21 November, 2024
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La commissione “Attività produttive” del Consiglio regionale ha concluso in tarda mattinata la due-giorni di audizioni sul pacchetto di provvedimenti allo studio della Giunta regionale per contrastare gli effetti devastanti causati dall’emergenza Covid-19 sul tessuto economico isolano.

Davanti al parlamentino presieduto da Piero Maieli sono sfilati i rappresentanti delle associazioni datoriali, gli operatori del turismo, dell’artigianato e del commercio. Da tutti è arrivata un’indicazione precisa: le imprese, soprattutto, quelle costrette a sospendere l’attività per contrastare la diffusione del Coronavirus,  hanno urgente bisogno di liquidità. Unanimità anche sull’esigenza di prestare soccorso immediato al comparto turistico, settore trainante dell’economia isolana sul quale l’emergenza sanitaria rischia di provocare una crisi irreversibile se non si assumeranno decisioni rapide ed efficaci.

Sulle modalità di erogazione delle risorse si confrontano due posizioni: la Giunta, grazie all’accordo stipulato recentemente con la Banca di investimenti europea, propone alle imprese un prestito garantito con l’azzeramento degli interessi fino a 800mila euro, un preammortamento di due anni e la restituzione della quota capitale in 15 anni. La minoranza consiliare preme invece per la formula del fondo perduto da riservare alle piccole e micro imprese.

CONFINDUSTRIA, CONFESERCENTI, CONFCOMMERCIO, CONFAPI

Secondo il presidente di Confindustria Maurizio De Pascale la via più rapida per immettere liquidità del mercato è il ricorso al credito d’imposta: «I prestiti garantiti rischiano di trasformarsi in un boomerang, il credito d’imposta sarebbe invece immediatamente disponibile e consentirebbe alle imprese di respirare. La Sardegna ha bisogno di ripartire al più presto. Occorre concentrare gli sforzi sul sistema turistico altrimenti si perderebbero migliaia di posti di lavoro. Siamo in una situazione eccezionale, servono misure eccezionali come nel dopoguerra. Occorre semplificare le procedure e rendere immediatamente disponibili le risorse».

Stessa linea sulle tempistiche degli interventi da parte di Enrico Gaia (Confapi) e Roberto Bolognese (Confesercenti). Il primo ha puntato il dito contro le lungaggini burocratiche che rallentano l’erogazione delle risorse alle aziende e sollecitato lo sblocco dei bandi T1,T2 e T3 per gli aiuti alle nuove imprese e l’aumento di competitività. Roberto Bolognese, invece ha rimarcato le difficoltà attraversate dalle piccole aziende del settore turistico indicando alcuni possibili interventi: integrazione di 1000 euro (per tre mesi) al bonus statale da 600 euro, prestiti garantiti in misura proporzionale al volume d’affari delle imprese (fino a un massimo di 50mila euro), accesso al credito anche per le piccole attività che non potranno beneficiare dei fondi statali, esonero per il 2020 del Durc e del certificato antimafia, concessioni gratuite del suolo pubblico per rendere più agevole il rispetto delle norme sul distanziamento sociale.

«Senza un soccorso di Stato e Regione ha detto Roberto Bolognese il 42 per cento delle imprese isolane legate al turismo rischia di non riaprire.»

Intervento pubblico invocato anche da Sara Pintus, direttore di Confcommercio: «Occorre evitare alle piccole imprese di fare debitoha detto Sara Pintusmeglio pensare a interventi a fondo perduto come ha fatto la Provincia autonoma di Bolzano. Sarebbe opportuno coprire i costi di esercizio delle attività commerciali, se non è possibile con il fondo perduto si prevedano finanziamenti a tasso zero».

UNIONCAMERE

Sulla diversificazione delle misure di sostegno alle imprese ha invece concentrato il suo intervento il presidente di Unioncamere Gavino Sini: «Serve un cocktail di farmaci per risanare il grande malato ha detto Gavino Sini l’economia sarda ha bisogno di interventi rapidi ed efficaci. Il fondo perduto potrebbe andar bene per le piccole e le micro imprese, garantire loro un minimo di liquidità le aiuterebbe a risollevarsi. Diverso invece il discorso per le imprese medio-grandi: in questo caso il prestito a interesse agevolato sarebbe di aiuto. Ma non è l’unica soluzione: vedrei bene anche l’emissione di mini bond per le grandi imprese turistiche o il ricorso del prestito partecipativo con l’ingresso della Sfirs in società di capitali. Un’altra via è quella della moneta complementare. In Sardegna c’è un circuito già sperimentato che potrebbe aiutare a lasciare i soldi nel territorio»  

FEDERALBERGHI, ASSOHOTEL, OPERATORI SETTORE RICETTIVO

Drammatica la situazione delle strutture ricettive in Sardegna: «Il settore registra perdite del 70% rispetto allo scorso anno – ha detto il presidente di Federalberghi Paolo Mancac’è bisogno di iniziative forti. Se non si garantisce la ripartenza potrebbe andare in fumo il 50% delle buste paga stagionali. Per questo chiediamo tempi brevi nell’erogazione delle risorse. Bisogna fare un ragionamento di sistema, in futuro occorrerà cambiare volto al turismo isolano, c’è bisogno di investimenti strutturali».

Una sburocratizzazione dei finanziamenti ha chiesto anche Carlo Amaduzzi di Assohotel: «Le imprese hanno bisogno di liquidità. I soldi devono essere investiti per garantire sicurezza ai nostri clienti. Se la Sardegna riaprirà sarà un’isola sicura e feliceha affermato Carlo Amaduzzima per rafforzare questa immagine serve l’aiuto della Regione. Mi lasciano perplesso però alcune dichiarazioni del presidente Solinas che ha parlato di passaporto sanitario per i turisti e di test della saliva. Serve chiarezza, così si spaventano i turisti».

Rocco Meloni, in rappresentanza di oltre 200 microimprese isolane del settore alberghiero, extralberghiero e del commercio, ha suggerito alcune misure a sostegno degli operatori economici: sospensione dei mutui e dei tributi per il 2020, contributi a fondo perduto, bonus assunzioni, attivazione e rilancio dei collegamenti aerei e marittimi, pianificazione dei protocolli di accoglienza dei turisti, campagna promozionale a livello regionale e nazionale. «Parlo a nome delle micro imprese che rappresentano il tessuto produttivo di territori marginali come l’Ogliastra – ha detto Rocco Meloni – se muoiono queste piccole attività muore la Sardegna»

ASSOVIAGGI, CISAV

Qualche segnale di speranza è invece arrivato dai rappresentanti delle agenzie di viaggio, nonostante la grave crisi che ha investito il settore con un calo del 60% delle prenotazioni per la Sardegna. Mario Sannia, a nome della Cisav (Comitato indipendente delle agenzie di viaggi e turismo), ha presentato alla commissione il progetto “Sardegna, io mi fido di te” mettendo a disposizione l’esperienza di circa 600 agenti di viaggio per rilanciare l’offerta turistica isolana. «Abbiamo il dovere di pensare a una ripartenza. Noi abbiamo le conoscenze per garantire un pacchetto turistico variegato, fondato sulle eccellenze del territorio – ha detto Mario Sannia il nostro obiettivo è ricompattare tutti gli attori del mercato e garantire redditività alle imprese sarde».  

A Mario Sannia si è unito Riccardo Cappai, rappresentante di Assoviaggi che ha dato la piena disponibilità a supportare la regione nella promozione turistica: «I nostri 300 associati rappresentano un presidio di servizi per tutti i turisti – ha detto Riccardo Cappai – le nostre agenzie possono trasformarsi in Infopoint per i visitatori».

CNA, CONFARTIGIANATO, CASARTIGIANI e CAIC

L’avvio immediato della Fase 2 ha auspicato il presidente di Cna Francesco Porcu: « Occorre mettere in campo tutte le energie per avviare la ricostruzione economica ha detto Francesco Porcusuggeriamo l’istituzione di una cabina di regia che veda la partecipazione di Regione, enti locali e forze sociali. E’ necessario procedere a una  ricognizione del bilancio della Regione per recuperare le risorse ancora non impegnate o difficilmente spendibili, a partire dai fondi strutturali europei, renderle disponibili e metterle al servizio di un grande progetto di rilancio del nostro sistema economico-produttivo».

CNA ha quindi proposto un grande piano di investimenti pubblici, anche in deroga al codice degli appalti. «Le costruzioni possono risvegliare il mercato internoha detto Francesco Porcu pensiamo alla riqualificazione degli edifici scolastici e all’efficientamento energetico del patrimonio pubblico. E’ questa la chiave per rilanciare l’economia della Sardegna».

Critico l’intervento del presidente di Confartigianato Fabrizio Mazzuzzi: «A due mesi dal lockdown stiamo ancora discutendo su quali misure mettere in campo. Siamo in forte ritardo e le aziende non possono più aspettare – ha detto Fabrizio Mazzuzzi – quando è scoppiata l’emergenza abbiamo proposto alla giunta una soluzione immediata: lo sblocco dei 40 milioni stanziati in finanziaria per il comparto artigiano. Una parte poteva essere utilizzata sottoforma di contributi a fondo perduto, ciò avrebbe consentito a molte piccole imprese di pagare i costi di esercizio. Non si è fatto niente e, a oggi, non sappiano se quei soldi sono ancora disponibili o sono andati a finire in un fondo indistinto. Sulle risorse messe in campo da Stato e Regione occorre stare attenti: non tutte le imprese hanno subito danni, nell’erogazione dei finanziamenti bisogna tenere conto dei bisogni reali».

Un aiuto immediato alle imprese hanno chiesto anche Ignazio Schirru di Casartigiani ed Aldo Pisu di Artigiancassa. Ignazio Schirru ha proposto «un reddito di sopravvivenza» che consenta alle imprese di pagare le spese vive mentre Aldo Pisu ha invocato interventi rapidi a sostegno degli imprenditori in difficoltà.

IMPRESE E LAVORATORI DELLO SPETTACOLO

La Quinta Commissione, infine, ha sentito gli operatori dello spettacolo, settore tra i più colpiti dall’emergenza Covid-19.

«Tutti gli eventi primaverili ed estivi sono stati sospesi o annullatiha detto il responsabile del Coordinamento dei rappresentanti dello spettacolo Marco Benonidifficilmente si tornerà a lavorare nel 2020. C’è bisogno di un intervento urgente a sostegno delle imprese e dei lavoratori». Marco Benoni ha proposto per questo l’incremento dei capitoli di spesa inseriti nel bilancio regionale, in particolare nella legge 56 del 1990, portando la dotazione finanziaria a 29,5 milioni di euro per il prossimo triennio. Più risorse anche per gli eventi culturali, la promozione della lettura, lo sviluppo del cinema. «Un altro tasto dolenteha aggiunto Marco Benoniriguarda la sicurezza: ci sarà bisogno di importanti interventi per adeguare le strutture alle nuove disposizioni anti-Covid».

Sulle difficoltà dei lavoratori dello spettacolo si è invece concentrato l’intervento di Fausto Siddi (Sai-Slc Cigil): «In Sardegna sono circa mille gli attori e i danzatori professionisti che in questi mesi si sono dovuti fermare – ha detto Fausto Siddi in molti casi si tratta di liberi professionisti che soffrono una situazione ancora più precaria. E’ importante offrire loro una tutela, a partire dall’istituzione di un registro regionale. Le risorse per il comparto oltre a garantire gli ammortizzatori sociali per i lavoratori dovrebbero essere utilizzate anche per finanziare le prove degli spettacoli futuri e per la formazione e riqualificazione professionale».

Le audizioni sono state intervallate dagli interventi dei consiglieri di maggioranza e opposizione. Nel dibattito sono intervenuti Gianfranco Satta (Progressisti), Gigi Piano e Salvatore Corrias (Pd), Emanuele Cera (Forza Italia, Carla Cuccu (M5S) e Maria Elena Fancello (Misto).

I rappresentanti della minoranza hanno insistito sull’opportunità di prevedere forme di finanziamento a fondo perduto per le imprese attualmente non contemplate nel disegno di legge della Giunta.

I consiglieri Emanuele Cera e Carla Cuccu hanno proposto alla Commissione l’approvazione di un documento unitario che tenga conto dei suggerimenti arrivati dai rappresentanti delle imprese turistiche, dell’artigianato e del commercio. Proposta su cui sembra esserci l’accordo di tutte le forze politiche.

Il consigliere di Udc-Cambiamo, Antonello Peru, ha invece annunciato la presentazione di un progetto di legge per il varo di strumenti finanziari innovativi a favore del sistema produttivo: «Presenterò il documento alla maggioranza ha detto Antonello Peruservono misure che bypassino il sistema bancario. Penso ai minibond o ai basket bond con garanzia pubblica. L’altra proposta è quella della introduzione della moneta complementare nella pubblica amministrazione, per le politiche di sviluppo e di supporto alle imprese. La mia idea è quella di un bonus vacanze da 1000 euro per nucleo familiare finanziato con 300 milioni di euro».

«In questi due giorni abbiamo ascoltato proposte e suggerimenti interessantiha detto il presidente della Commissione Piero Maieli -. L’obiettivo di tutti noi è quello di garantire liquidità alle imprese per programmare la ripartenza. Valuteremo, tenendo conto degli interventi decisi dal Governo nazionale, quali misure adottare. Non siamo contrari per principio al fondo perduto, occorre però valutare il fabbisogno reale e procedere con misure mirate, tempestive ed efficaci.»

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La commissione Attività produttive, presieduta da Piero Maieli (Psd’Az) ha ascoltato i rappresentanti degli Enti locali del Nuorese, che hanno riferito sui danni provocati alle colture del territorio dalle recente invasione delle cavallette.

L’amministratore straordinario della Provincia di Nuoro Costantino Tidu ed alcuni Sindaci (Orani, Ottana e Bolotana) hanno tracciato un quadro generale del problema, ancora in via di definizione soprattutto a causa del rapido spostamento dei parassiti. Gli interventi possibili, è stato detto, sono rivolti soprattutto alle azioni di prevenzione, al risarcimento dei danni subiti dalle aziende agricole, una volta completato il censimento delle aree colpite (secondo una stima circa 3000 ettari) ed alla ripartizione delle competenze fra Province (aree pubbliche e parchi, e Regione).

L’assessore dell’Agricoltura Gabriella Murgia, presente alla seduta, ha assicurato il massimo impegno della Regione in collaborazione con l’assessore dell’Ambiente, sia per effettuare le necessarie verifiche sul campo che per la quantificazione dei danni e l’avvio di una programmazione a lungo termine.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Emanuele Cera di Forza Italia e Gian Luigi Piano del Pd.

In un’altra parte della seduta la commissione ha affrontato la situazione dei toelettatori sardi, nuova professione in crescita che riflette l’aumento della presenza degli animali domestici nella società.

La categoria, ha spiegato il presidente regionale di CasaArtigiani Ignazio Schirru, che ha accolto una parte degli operatori sardi, non ha ancora un riconoscimento normativo e la stessa attuale classificazione delle le Camere di Commercio all’interno degli “acconciatori” non ne coglie le specificità. La presidente della neo costituita federazione regionale (Frts) Fabiana Perla ha poi richiamato l’attenzione della commissione sulla necessità di una formazione adeguata per chi vuole avviare questa nuova attività nel settore del benessere animale.

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Con gli interventi dei presidenti regionali di Cna e Casartigiani Francesco Porcu e Ignazio Schirru si è concluso nella tarda serata di ieri il primo ciclo di audizioni della Commissione speciale del Consiglio regionale sulla crisi dell’artigianato e del commercio. I due esponenti delle associazioni di categoria hanno confermato le criticità già segnalate da altri organismi nelle precedenti sedute del parlamentino guidato da Roberto Deriu (Pd).

Il settore dell’artigianato conta oggi in Sardegna 142.951 imprese. Dal 2008, anno di inizio della crisi, 7.760 hanno abbassato le serrande. Lo scorso anno 784 aziende hanno cessato l’attività, mentre nel primo trimestre del 2018 il saldo negativo è di 261 unità.

«Ciò che preoccupa – ha detto il presidente della Cna Francesco Porcu – è che la Sardegna, nonostante la ripresa dell’economia nazionale, non riesce ad agganciare il treno della crescita. Otto regioni sono tornate ai livelli pre-crisi, la nostra Isola invece sconta gli stessi ritardi delle altre regioni del Mezzogiorno. Il nostro Pil si attesta oggi a 31,4 miliardi di euro contro i 34,7 del 2008.»

In un dettagliato report consegnato alla Commissione, la Cna individua le ragioni della frenata: una burocrazia invasiva, il blocco della spesa pubblica, la scarsa incisività degli interventi di sostegno alle imprese varati negli ultimi 10 anni.«Il settore artigiano, costituito in gran parte da piccole imprese, ha pagato una politica di incentivi che ha premiato le aziende con un fatturato medio-alto – ha sottolineato Francesco Porcu – lo Svimez ha certificato che la quota d’accesso delle imprese del Mezzogiorno alle tre principali misure del pacchetto “Industria 4.0” non ha raggiunto il 10% del totale. Dei 13 miliardi messi a disposizione dal Governo solo 1 è andato al Sud e alle Isole».

Una situazione che in Sardegna è resa ancora più grave da altri fattori secondo Cna: «In nessuna altra regione italiana la spesa pubblica ha un’incidenza così alta come in Sardegna (il 28,71% del Pil prodotto) – ha ricordato Francesco Porcu – eppure non si riscontrano evidenti benefici. Le cause: la lentezza della spesa; il mancato coordinamento nella programmazione delle varie fonti di finanziamento europee, nazionali e regionali; la scelta di finanziare grandi opere anziché puntare su interventi immediatamente cantierabili come quelli di riqualificazione ed efficientamento energetico di edifici pubblici o di manutenzione del territorio». Critico il giudizio di Cna anche sulle ricadute del Piano LavoRas: «E’ una misura che non aiuta le imprese ma le danneggia – ha rimarcato Francesco Porcu – le assunzioni fatte dai comuni sono temporanee, i 270 milioni di euro potevano essere invece utilizzati per rilanciare gli investimenti produttivi, promuovere posti di lavoro stabili e sostenere l’economia e i sistemi produttivi locali».

Dalla Confederazione Nazionale dell’Artigianato sono poi arrivati alcuni suggerimenti per tentare di invertire la rotta: «Noi abbiamo presentato da tempo diverse proposte per rilanciare il settore – ha detto Francesco Porcu – tra queste un intervento complessivo sul sistema del credito e sulle politiche degli incentivi, più investimenti sulla formazione (settore trascurato negli ultimi anni con la legge 12 sull’apprendistato senza fondi dal 2012); un piano per l’internalizzazione delle imprese con la promozione di forme di aggregazione e di sistemi di produzione in grado di competere nei mercati; un nuovo progetto per il rilancio dell’artigianato artistico attraverso strumenti di tutela e promozione, disciplinari e marchi; il ripristino della legalità con una lotta serrata al dilagante fenomeno dell’abusivismo».

Preoccupazioni condivise dai vertici di Casartigiani. Per il presidente Ignazio Schirru, la crisi dell’artigianato oltre agli effetti negativi del quadro economico internazionale sconta anche fattori strutturali endemici: trasporti, alti costi dell’energia, deficit infrastrutturale.

A pagare più di tutti il prezzo della crisi è stato, secondo Casartigiani, il settore edile: «L’edilizia è da sempre la locomotiva dell’economia isolana – ha detto Ignazio Schirru – rimetterla in moto consentirebbe di riattivare un circolo virtuoso di sviluppo con effetti a cascata su tutto l’indotto». Tra le criticità, Schirru ha inoltre segnalato le difficoltà di un ricambio generazionale all’interno delle imprese. «Per il figlio di un imprenditore ereditare l’azienda del padre è molto più costoso che per un dipendente. Serve un intervento sulla normativa vigente per favorire il trasferimento di proprietà tra familiari». Indice puntato, infine, contro gli oneri sociali troppo alti. «Tra tasse, imposte e contributi da versare a scadenze precise la vita di una piccola impresa è sempre più complicata».

Cna e Casartigiani, al termine dell’audizione, hanno offerto ampia disponibilità a dare il loro contributo alla proposta di legge che la Commissione speciale elaborerà nelle prossime settimane.

«Dopo aver ascoltato gli artigiani sentiremo, a partire dalla prossima settimana, i commercianti – ha detto il presidente Roberto Deriu – poi la parola passerà al Consiglio per una legge che sconfigga oneri, tributi, controlli, abusivismo e burocrazie». Secondo Roberto Deriu, l’artigianato «è lavoro vero, è l’espressione più naturale della creatività umana, il simbolo della fantasia e versatilità del tessuto produttivo, l’elemento elastico di un’economia altrimenti massificata e priva d’anima». Un settore che oggi sconta la scomparsa di centinaia di imprese e la fuga dall’economia ufficiale di molti artigiani che scelgono il sommerso per sopravvivere.

«Il nemico dell’artigiano non è il mercato né il progresso tecnologico – ha proseguito Roberto Deriu – il vero nemico è la paura. La paura di non farcela ad onorare gli impegni, a fronteggiare la burocrazia e i vincoli di migliaia di leggi. A questo si aggiungono due amarezze: non riuscire a trasmettere ai propri figli la propria arte e subire una sempre più forte concorrenza sleale con forme di abusivismo incontrollate. Il Consiglio regionale della Sardegna vuole raccogliere le sue forze, sul finire della legislatura, per tentare un ascolto attento, un dialogo intenso e varare infine una legge contro la paura, per la fiducia in chi lavora davvero.»

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In Sardegna per più di 11.000 imprese tra artigiane e della piccola e media industria, con oltre 25mila dipendenti, è in arrivo il contratto di lavoro regionale.

Il contratto è stato sottoscritto dalle associazioni datoriali Confartigianato Edilizia Sardegna, Casartigiani Sardegna e dai sindacati Filca CISL e Fillea CGIL.

Grazie alla sigla, per la prima volta in Sardegna le imprese edili artigiane, che rappresentano circa il 70% delle imprese del settore, si doteranno di un contratto di lavoro costruito sulle specifiche e reali esigenze delle imprese artigiane e delle piccole e medie imprese industriali del settore.

«Da oggi abbiamo uno strumento che era sempre mancato nel panorama delle costruzioni della Sardegna e per il quale abbiamo lavorato per più di un anno – affermano Giacomo Meloni, presidente di Confartigianato Edilizia Sardegna, e Ignazio Schirru, segretario regionale di Casartigiani – è importante che le imprese sappiano che con questa operazione si fa chiarezza sul Contratto da applicare e conseguentemente sulla regolarità contributiva.»

«Il Contratto regionale – sottolineano Giovanni Matta della Filca CISL ed Enrico Cordeddu ed Erika Collu della Fillea CGIL – adegua anche le retribuzioni dei lavoratori, legandole in parte all’andamento del settore e tuttavia, come richiesto dalle parti datoriali, salvaguardando le imprese in difficoltà.»

«Con questa firma – aggiungono Meloni e Schirru – per datori di lavoro e operatori, sono in arrivo due novità importanti: la certezza di poter applicare il contratto di lavoro specifico del settore, quindi riducendo il rischio di contenziosi, e la possibilità di applicare un contratto meno oneroso degli altri esistenti, pur salvaguardando il livello di prestazioni erogate al lavoratore e all’impresa.»

L’accordo prevede anche l’istituzione di un Osservatorio di settore che avrà il compito di monitorare lo stato dell’edilizia artigiana in Sardegna. L’Osservatorio si propone quale interlocutore della politica regionale, attraverso cui far pervenire le istanze del settore e le contraddizioni che vive: fortemente rappresentato nell’Isola, ma il più esposto agli effetti della crisi economica. Inoltre, saranno individuati strumenti nuovi a salvaguardia del livello di welfare erogato a lavoratori e imprenditori del settore.

Il contratto istituirà anche un sistema di prestazioni sanitarie a favore di lavoratori e datori, senza alcun aggravio per l’impresa.

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Verrà presentata venerdì 20 novembre, nel corso di una conferenza stampa, nella sala consiglio della Fiera internazionale della Sardegna, a Cagliari, la quinta edizione del Festival  di Scirarindi 2015 – Benessere, buon vivere e sostenibilità in Sardegna.

Interverranno Cristina Pusceddu e Giovannella Dall’Ara, responsabili dell’associazione Scirarindi e ideatrici e organizzatrici del Festival, Ignazio Schirru, presidente della Fiera Internazionale della Sardegna, il direttore generale della Fiera, Giampiero Uccheddu, e Alessandra Guigoni, antropologa culturale dell’Università di Cagliari.

LOCANDINA V Festival Scirarindi

 

 

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Il direttore della Federazione Provinciale Coldiretti di Cagliari, Vitangelo Tizzano, è il nuovo presidente della Camera di Commercio di Cagliari. E’ stato eletto ieri, alle 14.05, da 19 dei 31 componenti del Consiglio Camerale, riunitosi nella sala delle adunanze, al terzo scrutinio, dopo che nei primi due non era stato raggiunto il quorum necessario dei 2/3. Vitangelo Tizzano, originario di Carbonia, già vicepresidente, subentra allo storico presidente Giancarlo Deidda, sfiduciato con una mozione approvata da 21 dei 32 consiglieri in occasione della precedente seduta tenutasi il 31 marzo ma deciso a resistere con opposizione legale ancora in corso.

I 19 consiglieri che hanno eletto Vitangelo Tizzano sono i seguenti: Maurizio De Pascale (settore industria), Enrico Binaghi (Trasporti e Spedizioni), Eugenio Maria Aymerich (Servizi alle imprese), Gigi Picciau (Industria), Giovanni Biggio (Industria), Giancarlo Ferrua (Industria), Sergio Mocci (Artigianato), Mario Stevelli (Servizi alle imprese), Luigi Tomasi (Trasporti e Spedizioni), Alberto Bertolotti (Servizi alle imprese), Fabio Cois (Agricoltura), Simonetta Caredda (Turismo), Cristian Atzori (Artigianato), Roberto Bolognese (Commercio), Vito Tizzano (Agricoltura), Mauro Murgia (Turismo), Marco Sulis (Commercio), Ignazio Schirru (Artigianato), Renato Murgia (Pesca).

Giancarlo Deidda, dopo aver contestato la validità della riunione del 31 marzo che aveva portato all’approvazione di una mozione di sfiducia nei suoi confronti, ha replicato all’annuncio dell’elezione di Vitangelo Tizzano, sottolineando che la riunione svoltasi l’8 aprile è illegittima e che, di conseguenza, tutte le decisioni assunte sarebbero da considerarsi nulle. In base a queste considerazioni, dunque, il presidente sarebbe ancora Giancarlo Deidda. E’ evidente che si tratta di due posizioni completamente opposte che quasi certamente porteranno ad un contenzioso legale.

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I Riformatori sardi di Quartu Sant’Elena attaccano l’Amministrazione comunale. «Il camposanto – dice il capogruppo in Consiglio comunale, Ignazio Schirru – sta diventando un luogo poco indicato per chi soffre di claustrofobia: corsie buie perché prive della luce naturale, dove diventa impossibile percepire le immagini che ricordano i defunti e le scritte nelle lapidi.»

«Si tratta di un vero e proprio tunnel “buio e freddo” – aggiunge Schirru – e addirittura l’amministrazione è dovuta correre ai ripari montando una lampada ad alto consumo che dovrà rimanere accesa durante tutto l’orario di apertura del camposanto ma anche per questioni di sicurezza. Quando, invece, nel progetto di ampliamento del cimitero sarebbe bastato proseguire secondo la geometria ortogonale utilizzata finora. Invece la Giunta comunale ha preferito compromettere la vivibilità di questi luoghi.»

Da qui la richiesta alla Giunta di «mettere in campo tutte le azioni necessarie affinché non venga ostinatamente portata a termine un opera pubblica così pessima, oltre che di dubbia funzionalità, prima che ciò divenga un monumento alla prepotenza ed alla arroganza già sufficientemente rappresentata da questa maggioranza di governo».

Logo Riformatori Sardi

Elena Secci, 33 anni, è la nuova coordinatrice dei Riformatori sardi di Quartu Sant’Elena. E’ stata eletta ieri, al termine del congresso che segna una svolta decisa verso il rinnovamento della classe dirigente. E’ stato rinnovato in larga parte anche il coordinamento cittadino, con l’ingresso negli organi del partito di numerose donne e under 40. Al congresso hanno preso parte anche il coordinatore regionale del partito, Michele Cossa, il coordinatore del Collegio di Cagliari, Gabriele Marini, e il deputato dei Riformatori Pierpaolo Vargiu.

«Da oggi si cambia radicalmente marcia – ha dichiarato la neo coordinatrice Elena Secci – lontano anni luce da quanto accaduto nel recente passato e da chi, unico responsabile, ha voluto infrangere il patto sottoscritto tra gli elettori e la coalizione che aveva vinto nel 2010. Per questa ragione il nostro partito non parteciperà a nessuna coalizione che presenti la candidatura del sindaco uscente. Questo è un punto decisivo e qualificante in vista della campagna elettorale per le prossime elezioni comunali.»

«E proprio sulla futura coalizione i Riformatori sardi – prosegue la neo coordinatrice – sono aperti a tutti coloro che intendono superare il passato. La coalizione, con la quale ci presenteremo agli elettori, dovrà avere il requisito dell’attendibilità politica, indissolubilmente legata alla credibilità sociale, alla riconosciuta competenza ed alla esperienza amministrativa di colui che verrà proposto alla guida della coalizione.»

Nel coordinamento sono stati eletti: Andrea Bigolin,  Marcello Cardia, Giorgio Deiana, Fortunato Di Cesare, Rosina Di Cesare, Andrea Grosso, Alessandro Manca, Patrizia Marini, Gabriele Marini, Carlo Marras, Laura Murgia, Fulvio Murgia, Gianni Orrù, Mauro Ortu, Francesco Pillai, Danilo Pillitu, Federico Puddu, Ignazio Schirru, Omar Spiga, Alessio Zucca.