5 November, 2024
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La Conferenza dei Presidenti ha adottato una mozione di risoluzione, proposta dai leader di quattro gruppi politici e dalla commissione per gli affari costituzionali, nella quale sono esposte le condizioni per l’approvazione finale da parte del Parlamento europeo di qualsiasi accordo di uscita con il Regno Unito. Il progetto di risoluzione sarà discusso e votato dal Parlamento mercoledì prossimo in Plenaria.

Nella mozione si riserva grande importanza al trattamento equo dei cittadini dell’Unione e si sottolinea la necessità che non ci sia discriminazione tra i cittadini britannici che vivono nell’UE e i cittadini UE che vivono nel Regno Unito.

Il Regno Unito deve continuare a godere di tutti i suoi diritti e a rispettare tutti gli obblighi coperti dai Trattati UE finché non lascerà l’UE, inclusi gli impegni finanziari a lungo termine dell’attuale bilancio UE, e anche qualora quest’ultimi proseguissero oltre la data di uscita. 

Il Regno Unito dovrà inoltre continuare, finché non lascerà l’UE, ad accettare le quattro libertà dell’UE (libera circolazione di persone, merci, servizi e capitali), la giurisdizione della Corte europea di Giustizia, i contributi generali al bilancio e l’adesione alla politica commerciale comune dell’UE. I deputati insistono poi sull’importanza di affrontare la questione del confine tra l’Irlanda (Eire) e l’Irlanda del Nord.

«Un’uscita ordinata è requisito assoluto e precondizione per qualsiasi partnership futura tra l’UE e il Regno Unito. Ciò non è negoziabile. Con il privilegio di appartenere all’Unione si assumono delle responsabilità e assumersi tali responsabilità significa garantire le quattro libertà. Le quattro libertà sono il collante di tutto e sono indivisibili», ha dichiarato il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. 

Secondo i gruppi politici e la commissione per gli affari costituzionali, l’avvio da parte del Regno Unito di accordi commerciali con Paesi terzi prima dell’uscita dall’UE sarebbe contro le regole. Si aspettano inoltre una sincera collaborazione del Regno Unito nei negoziati delle politiche dell’UE finché non lascerà l’Unione. Infine, avvisano che gli accordi bilaterali tra il Regno Unito e uno o più Paesi UE, per esempio riguardanti le istituzioni finanziare con sede nel Regno Unito, costituirebbero delle violazioni ai Trattati UE.

«Per noi, è una priorità assoluta definire i diritti dei cittadini il più presto possibile. Deve essere la prima questione da affrontare nei negoziati. I cittadini non devono diventare merce di scambio», ha sottolineato Guy Verhofstadt, coordinatore sulla Brexit per il Parlamento europeo.

I deputati sono fermamente convinti che i vantaggi di essere un membro dell’UE non possano essere gli stessi di un Paese che lascia. Secondo la mozione redatta da Manfred Weber (PPE), Gianni Pittella (S&D), Guy Verhofstadt (ALDE), Philippe Lamberts e Ska Keller (Verdi) e dal presidente della commissione per gli affari costituzionali, Danuta Hübner, la relazione futura tra l’UE e il Regno Unito potrebbe essere un accordo di associazione. Tale accordo richiederebbe il rispetto costante, da parte del Regno Unito, degli standard europei in materia di ambiente, cambiamenti climatici, lotta all’evasione e elusione fiscale, concorrenza leale, commercio e politica sociale.

I deputati concordano sul fatto che i colloqui sulle eventuali disposizioni transitorie possano iniziare sulla base di piani per il futuro rapporto tra l’UE e il Regno Unito, tuttavia solo nel caso in cui siano stati compiuti buoni progressi per la procedura d’uscita. Un futuro accordo di relazione può essere concluso solamente quando il Regno Unito avrà effettivamente lasciato l’UE; un accordo transitorio non può durare più di tre anni.

 

 

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Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha accolto con favore l’approvazione da parte dell’assemblea plenaria di tre rapporti rispettivamente di Guy Verhofstadt, Mercedes Bresso, Elmar Brok, Reimer Böge e Pervenche Berès sul futuro dell’Unione europea.

Secondo il presidente Tajani «dobbiamo avvicinare l’Europa ai cittadini. La posizione del Parlamento sul futuro dell’Europa è chiara: l’Unione deve rispondere alle preoccupazioni dei cittadini e offrire risultati più concreti.

Il Parlamento europeo è il fulcro di questo impegno a rafforzare l’Europa per renderla più efficace. Noi siamo la voce delle persone e dobbiamo garantire che i cittadini siano al centro del progetto Europeo.

Dobbiamo fare tesoro dei successi degli ultimi sessant’anni, ma anche imparare dai nostri errori. Dobbiamo cambiare l’Europa, non indebolirla. Lo dobbiamo fare per noi e per le generazioni future, che meritano un’Europa più sicura, più prospera e sostenibile, capace di affermarsi come leader globale difendendo i nostri valori nel mondo».

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Per far sì che l’UE aumenti la propria capacità di azione, per ristabilire la fiducia dei cittadini e per rendere l’economia della zona euro più resistente agli shock esterni, bisogna utilizzare in modo completo il Trattato di Lisbona. Ma per poter fare di più, l’Unione deve attuare una riforma profonda. Questo il messaggio chiave di tre risoluzioni, approvate dal Parlamento stamane, che esplorano il futuro dell’Unione europea. 

La prima risoluzione, redatta da Mercedes Bresso (S&D, IT) e da Elmar Brok (PPE, DE) si concentra sulla valorizzazione del Trattato di Lisbona esistente. Nel documento si chiede, tra l’altro che:

  • il Consiglio dei ministri sia trasformato in una vera seconda camera e le sue configurazioni in organi preparatori, sulla falsariga del funzionamento delle commissioni del Parlamento europeo,
  • ogni Stato membro indichi per la nomina a commissario europeo almeno tre candidati di entrambi i sessi,
  • il Consiglio passi veramente al voto a maggioranza qualificata, ove possibile conformemente ai trattati, al fine di evitare il blocco di importanti progetti legislativi e accelerare il processo legislativo, e
  • un Consiglio dei ministri della Difesa permanente sia istituito, allo scopo di coordinare le politiche di difesa degli Stati membri.

La relatrice Bresso ha detto: «L’Unione europea non ha bisogno di una rivoluzione populista. Ha bisogno di pace e di adattarsi alle necessità del nostro tempo. Ciò significa affrontare le sfide democratiche, fornendo ai cittadini protezione sociale, fiscale e ambientale, difendendo il loro diritto alla sicurezza in un contesto internazionale molto degradato e mantenendo i nostri obblighi morali verso i nostri vicini». 

Il relatore Brok ha dichiarato: «I cittadini si aspettano soluzioni dall’Europa e sono arrabbiati perché non vedono risposte. Ciò è evidente in un momento che presenta molte sfide, ma molti dei problemi possono essere risolti solo insieme. Il Trattato di Lisbona offre numerose possibilità per rendere l’Unione europea più efficiente, responsabile e trasparente che non sono ancora state sfruttate».

La risoluzione è stata approvata con 329 voti a 223 e 83 astensioni.

La seconda risoluzione, redatta da Guy Verhofstadt (ALDE, BE), valuta la possibilità di muoversi al di fuori degli strumenti attualmente a disposizione e suggerisce varie riforme del Trattato di Lisbona nei settori della governance economica, della politica estera, dei diritti fondamentali e della trasparenza.

Tra le varie proposte, si suggerisce:

  • la creazione di un ministro delle Finanze della zona euro e di fornire alla Commissione europea il potere di formulare e attuare una politica comune economica dell’UE, sostenuta da un bilancio della zona euro,
  • che il Parlamento europeo abbia una sola sede,
  • la riduzione sostanziale del Collegio dei commissari UE, compresa la riduzione del numero dei vicepresidenti a due, e
  • di consentire ai cittadini europei di ogni Stato membro di votare direttamente i candidati dei partiti politici europei per il presidente della Commissione, attraverso una lista europea.

Il relatore Verhofstadt ha detto: «Queste relazioni forniscono il modello al quale l’Unione dovrebbe avvicinarsi per essere più perfetta. Non propongono l’integrazione europea per il gusto di farlo. Una volta che queste relazioni saranno approvate, la domanda è: qual è la via da seguire? So che possiamo avere un’Unione forte, potente e rispettata e, allo stesso tempo, fiorenti democrazie locali e nazionali. In realtà, credo che una cosa non sia possibile senza l’altra».

La risoluzione è stata approvata con 283 voti a 269 e 83 astensioni.

La terza risoluzione, redatta da Reimer Boge (PPE, DE) e da Pervenche Berès (S&D, FR), propone di ravvicinare le economie della zona euro e renderle più resistenti agli shock esterni. Si delinea una strategia di convergenza finanziata da uno specifico bilancio della zona euro finanziato dai suoi Stati membri.

Le principali proposte includono:

  • una capacità fiscale costituita dal Meccanismo europeo di stabilità (ESM) e una specifica capacità di bilancio supplementare per la zona euro, finanziato dai suoi membri, come parte del bilancio UE,
  • un Fondo monetario europeo (che dovrebbe svilupparsi gradualmente al di fuori dell’ESM), con capacità di prestito adeguate e con un mandato ben definito per assorbire gli shock economici,
  • un codice di convergenza: cinque anni per soddisfare i criteri di convergenza in materia di fiscalità, mercato del lavoro, investimenti, produttività e coesione sociale, e
  • migliorare la governance: un ruolo più importante per il Parlamento europeo e i Parlamenti nazionali, unificare le funzioni di presidente dell’Eurogruppo e di Commissario per gli affari economici e monetari, oltre a un ministro delle Finanze e del Tesoro all’interno della Commissione europea.

Il relatore Böge ha detto: «Stabilizzare la zona euro sarebbe nell’interesse dell’Unione europea nel suo insieme. Le nostre proposte vogliono porre le basi per ulteriori negoziati con le altre istituzioni europee. Gli esperti del Fondo monetario internazionale hanno risposto positivamente, mostrando grande interesse per le nostre idee».

La relatrice Berès ha detto: «Sessanta anni dopo la firma del Trattato di Roma, si deve ravviare lo spirito dei padri fondatori dell’Unione europea. Creare un bilancio per la zona euro sarebbe un grande passo verso questo obiettivo, in un momento in cui la necessità di preservare l’integrità dell’euro non è mai stata così urgente. Garantire solidarietà agli Stati membri che affrontano una crisi eccezionale per assorbire gli shock macroeconomici che possono influenzare la zona euro nel suo complesso e promuovere la convergenza verso l’alto: tale strumento aiuterebbe a trarre il massimo dalla moneta unica, e contribuirebbe nel contempo a raggiungere la piena occupazione nell’Unione».

La risoluzione è stata approvata con 304 voti a 255 e 68 astensioni.

Tutte queste proposte fanno parte di un pacchetto che mira a chiarire la posizione del Parlamento sul futuro dell’UE, prima del 60° anniversario del Trattato di Roma.

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Antonio Tajani (PPE) è il nuovo presidente del Parlamento europeo. E’ stato eletto questa sera al quarto scrutinio, con 351 voti, in seguito al ballottaggio con Gianni Pittella (S&D), che ha ottenuto 282 voti.

Risultati del quarto scrutinio iniziato alle 20.00:

  1. Antonio Tajani (PPE, IT) 351
  2. Gianni Pittella (S&D, IT) 282

Voti validi espressi: 633

Astensioni: 80

Totale voti espressi: 713
Nessun candidato aveva ottenuto la maggioranza assoluta dei voti validi espressi, necessaria per essere eletti prima del quarto turno, nei primi tre turni di voto delle elezioni presidenziali del Parlamento.

L’elezione del nuovo presidente del Parlamento europeo, chiamato a succedere a Martin Schulz, era iniziata con gli interventi di tre minuti dei sei candidati, che hanno espresso le loro idee su come presiederanno l’Aula nel corso dei prossimi due anni e mezzo. Guy Verhofstadt (ALDE) ha ritirato la sua candidatura prima del voto. I deputati hanno poi proceduto ad esprimere il proprio voto al primo turno.

Risultati del primo scrutinio

  1. Antonio Tajani (PPE, IT) 274
  2. Gianni Pittella (S&D, IT) 183
  3. Helga Stevens (ECR, BE) 77
  4. Jean Lambert (Verdi/ALE, UK) 56
  5. Eleonora Forenza (GUE/NGL, IT) 50
  6. Laurentiu Rebega (ENF, RO) 43

Voti validi espressi nel primo scrutinio: 683.

Voti totali: 718.

Risultati del secondo scrutinio

  1. Antonio Tajani (EPP, IT) 287 (+13)
  2. Gianni Pittella (S&D, IT) 200 (+ 17)
  3. Helga Stevens (ECR, BE) 66 (-11)
  4. Jean Lambert (Greens/EFA, UK) 51 (-5)
  5. Laurentiu Rebega (ENF, RO) 45 (+2)
  6. Eleonora Forenza (GUE/NGL, IT) 42 (-8)

Voti validi espressi nel secondo scrutinio: 691.

Voti totali: 725.

Risultati del terzo scrutinio

  1. Antonio Tajani (EPP, IT) 291 (+4)
  2. Gianni Pittella (S&D, IT) 199 (-1)
  3. Helga Stevens (ECR, BE) 58 (-8)
  4. Jean Lambert (Greens/EFA, UK) 53 (+2)
  5. Eleonora Forenza (GUE/NGL, IT) 45 (+3)
  6. Laurentiu Rebega (ENF, RO) 44 (-1)

Voti validi espressi nel secondo scrutinio: 690.

Voti totali: 719.

Allegato il link del breve intervento fatto in Aula da Antonio Tajani subito dopo la sua elezione.

http://audiovisual.europarl.europa.eu/Assetdetail.aspx?id=fb58d15a-917a-44ad-a6a7-a6fe015207c4