21 November, 2024
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Il trio formato dal contrabbassista William Parker, il sassofonista John Dikeman e il batterista Hamid Drake, ha entusiasmato il pubblico di Piazza del Nuraghe, nel concerto che ha aperto la quinta serata della XXX edizione del Festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz”. Se il talento straordinario di William Parker e Hamid Drake, vecchie conoscenze del festival arresino, era a tutti ben noto, è stata una piacevole sorpresa scoprire quello del 32enne sassofonista originario degli Stati Uniti residente ad Amsterdam che ha regalato un’esibizione di straordinaria intensità oltre che di qualità. Al termine, l’esibizione dei tre è stata salutata dal più lungo applauso del festival 2015.

A seguire, la seconda performance della Nublu Orchestra, l’ultima creazione del maestro Butch Morris, anche ieri diretta dal batterista Kenny Wollesen, in alcuni frangenti, quando si è spostato alla batteria, sostituito prima dal cornettista Graham Haynes, poi dal chitarrista Brandon Ross.

La XXX edizione del festival “Ai Confini Tra Sardegna e Jazz” si conclude questa sera. Il palco del Nuraghe Arresi ospiterà, per il primo set, il duo sperimentale Wildbirds and Peacedrums. I musicisti Mariam Wallentin e Andreas Werliin si produrranno in un concerto di forte stampo classico tra rock, blues e folk, sospeso tra percussioni e voce. Subito dopo i due svedesi si uniranno ad uno dei concerti più attesi dal pubblico, quello della Fire! Orchestra. Il gigantesco ensemble diretto dal sassofonista Matt Gustafsson infiammerà l’ultima notte del festival con un magma sonoro teso tra improvvisazione, jazz e rock. Dinamismo ed energia che contribuiranno, ancora una volta, a rendere unico un avvenimento come la rassegna “Ai confini tra Sardegna e Jazz” che, a buon diritto, nei suoi primi 30 anni di vita, si è guadagnata un posto centrale nel panorama musicale mondiale.

A fine concerto, il piacevole ritorno di una delle migliori marching band italiane, la Bandakadabra. Ormai affezionata al nostro festival, la banda offrirà uno spettacolo trascinante ed irresistibile che accompagnerà gli spettatori verso una dimensione di gioia e musica fino a tarda notte all’interno della Piazza del Nuraghe.

La Bandakadabra sarà presente nella Piazza del Nuraghe anche lunedì 7 settembre, per la meravigliosa festa di arrivederci che vuole essere un auspicio per le edizioni successive della rassegna.

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La prima esibizione della Nublu Orchestra, l’ultima creazione di Butch Morris, ieri sera ha segnato uno degli eventi simbolo della XXX edizione del Festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz”, interamente dedicato all’indimenticato musicista californiano, una delle personalità più innovative del jazz degli ultimi decenni, ma soprattutto è una delle menti più immaginifiche della musica improvvisata nell’accezione più ampia del termine, sfociando nel più vasto bacino delle musiche d’oggi. E per rappresentare il suo personale approccio alla materia sonora, Butch Morris ha coniato il termine di conduction, esplicativo di un modo di dirigere organici di ampie dimensioni nel quale la gestualità ricopre un ruolo determinante.

Ieri il suo ruolo nell’orchestra è stato interpretato magistralmente dal batterista Kenny Wollesen. Ed oggi la Nublu Orchestra concederà il bis, con il sassofonista Ilhan Ersahin, il chitarrista Doug Wieselman, lo stesso batterista-direttore Kenny Wollesen, il cornettista Graham Haynes, figlio del leggendario batterista Roy Haynes ed apprezzato sia per varie incisioni a proprio nome che per collaborazioni con Cassandra Wilson, David Murray, Vernon Reid, Bill Laswell e molti altri.

L’esibizione di ieri della Nublu Orchestra è stata preceduta da quella del quartetto di Evan Parker, protagonista di oltre un’ora di ottimo jazz con Barry Guy, Paul Lytton e Peter Evans. Ad aprire la serata odierna, quinta e penultima del XXX Festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz”, sarà il trio formato da William Parker, John Dikeman e Hamid Drake.

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Dopo il successo delle prime due serate che hanno visto alternarsi sul palco prima il solo di Evan Parker ed il jazz contemporaneo ed elettronico della band Nu Grid, poi il solo di Rob Mazurek, il progetto “Carved in the Air” di Keith Tippett e il concerto del quintetto di Evan Parker, questa sera il palco del Nuraghe ospiterà due concerti di rara intensità artistica. L’atto di apertura spetta a Graham Haynes, grandissimo cornettista e compositore che ha spinto i confini del jazz verso una dimensione elettronica e contemporanea. Dopo il concerto con i Nu Grid, Haynes si produrrà in un solo che spingerà il suono oltre la concezione classica del suono stesso.

Di seguito, sul palco della Piazza del Nuraghe, sarà il turno di Evan Parker e del suo Large Ensemble. Progetto originale allestito in esclusiva per il nostro Festival, il Large Ensamble vuole rendere omaggio al compositore californiano. Parker, che ha lavorato in diverse occasioni con Butch e nel 2010 proprio a Sant’Anna Arresi, ha colto al volo l’idea di realizzare un progetto sull’improvvisazione guidata di Morris costruendo un ensemble composto da musicisti di rango internazionali, tra gli altri, Peter Evans, Hamid Drake, Giancarlo Schiaffini e John Edwards.

La conferenza stampa per il nuovo disco di Evan Parker prevista per il 1 settembre è stata spostata a stamane, 3 settembre, per la presentazione di tutti i progetti discografici e fotografici ispirati a Butch Morris e prodotti in collaborazione con l’Associazione Culturale Punta Giara. Per volere di Evan Parker, Rob Mazurek e Luciano Rossetti la presentazione dei lavori è stata organizzata in comune, proprio per rendere un omaggio forte e concreto alla memoria ed al lavoro del Maestro californiano. L’evento, come previsto, con la presenza degli autori, è stato programmato per questa mattina presso l’aula consiliare del comune di Sant’Anna Arresi.

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Dopo l’apertura con il “solo” di Evan Parker e il concerto del quartetto “Nu Grid”, sono tre i concerti in programma questa sera, nella seconda giornata del XXX Festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz”. L’atto di apertura spetta a Rob Mazurek, grandissimo cornettista ed amico del nostro festiva. Rob si produrrà in un emozionante solo dal titolo Galactic Parables #79, un omaggio dovutamente sentito a Butch Morris.

Di seguito una vecchia conoscenza della manifestazione Keith Tippet. Il pianista inglese, fra i più influenti musicisti europei del ‘900, presenterà il suo nuovo progetto Curved In The Air. Con Julie Tippet, Roberto Ottaviano, Giovanni Mayer e Cristiano Calcagnile, Tippet offrirà come sempre uno spettacolo da ricordare sospeso tra contemporaneità ed eterno.

La chiusura della serata è affidata al quintetto “Sant’Anna Arresi”. Evan Parker presenta questa formazione nata nell’edizione invernale del nostro festival. Da quel concerto è stato tratto un album prodotto dall’Associazione Culturale Punta Giara ed intitolato Filu ‘e Ferru che vede come protagonisti principali il geniale trombettista Peter Evans, la giovane promessa del piano Alexander Hawkins, John Edwards al contrabbasso ed Hamid Drake alla batteria.

La conferenza stampa per il nuovo disco di Evan Parker prevista per questa mattina è stata spostata a domani, 3 settembre, giorno in cui saranno presentati tutti i progetti discografici e fotografici ispirati a Butch Morris e prodotti in collaborazione con l’Associazione Culturale Punta Giara. Per volere di Evan Parker, Rob Mazurek e Luciano Rossetti la presentazione dei lavori sarà comune, proprio per rendere un omaggio forte e concreto alla memoria ed al lavoro del Maestro californiano. L’evento si svolgerà, come previsto, con la presenza degli autori presso l’aula consiliare del comune di Sant’Anna Arresi, alle ore 11.00.

Cornettista e compositore, Rob Mazurek fonda a Chicago la all-star Exploding Star Orchestra nel 2005, su commissione del Chicago Cultural Center e del Jazz Institute of Chicago. Exploding Star Orchestra vanta uno stuolo di bravissimi improvvisatori dell’area di Chicago, tra cui membri dei Tortoise, Isotope 217, Town and Country, Black Earth Ensemble, Loose Assembly e importanti membri dell’AACM. Le composizioni free di Mazurek ideate per l’Orchestra si fondano sul principio di improvvisazione democratica, in cui ogni membro contribuisce ugualmente al suono dell’ensemble e alla visione complessiva di Mazurek. La Exploding Star Orchestra ha pubblicato il suo album di debutto, We are all from somewhere else, nel 2007, Bill Dixon with Exploding Star Orchestra, nel 2008, e Stars Have Shape nel 2010. La quarta release, 63 Moons of Jupiter e’ pubblicato dalla Delmark Records nel 2011. Il gruppo ha svolto tournée negli Stati Uniti, in Europa e in Brasile, sia autonomamente che in collaborazione con le icone della nuova musica, tra cui Bill Dixon, Fred Anderson e Roscoe Mitchell.

Sant’Anna Arresi quintet è il frutto di un incontro di grandi personalità della comunità internazionale di improvvisatori jazz.  Il grande pregio del festival arresino, per il quale è riconosciuto all’estero, sta proprio nell’aver intrecciato e coltivato dei rapporti con esponenti musicali provenienti da Londra, Chicago e New York e averli fusi sullo stesso palco in progetti originali. Ogni città è un centro di produzione musicale con le proprie specificità e proprio grazie festival di Sant’Anna Arresi è stato possibile realizzare un bellissimo incontro di menti geniali e raffinate al di là dei confini geografici.

Il quintetto è diretto dal sassofonista inglese Evan Parker, protagonista della XXIX edizione del festival, e presenterà dal vivo l’album Filu ‘e Ferru, la prima produzione discografica di quest’anno dell’Associazione Culturale Punta Giara. Insieme a lui suonano Alexander Hawkins (piano), Peter Evans (tromba), Michel Portal (sax),  John Edwards (basso), Hamid Drake (percussioni).

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E’ iniziato il conto alla rovescia per l’inizio del XXX Festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz” al via martedì 1 settembre a Sant’Anna Arresi.

“Ai confini tra Sardegna e Jazz” raggiunge, con l’edizione di quest’anno, ai trent’anni di attività ininterrotta, un traguardo non da poco nell’ambito dei festival estivi. Numerosi sono stati i traguardi raggiunti dall’associazione culturale “Punta Giara”, promotrice del festival: l’abbattimento proprio dei confini geografici del movimento Jazz è sicuramente uno dei meriti dell’associazione Arresina che è riuscita attraverso programmi mai banali e attenti alle nuove correnti provenienti dagli Stati Uniti a fondere, con risultati eccelsi, tratti caratteristici della cultura sarda con la musica e la cultura afro-americana. Numerosi infatti sono stati i musicisti che in questi ventisei anni si sono confrontati con la tradizione sarda: Pat Metheny più volte a condiviso il palco con artisti come Antonello Salis, Paolo Angeli e Enzo Favata, Hamid Drake con gli stessi Angeli e Salis ha inaugurato proprio all’ombra del nuraghe Arresi un sodalizio che tutt’ora continua e Butch Morris, innovatore della scena free-jazz mondiale con la sua Conduction, è stato per tre anni consecutivi protagonista a Sant’Anna Arresi con il suo progetto che ha coinvolto non solo musicisti professionisti, ma anche musicisti provenienti da scuole civiche e conservatori.  E proprio a Butch Morris a cui quest’anno abbiamo rivolto il nostro pensiero nel concepire questa trentesima edizione del festival, proprio a sigillo di questo straordinario risultato, l’Associazione Culturale Punta Giara con il supporto di Poste Italiane hanno realizzato un annullo filatelico di cui daremo ampio ragguaglio con un apposito comunicato stampa.

Ogni sera, novità del programma, prima dell’inizio dei concerti, una breve sessione d’ascolto “EXTRA SPEED TO YOUR GOALS: RADIO BUTCH WARM UP”, a cura di Letizia Renzini e Giuseppe Vigna, avvicinerà il pubblico alla musica e allo spirito di Butch Morris, gettando un ponte sonoro tra il suo pensiero musicale vasto e originale e gli artisti invitati quest’anno a Sant’Anna Arresi.

Butch Morris ha coinvolto il festival e la sua gente in un rapporto umano e di produzione artistica che si è arricchito negli anni; tenteremo ogni sera di colmare il vuoto che ha lasciato parlando di musica, ricordando l’uomo e il musicista, le sue tante e articolate esperienze, ripercorrendo storie, amicizie e sodalizi artistici. 

Extra Speed To Your Goals (possano i tuoi obiettivi essere raggiunti velocemente) è l’esortazione che Morris apponeva in calce ad ogni sua e-mail.

Questo semplice augurio collettivo, che testimonia una visione energica del fare e del volere, è la lezione del maestro alla quale teniamo di più. Evocare lo spirito ed espolorare l’orizzonte musicale di Butch Morris ogni sera attraverso un brano suo o di altri, sarà il modo per sentirci ancora tutti in comunicazione con la straordinaria energia di questo grande musicista, amico e conduttore visionario.

Altra novità: Evan Parker venuto a conoscenza del cartellone Ai Confini tra Sardegna e Jazz 2015, della presenza di uno dei più grandi contrabbassisti viventi William Parker, chiese ai responsabili di Punta Giara se fosse possibile esaudire un suo grande desiderio quello di inserirlo come ospite improvvisatore nell’organico allestito per la realizzazione del Progetto Large Ensamble direct by Evan Parker “Homage to Butch Morris”. L’amore dei due per la figura di Butch Morris, il grande rispetto tra il sassofonista e il contrabbassista di New York, l’amicizia che lega i due all’Associazione Culturale Punta Giara ha fatto quello che trova concretezza il giorno 3 settembre. Operazioni di questa rilevanza che  a noi colgono in maniera profondissima l’essenza del Jazz trovano a Sant’Anna Arresi da sempre condizioni ambientali, tale che ormai passano per essere normalità da queste parti, se come ebbe a dire un grande chitarrista di casa da queste parti il festival di Sant’Anna Arresi meriterebbe di essere insignito di patrimonio dell’umanità e luogo unico al mondo dove è possibile a seconda delle frequentazioni mattutine cambiare la scaletta della stessa sera.

Al Festival di Sant’Anna Arresi ritorna anche quest’anno la Bandakadra. Difficoltà di carattere finanziario avevano fatto assumere ai soci di Punta Giara la dolorosa decisione di non far rientrare nel cartellone 2015 la Marching Band Piemontese che oramai da qualche anno era di casa nel nostro paese. I legami di carattere culturale ed i legami sorprendenti con la comunità che vi ospita ha fatto in modo che proprio all’ultimo momento grazie anche ad una raccolta di fondi effettuata dai soci la disponibilità della band pur di esserci anche se pur con un cache ridottissimo ha fatto il resto, e pertanto la band potrà realizzare la seconda tappa del suo Mississippi Viaggio musicale nelle vie del Jazz, progetto che prende avvio con l’edizione 2014-2015.

Con Mississippi la Bandakadabra ripercorrerà in tre giorni la storia dell’evoluzione del jazz, esplorando ogni giorno una corrente musicale differente, dalle radici a New Orleans sino alle avanguardie di New York, accompagnando il pubblico a riscoprire i grandi musicisti e gli stili musicali che si svilupparono in sette delle maggiori città Americane.

Durante il viaggio lungo il Mississippi, la Bandakadabra si vedrà impegnata nell’esplorazione dei brani classici della tradizione americana, partendo dalle correnti Second Line e Dixieland tipiche di New Orleans, alla foce del grande fiume, o quelli classici di Chicago, città che vide l’esplorazione artistica di Louis Amstrong, per passare al Jazz di Washington, egregiamente interpretato dalle composizioni di Duke Ellington, quello di Kansas City con Count Basie, il bepop di Charlie Parker e Dizzie Gillespie, e infine le avanguardie di New York con le musiche di Coltrane, Davis e Mingus. La Bandakadabra saranno guidati dall’istrionico front-man e percussionista Gipo Di Napoli, e caratterizzati da una forte componente comica e teatrale.

Definita da Carlo Petrini “una fanfara urbana”, la Bandakadabra nasce a Torino nel gennaio 2005. Il progetto era quello di creare una big band capace di raccogliere, intorno alla medesima idea di musica, strumentisti di ogni età e con diverse sensibilità artistiche.

L’obiettivo iniziale è stato raggiunto: nel giro di pochi mesi, la Banda ha saputo coinvolgere jazzisti, musicisti con esperienze nel campo della musica balcanica, della musica di strada, del combat folk o con una formazione bandistica di stampo più tradizionale, fino a raggiungere il ragguardevole numero di 21 elementi.

L’esigenza di non disperdere quel patrimonio di suoni e di atmosfere che caratterizzano la tradizione bandistica rimane un tratto specifico del progetto Bandakadabra, il cui intento è appunto quello di riproporre, attualizzandole, le sonorità delle bande tradizionali e di avvicinare alle atmosfere della musica popolare un pubblico sempre più numeroso.

Il repertorio della banda comprende suggestioni musicali diverse, dagli sfrenati ritmi balcanici, alle marcette popolari, senza disdegnare melodie latine e jazz.

Assolutamente originale è l’approccio ai singoli brani, che vengono eseguiti con una forte carica teatrale, 

dando luogo a performance in cui il pubblico viene letteralmente trascinato a partecipare.

La possibilità di esibirsi liberamente ed ovunque senza vincoli di amplificazione rendono il progetto adatto a qualsiasi tipo di situazione.

In soli cinque anni di attività, la BandaKadabra ha già avuto modo di esibirsi e di farsi apprezzare in diverse rassegne di world music italiane, suscitando una crescente attenzione e curiosità da parte di festival, istituzioni e club.

Oltre ad aver prodotto nel 2007 l’album “Sputnik”, la banda ha saputo dialogare con diverse realtà musicali: dal cantautorato (Banda Elastica Pellizza, Luca Morino) al jazz (Carlo Actis Dato) fino alla musica elettronica (Feelgoodproduction autori delle fortunate raccolte “Balkanica!”) e alla clownerie musicale (Gianluigi Carlone della Banda Osiris).

Attualmente la Bandakadabra ha registrato il suo secondo cd, ospitando tra le sue file il virtuoso del sax contralto, Piero Ponzo, storico strumentista di Gian Maria Testa.

Ai confini tra Sardegna e Jazz costituisce una delle poche realtà della cultura sarda capace di proiettarsi anche al di fuori dell’isola garantendo al nostro territorio un eccezionale ritorno sia sul mercato locale che su quello nazionale e internazionale.                                             

Proiettare all’esterno l’immagine di una terra dove si produce e di un’isola vitale e culturalmente produttiva questo è il principale obiettivo dell’associazione Punta Giara.                                              

 Il festival costituisce da tempo uno dei principali eventi culturali isolani seguito costantemente da dai mass-media locali e internazionali, questo consente di offrire al nostro territorio oltre che al tradizionale rilievo sulla pubblicità del festival un ancor più importante e significativo rilievo sulla pubblicità in tutti i momenti di presentazione e di commento giornalistico e radiotelevisivo.

A testimonianza di quanto sopra, l’Associazione comunica che alla data odierna sono stati accreditati 29 richieste da parte delle più rilevanti e importanti riviste nazionali ed internazionali a cui si aggiungono 10 fotografi nazionali ed internazionali.

La Rai ha acquisito i diritti di messa in onda di tutti i concerti compreso una diretta che sarà mandata in onda il giorno 3 settembre alle ore 21.00 dal canale Rai della trasmissione condotta da Pino Saulo “Battiti”.

Butch Morris - Luciano Rossetti © Phocus Agency

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Penultima serata per l’edizione invernale del festival “Ai confini tra Sardegna e Jazz” organizzato dall’associazione culturale Punta Giara, a Sant’Anna Arresi. Venerdì 2 gennaio sul palco della storica rassegna musicale altri due interessanti ensemble, che non mancheranno di strappare applausi anche dai più dubbiosi.

Dalle ore 21.00 il Palanuraghe ospiterà gli Hard Up Quartet, band sarda composta da Andrea Morelli al sax, Mauro Piras al trombone, Massimo “Maso” Spano al basso e Alessandro Garau batteria. Il quartetto si è distinto per la sua creatività e pienezza del suono, nonostante l’assenza di strumenti puramente armonici, catturando le platee con una matura concezione del suono. Melodie e ritmiche si alternano in un calibrato alternarsi di armonie e improvvisazioni, scambiando momenti di coalizione con attimi di pura libertà esecutiva. Il repertorio del quartetto ha una precisa direzione stilistica che, pur se connaturata intimamente col sound Jazzistico, si rifà tuttavia a diversi stili, il free jazz, il country, il funky, il blues, il latin, calamitando sempre l’attenzione dell’ascoltatore su approdi musicali diversi.

Dalle ore 22.30 circa, sarà il turno del Sant’Anna Arresi Quintet, progetto originale in prima assoluta, capitanato dal sassofonista inglese Evan Parker. Il quintetto, un vero e proprio mélange di talenti jazzistici, vede affiancarsi a Parker alcuni dei migliori esponenti del jazz anglofono: Alexander Hawkins al piano, Peter Evans alla tromba, John Edwards al basso e Hamid Drake alle percussioni. Il quintetto è nato da un’idea originale dell’Associazione Culturale Punta Giara, organizzatrice del festival, e ha immediatamente ottenuto il consenso dei cinque musicisti. La critica specializzata di tutto il mondo li considera tra i maggiori esponenti dell’avanguardia musicale e capisaldi della libera improvvisazione. Evan Parker, leader di svariate formazioni, ha consolidato metodi per sovrapporre rapidamente suoni armonici e false note che, uniti a tecniche di respirazione circolare e rapidi staccati, creano dense onde di contrappunto e sonorità inconsuete, tratti unici delle performance che lo hanno conferito la stima di critica e appassionati di musica. Parker è considerato il più esperto musicista in campo, unico esploratore e divulgatore dell’intera gamma sonora del sassofono. Non si creda tuttavia che il talento di Parker possa oscurare o sminuire quello degli altri membri del quintetto. Assieme a lui in questa prima assoluta troveremo musicisti di alto livello, non semplici esecutori ma navigati compositori e abili improvvisatori. Alexander Hawkins è uno dei migliori pianisti jazz e in assoluto il migliore interprete del piano Hammond. Alla tromba Peter Evans non ha rivali, sa destreggiarsi e veleggiare all’interno di vari ambienti musicali. Il suo primo album solista “More is More” l’ha visto protagonista di incredibili virtuosismi, quali estreme dissonanze, multifonie, respirazione circolare e tecniche avanzate di cui si è fatto padrone. John Edwards è un vero virtuoso, con la sua sconcertante gamma di tecniche e smisurata immaginazione musicale ha ridefinito le possibilità del contrabbasso e notevolmente ampliato il suo ruolo, sia in solo che in gruppo. Louis Moholo è uno dei batteristi che contribuirono all’incredibile evoluzione della musica degli anni ’60 e ’70. Dopo aver trovato rifugio in Inghilterra, insieme ad altri esiliati sudafricani e membri bianchi della scena free jazz inglese partecipò alla fondazione di ensemble passate alla storia, come i Blue Note, i Brotherhood of Breath ed i Viva La Black.

“Ai confini tra Sardegna e Jazz” è organizzato dall’Associazione Culturale Punta Giara con il patrocinio di Regione Sardegna, assessorati al Turismo e Pubblica Istruzione, Ministero dei Beni Culturali, Gestione Commissariale ex-provincia di Carbonia Iglesias, Fondazione Banco di Sardegna, amministrazioni di Sant’Anna Arresi e San Giovanni Suergiu e la sponsorizzazione di Cantina Mesa di Sant’Anna Arresi e Cooperativa Pescatori di Arborea.

Dopo la straordinaria esibizione del Dorian Wood trio Echos Vocal Ensemble, ancora grande jazz questa sera a Sant’Anna Arresi con il festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”. In programma questa sera, come tutti i giorni sino al 3 gennaio, una serie di eventi musicali che l’Associazione Culturale Punta Giara ha organizzato per animare le festività invernali del Sulcis Iglesiente.

Sin dalle ore 18.00 si potrà assistere ai concerti itineranti che la Bandakadabra eseguirà per le vie del paese. Alle 21.00 al Palanuraghe, i primi a calcare il palco del paese della musica e del vino saranno i Flut3ibe, ensemble composto da tre flautisti di eccellenza: Stefano Benini, Michele Gori e Stefano Leonardi accompagnati dalle melodie di Andrea Tarozzi al pianoforte e le ritmiche di Nicola Stranieri alla batteria. Benini è ritenuto uno dei migliori flautisti jazz italiani del momento, dotato di enorme capacità compositiva e studioso dello strumento. Ha pubblicato nel 2010 un testo fondamentale intitolato Il Flauto Jazz. La Storia, i Protagonisti, il Repertorio, il Metodo. La “tribù dei flauti” si distingue per la forte presenza dei fiati, impegnati in un discorso armonico basato su partiture e libera improvvisazione con piano e batteria, in una nuova interpretazione del jazz.

Dalle 22.30 i Citizen X, duetto americano formato da Jean Paul Bourelly alla chitarra e Sadiq Bey alla voce, percussioni ed elettronica sarà affiancato, in un progetto originale ideato dall’Associazione Culturale Punta Giara, dal celebre percussionista jazz Hamid Drake, ormai divenuto una figura di riferimento al festival di Sant’Anna Arresi. Le musiche dei Citizen X, ispirate alle atmosfere magiche dei rivoluzionari anni ’60 di Chicago, Detroit e Los Angeles, richiamano un senso cinematico della musica, con contaminazioni di innumerevoli generi musicali. Accompagnati dalle ritmiche di Drake, i Citizen X rinnoveranno in questo appuntamento sardo il loro messaggio di libertà e presa di coscienza nell’attuale situazione mondiale, governata da brutali politiche di globalizzazione.

Al termine dei concerti, l’appuntamento si rinnoverà nei tre jazz club di Sant’Anna Arresi, per assistere o partecipare alle jam session in programma sino a tarda notte.

“Ai confini tra Sardegna e Jazz” è organizzato dall’Associazione Culturale Punta Giara con il patrocinio di Regione Sardegna, assessorati al Turismo e Pubblica Istruzione, Ministero dei Beni Culturali, Gestione Commissariale ex-provincia di Carbonia Iglesias, Fondazione Banco di Sardegna, amministrazioni di Sant’Anna Arresi e San Giovanni Suergiu e la sponsorizzazione di Cantina Mesa di Sant’Anna Arresi e Cooperativa Pescatori di Arborea.

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L’Associazione Culturale Punta Giara, organizzatrice storica del festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz” di Sant’Anna Arresi, annuncia la pubblicazione dell’album “Possible Universe” la Conduction n. 192 del grande maestro Lawrence “Butch” Morris, scomparso nel 2013 all’età di 65 anni.

L’album verrà presentato ufficialmente durante la conferenza stampa in programma per le ore 12 di lunedì 29 dicembre, presso la Cantina Mesa di Sant’Anna Arresi. La conferenza sarà seguita da un aperitivo e i concerti di Jean Paul Bourelly e Sadiq Bey in duo e Riccardo Pittau in solo. Sia Bourelly che Pittau fecero parte della Conduction 192, e la loro performance sarà chiaramente dedicata alla memoria di Butch.

Il live in Sant’Anna Arresi, registrato il 29 agosto 2010 sul palco del festival che da ventinove anni porta nel sud della Sardegna i migliori interpreti mondiali del Jazz, da chi ne ha fatto la storia sino alle avanguardie più nascoste e interessanti, si preannuncia già da ora un capitolo importante della storia del Jazz.

 Dopo una florida carriera musicale da cornettista al fianco di David Murray, Morris si distinse per l’ideazione di un nuovo tipo di conduzione orchestrale, studiata per dirigere orchestre nell’improvvisazione, creando ad ogni performance brani unici e irripetibili. La sua tecnica, da lui nominata Conduction, prevede una serie di gesti codificati, che i membri delle ensemble sanno riconoscere e impiegare in tempo reale per liberare la propria espressività musicale.

Dopo la prima Conduction, tenuta a New York nel 1985, Butch girò il mondo conducendo 199 ensemble. Non esisteva un gruppo stabile di musicisti che prendessero parte alle varie Conduction, i partecipanti appartenevano spesso al luogo in cui la performance veniva eseguita. Nella Conduction 192, infatti, affianco a ospiti eccelsi quali David Murray, Evan Parker, Joe Bowie e Hamid Drake troviamo alcuni importanti esponenti del jazz italiano come Pasquale Innarella, Silvia Bolognesi, Riccardo Pittau e Tony Cattano.

CONDUCTION® No. 192, Possible Universe

Sant Anna Arresi,  29 August 2010

Lawrence D. “Butch” Morris – Ensemble: David Murray (tenor sax and bass clarinet), Evan Parker (tenor sax), Pasquale Innarella (alto sax), Greg Ward (alto sax), Joe Bowie (trombone), Tony Cattano (trombone), Meg Montgomery (electro trumpet), Riccardo Pittau (trumpet), Jean Paul Bourelly (guitar), On Ka’a Davis (guitar), Hamid Drake (drums), Chad Taylor (drums, vibraphone), Harrison Bankhead (double-bass), Silvia Bolognesi (double-bass), Alan Silva (sinth, bass, piano)

“‘Ai confini tra Sardegna e Jazz” è organizzato dall’Associazione Culturale Punta Giara con il patrocinio di Regione Sardegna, assessorati al Turismo e Pubblica Istruzione, Ministero dei Beni Culturali, Gestione Commissariale ex-provincia di Carbonia Iglesias, Fondazione Banco di Sardegna, amministrazioni di Sant’Anna Arresi e San Giovanni Suergiu e la sponsorizzazione di Cantina Mesa di Sant’Anna Arresi e Cooperativa Pescatori di Arborea.

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L’Associazione Culturale Punta Giara ha annunciato oggi il nome dell’ultima band attesa per completare il cartellone della XXIX edizione del festival “Ai Confini tra Sardegna e Jazz”.
Ad affiancare il percussionista americano Hamid Drake il 28 dicembre sarà quindi la Grande Abarasse Orchestra, capitanata dal celebre John De Leo, cantante romagnolo dotato di straordinarie capacità vocali.

La figura artistica di De Leo non ha paragoni in Italia ed è sinonimo di geniale sperimentazione vocale e sonora. Considerato la voce più interessante del panorama musicale italiano, l’originalità della sua ricerca vocal-musicale e l’alchimia della sua arte in cui combina musica e letteratura, lo rendono un artista sui generis la cui unicità è riconosciuta anche all’estero.

Storico cantante dei Quintorigo e membro di innumerevoli ensemble internazionali, De Leo ha iniziato la sua carriera solista nel 2007, col suo primo album “Vago Svanendo”, turbinoso melange di sonorità, acclamato dalla critica nazionale come uno dei più innovativi dischi italiani di sempre. Negli ultimi anni De Leo si è dedicato a sperimentazioni artistiche che trascendono il contesto musicale, sconfinando fastosamente in territorio teatrale con alcuni spettacoli multimediali che fondono musica, recitazione e video-installazione.

Nell’ottobre 2014 la Carosello Record ha pubblicato il tanto atteso secondo album solista di De Leo, “Il Grande Abarasse”.
«IL GRANDE ABARASSE è un concept album ambientato in un ipotetico condominio dove ogni brano corrisponde a ognuno dei suoi appartamenti. La cosa certa – spiega John De Leo – è un’esplosione improvvisa: a seconda del brano è rappresentata in modi diversi. L’accadimento viene tradotto da differenti soggettive culturali o personali contingenti situazioni emotive. Volevo che l’esplosione corrispondesse alla materializzazione di una deflagrazione interiore la cui miccia, in ognuno dei condomini, era in realtà già accesa.»

Oltre alla presenza di John De Leo e la sua Grande Abarasse Orchestra il cartellone del festival è stato arricchito della presenza di alcuni musicisti ben conosciuti a livello nazionale. Ad accompagnare Elena Ledda nel suo concerto-incontro con il coro polifonico Le Mystere des Voix Bulgares troveremo Mauro Palmas alla mandola, Marcello Peghin alla chitarrra e Silvano Lobina al basso.

L’Associazione Culturale Punta Giara annuncia inoltre la presenza del trombettista Riccardo Pittau, stimato trombettista sardo e pioniere delle nuove rotte jazzistiche isolane. Pittau ha calcato il palco del festival di Sant’Anna Arresi in occasioni sempre considerevoli, all’interno dei progetti originali “A Boghe ‘Oghe” nel 2012 con Alberto Masala e il gruppo Stranos Elementos, “Piccola Pesca” nel 2007 con Andrea Pisu alle launeddas (ed elettroneddas) e Mauro Schiavone al piano, oltre la ormai storica “Conduction n. 192” di Butch Morris nel 2010. Pittau si esibirà il 29 dicembre in solo, in occasione del concerto-aperitivo organizzato dall’associazione per presentare l’album contenente la registrazione della “Conduction n. 192” prodotto dall’Associazione Culturale Punta Giara in onore di Butch.