8 May, 2025
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Arianna Sabiu è stata confermata segretaria della Cisl Scuola del Sulcis Iglesiente, al termine del congresso “Diamo forma al futuro” svoltosi stamane nella sala riunioni dell’Hotel Perda Rubia, al km 2 della strada provinciale 75, a San Giovanni Suergiu. Hanno partecipato ai lavori il segretario nazionale della Cisl Scuola Roberto Calienno, la segretaria generale della Cisl Scuola Sardegna Maria Luisa Serra, il segretario generale Ust Cisl del Sulcis Iglesiente Antonello Saba e i sindaci dei comuni di San Giovanni Suergiu Elvira Usai, di Carbonia Pietro Morittu e di Sant’Antioco Ignazio Locci.

Con Arianna Sabiu sono state elette le altre due componenti della segreteria, Cosetta Pambianco ed Ombretta Falqui.

In serata pubblicheremo le interviste con il segretario nazionale della Cisl Scuola Roberto Calienno e la confermata segretaria della Cisl Scuola del Sulcis Iglesiente Arianna Sabiu.

 

Una pinna nobilis in acciaio corten, a simboleggiare in forma artistica uno degli elementi identitari di Sant’Antioco e, in particolare, della laguna. Ci sono tutti i richiami alla cultura del mare antiochense, dal bisso ai maestri d’ascia, all’educazione ambientale e alla sostenibilità, nell’opera realizzata dalle mani dell’artista sardo Giorgio Casu, installata ieri mattina (29/01) nel lungomare Cristoforo Colombo, lì dove si suggella lo stretto legame tra la laguna, la pinna nobilis e Sant’Antioco. Proprio quel lungomare che poco distante ospita un’altra installazione in acciaio creata ancora una volta da Giorgio Casu: “Le vele”, altro elemento che caratterizza la storia più profonda di Sant’Antioco e il suo legame interiore con il mare.

«Ho voluto ricreare la pinna nobilis in grande scala con segni grafici semplici e decorativiracconta l’autore Giorgio Casui  suoi tagli daranno all’alba di Sant’Antioco contorni e prospettive nuove proprio nel mezzo, tra la piazza Ferralasco, le barche e il mare. Al suo fianco ho sognato uno scudo, un compagno, quasi un protettore bianco che le farà compagnia per tanti anni. Per me è un grande onore essere parte degli scorci che rappresentano questa terra unica con una seconda opera in acciaio. Mi sento particolarmente responsabilizzato, impegnato a dare sempre il meglio perché per me quest’isola occupa un posto speciale e intimo del mio cuore.»

Il progetto rientra nell’ambito delle attività di collaborazione tra il Comune e il Centro di educazione ambientale e alla sostenibilità di Sant’Antioco ed è stato finanziato grazie all’annualità 2023 del Bando per il supporto di progetti finalizzati alla cura e valorizzazione di beni comuni, destinato agli enti pubblici titolari di Ceas. Il Ceas di Sant’Antioco ha una sede non casuale, il MuMa del Lungomare, museo del mare che custodisce gli antichi saperi antiochensi annodati con il mare, tra i quali appunto le vele delle imbarcazioni costruite dai maestri d’ascia e la pinna nobilis, detta anche “nacchera”, il bivalve che offre il bisso, il pregiato filamento setoso, l’oro del mare apprezzato in tutto il mondo. Il MuMa è dunque anche punto di “raccordo” delle due opere di Giorgio Casu, posizionate poco distanti.

«La collaborazione ormai stabile con l’artista di fama internazionale Giorgio Casu è un orgoglio per tutta la comunitàdice il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci -. Quest’opera è l’ulteriore dimostrazione della sua capacità di saper raccontare Sant’Antioco e le sue tradizioni attraverso un’espressione artistica contemporanea che riesce a guardare nel più profondo dell’animo antiochense. Confido possano esserci ulteriori occasioni per consentire all’artista sardo, amico di Sant’Antioco, di poter raccontare la nostra isola attraverso la sua arte.»

Con questa ulteriore creazione, il Museo diffuso di Sant’Antioco annovera una nuova attrattiva che arricchisce i molteplici circuiti culturali urbani ed extraurbani: «L’ormai consolidato progetto “Museo Diffuso – Isola di Sant’Antioco” è uno strumento culturale fondamentale per la nostra cittadina perché permette di valorizzare, coordinare e integrare l’insieme delle risorse archeologiche, culturali e ambientali presenti a Sant’Antioco – commenta l’assessore della Cultura Luca Mereu -. Un concetto che si estende anche all’arte figurativa in tutte le sue forme e declinazioni, con una predilezione naturale per le tradizioni, il retaggio culturale e l’identità di Sant’Antioco. E la millenaria arte della tessitura del bisso, meravigliosamente rappresentata dalla creatività di Giorgio Casu, non poteva certamente fare eccezione.»

 

Nel 2025 è impensabile continuare a proporre un modello di confronto tra l’Esercito, quindi il Ministero della Difesa, il Comipa e gli Enti locali territoriali, secondo le vecchie logiche in cui tengono banco i soliti temi di dibattito: servitù militari e aperture da quanto a quando; ritorno economico nel territorio; consumo del suolo; indennizzi. Tutti argomenti, per carità, dai quali non si può prescindere ma che tuttavia devono anche lasciare spazio alla discussione sugli investimenti e sui nuovi progetti nazionali, ovvero sulle novità del modello di difesa Europeo e sui grandi investimenti in alta tecnologia con il progetto di revisione e ammodernamento delle infrastrutture militari.

E lo dico a maggior ragione alla luce del documento proposto dal Ministero della Difesa sulla servitù del Poligono di Capo Teulada e sulle relative dichiarazioni dei rappresentanti del Comipa, Comitato misto Paritetico sulle servitù militari. Se il documento fa passi in avanti ad ampie falcate, il Comipa resta saldamente ancorato a posizioni stantie che nel 2025, in ragione dell’avanzamento realizzato anche in ambito militare, appaiono fuori luogo.

Occorre guardare a modelli come joint venture che hanno come obiettivo primario lo sviluppo industriale. Se qui, in questo angolo di Sardegna, si porta la sperimentazione (e ci sono tutte le condizioni) significa anche attrarre aziende che orbitano attorno a queste prospettive e mirano a potenziare la comunicazione tra le varie forze militari. E su questi progetti ci sono impegni dello Stato Italiano per i prossimi 15 anni che ammontano a 23 miliardi con una prospettiva che guarda a 59 miliardi di euro. Un tema caldo che anche recentemente, in occasione di un incontro tra i sindaci e la Regione Sardegna (Assessorati alla Programmazione e all’Industria), è emerso in tutta la sua complessità: questo territorio, è stato ribadito, non riesce ad attrarre investimenti di una certa levatura. La Presidenza della Regione Sardegna e gli Enti locali devono orientare il proprio sguardo verso le nuove frontiere.

Riuscire a far approdare certi programmi di sviluppo nel Sulcis, infatti, significherebbe portare questo territorio al centro dell’interesse nazionale, garantendo un ritorno economico – l’agognato ritorno economico – senza precedenti. Ci vuole più coraggio, prendendo atto dell’evidente necessità di calamitare investimenti tecnologici anche su questi settori, andando oltre le solite posizioni preconcette che di fatto portano a un mero scontro, più che a un confronto, a un braccio di ferro, più che a una stretta di mano.

Ignazio Locci

Sindaco del comune di Sant’Antioco

Nella foto di copertina, il sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci con il Generale di Brigata Stefano Messina, Comandante della Brigata Sassari

 

Il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locci, interviene sull’inaugurazione del Centro Accoglienza Servizi “CAS”, struttura aziendale della ASL 7 deputata alla presa in carico dei pazienti con sospetto/prima diagnosi di patologia oncologica, attivata presso l’ospedale CTO di Iglesias.

«Accogliamo con fiducia questo nuovo servizio che va a inserirsi nel “deserto” sanitario locale, potenziando una delle poche eccellenze territoriali: la struttura semplice di Oncologia guidata dal responsabile, dott. Francesco Atzori. Un modello organizzativo che ha tutte le carte in regola per rallentare la migrazione verso altri lidi sanitari, un triste fenomeno che aggrava la già fragile condizione dei pazienti affetti da patologie oncologiche. È un grande risultato, per i cittadini del Sulcis-Iglesiente, poter fare affidamento su una struttura che si propone di organizzare tutti gli esami necessari per la stadiazione dei tumori in tempi rapidi e in modo coordinato. La presenza di un’equipe multidisciplinare consente inoltre il supporto al paziente dal punto di vista sanitario, socioassistenziale e psicologico e quando necessario questo tipo di sostegno è esteso anche ai familiari e ai caregiver. L’avvento del CAS conclude il sindaco di Sant’Antioco, Ignazio Locciè la dimostrazione che anche in questo territorio i servizi sanitari possono funzionare, se ci sono la volontà e soprattutto i medici valenti che si pongono a disposizione della comunità».

Il paziente viene inviato al CAS dal medico di medicina generale o dagli specialisti ospedalieri, ambulatoriali o privati. Il gruppo multidisciplinare studia e pianifica il percorso personalizzato in base al quale il paziente inizia, prosegue o completa l’iter diagnostico terapeutico.

Il CAS è operativo il martedì, il mercoledì e il giovedì dalle 10.00 alle 12.00.

Per qualsiasi informazione è possibile contattare il servizio al numero di telefono 0781.3922745 o tramite e-mail all’indirizzo: cas.oncologico@aslsulcis.it

Nel porto di Sant’Antioco ieri l’Amministrazione comunale di Sant’Antioco guidata dal sindaco Ignazio Locci ha incontrato i funzionari dell’assessorato dei Lavori pubblici della Regione Sardegna per approfondire le problematiche relative all’impiego del finanziamento di 1,7 milioni di euro ottenuto per la “rifioritura” della diga, nota come la “scogliera”, ovvero un programma di manutenzione straordinaria delle opere di sopraflutto e dei banchinamenti per il quale si procederà in tempi brevi alla progettazione per poi giungere fino alla gara d’appalto e all’avvio del cantiere. Si tratta di opere in capo alla Regione Sardegna, che detiene la titolarità dell’infrastruttura portuale. Il finanziamento è il frutto della partecipazione della Regione Sardegna al bando per “proposte progettuali di prevenzione del rischio sismico su edifici ed infrastrutture pubblici insistenti sul territorio delle «Isole minori». 

Ma questi non sono gli unici fondi disponibili per l’esecuzione di opere indispensabili nello scalo antiochense: da tempo, infatti, risultano a disposizione 12 milioni di euro per l’escavo dei fondali portuali ma il progetto resta inspiegabilmente fermo.

«Siamo molto soddisfatti dell’incontro con i funzionari dell’assessorato dei Lavori pubblici e il nuovo responsabile del procedimento, funzionario tecnico della Società OIS (Opere e Infrastrutture della Sardegna)commenta il sindaco Ignazio Loccil’occasione è stata utile per toccare con mano la volontà di sbloccare lavorazioni ferme da troppo tempo, senza le quali non può certo essere programmato il rilancio del porto. Un’infrastruttura della Regione Sardegna che merita maggiori attenzioni, viste le condizioni in cui versa. Mi auguro sia la volta buona. Così come auspico che possa essere ripreso il procedimento dell’escavo del porto, per il quale sono stati stanziati ben 12 milioni di euro ma che risulta in stop, senza alcuna apparente motivazione, da oltre cinque anni. Confidiamo in questo nuovo “attivismo” degli uffici regionali e ci auguriamo di vedere presto l’avvio dei cantieri.»

L’Amministrazione comunale di Sant’Antioco avvia un programma di bitumazione di strade. È stato approvato recentemente il progetto esecutivo degli interventi di “messa in sicurezza e manutenzione straordinaria del manto stradale in ambito urbano ed extraurbano”, che fa affidamento, per questa prima serie di lavorazioni, su uno stanziamento di 669mila euro, sufficiente per rifare il tappeto bituminoso a un buon numero di vie. Le restanti, già inserite nel progetto approvato, rientreranno in una prossima gara d’appalto che verrà bandita nel momento in cui si otterranno ulteriori somme da investire nella piena realizzazione del programma.

«Il tessuto urbano ed extraurbano è particolarmente estesocommenta il sindaco Ignazio Locci e le arterie che necessitano di interventi sono sicuramente maggiori di quelle che riusciremo a trattare con questo finanziamento. Abbiamo tuttavia individuato quelle con le maggiori criticità che rientreranno in questa prima fase. La parola d’ordine è sicurezza dei pedoni e del traffico e, sulla scorta di questo presupposto, abbiamo individuato le urgenze. E sempre alla luce di ciò, constatato il buon funzionamento dei passaggi pedonali rialzati, ne abbiamo previsti in alcune strade cittadine. Quindi non ci limiteremo a rifare solo il manto, ma interverremo anche con i cosiddetti “dossi rallentatori”. Adesso attendiamo l’esito della gara d’appalto e successivamente dell’avvio dei lavori, che partiranno a breve, riprendendo così il programma di bitumazione avviato anni fa dalla nostra amministrazione.»

«In questi ultimi anni si è giustamente data priorità ai sottoservizi, come ad esempio l’inserimento della fibra ottica o l’interramento di nuove condotte fognarie, per evitare di procedere con asfalti che poco dopo sarebbero stati riaperti per lavorazioni promosse da soggetti terzi spiega l’assessore dei Lavori pubblici, nonché vicesindaco, Francesco Garau -. Nel frattempo, diversi interventi sono stati comunque realizzati, indipendentemente dal programma redatto dal nostro Ufficio Tecnico nel progetto esecutivo fresco di approvazione (che ricalca quello già varato nel 2022 e lo aggiorna anche alla luce del nuovo Codice degli appalti), come viale Trento, via Logudoro o ancora via Carloforte, per citare alcuni esempi. Ora, però, siamo pronti per intervenire con maggiore decisione e proseguire nel cammino già segnato».

Sant’Antioco si conferma “Città che legge” (per il biennio 2025-2027) e adesso punta a ottenere nuovi finanziamenti che consentiranno di proseguire nel già fruttuoso programma di promozione e valorizzazione della lettura, che in questi anni ha visto importanti investimenti nella biblioteca, la realizzazione di eventi dedicati, nonché la concretizzazione di considerevoli progetti tra i quali “Biblioteca Diffusa”, un mix di incontri letterari e investimenti strutturali che hanno consolidato le basi del progetto di valorizzazione del libro e della lettura. Il riconoscimento è il risultato della partecipazione all’avviso promosso dal Ministero della Cultura e dal “Centro per il libro e la lettura”, d’intesa con l’Anci.

«L’attività di promozione della lettura è uno dei cardini delle politiche culturali della nostra Amministrazione, strumento indispensabile per esercitare un accesso consapevole alla cultura e all’informazione, per divenire elemento di coesione e inclusione socialecommenta l’assessore della Cultura Luca Mereu -. La conferma della qualifica nazionale di “Città che legge” è la prova che le politiche messe in atto sinora stanno andando nella direzione giusta, anche grazie al fondamentale contributo delle realtà locali (la biblioteca comunale, le associazioni culturali, tutte le scuole di ordine e grado, i singoli cittadini) da sempre in prima fila contro la povertà educativa: una rete di collaborazione permanente, grazie al “Patto di Sant’Antioco per la lettura” stipulato nel 2022, che permette azioni congiunte, condivise e attivamente partecipate attraverso le quali avvicinare alla lettura i non lettori, con una particolare cura per le famiglie in cui si registra un basso livello di consumi culturali.»

«Confermiamo il nostro vivo interesse verso la diffusione del valore della lettura e dell’importanza del libro, da cui derivano lo sviluppo intellettuale, sociale ed economico di ogni comunitàcommenta il sindaco Ignazio Locciabbiamo promosso diversi investimenti sulla biblioteca e sul tema della lettura e la conferma della qualifica di “Città che legge”, frutto della partecipazione al bando che ci aveva già visto nella lista dei vincenti per lo scorso biennio, prima volta in cui la nostra città  raggiungeva l’obiettivo, ci dà gli stimoli per proseguire nel nostro cammino e per andare a caccia di nuovi finanziamenti per garantire sempre più attenzione, sotto tutti i punti di vista, verso la lettura da intendersi come valore universale.»

Il comune di Sant’Antioco muove i primi passi verso la creazione di un modello di Comunità energetica rinnovabile (Cer) con l’obiettivo di incrementare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili finalizzata all’autoconsumo. A conclusione del 2024, infatti, la Giunta comunale ha approvato lo Studio di Fattibilità Tecnica/Economica avanzato nell’ambito dell’intervento denominato “Progetto di riqualificazione energetica con realizzazione di impianti fotovoltaici su pensiline ombreggianti ed edifici pubblici” per la cui realizzazione concreta occorrono oltre 2 milioni di euro.

«E’ un progetto ambizioso e al passo coi tempi, in armonia con gli obiettivi di transizione energeticacommenta il sindaco Ignazio Locci intendiamo realizzarlo per garantire alla nostra città la serie di benefici economici, ambientali e sociali assicurata dalle Comunità energetiche in piena operatività. Tra questi, il contrasto alla povertà energetica, lo sviluppo dell’economia locale e soprattutto la riduzione dei costi della bolletta, sia che si tratti di pubblico, sia che si tratti di privati cittadini. Con la delibera di Giunta che approva lo studio di fattibilità, abbiamo messo nero su bianco le linee generali del nostro progetto e adesso occorre reperire le risorse che lo stesso studio quantifica in 2 milioni e 325 mila euro. Puntiamo, naturalmente, a essere annoverati tra le comunità del CER Sardegna e questo è il primo passo concreto per dotare tutti gli edifici pubblici di impianti fotovoltaici e aprire le porte all’utilizzo degli strumenti che saranno messi a disposizione dei cittadini.»

Le comunità energetiche mettono infatti in “rete” pubblico e privati ma, soprattutto, mettono in rete l’energia prodotta (ecco perché, integrando tutti i consumatori, si parla anche di riduzione della povertà energetica, indipendentemente dal reddito). Il Comune, intanto, con lo studio di fattibilità fresco di approvazione, promuove l’installazione di pannelli fotovoltaici su pensiline ombreggianti in tutti gli edifici pubblici in cui non sono già presenti per incrementare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili: si va dalle scuole (Fermi, via Virgilio, via Lazio, via Bologna, via Manno, Ex Ludoteca) al Comando di Polizia locale, fino al capannone di via Rinascita.

La Giunta comunale di Sant’Antioco chiude l’anno portando nelle casse dell’Ente 300mila euro per il progetto di completamento delle opere del Piano di Insediamenti Produttivi di via Logudoro e via Rinascita, che vanno a sommarsi ai 100mila di cofinanziamento e ai 120 mila euro di economie restanti dal precedente lotto di opere (per la cui spesa gli uffici hanno recentemente ricevuto l’autorizzazione), per un totale di 520mila euro che consentirà di concludere il programma di rifacimento del P.I.P. di Sant’Antioco, tra via Logudoro e, questa volta, anche via Rinascita, strada parallela sulla quale si affaccia parte delle aziende operati nel P.I.P. ma anche principale arteria di collegamento per la zona balneare dell’isola.

«Stiamo portando avanti con successo il nostro progetto di ristrutturazione, riqualificazione  e ammodernamento (anche inserendo le nuove tecnologie come la fibra, indispensabile per consentire alle imprese di stare al passo coi tempi) della cosiddetta “Zona industriale” di Sant’Antioco, ovvero il P.I.P., sempre più appetibile per le nuove intraprese economiche e dunque pronto ad accogliere le aziende che vorranno insediarsi in quelle aree commenta il sindaco Ignazio Locci -. Abbiamo già concluso un lotto di opere per oltre un milione di euro rifacendo il manto stradale, i marciapiedi, le cunette, l’impianto di illuminazione, i sottoservizi. Il tutto esclusivamente nell’arteria di via Logudoro. Ma con questi nuovi fondi riusciamo a chiudere il cerchio intervenendo anche nella parallela via Rinascita, restituendo così alla città un’infrastruttura di grosse dimensioni, quale è il P.I.P, per dare nuove chance di sviluppo e crescita alla nostra economia. Un traguardo che naturalmente arriva ancora una volta grazie all’impegno del nostro Ufficio Tecnico, che gomito a gomito lavora con la nostra Amministrazione comunale.»

«Con questo ulteriore lottocommenta l’assessore dei Lavori pubblici e dell’Urbanistica Francesco Garau riusciremo a completare la parte del P.I.P. non conclusa di via Logudoro e ci concentreremo su gran parte di via Rinascita, che per il momento non ha usufruito dei miglioramenti del primo lotto. Via Rinascita non è solo la strada su cui si affacciano le attività produttive locali ma anche quella più battuta per giungere alle località balneari. Verranno rivisitate le infrastrutture impiantistiche e la viabilità grazie a nuovo manto d’asfalto e nuovi marciapiedi. In via Logudoro, invece, per quanto attiene il completamento, con quest’ultima serie di lavorazioni si procederà sui corpi illuminanti esistenti (con la sostituzione di dici lampioni) e con il completamento e la conseguente messa a norma del marciapiede.»

Al termine dell’incontro davanti all’ingresso dello stabilimento della Portovesme srl, nella tarda mattinata di ieri i sindaci dei comuni del Sulcis Iglesiente si sono riuniti nel municipio di Portoscuso e hanno redatto un documento unitaria, che riportiamo integralmente.

«I sindaci e le sindache del Sulcis Iglesiente sono a fianco dei lavoratori, delle lavoratrici e delle loro rappresentanze, a seguito della decisione della Portovesme Srl-Glencore di chiudere tutta la linea zinco dal 23/12/2024, anticipando quanto comunicato nella riunione del 5/12/2024 al ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit). Questa anticipazione è ancora una volta, una mancanza di rispetto degli impegni e del territorio, che ospita l’azienda da 25 anni e sul quale la stessa ha maturato enormi profitti. Pur sapendo che ieri si sarebbe svolto un sopralluogo degli alti funzionari tecnici del Mimit, al fine di valutare la continuità produttiva della linea zinco adopera di un soggetto terzo da autorizzare, l’AD della Portovesme Srl- Glencore ha deciso la completa fermata dello stabilimento in concomitanza con questo appuntamento che avrebbe potuto ridare speranza a chi lavora, alle famiglie, all’indotto e, pertanto, alle nostre comunità. Condanniamo unitariamente e con forza questa decisione, che rompe ogni patto di fiducia tra azienda e territorio. Mai come oggi è necessario unire le forze e fare fronte comune politico-sindacale-territoriale e istituzionale per trovare soluzioni alle vertenze in atto, che determinano una situazione sempre più drammatica e di estremo disagio a carico di migliaia di famiglie delle nostre comunità. Ribadiamo la necessità dell’apertura immediata di un tavolo di crisi che ci veda coinvolti come parte attiva. Chiediamo un incontro urgentissimo con la presidente Alessandra Todde, l’assessore dell’Industria Emanuele Cani, l’assessora della Difesa dell’Ambiente Rosanna Laconi, l’assessora del Lavoro Desiree Manca.»