18 July, 2024
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«Il voto contrario dell’Amministrazione comunale di Carbonia al progetto di riordino del sistema sanitario del Sulcis Iglesiente promosso dal commissario straordinario della ASL 7 Antonio Onnis, mette in luce il forte dissenso su un Piano che, anziché migliorare la Sanità del territorio, cancella i servizi e riduce drasticamente le prestazioni mediche a discapito dei cittadini.»

Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«E se Carbonia, al di là della polemica sul punto nascite, alza la testa di fronte agli evidenti soprusi perpetrati da Onnis con la complicità di una Giunta regionale che, freddamente, ragiona solo con la calcolatrice disinteressandosi della reale domanda di salute – aggiunge Ignazio Locci -, spiace constatare che buona parte dei sindaci (fatta eccezione per qualche astenuto) ha detto sì, perché evidentemente non consapevole di quanto stia accadendo alla Sanità locale.»

«Personalmente resto fermamente convinto che il progetto della dirigenza della Asl 7 sia quanto di più nocivo si potesse immaginare – sottolinea ancora il consigliere regionale di Sant’Antioco -: manca un sistema di riorganizzazione territoriale serio e rispondente alle reali esigenze; spariscono alcuni reparti; si cancellano strutture periferiche; ma, soprattutto, si tagliano 140 posti letto. E sembra assurdo che i sindaci della provincia, che dovrebbero tutelare i diritti dei propri cittadini, hanno dato il proprio assenso a un programma che prevede la dismissione del sistema sanitario del Sulcis Iglesiente.»

«Auspico la rimozione del commissario Antonio Onnis, che ha abbondantemente dimostrato la sua incapacità di riordinare il sistema (si veda la vicenda Adi del Sulcis, conclusa – per fortuna – con un passo indietro compiuto dalla dirigenza dopo le vibranti e legittime proteste dei pazienti assistiti) – conclude Ignazio Locci – e l’intervento diretto dell’assessore alla Sanità Luigi Arru, affinché valuti le reali necessità di questo territorio.»

Ospedale Sirai 1 copia

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«La caratura di un uomo che siede in cima alle istituzioni si misura in ogni istante dell’agire politico e, soprattutto, in corrispondenza di momenti critici. È quindi doveroso che il presidente della Regione Francesco Pigliaru, nel pieno dell’emergenza migranti (politica, umanitaria, etica) abbia un sussulto di dignità e si imponga nei confronti di un governo centrale che intende trasformare la Sardegna in una nuova terra di sbarco per le migliaia di disperati che fuggono da guerre, miseria, fame e disperazione.»

Lo scrive in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Della stucchevole retorica di facciata, condita di lessico della fratellanza con quella dose di pietas da parabola evangelica che non manca mai – aggiunge Locci -, non sappiamo che farcene. E i sardi, tutti i sardi, non sanno che farsene. Questo non è il tempo delle teorie dell’astratta dialettica, quanto semmai dell’azione, della prassi, della concretezza. Delle risposte a quelle domande che il direttore de L’Unione Sarda Anthony Muroni ha posto a Governatore e Prefetto e che noi sottoscriviamo in toto, traducendole in un’interpellanza rivolta al presidente Pigliaru.»

»Nessuno si azzardi a scambiare (astutamente) la richiesta di delucidazioni con lacuna di sensibilità verso l’emergenza che imperversa oltre il Mediterraneo – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco -, nessuno osi colorare di cinismo (da parte nostra) il bisogno impellente di essere messi al corrente delle intenzioni di coloro che ci governano.»

Ignazio Locci 1 copia

«La difesa della Tonnara sia la priorità irrinunciabile del Distretto del tonno, l’unica strada percorribile per salvaguardare un autentico patrimonio italiano. Obiettivo: tutela della memoria storica delle tonnare del Sulcis e un’attenta gestione del tonno rosso del Mediterraneo, costantemente sotto minaccia dai provvedimenti fortemente restrittivi dell’Unione Europea. Ogni altra operazione, sia chiaro, è da considerarsi assolutamente velleitaria.»

Lo ha detto oggi Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Il rischio – ha aggiunto Locci – sempre più concreto, infatti, è che certuni ottengano consulenze pagate profumatamente millantando contatti con fantomatici centri di ricerca. Bisogna smetterla di concedere credito a certi personaggi che mettono a rischio la credibilità di un progetto su cui è bene tutti si impegnino senza distinzioni di sorta. Ecco perché è doveroso che le amministrazioni locali vigilino affinché non vi siano cavalli di Troia pronti a giocare qualche partita per conto di gruppi siciliani intenzionati a mettere le mani su un patrimonio unico in Italia e determinante per l’economia del territorio del Sulcis Iglesiente sin dai tempi dei Fenici.»

 Girotonno Mattanza 1

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«L’assessore regionale della Programmazione Raffaele Paci rispetti gli impegni e trasferisca immediatamente ai Comuni i soldi del Fondo Unico non ancora erogati. Il fatto che il sistema di bilancio della Regione si regga su meccanismi differenti da quelli che disciplinano i Comuni, infatti, ha creato un cortocicuito che annulla le certezze del Fondo Unico (legge N° 2 del 2007) e crea seri problemi nella programmazione degli enti locali, che oggi fanno i conti con l’assenza proprio di quelle risorse su cui avevano fatto affidamento. E il risultato è negli occhi di tutti: dopo otto mesi di esercizio finanziario, sia l’ultima tranche del 2014, che quella relativa alla prima parte del 2015 non sono state trasferite ai Comuni dell’Isola.»

Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Il bilancio armonizzato, allo stato attuale, è pura follia. In sostanza, il nuovo sistema (che i professori hanno voluto adottare nell’immediato nonostante avessero facoltà di farlo in futuro, così come avvenuto per altre Regioni a statuto speciale) ha cancellato l’utilità della norma che aveva istituito il Fondo Unico. Ed è inaccettabile – conclude Locci – che la conseguenza sia una Regione matrigna che stabilisce, dopo la conferenza con gli enti locali (sulla quale, tuttavia, non esistono ancora criteri certi) modalità e tempi per l’erogazione dei soldi del Fondo Unico.»

Palazzo del Consiglio regionale A

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Il Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge n. 249 (Pietro Cocco e più) “Variazioni urgenti al bilancio della Regione per l’anno 2015, proroga di termini e disposizioni varie” e la proroga dei commissari delle Aziende sanitarie e del commissario di Area.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito l’Assemblea ha iniziato l’esame dell’ordine del giorno con la proposta di legge n. 249 (“Variazioni urgenti al bilancio della Regione per l’anno 2015, proroga di termini e disposizioni varie”) che è arrivata all’attenzione del Consiglio in base alla procedura d’urgenza prevista dall’art. 102 del regolamento.

Il consigliere Mario Floris (Uds-Misto), intervenendo sull’ordine dei lavori, ha ricordato che «fin dall’inizio della legislatura, augurando a tutti buon lavoro, avevo auspicato la fine della pratica del 102 che non si può chiedere su ogni cosa; fu pensato per grandi emergenze come le calamità naturali, mentre oggi si fanno pasticci e si infilano nella legge emendamenti che non c’entrano nulla; è tutto un sistema che va rivisto perché altrimenti i consiglieri regionali non sono nelle condizioni di esprimere una valutazione compiuta sui singoli provvedimenti, si tratta di un problema che va urgentemente affrontato in sede di Giunta per il regolamento».

Il presidente Ganau ha riposto assicurando che il problema dell’iter delle leggi regionali sarà sottoposto alla Giunta per il regolamento subito dopo la pausa estiva.

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha precisato che il provvedimento in esame sostituisce un analogo disegno di legge della Giunta che interveniva sugli stessi temi: fondi per il trenino verde, proroga dei termini per i contratti dei precari delle province, misura di particolare urgenza dopo i pesanti tagli dello Stato che hanno ridotto significativamente le entrate degli enti.

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha osservato che «francamente sarebbe stato giusto aspettarsi provvedimenti più corposi ed importanti per l’economia della Sardegna; abbiamo invece di fronte interventi minimi, a cominciare dalla scelta dei precari da sostenere che appare riduttiva rispetto alla grande complessità del tema, perché non è che quelli della provincia di Cagliari debbano avere un trattamento di favore». Riprendendo alcuni passaggi del dibattito svolto nelle commissioni, Locci ha parlato di «vicende scandalose sulle procedure di reclutamento dei precari nella pubblica amministrazione regionale; dovremo perciò occuparci a fondo di questi temi, mentre il Consiglio fa di tutto tranne che affrontare i nodi strutturali della Sardegna». La Giunta, dal canto suo, ha lamentato il consigliere, «è immobile soprattutto nei confronti degli Enti locali; la spesa è ferma e i Comuni aspettano ancora i soldi della seconda metà del 2014 e siamo ad agosto del 2015, di qui i forti dubbi rispetto ad obiettivi del provvedimento in esame che rischia di essere l’ennesima legge che non produrrà nessun risultato».

Il consigliere Walter Piscedda (Pd) si è detto «abbastanza d’accordo con Locci, nel senso che la vicenda del precariato va messa a regime e l’argomento va affrontato di petto anche in vista della riforma degli Enti locali, altrimenti non saremo credibili; non bisogna interpretare il precariato a seconda delle circostanze ma definire un intervento organico che comprenda, ad esempio, anche quelli di Csi e Cesil che non possono essere esclusi, magari facciamo qualche sponsorizzazione sportiva in meno ma bisogna farlo».

Il consigliere del Psd’Az, Christian Solinas, ha affermato che «siamo davanti a questo generoso contributo al caos normativo regionale, ad un provvedimento omnibus che non affronta nessun nodo della crisi che grava sulla Sardegna, si continua ad affrontare i problemi in modo parcellizzato e a rastrellare risorse da una parte e dall’altra, a formulare proposte che polverizzano l’ordinamento regionale». L’art.2, ha aggiunto Solinas entrando nel merito della legge, «è di dubbia illegittimità perché introduce la figura del commissario a vita prevedendo questa figura fino all’insediamento dei nuovi organi di Area, così si prefigura una patologia del sistema e, se questa è la qualità legislativa del nostro Consiglio, serve davvero una riflessione di tutti».

Il consigliere Michele Cossa (Riformatori sardi) ha ricordato che «questa legge arriva dopo l’approvazione della riforma della pubblica amministrazione che pone molti problemi nuovi, dalla licenziabilità dei dirigenti alla cancellazione segretari comunali, dalla riduzione del numero delle prefetture al taglio delle camere di commercio; ebbene, di fronte a tutto questo noi con un 102 rattoppiamo qualche situazione rinviando a chissà quando le soluzioni vere, seguendo il solito sistema della politica che non decide ma prima o poi, ad iniziare dai precari, si dovrà arrivare ad un redde ratione». Un modo di legiferare che non ci piace, la nostra Regione come è nel mirino come tutte le Regioni speciali e per questo dovremo impegnarci a fare ove possibile meglio dello Stato, sta accadendo il contrario, a volte con scelte discutibili ma sta accadendo e noi siamo in retroguardia

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha criticato la legge perché indice, a suo avviso, «di una capacità insufficiente di legiferare e di un grave difetto di programmazione, della mancanza di un orizzonte preciso rispetto alle cose da fare; noi siamo qui per senso di responsabilità ma va ricordato che su molte cose la maggioranza doveva intervenire prima a cominciare dai precari delle società in house dei Comuni che, al pari di quelli della Province, non possono essere dimenticati».

Il consigliere Angelo Carta (Psd’Az) ha detto polemicamente che «non si finisce mai di imparare; ho dato come capogruppo il mio assenso ad un testo diverso da quello arrivato in Aula, che contiene una sorta di cavallo di troia perché nel frattempo stanno arrivando altri emendamenti ma non si può saltare a piè pari il dibattito ed il confronto in commissione; la procedura seguita non è condivisibile e mi chiedo se in futuro darò nuovamente il assenso all’applicazione dell’art. 102».

Il capogruppo di Sel Daniele Cocco, nel condividere gli argomenti de collega Carta, ha assicurato che l’art.102 sarà applicato solo per le vere urgenze sottolineando che, «l’accordo della conferenza dei capigruppo è stato costruito con questo scopo e con questi obiettivi».

Il capogruppo del Pd Pietro Cocco ha dichiarato che «ciò che è arrivato in Aula è solo quanto concordato con i capigruppo, mentre sui precari si è fatto un discorso ad ampio raggio ma ovviamente non tutte le situazioni potevano essere ricompresi all’interno di un provvedimento sottoposto all’Aula con il 102; c’era invece l’esigenza di mettere in sicurezza i lavoratori delle Province di Cagliari e Nuoro; per il resto c’è stato l’impegno comune di affrontare questi problemi a settembre, dalle stabilizzazioni ai lavoratori in utilizzo alle società in house dei comuni, di tutto questo si occuperanno le commissioni e queste sono le priorità sulle quali siamo tutti d’accordo».

Il consigliere Roberto Desini (Sdl), ha definito il provvedimento «senza forzature, che tiene conto di alcune situazioni di vera emergenza e pone le basi per alcuni importanti impegni comuni dell’Aula per inserire nell’agenda delle commissioni il problema dei lavoratori precari della pubblica amministrazione, tema che merita una assoluta priorità».

Il capogruppo di Area popolare sarda, Gianluigi Rubiu, ha fortemente criticato «l’abuso del 102 che da strumento di emergenza è diventato prassi abituale, questo non è il sistema corretto, così non si aiuta il dia logo e non si migliora la qualità della nostra democrazia; per quanto ci riguarda, abbiamo dato un consenso limitato agli articoli della legge ma non agli emendamenti e particolarmente ad alcuni che riguardano la sanità». Dovremo occuparci di altro, ha esortato, «anche perché stasera avremo sotto il nostro palazzo 400 lavoratori in utilizzo che da mesi non ricevono stipendio». Rubiu ha concluso annunciando, per il futuro, «molto più rigore nell’applicazione dell’art.102».

Il capogruppo di Forza Italia Pietro Pittalis ha rivendicato al suo gruppo una posizione ispirata al senso di responsabilità, «tenendo conto delle questioni di merito ed anche per introdurre il tema relativo all’impegno sui lavoratori precari della Regione a vario titolo, che per fare il miglior lavoro possibile si è scelto di sottoporre all’attenzione della commissione a partire dalla ripresa di settembre». Per il resto, ha osservato Pittalis, «la maggioranza si assuma responsabilità di mettere dentro altre cose come la proroga dei commissari della sanità; è la certificazione del fallimento. Dalla riforma siamo arrivati ad una ipotesi di modifica di rete ospedaliera su cui si sta litigando ogni giorno, fra le critiche di tutti gli operatori del settore». Serve invece un esame di coscienza ed un confronto serio, ha aggiunto Pittalis, che finora è mancato: «Chiedetevi piuttosto se i commissari hanno fatto bene, se siano giustificate proroghe senza valutazione, se le liste d’attesa già lunghissime e intollerabili siano ancora più lunghe, se sia giusto spostare Urologia da Nuoro ad Oristano solo per una questione di campanile». Noi, ha detto ancora il capogruppo di Forza Italia, «faremo opposizione senza pregiudizi  purché la maggioranza si confronti nel merito; la sanità deve funzionare come l’ambiente dove ci sono persone che aspettano risposte, come l’agricoltura che continua a soffrire, il problema non è solo della quantità di risorse ma di qualità della spesa e, almeno sulle questioni più importanti, la politica deve essere unita». E’ facile dire male del governo, ha concluso Pittalis, «perché magari manda le scorie nucleari in Sardegna, ecco perché il presidente Pigliaru deve chiedere subito una audizione in Consiglio dei Ministri; non si può fare niente quando i buoi sono scappati dalla stalla».

A nome della Giunta l’assessore della Programmazione Raffaele Paci ha voluto ringraziare il Consiglio per la procedura d’urgenza seguita che, ha precisato, «neanche io amo, preferisco un iter completo dei lavori anche se comprendo che occorre colmare il vuoto normativo provocato dalla scadenza del mandato dei commissari Asl; poi c’era un impegno comune su precari delle province e si è scelto questo veicolo normativo». Con questo provvedimento, ha proseguito l’assessore, «non stiamo facendo alta programmazione o grandi cambiamenti ma manutenzione normativa e per farla ci vuole una legge, avviene in tutte le assemblee e dobbiamo tenerne conto; tuttavia, si affronta un problema importante come quello delle province, messe in ginocchio per colpa dei tagli scellerati del governo che ha pensato di chiuderle ma dimenticando che ci sono funzioni importanti che devono essere svolte». Con lo stanziamento di 3 milioni, ha precisato Paci, «diamo una risposta almeno al 31 dicembre, poi ribadisco l’impegno di affrontare il tema del precariato a tutto campo, auspicando una riflessione comune anche sul fondo unico che non può essere elusa, la faremo per quanto riguarda l’Esecutivo insieme all’assessore Erriu anche in conferenza regione Enti locali». Stiamo lavorando poi, ha continuato l’assessore, «sui cantieri verdi, per i quali in settimana sarà approvata una specifica norma in Giunta mentre le risorse saranno nella finanziaria; è vero che ci sono ritardi anche per la difficoltà di intervenire su contabilità dei Comuni». Entrando nel dettaglio della legge, l’assessore ha fatto un riferimento agli emendamenti della Giunta «che contengono altre misure di manutenzione prevalentemente tecniche, nel quadro comunque di una programmazione unitaria delle risorse coerente con una visione del governo, anche in sanità dove una riforma organica mancava da vent’anni; entro 60 giorni tireremo le somme, in una situazione oggettivamente nella quale si intravedono tuttavia ma spiragli di ottimismo».

Chiusa la discussione generale, il presidente Ganau ha messo in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato dall’Aula. Si è quindi passati alla discussione dell’articolo 1 e dei relativi emendamenti.

Ignazio Locci (Forza Italia) ha espresso forti perplessità sull’emendamento n.4 presentato dalla Giunta regionale che modifica la legge n. 2 del 2007 introducendo importanti novità sulle modalità di erogazione del Fondo unico degli Enti locali finora regolato da anticipazioni trimestrali. L’emendamento propone un sistema di trasferimento subordinato ai criteri determinati dalla Giunta regionale, previa intesa in sede di Conferenza Regione-Enti locali. 

«Con questo emendamento si cancella di fatto il Fondo unico – ha affermato Locci – il cambio del sistema contabile adottato dalla Regione Sardegna, contrariamente a quanto deciso da altre regioni a Statuto Speciale, crea un cortocircuito e produce un disastro nella programmazione degli Enti locali».

Il consigliere di minoranza ha poi contestato la decisione di attribuire alla Giunta la potestà di definire i criteri di erogazione delle risorse ai Comuni, previa intesa con la Conferenza degli Enti locali. «Si tratta di un’operazione di neocentralismo – ha concluso Locci – si toglie ai comuni la possibilità di programmare».

Secondo Marco Tedde (Forza Italia), il provvedimento in questione non è un’operazione di “manutenzione contabile” come affermato dall’assessore Paci. «Non si possono cambiare le carte in tavola – ha detto Tedde – questa norma tenta di coprire immense voragini di bilancio con pannicelli caldi». Per l’esponente azzurro, gli emendamenti proposti dalla Giunta e dalla maggioranza certificano la mancanza di un disegno complessivo, l’assenza di una programmazione unitaria delle risorse».

Tedde ha poi concentrato la sua attenzione sull’emendamento n.5 che proroga gli incarichi dei commissari delle Asl fino al 31 dicembre 2015. «Ciò impone una riflessione sulla gestione della sanità sarda – ha sostenuto Tedde – il deficit aumenta, i mali del sistema sanitario si sono aggravati. E’ stata fatta una finta riforma che serviva a commissariare le Asl, avete sostituito i direttori generali ma i commissari non sono riusciti a svolgere i compiti assegnati. Più che alla proroga bisognava pensare alla sostituzione di alcuni commissari che hanno dimostrato di non avere le capacità per ricoprire quel ruolo».

Angelo Carta, capogruppo del Psd’Az, ha difeso l’impianto del Fondo Unico per gli Enti locali. «La normativa esistente dava punti di riferimento precisi che consentivano ai Comuni di programmare la spesa – ha detto Carta – con la proposta di oggi questo sistema viene profondamente modificato».

Il capogruppo sardista ha poi invitato il Consiglio a rivedere i criteri di ripartizione delle risorse agli Enti locali. «Non è più pensabile ripartire il 40% del Fondo Unico in quote eguali, è una sperequazione insostenibile. Occorre garantire la sopravvivenza di tutti i comuni ma con criteri più equi. Il Consiglio se ne faccia carico».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione il testo dell’articolo 1 che è stato approvato con 43 voti a favore e 3 contrari.

Via libera anche all’emendamento n.1 che modifica l’articolo 5 della Legge finanziaria del 2015 nella parte in cui vengono stabiliti i criteri di erogazione di 40 milioni di euro destinati alla realizzazione di opere di competenza degli Enti locali. L’emendamento attribuisce alla Giunta la potestà di stabilire i tempi di rimborso delle somme erogate qualora debbano essere restituite dai Comuni alla Regione.

Disco verde, inoltre per gli emendamenti n. 2 (che stanzia ulteriori 800mila euro per la prevenzione degli incendi in aree di proprietà della Regione) e n.3 sul sistema di cofinanziamento della programmazione comunitaria.   

Si è poi aperta la discussione sull’emendamento n.4 presentato dalla Giunta regionale che modifica la legge n.2 del 2007 introducendo importanti novità sulle modalità di erogazione del Fondo unico degli Enti locali. Ignazio Locci (Forza Italia) ha ribadito il concetto espresso in precedenza: «Ci sono comuni di serie A e comuni di Serie B – ha detto il consigliere di minoranza – con questo emendamento si disconosce l’importanza del Fondo Unico e si introduce un sistema di incertezze».

Giudizio condiviso da Giuseppe Fasolino (Forza Italia) che, dopo aver annunciato il suo voto contrario all’emendamento, ha ricordato le difficoltà vissute dai Comuni sardi negli ultimi anni. «L’unica certezza per fare un bilancio di previsione era rappresentata dal Fondo Unico – ha detto Fasolino – questo emendamento mette in discussione tutto, i Comuni devono avere la possibilità di programmare».

Sul punto è voluto intervenire l’assessore agli Enti locali, Cristiano Erriu, per alcune precisazioni. «Questo passaggio è frutto di una negoziazione in sede di Conferenza Regioni-Enti Locali su richiesta di alcun amministrazioni locali – ha detto Erriu – con il nuovo bilancio armonizzato si consente a tutti i Comuni di poter gestire meglio i flussi di cassa. Sul sito Sardegna Autonomia ci sono i bilanci degli ultimi cinque anni di tutti gli enti locali con l’indicazione del costo pro capite per i servizi per i cittadini di tutti i comuni della Sardegna. Questo consentirà di capire come vengono spesi i soldi e quali sono le modalità di trasferimento. Questa è una norma importante per mettere in sicurezza i bilanci e la finanza locale».

Daniele Cocco, capogruppo di Sel, ha ricordato che l’emendamento è frutto di un percorso condiviso con l’Anci. «Questo provvedimento agevola i Comuni in sofferenza nell’elaborazione dei bilanci di previsione – ha detto Cocco – mi auguro che nelle risorse messe a disposizione ci siano anche quelle per la cantieristica verde».

Per Angelo Carta (Psd’Az)  la cancellazione del Patto di stabilità e la nuova disciplina del bilancio armonizzato avrebbero dovuto consentire ai comuni di risolvere i loro problemi. «Così non è stato – ha affermato Carta – non mi convince l’introduzione di una norma che attribuisce alla Giunta la potestà di stabilire i criteri di trasferimenti delle risorse senza dare un termine. Come faranno i Comuni a fare i bilanci se non conoscono le date del trasferimento delle anticipazioni di cassa?».

Roberto Desini (Centro democratico) ha rivolto l’invito alla Giunta di procedere in tempi rapidi al saldo delle somme del Fondo Unico 2014 e auspicato una modifica dei criteri di ripartizione della quota fisse destinata ai comuni. «Non è possibile che un comune di 100 abitanti abbia la stessa quota fissa di Cagliari – ha detto Desini – si  riveda l’attuale ripartizione che comporta una diversità di trattamento».

Pietro Cocco, capogruppo del Pd, condividendo le valutazioni dei colleghi Locci e Fasolino ha invitato gli stessi a votare a favore dell’emendamento. «La norma dice che non essendoci più il patto di stabilità le risorse possono essere dirottate ai comuni immediatamente e non più con anticipazioni trimestrali – ha sostenuto Cocco – le amministrazioni potranno avere le somme in un’unica soluzione. E’ un tentativo di miglioramento. Regione ed Enti Locali stabiliranno entro quali termini i danari dovranno essere trasferiti ai comuni». Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento n .4 che è stato approvato con 30 voti a favore e 18 contrari.

Il presidente ha poi messo in votazione l’emendamento 7 (Sabatini e Oppi) che autorizza per l’anno 2015 la spesa di 10mila euro per la legge 30 giugno 2011, n. 13 (Istituzione del 28 luglio quale giornata regionale in ricordo di tutte le vittime degli incendi in Sardegna). Il testo è stato approvato con 49 voti a favore e 1 contrario. Al termine della votazione il capogruppo di Sel, Daniele Cocco, ha esortato l’Aula a istituire, in un successivo provvedimento, anche una giornata in ricordo dei sette operai forestali di Anela morti in un incendio il 31 luglio del 1945.

Il presidente ha poi aperto la discussione sull’articolo 2 e sugli emendamenti. L’articolo 2 prevede la proroga del commissario di Area “di sei mesi, prorogabile di altri sei mesi, e comunque fino all’insediamento dei nuovi organi”.

Il presidente ha messo in discussione l’emendamento 5 che proroga i commissari delle Asl, in scadenza il 31 agosto 2015, al 31 dicembre 2015.

Per il consigliere Ignazio Locci (FI) questo emendamento è il fulcro del provvedimento e ha ricordato che l’assessore aveva previsto un periodo di massimo 8 mesi per la risoluzione dei problemi della Sanità, che invece non sono stati risolti. Non solo, Locci ha anche affermato che da parte dei territori arrivano pesanti critiche sulla gestione commissariale, «in alcuni casi militare», delle Asl e ha sottolineato l’assenza dei report sulla spesa.

«Siamo arrivati al nocciolo del provvedimento», ha affermato Michele Cossa (Riformatori sardi), «arriviamo alla proroga dei commissari senza aver ottenuto risultati e senza prospettive». Per Cossa i commissari, tranne qualcuno, non hanno lavorato bene visto che «non c’è stata riduzione della spesa, le Asl sono nel caos, oltre a esserci un serio problema dei titoli dei commissari». L’unico obiettivo raggiunto, ha proseguito, è stato di sostituire gli amministratori nominati dalla precedente Giunta. Cossa ha poi affermato l’urgenza di mettere mano alla riforma sanitaria.

Per il consigliere Salvatore Demontis (Pd) prima di fare una valutazione seria dell’operato dell’assessore e dei commissari è necessario conoscere lo stato in cui è stata lasciata la sanità. «Le critiche all’assessore sono ingenerose, io ritengo che sia un ottimo assessore», ha affermato.

Voto contrario all’emendamento n. 5 è stato annunciato da Paolo Truzzu (Fdi) perché se la Sanità è un problema è necessario individuare un percorso. Per Truzzu «è tutto un groviglio, chiaritevi le idee».

Il presidente ha poi dato la parola al leader di Area popolare sarda, Giorgio Oppi, il quale annunciando il voto contrario, ha affermato: «Nei giorni scorsi ho provveduto a inoltrare al direttore generale dell’assessorato alla Sanità  una richiesta di accesso agli atti per verificare le competenze curricolari di tutti i commissari delle Asl sarde, nonché dei direttori amministrativi e sanitari nominati dagli stessi. Molti di essi, mi risulta, si trovino in una condizione di palese illegittimità motivata dalla mancanza dei requisiti di legge che giustifichino la loro nomina a commissari di azienda ospedaliera».

«Peraltro – ha proseguito Oppi – la mia richiesta di accesso agli atti ha dovuto essere ribadita – e gliene do atto – anche dal presidente Ganau che si è speso affinché avessi i documenti prima dell’inizio dei lavori di questa settimana. Spiace informarla presidente, che allo stato ho ricevuto solo questa mattina i curricula dei commissari ma non di quelli dei direttori amministrativi e sanitari».

Oppi ha poi spiegato che non basta essere medico per essere considerato dirigente ai fini della nomina a commissario, ma bisogna aver diretto almeno una struttura complessa. «Cari colleghi, – ha concluso Oppi – questa Giunta è già inciampata diverse volte in poco più di un anno,  parlo di quanto da me denunciato in diverse mozioni relativamente al mancato finanziamento delle borse di studio dei medici specializzandi e dell’accorpamento delle aziende sanitarie, che avrebbe avuto necessità di una preventiva autorizzazione. L’assessore, inoltre ha dimenticato che anche il Policlinico di Monserrato è una struttura di secondo livello».  

Fabrizio Anedda (capogruppo del Misto) ha poi affermato: «Credo che dopo i primi quattro mesi ci sarebbe voluto il resoconto dell’attività dei commissari, per valutare i motivi delle inadempienze che ci avrebbero fatto capire meglio il perché di questo ulteriore rinnovo dell’incarico». Per il capogruppo di SDL, Roberto Desini «forse siamo stati troppo ottimisti nel prevedere solo 8 mesi, ma sicuramente non si può andare oltre il 31 dicembre». Desini poi ha criticato la gestione della sanità negli ultimi decenni, ma con particolare riferimento agli ultimi 5 anni. L’esponente della maggioranza ha anche criticato il modus operandi di alcuni commissari che ricorrono ai lavoratori interinali anziché attingere alle graduatorie aperte di concorsi banditi in precedenza. Per il capogruppo del Psd’Az, Angelo Carta, non è corretto che l’articolo 2 proroghi il commissario di Area senza termine massimo e ha, quindi, proposto un emendamento orale, approvato dall’Aula, che ha consentito un rinnovo di 6 mesi più altri 6, eliminando le parole finali dell’articolo “e comunque fino all’insediamento dei nuovi organi”. 

Anche il capogruppo di Sel, Daniele Cocco ha criticato l’utilizzo da parte dei commissari dei lavoratori interinali: «La porcata delle agenzie interinali deve cessare». Per il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ci sarà modo a settembre di affrontare il riordino del sistema sanitario nella sua complessità, visto che la Giunta ha depositato il 3 agosto un disegno di legge apposito.

Marco Tedde (FI) ha sottolineato, infine, che dalla discussione è emerso un palese malcontento di parte della maggioranza sull’operato dei commissari e ha parlato di fallimento e di cattiva gestione delle Aziende sanitarie.

Il presidente ha messo in votazione l’articolo 2 che è stato approvato con 29 voti favorevoli e 2 contrari. Approvato anche l’emendamento 5 che proroga i commissari delle Aziende sanitarie fino al 31 dicembre 2015 con 28 voti favorevoli e 15 contrari.

Il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, ha proposto all’Aula un emendamento orale all’art.1, sottoscritto da tutti i capigruppo, che prevede la proroga dell’entrate in vigore della centrale di committenza degli Enti Locali, a seguito di un analogo provvedimento approvato dal parlamento nel luglio scorso. La proposta è stata accettata dall’Aula.

Successivamente il Consiglio ha iniziato la discussione dell’art. 3 della legge (contributi a favore delle province)

La consigliera Daniela Forma (Pd) ha rappresentato le gravi difficoltà delle Province e delle loro società in house ed ha sostenuto la necessità del provvedimento «che consente la prosecuzione nell’erogazione dei servizi; tuttavia la proroga non significa che i conti di questi enti siano tornati in ordine perché molti servizi sono ancora a rischio a cominciare dalla manutenzione delle strade e dal sostegno i disabili, un quadro preoccupante in cui lo Stato non trasferisce più risorse ma chiede addirittura alle Province un contributo al risanamento dei conti pubblici pari al gettito dei tributi riscossi». Positivo quindi, a suo giudizio, l’intervento della Regione «ma il problema dovrà essere affrontato definitivamente in sede di riforma degli Enti locali, con una particolare attenzione al problema delle strade provinciali che sono in dissesto perché è a rischio il diritto alla mobilità interna dei sardi; come prima risposta c’è il mutuo recentemente stipulato dalla Regione ma occorre fare molto di più».

Il consigliere Paolo Truzzu (Fdi-An) ha richiamato l’attenzione dell’Aula sul problema di quanti, senza lavoro, «attendono di poter partecipare ad un concorso per avere una opportunità; l’ultimo concorso, bandito è del 2010 e ciò significa che una generazione di laureati e forse due non ha avuto accesso ad un concorso pubblico».

Il consigliere Antonello Peru (Forza Italia) ha messo in luce che «l’articolo in esame rafforza il senso di responsabilità dell’opposizione, è anzi la vera ragione per cui si è accettato il ricorso all’art.102; al centro ci sono le società in house degli Enti locali ma soprattutto i servizi che svolgono perché noi riteniamo che le società dei Comuni abbiano gli stessi diritti di quelli della Province, come abbiamo sostenuto in sede di finanziaria». Le Province dovranno essere cancellate, ha poi osservato Peru, «ma i Comuni di fatto sono già stati cancellati con i servizi che sono tagliati del 50%, dagli interventi sociali ai cantieri per l’occupazione al diritto allo studio; chiediamo perciò che la maggioranza dia una risposta concreta, forse c’è una speranza che sembra confermata dagli impegni assunti dal capogruppo del Pd e dall’assessore Paci per discutere questo tema alla ripresa dopo la pausa estiva, prendiamo atto positivamente di tale impegno ma vigileremo con la massima attenzione».

Il consigliere Marco Tedde (Forza Italia) ha definito l’iter della legge in discussione quanto meno singolare, «partito col trenino verde e poi trasformato nella legge per la sanità e le Province. Doveva e poteva essere, però, anche quello delle società in house dei Comuni e sotto questo profilo la legge è purtroppo una occasione mancata, perché si è preferito scegliere la proroga dei commissari delle Asl, una scelta criticata anche dalla stessa maggioranza con accenti molto forti». Rispetto al precariato, ha lamentato il consigliere, «stiamo trattando situazioni uguali in modo diverso, ma nonostante questo vogliamo dare un’apertura di fiducia alla maggioranza che ha preso impegni formali per riesaminare la questione a settembre, noi comunque vigileremo».

L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, a nome della Giunta, ha ribadito l’interesse dell’Esecutivo nei confronti di tutte le situazioni di precariato e non solo di quelle che riguardano i lavoratori delle Province. La proposta di Forza Italia, ha spiegato, «richiede un intervento sul fondo unico degli Enti locali che presuppone un passaggio in conferenza Regione Enti Locali; ci lavoreremo assieme all’assessore Erriu».

 Non essendoci altri iscritti a parlare il presidente Ganau ha messo in votazione l’art.3, che il Consiglio ha approvato con 37 voti favorevoli. Successivamente sono stati approvati anche l’art. 4 (27 voti favorevoli e 16 contrari) e la Proposta di legge n. 249 nel suo complesso (27 voti favorevoli e 16 contrari).

Al termine dello scrutinio il presidente, prendendo atto della volontà dell’Aula di rinviare ad altra data l’indicazione di un nuovo componente del comitato faunistico, ha dichiarato chiusa la seduta riconvocando il Consiglio e domicilio e comunicando che, per le 16.30, è convocata la commissione Sanità.

Palazzo del Consiglio regionale A

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«Deludenti, ma anche molto prevedibili. La Giunta di Francesco Pigliaru dice sì alla terza proroga dei commissariamenti nelle Asl della Sardegna e conferma tutti i nostri timori: non c’è alcuna volontà di normalizzare il quadro e di mettere ordine al sistema di governo delle Aziende Sanitarie.»

Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«All’assessore regionale della Sanità Luigi Arru, evidentemente – aggiunge Locci -, bastano i commissari (alcuni dei quali peraltro in difetto dei requisiti richiesti dalla legge), per portare avanti la sua folle riforma del sistema sanitario fatta di tagli lineari e cancellazione di reparti. Il tutto, perfino banale dirlo, a svantaggio delle aree periferiche. E non a caso, da nord a sud dell’Isola è un coro unanime di proteste. Perché la Sanità è allo sbando e i professori sembrano dilettarsi a darne conferma.»

«Dopo le belle parole di Arru e del Governatore, che si manifestano entusiasti perché convinti di essere sulla giusta strada, ci saremmo aspettati un deciso cambio di rotta con la nomina di Direttori generali qualificati e in possesso dei requisiti sanciti dalla normativa in materia – sottolinea ancora Ignazio Locci -. E invece no: Luigi Arru preferisce le scorciatoie e va avanti a suon di proroghe in spregio della legge e in totale noncuranza dei sardi. Si fregia bellamente di aver ridotto il numero di primari (ma dovrebbe spiegarci, a questo punto, perché alcune Asl bandiscono concorsi per nuovi primariati), ma fa orecchie da mercante di fronte ai cittadini che quotidianamente manifestano e protestano per ottenere una Sanità migliore (vedi caso Adi del Sulcis che ha gettato nello sconforto decine di pazienti e famiglie).»

«Sarebbe stato molto più onorevole e rispettoso assumersi le proprie responsabilità e indicare finalmente una rosa di nomi in grado di gestire le Aziende sanitarie: dei mezzucci, della provvisorietà, della mancanza di nerbo pratico e capacità politica, francamente, noi sardi non sappiamo più che farcene. Continueremo a dare battaglia – conclude Ignazio Locci – a chi, ormai da un anno e mezzo, dall’altro di una torre d’avorio vuota e instabile, si è dato una missione nefasta: distruggere il sistema sanitario della Sardegna.»

Ignazio Locci 7 copia

Il Consiglio regionale ha approvato questo pomeriggio le norme di attuazione dello Statuto per la tutela della lingua sarda e la proposta di legge per la realizzazione di campagne pubblicitarie degli attrattori e dei prodotti della Sardegna attraverso le società sportive.

La seduta si è aperta sotto la presidenza del presidente Gianfranco Ganau, il quale ha comunicato l’adesione del consigliere Alessandro Collu al gruppo di Soberania e Indipendentzia e del consigliere Edoardo Tocco al gruppo di Forza Italia Sardegna.

Il presidente ha poi aperto la discussione sul primo punto all’ordine del giorno: lo “Schema di norme di attuazione n. 3/XV/A. Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione Sardegna per il trasferimento delle funzioni in materia di tutela della lingua e della cultura delle minoranze linguistiche storiche nella Regione”.

Il testo approvato dalla Prima commissione, con il parere favorevole della Seconda, prevede che lo Stato trasferisca alla Regione le funzioni in materia di tutela della lingua e della cultura delle minoranze sarde e catalane, in modo da avere autonomia legislativa, pur nel rispetto delle norme nazionali generali.

Un provvedimento importante ha affermato il relatore, Roberto Deriu (Pd), che deve far gioire il Consiglio, vista l’importanza di un tema così centrale per la Sardegna. Con l’articolo 4, ha spiegato il relatore, viene liberato il legislatore da ogni vincolo per poter attuare l’articolo 3: inserire l’uso della lingua sarda negli uffici e presso il giudice di pace, la distribuzione dei finanziamenti, ma anche l’utilizzo della lingua della minoranza nella scuola dell’infanzia, scuole primarie e secondarie di primo grado. Per Deriu è importante che la Sardegna attui appieno lo Statuto speciale.

Per Marco Tedde (Fi) è un giorno parzialmente felice, perché secondo il consigliere la Giunta Pigliaru ha avuto una battuta d’arresto, dopo il duro lavoro portato avanti negli ultimi 10 anni per la tutela e la valorizzazione della lingua sarda, ma anche del tabarchino, del catalano di Alghero e del gallurese. Battuta d’arresto che si è manifestata nell’incapacità della maggioranza di tutelare le minoranze linguistiche sarde e che ha visto la bocciatura dell’emendamento dell’on. Luciano Uras (Sel) in Senato che prevedeva l’inserimento della lingua sarda nelle trasmissioni della Rai.

Tedde ha affermato che avrebbe preferito che negli articoli 3 e 5 fosse stata fatta una distinzione tra il sardo e il catalano algherese.

Per Paolo Zedda (Soberania e Indipendentzia) «è nostro dovere votare a favore dello schema di attuazione». Secondo Zedda, che ha svolto tutto il suo intervento in sardo, sono fondamentali gli articoli 3 e 4  perché consentiranno alla Regione di avere l’autorità e la capacità di legiferare per tutelare appieno la cultura e la lingua sarda. Per il consigliere è molto importante l’insegnamento del sardo nelle scuole e lo stanziamento delle risorse. Ma la strada è ancora lunga, ha affermato, riferendosi a quanto accaduto in Senato con la bocciatura dell’emendamento dell’on. Uras. «Un fatto grave, gravissimo», ha detto, ricordando che il Consiglio regionale aveva espresso chiaramente la sua volontà con l’approvazione dell’ordine del giorno 36 (Paolo Zedda e più), il 10 marzo scorso, che chiedeva al Parlamento «di garantire un’effettiva salvaguardia delle lingua sarda e del catalano di Alghero prevedendo, all’interno della Carta, un innalzamento del livello di tutela in particolare nei settori dell’insegnamento e dell’informazione; di procedere con ogni consentita urgenza a completare l’iter parlamentare per la ratifica da parte dell’Italia della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie».

Per Angelo Carta (Psd’Az) «la bocciatura dell’emendamento presentato dall’on. Uras in Senato è la bocciatura della possibilità di parlare con la lingua dei nostri padri». Il consigliere sardista ha confermato la volontà di approvare l’ordine del giorno sullo schema di attuazione, ma ha affermato che non si può parlare di testo unitario perché è stato sottoscritto solo da alcuni partiti. Carta avrebbe preferito che venisse inserito nel testo il rammarico per quanto accaduto in Senato e ha auspicato che il presidente Pigliaru difenda la Sardegna davanti al premier Renzi.

Il presidente Ganau ha poi dato la parola all’assessore della Cultura, Claudia Firino. Per la prima volta, ha affermato l’esponente della Giunta, la regione sarda  può disciplinare la tutela e la valorizzazione della cultura e della lingua sarda attraverso una politica linguistica che coinvolga, soprattutto, le nuove generazioni. Anche per Firino questo è un giorno felice perché si è raggiunto un risultato importante ricercato e perseguito da tanto tempo. L’assessore ha poi condiviso la gravità della bocciatura da parte del Senato dell’emendamento che inseriva la lingua sarda nelle trasmissioni regionali Rai e ha annunciato dure prese di posizione nei confronti del Governo.

Il presidente Ganau ha poi annunciato all’Aula che è pervenuto un ordine del giorno (Agus e più) che esprime parere favorevole sullo schema di norme di attuazione dello Statuto speciale per il trasferimento delle funzioni in materia di tutela delle lingua e della cultura sarda.  I consiglieri sardisti Solinas e Carta hanno chiesto una piccola sospensione dei lavori per valutare se ci fossero le condizioni per arrivare a un ordine del giorno unitario.

Il presidente ha accolto la richiesta e sospeso i lavori per cinque minuti.

Alla ripresa dei lavori, il presidente ha annunciato la presentazione di un altro ordine del giorno, firmato dai consiglieri sardisti Angelo Carta, Christian Solinas e Marcello Orrù che «impegna la Giunta ad attivarsi con i parlamentari sardi per modificare alla Camera il testo approvato in Senato».

Il presidente ha messo in votazione il primo testo (Agus e più) che è stato approvato con 39 voti favorevoli e due voti contrari.

Successivamente il Consiglio ha iniziato l’esame di un altro punto dell’ordine del giorno, la proposta di legge n.237/A, che ha come primo firmatario il consigliere Roberto Desini (Sdl) ma è stata sottoscritta da altri consiglieri di maggioranza ed opposizione, relativa alla “Realizzazione di campagne pubblicitarie degli attrattori e dei prodotti della Sardegna”.

Il presidente ha quindi dato la parola al relatore, il consigliere di Sdl Roberto Desini. Nel suo intervento Desini ha affermato che «con il provvedimento si intende fare chiarezza in un contesto caratterizzato dal confine molto sottile fra sponsorizzazioni e sostegno alle società sportive; scopo della legge quindi è consentire alla Regione di avviare campagne pubblicitarie attraverso società sportive professionistiche, ottimo veicolo di una comunicazione articolata che non si limita alla citazione di un brand ma si estende ad una serie di attività collaterali». «Si tratta di una legge semplice e snella che fra l’altro – ha concluso Desini – assegna alla Giunta il compito di definire le modalità concrete ed i criteri di attuazione della stessa legge e prevede, per il 2015, un investimento di oltre 2 milioni di euro».

Il consigliere Mario Floris ha detto che la proposta appare rivolta ai soggetti più capaci di attrarre attenzione ed investimenti ma, in realtà, «consiste in un provvedimento tappabuchi che sana solo in parte una situazione che era sfuggita di mano; sarebbe invece necessaria una riflessione più ampia sul turismo sardo ed una visione strategica del settore». Se l’obiettivo qualificante della legge, ha sostenuto ancora Floris, «è quello di destagionalizzare i flussi turistici è condivisibile ma occorre spingersi più avanti se si vuole guardare alla Sardegna del futuro, ad una Sardegna in grado di proporsi per tutto l’anno con natura arte e tradizioni uniche al mondo; la pubblicità, sotto questo profilo, è una sorta di campo minato, un terreno da azzeccagarbugli, perché il convitato di pietra è la capacità della Regione di essere se stessa ed attrarre flussi turistici ed investimenti». In questi anni, a giudizio di Floris, «la Regione ha perso smalto ed il riordino degli enti di settore si è rivelato deludente, perché si è cancellato tutto (compresa l’agenzia Sardegna promozione) accorpando ogni competenza sull’assessorato con risultati molto scadenti e velleitari rispetto alle ambizioni». Nel merito, ha concluso il consigliere, «la proposta è insufficiente rispetto alle progettualità che avrebbe dovuto esprimere».

Il consigliere Ignazio Locci (Forza Italia) ha sostenuto che la condivisione della proposta da parte del gruppo di Forza Italia «nasce dalla necessità di promuovere la Sardegna attraverso le società sportive professionistiche, in particolare il Cagliari calcio e la Dinamo Sassari; si tratta di una iniziativa meritoria e tuttavia abbiamo formulato con due emendamenti alcune proposte a favore dello sport e degli atleti sardi che primeggiano nelle varie discipline come il velista Andrea Mura, anche per ovviare alle lacune della legge 17».

Il consigliere Luigi Crisponi (Riformatori sardi), ha dichiarato che «quello della legge è un intento nobilissimo che mette in luce il ruolo delle società sportive professionistiche ma in realtà non è cosa molto diversa dalle campagne di co-marketing svolte in precedenza, anzi è una specie di auto-goal perché preleva risorse dal sistema turistico già abbondantemente saccheggiato, visto che non è stato emanato un bando degno di nota, e si ripete la commistione con l’assessorato allo sport che ha compiti completamente diversi». «Il problema dell’attrattività della Sardegna come sistema – ha aggiunto Crisponi – è un problema enorme che non si può risolvere con uno stanziamento così esiguo e limitato, con una leggina che in realtà è sotto-dimensionata se vuole dare una risposta forte all’esigenza di richiamare nuovi flussi turistici nazionali ed internazionali verso la Sardegna». «Se vogliamo rilanciare l’economia regionale – ha proseguito Crisponi – non possiamo trascurare il turismo che sta dando oltretutto buoni risultati ma dobbiamo farlo con strumenti e risorse adeguate».

Il consigliere Luigi Ruggeri (Pd) ha espresso chiaramente il suo parere contrario alla legge, «una legge sostanzialmente inutile che aggiunge surretiziamente risorse all’assessorato al turismo che già dispone di fondi per interventi istituzionali, non ultimo l’abbinamento della Dinamo Sassari con i Giganti di Mont’Prama». Sarebbe stato meglio, a suo avviso, «lasciare inalterato lo spazio esistente presso l’assessorato per interventi specifici su singoli obiettivi, mentre va detto anche che per quanto riguarda la distinzione fra sponsorizzazione e comunicazione pubblicitaria il problema esiste ma non basta una legge regionale a risolverlo; anzi, con la legge si alimenteranno nuovi equivoci non molto diversi da quelli registrati con Sardegna Promozione, senza dimenticare che, sotto un altro aspetto, si introducono nuove spese obbligate che non appaiono in linea con una corretta politica di intervento pubblico nello sport». «Non è nemmeno etico –  ha continuato Ruggeri – spendere risorse pubbliche per comporre il budget della società sportive o pagare parte degli ingaggi degli atleti; era ed è giusto intervenire ma con strumenti del tutto diversi».

Ha quindi preso la parola il consigliere di Forza Italia Marco Tedde che ha rimarcato la ratio della norma: sostenere le attività sportive che contribuiscono a diffondere l’immagine della Sardegna in Italia e all’estero. «Abbiamo ben presente la differenza tra sponsorizzazione e pubblicità – ha detto Tedde – qui si parla di soggetti che sono in grado di calamitare l’attenzione del mondo nei confronti dell’Isola che ha una grande necessità di essere promossa. Molti non conoscono ancora la Sardegna ma solo la Costa Smeralda, se questo è vero non ci possiamo dimenticare delle squadre che partecipano a campionati nazionali e contribuiscono a promuovere gli attrattori e i prodotti dell’Isola».

Il consigliere azzurro ha poi annunciato il voto favorevole all’emendamento presentato da alcuni esponenti di Forza Italia (primo firmatario Ignazio Locci) con il quale si propone di finanziare anche atleti e squadre che, pur non svolgendo attività professionistica, partecipano a campionati e manifestazioni di rilevanza nazionale e internazionale.

Forti perplessità sull’impianto della proposta di legge ha espresso Christian Solinas (Psd’Az). «Ho votato contro la copertura finanziaria di questa legge in Commissione. Anziché affrontare le emergenze e risolvere i nodi della crisi della Sardegna ci intratteniamo in argomenti di scarsa rilevanza – ha affermato Solinas – qui si stanziano 2,1 milioni di euro senza conoscere la reale situazione di cassa della Regione».

Il consigliere sardista ha poi ricordato la drammatica situazione del bilancio della Sanita, con circa 350 milioni di deficit, e la possibilità «che a settembre non si riesca a sostenere le spese ordinarie». Al termine del suo intervento, Solinas ha invitato l’Aula a interrompere la discussione del provvedimento: « Forse – ha concluso l’esponente dei Quattro Mori – sarebbe meglio impegnare il nostro tempo ad esaminare il consuntivo della Regione e a delineare una prospettiva di sviluppo per la Sardegna».

Il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta ha rimarcato la necessità di restituire dignità alle politiche per il turismo e al ruolo dell’assessorato competente. «L’industria delle vacanze ci permette di attenuare gli effetti devastanti della crisi che ha colpito la nostra Isola – ha detto Carta – l’assessorato al Turismo ha sempre svolto un’azione di supporto fondamentale. Nel disegno di legge non basta parlare di attrattori per nascondere il fatto che stiamo sminuendo il ruolo dell’assessorato al Turismo, ormai ridotto a un mero esecutore di ordini».

Il capogruppo sardista ha infine auspicato la bocciatura del provvedimento: «Non si può dire all’assessorato al Turismo come deve utilizzare le risorse per poi sottrargli 3,7 milioni di euro dal settore dell’artigianato per trasferirli al trasporto locale. La proposta di legge va cassata ed eliminata dalla discussione»

Gianluigi Rubiu, capogruppo di Area Popolare Sarda ha aperto il suo intervento annunciando il voto contrario al provvedimento. «Stiamo snaturando il ruolo dell’assessorato al Turismo – ha detto Rubiu – si vuole dare denaro a chi ha già denaro, in legge per correttezza si dovrebbero indicare anche i nomi delle società professionistiche a cui andranno le risorse».

Secondo l’esponente dell’opposizione «lo sport va sostenuto ma non si può pensare solo alle società professionistiche. Ci sono atleti e squadre che hanno necessità di denaro e vengono sistematicamente ignorate. Avete idea di quanto costa una trasferta a una squadra non professionistica – ha affermato Rubiu – la maggior parte vive grazie all’autofinanziamento delle famiglie e dei sostenitori. Con questa legge si regalano due milioni di euro, non c’è rispetto per i ragazzi che portano il nome della Sardegna nel mondo. Occorre cassare il termine “professionistiche” e aprire a tutti la possibilità di accedere ai finanziamenti».

Il presidente  Ganau ha quindi dato la parola all’assessore al Turismo Francesco Morandi per la replica.

L’esponente della Giunta ha difeso la proposta di legge e invitato l’Aula ad esprimere un voto favorevole. «Si tratta di una proposta interessante – ha sottolineato Morandi – già nel titolo sono chiari gli obiettivi. Vogliamo utilizzare alcuni canali privilegiati per promuovere i prodotti e le bellezze della Sardegna così come fanno altre regioni italiane».

Nessun rischio, secondo l’assessore, di sostenere finanziariamente società professionistiche. «Si tratta di pubblicità – ha affermato Morandi – in legge vengono definiti con chiarezza mezzi, strumenti e tempi delle procedure. Non c’è sostegno alle società ma si parla solo di pubblicità attraverso soggetti con un’elevata potenzialità di diffusione del messaggio promozionale, in grado di raggiungere un pubblico ampio e diversificato».

Al termine del suo intervento, Morandi ha assicurato che «l’assessorato non verrà privato della possibilità di definire gli strumenti per la promozione turistica».

Il presidente Ganau ha quindi posto in votazione il passaggio agli articoli che è stato approvato dall’Aula. Si è quindi passati all’esame dell’articolo 1 e dell’unico emendamento presentato alla legge.

Non essendoci iscritti a parlare, il presidente ha posto in votazione il primo articolo che ha ottenuto il via libera dal Consiglio.

L’Aula è poi passata all’esame dell’emendamento. Il primo firmatario, Ignazio Locci (Forza Italia), ha chiarito l’obiettivo della sua proposta: sostenere atleti non professionisti che partecipano a manifestazioni sportive di grande rilevanza internazionale come il velista Andrea Mura che viene escluso da questa norma.

Edoardo Tocco (Forza Italia), firmatario della proposta di legge, ha espresso un giudizio positivo sull’emendamento «che consente di inserire società non professionistiche in senso stretto ma che hanno un ruolo fondamentale nei campionati nazionali. Non sono tantissime, si tratta di trovare la formula giusta per consentire a queste società di continuare ad operare».

Favorevole all’emendamento anche il capogruppo del Psd’Az Angelo Carta. «Una sua approvazione mitigherebbe gli effetti negativi della legge – ha detto Carta – prevedere un sostegno anche agli atleti non professionisti eviterebbe una destinazione specifica della legge, sarebbe un buon segnale da parte del Consiglio».

Il consigliere dei Riformatori Luigi Crisponi ha ricordato che, senza una correzione, dai benefici della legge sarebbero esclusi campioni come il velista Gaetano Mura e il pugile Alessandro Goddi, entrambi vincitori di numerose manifestazioni nazionali e internazionali. «Si tratta di personaggi che da anni portano in giro nel mondo una bella immagine della Sardegna. A questi atleti orgogliosi occorre dare il sostegno della Regione. Basta un semplice sì all’emendamento».

Il presidente Ganau ha quindi messo in votazione l’emendamento che è stato bocciato con 27 voti contrari e 18 a favore.

Subito dopo il voto, il consigliere Ignazio Locci ha annunciato il ritiro della sua firma dalla proposta di legge.

Si è poi passati alla votazione dell’articolo 2 per il quale il capogruppo di Area Popolare Sarda Gianluigi Rubiu ha chiesto il voto a scrutinio segreto. La norma è stata approvata con 24 sì e 21 no.

Via libera anche all’articolo 3 (a scrutinio palese), mentre per la votazione al testo finale della legge è stato richiesto ancora una volta lo scrutinio segreto. Questo l’esito del voto: votanti 45, favorevoli 24,  contrari 21.

Al termine della votazione è stata convocata la conferenza dei Capigruppo.Alla ripresa dei lavori, il presidente Ganau ha dichiarato chiusa la seduta e aggiornato i lavori a domani alle 10.30.

Consiglio regionale 2 copia

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«Basta con la proroga dei commissariamenti nelle Asl della Sardegna. La Giunta regionale rispetti la legge, proceda con la nomina dei Direttori generali e abbandoni le scorciatoie.»

A dirlo è Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«L’esecutivo di Francesco Pigliaru – aggiunge Locci – sarebbe infatti intenzionato a chiedere un’ulteriore proroga, benché la disciplina imponga un commissariamento di quattro mesi più quattro: e poiché ad agosto scadrà il secondo mandato, va da sé che la Giunta risulti obbligata ad avviare una nuova fase di gestione delle Aziende Sanitarie Locali il cui comando, questo è l’auspicio, sia affidato a professionisti qualificati in possesso dei titoli previsti dalla legge (attualmente non tutti i commissari dispongono dei requisiti richiesti).»

«Inutile perseverare sull’intricata strada della terza proroga – sottolinea ancora Locci -: molto meglio assumersi le proprie responsabilità e indicare una rosa di nomi in grado di gestire le Aziende sanitarie. È arrivato il momento – e lo ribadisco: lo dice la legge – di normalizzare il quadro e di mettere ordine al sistema di governo delle Asl. I commissari, infatti, dispongono di poteri limitati e, vista la situazione di difficoltà in cui versa il sistema sanitario, sarebbe il caso che si andasse avanti verso la nomina di organigrammi titolati a norma di legge.»

«E qualora la Giunta non dovesse riuscire a ottenere un’altra proroga, vuol dire che le Asl verrebbero affidate ai Direttori sanitari. Nell’eventualità ce ne faremmo una ragione: si risparmierebbero gli stipendi dei commissari – conclude il consigliere regionale di Forza Italia – e per la Giunta sarebbe l’occasione per tagliare ulteriormente la spesa. Del resto ci ha preso la mano e non dovrebbe incontrare difficoltà.»

Ospedale Brotzu Cagliari2

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L’iniziativa che ha portato alla convocazione della riunione svoltasi venerdì sera nella sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu su proposta dei due parlamentari del Partito Democratico del Sulcis Iglesiente Francesco Sanna ed Emanuele Cani, continua a raccogliere critiche. Dopo il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci, un nuovo attacco arriva da Fabio Enne, segretario provinciale della Cisl.

«Al Sulcis servono risposte e non convegni passerella sulla “materia oscura” – attacca Fabio Enne -. Il Sulcis è sempre più una polveriera sociale; l’elenco delle emergenze produttive e occupazionali in questa fase si complica, con l’aggravante dei tagli nella sanità, nel sociale e la vertenza Province dove saltano posti di lavoro precario e sono a rischio anche gli stipendi dei dipendenti.»

«Dalla Carbosulcis a Igea, da Forgea all’Ati Ifras, ai progetti turistici fermi al palo – sottolinea ancora Fabio Enne -, per assenza di volontà e autorizzazioni, tutti esempi macro di situazioni gravi e compromesse, che condannano il Sulcis ad avere solo una prospettiva di crisi e grave disagio sociale. Per non parlare di Alcoa dove la parola “rinvio” deve essere sostituita dalla parola “soluzione” affiancata alle parole “lavoro” e “occupazione”. Il Piano Sulcis rimane una chimera vuota e lontana, nel mentre i vertici istituzionali sardi scelgono di impegnarsi in convegni, come ad esempio sulla ricerca e la caccia alla “materia oscura”. Iniziative che non corrispondono ad una adeguata soluzione tempestiva che il dramma sociale del Sulcis richiede.»

«La Giunta Pigliaru per il Sulcis ha scelto finora i confronti mordi e fuggi, quando invece occorre mettere in fila tutte le emergenze e assumere impegni e azioni, per ribaltare una china insidiosa e pericolosa. La tensione sociale cresce se la Giunta non sceglie il confronto ampio e nel merito delle vere problematiche e urgenze. Se c’è qualcosa di oscuro purtroppo – conclude Fabio Enne – è la reale volontà politica e istituzionale di impegnarsi concretamente per il Sulcis.»

Fabio Enne 58

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«Una riunione di partito mascherata da iniziativa istituzionale con l’aggravante che il tema all’ordine del giorno era l’aria fritta. Il Partito Democratico si è riunito nella Grande miniera di Serbariu per parlare del nulla mentre il Sulcis affonda colpito da una crisi senza precedenti e un governo della Regione che naviga a vista, senza idee e progetti concreti, ma solo grandi illusioni. E la risposta è stata una scarsa partecipazione, a testimonianza che di modelli basati sul niente non importa più a nessuno, nemmeno alla base del Pd.»

La dura critica all’iniziativa promossa dai due parlamentari sulcitani del Partito Democratico Francesco Sanna ed Emanuele Cani per la presentazione del “Progetto Aria”, arriva da Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Intanto del Piano Sulcis, questo sconosciuto, non ne parla più nessuno – aggiunge Locci -. E non sarà l’inaugurazione dell’Unità di assistenza tecnica a mettere in secondo piano la moltitudine di progetti fermi al palo per l’incapacità del centrosinistra e del Partito democratico (sempre più impegnato a occupare i posti di potere) di investire i milioni di euro stanziati per la ripartenza del Sulcis Iglesiente. Il Partito Democratico vuole raccontarci ancora le solite storielle su progetti camaleontici (la scelta del termine “Aria”, poi, la dice lunga sulla portata del disegno) che di concreto e nell’immediato non garantiscono alcunché in termini di occupazione e di rilancio del territorio. Dalla poltrona più alta della Regione fino alle risibili cabine di regia, sono tutti preoccupati della spartizione dei posti di comando. Ed è ben chiaro che questa amministrazione non ha conoscenza della situazione drammatica in cui versa il Sulcis. Purtroppo, ci stanno obbligando a guardare al futuro senza alcuna fiducia ma con puro terrore.»

«Basta, per l’amor del Cielo – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco -, con i convegni sui progetti dal contenuto inesistente: si mettano invece al lavoro per ridare speranza al territorio investendo i milioni di euro, già disponibili, che realmente possono cambiare le sorti del Sulcis Iglesiente.»

Ignazio Locci 1 copia