9 January, 2025
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«In tema di #continuità territoriale c’è ancora molto lavoro da fare. Accolgo con favore la notizia che Meridiana e Alitalia hanno messo a disposizione 33mila posti in più da giugno a settembre sulle rotte della Continuità territoriale. Ma occorre ricordare all’assessore ai Trasporti Massimo Deiana che c’è ancora tanta strada da percorrere per consentire ai sardi di viaggiare liberamente. L’obiettivo su cui ragionare è un nuovo modello di Continuità (“Continuità 3”) che, entro il primo gennaio 2016, sia capace di assicurare altri 30mila posti aggiuntivi.»

Lo ha detto Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia, dopo la conferenza stampa dell’assessore dei Trasporti, Massimo Deiana.

«I 33mila posti in più attuali sono certamente un ottimo risultato – ha aggiunto Ignazio Locci – ma il merito va riconosciuto all’ex Governatore Ugo Cappellacci, che nonostante le critiche pretestuose del centrosinistra (lo stesso che oggi cerca di fare proprio il traguardo raggiunto) aveva progettato e concordato un sistema di #continuità territoriale degno della nostra Terra e dei diritti dei sardi.»

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Il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci rivolge un appello al Governatore, Francesco Pigliaru, e all’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu, affinché ascoltino le proposte dell’opposizione e portino il progetto di riforma degli enti locali – ammesso esista – sul tavolo della discussione.

«Nell’intervista rilasciata a L’Unione sarda dall’assessore Erriu (pubblicata nell’edizione odierna) – ha detto Ignazio Locci – emerge una Giunta con idee poco chiare e, va da sé, in ritardo con i tempi di approvazione della riforma. In tema di enti locali, infatti, il centrosinistra non se la passa per niente bene: tra Partito democratico e Sel esistono differenze di vedute sostanziali che rischiano di lasciare a un punto morto la discussione. E a peggiorare il quadro di incertezza si aggiunge un Pd nel cui interno spiccano visioni in disaccordo tra loro, con esponenti del partito che punterebbero addirittura a far resuscitare le province.«

«Ma il tempo stringe – ha aggiunto il consigliere regionale di Sant’Antioco – la scadenza del 31 dicembre è ormai alle porte e non sarà facile superare le divergenze all’interno della maggioranza. Ecco perché è indispensabile l’apporto di tutte le forze politiche in campo: Erriu non può pretendere di portare avanti un progetto di riforma che non solo fa storcere il naso a Sel e a una parte del suo partito, ma non è nemmeno condiviso con l’opposizione.»

«Ciò che a noi sta principalmente a cuore – e anche di questo vorremmo poter discutere – ha concluso Ignazio Locci – è la sopravvivenza dei piccoli comuni. Con la riforma del ministro Graziano Del Rio, infatti, i centri sardi al di sotto dei 5000 abitanti (che rappresentano la maggioranza dei comuni dell’isola), rischiano di chiudere definitivamente bottega. È necessario, dunque, mantenere ed esercitare la potestà primaria in materia di organizzazione degli enti locali, salvaguardando la nostra specialità. Ma l’assessore degli Enti locali sembra invece proiettato verso una Regione “Cagliaricentrica”.»

Ignazio Locci.

Ignazio Locci.

«Il Governo torni sui suoi passi e abbandoni definitivamente la scellerata idea di chiudere il #carcere di Iglesias. La soppressione dell’istituto di pena creerebbe enormi danni al territorio, sia in termini economici che sociali e rappresenterebbe l’ennesimo tentativo insano di razionalizzazione proprio in settori dove non se ne avverte la necessità.»

Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia.

«Nell’incontro che si è svolto l’altro ieri tra il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, e una delegazione di parlamentari sardi – aggiunge Locci – sarebbe emersa la volontà del Governo di rallentare le operazioni di chiusura delle carceri di Iglesias e Macomer, che potrebbero persino essere stoppate definitivamente. Ma prima di cantare vittoria sarebbe bene pretendere garanzie concrete: il Governo di Matteo Renzi ha già dimostrato ai sardi di non farsi scrupoli a disattendere gli impegni assunti a suo tempo (si veda la mancata deroga ai posti letto per il #San Raffaele di Olbia). Ora più che mai, dunque, è necessario che Pigliaru mantenga alta la guardia – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco – evitando attestati di fiducia incondizionata.»

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Il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci è intervenuto ieri sera sui problemi legati all’apertura del nuovo ospedale #San Raffaele di Olbia.

«Per l’apertura dell’ospedale #San Raffaele di Olbia occorrono fatti concreti. E di concreto, per ora, ci sono solo i tagli ai posti letto disposti dal governo con l’approvazione del regolamento per la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera italiana, che porta da 4,1 a 3,7 i posti letto ogni mille abitanti. Senza la deroga del Governo ai posti letto l’operazione #San Raffaele rischia di saltare.»

«E a poco servono le rassicurazioni del presidente della Regione Francesco Pigliaru, che si è affrettato a spendere parole di “amicizia” nei confronti dell’Esecutivo nazionale, convinto che rispetterà gli impegni assunti a suo tempo con una stretta di mano. Per ora nel decreto #Sblocca Italia non compare alcuna deroga, e c’è tempo soltanto fino al 31 agosto. Il Governatore – ha concluso Ignazio Locci – si impegni in prima persona affinché l’operazione #San Raffaele non fallisca.»

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La riforma del sistema sanitario accende il dibattito tra le forze politiche in Consiglio regionale.

«La classe dirigente faccia un passo indietro e si lasci alla spalle la vecchia logica delle nomine politiche e della spartizione del potere – ha detto oggi Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia – non possiamo più permetterci di decidere i manager delle Asl sarde in base al peso dei partiti, correndo il rischio di posizionare alla guida delle Aziende sanitarie – quasi fosse una scacchiere da riempire – soggetti privi delle giuste competenze. La gestione della Sanità deve essere affidata a professionisti, personalità scientifiche capaci di gestire al meglio le problematiche di questo importante settore, che abbiano come punto di riferimento i conti e la spesa pubblica ma soprattutto il principio dell’universalità delle prestazioni sanitarie.»

«Occorre passare da un sistema di gestione politica a uno di garanzia. La soluzione – ha aggiunto il consigliere regionale di Sant’Antioco – si chiama Authority di Garanzia della Sanità sarda, al cui vertice deve spiccare una figura slegata dai partiti e chiamata a nominare i futuri manager della Asl isolane in base a competenze e professionalità. In occasione del dibattito sulla riforma della Sanità in Sardegna è necessario aprire un confronto sulla soppressione dell’Agenzia regionale della Sanità, sull’istituzione dell’Autorità di Garanzia della Sanità e, di conseguenza, sull’individuazione di un Garante con potere di nomina dei manager.

«È ora di dire basta ai dirigenti nominati dalla politica. La Riforma del sistema sanitario della Regione Sardegna – ha concluso Ignazio Locci – deve essere l’opportunità per guardare avanti, cancellando un sistema che fino a oggi ha badato essenzialmente ai conti e ha ridotto, di contro, le prestazioni al cittadino.»

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«Le mille vertenze che costellano il Sulcis Iglesiente meritano maggiore attenzione da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi e del Governatore della Sardegna Francesco Pigliaru. Tra vicende industriali, povertà dilagante, disoccupazione e cassa integrazione che non arriva, il territorio della ex Provincia di Carbonia Iglesias sembra essere abbandonato a se stesso. E non saranno certamente i tavoli che di volta in volta vengono convocati al Ministero dello Sviluppo Economico a risolvere i problemi che ormai da anni attanagliano la regione del Sulcis. Tavoli inconcludenti che puntualmente si aggiornano a date indefinite, il cui scopo sembra essere quello di placare, almeno momentaneamente, la rabbia che in questo territorio si fa sempre più pressante.»

Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia.

«Il Premier deve necessariamente mantenere fede agli impegni presi alcuni giorni fa, quando ha annunciato che tra agosto e settembre avrebbe fatto visita alla terra sulcitana (dovrebbe recarsi anche a Olbia) per toccare con mano il dramma che quotidianamente si consuma nel profondo sud dell’isola – aggiunge Locci – . Una visita dalla quale i cittadini, le istituzioni e le sigle sindacali si attendono risposte concrete: non basterà sfilare nel polo industriale, tra industrie chiuse e presidi permanenti degli operai, per mostrare il proprio interesse verso il territorio. Occorre che Renzi si presenti con un pacchetto di soluzioni a breve termine, affinché si possa credere nel rilancio del Sulcis Iglesiente.»

«Da troppo tempo attendiamo un segnale concreto, di speranza. E se il Presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru non si è ancora degnato di fare capolino nel Sulcis, almeno Renzi mostri un minimo di attenzione. Ma questa volta si prepari per bene, si metta a studiare e venga nel Sulcis consapevole dei problemi e pronto a offrire soluzioni tangibili. La speranza è che questa volta sappia almeno distinguere tra minatori della Carbosulcis e operai dell’Alcoa di Portovesme. Del resto, qualche giorno prima della tappa a Carbonia in occasione della campagna elettorale per le primarie del Partito democratico, molto timidamente farfugliò una qualche soluzione per i “minatori dell’Alcoa”. E gli operai non se ne dimenticarono – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco – accogliendolo nella città mineraria con una sonora bordata di fischi.»

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«La Regione non lasci soli i lavoratori dell’#Igea, da ben sei mesi senza stipendio, e si impegni a trovare una soluzione alla vertenza. Una vertenza che, oltre a penalizzare gli oltre 200 dipendenti dell’azienda, sta lasciando nell’incuria l’immenso e inestimabile patrimonio minerario della Sardegna, specie quello del Sulcis Iglesiente, a oggi non fruibile ai visitatori e in stato di parziale abbandono.»

Il nuovo appello è dell’on. Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia.

«È inaccettabile che, a distanza di mesi dal suo insediamento – aggiunge Locci – la Giunta regionale non sia ancora riuscita a garantire le mensilità arretrate – o almeno una parte – ai lavoratori, ridotti alla fame da un’attesa che si fa sempre più insostenibile e snervante. La delibera del 15 luglio scorso proposta dall’assessore regionale dell’Industria Maria Grazia Piras (che prevede una convenzione triennale con #Igea riguardante la custodia e il mantenimento in sicurezza delle miniere per un totale di 28 milioni di euro), per ora non ha prodotto nulla di concreto. Dovrebbe garantire la ripresa dell’attività produttiva e il pagamento degli stipendi arretrati, ma a distanza di oltre due settimane tutto sembra essere tornato al punto di partenza.»

«La Giunta farebbe bene a rispolverare la legge che, votata all’unanimità dal Consiglio regionale, prevede la creazione dell’#Arbam (Agenzia regionale per le bonifiche ambientali), che potrebbe realmente rimettere in attività il patrimonio minerario garantendo all’azienda di restare in piedi con risorse proprie. E nel frattempo – conclude il consgikuere regionale di Sant’Antioco – gli uffici si mettano al lavoro per assicurare le spettanze agli operai Igea, che certo non possono continuare ad attendere pazientemente i tempi biblici che la burocrazia e l’immobilismo di questa Giunta regionale stanno garantendo.»

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L’esito dell’incontro svoltosi ieri al ministero dello Sviluppo economico che sembra aver aperto una prospettiva per la cessione dello stabilimento #Alcoa, alla multinazionale svizzera #Glencore, è giudicato positivamente dal deputato del Partito Democratico Emanuele Cani.

«Esprimo un giudizio positivo sull’incontro di oggi, cui ho partecipato assieme ai sindaci e ai rappresentanti sindacali e ai lavoratori alla presenza della Regione Sardegna e del Governo – ha commentato il deputato di Carbonia -. A mio parere si è trattato di una riunione importante perché, come riferito dal viceministro De Vincenti, “il Governo e la Regione hanno confermato di aver preso contatto e avviato un confronto con un nuovo importante operatore internazionale interessato all’acquisizione dello smelter di Portovesme”. Non solo il ministro ha aggiunto che “Al riguardo è in corso un’approfondita istruttoria preliminare della disponibilità nel lungo termine di condizioni di approvvigionamento dell’energia elettrica in linea con lo specifico mercato nei principali paesi europei”. Non meno importante il punto in cui si spiega che “Governo e Regione hanno comunicato al gruppo industriale interessato che intendono sostenere la ripresa della produzione e dell’occupazione mettendo a disposizione anche lo strumento del Contratto di Sviluppo completando le infrastrutture in tempi certi”. Appare, invece, un po’ deludente la posizione di Alcoa che si è limitata a confermare di “restare disponibile a considerare una seria espressione di interesse all’acquisto dell’impianto di Portovesme da parte di un acquirente che offra ragionevoli garanzie di assicurarne la continuità operativa”. E che ha comunque dichiarato di interrompere al al 31 luglio 2014 i lavori di manutenzione dello stabilimento in quanto tutti i lavori previsti sarebbero stati eseguiti.»

«Ocorre vigilare costantemente sullo stato della vertenza – conclude Emanuele Cani – con l’unico obiettivo di riaprire lo stabilimento consentendo ai lavoratori di riprendere il loro impiego.»

«No ai facili entusiasmi e alle iniezioni di fiducia di cui gli operai della ex Alcoa non hanno il minimo bisogno – sottolinea da parte sua Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia –. I toni trionfalistici con cui il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru ha commentato l’incontro che si è tenuto ieri mattina al Mise per discutere della vertenza Alcoa, appaiono incauti e prematuri. C’è ben poco da festeggiare, insomma, di fronte al grave problema dell’approvvigionamento energetico e agli ammortizzatori sociali che non arrivano. Le tute blu sulcitane non hanno certo bisogno delle vacue parole con cui Pigliaru pretenderebbe di creare quello che definisce un “clima di fiducia”.»

«Prima di assegnarsi, da solo, il trenta e lode per avere instaurato una nuova trattativa con un operatore interessato all’acquisizione dell’impianto, la Glencore – aggiunge Ignazio Locci –, il presidente farebbe bene a creare le condizioni affinché lo stabilimento diventi nuovamente appetibile. E senza energia a prezzi vantaggiosi e infrastrutture adeguate non si va da nessuna parte. Del resto, di presunte trattative se ne sono viste svariate, ma di garanzie sull’energia nemmeno l’ombra. Inoltre, la Glencore vede all’orizzonte la scadenza della super interrompibilità che fino a oggi gli ha garantito costi energetici a prezzi accettabili. Forse gli operai dovrebbero farsi impressionare dal “Memorandum of Understanding” tra investitore e istituzioni necessario per passare alla manifestazione di interesse di cui parla Pigliaru, ma anche se l’altisonanza dell’inglese che si fonde con i latinismi può apparire affascinante, di fatto non si traduce in niente di concreto. Nulla, in sostanza, si può toccare con mano.»

«Il Governatore – conclude il consigliere regionale di Sant’Antioco – si metta al lavoro e si presenti al prossimo appello. Ma stavolta lo faccia con qualcosa in mano.»

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I diversi progetti di riforma del sistema sanitario sardo portati sul tavolo della discussione hanno l’unico obiettivo di tagliare i servizi al cittadino, mascherando l’operazione con un termine forse più dolce ma che di fatto significa tagli decisi e indiscriminati: razionalizzazione. E a farne le spese saranno quei territori che già soffrono, come il Sulcis Iglesiente, la cui sanità locale potrebbe essere privata di autonomia gestionale e politica con un colpo di penna.
Il giudizio critico viene espresso da Ignazio Locci, consigliere regionale del gruppo di Forza Italia.

Una politica di tagli guidata essenzialmente dal peso politico dei territori o, ancora peggio, di certi politici o primari ospedalieri, a discapito di quelle zone dell’isola evidentemente mal rappresentate nello scenario politico di maggioranza che amministra la Regione Sardegna, come la ex provincia di Carbonia Iglesias.

Il disegno di riforma sanitario targato centrosinistra e in particolare Partito democratico, inoltre, – aggiunge Ignazio Locci – si scontra con l’atteggiamento che questa amministrazione regionale assume, talvolta, nei confronti del Governo centrale: se da una parte protesta contro lo Stato per l’arretramento e la smobilitazione di vari servizi (Inps, Inail, Motorizzazioni civili), dall’altra cerca di smobilitare la sanità dalle periferie.

E, infatti, in ogni proposta di riforma e revisione della sanità del Sulcis spicca la volontà di tagliare la ASL 7. Un progetto insano che respingo con decisione – sottolinea ancora Ignazio Locci – certo che l’unica strada da seguire sia quella che conduce al soddisfacimento degli interessi del cittadino e del paziente, certamente non privandoli dei servizi su cui fino a oggi, pur con svariate difficoltà, hanno fatto affidamento. L’unica operazione che si può accettare è la trasformazione dell’azienda territoriale in azienda ospedaliera policentrica, passando attraverso l’accorpando dell’ospedale di Carbonia con quello di Iglesias.

Più in generale, occorre richiamare il tema della sanità dentro un più ampio confronto sulle riforme ed è il caso di uscire dal falso moralismo che, guardando alle riforme con presunto interesse, punta in realtà a occupare posti di potere.

Sulla scorta del “modello comunitario” si può prevedere la scrittura di un vero e proprio “Libro bianco”: un punto di partenza e di confronto tra società e sanità vera, composta sia dai medici che dai lavoratori del settore. E occorre farlo partendo dal basso, con lo scopo di partorire una riforma che sia di tutti. Un modello buono che appartenga a tutta la politica – conclude Ignazio Locci – e non a una parte soltanto.

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«Si apra una stagione di confronto serio e leale nell’interesse dei sardi e nella direzione dell’ammodernamento della Regione. Il tema delle riforme non può essere di esclusiva competenza dell’assessore degli Affari generali, personale e riforma della Regione Gianmario Demuro: un argomento di così straordinaria importanza deve obbligatoriamente coinvolgere tutte le forze politiche, riunite insieme per ridare un volto istituzionale nuovo alla nostra Terra. Punto di partenza: il riordino della struttura amministrativa con lo scopo di riorganizzare l’assetto degli enti locali e strumentali della Regione.»

Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia.

«Superata la fase di ascolto in commissione Autonomia dei cosiddetti saggi – aggiunge Locci – si esca alla luce del sole per proporre nuove strade ai giovani e alle imprese della Sardegna. Dobbiamo passare dalla fase di rivendicazione alla presa di coscienza che è in atto un processo di rivoluzione istituzionale che non può e non deve essere fermato: la Sardegna e la sua classe dirigente devono rivelarsi capaci di sfruttare la situazione a proprio vantaggio. E con il confronto e il dialogo nel supremo interesse pubblico possiamo farcela. Allo stesso tempo, non concederemo alcuno sconto nelle materie economiche e della ripresa. Le stesse dove il centrosinistra segna il passo.»