27 December, 2024
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Approda ad Oristano con un doppio appuntamento la ventesima edizione di Dromos, il festival itinerante che fino alla prima metà di agosto celebra attraverso musica ed eventi collaterali la “DromosRevolution”, in omaggio al cinquantenario del 1968 e alle venti candeline della manifestazione. Oggi, negli spazi dell’Hospitalis Sancti Antoni, di scena l’incontro “Area-Rivoluzione: politiche degli affetti intorno all’evento ‘68” con la partecipazione di Viviana Vacca e Roberto Ciccarelli e, a seguire, la musica della formazione sarda Mal Bigatto Trio. Viviana Vacca, filosofa e saggista, in conversazione con Roberto Ciccarelli, anche lui filosofo e giornalista, parlerà dunque dello slancio sperimentale e creativo del ’68 e del movimento del 77, alle 21.30 (ingresso libero) nella struttura un tempo ospedale e lebbrosario (attualmente sede della Biblioteca e Pinacoteca Comunale), attraverso le pagine del libro “Sulle labbra del tempo. ‘Area’ tra musica, gesti ed immagini”, da lei scritto insieme a Diego Protani, con foto originali di Tano D’Amico e la prefazione del musicista Patrizio Fariselli, storico membro degli Area, tra i più importanti gruppi di rock progressive in Italia negli anni ’70, vera e propria fabbrica di musica e contaminazioni vocali. L’indagine compiuta dai due autori, si focalizza proprio sulla formazione fondata nel 1972 dal batterista Giulio Capiozzo, fondamentale controcanto alle storie raccontate. Vicende che indagano e scavano sui temi portanti dell’intera opera (il lungo ’68 italiano, il movimento del ’77, lo slancio sperimentale e creativo). Sulle labbra del tempo. “Area” tra musica, gesti e immagini risponde all’urgenza di affidare alle parole e alle immagini dei tanti protagonisti di queste storie uno spazio in cui il passato sia ancora quel territorio attraverso cui cercare di inventare il futuro, il sogno di un perfetto futuro prossimo. Un’ora più tardi (alle 22.30, ingresso libero), di scena la musica del Mal Bigatto Trio, formazione sarda composta da Giuseppe Joe Murgia ai sassofoni, Antonio Farris al contrabbasso e all’elettronica, ed Alessandro Garau alla batteria. Nato nel 2014 con la formula del trio senza strumento armonico, il gruppo ha registrato l’anno scorso il suo primo disco, “Archetipo”, composto da nove brani originali scritti dai tre musicisti.

Si resta a Oristano domani, mercoledì 8 agosto, per uno degli appuntamenti più attesi dell’intera manifestazione: quattro anni dopo la sua esibizione a Tharros, ritorna a Dromos un’autentica regina del jazz, Dee Dee Bridgewater. In piazza Cattedrale, accompagnata da Skyler Jordan e Monet Owens ai cori, Bryant Lockhart al sax, Curtis Pulliam alla tromba, Farindell “Dell” Smith al pianoforte e all’organo, Charlton Johnson alla chitarra, Barry Campbell al basso e Carlos Sargent alla batteria, la poliedrica artista afroamericana, da oltre quattro decenni acclamata sui palchi di tutto il mondo, presenta il suo ultimo album “Memphis… Yes, I’m Ready”. Il concerto è realizzato grazie alla gentile concessione dell’area da parte della Curia Arcivescovile di Oristano e parte del ricavato dalla vendita dei biglietti sarà a questa devoluto per il restauro della statua lignea di San Michele Arcangelo. Il costo del biglietto, in questo caso, è di 25 euro più diritti di prevendita.

Fino al prossimo 7 ottobre (dalle 10 alle 13 e dalle 16.30 alle 19.30) alla Pinacoteca comunale “Carlo Contini” a Oristano, si potrà anche vistare la mostra “68/Revolution – Memorie, nostalgie, oblii curata da Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu, coprodotta dal Comune di Oristano – Assessorato della Cultura, e da Dromos in collaborazione con AskosArte, con il contributo della Fondazione di Sardegna. La mostra propone un approccio originale rispetto alle tante iniziative dedicate al ’68, interrogandosi sul retaggio attuale e nella coscienza delle nuove generazioni di quel periodo che voleva rivoluzionare il mondo portando al potere l’immaginazione. In esposizione le opere di artisti del panorama internazionale, nazionale e sardo, tutti piuttosto giovani, che, per ragioni anagrafiche, non hanno vissuto direttamente il ’68 e i suoi dintorni: Alessio Barchitta (Barcellona Pozzo Di Gotto, ME), Alessandra Baldoni (Perugia), Emanuela Cau (Cagliari), Pierluigi Colombini (Oristano), Melania De Leyva (Venezia), Roberta Filippelli (Alghero), Roberto Follesa (Donori), Federica Gonnelli (Firenze), Rebecca Goyette (New York), Gut Reaction (Giulia Mandelli e Marco Rivagli, Berlino), Michele Marroccu (Oristano), Tonino Mattu e Simone Cireddu (Oristano), Narcisa Monni (Sassari), Federica Poletti (Modena), Carlo Alberto Rastelli (Parma), Valeria Secchi (Sassari), Nicko Straniero (Oristano), Terrapintada (Bitti). Attraverso le più spericolate ricerche estetiche contemporanee, che si nutrono di ibridazioni crossmediali col fine di liberare i diversi ambiti artistici dai loro consueti recinti e dalle loro funzioni canoniche, la mostra in corso a Oristano propone un confronto non lineare e per nulla univoco su un controverso momento storico, culturale e sociale, tra memorie, nostalgie e oblii.

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Prosegue a Baratili San Pietro il cammino della ventesima edizione di Dromos, il festival ideato ed organizzato dall’omonima associazione che fino alla prima metà d’agosto tiene banco tra Oristano e diversi centri della sua provincia. Questa sera, alle 21.30, la manifestazione approda in Pratza de ballusu (ingesso gratuito) per il concerto del Pedrito Martinez Group. L’appuntamento, con ingresso gratuito, vedrà il percussionista e cantante originario di L’Avana (dove è nato nel 1973) alla testa del suo gruppo composto da Jhair Sala (percussioni e cori), Sebastian Natal (basso, percussioni e cori) e Jassac Delgado Jr. (tastiere e cori). Da quando si è stabilito a New York, nell’autunno del 1998, Pedro Pablo “Pedrito” Martinez ha registrato e suonato con artisti del calibro di Wynton Marsalis (che non ha esitato a definirlo un “genio”), Paquito D’Rivera, Paul Simon, Bruce Springsteen, Sting e partecipato a oltre cinquanta album. La sua voce perfettamente intonata combina agevolmente influenze popolari e folcloristiche con un’energia e un carisma contagiosi che lo fanno apprezzare tanto come front-man quanto come percussionista. Tra i membri fondatori della band afro-cubana/afro-beat Yerba Buena, ha ricevuto il Thelonius Monk Award, Sphinx Award for Excellence ed è stato nominato più volte “Percussionista dell’anno” dalla Jazz Journalists Association. Abbinata alla serata, un’esposizione e un assaggio di vini e prodotti locali promossi dall’agenzia Laore Sardegna nell’ambito delle iniziative che sta portando avanti già da qualche anno per valorizzare e far conoscere le principali produzioni tipiche regionali a marchio, in questo caso in particolare la vernaccia baratilese.

Domenica 4 agosto, un doppio appuntamento (in entrambi i casi con inizio alle 21.30 e ingresso gratuito) caratterizzerà la giornata di Dromos: a San Vero Milis proseguono gli appuntamenti della rassegna cinematografica “Gli anni ’68” a cura dall’Associazione Lampalughis: nel Giardino del Museo Archeologico verrà proiettato “Qualcosa nell’aria” (“Après mai”), film del 2012 del regista francese Olivier Assayas. A Morgongiori, in piazza Chiesa, sarà invece di scena Guy One, il cantante e suonatore di kologo (un liuto a due corde) con una formazione che vede Florence Adooni e Lizzy Amaliyenga ai cori, Claudio Jolowicz e Bastian Duncker ai sassofoni e ai flauti, Johannes Wehrle alle tastiere e Max Weissenfeldt alla batteria.

A Oristano, intanto, è possibile visitare tutti i giorni (dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.30 alle 19.30) la mostra “68/Revolution – Memorie, nostalgie, oblii” aperta alla Pinacoteca comunale “Carlo Contini” fino al prossimo 7 ottobre. Curata da Chiara Schirru e Ivo Serafino Fenu, coprodotta dal Comune di Oristano – Assessorato alla Cultura, e da Dromos in collaborazione con AskosArte, con il contributo della Fondazione di Sardegna, la mostra propone un approccio originale rispetto alle tante iniziative dedicate al ’68, interrogandosi sul retaggio attuale e nella coscienza delle nuove generazioni di quel periodo che voleva rivoluzionare il mondo portando al potere l’immaginazione. In esposizione le opere di artisti del panorama internazionale, nazionale e sardo, tutti piuttosto giovani, che, per ragioni anagrafiche, non hanno vissuto direttamente il ’68 e i suoi dintorni: Alessio Barchitta (Barcellona Pozzo Di Gotto, ME, Alessandra Baldoni (Perugia), Emanuela Cau (Cagliari), Pierluigi Colombini (Oristano), Melania De Leyva (Venezia), Roberta Filippelli (Alghero, SS), Roberto Follesa (Donori, CA), Federica Gonnelli (Firenze), Rebecca Goyette (New York), Gut Reaction (Giulia Mandelli e Marco Rivagli, Berlino), Michele Marroccu (Oristano), Tonino Mattu e Simone Cireddu (Oristano), Narcisa Monni (Sassari), Federica Poletti (Modena), Carlo Alberto Rastelli (Parma), Valeria Secchi (Sassari), Nicko Straniero (Oristano), Terrapintada (Bitti, NU). Attraverso le più spericolate ricerche estetiche contemporanee, che si nutrono di ibridazioni crossmediali col fine di liberare i diversi ambiti artistici dai loro consueti recinti e dalle loro funzioni canoniche, la mostra in corso a Oristano propone un confronto non lineare e per nulla univoco su un controverso momento storico, culturale e sociale, tra memorie, nostalgie e oblii.

 

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