Grande successo, venerdì sera, a Sassari, per lo spettacolo “Neverland” presentato dalla compagnia Versiliadanza.
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Niente parole. Solo il linguaggio della danza e il movimento del corpo. E con un tocco di fantasia “L’isola che non c’è” è arrivata al Teatro Civico per conquistare ben tre discese di applausi alla fine di un’intensa rappresentazione.
A dare spettacolo venerdì sera a Palazzo di Città, per la rassegna Primavera a Teatro diretta da Livia Lepri, è stato “Neverland” della compagnia Versiliadanza. Nell’interpretazione di Peter Pan e Wendi l’interpretazione di Leonardo Diana, autore delle coreografie e Valentina Sechi, danzatrice originaria di Porto Torres, ma fiorentina d’adozione in forze alla compagnia toscana.
Le due semplici figure in perfetta sintonia, hanno permesso di raccontare in maniera efficace un viaggio a ritroso tra le avventure e i personaggi di una delle storie più amate dai ragazzi. Il tutto in un atmosfera onirica ed enigmatica, intervallata da ricordi e flash back, nella quale i protagonisti si ritrovano fatalmente adulti.
«Lo spettacolo è rivolto di certo ai bambini ma ha un forte messaggio anche per i grandi – ha affermato Angela Torriani Evangelisti, direttrice artistica di Versiliadanza -. L’invito è quello a ritornare ogni tanto nel mondo dell’infanzia, perché è bello recuperare quella dimensione giocosa che, assieme alla fantasia, è una delle cose più belle che ci permettono di continuare a sognare anche da adulti.»
I due hanno affrontato un percorso incantato tra mare e cieli stellati, con il supporto di semplici elementi scenici ma di poetico impatto visivo, per ritornare nel fantastico paese racchiuso in un sogno: L’isola che non c’è. L’opera gode della regia di Lotte Lohrengel, mentre le scenografie sono realizzate da Sergio Cangini ed i costumi da Ilaria Ariemme.
A chiudere le danze di “Primavera a teatro” 2019, il 13 giugno sarà lo spettacolo “Gothica”, realizzato della compagnia Estemporada assieme agli allievi del corso di avviamento per danzatori. L’opera affronta i temi dell’amore perduto, dei conflitti interiori e del soprannaturale, trasferendo nel linguaggio della danza un filone narrativo vicino al genere noir.