18 July, 2024
HomePosts Tagged "Ignazio Locci" (Page 86)

«La gestione della vertenza Igea da parte della Regione è oltremodo scandalosa: tutti gli accordi, compreso l’ultimo del 7 novembre scorso, sono stati disattesi, mentre gli operai, stremati da una situazione sempre più drammatica, sono arrivati al settimo mese senza stipendio. Unico responsabile: la Giunta dei professori, palesemente disinteressata al dramma che stanno attraversamento le maestranze Igea, e convinta di farla franca con il solito “stiamo lavorando”. Un lavoro di cui, tuttavia, non si percepisce alcun frutto.»

Lo ha detto stamane Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna, dopo essersi recato a Monteponi a portare solidarietà e vicinanza ai lavoratori.

«Sono padri di famiglia che non sanno più come andare avanti, strozzati dai debiti e abbandonati da una classe dirigente che, oggi al governo, mostra di non sapere fare il proprio lavoro – ha aggiunto Locci -. Inoltre, per una ventina di precari i contratti risultano in scadenza e ancora nessuno ha fornito loro le giuste rassicurazioni. A questo punto, vista l’imbarazzante incapacità di gestire la vertenza da parte della Giunta Pigliaru, sarebbe il caso che si andasse in Consiglio regionale con una proposta di legge urgente che ponga la parola fine, regolarizzando la situazione degli operai e mettendo in sicurezza l’immenso patrimonio minerario oggi a rischio per ragioni di pubblica sicurezza. Più passa il tempo, più lo scenario si aggrava. Non si capisce cosa stiano aspettando gli uffici regionali competenti a liquidare all’Igea i tre milioni di euro di fatture scadute, o a trasferirle gli 8 milioni stanziati nell’assestamento di bilancio. L’Assessorato regionale all’Industria ha tutti i poteri per velocizzare le pratiche e dare una scossa alla burocrazia. Ma è evidente che Maria Grazia Piras sta pensando ad altro. A breve, poi, chiuderà la Ragioneria della Regione e per assicurarsi gli stipendi (almeno un anticipo prima di Natale) gli operai dovranno attendere il 2015. E questo sarebbe gravissimo, un ulteriore offesa all’indirizzo di centinaia di famiglie sarde.»

Ignazio Locci 7 copiaMinatori Igea

Ignazio Locci 7 copia

«La Regione si impegni per mettere in campo politiche attive dedicate ai professionisti che si affacciano per la prima volta nel mondo del lavoro, nonché ai giovani di età compresa tra i trenta e i quarant’anni. Ovvero i nuovi poveri che crescono privi di prospettive future e con il timore costante di dover emigrare altrove in cerca di fortune lavorative. Dobbiamo invece adoperarci per cercare di trattenerli nella nostra isola.» 

Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«L’ultimo rapporto elaborato dal Centro servizi per il volontariato Sardegna solidale (Fondazione Emanuele Zancan Onlus) ha evidenziato un tracollo per tutte le fasce d’età e, in particolare, per i giovani, generazioni bruciate a causa di politiche dure a morire. Dopo gli interventi della Giunta regionale (Flexicurity e Garanzia giovani, dei quali ancora non si può valutarne il funzionamento) manca ancora una misura concreta per dare sostegno ai giovani tagliati fuori dai suddetti programmi. L’assessore del Lavoro – conclude Locci – non si dimentichi di loro e si impegni per favorire le giuste misure di politiche attive del lavoro.»

«Nel momento storico in cui tutti – nessuno escluso – sono chiamati alla ristrettezza economica e in cui i tagli ai finanziamenti di qualsiasi natura risultano all’ordine del giorno, appare quantomeno fuori luogo, non in linea alla prassi comune, l’incremento di fondi regionali a favore delle organizzazioni sindacali, così come stabilito dalla delibera n. 46/9 del 21.11.2014.»

Lo dice Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna.

«Con il documento in questione – aggiunge Locci – l’assessorato regionale del Lavoro dispone “l’Erogazione di contributi a favore delle Organizzazioni dei Lavoratori sui problemi dello sviluppo economico-sociale regionale”, nella misura di 520 mila Euro, ovvero 115 mila Euro in più rispetto all’annualità 2013. Sebbene il ruolo e l’importanza del Sindacato non siano minimamente in discussione, non si capisce per quale motivo le organizzazioni sindacali debbano ottenere più contributi di quanto beneficiato nel 2013. Certamente qui non si vuole sindacare sull’utilità del contributo concesso, che ritengo essere legittimo in linea di principio. Come è legittimo da parte delle organizzazioni dei lavoratori richiedere una quota mensile ai propri iscritti tramite una piccola detrazione in busta paga. Qui ci si interroga piuttosto – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco – sul perché si sia provveduto a deliberare un aumento.»

Ninetto Deriu

L’assessore regionale dell’Industria deve fornire garanzie ai progetti di rilancio della PORTAL di Portovesme (Ex Ila), al centro di un importante piano di investimenti elaborato dall’imprenditore iglesiente Ninetto Deriu, ma bloccato da una burocrazia incancrenita e, ancora di più, da una Giunta regionale che non sembra avere a cuore le questioni legate al lavoro.

Se fino a qualche tempo fa, la perdita di ogni tipo di ammortizzatore sociale a causa dell’immobilismo ingiustificabile della Giunta era soltanto un rischio, da qualche giorno è diventato certezza: alcuni lavoratori, infatti, hanno già perso il diritto alla mobilità e la stessa sorte spetterà, gradualmente, anche ai restanti operai.

L’assessore Maria Grazia Piras deve mettersi una mano sulla coscienza e autorizzare il funzionamento dei tre aerogeneratori rientranti nel progetto, consentendo all’imprenditore di riaccendere i motori della fabbrica, ferma ormai da diversi anni. O, in alternativa, deve fornire indicazioni sostenibili per abbattere i costi energetici. Ma dica qualcosa, si esprima, ci faccia sapere qual è la posizione della Giunta. Non ci sono più scuse. Non si può accettare che un imprenditore volenteroso tiri i remi in barca a causa di una politica che non sa decidere. E se questo dovesse accadere, la colpa sarà soltanto della Giunta regionale.

Da troppo tempo, rappresentanze sindacali e investitore aspettano un segnale da parte dell’assessore Piras. Ma per ora l’attesa si è rivelata vana: nessun incontro è in programma presso l’assessorato e ogni giorno che passa allontana le tute blu dalla ripresa lavorativa e li avvicina alla disoccupazione.

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna

Dopo le prime audizioni delle parti sociali in III commissione, dall’opposizione di centrodestra arrivano durissime critiche al Psr (Piano di sviluppo regionale).

«Il Piano tanto decantato dalla Giunta di Francesco Pigliaru – denuncia Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo Forza Italia Sardegna – altro non è che un documento concepito senza concertazione: un libro dei sogni in cui mancano vere e proprie politiche di settore (per la casa e per le giovani coppie) e indicazioni certe sulle strade da seguire per realizzare quelle che per adesso restano delle mere linee di principio, da non confondere con i progetti concreti. A rimarcarlo, oggi, sono stati i sindacati sardi, in audizione in Commissione per discutere del testo.»

«Le sigle sindacali – aggiunge Locci – hanno in sostanza bocciato su tutta la linea il documento, invocando innanzitutto maggiore discussione, quella che fino a oggi è mancata. Allo stato attuale il Psr non è in grado di misurare gli effetti delle politiche, né tanto meno di garantire la valutazione ex ante dei programmi così come richiesto dall’Unione Europea. Per i sindacati è urgente un piano infrastrutturale ed energetico, il riconoscimento dello status di insularità da parte dell’unione Europea, la riduzione del precariato, e maggiore attenzione per la questione lavoro e per le zone interne dell’Isola, di fatto dimenticate.»

«Auspico – conclude Ignazio Locci – che Raffaele Paci, che alla presentazione del documento aveva garantito l’apertura della discussione, si sieda al tavolo con le forze politiche, sociali e sindacali e riveda i progetti di rilancio della Sardegna, avvalendosi del contributo di tutti. Anche se non sono professori.»

Ignazio Locci 22 copia

Il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci ha preso posizione oggi sul progetto del Biofuel e sulla crisi dell’Arst.

«Il Sulcis può puntare sul Biofuel, sfruttando gli ingenti investimenti pubblici inseriti nel Piano Sulcis – sostiene Ignazio Locci -. Ma prima di accettare l’iniziativa imprenditoriale della Mossi&Ghisolfi (l’azienda interessata ad avviare nel Sulcis le coltivazioni di canna per la produzione di biofuel di seconda generazione) è doveroso interessare le cittadinanze interessate, attivando percorsi di consultazione popolare che partano dal basso: il coinvolgimento dei sulcitani nei processi decisionali deve essere risolutivo per la condivisione dei programmi di sviluppo. E, considerato che le coltivazioni sperimentali nei campi di Tratalias e Masainas sono già state avviate, sarebbe utile fare delle visite nei luoghi di lavoro per verificare la fattibilità del progetto.»

«Ci troviamo di fronte a una scelta importante – aggiunge Locci -: se l’intrapresa della Mossi&Ghisolfi, che a regime dovrebbe assicurare circa 350 nuovi posti di lavoro, venisse finanziata, si tratterebbe di sottrarre ettari di terreno all’agricoltura, attività nel Basso Sulcis da sempre prevalente. Ovvero: rinunciare alla terra e alla produzione alimentare per cedere il passo alla produzione di biocarburante. Ecco perché non possiamo dare il nostro assenso senza avere prima coinvolto le comunità locali, illustrando loro nel dettaglio vantaggi e svantaggi. Saranno poi i cittadini a metterli sulla bilancia e a trarre le conclusioni.»

Sulla crisi che rischia di travolgere l’azienda regionale sarda trasporti, il consigliere regionale di Sant’Antioco sostiene che «la Regione deve rispettare il contratto di servizio e garantire all’Arst i 50 milioni di euro necessari per poter andare avanti. La Giunta non può continuare ad accampare scuse per giustificare il mancato rispetto degli impegni presi: i trasporti sono una cosa seria, esattamente come lo sono gli stipendi dei lavoratori e la sicurezza degli stessi trasporti locali. Sono in ballo, infatti, il pendolarismo studentesco e l’isolamento delle periferie».

«La controllata regionale, come certificato dalla Corte dei Conti, ha garantito conti in regola – aggiunge Locci -. Non si può continuare ad andare avanti così. La Regione deve risolvere strutturalmente il problema e mettere in campo una strategia che rispetti il contratto di servizio, erogando con cadenza trimestrale all’Arst. Il debito totale con l’Azienda regionale sarda trasporti, tra contratto di servizio e debito corrente, ammonta a 85 milioni di euro. La Giunta – conclude Ignazio Locci – farebbe bene ad assicurare ai sardi che non si procederà con alcuna privatizzazione, diversamente sarà la catastrofe dei trasporti locali.»

«In Sardegna l’aumento della tassazione rischia di mettere in ginocchio le aziende produttrici di birra». La denuncia viene da Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia.

«Nel gennaio del 2015 è previsto un ulteriore incremento del 13% delle accise sulla birra che, sommato ai precedenti – spiega Ignazio Locci -, porta a un aumento totale del 30% in soli 16 mesi. In più, sul fronte dell’Iva, nonostante l’aliquota sia già salita dal 20 al 22%, dal primo gennaio 2016 al 2018 dovrebbe raggiungere il 25.5%. Da qui, il rischio che in Sardegna (prima regione italiana per consumo di birra pro capite), gli ulteriori aumenti della tassazione possano portare duri contraccolpi alle aziende isolane. La birra, del resto, di questo passo rischia di trasformarsi in una bevanda per ricchi».

«Soltanto nello stabilimento Heineken di Assemini che produce la prestigiosa Ichnusa, sono impiegati circa cento lavoratori. Si pensi, poi, ai birrifici artigianali della Sardegna, che portano il marchio isolano in giro per Italia e l’estero, riscuotendo un importante successo di pubblico e critica. Vere e proprie eccellenze (circa una trentina, con numeroso personale occupato) che ogni anno garantiscono all’isola svariati riconoscimenti e premi, a testimonianza dell’alta qualità della birra “made in Sardinia”, prodotta con ingredienti scelti con assoluta cura. Realtà floride che si stanno sviluppando anche grazie al confronto con i produttori internazionali, che non meritano di essere lasciate sole a lottare con una tassazione che rischia di metterle in croce. La Giunta regionale – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco – deve prendere seriamente in considerazione il problema e mettersi al lavoro per studiare una serie di misure volte a mitigare la tassazione che grava sulle imprese isolane. Si pensi, a esempio, alla ulteriore riduzione dell’Irap.»

«In Sardegna – come in Italia – approdano birre europee di bassa qualità e a prezzi decisamente contenuti. Questo perché le accise non vengono pagate in Italia ma nello Stato membro dove sono più basse. Risultato: si bevono sempre più birre economiche e straniere. È doveroso da parte della Regione – conclude Ignazio Locci – impegnarsi per tutelare la birra artigianale sarda, creando le condizioni per non licenziare il personale e mantenere il prezzo di vendita ai livelli attuali.»

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna

IMG_9525

Non si placano le polemiche sulla decisione adottata dall’Agenzia regionale Sardegna Promozione con la risoluzione della convenzione che la legava al Cagliari Calcio.

«Alla Regione non basta che la nuova gestione del Cagliari calcio sia riuscita a restituire lo stadio ai suoi tifosi, che abbia riacceso l’interesse dei sardi verso i colori rossoblù e, soprattutto, che con la maglia della squadra promuova l’isola portando in giro per l’Italia il brand Sardegna – dichiara Ignazio Locci, consigliere regionale del Gruppo Forza Italia Sardegna -. Evidentemente no, dato che in maniera del tutto inaspettata e ingiustificata l’Agenzia regionale Sardegna promozione, oggi commissariata, ha risolto la convenzione che la legava alla società rossoblù, negandole i milioni di euro (1,9 milioni di euro relativi alla stagione 2013/2014 e 1,3 a quella in corso), su cui la nuova dirigenza faceva affidamento.»

«Si tratta di una beffa a tutti gli effetti, che vale sia per il sodalizio calcistico, sia per un’isola intera, da sempre legata alla squadra che milita nel massimo campionato nazionale – aggiunge Ignazio Locci -. Ma per la dirigenza costerà cara, considerato che su quei fondi contava per contribuire al progetto di rilancio della società, già alle prese con la crisi che ha colpito il settore.»

«Ricordo al presidente della Regione Francesco Pigliaru e all’assessore del Turismo Francesco Morandi che hanno tutto il potere per intervenire presso Sardegna promozione e scongiurare una decisione che avrebbe ripercussioni gravissime. Mi auguro che se ne convincano e agiscano quanto prima. A meno che – conclude il consigliere regionale di Forza Italia – non intendano far scappare anche il volenteroso presidente del Cagliari Tommaso Giulini.»

IMG_0167IMG_0191 IMG_0173 IMG_0170  IMG_0160 IMG_0155 IMG_0145

Animato dibattito, ieri sera, nella sala conferenze della Grande Miniera di Serbariu, sulla realtà del Poligono di Capo Teulada, come risorsa, fonte di economia e di sviluppo per il territorio. All’incontro, organizzato dal Consorzio Fieristico Sulcitano, hanno partecipato il Capo di Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale, Filippo Spanu; i sindaci di Teulada e Sant’Anna Arresi, Daniele Serra e Paolo Luigi Dessì; i deputati del Partito Democratico Emanuele Cani e Francesco Sanna; il senatore di Forza Italia Emilio Floris; l’ex comandante del 1° Reggimento di Teulada, colonnello Sandro Branca; i consiglieri regionali di Forza Italia Stefano Tunis e Ignazio Locci; l’ex comandante della Brigata Sassari, generale Nicolò Manca; il sindaco di Perdasdefogu, Mariano Carta; i sindaci di Carbonia e Calasetta, Giuseppe Casti e Antonio Vigo; il segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente, Roberto Puddu; amministratori locali, rappresentanti di associazioni e movimenti e semplici cittadini.

Diverse le posizioni emerse nel corso del dibattito. Da una parte la posizione del ministero della Difesa che rivendica il mantenimento dell’attuale situazione e degli oltre 7.000 ettari di demanio (demanio e non servitù, come ha rimarcato il colonnello Branca, in quanto i terreni sono stati acquistati dal ministero della Difesa da alcune centinaia di proprietari, ad un prezzo nettamente superiore a quello che allora era il prezzo di mercato, e solo in tredici casi si procedette con espropri) per lo svolgimento delle esercitazioni; da un’altra quella della Regione, manifestata dal governatore Francesco Pigliaru alla seconda Conferenza nazionale sulle servitù militari e ribadita nell’occasione dal Capo di Gabinetto Filippo Spanu, in base alla quale «non si può essere gravemente sperequati da una prassi dello Stato di cui si fa parte non si può più ritenere scontato che la gran parte delle servitù militari della Repubblica italiana sia in Sardegna. Riequilibrio e bonifiche come grande occasione di lavoro, di educazione, di civiltà, di sviluppo, di recupero e riuso che vanno finanziate a valere sulla fiscalità generale della Repubblica»; e ancora quella delle comunità locali, con in prima fila i comuni di Teulada e Sant’Anna Arresi, i due comuni maggiormente coinvolti dalla presenza militare (Sant’Anna Arresi non ha suo territorio in area militare ma è direttamente a contatto con lo stesso), che rivendicano un alleggerimento del peso della servitù ed un maggior coinvolgimento in termini di ricadute economiche. Ci sono poi coloro che sono pienamente favorevoli alla presenza del poligono, vedi i pescatori, che ormai da anni usufruiscono degli indennizzi per il mancato esercizio della loro attività; e coloro che, viceversa, sono nettamente contrari, in quanto ritengono la presenza del poligono un freno allo sviluppo economico del territorio, soprattutto nel settore turistico.

Oggi – come ha sottolineato il colonnello Branca, il poligono rappresenta la principale azienda del territorio, con l’erogazione di ben 1.200 buste paga, tra militari e civili, e nelle considerazioni che vengono fatte circa la permanenza o meno del poligono, è una realtà della quale non si può non tenere conto, soprattutto in una fase di grave crisi economica come quella che vive il Sulcis Iglesiente. E nella prospettiva di un ridimensionamento anche parziale della servitù, con una restituzione di porzioni di territorio agli usi civili – come da parte sua ha rimarcato il senatore Emilio Floris – andrebbe affrontato preventivamente il problema delle bonifiche, per evitare il ripetersi delle situazioni vissute a La Maddalena, dove gli americani sono andati via ma il territorio, non essendo state effettuate le bonifiche, oggi è praticamente ancora inutilizzabile.

L’ipotesi più realistica, sostenuta tra gli altri, oltre che dal governatore Francesco Pigliaru, anche da Roberto Puddu, segretario generale della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente, è quella di una riduzione della superficie destinata alle esercitazioni militari («perché niente è eterno – ha detto Puddu – come dimostrano i casi dell’industria e della stessa Carbosulcis, che sta chiudendo. E non si capisce perché debba essere eterna la superficie di territorio destinata alle esercitazioni militari»), con maggiori ricadute in termini economici per le comunità locali, possibili con il nuovo programma che prevede investimenti per ben venti milioni di euro.

Ignazio Locci 3 copia

Lettera aperta all’Amministratore unico di Abbanoa dr. Alessandro Ramazzotti.

Innanzitutto, vorrei sottolineare che prendo atto dei programmi di salvataggio e consolidamento della società di gestione del sistema idrico isolano di cui il dr. Ramazzotti è amministratore unico.

Ricoprire l’incarico di amministratore di Abbanoa è un compito certamente non facile che tuttavia non può limitarsi alla sola attività di gestione dei conti, che il Dottore vanta di avere sistemato e rimesso in ordine. Quello che i cittadini hanno a cuore, infatti, non sono i conti in ordine, bensì un servizio funzionale ed efficiente basato su un rapporto gestore-utente corretto e affidato a personale capace e cortese.

Sono molteplici gli obiettivi da raggiungere per garantire agli utenti un servizio accettabile e far sì che Abbanoa non venga percepita come un “mostro” a cui non consegnare i propri soldi.

In Sardegna c’è infatti bisogno di servizi territoriali degni di essere chiamati tali, di uffici puliti ed accoglienti, di risposte agli utenti corrette e certe. Ma al di là dei conti che l’amministratore unico afferma essere in ordine, per ora abbiamo assistito all’inarrestabile chiusura di uffici periferici, a costanti slacci delle utenze, a fatturazioni irregolari responsabili di cifre esorbitanti nelle bollette. E l’insieme di questi fattori concorre a delineare il quadro di un ente dalla struttura confusa e smisurata, incapace di essere vicino agli utenti e alle loro esigenze e colpevole della gestione di un servizio inefficiente e costoso (complice il prezzo fissato dall’Ato).

Una sfida, decisiva, cui garantire quanto prima piena attuazione per la gestione dell’acqua è la fatturazione bimestrale: questa opzione consentirebbe rate più “umane” e sostenibili. E rappresenterebbe un passo decisivo per riavvicinare Abbanoa ai sardi.

Il dr. Ramazzotti proviene da una realtà del nord Italia in cui – viene da pensare – tutto funzionava per il meglio e nessuno si lamentava. Ma qui in Sardegna le cose stanno diversamente e Abbanoa è degna di un paese sottosviluppato.

I sardi hanno diritto a un servizio idrico normale. Diversamente, non si può biasimare chi contesta la società e malvolentieri paga bollette per un servizio considerato tra i peggiori erogati in Sardegna. Semmai, scandalizza chi difende l’indifendibile, essendo peraltro in parte responsabile del disastro.

Auguro, infine, all’amministratore unico, di raggiungere gli obiettivi che interessano i sardi. E non quelli delle cosiddette “cricche”.

Ignazio Locci

Consigliere regionale Forza Italia Sardegna