11 January, 2025
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«Vittoria storica per il comune di Sant’Antioco: il ministero per le Infrastrutture e i Trasporti ha comunicato ufficialmente l’esito negativo della conferenza di servizi del progetto denominato “Piano Sulcis S.S. 126 DIR Sud Occidentale Sarda – Realizzazione del nuovo collegamento terrestre dell’istmo con l’Isola di Sant’Antioco e della Circonvallazione di Sant’Antioco”. Dopo anni di battaglie, si mette la parola fine alla realizzazione di opere considerate inutili e dannose dalla comunità antiochense e dal Consiglio comunale di Sant’Antioco. Il 6 marzo del 2018, infatti, l’Assemblea Civica, espressione degli interessi e della volontà degli antiochensi, aveva approvato all’unanimità la proposta di delibera con cui si chiedeva la modifica del piano infrastrutturale di Sant’Antioco, così come previsto nel Piano Sulcis (ponte alto e circonvallazione), e la conseguente rimodulazione delle risorse, oltre 50 milioni di euro.»

Dopo un breve post su Facebook, il sindaco di Sant’Antioco ha commentato con un più articolato comunicato stampa, il “NO” del Ministero al progetto del nuovo ponte e della circonvallazione.

«Intanto, in attesa di raggiungere il prossimo traguardo, ovvero la rimodulazione delle risorse con progetti che creino realmente sviluppo e nuova occupazione, incassiamo la parola fine a opere da noi osteggiate sin dal principioha aggiunto Ignazio Locciadesso non dobbiamo mollare la presa, non possiamo permetterci di perdere le risorse e pretendiamo che vengono riprogrammate per la nostra isola, ovvero per l’oggetto originario della convenzione Stato Regione Sardegna: la connessione terrestre tra l’isola di Sant’Antioco e la terra madre e una serie di progetti ad essa legati. Intendiamo rispettare la volontà dei cittadini e del Consiglio comunale. Lo diciamo sin da adesso: chi proverà a sottrarre questi fondi, che sono nostri, troverà in noi un ostacolo. Siamo convintiha concluso Ignazio Locciche al nostro fianco avremo il Governo regionale, il quale vorrà certamente spendere queste risorse secondo la programmazione e nel rispetto di quanto deciso dai cittadini di Sant’Antioco.»

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Il ministero delle Infrastrutture ha bocciato il progetto del nuovo ponte e della circonvallazione di Sant’Antioco. La decisione è stata ufficializzata oggi e questo pomeriggio è stata così commentata dal sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, in un post publicato su Facebook.

«La conferenza di servizi si è chiusa negativamente. Adesso pretendiamo il rispetto dell’accordo di programma sulla connessione terrestre (statale 126). Nessuno pensi di poter toccare quelle risorse. È possibile cantierare l’opera, così come la vuole il comune di Sant’Antioco, entro un anno.»

Il progetto del nuovo ponte è stato contrastato con grande determinazione dal Comitato Porto Solky che ha portato avanti negli ultimi anni una battaglia per la sua bocciatura e per una rimodulazione delle risorse contenute nel Piano Sulcis, sulla quale vi sono posizioni divergenti che promettono di far discutere.

La posizione del comune di Sant’Antioco è chiara, ribadita oggi dal sindaco Ignazio Locci nel breve post pubblicato su Facebook, mentre 17 sindaci di altrettanti Comuni del Sulcis Iglesiente alcune settimane fa hanno chiesto al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di essere convocati alla Conferenza dei Servizi e di potersi esprimere sul progetto Ponte/Circonvallazione di Sant’Antioco e, quindi, sulla rimodulazione delle risorse.

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Questa mattina, il sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci ha incontrato il direttore del Distretto socio sanitario delle Isole, facente funzioni Aldo Atzori, presso la “Casa della Salute” di Sant’Antioco. Una struttura ampia e moderna, che tuttavia può e deve dare molto di più in termini di servizi al cittadino, al fine di fornire quella risposta alla domanda di salute di prossimità invocata da tempo.

«Abbiamo parlato del tema della continuità con la medicina di base commenta Ignazio Locci – del funzionamento a regime del punto unico di accesso, nonché dell’integrazione delle politiche sociali con i servizi di medicina di base e territoriali. L’istituzione del Distretto delle isole necessita del completamento del disegno di governo del territorio, con la previsione dell’istituzione di un Plus (Piano Locale Unitario dei Servizi alla Persona) staccato dall’ufficio di Carbonia e dedicato essenzialmente alle isole di Sant’Antioco e Carloforte. Un progetto su cui concentreremo l’attenzione.»

Nel corso dell’incontro, il primo cittadino di Sant’Antioco, ha inoltre chiesto l’implementazione dei servizi ambulatoriali specialistici ed il potenziamento del servizio amministrativo, soprattutto in questo momento di pandemia, al fine di andare il più possibile incontro alle esigenze dei cittadini.

«La “Casa della Salute”conclude il sindaco di Sant’Antiocodeve essere quel luogo vicino e agevolmente riconoscibile, nel quale l’assistenza avviene attraverso l’azione congiunta dei medici di famiglia con i professionisti della Assl, supportata da una struttura amministrativa efficace e rispondente. Riapriremo ora un confronto sereno e proficuo con la Regione Sardegna e con l’ATS al fine di giungere, in breve tempo, alle giuste soluzioni.»

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Al via, a Sant’Antioco, le domande di ampliamento gratuito del proprio spazio di suolo pubblico destinato all’accoglienza dei clienti di bar, ristoranti, pizzerie, pub… Si tratta di misure ritenute indispensabili per permettere di affrontare  la riapertura nella “Fase 2” in maniera efficiente e nel rispetto delle prescrizioni anti Covid che impongono un distanziamento tra i tavolini, con inevitabile drastica riduzione dei posti al coperto. L’obiettivo è di consentire, in via straordinaria e temporanea, che quante più possibili attività economiche abbiano la possibilità di estendere la superficie destinata alla clientela sul suolo pubblico antistante il proprio esercizio commerciale.

La domanda di ampliamento, che in base al decreto Rilancio è esente da bollo (non sarà necessario apporre la marca da bollo) andrà concordata e valutata dagli uffici competenti del Comune, ovvero dalla Polizia Municipale. È richiesto, dunque, l’utilizzo dell’apposito modulo rintracciabile nel sito istituzionale dell’ente, nella sezione Modulistica – Tosap, al quale andrà necessariamente allegata la planimetria degli spazi che si richiede in concessione temporanea. La domanda andrà presentata all’Ufficio Protocollo (rivolgersi al centralino) o tramite posta elettronica certificata all’indirizzo: protocollo@comune.santantioco.legalmail.it .

«Questa misuracommenta il sindaco Ignazio Loccisi somma al differimento della scadenza Tari e, soprattutto, alla riduzione della bollettazione, di circa il 30%, per tutte quelle attività che, in ragione del DPCM, hanno dovuto chiudere i battenti. Le misure di contenimento del virus, valide anche nella Fase2, obbligano gli esercenti ad utilizzare un più rilevante spazio all’aperto, al fine di accogliere il maggior numero di clienti e sempre nel rispetto delle norme in vigore: per questo, concediamo di ampliare le aree già concesse, in forma gratuita, seguendo la disposizione del Governo centrale che, fino al 31 ottobre, abolisce la tassa sul suolo pubblico.»

 

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La Giunta comunale di Sant’Antioco ha approvato la delibera n° 54 contenente “Misure urgenti in materia tributaria in presenza di emergenza sanitaria derivante dalla diffusione dell’epidemia da Covid-19 – linee di indirizzo sulla Tari 2020”. La delibera prevede una dotazione finanziaria di 100mila euro: fondi comunali, reperiti nelle pieghe del bilancio.

«Il nostro Comunespiega il sindaco Ignazio Locci non ha ricevuto un centesimo del Fondo di solidarietà dello Stato, in quanto risultiamo “contribuenti”, nostro malgrado, della solidarietà verso gli altri Comuni. E a breve dovremo obbligatoriamente versare la quota annuale di circa 600mila euro. Tuttavia, non ci siamo sottratti all’impegno e abbiamo comunque adottato una serie di misure a sostegno delle imprese locali, senza prescindere da una valutazione della situazione finanziaria e quindi da una costante verifica delle condizioni della cassa comunale necessaria per far fronte agli impegni in capo all’Ente.»

Nel contempo, l’Amministrazione richiama ad un senso di maggiore responsabilità e solidarietà nel pagamento dei tributi da parte dei contribuenti che non hanno subito, da un punto di vista economico, le conseguenze dell’emergenza Covid. Nello specifico, la delibera prevede la proroga dei termini di pagamento delle rate Tari 2020 per le utenze non domestiche che, per effetto del DPCM del 21/03/2020, hanno chiuso le proprie attività, con prima rata al 30 giugno 2020; rinvio delle scadenze della Tari 2020 per tutte le utenze domestiche e per le utenze non domestiche che non hanno interrotto la propria attività, con scadenza prima rata al 01 giugno 2020. E ancora: autorizzazione, nel caso di pagamenti delle rate Tari 2020 effettuate in ritardo rispetto alle scadenze previste, al non aggravio di sanzioni e interessi, purché saldate entro il 28/02/2021. E, soprattutto: adozione di misure agevolative sostanziali per le categorie più colpite dalla chiusura forzata o dalla crisi economica con un fondo da 100 mila euro, che equivale al taglio della bolletta Tari del 30% circa.

«Questo è il primo aiuto concreto in riferimento ai tributiha concluso il sindaco Ignazio Loccil’Amministrazione comunale si impegna a reperire ulteriori risorse.»

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Sant’Antioco ha confermato la Bandiera Blu ottenuta per la prima volta lo scorso anno. La spiaggia di Maladroxia, tra le località balneari del comune di Sant’Antioco, anche quest’anno isserà il prestigioso vessillo, sinonimo di buone pratiche ambientali, di salubrità delle acque e di accessibilità. Dopo il riconoscimento ottenuto nel 2019 (prima volta in assoluto per Sant’Antioco) l’Amministrazione comunale ha proseguito nella strada intrapresa sin dal primo giorno del suo insediamento, attivando una serie di politiche ambientali alle quali, come nel caso della Bandiera Blu, si legano importanti ricadute turistiche. La bandiera è il certificato che la strada è quella giusta.

«Questa sarà una stagione balneare diversa commenta il sindaco Ignazio Loccisegnata dall’emergenza sanitaria Covid-19 e da una serie di regole e protocolli a cui dovremo rigorosamente attenerci. Questo, tuttavia, non ci impedirà il primo luglio di inaugurare la stagione “Bandiera Blu 2020” e di organizzare le diverse iniziative di educazione ambientale secondo le modalità che verranno autorizzate. È un risultato che rivendichiamo con orgoglio: conferma che il nostro lavoro, in termini di salvaguardia dell’ambiente e di fruibilità delle nostre spiagge, sta andando nella giusta direzione. Tengo a ringraziare gli uffici per il lavoro svolto, in quanto la procedura volta all’assegnazione è particolarmente complessa e laboriosa.»

In merito interviene anche il consigliere comunale con delega all’Ambiente, Pasquale Renna: «I criteri usati per assegnare il riconoscimento riguardano 4 aree tematiche: “educazione ambientale e informazione”, “qualità delle acque”, “gestione ambientale” e “servizi e sicurezza”. Per noi è motivo di grande orgoglio aver conquistato la Bandiera Blu anche quest’anno, soprattutto alla luce del difficile momento che stiamo vivendo. Adesso ci impegneremo a rispettare i protocolli a livello nazionale per la gestione dei litorali. Ringrazio vivamente i cittadini perché sono parte attiva e ci consentono di raggiungere risultati lusinghieri in riferimento alla gestione dei rifiuti. Non siamo secondi a nessuno, evidentemente: per citarne alcune, risultiamo accostati a spiagge come Palinuro, Marina di Camerota, Positano, Vico Equense – conclude Pasquale Renna -. Questo per noi è un grande risultato».

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Settimana di riaperture per i settori dell’abbigliamento, calzature, gioiellerie, profumerie, studi di tatuaggi e servizi alla persona. Ma le linee seguite dai sindaci dei tre centri principali del Sulcis, sono molto diverse. Mentre Carbonia dà il via alle riaperture di tutti i settori, il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, va più cauto e decide di riaprire i negozi ma non i servizi alla persona, come parrucchieri ed estetisti. Ancora più dura la linea seguita dal sindaco di Iglesias, Mauro Usai, che decide di rimandare la data di apertura degli esercizi commerciali e dei servizi alla persona al 18 maggio, data in cui si attendono protocolli e linee guida più chiare.
«Abbiamo deciso di dar seguito all’ordinanza del presidente Christian Solinas, raccomandando agli esercenti di rispettare alla lettera tutte le prescrizioni da seguire – dichiara Paola Massidda, sindaco di Carbonia. Il nostro Comune ha avuto una situazione fortunatissima, dovuta al fatto che i nostri cittadini si sono comportati bene. Confidiamo che anche in questa “Fase 2” di riaperture continueranno a seguire le regole. Il nostro è un territorio in cui la disoccupazione è alta e rischiamo di non veder risollevare le serrande di quei commercianti che, in questi due mesi, hanno sofferto la crisi, dovuta alle prescrizioni del Covid. Prima che sia troppo tardi, è opportuno ripartire.»

Per concludere, il sindaco Paola Massidda fa un augurio ai commercianti della sua cittadina: «Siamo con loro con tutto il cuore, insieme a loro. Perché è con loro che può ripartire la città. Non devono sentirsi soli. Noi ci siamo».

Tanta speranza traspare dalle parole di Maddalena Cascìu, titolare, assieme al marito Franco, di una gioielleria di Carbonia: «Siamo felici di essere tornati nel nostro negozio, al nostro lavoro. Un lavoro a cui siamo affezionati perché lo svolgiamo dal 1981. Io spero che si riprenda la vita di prima. Sappiamo che c’è crisi ma almeno che si ricominci a vivere». Saltando le cerimonie religiose, si è persa una grossa fetta di mercato. «Non ci sono matrimoni, non ci sono battesimi, non ci sono più ricorrenzeprosegue Maddalena Casciu -. È saltato tutto.»

Tra i settori merceologici che risollevano le serrande, c’è quello di Alessia Mirai, titolare di un negozio di calzature a Sant’Antioco.
«La nuova apertura è stata emozionante, nonostante la grande paura confida Alessia Mirai -. Ritrovare in negozio i nostri clienti, che ci sostenevano tramite social, è stato davvero entusiasmante. Mi ha dato una carica che non pensavo di riuscire a trovare.» Però c’è anche la paura per quanto riguarda l’aspetto della salute. Prosegue Alessia Mirai: «C’è stato da capire come potersi comportare. Comunque, abbiamo sanificato tutto il locale e, inoltre, abbiamo acquistato anche delle salviette disinfettanti da fornire ad ogni cliente».
Com’è stato il rapporto con la clientela? «C’è stato un grandissimo rispetto da parte di tutte le mamme, che sono arrivate in negozio munite di tutte le precauzioni necessarie e hanno rispettato rigorosamente le distanze di sicurezza. I bambini son stati meravigliosi, perché son stati educati dai genitori a casa e quindi sapevano già come comportarsi. È stato bello vedere questo grande lavoro da parte delle famiglie.»

In conclusione, per quanto riguarda la tipologia di vendita, Alessia Mirai aggiunge: «Per chi ancora non se la sentisse di venire in negozio ci siamo organizzati per la consegna a domicilio».

Federica Selis

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Hanno preso avvio i lavori del primo lotto per gli interventi straordinari sul ponte di Sant’Antioco. L’opera, del valore complessivo di 2 milioni di euro, comprende il riadattamento e la riqualificazione dell’infrastruttura e viene messa in campo grazie al Comune, di concerto con l’assessorato regionale dei Lavori pubblici.
Gli interventi prevedono la demolizione e la rimozione delle parti distaccate e danneggiate del calcestruzzo, con protezione del ferro e ripristino del copriferro; lo scavo, la verifica, l’impermeabilizzazione e il rinterro, in prossimità dei plinti di fondazione; la realizzazione ex novo degli scarichi dell’acqua piovana dai giunti e il ripristino dei 40 scarichi isolati, distribuiti nelle campate del ponte.
«Si tratta della riqualificazione del ponte esistentespiega Ignazio Locci, sindaco di Sant’Antioco -. Un‘opera importantissima, che prevede due lotti di progetto: il primo, che coinvolgerà la riqualificazione della struttura generale del ponte. Il secondo, per una spesa di 1milione 350mila euro, che prevederà l’adeguamento strutturale relativo anche al passaggio pedonale e alla pista ciclabile.»
In Consiglio comunale, da tempo si dibatte sulla proposta di un nuovo ponte in sostituzione di quello esistente. La nuova colossale infrastruttura avrebbe un’incidenza profonda sia sul paesaggio che sull’economia della cittadina lagunare.
«È in corso la conferenza di servizi per l’eventuale autorizzazione del famoso ponte altoaggiunge Ignazio Locci -. Ma la nostra comunità è contraria alla nuova infrastruttura. Un parere tecnico espresso nei nostri uffici afferma che il progetto non sarebbe conforme alla pianificazione urbanistica e alla tutela del paesaggio. In più la nuova struttura rischierebbe di tagliare fuori il nostro centro urbano da ogni possibilità di traffico, sostanzialmente con un impatto negativo anche sull’economia cittadina.»
Per cui, via alla partenza dei lavori di intervento, al fine di garantire la sicurezza della SS 126, dalla parte che arriva da Santa Caterina.
«Sostituiamo l’idea di una circonvallazione pensata male con quella invece pensata, progettata e programmata nella nostra pianificazione urbanisticaprosegue ancora il sindaco Ignazio Locci -. Quindi, una circonvallazione leggera, per garantire il traffico spedito verso Calasetta e verso l’Isola di San Pietro.»
Il ponte che conduce a Sant’Antioco e che rappresenta l’unico ingresso alla cittadina lagunare e all’intera isola omonima, infatti, non è solo una via d’accesso per Sant’Antioco ma per l’intero arcipelago del Sulcis.
«Le due Isole rappresentano un pezzo fondamentale del Sud Sardegna rimarca Ignazio Locciper tutte le filiere produttive, in particolare per il turismo, per la pesca, e per tutti quei settori del terziario che oggi ci servono per rilanciare questa parte del territorio.»
Si tratta di un’opera che va a vantaggio di tutto il comparto, non solo di quello stradale ma anche e, soprattutto, di quello economico.
«Pensiamo che da quest’operaconclude il sindaco Ignazio Locciper altri 30 anni avremo un ponte efficiente ed assolutamente sicuro su cui poter contare, per il collegamento tra la nostra isola e la terra ferma.»
Federica Selis

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Lunedì 11 maggio riaprono alcune attività anche a Sant’Antioco. Sarà consentita la riapertura degli esercizi commerciali di vendita di abbigliamento, calzature, gioiellerie e profumerie, nel rispetto del distanziamento personale e del divieto di assembramento. In particolare:

  1. a) L’accesso al negozio dovrà essere consentito ad un numero di clienti non superiore al numero di addetti alla vendita e, comunque, in modo tale da garantire costantemente la distanza di almeno 2 metri tra persone;
  2. b) Gli operatori ed i clienti, all’interno delle strutture, hanno l’obbligo di indossare adeguati dispositivi di protezione delle vie respiratorie (mascherine chirurgiche) e preferibilmente di guanti.
  3. c) Gli ambienti andranno opportunamente arieggiati tra un turno e l’altro di accesso al negozio ed infine sanificati prima della successiva riapertura;
  4. d) I titolari degli esercizi sono responsabili della sanificazione dei prodotti che siano stati misurati o che comunque siano venuti a contatto con altri clienti, preventivamente alla loro rimessa in vendita;
  5. e) I titolari dell’esercizio devono altresì, mettere a disposizione dei clienti, prima e dopo l’accesso, idonee soluzioni idroalcoliche per l’igienizzazione delle mani.

Le prescrizioni di cui sopra vanno integrate con le misure previste nel “Documento tecnico sulla possibile rimodulazione delle misure di contenimento del contagio da SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro e strategie di prevenzione” del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro ed ambientale dell’INAIL, allegato alla presente ordinanza per farne parte integrante e sostanziale.

Il mantenimento delle aperture delle attività sopra elencate è vincolato al mantenimento dell’indice di contagio Rt (R con t) pari o al di sotto del valore 0,5. Nel caso in cui tale valore, rilevato nella comunicazione quotidiana dell’Assessorato Igiene e Sanità della Regione Sardegna, dovesse superare tale limite, la presente ordinanza verrà immediatamente sospesa.

 

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Lettera aperta del sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, sulle risorse destinate ai Comuni per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

«La crisi pandemica e i suoi effetti devastanti hanno messo in luce ancora una volta il grande limite del “Sistema Italia”: l’incapacità dello Stato, del Governo centrale e del Parlamento di comprendere che il vero aiuto ai cittadini in un momento di crisi come quello attuale può arrivare solo se ai Comuni vengono concessi gli strumenti necessari per assolvere al ruolo di prossimità e di vicinanza al cittadino su cui si dovrebbe fondare il nostro Paese.

Invece i Sindaci sono costretti ancora una volta a tirare le somme prendendo atto che: il Principio di sussidiarietà è pari a zero; Stato e Regioni sono in conflitto perenne su chi mette in campo gli strumenti più adeguati per affrontare la crisi pandemica (senza coordinamento); i Comuni, ancora una volta, vengono lasciati con il cerino in mano, mandati in avanscoperta a combattere la battaglia della crisi sociale ed economica con le armi spuntate.

Per capire meglio quanto siano strette le scarpe dei sindaci è bene fare qualche esempio concreto, basato sull’attuale esperienza. Lo Stato ha dato spiccioli per le sanificazioni; briciole per gli straordinari della Polizia locale; ma, soprattutto, ha offerto la possibilità ai Comuni di usare le proprie risorse e quindi: l’avanzo di amministrazione libero per la gestione dell’emergenza (scelta quantomeno discutibile, perché in linea di principio i Comuni lo usano come vogliono e in questa circostanza non c’erano alternative); rinegoziazione dei mutui con possibilità di utilizzo del capitale sempre per la gestione dell’emergenza (anche qui siamo di fronte a risorse dei Comuni); anticipo Fondo di solidarietà parte capitale.

In sostanza non ha dato nulla in più ai Comuni che non fosse già loro e come risultato ha prodotto effetti paradossali. Mi spiego meglio: chi ha rispettato le Regole della contabilità armonizzata facendo programmazione prudente, veritiera, impegnando le risorse correttamente nell’anno finanziario di competenza, ovviamente non ha avanzi di amministrazione (comunque, avrà giustamente cifre irrisorie – dlgs 118/2011), e quindi ha ben poco da impegnare per fronteggiare l’emergenza.

Il capitolo mutui e rinegoziazione, poi, è ancora più “simpatico”: allunghi le scadenze fino a 24 anni con aumento degli interessi passivi e della spesa corrente (sic!). Sostanzialmente peggiori la performance gestionale e accresci l’indebitamento. Per essere ancora più chiaro, gli effetti reali saranno questi: più alta è l’esposizione debitoria di un ente, più apparirà “bravo” a gestire la crisi, in quanto disporrà di maggiori risorse per la spesa corrente e, di conseguenza, potrà addirittura riuscire a sospendere i tributi. Risultato: le prossime generazioni avranno sempre più debito pubblico rapportato alla scala comunale.

Veniamo al cosiddetto Contributo di solidarietà: il Fondo si genera sostanzialmente dal versamento dei tributi locali. Chi ha di più, dà a chi ha meno. Funziona con trattenuta alla fonte: o paghi, o paghi. Lo Stato quindi concede l’anticipo di cassa ai Comuni che ricevono la “solidarietà” degli altri Comuni mentre questi ultimi, che loro malgrado risultano essere solidali, non ottengono nulla e rimangono con un pugno di mosche in mano.

Nel frattempo, come anticipato in apertura di lettera, Stato e Regione fanno a gara mettendo in campo strumenti senza alcun coordinamento che spesso si sovrappongono tra loro con l’effetto iniquo che frequentemente i cittadini che già sono sostenuti dallo Stato (vedi Reddito di Cittadinanza) prendono anche dalle Regioni (vedi Sardegna e Sicilia). Così facendo si aiutano le stesse categorie di “soggetti in difficoltà” preesistenti all’emergenza sanitaria, lasciando a bocca asciutta i “nuovi poveri” che, se hanno la sfortuna di vivere in Comune finanziariamente virtuoso, difficilmente potranno ottenere la riduzione o la sospensione dei tributi. A meno che, tali Comuni non taglino i servizi al cittadino.

Ecco, questo è il risultato.»

Ignazio Locci

Sindaco del comune di Sant’Antioco