18 July, 2024
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Sardamag dall'alto 1 copia

«Bonifiche Sardamag, burocrazia battuta. Dopo anni di interminabile attesa, prendono avvio le operazioni di risanamento nelle aree ex Sardamag di Sant’Antioco, affidate a Igea spa.»

Lo scrive in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Ci sono voluti anni e anni di pazienza, sit-in, proteste accorate, sollecitazione da parte della comunità antiochense e dei sindaci (Virginio Locci, Eusebio Baghino, Mario Corongiu), incontri e tonnellate di rassicurazioni fornite a più riprese dall’amministrazione regionale per raggiungere quello che a buon diritto può essere definito un traguardo storico: oggi festeggiamo una vittoria di tutti, soprattutto dei cittadini. Le bonifiche partono e per Sant’Antioco (nonché per l’intero territorio), inizia una nuova pagina. Adesso possiamo concretamente programmare il rilancio dell’isola in chiave turistica mettendo in conto quelle aree, da sempre considerate determinanti a tale scopo.

Questa mattina – aggiunge Locci – una squadra di operai Igea si è insediata nelle terre ex Sardamag per mettere giù i primi tasselli per l’avvio del cantiere e tra domani e lunedì partiranno definitivamente i lavori. Adesso c’è da augurarsi che le operazioni procedano spedite e non ci siano intoppi di alcun tipo. Le risorse sono a disposizione da anni, sono sufficienti per risanare l’intera area in questione e non sono ammessi ostacoli. Ma dobbiamo guardare con fiducia a questa nuova fase, consapevoli che l’impegno di tutti ha prodotto i suoi frutti.»

«Qualcosa si muove, insomma, in questo scenario di desolazione segnato da progetti di rilancio mancati e da una burocrazia incancrenita capace di divorare tutti i buoni propositi. La speranza è che le bonifiche diventino realmente le fondamenta su cui costruire il nostro futuro e, dunque, che i progetti del Piano Sulcis destinati all’isola – conclude Locci – prendano avvio quanto prima.»

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Palazzo Consiglio regionale 44 copia

La Terza commissione del Consiglio regionale ha approvato, con i soli voti favorevoli dei consiglieri della maggioranza, la Manovra 2016-2018 da circa 7.4 miliardi di euro.

Soddisfazione è stata espressa dal presidente del parlamentino del Bilancio, Franco Sabatini (Pd), che ha sottolineato la positiva definizione di quattro nodi centrali che sono stati oggetto di dibattito e confronto non solo tra i componenti la commissione, ma anche della sessione dei lavori dedicata alle audizioni: la sospensione dell’aumento delle imposte Irap e Irpef; il mantenimento del livello degli stanziamenti del fondo unico per gli Enti locali e delle risorse destinate alla politiche sociali, nonché il monitoraggio puntuale e costante dell’andamento del piano di rientro del debito del sistema sanitario sardo che, per il 2016, prevede una riduzione della spesa di circa 66 milioni di euro.

Restano, invece, ancora aperte tre questioni prioritarie che attengono i temi dell’istruzione (l’Università in particolare), il lavoro e la cultura, per le quali si ipotizzano stanziamenti complessivi tra i 30 e i 40 milioni di euro.

Dopo il via libera della commissione c’è da attendere, entro i prossimi dieci giorni, il deposito delle relazioni di maggioranza e di minoranza (Franco Sabatini per il centrosinistra e Ignazio Locci per il centrodestra) e l’ingresso in Aula del disegno di legge sarà stabilito dalla conferenza dei presidenti dei gruppi che è convocata per martedì 8 marzo alle 13 per la programmazione dei lavori del Consiglio.

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Sant'Antioco.

«Sant’Antioco non può farsi sfuggire di mano l’occasione di vedere realizzate le imponenti opere contenute nel Piano Sulcis, tra l’infrastrutturazione dell’isola con la Terra madre e la nuova pianificazione del porto. La partita è troppo importante per lasciarla nella disponibilità di una sola parte politica o, più in generale, di pochi rappresentanti. È una responsabilità immensa, e per questo occorre rendere questa fase procedurale trasparente, informando i cittadini e richiamando la comunità al senso di unità, affinché si raggiunga quella centralità indispensabile per una decisione condivisa. Perché dietro la solita e anche un po’ stantia contrapposizione tra ponte amovibile e ponte fisso, c’è tutto un lavoro di studio, di mediazione e concertazione che i cittadini non vedono e non conoscono, in quanto non sono mai stati coinvolti nel processo. Non si può vanificare il lavoro fatto fin qui dal Coordinamento del Piano Sulcis, che va anzi valorizzato.»

E’ l’appello lanciato oggi da Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia Sardegna, e dai consiglieri comunali del gruppo Città Nuova Gianni Inguscio, Renato Avellino e Giorgio Corsini.

«Il rischio è che si rimanga arenati nella discussione sul nuovo collegamento terrestre tra l’isola e la Sardegna e che si inneschino fenomeni capaci di rallentare il procedimento. E questa è un’ipotesi assolutamente da scongiurare perché ogni giorno che passa sono fondi che “bruciano” (così come dispone il meccanismo di finanziamento per le opere del Piano Sulcis). Gli antiochensi (e non solo) hanno il diritto di essere informati sullo stato dell’arte e devono poter essere coinvolti nelle attività che li riguardano in prima persona, anche grazie a momenti pubblici di condivisione. Questa è un’occasione imperdibile: davanti a noi c’è la possibilità di dare una svolta a Sant’Antioco e a tutto il Sulcis, visto che con queste opere l’isola si candida a ruolo guida di tutto il territorio. Abbiamo, quindi, la possibilità fattiva di attrarre risorse private.

Ma i rischi che tutto sfumi sono concreti. Nessuno li vede, evidentemente, perché si è rimasti bloccati nella contrapposizione sulla tipologia di infrastruttura da realizzare in sostituzione dell’attuale ponte (sembra, insomma, che il Piano Sulcis sia soltanto questo), anche a causa di chi, certamente in buona fede, fino a oggi non ha creato alcuna occasione di condivisione. Ma, ripeto, la partita è troppo grande per non coinvolgere i cittadini: confido nell’individuazione di momenti di confronto pubblico con lo scopo di rendere questa fase trasparente, nonché un’occasione di partecipazione. Si lavori per trasformare questo delicato momento in opportunità di lavoro per il tanto atteso rilancio economico del nostro territorio. Uniti e non divisi. Informati e non ignorati – concludono Ignazio Locci, Gianni Inguscio, Renato Avellino e Giorgio Corsini -, partecipi al destino di questa meravigliosa Isola.»

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Luigi Arru 2

L’assessore della Sanità Luigi Arru ha illustrato alla sesta commissione (Sanità-Politiche sociali) presieduta dall’on. Raimondo Perra (Psi), la delibera della Giunta riguardante gli interventi di prima accoglienza riservati ai minori.

«Con queste misure – ha spiegato Luigi Arru – diamo una risposta alla problematica particolare legata alla presenza di minori migranti non accompagnati e senza punti di riferimento famigliari, in stretta collaborazione con la Procura ed il Tribunale dei minori.»

«Si tratta in sostanza – ha aggiunto l’assessore Arru – di individuare le strutture in cui potranno essere ospitati i minori per un periodo massimo di 60 giorni in attesa, quindi, di una collocazione più stabile; oltre al censimento delle strutture, il provvedimento contiene anche i requisiti dei centri come i parametri relativi al rapporto fra spazi disponibili e numero di ospiti fino ad un massimo di 15 e del personale specializzato autorizzato ad operare (psicologi, educatori ed altri). Per quanto riguarda le risorse necessarie – ha concluso Arru – le nostre proiezioni si aggirano attorno ai 400.000 euro per il 2016; a questo impegno si farà fronte prevalentemente attraverso fondi specifici dello Stato assegnati alle Prefetture mentre una quota di circa un terzo sarà a carico della Regione e sarà coperta da risorse nazionali e comunitarie destinate alle politiche di inclusione attiva; in totale la spesa pro-capite sarà di circa 70 euro al giorno.»

Nel dibattito, hanno preso la parola i consiglieri regionali Lorenzo Cozzolino e Rossella Pinna del Pd, Ignazio Locci ed Edoardo Tocco di Forza Italia, Peppino Pinna dell’Udc, Augusto Cherchi di Sdl ed Emilio Usula di Soberania-Indipendentzia.

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Firma del Piano Sulcis 2 copia

Il Piano Sulcis è uno strumento, non la soluzione. Prendiamo atto che, seppur molto lentamente, per il presidente della Regione Francesco Pigliaru i progetti contenuti nel Piano si stanno attuando (sarebbe tuttavia bene attendere il giudizio dei cittadini, prima di rallegrarsi), ma dobbiamo andare oltre, cercando risorse da investire in nuove strategie. Non possiamo accontentarci di bonifiche (il minimo per un territorio consacrato per anni all’industria e poi abbandonato al suo destino, e peraltro ancora ferme) e infrastrutture, che ci spettano di diritto e non sono una gentile concessione dei governi regionale e nazionale, giacché i nostri collegamenti sono da terzo mondo. Il Piano Sulcis non ha fatto altro che mettere a sistema risorse che erano già del Sulcis. Nessun regalo, insomma, né un premio, bensì qualcosa di scontato. È forse necessaria una norma speciale per accelerare le procedure? Bene, la si faccia ma si abbia il coraggio di guardare avanti, superando l’impostazione che ci ha portato al Piano. Lavoriamo per normalizzare la situazione, creando quelle condizioni in cui fare impresa nel Sulcis non sia un azzardo bensì un’opportunità. È vero che i cantieri (tra bonifiche e infrastrutture) sono determinanti per un primo passo verso il rilancio, ma dobbiamo proiettarci in direzione di una nuova programmazione che non può essere fatta solo con le risorse. È necessario cambiare il sistema, stravolgendolo dalle basi. E i temi chiave, intimamente legati tra loro, sono: semplificazione e nuova pianificazione urbanistica dedicata al territorio; cultura; fiscalità di vantaggio non più a tempo; valorizzazione dell’agricoltura.

Quanto al primo punto, guardiamo a una grande partita aperta sull’urbanistica e sull’edilizia, che in qualche modo faccia convergere su una soluzione unica per il Sulcis Iglesiente. Non, tuttavia, una grande deroga per il territorio in merito a PPR e Legge urbanistica regionale, sebbene nei lavori di preparazione del Piano, Pigliaru e Paci avessero addirittura avanzato l’ipotesi di venire meno al Piano Paesaggistico Regionale. Parliamo invece di poter discutere le regole dell’edilizia e dell’urbanistica per proiettarci verso il “dopo Piano Sulcis”, con lo scopo di attrarre risorse private e non più (finalmente) soltanto pubbliche.

Seconda questione: investire nella cultura creando una grande cittadella dell’archeologia nel triangolo Sant’Antioco, Sirai, Parco Geominerario, per la ricerca e la ricettività: fare sistema per dare vita a un altro soggetto votato alla ripartenza.

Fiscalità di vantaggio: non più uno strumento concepito a tempo, ma duraturo. Così come è oggi, infatti, non è sufficiente: la fiscalità va resa strutturale. Come? È necessario che il gettito ottenuto dalla Regione per la compensazione della fiscalità delle imprese del Sulcis, venga utilizzato per creare un fondo rotativo che dia continuità nel tempo. Anche perché questi erano i patti a suo tempo sottoscritti. E, vista la dimensione delle nostre imprese (soprattutto autoimprenditorialità), si deve consentire anche al titolare dell’azienda di poter compensare la propria fiscalità.

Infine, la questione agricoltura. Si lavori per raddoppiare la superficie infrastrutturata delle campagne: ciò vuol dire portare l’acqua nella zona di Perdaxius, Sant’Anna arresi, Narcao. Insomma, là dove oggi l’acqua non arriva e dove fare agricoltura, a prezzi di mercato, è praticamente impossibile.

Per questa nuova fase la spinta deve venire dai cittadini. Passiamo a un’altra era, dando al Sulcis Iglesiente l’opportunità di camminare con le proprie gambe senza dover ricorrere alla stampella dell’aiuto pubblico. Il nostro territorio deve diventare un nuovo modello Salento. Ma per fare questo dobbiamo superare la mentalità “Piano Sulcis”.

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna

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«Che fine ha fatto il progetto di ristrutturazione e messa a norma delle abitazioni di proprietà di Area, in via Baden Powell a Sant’Antioco?»

Lo chiede Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia ed ex consigliere del comune isolano.

«Non si capisce come mai – aggiunge Ignazio Locci –, nonostante ci siano i fondi (circa 900 mila euro) e l’Azienda regionale di edilizia abitativa abbia regolarmente ottenuto la concessione edilizia dagli uffici tecnici comunali quasi quattro anni fa (estate 2012), i lavori non abbiano ancora preso avvio. Quanto tempo ancora dovranno attendere gli abitanti delle palazzine (strutture in condizioni di evidente degrado) per ottenere il diritto di vivere in case dignitose?»

Sant'Antioco 73 copia

 

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«La Regione ha risolto unilateralmente il contratto con Ati-Ifras e, così, un esercito di ben 527 operai rischia di finire in mezzo a una strada. Con una comunicazione stringata ma di enorme drammaticità, l’assessorato regionale al Lavoro ha reso noto alla società che la «scadenza della convenzione è confermata improrogabilmente al 31 dicembre 2016. Una mazzata che rischia di ripercuotersi in primis sui lavoratori, e in secondo luogo sulle attività (interventi principalmente di tipo ambientale) svolte da Ati-Ifras.»

Lo scrive in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia Sardegna.

«Ifras – aggiunge Ignazio Locci – è un consorzio di imprese che ha preso in carico 527 dipendenti provenienti dal mondo dell’industria e delle miniere (principalmente Lsu) e che, oltre al rapporto di lavoro con la Regione (principale commessa), ha stipulato convenzioni con diversi enti locali per la cura del verde pubblico e il ripristino ambientale. Il rischio è che la fine del rapporto con la Regione obblighi il consorzio di imprese a licenziare tutta (o quasi) la forza lavoro.»

«Il pericolo che si scriva un’altra drammatica pagina nel mondo del lavoro in Sardegna è più che concreto. E mi chiedo – conclude Ignazio Locci – se la Regione abbia delineato una strada per assicurare i servizi fino a oggi svolti da Ati-Ifras e, soprattutto, l’eventuale ricollocamento delle maestranze. Sarebbe gravissimo il contrario.»

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SP 2 a Barbusi 1

Con la delibera n. 11 del 09.02.2016 (convenzione per l’installazione e la gestione dell’impianto “autovelox mobile” sulle strade provinciali n° 2 e n° 86 nel territorio del comune di Villamassargia) l’ex Provincia di Carbonia Iglesias dà il via libera agli autovelox mobili sulle strade provinciali in prossimità di Villamassargia, quelle quotidianamente battute da chi si reca a Cagliari per ragioni di lavoro o studio. Alla base di questa decisione: la prevenzione degli incidenti stradali e, più in generale, ragioni di sicurezza, così come si evince dalla delibera. Tuttavia, sono convinto che la vera motivazione sia quella di fare cassa, racimolando soldi che poi verranno equamente spartiti con il Comune di Villamassargia.

Non è con l’autovelox (o non soltanto) che si garantisce maggiore sicurezza. Per rendere le strade sicure occorre intervenire nei punti più critici, operazioni che la ex Provincia, oggi commissariata, non fa. Perché l’ente non interviene mettendo in sicurezza la SP 2, nella quale la segnaletica è inesistente e non è presente la barriera divisoria delle carreggiate? Perché non interviene, la Provincia, nei vari incroci a raso che si trovano nel Comune di Villamassargia?

Dopo i disagi alla circolazione per la ristrutturazione del ponte di Barbusi, consegnato con anni di deprecabile ritardo; dopo le rotonde su tutta la Statale 126 costruite con tempi biblici, adesso arrivano gli autovelox. Questo tentativo maldestro di fare cassa da dividere tra due enti (uno peraltro praticamente chiuso, o aperto se si tratta di raggranellare qualche soldo) ricadrà esclusivamente sui pendolari del Sulcis che ogni giorno raggiungono Cagliari.

Il commissario dell’ex Provincia revochi immediatamente la delibera in questione e si impegni per intervenire nelle strade di sua competenza; il comune di Villamassargia, invece, metta a disposizione una pattuglia di polizia locale per fare prevenzione e garantire la sicurezza.

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna

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«Ben 17 milioni di euro in meno per l’erogazione di provvidenze a favore di talassemici, nefropatici, linfopatici ed emofilici; per il trasporto dei disabili, per il pagamento delle rette di ricovero per l’assistenza residenziale ed erogazione dei sussidi a persone affette da patologie psichiatriche (cosiddetta legge 20). Dallo stanziamento di 47 milioni di euro del 2015 si è passati ai 30 previsti per il 2016. Una mannaia che ancora una volta si abbatte sugli ultimi, sulle persone in difficoltà.»

La denuncia arriva da Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Con la Finanziaria 2016 – aggiunge Locci – la Giunta dei professori conferma di voler andare dritta sulla sua strada armata esclusivamente di calcolatrice e cesoia. E poco importa se a farne le spese saranno i cittadini. Un taglio di risorse che si tramuterà in un immenso problema per gli Enti locali, che rischieranno di non poter fronteggiare le esigenze degli aventi diritto. Noi ci opponiamo a questa politica dei tagli che ormai contraddistingue l’operato del centrosinistra, e nelle sedi opportune cercheremo di dare il nostro contributo affinché si ripristino i fondi necessari. Siamo inoltre convinti – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco – che sia necessario mettere comunque mano al sistema per riformarlo ed eliminare le sacche di abuso, soprattutto quelle della legge 20, ovvero dei sofferenti psichici.»

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L’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, e i commissari delle aziende sanitarie e delle due aziende ospedaliero universitarie, sono stati sentiti in audizione dalle commissioni Bilancio e Sanità del Consiglio regionale, per l’esame delle problematiche relative al piano di rientro del debito, alla luce degli obiettivi di riduzione dei costi in capo ai commissari di Asl e Aziende ospedaliere universitarie e dell’aumento delle aliquote Irpef e Irap, nonché al controllo e al monitoraggio “stretto” della spesa sanitaria, vista la sua incidenza sul bilancio regionale.

In apertura dei lavori, il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), nel rimarcare l’incidenza della spesa sanitaria («vale la metà dell’intero bilancio regionale») ha definito una “vera emergenza” l’esigenza non più derogabile di tenere sotto controllo costi e impegni ed ha annunciato la presentazione di un emendamento per migliorare il livello e la qualità delle informazioni che, in proposito, devono essere trasmesse al Consiglio regionale. «Proporrò – ha spiegato Sabatini – che ai sensi della legge n. 5/2015 l’assessore della Sanità riferisca trimestralmente anche alla Terza commissione e non soltanto a quella competente per materia, sul monitoraggio della spesa e sul piano di rientro, mentre entro il 30 giugno 2016, dovrà esserci la relazione sull’andamento della spesa delle Asl e delle Aou».

Il presidente della commissione Sanità, Raimondo Perra (Socialisti), ha quindi invitato l’assessore a confermare l’entità del disavanzo che sembra attestarsi introno ai 399 milioni di euro ed ha altresì auspicato un’indicazione realistica sul peso dell’aumento dell’aliquota Irap nei bilanci delle singole Asl, che già nel 2015 hanno sostenuto maggiori oneri rispetto al 2014, a causa del primo incremento dell’imposta.

L’assessore, nel corso del suo articolato intervento, supportato dal direttore generale dell’assessorato, Giuseppe Sechi, ha illustrato i capitoli e le dotazioni di bilancio di competenza ma in premessa ha comunicato ai consiglieri, che nelle ore che hanno preceduto l’audizione, è stato particolarmente impegnato “per scongiurare il rischio commissariamento, da parte del ministero della Salute, sul piano di eradicazione della peste suina africana in Sardegna”.

In ordine al Bilancio 2016, l’assessore Arru ha preliminarmente osservato che rispetto al disavanzo stimato per il 2015, pari a 399 milioni, nel consuntivo dell’ultimo trimestre 2015 si è registrato un risparmio di 50 milioni, frutto – a suo giudizio – delle «buone pratiche nel frattempo introdotte».

Per il 2016 il fabbisogno dell’assessorato della sanità è quantificato in 3.280.115.000 di euro, a fronte di uno stanziamento in bilancio pari a 3.127.800.000 (meno 152 milioni di euro) mentre la richiesta di 300 milioni per la copertura del disavanzo è stata soddisfatta fino alla cifra di 280 milioni di euro. Restano, invece, senza stanziamento il saldo per la mobilità sanitaria interregionale relativa agli esercizi pregressi (fabbisogno 25.721.000 euro) e la quota integrativa per il trasferimento alle Asl delle risorse vincolate agli obiettivi prioritari (fabbisogno 10.823.000). Nella relazione dell’assessorato sono invece definite “voci sottostimate” lo stanziamento di 7 milioni per le borse di studio per la frequenza delle scuole di specializzazione (fabbisogno di 10 milioni); le integrazioni per lo svolgimento dell’assistenza sanitaria penitenziaria (2 milioni e mezzo a fronte di una richiesta di 4 milioni e 900mila ) e le spese per investimenti (stanziati 5 milioni su 29.654.000 richiesti).

Il taglio per le politiche sociali, per l’anno 2016, ammonta invece a poco più di 32 milioni di euro (210.547.000 contro i 242.592.000 del 2015) e sono ridotti di 17 milioni (30 milioni su 47 milioni) i finanziamenti per le cosiddette leggi di settore (provvidenze per talassemici, linfopatici, emofilici, nefropatici, trasporto handicappati, sussidi a persone affette da patologie psichiatriche) e di 10 milioni quelli a valere sulla legge 162/98, mentre sale a 14 milioni di euro la riduzione al fondo per il sistema integrato dei servizi alla persona (finanziamento Plus: da 24 milioni a 20 milioni per il 2016).

«Serve fare delle scelte – ha detto l’assessore – ma non può più passare il messaggio che la sanità sarda è un buco nero, mentre è vero che la sanità costa e che il mio compito è quello di qualificare la spesa.»

L’assessore, nel richiamare l’innalzamento dell’età media di vita anche nell’Isola e la particolare incidenza di alcune malattie, come ad esempio la sclerosi multipla, ha evidenziato l’incremento della spesa nei farmaci per l’epatite di tipo “C” ed ha auspicato la presa in carico da parte del sistema sanitario nazionale dei 50mila euro che la Regione spende per i farmaci innovativi.

Il responsabile della Sanità ha quindi riconosciuto come un “problema” per il contenimento dei costi, quelli relativi al personale ed alla spesa farmaceutica ed ha richiamato gli obiettivi di riduzione della spesa, imposti ai commissari delle Asl e delle Aou, per conseguire nel prossimo triennio risparmi pari a 330 milioni di euro, dei quali 62 milioni di euro nel 2016 (24 milioni sui farmaci territoriali; 12 milioni su farmaci ospedalieri; 17.300.000 euro su l’efficientamento degli ospedali, altri 3 milioni per l’efficientamento del territorio e 3 milioni su integrativa e protesica).

Luigi Arru ha concluso ponendo in rilievo l’urgenza della riorganizzazione della rete ospedaliera sarda ed ha dichiarato: «Senza le prerogative che ci derivano dall’essere regione autonoma, saremmo stati obbligati dal governo a fare fronte al disavanzo in sanità con l’aumento di Irap, Irpef e l’introduzione dei ticket».

I consiglieri della minoranza intervenuti (Edoardo Tocco, Fi; Giorgio Oppi, Udc; Ignazio Locci, Fi; Paolo Truzzu, FdI; Christian Solinas, Psd’Az;) hanno evidenziato come  dal quadro dei conti esposto dall’assessore si evince uno sbilanciamento di 172 milioni di euro, qualora il governo si faccia carico dei 50 milioni per i rimborsi dei farmaci per l’epatite “C” e se le Asl riusciranno a realizzare 62 milioni di risparmi nel 2016. I consiglieri dell’opposizione, nel merito del disavanzo, hanno inoltre rimarcato come manchi dalla previsione di sbilanciamento, l’incidenza dell’aumento dell’aliquota Irap che appesantirà i bilanci delle Asl per il 2016 nonchè la mancata quantificazione del costo delle anticipazioni finanziarie a cui hanno fatto ricorso le aziende sanitarie nell’ultimo trimestre 2015.

I consiglieri della maggioranza (Gigi Ruggeri, Pd; Annamaria Busia, Cd; Luca Pizzutto, Sel; Augusto Cherchi, Pds; Roberto Desini, Cd; Emilio Usula, Rossomori; Gianfranco Congiu, Pds; Pietro Cocco, Pd; Daniele Cocco, Sel; Rossella Pinna, Pd) hanno posto l’accento sui costi per il personale, sulle attività legate alla prevenzione e sulle conseguenza negative che deriverebbero dalla conferma dei tagli sul sociale.

A seguire i commissari dell’Asl 1 (Sassari), Agostino Sussarellu; dell’ Asl 2 (Olbia), Paolo Tecleme; dell’Asl 3 (Nuoro), Mario Palermo; dell’Asl 4 (Lanusei), Fabrizio Argiolas; dell’Asl 5 (Oristano), Maria Giovanna Porcu; dell’Asl 6 (Sanluri), Maddalena Giua; dell’Asl 7 (Carbonia), Antonio Onnis; dell’Asl 8 (Cagliari), Savina Ortu; dell’Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari, Giorgio Sorrentino; dell’Azienda ospedaliera universitaria di Sassari, Giuseppe Pintor; hanno illustrato ai componenti la Terza e l’Ottava commissione le rispettive azioni poste in essere per conseguire gli obiettivi di contenimento dei costi (62 milioni di euro per il 2016, 128 milioni nel 2017 e 138 milioni nel 2018) stabiliti nella deliberazione della giunta regionale n.62/24 del 15 dicembre 2015.

I commissari, pur con alcuni distinguo legati alle peculiarità gestionali delle rispettive aziende, si sono detti fiduciosi nel conseguimento degli obiettivi di spending review fissati dall’esecutivo regionale ed hanno mostrato particolare ottimismo in riferimento ai risparmi che deriveranno dalle cosiddette “gare uniche” per le forniture di servizi e materiali alle diverse Asl dell’Isola.