30 June, 2024
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Sono trascorsi 40 anni dalla tragica scomparsa di Enrico Berlinguer, avvenuta a Padova l’11 giugno del 1984 ed il suo ricordo e la sua eredità politica sono più vivi che mai. La sua figura e la sua azione a quasi mezzo secolo di distanza, hanno lasciato nella società italiana una traccia indelebile e sono divenute patrimonio comune di più generazioni, da preservare gelosamente.
A distanza di anni dalla sua morte, il suo pensiero politico, alcune delle sue intuizioni e la sua opera continuano ad influenzare il dibattito politico odierno, non mi riferisco esclusivamente al tema della questione morale e del progressivo degrado della funzione dei partiti nella società italiana, ma al suo impegno militante per il disarmo, per una politica di pace e di costruzione di un nuovo ordine mondiale; tema più che mai attuale, come dimostra l’orrore dei tanti conflitti e guerre in corso e la crisi delle relazioni internazionali tra le principali potenze mondiali.
La sua stagione sarà ricordata per la proposta politica del “compromesso storico” che non aveva la sola legittima aspirazione di superare “la conventio ad escludendum” nei confronti dei comunisti italiani, quanto contribuire all’allargamento della partecipazione democratica delle classi lavoratrici al governo del paese.
Come è noto questa strategia prende spunto da una riflessione sui tragici fatti del golpe militare fascista del Cile del settembre del 1973, ma anche dall’esaurimento della formula politica del centro-sinistra che aveva visto l’ingresso del PSI nell’area di governo nel corso degli anni ’60.
In questo percorso aveva incontrato in Aldo Moro, presidente della Democrazia cristiana, un interlocutore affidabile nella sfida per la costruzione di nuovi e più avanzati equilibri politici nel nostro paese, una prospettiva che si è interrotta con il rapimento e l’assassinio dello stesso Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse, le quali (non da sole) hanno avuto come obiettivo principale interrompere un processo politico democratico che legittimava l’aspirazione di governo del paese da parte della sinistra italiana.
Per ragioni anagrafiche ho aderito al PCI neri primi anni della segreteria Berlinguer, proprio nel frangente in cui il partito avanzava al paese la proposta politica di “Austerità: occasione per cambiare l’Italia”, inviterei tutti a rileggere oggi, quelle tesi, con la mente libera dal pregiudizio che sovente accompagna il termine austerità, vi troveremo un’analisi e un’idea di cambiamento della società italiana che era propria di quelli che Andrea Mulas (autore di un bel libro su Allende e Berlinguer) definisce “i pensieri lunghi” di Enrico Berlinguer.
Gli anni ’70 sono ricordati come anni difficili soprattutto per la stagione delle stragi fasciste, della strategia della tensione, iniziata con Piazza Fontana nel 1969, l’Italicus, Piazza della Loggia a Brescia da un lato e dall’altro l’abisso in cui precipitò il paese con il terrorismo delle Brigate Rosse.
Va detto, inoltre, che quello degli anni ’70, fu un decennio particolarmente importante per il nostro paese, nonostante le difficoltà richiamate, furono anni fertili e di conquiste per il mondo del lavoro e di crescita per la democrazia italiana, cito ad esempio alcuni dei temi che avrebbero inciso in profondità nella vita civile e democratica dell’ Italia: la conquista dello Statuto dei Lavoratori, l’istituzione delle Regioni, il Decentramento Amministrativo, la Riforma della Sanità nel 1978 e sul piano dei Diritti Civili le Leggi su Divorzio e Aborto, una stagione riformatrice della quale oggi occorrerebbe recuperare, principi, metodo, memoria e insegnamento.
Mi è rimasta impressa nella memoria, una valutazione espressa da Enrico Berlinguer nel suo intervento al Comitato Centrale del PCI successivo al significativo arretramento elettorale alle elezioni politiche del 1979, nel quale rivendicava che l’azione condotta in questi anni dal PCI e dalle forze di sinistra, aveva contribuito ad introdurre nella società italiana, elementi di socialismo.
Una rivendicazione orgogliosa di un impegno coerente per lo sviluppo della democrazia e il progresso sociale e civile dell’Italia Repubblicana e dei risultati che avevano consentito un importante miglioramento delle condizioni di vita dei ceti più popolari del nostro paese.
A gennaio di quarant’anni fa, la sua ultima volta in Sardegna in un “tour de force” nelle quattro province sarde, di questa circostanza, vorrei raccontare alcuni momenti della sua visita del 1984 ai quali ho avuto occasione di assistere da vicino.
Il 1984 si presentava come un anno con scadenze elettorali importanti, si votava per il rinnovo del Parlamento Europeo istituito nel 1979 e si era prossimi al rinnovo del Consiglio Regionale della Sardegna che, avrebbe poi eletto, l’indimenticato Mario Melis a Presidente della Regione Sarda.
La visita del Segretario Generale del PCI era stata preparata con molta cura dalla segreteria regionale guidata da Mario Pani, ed ebbe inizio la mattina del 15 gennaio del 1984, con un comizio tenuto a Cagliari in Piazza della Costituzione, molto partecipato, e proseguì poi per diversi giorni nelle quattro province della nostra isola.
Ho avuto la fortuna e l’onore di poter partecipare a questa straordinaria esperienza e vorrei rendere con semplicità, una testimonianza personale.
A fine settembre del 1983 ero stato chiamato a sostituire Ugo Piano appena eletto sindaco di Carbonia, nel ruolo di funzionario della Federazione Comunista del Sulcis come responsabile dell’organizzazione e in questa veste fui incaricato dall’allora segretario della Federazione, Ignazio Cuccu – dolorosamente e prematuramente scomparso lo scorso 27 dicembre – ad occuparmi degli aspetti organizzativi relativi alla visita di Enrico Berlinguer nella Miniera di Seruci, prevista per la mattina del 16 gennaio 1984.
Nel pomeriggio del 15 gennaio Berlinguer arrivò a Carbonia per l’inaugurazione della nuova sede della Federazione in viale Arsia, dove fu accolto con grande gioia e partecipazione da una folla di militanti di tutto il nostro territorio.
L’incontro venne introdotto da Ignazio Cuccu segretario della Federazione, il quale annunciò nel corso della manifestazione, la decisione del Direttivo della Federazione di intitolare il Salone delle riunioni alla figura di Pio La Torre, assassinato dalla mafia, insieme al suo autista Rosario Di Salvo. Enrico Berlinguer nel suo intervento dedicò un pensiero significativo a questa decisione e disse a tutti i presenti, delle frasi particolarmente toccanti, che mi sono rimaste impresse: «Ricordatevi compagni, che con l’intitolazione di questa sala a Pio La Torre, state assumendo un compito particolarmente gravoso ed impegnativo».
Queste parole testimoniavano ancora una volta la stima politica e l’affetto umano per Pio La Torre, che aveva chiamato a collaborare con lui nelle segreteria nazionale del partito, ma anche un’esortazione severa a tutti noi ad onorarne il nome con la militanza e l’impegno politico quotidiano.
Conclusa la manifestazione si andò per la cena al Ristorante l’Olimpo che era un’ambiente ricavato nello stesso stabile dell’Albergo Centrale, prospiciente alla passeggiata della via Manno, a quei tempi il principale punto di ritrovo delle giovani generazioni di Carbonia; segnalo una circostanza che colpì tutti noi, alla vista di Enrico Berlinguer si levò un’onda di stupore, di attenzione e di meraviglia da parte della piazza: c’è Berlinguer! E’ Berlinguer! Segno che godeva di una grandissima popolarità ed affetto anche tra le giovani generazioni.
Non era stata questa la sua prima volta a Carbonia, c’era già stato da segretario nel 1974 per un comizio nella centralissima Piazza Roma introdotto dall’allora sindaco della città Pietro Cocco e ancor prima nel 1949 a Bacu Abis, quando ancora ricopriva l’incarico di segretario nazionale dei giovani comunisti e di questa visita, gli era rimasto impresso un ricordo preciso, quello di aver parlato dalla finestra di un’abitazione che dava su una piazza (Piazza Portoferrario) e che la manifestazione venne interrotta e dispersa da un’intervento delle forze dell’ordine  ricordo per inciso che in quel periodo la Polizia era guidata dal famigerato Commissario Giovanni Pirrone).
Devo aggiungere che la ricostruzione di Berlinguer coincideva alla perfezione con il racconto che mi avevano fatto i compagni più anziani della sezione di Bacu Abis.
La sera, non si trattenne a lungo per la cena e quindi una parte del gruppo dirigente della Federazione si trasferì con lui all’Hotel Panorama di Portoscuso che era stato pernottato per trascorrere la notte.
Sostanzialmente aveva voluto con se, il quadro dirigente di partito per pianificare la giornata successiva, che prevedeva due momenti di confronto in due realtà industriali molto importanti l’Alsar e la Carbosulcis, il primo curato da Tore Cherchi da poco tempo eletto al Parlamento per un saluto all’Azienda e i lavoratori, il secondo con i minatori incentrato sul tema del rilancio della produzione del carbone.
Avviò un confronto per affinare i temi e le risposte che avrebbe dovuto trattare nel suo intervento, chiese informazioni sulla situazione e sugli umori nelle aziende e tra la classe operaia, con cui si sarebbe dovuto confrontare.
Per me giovane dirigente di partito alle prime armi, fu una lezione politica indimenticabile, particolarmente istruttiva, di metodo, serietà, umiltà e di rigore.
La giornata del 16 mi riservò una sorpresa inaspettata, alle due iniziative menzionate Alsar e Carbosulcis, faceva seguito un incontro istituzionale con il comune di Iglesias, di cui ricordo oltre ad una festosa accoglienza un intervento particolarmente brillante del sindaco della città Paolo Fogu; l’impegno di Enrico Berlinguer proseguiva con una successiva tappa a Guspini e in tarda serata un incontro con i giovani al Liceo De Castro di Oristano, la giornata al seguito del segretario, per me si sarebbe conclusi ad Iglesias a fine mattina.
Ignazio Cuccu oltre a ricoprire l’incarico di segretario della Federazione era stato da poco tempo nominato responsabile regionale dell’Organizzazione di partito, mi comunicò che il pomeriggio saremo dovuti andare ad Oristano al seguito del segretario; l’incontro di Oristano con gli studenti fu molto intenso e partecipato, incentrato principalmente sui temi della pace e delle giovani generazioni. E’ divenuto poi famoso alle cronache per il finale, la cena in pizzeria con Enrico Berlinguer che accolse l’invito proposto da parte di alcuni studenti.
Sono stato testimone della circostanza e voglio dire la mia, Berlinguer appariva, agli occhi di tutti noi, abbastanza affaticato, quello di Oristano era il quinto appuntamento della giornata e quando alcuni dei ragazzi si avvicinarono per formulare ”il temerario invito”, furono “respinti” da Ignazio, preoccupato della stanchezza del segretario, ma i giovani non desistettero dal loro intento e provarono a sfondare con successo da un’altro fronte, ricordo Agostino Erittu, anch’egli componente della Segreteria regionale rispondere ai giovani, chiedetelo direttamente a lui, vedete se accetta?
«Onorevole Berlinguer verrebbe a mangiare una pizza con noi?» molto volentieri fu la risposta, concesse un’intervista ad un’emittente locale e poi si fini tutti da Catapano in pizzeria.
Anche in questa occasione mi colpì la sua capacità di dialogo e di ascolto, un interesse vero, sincero, non formale, la serata si concluse con una passeggiata notturna ad Oristano, accompagnati da Umberto Cocco allora segretario della Federazione, da Franco Sotgiu e da Mario Oggiano e dal suo segretario Tonino Tatò, mentre Ugo Baduel, al seguito si apprestava a redigere la cronaca della giornata per il quotidiano del partito: L’Unità.
Il giorno successivo lo attendevano diversi appuntamenti impegnativi, in particolare un’assemblea con gli operai di Ottana e successivamente un festoso incontro di popolo ad Isalle, una località di campagna tra Orune e Dorgali.
Ricordo che anche l’appuntamento con gli operai di Ottana fu preparato con un’attività istruttoria adeguata e in quella occasione furono espresse alcune preoccupazioni che poi si manifestarono nella giornata successiva, l’accoglienza ad Ottana fu se non fredda, abbastanza tiepida, iniziavano ad emergere anche tra quella classe operaia i segnali che avrebbero portato al grande balzo elettorale del Partito Sardo alle elezioni regionali del 1984, ma questa è un’altra storia.
Il viaggio di Berlinguer in Sardegna, si concluse con successo anche nelle altre due tappe, in Gallura e a Porto Torres.
La sua presenza nell’isola oltre ad aver contribuito al buon esito delle tornate elettorali, molto positive anche per il PCI, aveva assicurato un impegno corale del gruppo dirigente nazionale che venne onorato anche dopo la sua tragica e drammatica scomparsa.
Questo mio ricordo personale di Berlinguer in Sardegna e a Carbonia, non si è volutamente occupato degli aspetti politici della sua visita e delle sue principali implicazioni, non era questa l’intenzione, osservo e credo non valga soltanto per me che, se a distanza di 40 anni dalla sua scomparsa, sentiamo il bisogno di ricordarlo con questo trasporto, significa che ha lasciato un vuoto incolmabile, un segno indelebile nella coscienza e nell’animo di tutti noi.
Si tratta di un’eredità impegnativa, dati i tempi non semplice da coltivare, il mio auspicio è che possa proseguire una riflessione feconda sul suo pensiero e la sua opera a partire dai temi della pace e della necessità di un nuovo ordine mondiale, per il quale aveva speso la parte più importante delle sue ultime energie.
Questo ben al di là degli interessi di partito o di schieramento, il suo pensiero le sue battaglie, non appartengono solo alla sinistra di origine comunista, sono un patrimonio della democrazia del nostro paese, di tutti i democratici di questo paese, per questa ragione la sua lezione non va dimenticata ma riproposta con forza all’attenzione di tutti, soprattutto delle nuove generazioni.
Recentemente Corrado Augias nel corso di una puntata della sua trasmissione La Torre di Babele dal titolo: Cosa resta di Enrico Berlinguer, ne ha definito la fisionomia utilizzando le seguenti parole che riporto testualmente: «Se io dovessi chiudere da estraneo Berlinguer dentro un sostantivo, direi Etica».
Ecco, mi sembra una definizione molto felice e appropriata che riassume con grande efficacia la sua persona e la sua grande caratura politica e morale!

Antonangelo Casula

Nella foto di copertina, da sinistra: Antonangelo Casula; Mario Pani, segretario regionale del PCI nel 1984; Ugo Piano, Enrico Berlinguer; Ignazio Cuccu.

«La scomparsa di Ignazio Cuccu, uno dei più importanti interpreti della politica locale nei decenni scorsi, rappresenta una grave perdita per la politica cittadina e territoriale.»

Il consigliere regionale Fabio Usai ricorda così Ignazio Cuccu, l’ex consigliere regionale del PCI scomparso oggi all’età di 76 anni.

«Già consigliere regionale, assessore, consigliere e presidente del Consiglio comunale di Carbonia aggiunge Fabio Usai -, Ignazio Cuccu si è sempre contraddistinto nella sua vita politica per la nettezza delle proprie posizioni e per una coerenza ideologica non comune di questi tempi. Pur non condividendo spesso le sue posizioni, come negli ultimi anni del suo impegno politico attivo ai tempi della Giunta Casti, ho sempre nutrito rispetto per l’uomo e per l’esponente istituzionaleconclude Fabio Usai -, soprattutto per lo spessore e l’indubbia esperienza maturata in tempi nei quali la politica era contraddistinta da grandi tensioni ideali e tramite i partiti mobilitava a attraversava ogni ambito della nostra società.»

Il sindaco Pietro Morittu e l’intera Amministrazione comunale di Carbonia esprimono profondo cordoglio per la prematura scomparsa di Ignazio Cuccu, per decenni esponente politico comunista di primo piano della città di Carbonia e dell’intera regione.
Il sindaco Pietro Morittu ha comunicato la notizia della scomparsa di Ignazio Cuccu nella seduta odierna del Consiglio comunale. Il presidente del Consiglio Federico Fantinel ha sospeso i lavori dell’aula per osservare un minuto di silenzio in ricordo del nostro concittadino.
«Siamo molto tristi e addolorati in questa giornata di lutto per la dipartita del compagno Ignazio, con cui abbiamo condiviso tante esperienze politiche in prima linea per la nostra città e il nostro territorio. Se ne va una persona di grande spessore politico, che ha fatto della militanza nel Partito Comunista un vessillo da difendere e preservare nel corso degli anni. Politico fine ed intellettualmente preparato, le sue scelte politiche sono state contraddistinte dalla coerenza e si sono sempre mosse nell’alveo dell’orizzonte valoriale della sinistra progressista, di cui è stato un alfiere», ha dichiarato il sindaco, Pietro Morittu.

E’ morto stamane, all’età di 76 anni, a Carbonia, l’ex consigliere regionale Ignazio Cuccu. Era nato il 20 luglio 1947, a Gonnesa, cittadina nella quale ha ricoperto la carica di sindaco. Ignazio Cuccu venne eletto la prima volta in Consiglio regionale nella IX legislatura, nel 1984, e confermato in quella successiva, nel 1989. Si distinse per la partecipazione molto elevata (94,91%) ai lavori sia in Aula sia nelle commissioni. Nella IX legislatura ha ricoperto il ruolo di presidente della VII commissione e nella X legislatura, per un breve periodo, è stato presidente della VI commissione Industria.

Nella lunga militanza politica nel PCI ha ricoperto diversi ruoli, tra i quali quello di segretario di federazione. E’ stato eletto diverse volte nel Consiglio comunale di Carbonia, città dove risiedeva, nel quale ha ricoperto il ruolo di assessore e, nella consiliatura 2011-2016, quello di presidente dell’Assemblea.

Giampaolo Cirronis

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Nella sala conferenze della Grande miniera di Serbariu, il coordinatore nazionale Roberto Speranza ha aperto oggi la campagna elettorale di Liberi e Uguali per le Politiche del 4 marzo. Con lui c’erano alcuni candidati dei collegi di Camera e Senato: il consigliere regionale Luca Pizzuto, candidato nel collegio uninominale di Carbonia e al terzo posto nel collegio plurinominale Cagliari-Carbonia della Camera dei deputati; Yuri Marcialis, assessore dello Sport, Istruzione e Politiche giovanili del comune di Cagliari, candidato nel collegio uninominale di Cagliari e al primo posto nel collegio plurinominale del Senato della Repubblica; Elisa Macrì, candidata al secondo posto nel collegio plurinominale Cagliari-Carbonia della Camera del deputati; e, infine, Antonia Angela Puggioni, candidata al 4° posto nel collegio plurinominale del Senato della Repubblica.

I lavori sono stati aperti da Ignazio Cuccu, ex consigliere regionale e, nella scorsa consiliatura, presidente del Consiglio comunale di Carbonia, che ha fatto un’introduzione sui valori della sinistra e sulla necessità, in questa delicata fase della stagione politica italiana, di respingere i tentativi di riproporre pagine tanto amare della nostra storia, quali sono state quelle vissute nel periodo fascista. E’ stato dato quindi spazio ai quattro candidati locali che hanno spiegato le motivazioni che li hanno portati ad entrare a far parte di questo nuovo soggetto politico della sinistra.

Luca Pizzuto, in particolare, ha spiegato che non s’è candidato per essere eletto parlamentare, essendo ben cosciente di quanto la strada per arrivare a questo obiettivo sia difficile, avendo peraltro già il privilegio di rappresentare questo territorio da consigliere regionale, ma per dare un contributo nel processo di ricostruzione di un mondo con i valori della sinistra che in Italia sta rischiando di andare perduto. «Mi sono messo a disposizione – ha detto Luca Pizzuto – perché in gioco non c’è la mia elezione a deputato, bensì il senso di una civiltà, di un’umanità, per difendere le persone senza fare differenze né di razza né di genere, per costruire, in buona sostanza, un partito che oggi non c’è e di cui l’Italia ha un grande bisogno».

Questi concetti sono stati ribaditi, nell’intervento conclusivo, dopo tre brevi interventi di Graziano Lebiu, presidente del Collegio Ipasvi di Carbonia Iglesias, Lillino Pisci, ex amministratore del comune di Narcao e Luisa Poggi, ex assessore del comune di Carbonia, dal coordinatore nazionale Roberto Speranza.

«Con Liberi e Uguali abbiamo costruito quel che in Italia mancava – ha sottolineato Roberto Speranza, che prima dell’incontro ha visitato la Grande miniera, rimanendone conquistato, tanto da annunciare un suo ritorno con la famiglia – per difendere un sistema di valori universali che stavano rischiando di non essere più rappresentati: la lotta alle disuguaglianze, il diritto al lavoro, i diritti, l’inclusione sociale, i servizi pubblici primari quali la scuola e la sanità, l’ambiente e lo sviluppo sostenibile. Liberi e Uguali è il movimento del lavoro»

Roberto Speranza nella parte finale del suo intervento è ritornato sulle ragioni che lo hanno portato a lasciare il Partito democratico e ad aderire alla nuova formazione politica Liberi e Uguali.

Concludiamo questo servizio proprio con le parole di Roberto Speranza.

https://www.facebook.com/giampaolo.cirronis/videos/10215728481232959/

                       

Giampaolo Cirronis

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Sei ex consiglieri comunali sono coinvolti nell’indagine su irregolarità nella sottoscrizione delle liste alle Amministrative di Carbonia dello scorso 5 giugno. Le indagini coinvolgono anche disoccupati, casalinghe e pensionati, in totale 22 persone e dieci liste.

Le indagini – come riporta una nota diramata ieri dal maggiore Giuseppe Licari, comandante della compagnia dei carabinieri di Carbonia –, sono scaturite da una segnalazione inviata direttamente all’autorità giudiziaria da parte della prima sottocommissione elettorale, che aveva notato delle irregolarità formali nelle liste presentate. Nello specifico, alcuni nominatìvi risultavano ripetuti in più elenchi di sottoscrittori di liste elettorali. I militari, dopo aver sentito numerosissime persone per l’accertamento dei fatti, hanno indagato in stato di libertà 22 persone per i seguenti reati.

15 persone, tra operai, disoccupati, casalinghe e pensionati, tutti residenti a Carbonia, i quali hanno sottoscritto due liste elettorali: responsabili del reato di cui all’art. 93 co. 2° legge 570 del 16.05.1970 (Testo unico delle leggi per la composizione e l’elezione degli organi delle Amministrazioni comunali):

1 persona, per aver falsificato la firma del padre, apponendola in una lista per la presentazione dei candidati: responsabile del reato di cui all’art. 482 C.P. (falso materiale commesso dal privato);

6 ex consiglieri comunali della precedente consiliatura (l’ex presidente del Consiglio comunale Ignazio Cuccu, Maria Luisa Poggi, Cinzia Grussu e Roberto Cotza, eletti nel 2011 nella lista del Partito Democratico; Mario Porcu (ex Pdl) e Giuseppe Meletti (eletto nella lista “Riformare Carbonia”): responsabili del reato di cui all’art. 479 C.P. (falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici), che hanno autenticato le firme ai sensi dell’art. 21 co. 2° del D.P.R. nr. 445 del 28.12.2000, in diversi elenchi dove le persone sentite a sommarie informazioni testimoniali da parte dei carabinieri hanno disconosciuto la loro firma perché palesemente false e, pertanto, si sono resi responsabili del reato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

Le indagini – si legge ancora nella nota del maggiore Licari – sono scaturite dalle anomalie e irregolarità riscontrate dalla commissione elettorale, che ha vagliato la documentazione presentate dalle liste per l’ammissione delle candidature all’elezione alla carica di sindaco e di consigliere comunale nella tornata elettorale del 5 giugno 2016 per il comune di Carbonia. Gli accertamento effettuati hanno permesso di acclarare che nelle liste elettorali vi erano diverse firme false e le firme di diverse persone riportate su più liste, il tutto avvallato dai presentatori della lista, tutti consiglieri comunali allora in carica. Le liste coinvolte risultano essere 10. A tutti gli indagati è stato redatto verbale di elezione di domicilio e nomina del difensore ai sensi degli artt. 161 e 162 del C.P.P.. e notificate l’informazione di garanzia e l’informazione della persona sottoposta alle indagini sul diritto di difesa, ai sensi degli artt. 369 e 369 bis C.P.P.

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Stamane è tornata la quiete in Piazza Roma, a Carbonia, dopo la tempesta a 5 stelle! La tempesta scatenata dal Movimento 5 stelle ha scritto una pagina di storia della città di Carbonia che verrà raccontata dai nostri figli e dai nostri nipoti con una vicenda politico-amministrativa davvero straordinaria!

Dal dopoguerra a ieri, Carbonia è stata sempre amministrata dalla sinistra e dal centrosinistra. Solo una volta, nel 2001, si è arrivati ad un passo dal rovesciamento di equilibri politici consolidati dei decenni, quando il centrodestra, favorito nei sondaggi della vigilia, fece letteralmente harakiri, facendo di tutto per non arrivare unito alla sfida con il centrosinistra guidato dall’ex parlamentare Tore Cherchi che, nonostante tutti gli accordi più o meno ufficiali, si impose comunque con un margine contenuto sul giovane Alberto Floris, “mandato al sacrificio” dal centrodestra: 10.362 voti, il 54,82%, contro 8.539 voti, il 45,18%. La coalizione di centrodestra si annullò ancora di più nei cinque anni di consiliatura, portando il centrosinistra alla rielezione plebiscitaria di Tore Cherchi, nel 2006, con la percentuale “bulgara” del 79,80%!

Anche in un’occasione precedente, nel 1993, l’allora PDS arrivò ad un passo dalla sconfitta, con Antonangelo Casula, ma allora l’avversario era un altro esponente della sinistra, Renato Monticolo, candidato del partito della Rifondazione Comunista, che si impose nettamente in città, chiudendo con un margine di 800 voti, ribaltato clamorosamente nei due seggi di Bacu Abis, con un’altra percentuale superiore all’80%, ed un margine finale di 159 voti!

La vittoria del Movimento 5 Stelle appare clamorosa nelle proporzioni, ma per molti era prevedibile, nonostante il netto margine maturato al primo turno a favore di Giuseppe Casti e della coalizione di centrosinistra.

Giuseppe Casti, eletto sindaco cinque anni fa con 12.020 voti, il 62,36%, il 5 giugno 2016 sostenuto da una coalizione di cinque liste del centrosinistra, ha ottenuto 6.074 voti, il 36,15%, mentre Paola Massidda, sostenuta dalla sola lista del Movimento 5 Stelle, ha ottenuto 3.688 voti, il 21,95%, con un divario tra i due di 2.386 voti, il 14,20%,

Le liste della coalizione che sosteneva Giuseppe Casti hanno ottenuto 6.737 voti, il 40,10%; la lista del Movimento 5 Stelle 3.009 voti, il 17,91%.

Tra i candidati delle liste e coalizioni non arrivate al ballottaggio, solo alcuni hanno annunciato ufficialmente il loro sostegno ad uno dei due candidati, Paola Massidda, tra questi Francesco Cicilloni, candidato a sindaco non eletto della lista civica “Dipende da noi“, consigliere uscente eletto nella lista del Partito Democratico e passato all’opposizione nel corso della consiliatura, insieme a Luisa Poggi e Ignazio Cuccu, la prima candidata come capolista di “Carbonia Rinasce”, a sostegno della candidatura a sindaco di Ugo Piano, il secondo non candidato, schieratisi entrambi a sostegno della candidata del Movimento 5 Stelle, contro l’ex compagno di partito Giuseppe Casti.

Giuseppe Casti, nonostante il consistente vantaggio di partenza, conosceva molto bene le insidie del ballottaggio e temeva l’avversario, soprattutto per il fortissimo vento, che cammin facendo ha assunto le caratteristiche di una vera e propria tempesta, che spirava alle sue spalle. Per tentare di attenuarne la forza, ha cercato di serrare le fila all’interno della sua coalizione (si sa che nei ballottaggi, inevitabilmente, si verifica un disimpegno generalizzato, soprattutto tra quanti sono stati “bocciati” al primo turno e perdono stimoli nell’opera di convincimento dei loro elettori) ed ha cercato di acquisire consensi tra quanti al primo turno, soprattutto quelli provenienti dall’area del centrosinistra, avevano fatto altre scelte.

I risultati maturati nel segreto delle urne dicono chiaramente che, al di là dell’apertura di credito manifestata da alcuni, collocati politicamente nel centrosinistra, al sindaco uscente, quest’ultimo ha con fatica mantenuto per buona parte i consensi del primo turno (5.748, il 38,40% dei votanti, contro 6.074, il 36,15% dei votanti), ma quasi tutti coloro che il 5 giugno avevano votato candidati alternativi alla coalizione di maggioranza uscente, ieri hanno fatto convergere i loro voti sul candidato del Movimento 5 Stelle Paola Massidda. In questo modo si spiega la lievitazione dei consensi, passati da 3.688, il 21,95%, a 9.219 voti, il 61,60% dei votanti del ballottaggio (l’affluenza è scesa dai 17.341 votanti del primo turno, il 61,72%, ai 15.167 votanti del ballottaggio, il 53,98%).

Oggi è iniziata  una nuova pagina della storia politica ed amministrativa di Carbonia. Giuseppe Casti e gli assessori della sua Giunta hanno già lasciato i rispettivi usciti nel Palazzo di Piazza Roma che nelle prossime ore avranno i loro nuovi “inquilini” scelti dai cittadini di Carbonia. Tutti sono attesi da un impegno severo, al quale si presentano con l’entusiasmo tipico degli esordienti. Il primo impegno che li aspetta è la scelta degli assessori, presumibilmente sei e, a breve, il debutto nella sala polifunzionale di Piazza Roma.

Il tempo per festeggiare il risultato storico raggiunto finirà presto, perché Carbonia ha bisogno di una guida per affrontare sia i problemi dell’amministrazione ordinaria quotidiana sia quelli della prospettiva di comune guida della nascente Unione dei comuni e della nascente provincia del Sud Sardegna, della quale, in applicazione delle disposizioni della nuova legge di riordino degli enti locali, le spetta il ruolo di capoluogo, in quanto comune più popoloso!

Paola Massidda 10 giugno 2016 copia

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Palazzo Consiglio regionale 49 copia

La commissione sanità, presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi). ha proseguito questa sera le audizioni sulla riforma della rete ospedaliera ascoltando i presidenti della Conferenze territoriali socio-sanitarie della Sardegna.

I presidenti hanno espresso una valutazione positiva sull’impianto complessivo della riforma evidenziando anche, da un lato, le peculiarità dei rispettivi territori (indicatori geografici e demografici, difficoltà nei collegamenti) e, dall’altro, le difficoltà di applicazione concreta del nuovo sistema.

Un altro argomento comune sottolineato dai presidenti delle Conferenze è stato quello della rappresentanza unitaria di istanze provenienti “dal basso”, frutto di un lungo lavoro di confronto che ha visto impegnati per mesi amministratori locali, vertici delle diverse Asl, rappresentanze sindacali e mondo dell’associazionismo.

Per la Conferenza socio-sanitaria di Oristano il presidente Luigi Mastino, sindaco di Bosa, ha ricordato la volontà comune di procedere alla riorganizzazione del sistema sanitario, manifestando però la sua “delusione” per il mancato accoglimento della proposta formulata dal territorio sulla redistribuzione dei posti letto, “a numeri invariati”. Siamo la provincia più “vecchia” d’Italia, ha proseguito, ed anche per questo “è opportuno rivedere i tetti di spesa assegnati alle Rsa, se davvero vogliamo de-congestionare gli ospedali”.

Antonello Pirosu, presidente della Conferenza di Carbonia Iglesias, si è invece soffermato sull’inadeguatezza dell’individuazione di un solo punto-nascita ad Iglesias, “data la situazione del tutto insufficiente della rete viaria” e sui ritardi nell’avvio della Casa della Salute.

Il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, presidente della Conferenza del capoluogo di Regione, ha osservato che “rispetto al quadro generale della riforma, nei territori conta anche il dettaglio delle singole scelte, proprio della visione che gli amministratori locali devono saper esprimere, e questo alimenta legittime preoccupazioni”.

Antonio Satta, sindaco di Padru e presidente della Conferenza della Gallura, ha messo l’accento con forza sui due elementi che caratterizzano il suo territorio di riferimento: un ospedale in una zona montana, a Tempio, ed uno su un’isola, a La Maddalena. In un contesto così particolare, ha sostenuto, “non possiamo non garantire gli standard minimi di salute in condizioni di sicurezza; non dimentichiamo che, in caso di cattive condizioni meteo, a La Maddalena non solo i traghetti restano in banchina ma non può nemmeno decollare ed atterrare un elicottero”.

Dopo aver invitato la commissione ad un sopralluogo a La Maddalena, Satta ha fatto un breve accenno al Mater Olbia “che diventerà un polo di eccellenza internazionale per la medicina e la ricerca scientifica; quando ci sarà ritorneremo sulle nostre valutazioni ma ora dobbiamo temere conto della realtà e dei problemi complessi che presenta”.

Una valutazione molto critica è arrivata da Gianfranco Soletta, in rappresentanza della Conferenza di Sassari, sia per quanto riguarda i posti letto complessivamente “sottodimensionati” che per lo squilibrio generale fra l’hub del polo sassarese rispetto a quello di Cagliari, oltre alla lacuna relativa alla lungo-degenza per le strutture di Alghero, Ozieri, Thiesi ed Ittiri.

Dopo aver ricordato la questione irrisolta della strutture di emodinamica dell’ospedale di Lanusei, Roberto Congiu, presidente della Conferenza dell’Ogliastra, ha sollevato il problema della distribuzione dei posti letto, “frutto di un accordo raggiunto nel territorio fra strutture pubbliche e private totalmente disatteso dalla proposta di riforma”.

Ha preso la parola, infine, Ignazio Cuccu, della Conferenza di Sorgono, che ha lamentato una visione “troppo restrittiva della sanità del territorio, anche rispetto ai parametri nazionali” e richiamato l’attenzione della commissione sul fatto che, nella proposta di riforma della rete ospedaliera, “scompare di fatto la chirurgia”.

Le audizioni della commissione proseguiranno con le relazioni dell’Anci e delle organizzazioni sindacali.

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Francesco Cicilloni Carbonia 3Carbonia 2 Carbonia 4 Carbonia 5Carbonia 1 Piazza Roma 2

Dopo il Movimento 5 Stelle che domenica mattina ha presentato il suo candidato dalla carica di sindaco e i 24 candidati alla carica di consigliere comunale per le Amministrative del comune di Carbonia in programma nel prossimo mese di giugno, un secondo candidato alla carica di sindaco presenta il suo programma elettorale. Si tratta di Francesco Cicilloni, 37 anni, consigliere uscente eletto cinque anni fa nella lista del Partito Democratico, dissociatosi nel corso della consiliatura insieme al presidente del Consiglio comunale Ignazio Cuccu e all’ex assessore Luisa Poggi, ed ora alla guida, autonomamente, della lista civica Dipende da Noi – Francesco Cicilloni sindaco.

Francesco Cicilloni ha annunciato la sua decisione di candidarsi a sindaco due mesi fa, con un durissimo comunicato nel quale ha espresso giudizi molto negativi sull’attuale maggioranza e sul sindaco Giuseppe Casti.

«In questi cinque anni, con questa amministrazione e questo sindaco, assente, inadeguato, lontano dai problemi e dalle sofferenze dei cittadini, incapace di relazionarsi con essi, il sistema è entrato in una crisi profonda che rischia di trascinare con se l’intera città – ha scritto tra l’altro Francesco Cicilloni -. Siamo di fronte ad un bivio: possiamo rassegnarci e vedere Carbonia spegnersi oppure scegliere la strada dell’impegno. Noi abbiamo deciso di fare.»

Francesco Cicilloni presenta un programma incentrato su 12 punti così sintetizzabili:

• Lavoro, imprese e housing sociale, con un’attenzione particolare al rilancio dell’edilizia, con un rapporto stretto con Area per il risanamento degli alloggi popolari, il loro riscatto da parte dei cittadini e il trasferimento al patrimonio del comune di aree edificabili e commerciali e artigianali;

• Verifica della sussistenza dei requisiti di legge per la gestione municipalizzata dell’acqua, con un’attenzione particolare alla fascia sociale;

• Un sistema sociale in grado di andare più efficacemente incontro alle esigenze delle famiglie in difficoltà;

• Rescissione del contratto di affidamento delle imposte locali ad Equitalia;

• Compartecipazione del cittadino agli utili sulla vendita del rifiuto differenziato e conseguente abbattimento della tariffa;

• Razionalizzazione della società Somica che dovrà occuparsi esclusivamente di verde pubblico ed emergenze, liberando risorse per le piccole imprese locali;

• Sezione di alcune imposte municipali in cambio di una compartecipazione lavorativa di pubblica utilità col ricorso al cosiddetto baratto amministrativo;

• Per i giovani, finanziamento di un fondo di solidarietà per i figli della crisi e valorizzazione del lavoro indipendente previa formazione;

• Attuazione integrale del piano di marketing turistico aggiornato; affidamento delle case abbandonate a un euro, con l’adozione della legge regionale vigente;

• Smart City e nuove tecnologie, con wi-fi libero e incentivazione della mobilità ecosostenibile, riqualificazione urbana funzionale ai soggetti più svantaggiati;

• Censimento del patrimonio, con eventuale alienazione o permuta di strutture non utilizzate con i privati;

e, infine,

• Incentivazione dei processi di partecipazione alla vita pubblica, istituzionalizzando i comitati di quartiere e affidamento in comodato d’uso gratuito degli immobili di proprietà comunale inutilizzati alle diverse realtà associative, con valorizzazione della Casa delle associazioni.

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Dieci consiglieri comunali hanno presentato una mozione al presidente del Consiglio comunale, Ignazio Cuccu, e al sindaco di Carbonia, Giuseppe Casti, sul posizionamento ai piedi della torre civica di un leone di trachite dello scultore Luigi Angius.

Traendo spunto dall’iniziativa dei Lions International Club di Carbonia che prevede il posizionamento di una scultura di un leone in trachite ai piedi della torre civica (ex Littoria) e preso atto che la scultura verrebbe regalata alla città di Carbonia dallo scultore Luigi Angius e dal Club Lions e che il leone in trachite andrebbe a riempire quel vuoto nell’apposito sito ai piedi della torre civica, creatosi con il trafugamento (durante il periodo della seconda guerra mondiale) del celebre leone in bronzo; ritenendo inoltre che tale iniziativa andrebbe nella direzione di un recupero della memoria storica e/o architettonica della città e non della rievocazione del periodo storico del fascismo che tutti ovviamente condannano e ritenendo la proposta valida e utile per la città di Carbonia, la mozione presentata dai consiglieri Mario Porcu, Annalisa Usala, Alberto Zonchello, Alessandra Tresalli, Roberto Concas, Arturo Troilo, Roberto Gibillini, Giuseppe Meletti, Francesco Fele e Antonio Carta, se verrà approvata, darà mandato al sindaco affinché avvii l’iter per posizionare la scultura del leone in trachite dello scultore Luigi Angius ai piedi della torre civica.

Torre Civica illuminata di blu 1 copia