12 January, 2025
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Il consigliere di minoranza del Consiglio comunale di Sant’Antioco Massimo Melis (Sant’Antioco attiva) ha presentato un’interrogazione al sindaco, Ignazio Locci, sugli avanzamenti procedurali relativi ai bandi che riguardano la viabilità nel comune di Sant’Antioco.

«Il 5 ottobre 2017, si è tenuto a Cagliari, presso la Presidenza della Regione, una riunione, a cui hanno partecipato l’assessorato dei Lavori pubblici della Regione Sardegna, l’ANAS e i sindaci dei Comuni del Sulcis, per fare il punto sugli avanzamenti procedurali relativi ai bandi che riguardano la viabilità – scrive Massimo Melis in una nota -. La posizione del sindaco Locci, riguardo ai lavori previsti dal Piano Sulcis inerenti la viabilità, Ponte Alto e Circonvallazione, sia stata prima‐durante‐dopo la campagna elettorale, chiaramente contraria; nella sua maggioranza il sindaco detiene da una parte due ex consiglieri comunali di minoranza (oggi uno di loro è assessore), che sul tema, in contrapposizione ai lavori attualmente previsti dal Piano Sulcis, avevano firmato una mozione di sfiducia al sindaco Corongiu. Dall’altra due consiglieri comunali, uno anche assessore nell’Amministrazione Corongiu, e uno attualmente assessore nella Giunta Locci, che hanno difeso aspramente i lavori previsti dal Piano Sulcis inerenti il Nuovo Ponte Alto e la Circonvallazione.»

«Il sindaco nelle Linee Programmatiche di Mandato Quinquennio 2017‐2022 presentate al Consiglio comunale – aggiunge Massimo Melis – ha dichiarato, per quanto riguarda le Infrastrutturazioni del Piano Sulcis, che “Le opere previste nel Piano Sulcis e destinate all’isola di Sant’Antioco sono state calate dall’alto e prevedono la realizzazione di un nuovo ponte e la circonvallazione Sant’Antioco-Calasetta. Il Consiglio comunale antiochense si espresse invece a suo tempo a favore del sottopasso e, di conseguenza, che non si capisce quale sia il ruolo ed il peso dell’Amministrazione cmunale, visto che le indicazioni fornite dall’Assemblea civica sono state letteralmente ignorate dagli organi decisori. Siamo ben consci che da qui alla conclusione dell’iter procedurale passerà parecchio tempo e, per questo, intendiamo ritagliarci quel ruolo decisionale che fino a oggi ci è stato negato. Riteniamo che questa Amministrazione comunale debba partecipare attivamente alle procedure di Via e Vas”.»

Nell’interrogazione, il consigliere di minoranza Massimo Melis invita il sindaco Ignazio Locci a riferire in Consiglio comunale, rispetto alla discussione tenutasi in occasione della riunione del 5 ottobre 2017, presso la Presidenza della Regione Sardegna a Cagliari e, in particolare, per sapere:

«Se il Sindaco ha illustrato, in tale occasione, la stessa posizione espressa al Consiglio comunale con la presentazione delle Linee Programmatiche, riguardo a Ponte Alto e Circonvallazione; nel caso, quanto scritto al punto precedente sia avvenuto, come hanno reagito i partecipanti alla riunione e in particolare come hanno reagito i rappresentati dell’assessorato dei Lavori pubblici della Regione Sardegna; nell’eventualità che il Sindaco abbia omesso di intervenire per far conoscere la nuova posizione del suo Comune, riguardo al tema in oggetto, è importante sapere quali siano i motivi strategici che hanno portato a tale silenzio.»

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«Con la riforma degli Enti locali il Piano Sulcis è ormai superato: da strumento che avrebbe dovuto garantire il rilancio del Sulcis Iglesiente piagato da una crisi senza fine, si è trasformato in uno straccio vecchio che taglia fuori i Comuni dai processi di pianificazione politica. Fatta eccezione per l’opera stradale delegata al Comune di Sant’Anna Arresi, nulla è stato realizzato o cantierato. E certo non basta il tentativo della Giunta regionale di apporre l’etichetta “Piano Sulcis” a qualsiasi iniziativa politica venga realizzata nel territorio, per convincere i cittadini che il progetto di rilancio va avanti.»

A sostenerlo è Ignazio Locci, sindaco di Sant’Antioco, ex vicepresidente del Consiglio regionale. 

«Questo significa una cosa soltanto – aggiunge Ignazio Locci -: che a distanza di circa quattro anni dalla sua sottoscrizione, l’idea Piano Sulcis ha fallito. E con essa ha fallito la sua cabina di regia, un soggetto inconcludente e assente, il cui compito era di garantire il coordinamento delle politiche del Piano, ma i cui risultati non sono stati all’altezza delle aspettative. Per non parlare della scarsa trasparenza delle procedure agli aiuti alle imprese. Sia chiaro che queste considerazioni non rappresentano un attacco al Coordinatore per l’attuazione del Piano Sulcis Salvatore Cherchi, quanto semmai la presa di coscienza di una realtà che è negli occhi di tutti, a parte quelli del centrosinistra alla guida della Regione, a cui si ascrivono gravi responsabilità.»

«A questo punto, se non vogliamo che il Piano Sulcis diventi uno storico fallimento, dobbiamo avere il coraggio di cambiare registro. Bisogna rivedere meccanismi e governance, attribuendo un ruolo, vero, agli Enti locali ed estendendo il campo territoriale a tutto il Sud Sardegna. Sembra, infatti,non esistere, non rientrare negli interessi della Regione, tutto ciò che è collocato al di là dell’area metropolitana di Cagliari. Ecco perché è determinante ampliare i confini territoriali anche in termini di programmazione, e non soltanto sulla carta. Occorre un nuovo patto, dunque, che tenga conto dei neonati assetti territoriali e consenta di applicare le conseguenti strategie di pianificazione. Questa è la nuova sfida. Continuare a parlare di Piano Sulcis è anacronistico. Se ne prenda atto – conclude il sindaco di Sant’Antioco – e si cambi rotta, mettendo i Comuni, una volta per tutte, al centro dei processi decisionali.»

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Il circolo Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale di Sant’Antioco sollecita l’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Ignazio Locci ad interventi immediati nel parco giardino cittadino devastato dai vandali.

«Sono decine le segnalazioni che ci sono pervenute da cittadini di Sant’Antioco, soprattutto da genitori, che frequentano il parco giardino nel lungomare di Sant’Antioco, concedendo qualche minuto di svago ai propri figli, nell’area dedicata ai giochi per bambini – scrive in una nota Simone Caddeo, dirigente di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale -. La situazione che si presenta è terrificante: molte parti dei giochi sono state volutamente staccate e/o danneggiate da vandali che, sicuramente, utilizzano l’area la notte per consumare qualche birra e spaccarla per terra. Da area divertimento a stallo assediato dai vandali.»

«E’ la triste realtà emersa durante un sopralluogo fatto dai dirigenti del circolo Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale di Sant’Antioco, insieme all’on. Paolo Truzzu ed al portavoce regionale Salvatore Deidda – aggiunge Simone Caddeo -. I pochi giochi esistenti sono impraticabili e, soprattutto, pericolosi. Sono state portate via alcune altalene, scalini per accedere ad un gioco ed alcune viti sono state allentate o levate.

«Sappiamo che l’Amministrazione comunale sta lavorando per ripristinare il parco e siamo certi che ci riuscirà in breve tempo – conclude Simone Caddeo -, ma chiediamo che l’area venga recintata, controllata e che questi gesti vengano puniti severamente.»

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L’Amministrazione comunale di Sant’Antioco, al fine di assicurare ai cittadini un’ulteriore giornata da destinare alla visita dei propri cari nel cimitero cittadino, ha ritenuto opportuno estendere gli orari di apertura anche al sabato. Il nuovo orario dedicato al pubblico, dunque, così rimodulato prevede un monte ore maggiore rispetto al passato e più consono alle esigenze dell’utenza.

Ne dà notizia, con un breve comunicato, il sindaco Ignazio Locci.

Secondo il nuovo calendario, il cimitero resterà aperto tutti i giorni, eccetto il lunedì, dalle 7.00 alle 13.00, ed il giovedì con orario continuato fino alle 17.00.

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Il presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis, Gianfranco Trullu (sindaco di Perdaxius) e i sindaci di altri 14 Comuni (Calasetta – Antonio Vigo, Carbonia – Paola Massidda, Giba – Andrea Pisanu, Masainas – Ivo Melis, Narcao – Danilo Serra, Nuxis – Pier Andrea Deias, Perdaxius – Gianfranco Trullu, Piscinas – Mariano Cogotti, Portoscuso – Giorgio Alimonda, San Giovanni Suergiu – Elvira Usai, Santadi – Elio Sundas, Sant’Anna Arresi – Teresa Pintus, Sant’Antioco – Ignazio Locci, Tratalias – Marco Antonio Piras, Villaperuccio – Antonello Pirosu), hanno inviato una lettera al prefetto di Cagliari, Tiziana Giovanna Costantino, sul «grave stato di dissesto e di pericolo delle strade provinciali e statali del Sulcis».

«Illustrissimo sig. Prefetto – esordisce la nota – siamo ad illustrarLe il gravissimo stato di dissesto in cui versano le strade provinciali 77, 78 e 80, nonché la Strada Statale 293, che comporta la loro quasi impercorribilità. Vista la riunione svoltasi ieri 5/10/2017, presso l’assessorato dei Lavori pubblici della Regione Autonoma della Sardegna, dove la provincia del Sud Sardegna, nonostante l’invito, non ha partecipato alla riunione; l’ANAS, attraverso i suoi funzionari non ha assolutamente dato alcuna risposta sugli assi viari indicati; si chiede, pertanto, il Vostro immediato ed urgente intervento affinché, tramite un incontro presso la prefettura con la provincia del Sud Sardegna, l’ANAS ed anche con il coordinatore del Piano Sulcis, si possa addivenire ad un’immediata e non più procrastinabile messa i sicurezza dei tratti di strada che oggi, si ripete, sono impraticabili.»

«In difetto, tutte le Amministrazioni comunali – concludono i Sindaci – saranno costrette ad adottare atti che incidono sull’utilizzo delle dette strade, onde evitare la messa in pericolo di tutti i cittadini che le percorrono.»

  

 

          

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Nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale, l’Amministrazione comunale di Sant’Antioco ha organizzato un incontro dibattito sul tema: “Aiuti all’avviamento di attività imprenditoriali extra-agricole nelle zone rurali”. L’evento, rientrante nel PSR 2014-2020, Sottomisura 6.2, si terrà venerdì 6/10/2017, a partire dalle 18.30, presso la sala congressi del Comando Polizia Municipale di Sant’Antioco (via Iglesias, 3).

Il programma dei lavori prevede l’introduzione del sindaco di Sant’Antioco Ignazio Locci, dell’assessore comunale alle Attività produttive Renato Avellino e della consigliera comunale Roberta Manunza. Seguiranno gli interventi della consigliera delegata delle Politiche per lo Sviluppo economico Roberta Manunza; degli esperti PSR dott.ssa Federica Caria ed ingegner Vittorio Addis, nonché dell’agronomo Beppe Bullegas. Dopo le relazioni si aprirà il dibattito.

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Prende il via il progetto di videosorveglianza nei punti nevralgici del centro di Sant’Antioco. Questa mattina, in piazza Italia, è stata installata una telecamera di ultima generazione, attiva tutti i giorni, 24 ore su 24. 

«All’obiettivo primario, consistente nel garantire maggiore sicurezza ai cittadini e contrastare gli atti di vandalismo e di microcriminalità, si accosta una precisa e ragionata funzione preventiva: la collocazione di dispositivi di videoripresa, secondo questa Amministrazione – spiega il sindaco, Ignazio Locci -, può essere un concreto deterrente al verificarsi di episodi di inciviltà nel centro cittadino. Così come risponde a una precisa volontà preventiva l’installazione, attualmente in corso, degli appositi pannelli di segnalazione dell’area videosorvegliata. E, aspetto non meno rilevante, garantisce un ausilio concreto al lavoro di controllo del territorio garantito dalle forze dell’ordine impegnate a Sant’Antioco.»

«Il dispositivo montato questa mattina consentirà non soltanto di offrire una panoramica su piazza Italia, ma estenderà il proprio raggio visivo fino a via Perret, via Roma e via Belvedere. Si tratta del primo intervento di un progetto ben più ampio – conclude Ignazio Locci -, che mira a coprire tutti i punti sensibili della città: gradualmente, infatti, procederemo con l’installazione di analoghi apparati anche in Piazza Umberto, in Piazza Ferralasco e sul Ponte che sormonta l’istmo.»

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«L’ambito unico di gestione della risorsa idrica ha fallito: lo dicono i numeri e gli utenti, lo conferma la politica. Bisogna puntare al miglioramento dei servizi al cittadino mettendo mano alle dimensioni degli ambiti territoriali. Questa è la scommessa in cui credere per fare in modo che i sardi beneficino di un servizio funzionale ed efficiente basato su un rapporto gestore-utente corretto, affidato a personale capace e cortese.»

Lo sostiene, in una nota, Ignazio Locci, sindaco di Sant’Antioco.

«Abbanoa – aggiunge Ignazio Locci – è percepita come un ente farraginoso, distante dalle reali esigenze dei cittadini ma sempre pronto a rivendicare i pagamenti delle fatture. Quanto sottolinea il capogruppo del Partito democratico in Consiglio regionale, Roberto Deriu, è condivisibile. Non possiamo girare la faccia dall’altra parte e far finta che Abbanoa funzioni: il comune di Sant’Antioco accoglie quotidianamente cittadini alle prese con il gigante Abbanoa. Ed è un rapporto impari, in cui i cittadini finiscono sempre per soccombere.»

«Sono molteplici gli obiettivi da raggiungere per garantire agli utenti un servizio accettabile e far sì che Abbanoa non venga vista come un “mostro”. In Sardegna c’è bisogno, infatti, di servizi territoriali ottimali e degni di essere chiamati tali, di uffici puliti ed accoglienti, di risposte agli utenti corrette e certe. Ma per ora abbiamo assistito all’incessante chiusura di uffici periferici, a costanti slacci delle utenze, a fatturazioni irregolari responsabili di cifre esorbitanti nelle bollette. E l’insieme di questi fattori concorre a delineare il quadro di un ente dalla struttura confusa, incapace di essere vicino agli utenti e alle loro esigenze e colpevole della gestione di un servizio inefficiente. Si lavori, dunque, per garantire prestazioni oneste e adeguate alle aspettative dei cittadini. È necessario partire dalla riorganizzazione del territorio, al fine di creare una suddivisione ottimale degli ambiti e superare il concetto dell’ambito unico. Solo partendo da qui – conclude Ignazio Locci – potremo creare un servizio realmente a misura di utente.»

 

 

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La modalità di attuazione delle politiche di reimpiego nei Comuni dei lavoratori dell’area Parco Geominerario provenienti dall’ex bacino “Ati-Ifras”, rischia di trasformarsi in una polpetta avvelenata in mano agli stessi Comuni. Enti locali che senza alcun dubbio vorrebbero dare una mano d’aiuto a queste maestranze espulse dal mondo del lavoro, ma che si trovano a fare i conti con una disciplina ferrea che limita gli spazi finanziari a disposizione delle Amministrazioni comunali. Sussistono, infatti, in capo agli Enti locali, gravi problemi nel rispettare le spese dedicate all’assunzione di nuovo personale, anche nel tempo determinato. Nel caso specifico, così come prospettato dalla Regione, la presa in carico dei lavoratori ex “Ati-Ifras” verrebbe conteggiata nel costo generale del personale, originando non pochi problemi alle casse comunali.

Esiste, tuttavia, una soluzione che assicurerebbe da una parte maggiore margine di azione ai Comuni, e dall’altra toglierebbe oneri alla Regione, alleggerendole il carico di responsabilità: si tratterebbe di inquadrare i cantieri dell’area Geoparco nell’ottica dei “cantieri verdi” a valenza ambientale. Questa opportunità offrirebbe agli Enti locali la possibilità di tenere fuori dal conto generale questa spesa. Ma non solo: i Comuni avrebbero così l’occasione per impiegare i lavoratori ex “Ati-Ifras” per più tempo. Altra soluzione: la Regione potrebbe accollarsi i costi di assunzione del personale per poi trasferirlo ai Comuni.

La disciplina varata dalla Giunta regionale, invece, si delinea come una vera e propria scorrettezza istituzionale, in quanto abbandona i Comuni a lottare contro politiche della spesa inflessibili, di fronte a lavoratori che quotidianamente chiedono di essere assunti in Comune. In verità il problema sta proprio nelle scelte sbagliate della Regione. Per questo faccio un appello all’assessore regionale degli Affari Generali Filippo Spanu, al presidente della Regione Francesco Pigliaru, e al direttore dell’Aspal Massimo Temussi, affinché valutino la mia proposta e rivedano queste specifiche politiche del lavoro: non possono scaricare nuovi oneri sui Comuni senza garantire gli strumenti per la loro gestione.

Ignazio Locci

Sindaco del comune di Sant’Antioco

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Fino alla scorsa settimana il motivo di scontro tra minoranza e maggioranza del Consiglio comunale di Sant’Antioco erano le mancate dimissioni di Ignazio Locci dalla carica di consigliere regionale, incompatibile con quella di sindaco. Ieri, dopo che Ignazio Locci ha ufficializzato il suo “addio” all’Aula regionale di via Roma, ad accendere i fuochi è stata una mozione sulle opere del Piano Sulcis (Ponte e Circonvallazione) presentata dal consigliere di Sant’Antioco attiva Massimo Melis, “bocciata” dai consiglieri del gruppo di maggioranza.

«Ciò che accaduto ieri, 18 settembre 2017, durante la votazione per la mozione da me presentata, il 5 di luglio due giorni dopo l’insediamento, sul tema Piano Sulcis, ha dell’incredibile, e la dice lunga su quello che sarà il modus operandi del sindaco Locci – attacca Massimo Melis -. Quello che chiedevo era una netta presa di posizione da parte di tutto il Consiglio rispetto alle opere – ponte alto e circonvallazione -ritenute dai più inutili e perfino dannose per lo sviluppo della nostra città, a vantaggio di una rimodulazione delle risorse del Piano Sulcis da destinare a soluzioni veramente utili per Sant’Antioco, quali la sistemazione del fronte mare, un molo pescatori attrezzato, la realizzazione di un porto turistico da affiancare a quello commerciale esistente rimpiazzando la vecchia baroid con un terminal per le navi da crociera, che stanno facendo le fortune del turismo in città come ad esempio Cagliari, Olbia, è notizia di questi giorni anche Oristano. Inoltre gli interventi per migliorare la viabilità per Calasetta in maniera poco invasiva e migliorare la viabilità per Carbonia.»

«Una volta illustrata la mozione, ho appreso con piacere, dagli interventi della stessa maggioranza (in conformità con le loro stesse linee programmatiche espresse nel punto precedente all’ordine del giorno), che essi stessi erano in linea con la posizione espressa dalla mia mozione – aggiunge Massimo Melis -. Quando siamo giunti alla votazione della proposta, però, il sindaco Locci, dopo un inspiegabile diverbio legato ad un incomprensione con un altro consigliere di opposizione ha repentinamente dichiarato con toni accesi il suo voto contrario, davanti agli sguardi attoniti e sbigottiti dei suoi stessi consiglieri che non hanno potuto far altro che esprimere a loro volta il medesimo voto.»

«Dopo averci, nei mesi precedenti, accusato ripetutamente di essere logorroici e parlare solo dell’incompatibilità del Sindaco oscurando le tematiche che riguardavano lo sviluppo del paese, alla prima occasione di confronto hanno respinto un’istanza che loro stessi condividevano solo per il fatto che non potevano fregiarsi della paternità – sottolinea ancora Massimo Melis -. Il sindaco si è dimostrato ancora una volta decisamente bizzarro e capriccioso, come per stessa definizione attribuitagli dal suo vice Eleonora Spiga nella precedente riunione di Consiglio. Ha palesato insofferenza per il fatto che la proposta arrivasse dall’opposizione, ha di fatto votato contro le sue stesse dichiarazioni di campagna elettorale, in cui, aveva manifestato parere negativo in merito al progetto  ponte e circonvallazione ritenendole opere calate dall’alto. Questo concetto è stato ribadito anche svariate volte nei comunicati in veste di consigliere regionale, talvolta con toni parecchio accesi.»

«Speriamo che la notte gli abbia portato consiglio, che il sindaco abbia riflettuto su quanto successo, e che torni sui suoi passi – conclude Massimo Melis -, prima di causare con le sue prese di posizione un grave danno alla città.»