4 December, 2024
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Alcoa ingresso

«Dopo 5 giorni di presidio dei lavoratori ex Alcoa davanti allo stabilimento di Portovesme, il Governatore Francesco Pigliaru si è ricordato di convocare le rappresentanze sindacali, lunedì mattina nel palazzo di Viale Trento a Cagliari.»

Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia.

«Sebbene ritenga che l’incontro sia un primo, seppur flebile, segnale di interesse verso la vertenza Alcoa – aggiunge il consigliere regionale di Sant’Antioco – mi auguro non si riveli semplicemente la celebrazione dei 52 milioni di euro sbloccati nei giorni scorsi per il pagamento degli ammortizzatori sociali. Una cifra insufficiente per soddisfare tutte le domande degli aventi diritto. Confido invece nell’impegno di Pigliaru – conclude Locci – affinché sappia fornire rassicurazioni rispetto all’imminente scadenza degli ammortizzatori sociali (30 giugno prossimo) e spero abbia la forza per farsi garante delle istanze degli operai sulcitani presso il Governo centrale in merito alla trattativa tra Alcoa e Klesch per la cessione della fabbrica.»

Sagra 655ª

“La Sagra di Sant’Antioco Patrimonio dell’Umanità, bene immateriale da salvaguardare e trasmettere alle generazioni future. Sono sicuro che, al di là del successo riscosso dalla 655esima edizione appena conclusa, ricca di senso cristiano e di devozione verso il Martire Antioco, la festa per il Patrono della Sardegna possa ambire a riconoscimenti ben più prestigiosi”.
Lo sostiene il consigliere regionale di Forza Italia Ignazio Locci, in una nota diffusa questa sera, nella quale, “da antiochense, invita l’Amministrazione comunale di Sant’Antioco a promuovere presso il ministero dello Sviluppo economico tutte le procedure necessarie al fine di candidare, in collaborazione con la parrocchia di Sant’Antioco Martire, la Sagra più antica della Sardegna come Patrimonio dell’Unesco”.

“Per proporre la candidatura de “Sa Festa manna” – aggiunge Locci – si potrebbero mettere a frutto tutti gli studi compiuti fino ad oggi sul Martire. Riuscire a far parte della preziosa Lista costituirebbe un riconoscimento a livello globale dello straordinario valore culturale della Sagra antiochense.p”.

Alcoa ingresso

Nuova critica del consigliere regionale Ignazio Locci (Forza Italia) al governatore Francesco Pigliaru sulla vertenza Alcoa.

«A distanza di 4 giorni dall’inizio del presidio dei lavoratori ex Alcoa davanti allo stabilimento di Portovesme – scrive Locci in una nota -, Francesco Pigliaru non si è ancora degnato di pronunciare una sola parola di conforto e rassicurazione, o anche solo di incoraggiamento e solidarietà per questi padri di famiglia che lottano per il posto di lavoro. Una condotta deprecabile che la dice lunga sullo stato di attuazione, o per meglio dire di inattuazione, delle misure necessarie per ridare speranza al polo industriale del Sulcis Iglesiente.»

«Due giorni fa – aggiunge Locci – mi sono recato al presidio dei lavoratori per portare il mio sostegno e ho toccato con mano la preoccupazione di chi teme per il proprio futuro: il 30 giugno prossimo scadranno gli ammortizzatori sociali previsti per legge e a partire da quella data saranno tutti potenzialmente  licenziabili. Gli operai non hanno minimamente idea di quale sia lo stato della trattativa per la vendita dell’impianto industriale tra Alcoa e Klesch (ammesso che questa trattativa esista) e, cosa ancor più grave, non conoscono quali progetti abbia in animo la Giunta Regionale per risolvere la vertenza industriale Alcoa e quelle dell’intero polo di Portovesme.»

«Il Presidente – conclude Locci – dica molto chiaramente se è intenzionato o meno a sostenere la battaglia per il posto di lavoro degli operai ex Alcoa: i tempi sono decisamente maturi.»

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La Sesta Commissione consiliare permanente stamane ha sentito in audizione l’assessore della Sanità, Luigi Arru.

Al termine, il presidente, il socialista Raimondo Perra (Sardegna Vera), ha affermato che che le priorità sono «la continuità assistenziale tra ospedale e territorio con il rafforzamento delle strutture locali, eradicazione della peste suina e rilancio del settore economico, richiesta di tutti i dati in possesso dell’assessorato e  dei conti delle Asl per una programmazione mirata».

L’assessore Arru ha evidenziato che la peste suina e l’assistenza sociale sono state le emergenze che l’assessorato ha dovuto affrontare dal momento dell’insediamento del nuovo governo regionale. In particolare, Arru ha evidenziato le criticità legate alla legge 162 per le disabilità gravi, e poi per analizzare la  recrudescenza della peste suina e predisporre la bozza del piano triennale per l’eradicazione della malattia da sottoporre all’Ue. Secondo l’assessore è necessario un coordinamento tra tutti i servizi veterinari, rafforzando la struttura, e l’insediamento del tavolo interassessoriale tra Sanità e Agricoltura.

Arru ha poi spiegato ai commissari quale sia la sua idea di Sanità: garantire il diritto alla salute di tutti, soprattutto in questo momento di crisi, attraverso reti integrate e creando una cooperazione tra Asl e tutti i professionisti presenti nei territori. «Le sfide della Sanità di oggi sono la popolazione che invecchia e la cronicizzazione delle malattie». Per questo motivo, ha spiegato Arru d’accordo con la linea del presidente Perra, bisogna lavorare sulla continuità assistenziale tra ospedale e territorio e viceversa, stimolando il dialogo tra tutti gli operatori.

Per quanto riguarda la spesa farmaceutica, l’assessore ha rilevato che negli ultimi anni è migliorata, ma la Sardegna è ancora in cima alla classifica delle regioni che spendono di più.

Arru ha poi chiarito alla Commissione Sanità che, d’ora in poi la Regione sarà molto più presente nella Conferenza Stato-Regione e ha auspicato una fattiva collaborazione tra la Giunta e il Consiglio, in particolare la Commissione, garantendo che avrebbe fornito al più presto i dati chiesti.

Anche i commissari, infatti, hanno evidenziato la necessità di avere un filo diretto con l’assessorato, avere i conti delle Asl, il bilancio dell’assessorato stesso e la fotografia dei diversi settori e situazioni delle Aziende ospedaliere per poter analizzare in concreto la situazione (Augusto Cherchi, Soberania e Indipendentzia, Rossella Pinna, Pd, Alberto Randazzo, FI,  Daniela Forma, Pd, Gigi Ruggeri, Pd, Ignazio Locci, FI).

Il Consigliere Edoardo Tocco ha sollecitato l’assessore affinché rivedesse gli atti aziendali delle Asl, delle aziende Miste e del Brotzu e che sentisse i medici e i responsabili ospedalieri «poiché sono coloro che conoscono meglio le problematiche». Richiesta confermata anche da Gigi Ruggeri (Pd), il quale ha anche proposto, per ridurre il deficit della Sanità, di modificare la tipologia di spesa, abbassando quella ospedaliera e aumentando quella della prevenzione sui territori.

Il consigliere Fabrizio Anedda, Rifondazione-Comunisti italiani-Sinistra sarda, ha esortato l’assessore a investire di più sul sociale, aiutando le famiglie che hanno tra i loro cari malati cronici, e a sostituire i vertici delle Asl. Dello stesso avviso anche la collega di maggioranza Daniela Forma (Pd), mentre Rossella Pinna (Pd) ha chiesto di conoscere a che punto sono le leggi di settore, come quella per i talassemici e i nefropatici. Lorenzo Cozzolino (Pd) ha evidenziato che il deficit della Sanità sarda ammonta a 379 milioni di euro e che il Sisar «fa acqua da tutte le parti, a fronte di un costo di circa 44 milioni». Particolare attenzione agli ospedali pscichiatrici giudiziari è stata chiesta, invece, da Anna Maria Busia (Cd), la quale ha proposto all’assessore l’esame dell’ingente stanziamento destinato al San Giovanni Battista di Ploaghe, circa 29 milioni, «una struttura fatiscente e con carenze strutturali». Per Alberto Randazzo (FI) è inutile parlare dei problemi che tutti conoscono se non si hanno i dati in mano, perché soltanto così si potrà fare una programmazione mirata ed efficace. Luca Pizzuto (Sel) ha chiesto all’assessore, in particolare, di riattivare gli Osservatori epidemiologici, mentre Emilio Usula ha affermato la necessità di un Piano sanitario omogeneo, che dia risposte adeguate a tutti gli abitanti della Sardegna, in maniera uguale sia che abitino a  Cagliari sia che abitino in un piccolo centro del nuorese.

Al termine dell’audizione l’assessore si è impegnato a fornire al più presto i dati chiesti.

Consiglio regionale 42

«Porre fine alla precarietà nei centri servizi per l’impiego dando attuazione alle norme approvate in conclusione della scorsa Legislatura dal Consiglio regionale», è l’invito che il presidente della Seconda commissione, Gavino Manca (Pd), ha rivolto all’assessore al Lavoro, Virginia Mura nel corso dell’audizione in Consiglio. L’ipotesi è procedere con i concorsi banditi dall’agenzia del lavoro prima della scadenza dei contratti a tempo, prevista per la fine del prossimo settembre. Nell’immediato, l’assessore Mura, ha ribadito la volontà di procedere nel rilancio delle attività dei Csl e confermato che proprio in questi giorni hanno preso il via le azioni per la formazione professionale rivolte agli operatori dei centri servizi per l’impiego di tutta l’Isola assicurando la partecipazione sia del personale ex ministeriale sia di quello con contratto a tempo determinato.

La strategicità del ruolo dei Csl è stata rimarcata anche in riferimento al progetto “garanzia giovani” le cui misure godono di uno stanziamento di 54.181.253 euro, così ripartito: accoglienza, presa in carico e orientamento “6.627.188; “formazione” 10.381.564; “accompagnamento al lavoro” 8.501.750; “tirocinio extra culturale anche in mobilità geografica” 8.127.188; “servizio civile” 1.625.438; “sostegno all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità” 5.083.625; “mobilità professionale transazionale e territoriale” 1.625.437; “bonus occupazionale” 12.209.063. Nessuno stanziamento è previsto nella misura “apprendistato” ma soltanto perché (ha precisato l’assessore Mura) sono disponibili forme di finanziamento diverse da quelle indicate nella deliberazione n.13 dello scorso 8 aprile.

L’assessore al Lavoro si è soffermata inoltre sugli stanziamenti e l’erogazione degli ammortizzatori sociali e confermato che “tutta la mobilità in deroga” riferita al 2013 è stata pagata mentre per la mobilità in deroga, entro i prossimi giorni, saranno erogate parte delle competenze 2013 con l’utilizzo dei 52 milioni di euro di risorse regionali in anticipazione sugli stanziamenti nazionali. L’assessore ha inoltre confermato la necessità di procedere per una rivisitazione degli ammortizzatori sociali in deroga alla luce anche dell’annunciata disponibilità del ministro del Lavoro circa lo stanziamento di un miliardo di euro da ripartire tra tutte le regioni italiane.

L’audizione è proseguita con l’illustrazione da parte dell’assessore Mura del documento sullo stato di attuazione del programma operativo “Fondo sociale europeo 2007-2013” e nell’occasione sono stati evidenziati i positivi dati (illustrati nel dettaglio nell’audizione in commissione Bilancio dello scorso 6 maggio) riferiti alla capacità di spesa delle risorse del Fse che collocano la Regione sarda ben al di sopra della media nazionale. L’assessore ha confermato la volontà di procedere con il rafforzamento del “microcredito” e rilanciato l’idea di  trasformare il fondo per il “Master and back” con il prestito d’onore e con l’inserimento di alcuni correttivi che tengano conto dei livelli di reddito del beneficiario e il “rientro” nell’Isola, dopo il periodo di formazione finanziato fuori dalla Sardegna.

Virginia Mura ha illustrato ai commissari la situazione del bilancio (definita “grave”) e dichiarato che la delibera sul patto di stabilità (n.15 del 29 aprile scorso) non indica però «le spese da tagliare ma quelle che possono essere rinviate», e ha auspicato che in sede di assestamento di bilancio possano essere recuperate le necessarie risorse.

Sono intervenuti nel dibattito i consiglieri Ignazio Locci (Fi), Stefano Tunis (Fi), Fabrizio Anedda (R.C.-C.I), Rossella Pinna (Pd)  e in fase di replica l’assessore Mura ha raccolto l’invito del presidente Gavino Manca per una nuova audizione incentrata sulle problematiche dei Csl e di Cesil.

La seduta è proseguita con l’audizione dell’assessore alla Cultura, Claudia Firino che ha illustrato alla commissione i documenti relativi alle attività di sintesi delle direzioni generali della pubblica istruzione e dei Beni culturali, informazione, spettacolo e sport. L’assessore ha compiuto una ricognizione generale sugli stanziamenti, i progetti, le azioni e il bilancio, auspicando una conclusione positiva del confronto in corso con lo Stato per la modifica dei tetti di spesa del patto di stabilità.

La delegata all’Istruzione non ha nascosto alcune criticità di carattere finanziario in ordine a particolari capitoli di bilancio di competenza, ad incominciare dalla scarsità di risorse disponibili in quello inerente il diritto allo studio. Per quanto riguarda le borse di studio – ha dichiarato l’assessore – a fronte di uno stanziamento per il 2014 di sette milioni di euro sono necessari ulteriori dieci milioni per coprire il totale degli idonei al sostegno. A questo proposito (così ha assicurato Claudia Firino) sono in corso interlocuzioni con l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci e con il presidente della Giunta, Francesco Pigliaru, per recuperare i fondi necessari ad assicurare ai beneficiari la borsa di studio sia per le scuole che per le università.

La nota positiva si registra, invece, nei fondi per l’edilizia scolastica dove si sono registrati ingenti investimenti a valere sui fondi Por e dove sono stati impegnati 35 milioni di euro a valere sul “Fondo coesione sociale” e 30 milioni con il piano straordinario per l’edilizia scolastica. L’assessore ha assicurato tempi rapidi per redigere l’elenco degli interventi prioritari e annunciato che è stata inoltrata agli Enti locali un’ulteriore richiesta perché siano indicati i progetti finanziati e le nuove richieste di intervento. La cifra disponibile per le opere immediatamente cantierabili è pari a 35 milioni di euro e la Firino ha auspicato l’avvio degli appalti entro l’estate.

L’assessore si è quindi soffermata sul progetto del mueso giudicale che interessa i Comuni di Oristano e Sanluri, sottolineando gli aspetti legati al modello gestionale che – a giudizio della Firino – deve consentire, senza mortificare il ruolo degli Enti Llocali, un controllo della Regione che ha in carico il finanziamento dell’iniziativa. L’assessore ha inoltre dichiarato conclusa la prima fase (restauro e musealizzazione) del progetto per i giganti di Monte Prama e che una nuova fase incomincia con la stipula dell’accordo di programma quadro con il Mibac e le soprintendenze per il potenziamento della musealizzazione e  della promozione dell’intero complesso anche all’Expo’ 2015.

Non sono mancati i riferimenti alla polemica dei giorni scorsi che ha visto gli operatori dello spettacolo protestare per la mancata erogazione del saldo dovuto dalla Regione per le manifestazioni ammesse al contributo. L’assessore ha dichiarato che entro le prossime settimane il problema sarà risolto e che sono stati reperiti i fondi per far fronte agli impegni contratti con gli operatori dello spettacolo.

Il presidente della commissione Gavino Manca in apertura del dibattito ha invitato l’assessore Firino a prestare particolare attenzione al settore della informazione in Sardegna e annunciato la volontà di voler procedere perché possa essere varata una legge organica del settore che – ha sottolineato Manca – è attesa dagli operatori, dai lavoratori e da tempo viene sollecitata dal sindacato di categoria e dall’ordine dei giornalisti.

Il conclusione della seduta l’assessore, Claudia Firino, ha informato i commissari sulla situazione che riguarda il servizio “lingua sarda”: il dirigente attualmente in servizio è infatti a “comando” ed è in scadenza a partire dal prossimo 16 maggio. Per la conferma è necessaria una norma, da approvare in tempi rapidi in Consiglio regionale.

Il consigliere, Paolo Zedda (Soberania e Indipendentzia) si è espresso contro una soluzione in tempi rapidi («serve una valutazione dei risultati della politica linguistica della Regione») e denunciato che «senza l’ingresso della lingua nelle scuole, la lingua sarda non ha un futuro».

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«Dopo la scadenza dei commissariamenti e delle relative proroghe, da ieri i 5 Consorzi di bonifica della Sardegna sono di fatto senza amministrazione.»

Lo scrive, in una nota, Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia.

«È inaccettabile che l’assessorato regionale all’Agricoltura – aggiunge Locci – lasci gli enti di bonifica, già alle prese con una situazione economica disastrosa e con esposizioni bancarie da mettere i brividi, senza una guida. In assenza di una cabina di comando, i Consorzi non sono in grado di assolvere alla loro principale funzione, quella di garantire l’irrigazione ai campi agricoli.»

«Le difficoltà economiche in cui versano gli enti – sottolinea ancora Locci – si ripercuotono su due categorie: i dipendenti, in attesa del pagamento delle mensilità arretrate (per i lavoratori del Basso Sulcis gli stipendi non corrisposti sono cinque); e gli agricoltori, che potrebbero pagare un conto salatissimo: non ricevere l’acqua in maniera puntuale per l’irrigazione dei campi, mettendo a rischio le diverse colture.»

«È determinante – scrive Ignazio Locci – che l’assessore regionale all’Agricoltura non si limiti ai soli aspetti burocratici che riguardano i Consorzi, ma intervenga garantendo risorse straordinarie per assicurare la stagione irrigua e ridisegnando l’organizzazione degli stessi enti. Lo scopo è fornire tempi certi affinché gli agricoltori possano autodeterminarsi e individuare al loro interno i futuri rappresentanti dei Consorzi. È dunque arrivato il momento – conclude il consigliere regionale di Forza Italia – che la Giunta regionale metta mano alla riorganizzazione delle politiche dei Consorzi di bonifica, operando, se necessario, una ridefinizione degli ambiti territoriali, che siano corrispondenti alle esigenze degli agricoltori e non a quelle dei cacicchi della burocrazia regionale o di qualche notabile politico che ha semplicemente la necessità di conservare il proprio orto politico piuttosto che gli orti degli agricoltori.»

Ignazio Locci 7 copia

Il consigliere regionale Ignazio Locci (FI) ha fatto visita ai lavoratori Alcoa attendati a Portovesme.

«Mentre il silenzio di Francesco Pigliaru sulla vertenza Alcoa si fa sempre più assordante – scrive Locci in una nota – gli ex operai dello stabilimento di Portovesme proseguono nella loro iniziativa di protesta, nella speranza che le istituzioni politiche si decidano a fornire informazioni sulla trattativa tra Alcoa e Klesch per la cessione della fabbrica e rassicurazioni circa il rinnovo degli ammortizzatori sociali prossimi alla scadenza.»

«Gli operai non hanno minimamente idea di quale sia lo stato della trattativa, ammesso esista una trattativa per la vendita dell’impianto industriale – aggiunge Ignazio Locci – e, cosa ancor più grave, non conoscono quali progetti abbia in animo la Giunta Regionale per risolvere la vertenza industriale Alcoa e quelle dell’intero polo di Portovesme. Del resto, nonostante sia stato eletto ormai da tre mesi, il presidente Pigliaru non ha ancora incontrato le rappresentanze sindacali. Gli operai vedono nella Regione Sardegna l’interlocutore principale del Governo centrale e su di essa fanno quindi affidamento. Ma evidentemente un incontro con le sigle sindacali non è contemplato nell’agenda del Presidente. Eppure, la scadenza degli ammortizzatori sociali è imminente e dal Ministero dello Sviluppo economico non arrivano notizie.»

«Francesco Pigliaru – conclude Ignazio Locci – si decida a incontrare i lavoratori. Non possiamo lasciare che, questi padri di famiglia costretti ad azioni eclatanti per rivendicare il loro diritto al lavoro, restino nell’incertezza. È d’obbligo per il Presidente mettere in campo nuove politiche industriali e soprattutto dica molto chiaramente se è intenzionato o meno a sostenere la battaglia per il posto di lavoro degli operai ex Alcoa.»

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«Che fa la Giunta Pigliaru per ridurre i tempi delle liste di attesa nelle Asl?». Lo chiede il consigliere regionale Ignazio Locci (Forza Italia), con una nota diffusa stamane.

«Mentre la Giunta Regionale è serenamente impegnata a completare gli organigrammi dei gabinetti assessoriali – scrive Locci – nelle Asl della Sardegna si allungano i tempi delle liste di attesa. La Giunta di Ugo Cappellacci aveva stanziato per gli anni 2010, 2011, 2012 e 2013 risorse straordinarie aggiuntive con lo scopo di andare incontro alle esigenze delle Aziende sanitarie e, soprattutto, dei cittadini. Obiettivo: ridurre i tempi delle liste di attesa. Ma queste risorse sono finite e l’esecutivo Pigliaru sembra più interessato ad assecondare la logica della spartizione del potere, che a individuare nuovi fondi da destinare alle Asl.»

«Se Francesco Pigliaru non interviene alla svelta – aggiunge Locci – si corre il rischio che le liste di prenotazione, tra due mesi, raggiungono livelli d’allerta. In particolare in alcune specializzazioni, come nella diagnostica, si può arrivare a tempi di attesa di 7-8 mesi se non addirittura di un anno. L’impressione, a questo punto, è che la politica della Sanità stia segnando il passo di questa Giunta regionale. Un passo lento e contenuto, e non svelto e deciso come impone il quadro di emergenze che si coglie nell’Isola.»

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«Nel giorno in cui si festeggia Sa Die de sa Sardigna, un appuntamento importante e ricco di significato, è doveroso ricordare il valore che riveste l’Autonomia della Sardegna. Un’Autonomia messa seriamente a rischio dal progetto di riforma del Titolo V della Costituzione, promosso dal Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi e dal Ministro dell’Interno Angelino Alfano.»

Lo ha detto Ignazio Locci, consigliere regionale di Forza Italia.

«La riscrittura della Costituzione – ha aggiunto Locci – mette in discussione la specialità della Sardegna e amplia la potestà legislativa dello Stato, privando la nostra Regione di importanti prerogative. Così come sancito dal Consiglio regionale, il popolo sardo ha diritto di vedere riconosciuta la propria specialità autonomistica, in quanto niente può essere causa di riduzione e negazione degli spazi della nostra autodeterminazione. Il valore storico di Sa die de sa Sardigna, alla luce dello scellerato progetto di riforma del Titolo V, è più che mai attuale. Dobbiamo difendere le prerogative della nostra autonomia e dimostrare che siamo assolutamente in grado di esercitare i nostri poteri speciali.»

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«Subito un Commissario straordinario per l’attuazione del Piano Sulcis, ultima possibilità per il rilancio del nostro territorio: occorre puntare ad una sostanziale sburocratizzazione per renderlo definitivamente operativo. L’attuale governance lo sta indebolendo: il rischio è che, se alcuni progetti non verranno avviati entro il 2014, preziose risorse andranno perse.» La proposta è del consigliere regionale Ignazio Locci, del gruppo di Forza Italia.

«Il Protocollo d’Intesa sottoscritto il 13 novembre 2012 tra Stato, Regione ed Enti locali presso la grande miniera di Serbariu – sottolinea Locci – prevedeva una cabina di regia composta da manager di comprovata esperienza e professionalità, che avrebbe dovuto dare gambe ai progetti tramite la sottoscrizione di accordi di programma tra le amministrazioni interessate e con il supporto di Invitalia. Una cabina di regia che ancora non decolla, facendo del Piano Sulcis un insieme di idee solo in minima parte avviate. Non solo: con la delibera regionale del 21-12-2012, N° 50/62, era stata istituita una sorta di segreteria operativa che avrebbe dovuto attuare il coordinamento regionale del Piano. Ma questo strumento ha aggiunto ulteriore burocrazia, creando una struttura elefantiaca che, di fatto, impedisce l’attuazione dei progetti per il riavvio del territorio.»

«La soluzione per uscire dal pantano – aggiunge ancora Ignazio Locci – è l’istituzione di un Commissario straordinario: una figura autorevole alla quale affidare poteri concreti per l’attuazione del Piano Sulcis, che goda della fiducia delle istituzioni regionali e nazionali e sia in grado di raccordarsi con le amministrazioni locali. Un soggetto unico e finalmente operativo. Del resto, il meccanismo della Fiscalità di vantaggio ha avuto successo perché non ha coinvolto una miriade di enti: c’erano le risorse, che sono state gestite direttamente dal Ministero dello Sviluppo economico, e tutto si è concluso in un unico rapporto.»

«Occorre superare la logica della suddetta cabina di regia – conclude il consigliere regionale “forzista” – che a oggi si è rivelata insufficiente e inutile, in quanto priva di poteri e competenze.»