22 November, 2024
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Il 12 gennaio del 2019 il prof. Manlio Brigaglia (Tempio Pausania, 12 gennaio 1929 – Sassari, 10 maggio 2018) avrebbe compiuto novanta anni. Lo voglio ricordare come docente di Italiano nel Liceo “Azuni” ametà degli anni Sessanta.

La prima volta che ho visto all’opera il professor Manlio Brigaglia è stato all’orale dell’esame di ammissione ai tre anni del Liceo dopo i due anni del Ginnasio nel glorioso Ginnasio-Liceo “Domenico Alberto Azuni” di Sassari, quindi nell’estate 1964. Sapevamo della fama che il professore si era conquistato – presso colleghi e alunni – in virtù della sua preparazione culturale ad amplissimo raggio e quindi della sua autorevolezza. Vedermelo di fronte non poteva non causarmi un po’ di timore reverenziale. Per mia fortuna, avevo letto da poco “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa e quindi – quando mi chiese qual era l’ultimo libro che avevo letto – gli feci una buona impressione, confermata dal fatto che fui in grado di ricordare i personaggi principali. Il primo insegnamento che ricevetti: dovevo continuare a leggere con costanza dei buoni libri se volevo migliorare le mie possibilità espressive, in rapporto a quanto aveva potuto verificare dal mio tema, sufficiente certo ma non esaltante, diciamo così… La prima lezione: se ci fosse capitato di avere il professor Manlio Brigaglia come docente di Italiano, c’era già da sapere che non ci si poteva limitare alla lettura dei manuali, dei libri di testo. In effetti, ritrovàtomelo nei tre anni di Liceo come insegnante titolare, verificai da subito che avevamo nelle sue ore non un “lettore” di libri di testo (come succedeva con il docente di qualche altra disciplina…) ma un “monstrum” di memoria. Entrava in classe e non portava con sé né libri di testo né registro!

La parte dei canti della “Divina Commedia” che ci doveva spiegare in quell’ora la proponeva a mente, a memoria. Per tutti i tre anni, sempre così: mentre lui recitava e spiegava dovevamo seguire il testo di Dante nell’edizione curata da Natalino Sapegno. Per qualche passo ad interpretazione non univoca, ci faceva leggere la nota del Sapegno e si divertiva ad aggiungere il punto di vista – non coincidente – di qualche altro studioso.

All’interrogazione bisognava recitare a memoria (tanto per tenerla in esercizio e affinarla) i passi di Dante che ci aveva indicato, saper fare la parafrasi dei versi ma verificava anche se avevamo letto le pagine storico-critiche presenti nell’antologia in dotazione per ciascun anno. Anche per gli altri poeti il procedimento era lo stesso. Per i prosatori – data la sua esperienza di lettore dei propri testi per la radio regionale della Sardegna – non rinunciava al piacere di una lettura ad alta voce ben intonata. Per ritornare su Dante: se volete sapere chi è stato Dante – ci diceva – leggete il ritratto che ne ha fatto il critico fiorentino Piero Bargellini in un libro appena uscito (“Vita di Dante”, Vallecchi, 1964). Per ogni argomento ci dava indicazioni bibliografiche relative a pubblicazioni recenti e ci invitava a ricercarle senza timidezza nella Biblioteca Universitaria di Sassari. Ci educava alla lettura dei giornali: la pagina dei libri de “Il Giorno” imparammo a conoscerla da lui. Un giorno volle ricordarci a muso duro che la lingua in cui egli voleva che scrivessimo non doveva essere l’anti-lingua del pezzo appena uscito sul supplemento settimanale de “Il Giorno” (articolo poi diventato famosissimo) in cui Italo Calvino confrontava un immaginabile orribile burocratese in cui un maresciallo dei carabinieri avrebbe scritto un rapporto dopo una ispezione con i termini semplici e correnti di una riscrittura vicina al linguaggio parlato. Su questo non transigeva: se volete imparare a scrivere bene in italiano – ci diceva – seguite le indicazioni che vi dò io anche per l’uso corretto della punteggiatura (virgola; punto e virgola; due punti; punto). Le parentesi lasciatele stare – amava dire – e, se proprio è necessario, ricordatevi di chiuderle! La sua revisione dei temi era un lavoro certosino di correzione e di proposta alternativa per ogni espressione non adeguata. Insomma, se uno voleva imparare a scrivere doveva profittare dei suggerimenti rigorosi proposti dall’“allenatore”, in questo caso della mente. E mente – ci ricordava sempre – come già intendeva Dante, vuol dire memoria. E il professor Brigaglia, come ho già detto, era un maestro-monstrum di memoria. I voti non li segnava sul registro, ma li ricordava bene e giusti alla fine di ogni trimestre, quando ce li comunicava con appropriati commenti e suggerimenti per migliorare. Alle lezioni del professor Manlio Brigaglia si notava una sola assenza: la noia. E non era possibile la distrazione né di un singolo né della massa (questo avveniva con qualche altro docente). Tutto questo perché al professor Manlio Brigaglia, pronto a discutere con noi di ogni argomento cui sono sensibili i giovani – a partire dal calcio , nessuno si poteva permettere di mancare di rispetto, dato che era la rappresentazione vivente dell’educatore, rigoroso nell’insegnare come studiare, come documentarsi, come scrivere, come prepararsi agli Esami della Scuola e anche, e soprattutto, alle Prove della Vita. Come nella canzone di Francesco De Gregori “La leva calcistica della classe ’68”

Paolo Pulina

Vicepresidente della F.A.S.I.

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Abbanoa è entrata anche quest’anno in classe grazie al Progetto “Dieci in condotte”, portato avanti con la collaborazione di Legambiente Sardegna e con il patrocinio delle Amministrazioni comunali di Sassari, Nuoro e Oristano. Dopo il successo dell’edizione 2016, dedicata esclusivamente alle Scuole di Cagliari, quest’anno si è infatti scelto di coinvolgere il resto dell’Isola indirizzando l’attenzione ai bambini delle Scuole elementari di degli altri tre capoluoghi. 

Proprio nelle scorse settimane sono terminate le lezioni: a Oristano hanno partecipato al progetto 370 bambini, a Sassari 620, a Nuoro 540. Manca solo l’evento finale: lunedì 15 maggio Abbanoa sarà a Nuoro (Cineteatro Eliseo); martedì 16 maggio a Oristano (sala del Hotel Mistral 2); mercoledì 17 maggio a Sassari (Teatro Verdi). Ad aprire ognuno degli spettacoli sarà l’Amministratore Unico Alessandro Ramazzotti. Ai più piccoli, dopo la lettura di un breve testo di Italo Calvino sull’acqua interpretato dall’attrice di teatro Cristiana Cocco, verrà offerto uno spettacolo teatrale ad opera della compagnia Circomobile della Sardegna che avrà come protagonista una goccia d’acqua che grazie al lavoro di Abbanoa diventa una “Super goccia potabile”.

«La Sardegna è una regione povera di acqua – spiega l’Amministratore Unico di Abbanoa, Alessandro Ramazzotti – Il messaggio legato all’importanza dell’acqua assume un significato particolare guardando proprio alle caratteristiche della nostra Isola, che non ha, appunto, risorse d’acqua potabile ma un sistema di invasi artificiali la cui acqua deve essere potabilizzata per l’85%. Conoscere l’importanza del ruolo svolto da Abbanoa nel processo di potabilizzazione e distribuzione dell’acqua (e rilascio nell’ambiente della risorsa depurata) è oggi importantissimo: il coinvolgimento delle nuove generazioni attraverso la scuola rappresenta una formidabile opportunità di cambiamento anche culturale.»

Stimolare l’interesse per le tematiche ambientali e spiegare l’importanza che svolge Abbanoa come soggetto garante della tutela dell’ambiente facendo conoscere il processo industriale dell’acqua (dall’invaso alle abitazioni, e da qui alla depurazione, fino al ritorno in ambiente) e favorendo l’attivazione di buone pratiche legate al consumo consapevole dell’acqua, infatti, sono le ragioni che hanno spinto il Gestore a replicare il progetto “Dieci in condotte” nell’edizione 2016/2017.

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Venerdì 6 gennaio, alle ore 18.00, al Teatro Centrale Actores Alidos di Quartu Sant’Elena, verrò messo in scena “NATA DALLA LUNA” di e con Virginia Viviano, musical di Teatro Circo tratto da“Le cosmicomiche” di Italo Calvino. Musiche di Rossella Faa, coreografie di Enrica Spada.

Ricominciare a volare dopo e oltre le fiamme… è un’esperienza unica che riesce a darmi il senso magico del mio lavoro in grado di andare oltre le contingenze. L’incendio del mio Camper e del materiale di 16 anni di lavoro è stato un sacrificio necessario. “Sacrificare” ovvero rendere sacro con la consapevolezza che oltre la materia esiste qualcosa che mai potrà essere perduto. La solidarietà della gente, l’abbraccio del pubblico che mi segue con amore per l’arte di cui mi faccio mezzo, il sostegno dei miei cari hanno fatto si che tutto il fuoco scaturito dall’incendio venisse incanalato nella mia anima portandomi a vedere tutta la bellezza del mondo con le sue contraddizioni. Sono pronta a tornare in scena per tutti coloro che vorranno continuare a farsi trasportare con piccole barchette di legno proprio sotto la Luna e a provare a salirci sopra per guardare il mondo a testa in giù.

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Si chiude questa sera, a Calasetta, la III edizione del Festival Culturale “LiberEvento”. Ospite d’eccezione, alle 22.00 presso la Torre sabauda di Calasetta, sarà Massimo Bisotti, tanto atteso dal publlico femminile. Condurrà la serata Serena Cirina, giornalista dell’unione sarda. Calerà il sipario per l’edizione 2014 il gruppo musicale Rakìja con musiche ispirate all’est Europa aiBalcani.

Patrick è un insegnante e un pittore con l’ossessione per la perfezione. In una mattina di giugno entra per l’ultima lezione nella sua aula dell’Accademia di Belle Arti. E pronto a lasciare Roma per ripartire da zero a Venezia, città fatta d’acqua e d’incanto. Torna a casa e prima di partire decide di andare in soffitta per dare un ultimo sguardo al quadro che ritrae la donna che ha molto amato, la donna il cui ricordo porta sempre con sé. Ma, quando scopre la tela, la vede vuota: la donna sembra avere abbandonato il quadro. Sgomento, Patrick copre nuovamente il dipinto. In fretta e furia abbandona la soffitta e Roma, e corre all’aeroporto. Durante il volo, però, batte la testa e all’arrivo si ritrova confuso, non riesce a ricordare bene il motivo per cui è partito. Ma in tasca ha un biglietto con un indirizzo e un nome: “Residenza Punto Feliz”. Si recherà là e troverà una nuova e strana famiglia pronta ad accoglierlo. Miguel, il proprietario della pensione, uno spagnolo saggio cui è facile affidarsi; Vince, gondoliere con il cuore spezzato da un amore andato male; e il piccolo Enrique, curioso ed entusiasta come solo i bambini sanno essere. La nuova vita di Patrick scorre tra amnesie e scoperte, finché a una festa incontra Raquel e non ha dubbi: è lei, la donna che è fuggita dal suo quadro. Un libro sul perdersi e il ritrovarsi, sulla memoria e l’accettazione di se stessi, sull’importanza di restare fedeli al precetto più vero e necessario: «Mai controcuore».

 Massimo Bisotti è nato e vive a Roma, ha studiato Lettere, suona il pianoforte ed è appassionato di psicologia. Dice di sé di avere iniziato a scrivere perché le sue parole rimarginassero le ferite e si chiudessero in cicatrici.

Nel 2012 ha pubblicato il suo romanzo di esordio (prima edizione Psiconline, seconda edizione, 2013, Ultranovel), che è stato uno dei casi editoriali dell’anno, letto e amato da decine di migliaia di lettori.

Ieri sera Luca Sarriu ha dialogato con il giornalista Cesare Corda alla scoperta del suo nuovo libro “Benvenuto Mr Parkinson”. Cesare Corda ha coinvolto tutti i presenti sul palco sistemato sotto la torre sabauda, nel racconto della sua storia, di come ha affrontato e fermato il #Morbo di Parkinson, con il quale ancora è costretto a convivere ma del quale non ha paura.

Ha chiuso la serata l’attore Simeone Latini, accompagnato alla chitarra da Michele Sarti, con la performance “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, di Italo Calvino.

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Oggi, venerdi 8 agosto, alle ore 22,00, presso la torre sabauda di Calasetta, è in programma il secondo appuntamento della III edizione del Festival Culturale “LiberEVento” (direttore artistico Claudio Moica). Sarà Luca Sarriu a dialogare con il giornalista Cesare Corda e a scoprire il suo nuovo libro “Benvenuto Mr Parkinson”. Chiuderà la serata l’attore Simeone Latini, accompagnata alla chitarra da Michele Sarti, con la performance “Se una notte d’inverno un viaggiatore”, di Italo Calvino.

Quando la diagnosi arriva, è legge: Morbo di Parkinson. Allora resta una sola cosa da fare: decidere come lo si vuole affrontare. Cesare Corda, giornalista Mediaset che affronta i pericoli delle zone di guerra in Africa come inviato per ben quattro volte, si trova a combattere con un grande mostro: il #Morbo di Parkinson.

L’esordio nel giornalismo di Cesare Corda risale all’11 novembre del 1975. Dal Palalido di Milano fece per Radiolina la radiocronaca del campionato d’Europa dei pesi Mosca tra Udella e Martin. Iniziò anche a fare le telecronache di calcio e di pugilato, per Videolina. Condusse varie trasmissioni di successo, curò la rubrica di pugilato pedatori del primo telegiornale sardo. Dopo tredici anni di gavetta, venne chiamato dal grande Arrigo Levi. Iniziò a collaborare per la trasmissione di Canale 5 TV. Venne inviato in Sudan alla ricerca dei guerriglieri che avevano rapito due tecnici italiani. Riuscì a intervistare il capo di questi ribelli. Fu il primo scoop ripreso dalla stampa mondiale. In 12 anni, come inviato e poi come corrispondente dalla Sardegna del TG4 – TG5, Studio Aperto e di Italia 1 Sport, realizzò circa mille servizi. Qualche anno di tregua fino all’arrivo della malattia. Dopo lo sgomento iniziale, si ribellò e ricominciò a combattere e a fare il giornalista.

Il Festival Culturale “LiberEvento” è stato inaugurato ieri sera. Il giornalista Carlo Floris ha intervistato la scrittrice Eleonora Carta con il suo libro “La consistenza dell’acqua”, edito da Newton Compton in 20mila copie.

Come consuetudine LiberEvento si caratterizza anche per il doppio appuntamento giornaliero e ieri sera, al termine della presentazione del libro, si è esibito con musiche dal Portogallo e dal Brasile, il gruppo musicale “Novos Madeiras”.

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Verrà inaugurata giovedì 7 agosto, alle ore 22,00, presso la torre sabauda di Calasetta, la terza edizione del Festival Culturale “LiberEvento”. Sarà il giornalista Carlo Floris ad intervistare la scrittrice Eleonora Carta con il suo libro “La consistenza dell’acqua”, edito da Newton Compton in 20mila copie.

In una piovosa mattina di novembre, il cadavere di Elisa Giordano giace nella cella frigorifera del Museo di Scienze naturali di Torino. Nessun segno evidente di violenza sul corpo, se non una stella a sei punte, tracciata sul petto con un oggetto poco affilato. Mentre la polizia inizia a occuparsi del caso, l’autopsia rivela che la ragazza è morta per annegamento e che l’acqua nei suoi polmoni è quella del Po. Ma la vita di Elisa pare priva di ombre: bella e riservata, divide una casa con l’amica Alessia e frequenta il museo per la sua tesi in Antropologia culturale. Il vice procuratore Rizzo ed il commissario Sermonti sembrano poco interessati alla pista esoterica. Decidono invece di seguire quella che porta a Tommaso Parodi: un ragazzo con un disturbo psichiatrico, proprietario dell’appartamento in cui Elisa viveva, e molto legato a lei. Il pm ha bisogno di un colpevole da sbattere in prima pagina e Tommaso pare l’indiziato perfetto. Eppure c’è qualcosa di poco chiaro nella vicenda. Forse intorno alla vita di Elisa ruotava un mondo oscuro, sommerso.

Eleonora Carta è nata nel 1974. Ha sempre creduto che sarebbe diventata un avvocato, ma alla fine degli studi universitari ha capito che i palazzi di giustizia non facevano per lei e ha cominciato a dedicarsi a tempo pieno alla scrittura. Vive tra Torino e la Sardegna. Questo è il suo primo romanzo.

Come consuetudine LiberEvento si caratterizza anche per il doppio appuntamento giornaliero e, quindi, alle 23,00 si esibirà, con musiche dal Portogallo e dal Brasile, il gruppo musicale “Novos Madeiras”. Domani sarà la volta del giornalista Cesare Corda che proporrà la sua ultima fatica letteraria “Benvenuto Mr Parkinson” tratto dalle personali vicende sanitarie dell’autore, a Luca Sarriu il compito di scavare affondo sulla delicata tematica; alle 23,00 si cambia registro con l’attore Simeone Latini che interpreterà “Se una notte d’inverno un viaggiatore…” di Italo Calvino accompagnato alla chitarra da Michele Sarti.

Chiude la terza edizione del Festival Culturale il tanto atteso Massimo Bisotti, rivelazione dell’anno con il suo libro “Il quadro mai dipinto” edito da Mondadori in 30.000 copie e sarà la giornalista Serena Cirina che dovrà stuzzicare l’autore con domande desiderate soprattutto dal pubblico femminile. Saranno le note musicali ispirate all’est Europa e ai Balcani del gruppo musicale Rakìja che saluteranno questa edizione.

«Sono onorato – ha detto Claudio Moica – per la conferma ricevuta dall’Amministrazione comunale nel dirigere artisticamente il Festival che nasce da una mia idea condivisa con Fabio Furia e l’assessorato alla cultura. E’ una delle poche realtà comunali in cui esiste una vera e propria sinergia tra gli organizzatori e il comune – prosegue il direttore artistico – per perseguire l’unico obiettivo che è quello di dare al pubblico momenti di approfondimento culturale ma anche di relax.»

Non solo libri, quindi, ma una vera e propria rassegna di spettacolo che pone al centro l’amore per la lettura, con l’obiettivo di avvicinare il pubblico alla “cultura del libro” favorendo, nel contempo, la promozione del territorio, anche a fini turistici. Il libro, come nella precedente edizione, sarà il motore propulsore dell’evento, cuore del festival, tra poesia, narrativa, musica, teatro e cinema, un nucleo attorno al quale ruoteranno le numerose attività culturali collaterali, che, come dichiarato da Claudio Moica, sapranno dare nuovo respiro alle parole. Una nuova edizione in cui, ancora, LiberEvento si proporrà quale itinerario culturale dalle mille sfumature, adatto a tutti e per tutti i gusti, in grado di offrire un ampio ventaglio di scelte, per turisti e residenti, che come di consueto, potranno godere dei luoghi che gli sono propri, offrendo al territorio una pregiata programmazione artistica nella magica cornice della Torre Sabauda, emblema storico di Calasetta.

Per il terzo anno consecutivo, dunque, LiberEvento si propone come momento di diffusione e promozione della cultura letteraria ai più alti livelli.

Il festival letterario si potrà seguire anche attraverso il sito web www.liberevento.it e la sua pagina Facebook.