19 July, 2024
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L’amministrazione comunale di Sant’Antioco, nella seduta consiliare di lunedì 30 ottobre 2017, ha approvato il progetto per gli “interventi di messa in sicurezza e riqualificazione dell’area prospiciente piazza De Gasperi”, adottando specifica variante al PUC e apponendo il vincolo preordinato all’esproprio delle aree private interessate dal progetto di recupero. Fuori dal burocratese: sono state gettate le basi per curare definitivamente quella profonda ferita nota come la “voragine” o il “buco” di Piazza De Gasperi. Uno squarcio a due passi dalla Basilica di Sant’Antioco Martire, che da oltre venti anni deturpa il cuore del centro storico, sorto a causa dallo smantellamento di un edificio disposto per motivi di sicurezza nel lontano 1994. Durante i lavori emerse un’area di interesse storico (sono evidenti tombe puniche riutilizzate in età Romana, già indagate da un punto di vista archeologico) che, per molteplici ragioni, ha impedito un intervento immediato ed il ripristino dello stato del luogo. L’area attualmente versa in stato di totale abbandono, ricettacolo di rifiuti di ogni genere, insalubre e per niente sicura dal punto di vista strutturale e per gli immobili al contorno.

Apporre il vincolo preordinato all’esproprio delle aree private (la cosiddetta “voragine” sorge in un’area in parte di proprietà comunale e in parte privata) consente di avviare le procedure al fine di acquisire al patrimonio comunale tutta la porzione di terreno e dare così avvio ai piani di recupero. «Si volta pagina. Durante la campagna elettorale ci siamo impegnati per risolvere definitivamente il problema del centro storico – afferma il sindaco Ignazio Locci – e, appena insediati in Municipio, abbiamo avviato l’iter per il suo recupero, stanziando 250mila euro, di cui 100mila a valere nel bilancio 2017 ed i restanti 150 in quello del 2018. Per noi era un dovere morale intervenire in maniera decisa e con rapidità nella culla della nostra città. Le procedure per “cancellare” il buco di piazza De Gasperi si sommano all’avvio della sosta a tempo e alla rimodulazione del piano del traffico (attualmente in fase di studio e approfondimento): tutti interventi tesi a ridare lustro al centro storico. E oltre a una grande prova dei consiglieri di maggioranza, siamo soddisfatti che il progetto abbia incontrato il consenso delle minoranze.»

«Nello specifico – spiega l’assessore dei Lavori pubblici Francesco Garau – il programma di recupero consiste nella realizzazione di una piazza in estensione a quella esistente, che si configurerà come un elemento semplice, un piano orizzontale rivestito in lastre di pietra. La parete di fondo verrà invece trattata a verde verticale per riportare un episodio di natura in un contesto storico sensibile.»

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Il turismo per rilanciare l’intero territorio attraverso un’adeguata programmazione territoriale ed un sistema di infrastrutture che renda possibile lo sviluppo e la crescita economica. Tre linee guida fondamentali per poter sfruttare al meglio il potenziale del Sulcis Iglesiente e dell’intera Sardegna. Sono gli argomenti affrontati nel corso della tavola rotonda che si è svolta a Sant’Antioco e che ha visto partecipare il deputato del Partito democratico Emanuele Cani, l’assessore regionale degli Enti locali Cristiano Erriu, l’ex assessore regionale Paolo Maninchedda, il sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci e il presidente della Fondazione di Sardegna Antonello Cabras. Nel corso dell’iniziativa, particolarmente partecipata ed affollata, è stata posta l’attenzione alla necessità di «trovare soluzioni alle difficoltà infrastrutturali per consentire una crescita turistica ed economica del territorio».

«Lo studio della Banca d’Italia – ha detto Emanuele Cani nel suo intervento introduttivo – mette in evidenza il potenziale che il nostro territorio ha e quindi quanto ancora si può fare per seguire la strada della crescita». Emanuele Cani si è poi soffermato sulle regole che riguardano il governo del territorio, ma soprattutto, sulla necessità di «rendere competitive le strutture esistenti per affrontare la sfida della concorrenza straniera».

Paolo Maninchedda ha rimarcato la necessità di affrontare la questione legata allo snellimento delle procedure, troppo spesso rallentate «dalle numerose articolazioni dello stato che si trasformano in doppioni».

L’assessore dell’Urbanistica ed Enti locali Cristiano Erriu ha affrontato la questione del governo del territorio, mentre il sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci ha posto l’accento soprattutto, sulla necessità di dare risposte alle istanze dei territori senza correre il rischio di rimanere imbrigliati nelle maglie della burocrazia.

Di regole, iniziative e necessità di nuovi investimenti ha parlato Antonello Cabras che ha ricordato il potenziale del territorio e l’opportunità di una sua valorizzazione.

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Il consigliere di minoranza del Consiglio comunale di Sant’Antioco Massimo Melis (Sant’Antioco attiva) ha presentato un’interrogazione al sindaco, Ignazio Locci, sugli avanzamenti procedurali relativi ai bandi che riguardano la viabilità nel comune di Sant’Antioco.

«Il 5 ottobre 2017, si è tenuto a Cagliari, presso la Presidenza della Regione, una riunione, a cui hanno partecipato l’assessorato dei Lavori pubblici della Regione Sardegna, l’ANAS e i sindaci dei Comuni del Sulcis, per fare il punto sugli avanzamenti procedurali relativi ai bandi che riguardano la viabilità – scrive Massimo Melis in una nota -. La posizione del sindaco Locci, riguardo ai lavori previsti dal Piano Sulcis inerenti la viabilità, Ponte Alto e Circonvallazione, sia stata prima‐durante‐dopo la campagna elettorale, chiaramente contraria; nella sua maggioranza il sindaco detiene da una parte due ex consiglieri comunali di minoranza (oggi uno di loro è assessore), che sul tema, in contrapposizione ai lavori attualmente previsti dal Piano Sulcis, avevano firmato una mozione di sfiducia al sindaco Corongiu. Dall’altra due consiglieri comunali, uno anche assessore nell’Amministrazione Corongiu, e uno attualmente assessore nella Giunta Locci, che hanno difeso aspramente i lavori previsti dal Piano Sulcis inerenti il Nuovo Ponte Alto e la Circonvallazione.»

«Il sindaco nelle Linee Programmatiche di Mandato Quinquennio 2017‐2022 presentate al Consiglio comunale – aggiunge Massimo Melis – ha dichiarato, per quanto riguarda le Infrastrutturazioni del Piano Sulcis, che “Le opere previste nel Piano Sulcis e destinate all’isola di Sant’Antioco sono state calate dall’alto e prevedono la realizzazione di un nuovo ponte e la circonvallazione Sant’Antioco-Calasetta. Il Consiglio comunale antiochense si espresse invece a suo tempo a favore del sottopasso e, di conseguenza, che non si capisce quale sia il ruolo ed il peso dell’Amministrazione cmunale, visto che le indicazioni fornite dall’Assemblea civica sono state letteralmente ignorate dagli organi decisori. Siamo ben consci che da qui alla conclusione dell’iter procedurale passerà parecchio tempo e, per questo, intendiamo ritagliarci quel ruolo decisionale che fino a oggi ci è stato negato. Riteniamo che questa Amministrazione comunale debba partecipare attivamente alle procedure di Via e Vas”.»

Nell’interrogazione, il consigliere di minoranza Massimo Melis invita il sindaco Ignazio Locci a riferire in Consiglio comunale, rispetto alla discussione tenutasi in occasione della riunione del 5 ottobre 2017, presso la Presidenza della Regione Sardegna a Cagliari e, in particolare, per sapere:

«Se il Sindaco ha illustrato, in tale occasione, la stessa posizione espressa al Consiglio comunale con la presentazione delle Linee Programmatiche, riguardo a Ponte Alto e Circonvallazione; nel caso, quanto scritto al punto precedente sia avvenuto, come hanno reagito i partecipanti alla riunione e in particolare come hanno reagito i rappresentati dell’assessorato dei Lavori pubblici della Regione Sardegna; nell’eventualità che il Sindaco abbia omesso di intervenire per far conoscere la nuova posizione del suo Comune, riguardo al tema in oggetto, è importante sapere quali siano i motivi strategici che hanno portato a tale silenzio.»

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«Con la riforma degli Enti locali il Piano Sulcis è ormai superato: da strumento che avrebbe dovuto garantire il rilancio del Sulcis Iglesiente piagato da una crisi senza fine, si è trasformato in uno straccio vecchio che taglia fuori i Comuni dai processi di pianificazione politica. Fatta eccezione per l’opera stradale delegata al Comune di Sant’Anna Arresi, nulla è stato realizzato o cantierato. E certo non basta il tentativo della Giunta regionale di apporre l’etichetta “Piano Sulcis” a qualsiasi iniziativa politica venga realizzata nel territorio, per convincere i cittadini che il progetto di rilancio va avanti.»

A sostenerlo è Ignazio Locci, sindaco di Sant’Antioco, ex vicepresidente del Consiglio regionale. 

«Questo significa una cosa soltanto – aggiunge Ignazio Locci -: che a distanza di circa quattro anni dalla sua sottoscrizione, l’idea Piano Sulcis ha fallito. E con essa ha fallito la sua cabina di regia, un soggetto inconcludente e assente, il cui compito era di garantire il coordinamento delle politiche del Piano, ma i cui risultati non sono stati all’altezza delle aspettative. Per non parlare della scarsa trasparenza delle procedure agli aiuti alle imprese. Sia chiaro che queste considerazioni non rappresentano un attacco al Coordinatore per l’attuazione del Piano Sulcis Salvatore Cherchi, quanto semmai la presa di coscienza di una realtà che è negli occhi di tutti, a parte quelli del centrosinistra alla guida della Regione, a cui si ascrivono gravi responsabilità.»

«A questo punto, se non vogliamo che il Piano Sulcis diventi uno storico fallimento, dobbiamo avere il coraggio di cambiare registro. Bisogna rivedere meccanismi e governance, attribuendo un ruolo, vero, agli Enti locali ed estendendo il campo territoriale a tutto il Sud Sardegna. Sembra, infatti,non esistere, non rientrare negli interessi della Regione, tutto ciò che è collocato al di là dell’area metropolitana di Cagliari. Ecco perché è determinante ampliare i confini territoriali anche in termini di programmazione, e non soltanto sulla carta. Occorre un nuovo patto, dunque, che tenga conto dei neonati assetti territoriali e consenta di applicare le conseguenti strategie di pianificazione. Questa è la nuova sfida. Continuare a parlare di Piano Sulcis è anacronistico. Se ne prenda atto – conclude il sindaco di Sant’Antioco – e si cambi rotta, mettendo i Comuni, una volta per tutte, al centro dei processi decisionali.»

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Il circolo Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale di Sant’Antioco sollecita l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Ignazio Locci ad interventi immediati nel parco giardino cittadino devastato dai vandali.

«Sono decine le segnalazioni che ci sono pervenute da cittadini di Sant’Antioco, soprattutto da genitori, che frequentano il parco giardino nel lungomare di Sant’Antioco, concedendo qualche minuto di svago ai propri figli, nell’area dedicata ai giochi per bambini – scrive in una nota Simone Caddeo, dirigente di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale -. La situazione che si presenta è terrificante: molte parti dei giochi sono state volutamente staccate e/o danneggiate da vandali che, sicuramente, utilizzano l’area la notte per consumare qualche birra e spaccarla per terra. Da area divertimento a stallo assediato dai vandali.»

«E’ la triste realtà emersa durante un sopralluogo fatto dai dirigenti del circolo Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale di Sant’Antioco, insieme all’on. Paolo Truzzu ed al portavoce regionale Salvatore Deidda – aggiunge Simone Caddeo -. I pochi giochi esistenti sono impraticabili e, soprattutto, pericolosi. Sono state portate via alcune altalene, scalini per accedere ad un gioco ed alcune viti sono state allentate o levate.

«Sappiamo che l’Amministrazione comunale sta lavorando per ripristinare il parco e siamo certi che ci riuscirà in breve tempo – conclude Simone Caddeo -, ma chiediamo che l’area venga recintata, controllata e che questi gesti vengano puniti severamente.»

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L’Amministrazione comunale di Sant’Antioco, al fine di assicurare ai cittadini un’ulteriore giornata da destinare alla visita dei propri cari nel cimitero cittadino, ha ritenuto opportuno estendere gli orari di apertura anche al sabato. Il nuovo orario dedicato al pubblico, dunque, così rimodulato prevede un monte ore maggiore rispetto al passato e più consono alle esigenze dell’utenza.

Ne dà notizia, con un breve comunicato, il sindaco Ignazio Locci.

Secondo il nuovo calendario, il cimitero resterà aperto tutti i giorni, eccetto il lunedì, dalle 7.00 alle 13.00, ed il giovedì con orario continuato fino alle 17.00.

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Il presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis, Gianfranco Trullu (sindaco di Perdaxius) e i sindaci di altri 14 Comuni (Calasetta – Antonio Vigo, Carbonia – Paola Massidda, Giba – Andrea Pisanu, Masainas – Ivo Melis, Narcao – Danilo Serra, Nuxis – Pier Andrea Deias, Perdaxius – Gianfranco Trullu, Piscinas – Mariano Cogotti, Portoscuso – Giorgio Alimonda, San Giovanni Suergiu – Elvira Usai, Santadi – Elio Sundas, Sant’Anna Arresi – Teresa Pintus, Sant’Antioco – Ignazio Locci, Tratalias – Marco Antonio Piras, Villaperuccio – Antonello Pirosu), hanno inviato una lettera al prefetto di Cagliari, Tiziana Giovanna Costantino, sul «grave stato di dissesto e di pericolo delle strade provinciali e statali del Sulcis».

«Illustrissimo sig. Prefetto – esordisce la nota – siamo ad illustrarLe il gravissimo stato di dissesto in cui versano le strade provinciali 77, 78 e 80, nonché la Strada Statale 293, che comporta la loro quasi impercorribilità. Vista la riunione svoltasi ieri 5/10/2017, presso l’assessorato dei Lavori pubblici della Regione Autonoma della Sardegna, dove la provincia del Sud Sardegna, nonostante l’invito, non ha partecipato alla riunione; l’ANAS, attraverso i suoi funzionari non ha assolutamente dato alcuna risposta sugli assi viari indicati; si chiede, pertanto, il Vostro immediato ed urgente intervento affinché, tramite un incontro presso la prefettura con la provincia del Sud Sardegna, l’ANAS ed anche con il coordinatore del Piano Sulcis, si possa addivenire ad un’immediata e non più procrastinabile messa i sicurezza dei tratti di strada che oggi, si ripete, sono impraticabili.»

«In difetto, tutte le Amministrazioni comunali – concludono i Sindaci – saranno costrette ad adottare atti che incidono sull’utilizzo delle dette strade, onde evitare la messa in pericolo di tutti i cittadini che le percorrono.»

  

 

          

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Nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale, l’Amministrazione comunale di Sant’Antioco ha organizzato un incontro dibattito sul tema: “Aiuti all’avviamento di attività imprenditoriali extra-agricole nelle zone rurali”. L’evento, rientrante nel PSR 2014-2020, Sottomisura 6.2, si terrà venerdì 6/10/2017, a partire dalle 18.30, presso la sala congressi del Comando Polizia Municipale di Sant’Antioco (via Iglesias, 3).

Il programma dei lavori prevede l’introduzione del sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci, dell’assessore comunale alle Attività produttive Renato Avellino e della consigliera comunale Roberta Manunza. Seguiranno gli interventi della consigliera delegata delle Politiche per lo Sviluppo economico Roberta Manunza; degli esperti PSR dott.ssa Federica Caria ed ingegner Vittorio Addis, nonché dell’agronomo Beppe Bullegas. Dopo le relazioni si aprirà il dibattito.

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Prende il via il progetto di videosorveglianza nei punti nevralgici del centro di Sant’Antioco. Questa mattina, in piazza Italia, è stata installata una telecamera di ultima generazione, attiva tutti i giorni, 24 ore su 24. 

«All’obiettivo primario, consistente nel garantire maggiore sicurezza ai cittadini e contrastare gli atti di vandalismo e di microcriminalità, si accosta una precisa e ragionata funzione preventiva: la collocazione di dispositivi di videoripresa, secondo questa Amministrazione – spiega il sindaco, Ignazio Locci -, può essere un concreto deterrente al verificarsi di episodi di inciviltà nel centro cittadino. Così come risponde a una precisa volontà preventiva l’installazione, attualmente in corso, degli appositi pannelli di segnalazione dell’area videosorvegliata. E, aspetto non meno rilevante, garantisce un ausilio concreto al lavoro di controllo del territorio garantito dalle forze dell’ordine impegnate a Sant’Antioco.»

«Il dispositivo montato questa mattina consentirà non soltanto di offrire una panoramica su piazza Italia, ma estenderà il proprio raggio visivo fino a via Perret, via Roma e via Belvedere. Si tratta del primo intervento di un progetto ben più ampio – conclude Ignazio Locci -, che mira a coprire tutti i punti sensibili della città: gradualmente, infatti, procederemo con l’installazione di analoghi apparati anche in Piazza Umberto, in Piazza Ferralasco e sul Ponte che sormonta l’istmo.»

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«L’ambito unico di gestione della risorsa idrica ha fallito: lo dicono i numeri e gli utenti, lo conferma la politica. Bisogna puntare al miglioramento dei servizi al cittadino mettendo mano alle dimensioni degli ambiti territoriali. Questa è la scommessa in cui credere per fare in modo che i sardi beneficino di un servizio funzionale ed efficiente basato su un rapporto gestore-utente corretto, affidato a personale capace e cortese.»

Lo sostiene, in una nota, Ignazio Locci, sindaco di Sant’Antioco.

«Abbanoa – aggiunge Ignazio Locci – è percepita come un ente farraginoso, distante dalle reali esigenze dei cittadini ma sempre pronto a rivendicare i pagamenti delle fatture. Quanto sottolinea il capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale, Roberto Deriu, è condivisibile. Non possiamo girare la faccia dall’altra parte e far finta che Abbanoa funzioni: il comune di Sant’Antioco accoglie quotidianamente cittadini alle prese con il gigante Abbanoa. Ed è un rapporto impari, in cui i cittadini finiscono sempre per soccombere.»

«Sono molteplici gli obiettivi da raggiungere per garantire agli utenti un servizio accettabile e far sì che Abbanoa non venga vista come un “mostro”. In Sardegna c’è bisogno, infatti, di servizi territoriali ottimali e degni di essere chiamati tali, di uffici puliti ed accoglienti, di risposte agli utenti corrette e certe. Ma per ora abbiamo assistito all’incessante chiusura di uffici periferici, a costanti slacci delle utenze, a fatturazioni irregolari responsabili di cifre esorbitanti nelle bollette. E l’insieme di questi fattori concorre a delineare il quadro di un ente dalla struttura confusa, incapace di essere vicino agli utenti e alle loro esigenze e colpevole della gestione di un servizio inefficiente. Si lavori, dunque, per garantire prestazioni oneste e adeguate alle aspettative dei cittadini. È necessario partire dalla riorganizzazione del territorio, al fine di creare una suddivisione ottimale degli ambiti e superare il concetto dell’ambito unico. Solo partendo da qui – conclude Ignazio Locci – potremo creare un servizio realmente a misura di utente.»