20 November, 2024
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La storia di Zaira Coen, una professoressa di scienze del Liceo Azuni di Sassari originaria di Mantova, uccisa ad Auscwitz o nel viaggio per raggiungere il campo di concentramento, al centro della commemorazione della Giornata della Memoria organizzata dal Comune di Budoni. In scena  la voce narrante di Daniele Monachella che con l’accompagnamento musicale di Giovanni Sanna Passino alla tromba propone l’adattamento teatrale del testo di Sotera Fornaro “Sembri dipingere di rosso le parole…”. L’appuntamento è per le 16,30 del 27 gennaio, nell’anfiteatro Andrea Parodi di Budoni.

«I ricordi – scrive l’autrice del testo – sono di due specie: i nostri ricordi, dipinti nella mente e nel cuore, che il tempo scolorisce o confonde; e i ricordi altrui, che ci sono solo raccontati, e di racconto in racconto diventano altri ricordi, si allontanano dai ricordi iniziali e a poco a poco si perdono; alla fine non sono più nemmeno ricordi. Qualche volta, i ricordi si aiutano di cose e di oggetti, una foto, una lettera, una pietra col nome e la data; altre volte i ricordi sono solo nomi a piè pagina di storie più grandi e importanti, un corpo minore rispetto a un testo maiuscolo, ed anche così a poco a poco scompaiono o sono dimenticati.»

La vita, la morte ed il ricordo di Zaira Coen rappresentano quanto di più concreto e intenso per mantenere viva la memoria, per non dimenticare.

«Una vita normale di una ragazza mantovana venuta in Sardegna per amore, laureata a Bologna in Scienze ed arrivata a insegnare in un austero e famoso Liceo dell’isola, dove oggi le è intitolato il Laboratorio. Aveva sposato un medico conosciuto in città, e la sua vita d’isola sarebbe finita nell’isola. Ma in agguato c’era non solo il dolore normale della vita, che la lasciò sola; ma anche il dolore della storia degli uomini, storia di forza e violenze imposte e subite. Quando quella storia assunse la forma di una legge che non voleva più al loro posto i cittadini italiani di razza ebraica Zaira Coen pensò a sua sorella, a lei ed alla sua famiglia: e decise di lasciare l’isola dove era stata felice, e di raggiungerla. Fu così che unì il suo destino a lei, perché furono arrestate e deportate. Nello stesso vagone, le due donne, si immagina che  trovarono altre tre sorelle, anch’esse dell’isola ma che lontane dall’isola erano state catturate: ed insieme, senza possibilità di scegliere, intrapresero il viaggio verso il luogo freddo dove non era possibile chiedere ‘perché’. Questi ricordi – in parte basati su altri ricordi, in parte solo sull’immaginazione – raccontano di quest’incontro sul vagone piombato tra sorelle accomunate dal ricordo del mare di Sardegna, in quel viaggio infinito ed insieme finito verso Auschwitz. Alla base della nostra invenzione, ci sono le biografie delle sorelle Ida e Vittorina Mariani (nata a Porto Torres nel 1904, deportata a Bergen Belsen) e di Ione e Zaira Coen.»

Daniele Monachella e MAB Teatro hanno scelto un testo originale, di grande impatto emotivo che arriva per la prima volta in scena a Budoni grazie all’iniziativa dell’amministrazione Comunale e al contributo della Fondazione di Sardegna Progetto TheatrOn Officina mental-dinamica.