22 November, 2024
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I dipartimenti dell’Aou di Sassari hanno i loro direttori. Sono stati nominati mercoledì con delibera del direttore generale con la quale sono stati nominati anche i vice direttori di dipartimento e i coordinatori di area funzionale dipartimentale. Sempre mercoledì, è stato costituito il collegio di direzione dell’Aou di Sassari.

«Abbiamo creato una squadra di professionisti clinici – afferma il direttore generale Antonio D’Urso – che supporteranno la direzione aziendale nel governo dell’Aou. Un’attività corale e condivisa che, assieme alla professionalità degli attori coinvolti, deve rappresentare e contraddistinguere l’azione della nostra azienda.»

Sono undici i direttori di dipartimento nominati dal direttore generale: dieci quelli dei dipartimenti dell’assistenza integrata e uno del dipartimento amministrativo e tecnico. Per quanto riguarda i primi, cinque sono direzione universitaria e cinque a direzione ospedaliera.

Per quelli a direzione universitaria, il direttore generale Antonio D’Urso ha preso atto della nota del rettore dell’Ateneo turritano Massimo Carpinelli che ha indicato quale direttore del dipartimento Emergenza Urgenza Pierpaolo Terragni, per quello Chirurgico Alberto Porcu, per quello Oncoematologico Gian Vittorio Campus, per quello della Tutela della Salute donna e bambino Salvatore Dessole, per il dipartimento Tutela delle fragilità Stefano Sotgiu.

Per quelli a direzione ospedaliera, il rettore dell’Università di Sassari ha espresso parere favorevole sulle nomine comunicate dal direttore generale. Queste ultime, sulla base del regolamento per l’organizzazione e funzionamento dei dipartimenti, sono state fatte sui candidati in possesso dei requisiti validi. I loro nominativi sono venuti fuori dalle riunioni dei comitati di dipartimento che si sono svolte nei giorni scorsi. Direttore del dipartimento Medico sarà Francesco Bandiera, del dipartimento Specialità mediche e della riabilitazione Maria Cossu, del dipartimento Neuroscienze testa collo Francesco Bussu, del dipartimento Cardio toraco vascolare Pierfranco Terrosu e del dipartimento Farmaco e diagnostica Stefano Profili.

Chiara Seazzu, infine, sarà il direttore del dipartimento amministrativo e tecnico.

Contestuali quindi le nomine dei coordinatori di area funzionale dipartimentale. Per il dipartimento Farmaco e diagnostica saranno Stefano Profili all’area della diagnostica per Immagini e interventistica quindi Salvatore Rubino all’area della diagnostica di laboratorio. Per il dipartimento amministrativo e Tecnico, invece, Chiara Seazzu all’area amministrativa e Luigi Spanu all’area tecnica.

Nominati anche i vice direttori del dipartimento Farmaco e diagnostica, sarà Salvatore Rubino, e del dipartimento amministrativo e tecnico, sarà Luigi Spanu.

Successivamente saranno nominati gli altri vice direttori di dipartimento. Restano ancora da istituire il comitato di dipartimento delle Professioni sanitarie e da nominare il relativo direttore.

L’incarico di direttore di dipartimento ha natura fiduciaria, è triennale, rinnovabile a seguito di valutazione e decade in ogni caso trascorsi 90 giorni dalla cessazione dell’incarico di direttore generale.

È stato costituito, infine, il collegio di direzione, cioè l’organo deputato a supportare la direzione strategica nel perseguimento della missione aziendale e nel governo complessivo dell’azienda.

È formato dal direttore generale che lo presiede, quindi dal direttore sanitario, Nicolò Orrù, e amministrativo, Lorenzo Pescini, dai direttori di dipartimento, dal direttore della direzione Medica di presidio, Bruno Contu, e dal direttore Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere Ida Mura. A questi componenti con diritto di voto si affiancano i componenti senza diritto di voto rappresentati dai vice direttore del dipartimento Farmaco e diagnostica e dal vice direttore del dipartimento amministrativo e tecnico, quindi dal direttore della struttura complessa di Farmacia, Gabriella Carmelita, e dal direttore della struttura complessa delle Professioni sanitarie, Pina Brocchi.

 

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L’organizzazione degli ospedali, la gestione del rischio, l’igiene e la sicurezza sono stati alcuni dei temi che hanno caratterizzato il 43esimo congresso nazionale dell’Anmdo che si è svolto nei giorni scorsi a Firenze, nella suggestiva e storica cornice dell’Istituto degli Innocenti. Il meeting, dal titolo “rischio clinico e responsabilità professionale: obiettivo sicurezza in ospedale”, ha messo a confronto diverse realtà italiane. Tra queste anche quella sassarese, con gli interventi del direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso, del direttore sanitario Nicolò Orrù e della responsabile della struttura di Igiene e medicina preventiva dell’Aou sassarese Ida Mura, responsabile scientifica dell’Associazione nazionale medici di direzione ospedaliera.

Il punto centrale del congresso è stato il ruolo delle direzioni ospedaliere che, nell’inquadramento della gestione del rischio nella giusta cornice, diventano vere e proprie cabine di regia di un processo articolato e insieme unitario. Un processo che, se opportunamente gestito, ha ricadute positive su qualità, equità e buon utilizzo delle risorse.

Concetti messi in evidenza dal direttore sanitario dell’Aou di Sassari Nicolò Orrù che ha ribadito che «le direzione sanitarie hanno un ruolo programmatorio e di gestione delle risorse che l’azienda mette a disposizione, tecnologiche e umane». Una funzione che emerge in maniera evidente con il progetto Domino, relativo a un percorso di cura del paziente diabetico con complicanze oculari. «La direzione sanitaria – ha aggiunto – funge un ruolo catalizzatore di risorse in un sistema in cui è possibile creare “buone prassi gestionali e organizzative”, così da sviluppare i migliori percorsi di cura per i cittadini».

Nell’appuntamento congressuale fiorentino è emersa la necessità di dare più importanza alla formazione e maggior spazio a momenti di incontro, durante i quali confrontare esperienze e modelli operativi, lavorare per limitare le disuguaglianze e promuovere percorsi condivisi.

Un momento di confronto sui temi del rischio clinico, sugli attori e i modelli di gestione quindi sulla sicurezza delle cure e sulla nuova responsabilità dei medici, ha visto protagonisti i manager di alcune realtà italiane, tra le quali l’Aou di Sassari con il direttore generale Antonio D’Urso e la Valdisieve Hospital con il direttore sanitario Laura Ombroni.

«La sicurezza, e non soltanto quelle delle cure, è un diritto da garantire a 360 gradi – ha sottolineato il direttore generale dell’Aou di Sassari Antonio D’Urso – ecco perché, nella gestione della prevenzione del rischio è necessario partire dall’esame dell’organizzazione e non dall’evento avverso. L’organizzazione delle attività santiarie, programmate e urgenti svolte all’interno di un ospedale, deve prevedere un approccio sistemico che punti al miglioramento continuo. Tra gli operatori deve esserci un coinvolgimento culturale ed emotivo, oltre alla disponibilità al cambiamento.»

Di organizzazione ha parlato anche Ida Mura ricordando che proprio questa rappresenta il punto centrale: «Un’organizzazione – ha detto Ida Mura – quella ospedaliera, che ha consapevolezza che l’approccio non deve essere individuale ma di sistema. Ecco perché è necessaria la formazione degli operatori. Senza una corretta gestione del rischio e senza l’attenzione alla sicurezza della persona, paziente e operatore sanitario, non è possibile pensare all’ospedale stesso. Perché questo – ha concluso Ida Mura – non deve essere inteso semplicemente come struttura e insieme di processi, ma luogo in cui le persona ricerca la salute».

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L’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari ha avviato, all’interno delle sue strutture, due progetti sperimentali per sensibilizzare gli operatori sanitari e migliorare la sicurezza in ospedale, “Save lives clean you hands – Lavaggio mani” e “Fare di più non significa fare meglio – Scegliere saggiamente (Choosing wisely Italy)”, al fine di promuovere comportamenti che possono avere una ricaduta positiva sull’intera attività svolta dagli operatori sanitari quindi aumentare la sicurezza di medici, infermieri e, soprattutto, dei pazienti.

Si tratta di un’attività sperimentale che per tre mesi porterà nei reparti target osservatori esterni i quali, in affiancamento agli operatori di reparto e senza interferire con la loro attività, verificheranno e monitoreranno le procedure seguite dalle varie strutture. Una volta terminata la fase sperimentale, l’obiettivo è estendere i progetti a tutte le strutture dell’Aou.

A portare avanti i due studi sono le direzioni sanitaria e di presidio, il servizio di Igiene ospedaliera, il servizio di Risk management e il servizio delle Professioni sanitarie. A partecipare alla fase di sperimentazione sono le strutture di Rianimazione del Santissima Annunziata e di viale San Pietro, Pneumologia, Malattie infettive, Clinica medica, Ematologia, Neonatologia, Medicina d’urgenza, Centro ustioni, Lungodegenza. Quindi ancora Patologia chirurgica, Clinica ortopedica, Ginecologia e ostetricia e Oculistica.

L’obiettivo del progetto sul lavaggio mani è verificare l’adesione all’igiene delle mani di tutto il personale sanitario coinvolto nell’assistenza, così da accrescere la consapevolezza dei benefici che derivano in termini di riduzione delle infezioni correlate all’assistenza e delle antibiotico-resistenze. «In generale, l’adesione a questa pratica da parte degli operatori sanitari è ancora bassa – spiega Ida Mura, responsabile dell’unità operativa complessa di Igiene e Medicina preventiva – nonostante da anni l’Organizzazione mondiale della sanità ponga grande attenzione alla tematica. Lavare poco o male le mani espone alla diffusione di microrganismi, questo proprio perché le mani sono il primo veicolo per la trasmissione degli agenti infettivi».

«Da uno studio fatto in Emilia Romagna, al Policlinico di Modena nel periodo 2013-16, si è evidenziata un’adesione media degli operatori sanitari del 37 per cento. Dopo intervento di formazione e sensibilizzazione e azioni correlate, l’adesione media è salita al 75 per cento», conclude Ida Mura.

Ecco perché anche a Sassari si è deciso di avviare un progetto che consentisse di aumentare la sicurezza del paziente, con l’utilizzo di strategie e comportamenti utili a garantire la cura e l’assistenza migliori.

Il progetto prevede la formazione degli osservatori quindi l’avvio della fase di osservazione che durerà sino a fine novembre e porterà a effettuare almeno 350 rilevazioni. Entro dicembre di quest’anno, infine, i dati saranno presentati alla direzione aziendale.

La campagna di sensibilizzazione alla corretta igiene delle mani prevede, inoltre, la diffusione di materiale informativo quindi il posizionamento di erogatori di soluzioni idroalcooliche utili per l’igiene delle mani.

Il secondo progetto, “Scegliere saggiamente (Choosing wisely)”, consentirà di monitorare ben tre situazioni: l’indicazione di positività a microrganismi alert nella lettera di dimissione o trasferimento del paziente; la sorveglianza della profilassi antibiotica perioperatoria e, infine, l’apertura delle porte in sala operatoria.

Nel primo caso gli osservatori esterni, in accordo con le strutture interessate, raccoglieranno dati su almeno 100 pazienti e verificheranno la corretta comunicazione della positività a microrganismi alert nel paziente in dimissione, o in trasferimento ad altra struttura. Si tratta, infatti, di informazioni utili ai sanitari, ai medici di famiglia e agli stessi familiari per l’adozione di opportune misure precauzionali di profilassi. Nel secondo caso, poi, saranno esaminate almeno 50 cartelle cliniche per verificare il corretto momento e la durata della somministrazione dell’antibiotico nei pazienti sottoposti a intervento chirurgico. Nell’ultimo caso, gli osservatori raccoglieranno dati su almeno 30 interventi chirurgici, monitorando la frequenza di apertura delle porte in sala operatoria, nei soli casi necessari, così da ridurre al minimo il rischio di infezioni.

Per tutti e tre i casi, il periodo di osservazione è compreso tra ottobre e novembre 2017. A dicembre saranno comunicati i dati alla direzione strategica.

I progetti, attraverso l’’adesione alle buone pratiche di igiene ospedaliera, rappresentano un elemento imprescindibile per poter garantire la salute del paziente e la sicurezza degli operatori con l’obiettivo di ridurre le infezioni correlate all’assistenza e contribuire al controllo dell’antibiotico-resistenza nelle strutture dell’Aou.