22 November, 2024
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Un murale dedicato a Don Giovanni Diaz, nella piazza Santa Rita di Medadeddu, frazione di Carbonia. Così l’associazione Senso Comune di Carbonia, insieme agli artisti Ielmo Cara e Stefano Masili, ha voluto omaggiare una figura tra le più amate della città di Carbonia per il suo costante ed irreprensibile impegno verso gli altri.

Ricordiamo Don Giovanni Diaz, con l’articolo dell’indimenticabile Don Amilcare Gambella, ed il ricordo dell’Amministrazione comunale di Carbonia, pubblicati nel n° 222 de “La Provincia del Sulcis Iglesiente”.

Don Diaz ci ha “lasciato”… una grande eredità

La notizia della morte di don Giovanni Diaz è arrivata improvvisa e con grande velocità!

Con il tam tam discreto ed efficace che risuona nel mondo della carità, si è diffusa, portando il dolore del vuoto in quei molti cuori che hanno sempre avuto da Lui sostegno e cura.

Le opere da Lui realizzate dal 1965, data del suo arrivo in città e nel territorio, sono sotto gli occhi di tutti e testimoniano la sua creatività, il suo coraggio, la sua caparbietà nella solitudine, sostenuta dalla Grazia di Dio che non fa vacillare la Speranza, che fa maturare e raggiungere gli obiettivi del cuore.

Sono anche testimonianza di come, dietro quel suo aspetto a prima vista “distaccatamente serio e quasi severo”, brillava una capacità abile e efficace nel coinvolgere le persone avvicinate, tanto da farle diventare protagoniste nei progetti che a macchia d’olio, in una benefica reazione a catena, producono quei frutti di bontà solidale, in quel mondo di povertà ed emarginazione che circonda, ma non riesce a interpellare il perbenismo di tanti.

Il compianto Paolo VI in più di un’occasione ha affermato che il mondo di oggi non ha bisogno di maestri, ma di testimoni, ebbene don Diaz ha saputo incarnare la duplice identità del maestro e del testimone, con quella discrezionalità, spesso silenziosa, ma efficacemente trainante, di chi si rimbocca le maniche, senza paura di contaminazione e di sporcarsi, in modo da essere e rimanere sacerdote oltre il velo del tempio.

Una bella Pastorale che non si apprende solo sui libri, ma si verifica sul campo d’azione, quella Pastorale dell’accoglienza incondizionata, che punta sulla condivisione, la sola capace di costruire la comunità.

«Non si può restare passivi e tanto meno impassibili di fronte alle sofferenze degli altri» (ag) affermano e ribadiscono a piena voce le iniziative da tutti conosciute, tanto da renderne superfluo, anche se doveroso un elenco, l’hanno visto promotore, nuovo “re Mida” nella carità locale, in quanto trasformava in oro il deserto che tutti rileviamo, riscattando i diseredati dall’abbruttimento in cui la vita talora spinge togliendo dignità.

Credo possa far piacere conoscere l’espressione di quel giovane padre che di fronte al sacerdote chiede al figlio “Lo sai chi è questo signore?” «è don Diaz!» dice subito il ragazzo felice di rispondere esattamente alla domanda…«No, Lui è mio babbo, perché devo tutto solo a lui!»

Portare qualcuno ad essere riconoscente indica di per sé l’intenso e profondo lavorio che si può fare in una persona. Non è forse riconoscenza spontanea ciò a cui abbiamo assistito durante il funerale e nelle lunghe ore seguenti in cui, giovani e adulti, hanno cantato, pregato, applaudito…? Può essere altro esempio illuminante quel giovane “maturo e tottu mali cumbinau” che, durante l’omelia del Vescovo, imperterrito e in maniera goffa davanti agli occhi di tutti, si è fatto il segno di croce dopo aver toccato e baciato teneramente la bara…

Amare per primo, amare i più poveri, amare i più deboli, amare i ragazzi… come in una gara di generosità, con uno stile povero e austero, per dare una risposta e un sostegno ai bisogni di tanti, con l’entusiasmo e un coraggio adolescenziale, accompagnato dalla prudenza della maturità.

Per questo non pochi lo sentono parte della loro vita, e riconoscendo la qualità di come abbia speso la sua esistenza, lo indicano non solo come testimone modello, ma anche modello di maestro, perché quelle “maniche di camicia” gli hanno permesso di agire senza paura di sporcarsi, dando lezioni di vita facilmente comprensibili a tutti.

Amilcare Gambella

 

L’Amministrazione comunale di Carbonia lo ricorda e lo ringrazia: «Ha speso la sua vita per aiutare tutte le persone in grave difficoltà»

Il sindaco e l’Amministrazione comunale di Carbonia ricordano con grande riconoscenza Don Giovanni Diaz con una breve nota diffusa subito dopo la prematura scomparsa, nella quale è definito «uomo giusto che ha dedicato la sua vita al servizio delle persone bisognose».

La figura di Don Diaz è in particolar modo legata al Centro di Accoglienza don Vito Sguotti, istituito nel 1984 (i soci fondatori sono stati nove: Don Giovanni Diaz, Pina Deiana Lai, Antonio Cesare Gerini, Salvatore Marsala, Antonino Favrin, Rita Crisponi, Luigi Uselli, Chiarella Defraia e Rita Maria Grazia Sechi) e da allora orientato all’ospitalità temporanea, all’assistenza morale e materiale, all’aiuto domestico e alla consulenza medico generica e specialistica delle fasce deboli.

Lo spessore morale e umano di Don Diaz è stato apprezzato dall’Amministrazione comunale di Carbonia, «in particolar modo, nel rapporto di collaborazione con la comunità alloggio di via Mazzini e con il Centro di pronto intervento di Medadeddu, che fanno capo al Centro di Accoglienza don Vito Sguotti».

Don Diaz è ricordato con affetto dagli studenti dei quali è stato docente, ha speso la sua vita per aiutare tutte le persone in difficoltà: madri nubili, donne in stato di necessità e i loro bambini, uomini e donne prive di sostentamento e di alloggio, che hanno sempre trovato una parola amica, un piatto caldo e un tetto per ripararsi.

«L’Amministrazioneconclude la notasaluta e ringrazia Don Diaz per il suo instancabile operato e per quanto ha fatto per la Città, che lo ricorda come esempio concreto di altruismo e impegno solidale.»

Alcuni anni fa, pur mantenendo tutti gli altri impegni, Don Diaz ha accettato l’invito a prendere il posto di Nico Grillo nella gestione e amministrazione di Casa Emmaus, a Iglesias.

Anche in questa nuova esperienza, si è fatto subito apprezzare per il suo apporto in una realtà tanto delicata ed importante per l’intero territorio e la sua presenza è sempre stata discreta e riservata, di grande rispetto per le figure educative che operano all’interno della comunità terapeutica.

Il suo è stato un sostegno vicino ed affettuoso.

 

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«La forma espressiva della pittura sarà una delle tante attrazioni del Natale carboniense. All’interno del cartellone di eventi programmati dall’Amministrazione comunale si colloca una rassegna che farà di Carbonia il principale polo della pittura in Sardegna. Una mostra imperdibile non soltanto per gli addetti ai lavori ma anche per i neofiti, i quali potranno conoscere da vicino gli artisti, carpendo anche alcuni segreti del mestiere.»

Con le parole dell’assessore della Cultura dell’Amministrazione Comunale di Carbonia abrina Sabiu, informa che venerdì 15 dicembre, alle ore 19.00, presso lo spazio espositivo dell’Italy Snack & Wine Bar di viale Arsia, comincerà la rassegna intitolata sOttosOpra: l’Arte in libertà “controllata”.

L’iniziativa è stata promossa dal gruppo culturale dei “Liberi Pensatori”, con il patrocinio del comune di Carbonia. Dal 15 dicembre 2017 fino al 23 marzo 2018 verrà esposta una summa dei lavori di 20 artisti di comprovato valore. Talenti provenienti da diverse città della Sardegna e, perfino, dall’estero. La rassegna ha come protagonisti i seguenti artisti: Pietro Paolo Bessero (Quartu Sant’Elena); Jurgen Block (Germania); Nino Cannella (Guspini); Antonello Calabrò (Sant’Antioco); Ielmo Cara (Carbonia); Silvano Caria (Samassi); Lorenzo Casula (Carbonia); Derita (Cortoghiana – Carbonia); Martinho Dias (Portogallo); Salvatore Filia (Carbonia); Marta Fontana (Carloforte); Carlo Giancola (Carbonia); Gianni Lardieri (Carbonia); Stefano Masili (Carbonia); Daniela Matta (Carbonia); Paola Matta (Carbonia); Alfredo Mussetti (Carbonia); Shikanù (Carbonia); Albena Vatcheva (Bulgaria); Marco Vigo (Calasetta).

Gli artisti protagonisti del primo appuntamento saranno Paola Matta, Antonello Calabrò, Lorenzo Casula e Salvatore Filia, le cui opere resteranno esposte dal 15 al 29 dicembre.

Dal 5 gennaio al 29 gennaio 2018 sarà la volta delle opere di Pietro Paolo Bessero, Daniela Matta, Nino Cannella e Marco Vigo; dal 26 gennaio al 9 febbraio sarà possibile ammirare le opere di Derita, Carlo Giancola, Alfredo Mussetti e Albena Vatcheva; il quarto gruppo di artisti (Shikanù, Stefano Masili, Martinho Dias e Ielmo Cara) esporrà dal 16 febbraio al 2 marzo; i lavori del quinto e ultimo gruppo di pittori (Silvano Caria, Gianni Lardieri, Marta Fontana e Jurgen Block) saranno visitabili dal 9 al 23 marzo 2018.

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Sabato 24 dicembre Carbonia darà l’estremo saluto ad un grande artista, Mauro Scarteddu, morto la notte scorsa all’età di 73 anni. Mauro Scarteddu era nato l’11 febbraio 1943 a Carbonia, dove ha iniziato la sua produzione artistica nel 1959, all’età di soli 16 anni.

Nel 1965, fu tra i fondatori, con Nino Dejosso, Luigi Angius, Ielmo Cara, Pino Pitzolu, Claudio Olla e poco più avanti Antoca, Antonio Casu, dell’Associazione sulcitana d’arte contemporanea, meglio nota come Asac, presente nel territorio, con la sua attività, per almeno due decenni. Il sodalizio, raggruppava quasi tutti i principali artisti carboniensi dell’epoca, raggruppatisi intorno al “maestro” Vittorio Maccioni, ispiratore di un’associazione che intendeva sviluppare un nuovo, diffuso movimento di arte e cultura. L’Asac divenne un punto di riferimento ed un luogo privilegiato dove confrontarsi, scambiare esperienze e stati d’animo, discutendo di tecniche espressive, colori ed altri dettagli tecnici.

Dal 1967 al 1970, Mauro Scarteddu ha completato la sua esperienza artistica a Torino, frequentando l’Accademia Albertina e un corso di cartellonistica pubblicitaria. Ha collaborato con diversi artisti del capoluogo piemontese, tra i quali Lessio, De Agostini, Zufolini e, soprattutto, Luciano Proverbio. Nel 1971 ha partecipato a due concorsi nazionali, vincendo in entrambi il primo premio (targa d’oro a Striano e medaglia d’oro a Benevento).

Nel 1972, la Galleria Fusai di Torino gli ha finanziato un viaggio in Sudamerica (Perù ed Ecuador, nel 1972 e 1973) dove, nella giungla di Tena e Sasayacu, ha realizzato quegli schizzi che gli sono serviti per la personale del 1981 a Carbonia.

Nel 1983 ha conosciuto il maestro Aligi Sassu che, dopo averne visto le opere, gli ha scritto la presentazione della personale del 1984 a Carbonia.

Nel 1986 lo scrittore Marcello Serra lo ha presentato alla personale di Cagliari, alla Galleria Diaz, definendone il linguaggio pittorico “realismo magico”. Dal 1987 al 1995, ha lavorato continuativamente, realizzando 7 personali.

Con il passare degli anni, Mauro Scarteddu ha diradato via via sempre più le sue personali, dedicandosi alla produzione artistica per 11 mesi ed esponendo le sue opere nel mese di dicembre negli spazi del centro commerciale Conad.

La sua scomparsa lascia un grande vuoto nel panorama artistico e culturale sulcitano ed isolano. Probabilmente, come spesso accade, nel tempo la sua arte verrà apprezzata ancor più di quanto sia avvenuto nel corso della sua vita.

                                    

 

 

 

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Da un po’ di tempo a questa parte “La saletta del Portico”, a Carbonia, è diventata il palcoscenico di varie mostre d’arte, dove artisti provenienti da vari luoghi, non solo sardi, espongono i loro lavori, impreziosendo così, per i visitatori, le opportunità di contatto con varie forme d’arte. Dal 19 al 29 agosto, i protagonisti sono artisti locali e regionali che, con il patrocinio del comune di Carbonia, hanno allestito una collettiva dal titolo “Incontro di artisti sardi”. Alcuni di loro già noti in città: Shikanu’, Ielmo Cara, Stefano Masili, Luigi Angius, ed altri che hanno esposto per la prima volta a Carbonia: Gisella Mura, Mauro Moledda s Giorgio Corso.

Visitare una collettiva è come intraprendere un viaggio accompagnati da vari Ciceroni che ti ospitano nel loro mondo…

Con Shikanu’ si aprono le porte su uno spazio mitologico greco con personaggi dalle bocche cucite… le Cassandre inascoltate. Poi le contraddizioni di un uomo, dove un volto umano appare diviso e allo stesso tempo legato da un sottile ma altrettanto filo rosso. Ielmo Cara con i suoi dipinti “Muri feriti”, ci porta a Udine, in una chiesa sconsacrata, dove i muri sono disintonaccati… una metafora, la sua, sul bello del ritorno alle origini che nascondono sempre il loro fascino. Dalle tele di Gisella Mura due visi di donne molto belli, ci osservano con un sorriso malinconico che contrasta, e per questo attrae, con il dorato che li attornia. Una tiene tra le mani un teschio e per questo appare più tormentata, forse da un passato che non può o non vuole mandar via. Il viaggio continua con Mauro Moledda che ci conduce in un mondo molto bello e affascinante “Cudillero in Asturias” in Spagna, uno spaccato dove tante casette si affacciano sul mare, creando un’immagine quasi da favola. Poi in un bosco dove le foglie d’autunno si accumulano sul suolo a formare un croccante tappeto dai caldi colori. Con Giorgio Corso sembra di tornare a casa nostra… stralci di luoghi di miniera si confondono con forme di cubismo dove predomina l’azzurro nelle varie sfumature creando un effetto di morbido intreccio tra astrazione e realtà.

Stefano Masili ci invita ad entrare in un mondo di trame dove le sue agavi scompaiono per lasciar spazio al colore e alla luce in tutta la loro forza, offrendo un equilibrio che ben si sposa con una danza di sfumature che solo dalla natura possono essere colte. Tra tanti dipinti, due sculture di Luigi Angius: un viso maschile ed uno femminile, ritratti che allungano la vita a persone scomparse. Attraverso le sue mani e le sue emozioni, la materia prende forma delineandosi in un armonico capolavoro in cui riesce a racchiudere l’arte del plasmare, magistralmente rappresentata. Un ampio palcoscenico dove un carosello di opere danza tra gli sguardi dei visitatori che si lasciano condurre in un viaggio tra le emozioni… materia vitale per nuove riflessioni.

Nadia Pische

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E’ tutto pronto per l’edizione 2016 di Estarte, musica e arte nella suggestiva cornice del MAB, Museo archeologico di Sant’Antioco. manifestazione culturale inserita nel cartellone degli eventi estivi promosso dall’Amministrazione comunale di Sant’Antioco. Appuntamento venerdì 19 agosto 2016, alle 21.00, al Museo Ferruccio Barreca (situato in via Sabatino Moscati) per la serata di esordio dell’evento. In programma l’inaugurazione di una mostra fotografica e pittorica ed una estemporanea d’arte con creazioni di pittura, scultura e body painting. Il tutto, accompagnato dalle note musicali del quartetto “The Italian Mood Project” e dalla degustazione dei vini della cantina Sardus Pater di Sant’Antioco. La manifestazione è organizzata dall’assessorato della Cultura del comune di Sant’Antioco, dal Circolo fotografico F/7.1 Isola di Sant’Antioco e da alcuni giovani artisti antiochensi, con la collaborazione della cooperativa Archeotur. Partecipano all’estemporanea: Nicola Obino, Luca Lauria, Faida Art, Marco Corongiu, Marco Capicciola e Giorgio Secci. La mostra pittorica propone le opere degli artisti: Nicola Obino, Fabio, Luca Lindiri, Irene Porcu, Ielmo Cara e Valerio Cau. La mostra fotografica è allestita dal Circolo Fotografico F/7.1 Isola di Sant’Antioco. Le mostre pittorica e fotografica resteranno in esposizione fino al 12 settembre 2016 secondo gli orari di apertura del Museo Ferruccio Barreca.

Museo Sant'Antioco

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Per il sesto anno consecutivo, domenica 17 luglio 2016, l’associazione “S’Arriu de Is Fa.in.a.s.”, organizza a San Giovanni Suergiu la manifestazione “Note d’Estate 2016”. Anche questa edizione sarà all’insegna della musica, dell’arte e della cultura e vedrà coinvolti esperti cantanti, musicisti e band di San Giovanni Suergiu come le sorelle Pamela (voce delle Balentes) e Valentina Lorico (la loro esibizione sarà affiancata dalle coreografie eseguite dai maestri Romina e Roberto della scuola di ballo Magalenha Rodanche e dai ballerini Vanessa Puxi e Andrea Cifelli), Serena e Alex Boi (progetti Pop Art e la Famiglia Newton) accompagnati da Andrea Tuveri (batterista dei Zichiriltaggia e dei Pop Art, in questa occasione eccezionalmente alla chitarra), la musica sperimentale di Michele Uccheddu, il duo con Elisa Cherchi (voce) e Daniele Locci al pianoforte, i Mystic Insanity con Mattia Fais alla voce, Matteo Vacca alla chitarra, Valentino Serafini al pianoforte, Michele Serra alla batteria e Luca Pusceddu al basso, e la band costituita per l’occasione da Valentina Mariani (voce), Silvia Serra (Sax) Maurizio Pinna (chitarra), Federico Cocco (basso) ed Enea Cocco (batteria).

Altra protagonista sarà la pittura e il disegno, infatti, come lo scorso anno, la piazza sarà arricchita di numerosi quadri e opere di bravissimi pittori ed artisti sulcitani tra i quali: Antonella Ajò, Lorenzo Cuccuru, Ielmo Cara, Angelo Littarru.

Verrà realizzato, inoltre, nel corso della serata, un’opera da parte dello street writer Andrea Pinna.

Il disegno, la musica e l’arte in generale saranno al centro anche delle attività che vedranno coinvolti i nostri Amici Speciali (che si esibiranno ed esporranno i loro lavori manuali) e i bambini con il concorso “Disegnando la musica” e l’intrattenimento organizzato dalle amiche Claudia Ghisu e Stefania Serra con tanti premi e ricordi per tutti.

La serata sarà presentata da Nicolò Trullu e Roberto Corrias e verrà trasmessa in diretta su Radio Carbonia International, la web radio ufficiale dell’evento.

Appuntamento per tutti domenica 17 luglio 2016 nella piazza IV Novembre di San Giovanni Suergiu a partire dalle 21.30 per una serata di arte, amicizia e divertimento.

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Nuova proroga per la mostra “I volti della memoria. Smalti e carboncini” del pittore Ielmo Cara che sarà visitabile sino al 31 agosto, nella Sala Docce del Museo del Carbone (Grande Miniera di Serbariu).

Ielmo Cara è nato nel 1934 a Gavorrano, dove ha trascorso l’infanzia prima di giungere a Carbonia, ancora bambino. Suo padre e suo nonno, di Narcao, sono stati minatori. Le sue memorie minerarie biografiche e storiche, unite a quelle dei suoi parenti, coprono più di un secolo. I particolari mondi umani minerari sono riuniti dall’artista in un’esposizione che comprende venti ritratti in bianco e nero: dieci quadri a smalto su compensato e dieci disegni a carboncino su carta, realizzati negli anni ‘80.

La mostra sarà visitabile, tutti i giorni della settimana, dalle 10.00 alle 18.00.

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Sarà visitabile sino al 16 agosto, nella Sala docce del Museo del Carbone (Grande Miniera di Serbariu), la Mostra “I volti della memoria. Smalti e carboncini” del pittore Ielmo Cara.

Ielmo Cara è nato nel 1934 a Gavorrano, dove ha trascorso l’infanzia prima di giungere a Carbonia, ancora bambino. Suo padre e suo nonno, di Narcao, sono stati minatori. Le sue memorie minerarie biografiche e storiche, unite a quelle dei suoi parenti, coprono più di un secolo. I particolari mondi umani minerari sono riuniti dall’artista in un’esposizione che comprende venti ritratti in bianco e nero: dieci quadri a smalto su compensato e dieci disegni a carboncino su carta, realizzati negli anni ‘Ottanta.

La mostra sarà visitabile, tutti i giorni della settimana, dalle 10.00 alle 18.00.

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E’ stata inaugurata domenica 14 giugno, nella Sala Docce del Museo del Carbone (Grande Miniera di Serbariu) sarà inaugurata la Mostra “I volti della memoria. Smalti e carboncini” del pittore Ielmo Cara.

Ielmo Cara è nato nel 1934 a Gavorrano, dove ha trascorso la sua infanzia prima di giungere a Carbonia, ancora bambino. Suo padre e suo nonno, di Narcao, sono stati minatori. Le sue memorie minerarie biografiche e storiche, unite a quelle dei suoi parenti, coprono più di un secolo. I particolari mondi umani minerari sono riuniti dall’artista in un’esposizione che comprende venti ritratti in bianco e nero: dieci quadri a smalto su compensato e dieci disegni a carboncino su carta, realizzati negli anni Ottanta.

La mostra sarà visitabile fino al 30 luglio 2015, tutti i giorni della settimana: fino al 20 giugno, dalle 10.00 alle 17.00; dal 21 giugno al 30 luglio, dalle 10.00 alle 18.00.

Fotografie di Nadia Pische.

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E’ stata inaugurata ieri, nella splendida cornice del Parco Rosmarino, nel piazzale dello Shake Bar, la rassegna Incontri – mostra collettiva di pittura, presenti 9 dei 12 artisti protagonisti.

La mostra è stata allestita da stamane nella “Saletta del Portico”, adiacente il Teatro Centrale, situata nella centralissima Piazza Roma, e sarà visitabile tutti i giorni, dalle 20.00 alle 23.00, fino al 3 agosto.

Voluta e condivisa dagli artisti partecipanti, sarà composta da 24 opere, due di ciascuno dei 12 artisti che presentano la loro specificità espressiva.

Alcuni artisti partecipanti non hanno mai esposto a Carbonia. La nuova realtà espositiva sarà certamente stimolante sia per gli artisti sia per il pubblico di appassionati che seguono con interesse gli eventi culturali.

Nel corso della presentazione di 12 delle 24 opere complessive, curata da Nadia Pische, Susanna Montis ha letto alcune poesie.

La rassegna è organizzata dagli artisti, in collaborazione con l’assessorato della Cultura del comune di Carbonia e con il Sistema bibliotecario interurbano del Sulcis e sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 20.00 alle ore 23.00.

Gli artisti partecipanti sono: Efisio Cadoni (Villacidro); Ielmo Cara (Carbonia); Silvano Caria (Samassi); Francesco Cossu (Carbonia); Salvatore Filia (Carbonia); Fernando Marrocu (San Gavino); Stefano Masili (Carbonia); Jenni Mocci (San Giovanni Suergiu); DeMusset-Alfredo Mussetti (Carbonia); Primo Pantoli (Cagliari); Massimo Spiga (Ales); Paolo Tolu (Carbonia ma residente a Vergiate, Varese).

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