La sala consiliare del comune di Carbonia ieri sera ha ospitato un incontro dibattito su “La transizione energetica della Sardegna”, organizzato da Legambiente Sardegna con il patrocinio del comune di Carbonia. Dopo l’introduzione di Maurizio Soddu, referente territoriale di Legambiente, l’assessore dei Lavori pubblici e dell’Ambiente del comune di Carbonia Manolo Mureddu, ha spiegato quanto ha sta facendo l’Amministrazione comunale cittadina per contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico dal basso, concentrando l’attenzione sul rapporto stretto instaurato con la Sotacarbo, impegnata in un ambizioso progetto per una transizione energetica attraverso l’idrogeno, che ha poi presentato nel dettaglio dal presidente della Sotacarbo Mario Porcu, dopo l’intervento di Giorgio Querzoli, responsabile scientifico di Legambiente Sardegna.
Sono poi intervenuti Carlo Torchiani, componente del Comitato scientifico di Legambiente Sardegna, sulle problematiche legate ai cambiamenti climatici; Matteo Tidili, meteorologo di Rai Sardegna, ancora sui cambiamenti climatici e sui possibili eventi estremi che potrebbero interessare la Sardegna; il sindaco di Portoscuso, Ignazio Atzori; Annalisa Columbu, componente del direttivo di Legambiente Sardegna, sulle sfide e le opportunità della transizione ecologica; Vincenzo Tiana, componente del comitato scientifico di Legambiente Sardegna, sul futuro per l’utilizzo del gas. Conclusioni della presidente di Legambiente Sardegna Marta Battaglia. E’ stato dato spazio anche agli interventi dei presenti in sala.
Interviste a Marta Battaglia e Manolo Mureddu
Sale il clima della protesta e della mobilitazione tra i lavoratori degli appalti della Portovesme srl. Questa mattina hanno operato un blocco ai cancelli e poi si sono messi in marcia per incontrare il sindaco di Portoscuso Ignazio Atzori e don Antonio Mura, parroco delle due chiese di Portoscuso e della chiesa di Paringianu e responsabile della Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Iglesias. Dopodiché hanno occupato la sala consiliare del comune di Portoscuso.
La segreteria della FIOM-CGIL Sardegna Sud-Occidentale ha diffuso una nota nella quale esprime pieno sostegno alle lavoratrici ed i lavoratori degli appalti della Portovesme srl, in sciopero ed in occupazione al comune di Portoscuso.
«La FIOM-CGIL sostiene totalmente l’iniziativa odierna messa in campo dal coordinamento appalti della Portovesme srl e dalle delegate ed i delegati degli appalti. Affiancano le lavoratrici ed i lavoratori che dopo l’assemblea in sciopero di ieri hanno oggi proseguito la protesta presso l’incrocio dello stabilimento e dei cancelli del bilico sud (ingresso mezzi pesanti), per poi mettere in piedi un corteo, che dallo stabilimento ha visto i lavoratori raggiungere la Chiesa di Santa Maria D’Itria dove sono stati accolti da Don Antonio, per poi recarsi al comune di Portoscuso e incontrare il sindaco dottor Ignazio Atzori e la Giunta. Le lavoratrici ed i lavoratori dopo aver relazionato sulle problematiche che hanno portato alla protesta e sentito le considerazioni prima del parroco don Antonio, e poi del sindaco, al termine dell’incontro hanno deciso di occupare la sala consigliare per l’intera giornata. Le azioni messe in campo tendono a mettere al centro la gravissima situazione in cui si trovano le lavoratrici ed i lavoratori degli appalti, i quali rischiano di vedersi stravolta la loro vita, in conseguenza delle scelte della Glencore che vede cessare gran parte degli appalti il 31/12/2024. Situazione che a breve potrebbe vedere ricevere il licenziamento per 2/3 delle lavoratrici e lavoratori in forza fabbrica (circa 1000 unità). La FIOM CGIL condivide la protesta delle lavoratrici e dei lavoratori, sostiene con ogni mezzo le iniziative che le delegate ed i delegati o il Coordinamento appalti intraprenderanno a difesa dei loro diritti e dei posti occupazionali, messi in discussione dall’ennesima delocalizzazione che il governo non può assolutamente permettere.»
La sala consiliare del comune di Musei ha ospitato stamane un incontro tra i sindaci dei comuni del Sulcis Iglesiente, organizzato dall’Unione dei Comuni Metalla e il Mare presieduta dal sindaco di Musei Sasha Sais e da Confapi Cagliari, presieduta Alessio Lampis, per trovare l’intesa per una proposta unitaria sulla programmazione dei 367 milioni di euro del JTF.
Dopo la presentazione fatta da Alessio Lampis, nel corso degli interventi è emersa l’urgenza di recuperare il tempo perduto, per arrivare all’impiego della maggior parte delle risorse entro i termini previsti, il 2026. Accolta con soddisfazione la rimodulazione delle risorse inizialmente destinate alla formazione, ritenute unanimemente eccessive, ora occorre schiarirsi le idee sui settori di intervento nei quali operare, ad iniziare dalle bonifiche, che verranno finanziate a condizione che le aree interessate siano individuate per l’insediamento di nuove iniziative di piccola e media impresa in grado di creare occupazione.
Prima della conclusione dei lavori, abbiamo intervistato il sindaco di Portoscuso, Ignazio Atzori; il vicesindaco di Carbonia, Michele Stivaletta e il sindaco di Iglesias, Mauro Usai.
La Commissione Industria del Consiglio regionale ha incontrato le organizzazioni sindacali alla Portovesme srl e alcuni sindaci. Da parte dei componenti della Commissione, presieduta da Antonio Solinas, è arrivato pieno sostegno alla battaglia avviata dai lavoratori e dalle loro rappresentanze sindacali, condiviso dai sindaci, per impedire il disegno della Glencore di fermare la linea zinco, che se portato a termine, equivarrebbe quasi certamente ad un colpo mortale all’intero polo industriale di Portovesme e, conseguentemente, all’economia del territorio. La vertenza va portata ai tavoli del Governo, come peraltro è già avvenuto, perché solo un intervento forte a livello nazionale potrebbe aprire uno spiraglio per portare la Glencore a rivedere quanto già deciso.
Dopo i segretari di CGIL, CISL e UIL, sono intervenuti il sindaco di Portoscuso, Ignazio Atzori; il presidente della Commissione Industria, Antonio Solinas, e quattro consiglieri regionali eletti nel Sud Sardegna: Gianluigi Rubiu di Fratelli d’Italia, Luca Pizzuto di Sinistra Futura, Alessandro Pilurzu del Partito democratico e Gianluca Mandas del Movimento 5 Stelle. Tutti hanno sottolineato l’importanza di marciare uniti, al di là delle differenze politiche, per una causa fondamentale per il presente e il futuro del Sulcis Iglesiente.
Al termine dell’incontro, abbiamo intervistato il presidente della Commissione Industria del Consiglio regionale, Antonio Solinas.
Il Sulcis Iglesiente unito contro la decisione annunciata dalla Glencore sulla fermata della linea zinco nello stabilimento di Portovesme. E’ quanto ha fatto emergere stamane l’assemblea generale dei lavoratori, svoltasi davanti all’ingresso dello stabilimento, alla presenza di numerosi sindaci, del consigliere regionale Alessandro Pilurzu, del direttore dell’ufficio della pastorale sociale e il lavoro della diocesi di Iglesias do Antonio Mura, in concomitanza con lo sciopero di 24 ore proclamato dalle organizzazioni sindacali.
Nel corso degli interventi, sono stati durissimi i giudizi nei confronti dell’Azienda ed è stata sollecitata un’azione forte da parte della Regione Sardegna e del Governo nazionale, per contrastare il disegno di disimpegno portato avanti chiaramente dalla Glencore, che se portato a termine, infliggerebbe un colpo mortale all’economia dell’intero territorio, già messo a durissima prova dalle altre grandi vertenze industriali, ad iniziare da Eurallumina ed ex Alcoa oggi SiderAlloys .che si trascinano rispettivamente da 15 e 12 anni, per finire alla Centrale Enel Grazia Deledda, destinata alla fermata in attuazione del programma di decarbonizzazione.
Allegate le fotografie della giornata di protesta e le interviste realizzate con il consigliere regionale del Pd Alessandro Pilurzu; don Antonio Mura, direttore dell’ufficio della Pastorale per il sociale e il lavoro della diocesi di Iglesias; i sindaci di Portoscuso Ignazio Atzori, Carbonia Pietro Morittu, Iglesias Mauro Usai, Gonnesa Pietro Cocco, Carloforte Stefano Rombi; di Roberto Forresu segretario regionale della Fiom Cgil e Renato Tocco segretario della Uilm Uil del Sulcis Iglesiente.
Alcune centinaia di persone hanno partecipato ieri sera all’incontro pubblico “Pale a mare: come salvare l’Isola” tenutosi negli spazi dell’antica Tonnara Su Pranu, a Portoscuso, organizzato dal comune di Portoscuso, in collaborazione con il Comitato “No speculazione energetica Carloforte”. Hanno partecipato, tra gli altri, don Antonio Mura, parroco delle chiese di Portoscuso e Paringianu e direttore della Pastorale per il Sociale e il Lavoro della diocesi di Iglesias; Ignazio Atzori, sindaco del comune di Portoscuso; Stefano Rombi, sindaco del comune di Carloforte; Salvatore Obino, presidente del comitato “No speculazione energetica Carloforte”; Rolando Marroccu, portavoce del comitato tecnico Sardegna sostenibile. I lavori sono stati moderati dalla giornalista Susanna Lavazza.
Gli interventi hanno ribadito la ferma opposizione all’imposizione di un numero abnorme di impianti eolici offshore (oltreché eolici a terra e fotovoltaici) la cui realizzazione minaccia una vera e propria nuova servitù per la Sardegna. Sono ben 23, infatti, le richieste di allaccio per impianti eolici offshore davanti alle coste della Sardegna, anche a sole 12 miglia dalle spiagge, come nel caso dell’isola Sant’Antioco (Toro1). Tre sono in dirittura d’arrivo. Sono ben 16 i progetti per impianti offshore nel Sud Sardegna, 8 attorno all’isola di San Pietro. Il più vicino alla definitiva approvazione è l’Ichnusa Wind Power, per il quale la richiesta è stata fatta nel 2020 e sono già iniziati i lavori di trivellazione dei fondali davanti a Carloforte e Portoscuso, benché non ci sia ancora il semaforo verde dopo le integrazioni alle osservazioni per la procedura di Via (Valutazione di impatto ambientale) che avevano come termine il 19 luglio.
Nel corso degli interventi, sono state sottolineate tutte le problematiche legate alla proliferazione di progetti e, unitamente alla forte preoccupazione che la mancanza di regole abbia concesso agli speculatori di portarsi avanti nelle fasi procedurali, anche la convinzione che la forte e crescente mobilitazione in atto possa frenare l’iter e attenuare quantomeno la portata degli interventi e, conseguentemente, i danni sul territorio.
Dopo gli interventi di don Antonio Mura, dei sindaci di Portoscuso Ignazio Atzori e Carloforte Stefano Rombi, dei rappresentanti delle associazioni Rolando Marroccu e Salvatore Obino, sono intervenuti anche alcuni rappresentanti di altre associazioni che portano avanti la stessa battaglia, giunti da Sant’Antioco, Nuraxi Figus, Quartu Sant’Elena, Selargius e Uta, nel corso dei quali sono state evidenziate anche le problematiche legate alla realizzazione del Tyrrhenian Link, il doppio collegamento sottomarino di Terna che collegherà la Sardegna alla Sicilia e alla Penisola, strettamente collegato all’insediamento di tanti impianti eolici (a terra e offshore) e fotovoltaici, per il trasferimento dell’energia prodotta in Sardegna, considerato che – com’è noto – l’Isola non ha bisogno di energia, dal momento che ne produce già in quantità superiore a quanto ne consuma.
Nonostante l’incontro fosse stato organizzato per trattare le problematiche legate all’eolico offshore, si è parlato anche della raccolta di firme in corso in tutta la Sardegna per il progetto di legge di iniziativa popolare denominato “Pratobello 24”.
Allegata l’intervista realizzata con don Antonio Mura al termine dei lavori.
Il comune di Portoscuso, in collaborazione con il Comitato “No speculazione energetica Carloforte”, ha organizzato l’incontro pubblico “Pale a mare: come salvare l’Isola”, che si terrà lunedì 19 agosto, dalle 19.30, negli spazi dell’antica Tonnara Su Pranu, a Portoscuso.
Interverranno: don Antonio Mura, parroco delle chiese di Portoscuso e Paringianu e direttore della Pastorale per il Sociale e il Lavoro della diocesi di Iglesias; Ignazio Atzori, sindaco del comune di Portoscuso; Stefano Rombi, sindaco del comune di Carloforte; Salvatore Obino, presidente del comitato “No speculazione energetica Carloforte”; Rolando Marroccu, portavoce del comitato tecnico Sardegna sostenibile.
Modererà i lavori la giornalista Susanna Lavazza.
Sono 23 le richieste di allaccio per impianti eolici offshore davanti alle coste della Sardegna, anche a sole 12 miglia dalle spiagge, come nel caso dell’isola Sant’Antioco (Toro1). Tre sono in dirittura d’arrivo, seguendo l’iter sul sito del ministero per l’Ambiente e la Sicurezza energetica.
Sono ben 16 i progetti per impianti offshore nel Sud Sardegna, 8 attorno all’isola di San Pietro. La più alta concentrazione in Italia.
Il più a rischio di essere approvato è l’Ichnusa Wind Power, per il quale la richiesta è stata fatta nel 2020 e sono già iniziati i lavori di trivellazione dei fondali davanti a Carloforte e Portoscuso, benché non ci sia ancora il semaforo verde dopo le integrazioni alle osservazioni per la procedura di VIA (valutazione impatto ambientale) che avevano come termine il 19 luglio.
Le osservazioni delle associazioni ambientaliste sul territorio, dei sindaci, dei comitati, di zoologi e biologi marini hanno rilevato che i 42 aerogeneratori IWP – altri tre volte e mezzo quelli attualmente a Portovesme, da installare sulle rotte dei tonni e dei falchi della Regina – causeranno danni all’habitat, alla pesca, al turismo, al paesaggio, alla navigazione, alla sicurezza marittima.
In particolare, sono a rischio le due tonnare storiche di Portoscuso e Carloforte.
I sindaci del Sulcis Iglesiente hanno già espresso “contrarietà” nei Consigli comunali.
Dopo i saluti del sindaco di Portoscuso, Ignazio Atzori, verrà data la parola a don Antonio Mura, che porterà la voce della Chiesa diocesana, che corrisponde al territorio del Sulcis Iglesiente: «Esprimerò anche idee e prospettive abbondantemente confrontate con il cardinale Arrigo Miglio».
«Agiremo a livello legale – sottolinea il presidente del comitato No speculazione energetica Carloforte, l’avvocato Salvatore Obino -. Abbiamo constatato che, in violazione delle regole di correttezza e buona fede, la Ichnusa Wind Power ha oscurato, rendendola illeggibile, parte della documentazione riguardante l’impatto ambientale del mega impianto offshore di 42 pale eoliche flottanti da collocarsi in area marina a Nord-Ovest dell’Isola di San Pietro, ritenendo di impedire di proporre osservazioni in opposizione al progetto da parte dei portatori di interessi. Noi stigmatizziamo questo comportamento che denota arroganza e non affidabilità della società proponente, anzi riteniamo che sia passibile di annullamento della procedura di VIA.»
«Approfondiremo le attuali procedure ministeriali per gli impianti offshore e l’urgenza di una moratoria nazionale su tutte le richieste sia a mare sia a terra – dice Rolando Marroccu, componente del Comitato Tecnico Sardegna Sostenibile -. Verrà illustrata la proposta su come governare l’assalto speculativo ai mari sardi con l’istituzione di un piano di gestione delle spazio marittimo e di un limite di distanza dalle coste di 36 miglia nautiche, circa 70 km.»
Il sindaco di Carloforte, Stefano Rombi, si è espresso anche in un recente post su Facebook: «Cosa bisogna fare, oltre a firmare la legge e a continuare a lavorare sul decreto aree idonee?
Molte cose le ha già scritte l’associazione dei sindaci sardi (ANCI Sardegna) pochi giorni fa. Ne dico alcune, senza pretesa di essere esaustivo.
1. Sapere che il Governo non solo ha prevedibilmente impugnato la moratoria – tutti lo sapevano, anche gli estensori – ma ha anche predisposto un provvedimento (credo non ancora definitivamente approvato) che fa prevalere l’interessa ambientale su quello paesaggistico. Cioè uno schema che dice: del paesaggio (italiano, non solo sardo) poco ci interessa, conta solo l’ambiente. Ora, è chiaro a tutti che l’ambiente conta tantissimo, peccato che l’articolo 9 della Costituzione metta paesaggio e ambiente sullo stesso piano. Quindi: se questa cosa sarà confermata, la regione – anzi le regioni – farebbero bene a fare ricorso alla Corte Costituzionale per bloccarla.
2. Trovare ulteriori meccanismi normativi – anche impugnabili… – per recuperare il tempo necessario – ottenuto anche grazie alla moratoria – per rendere efficace la legge regionale sulle aree idonee, legge complessissima su cui tutti gli uffici regionali stanno lavorando su indicazione della Giunta.
3. Come chiesto da ANCI, bisogna aprire “un grande cantiere di elaborazione e condivisione che attraversi tutti i territori dell’isola seguendo un cronoprogramma preciso, che sia definito da una cabina di regia tecnica/politica che veda al suo interno anche rappresentanti degli Enti Locali e dei Comitati. Un percorso che veda tutti impegnati in diverse fasi”.
4. Fare il nuovo Piano Energetico e Ambientale della Sardegna, con il quale possiamo avere maggiori opportunità (forse) di mettere in discussione l’obiettivo minimo dei 6,2 Gw di produzione.
5. Costituire l’Agenzia Regionale Sarda per l’Energia.
Andiamo avanti uniti e compatti. Con un unico obiettivo: la tutela di Carloforte e della Sardegna tutta. Lavorando per una transizione giusta, democratica, condivisa e rispettosa del paesaggio», conclude Stefano Rombi.
Domenica 14 luglio 2024 il Comitato “Vergine D’Itria” di Portgscuso per il 7° anno (2017 -2024) ha rinnovato il gemellaggio con il gruppo folk “Santu Juanni” di Pabillonis, alla presenza del parroco don Antonio Mura, dei sindaci di Portoscuso, Ignazio Atzori e di Pabillonis, Riccardo Sanna, del presidente del Comitato Luigi Loddo e del presidente del gruppo folk Rita Cossu. La giornata è cominciata con l’accoglienza degli amici di Pabillonis, presso la chiesa “Vergine d’Itria“ che poi sono stati accompagnati da Demetrio Sanna dell’Associazione “Sa Fabbrica”, per una visita presso i siti più significativi e identitari di Portoscuso. Giunti al momento del pranzo, tutta la comitiva dei due gruppi e collaboratori son stati accompagnati all’ex Scuola dell’infanzia “San Vincenzo” dove, insieme al Comitato e ai collaboratori, è stato vissuto un momento conviviale e di grande familiarità, con degustazione di piatti tipici locali. Nel discorso di accoglienza, il parroco, don Antonio Mura, ha messo in evidenza l’importanza dei gemellaggi e i legami di fratellanza sotto il nome di Maria SS., a Portoscuso venerata come “Vergine D’Itria” e a Pabillonis come “Beata Vergine della Neve”; Maria, pure con diversi titoli, è sempre Madre nostra. I Sindaci, nei loro discorsi, hanno sottolineato che due comunità civiche, una marinaresca e una agricola, si sono incontrate, ancora una volta, per formare un’unica comunità caratterizzata da principi e obiettivi comuni, nonostante le loro specificità. È stata una giornata all’insegna dello scambio, del confronto e della condivisione.
«Ringraziamo Demetrio Sanna, tutti i presenti, amici e collaboratori che ci hanno sostenuto e aiutato nella realizzazione di questa giornata – dice don Antonio Mura -. Un ringraziamento al sindaco di Portoscuso Ignazio Atzori, che ha condiviso e vissuto con noi l’intera giornata. Un doveroso e sentito ringraziamento, va a tutto il gruppo folk “Santu Juanni” di Pabillonis, al sindaco Riccardo Sanna, al vice sindaco Graziella Gambella, all’assessore Roberto Piras e al consigliere Roberta Lambroni. Attrus annus, cun saluri. Comitato “Vergine d’Itria ” Ill.mi sindaco, dott. Ignazio Atzori e sindaco sig. Riccardo Sanna, accogliete la mia gratitudine per la Vostra presenza e per la condivisione della giornata gemellaggio, così importante per le due realtà ecclesiali e per le comunità civiche di Portoscuso e Pabillonis, da voi sindaci rappresentate. Al Comitato “Vergine d’Itria” in Portoscuso, al Gruppo Folk “Santu Juanni” in Pabillonis e a tutte le persone che a vario titolo hanno collaborato per la riuscita di questa giornata-gemellaggio e a Voi, ill.mi sindaci, la mia gratitudine, con l’auspicio di ulteriori possibilità di incontro gemellaggio.»