22 November, 2024
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Ignazio Cirronis.

Sulla destra Ignazio Cirronis.

La Regione paghi i contributi del 2012 alle Organizzazioni dei produttori. «A oggi», sottolinea il presidente di Copagri Sardegna, Ignazio Cirronis, «le 23 Op non ortofrutticole dell’Isola, non hanno ancora ricevuto alcun contributo a saldo dell’anno 2012 e le anticipazioni dell’annualità 2013. Si tratta di un contributo medio che varia dai 70 ai 100.000 euro per singola organizzazione e relativo a spese già anticipate dalle stesse Op».

Alla base dei ritardi ci sono ragioni di carattere burocratico e amministrativo interne ad Argea e all’amministrazione regionale che impediscono questi pagamenti nei tempi dovuti e comportano pesantissimi oneri bancari oltre a compromettere la liquidità delle stesse Op.

«Copagri Sardegna», conclude Cirronis, «chiede l’immediato intervento dell’assessore dell’Agricoltura perché rimuova ogni ostacolo che ancora si frappone ai pagamenti alle Op delle spese anticipate per i Piani di avviamento per i programmi di attività. Questo se l’assessore crede ancora che l’aggregazione nelle Op sia una strategia vincente per affrontare i gravi problemi dell’agricoltura sarda».

Occorre una maggiore efficienza da parte delle strutture regionali contro la lotta alle pesti suine e trichinellosi con la creazione di un impianto pubblico per lo smaltimento dei resti animali. L’invito arriva da Copagri Sardegna dopo la scoperta di una raccolta illegale di scarti di macellazione per essere forse destinati alla produzione di farine animali, cosicché “gli animali mangino se stessi”.

Da tempo Copagri Sardegna, firmataria insieme alle altre organizzazioni del protocollo d’intesa del 15 maggio 2012 con la Regione, pone il problema della realizzazione di un impianto pubblico di smaltimento delle carcasse e degli scarti animali. Da troppi anni gli alti prezzi di smaltimento imposti dal una situazione di monopolio, hanno scoraggiato gli allevatori a seguire le procedure di legge. Né la maggior parte dei Comuni ha individuato le aree dove, in condizioni di sicurezza, si possa provvedere all’interramento delle carcasse.

«Quello che manca è l’azione di controllo del territorio volto a scoraggiare l’allevamento di animali fuori controllo e non anagrafati», sostiene Ignazio Cirronis, presidente regionale di Copagri. «La Regione non ha ancora provveduto, come chiediamo ormai da tempo e come ha sollecitato anche il Food and Veterinary Office europeo, a rivedere l’articolo 12 del decreto dell’assessore della Sanità n. 69 del 18 dicembre scorso per, come dice la Commissione Ue, semplificare, rendere più effettive e veloci le procedure in relazione ai suini illegalmente allevati». Copagri rimane inoltre stupita di come la commissione sanità del Consiglio regionale abbia ritirato il disegno di legge presentato dalla Giunta che prevedeva la spesa di 6 milioni di euro per favorire il confinamento degli animali bradi ai fini del loro controllo.

L’unica nota positiva è rappresentata dallo sblocco delle movimentazioni e macellazioni per le aziende in regola all’interno delle zone di sorveglianza, ma non si comprende perché quello che è consentito in altri Stati europei come la Spagna (che ha affrontato come noi il bubbone della peste suina) non sia consentito in Sardegna. In particolare perché da noi non sia possibile autorizzare ad esportare le carni termizzate e i prosciutti stagionati.