Ancora una giornata piena di impegni a Nuoro Jazz.
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Ancora una giornata piena di impegni a Nuoro Jazz. Mentre alla Scuola Civica di Musica “Antonietta Chironi” proseguono le attività didattiche e il chitarrista Peter Bernstein completa la sua masterclass di tre giorni, altri quattro appuntamenti spiccano nell’agenda dell’iniziativa organizzata dell’Ente Musicale di Nuoro. Il Caffè Tettamanzi, in corso Garibaldi, accoglie invece alle 16.45 l’ultimo dei “Quattro passi nel jazz” di Enrico Merlin, la serie di incontri aperti al pubblico con cui il musicista e musicologo parla del jazz come musica senza confini. Alle 19.00, Nuoro Jazz fa visita a Casa Buscarini (Biblioteca Satta) per una presentazione del progetto Medinea (Mediterranean Network for Emerging Artists), che da giovedì 16 agosto, e fino a venerdì 31, vede dieci giovani musicisti – provenienti da Italia, Francia, Portogallo, Libano, Turchia, Tunisia e Spagna – impegnati a Nuoro sotto la guida del sassofonisita e compositore Fabrizio Cassol nell’Intercultural Creation Session che per la prima volta si tiene al di fuori del festival di Aix-en-Provence, dove il progetto è nato, nell’ambito dell’OJM, l’Orchestra Giovanile del Mediterraneo, e della rete Medinea (Mediterranean Network for Emerging Artists), che sostiene l’inserimento professionale di giovani musicisti dell’area del Mediterraneo, sviluppando progetti interculturali che favoriscano il dialogo, la comunicazione e la mobilità, che raggruppa istituzioni e associazioni culturali di diciotto paesi del Mediterraneo. Un prologo, dunque, al concerto in programma giovedì 30 nell’area archeologica di Tanca Manna, per la penultima serata della rassegna che affianca, come sempre, le undici giornate del seminario.
Questa sera, intanto, la serie di concerti nei cortili del Museo del Costume punta i riflettori alle 21 su Opus Magnum, progetto nato dalla naturale evoluzione del duo del batterista Ettore Fioravanti (docente dalle origini dei seminari nuoresi fino a cinque edizioni fa) e il clarinettista e sassofonista Marco Colonna, con il coinvolgimento di altri due strumentisti dalle caratteristiche e le idee musicali assolutamente affini: il vibrafonista Pasquale Mirra e il contrabbassista Igor Legari. Un progetto che mira a elaborare materiale che permetta di esprimere il mondo poetico dei compositori e di liberare le forze creative dei componenti del gruppo a manipolare, modificare, e eventualmente distruggere e ricostruire tutte le componenti originali. Dalla tradizione jazzistica (Monk e Dolphy in primis, ma anche Ellington e Mingus) a quella popolare, dalle canzoni agli spunti dal repertorio classico, dal rock alle suggestioni africane, non c’è limite agli argomenti musicali in gioco: si tratta sempre di creare stimoli all’improvvisatore, perché la musica si sviluppi in tempo reale e con la partecipazione di tutti, a creare un lavoro grande che sia specchio della loro anima.