiva e dinamica. Una novità in questo senso è la collaborazione con l’Istituto comprensivo Sacro Cuore per il progetto Taccuini a Teatro, un corso di giornalismo dedicato ai più piccoli che darà la possibilità a un gruppo di studenti (elementari e medie) di cimentarsi nella critica degli spettacoli. Le critiche dei piccoli saranno pubblicate sulla pagina dedicata al #Teatro Massimo nel portale #Tiscali. Unicaradio, partner radiofonico e punto di riferimento per gli studenti dell’Ateneo cagliaritano filtrerà con uno sguardo giovane e tramite dirette gli spettacoli e gli eventi della Stagione. Si riconferma anche la collaborazione con CagliariAPP, l’applicazione gratuita ideata da due giovani cagliaritani che permetterà di avere sul proprio smart-phone dettagli, info ed agevolazioni su tutti gli appuntamenti e gli spettacoli in Stagione.

Con Mediabike si continua sulla linea di una promozione sostenibile, tramite la pubblicità interattiva e outdoor su due ruote. La mobilità sostenibile e il trasporto pubblico verso il Teatro Massimo sarà agevolato dalla collaborazione con l’Azienda cittadina CTM. Il #Teatro Stabile della Sardegna apre il nuovo anno teatrale con uno slogan “Uno Stabile tutto per voi” che sottolinea la volontà di “aprire” gli spazi del Massimo al pubblico e alla città in coerenza con la strada intrapresa in questi ultimi anni. Il futuro prevede, per lo Stabile, un grande impegno artistico ed organizzativo, con l’obbligo, e assieme l’opportunità, di elaborare progetti pluriennali che ci si augura possano essere adeguatamente sostenuti dal MIBACT e dalla RAS oltre che dal comune di Cagliari. Da un lato si mettono a punto i programmi e si  prepara con fiducia la documentazione per l’affidamento in gestione del #Teatro Massimo per i prossimi 3+3 anni  (seconda fase della procedura di “finanza di progetto” che nella prima fase ha visto vincitore il progetto dello Stabile rilanciato poi come base di gara).

La programmazione del #Teatro Stabile della Sardegna fa parte del progetto #CagliariSardegna2019. Gli spettacoli teatrali del Teatro Stabile della Sardegna sono sostenuti da Comune di Cagliari – Regione Autonoma della Sardegna – Fondazione Banco di Sardegna – Sardinia Ferries.

Per date e info www.teatrostabile dellasardegna.it.

Cinzia Crobu

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