Verrà inaugurata il 2 luglio al museo MACC di Calasetta la mostra “Lucide inquietudini – Storie singolari dell’astratto-concreto tra ’50 e ’70”.
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Il piccolo museo MACC di Calasetta, uno dei pochissimi in Europa ad avere una così spiccata specializzazione nell’arte astratta e concreta del secondo ‘900, si dimostra sempre più attivo e convincente nel proseguire il lavoro che fu del fondatore, il pittore Ermanno Leinardi.
La mostra “Lucide inquietudini – Storie singolari dell’astratto-concreto tra ’50 e ’70″ che verrà inaugurata il 2 luglio con l’intervento del direttore artistico del MACC Pino Mantovani, raccoglie il suo invito a documentare aspetti dell’arte astratta e concreta, «impegnata dall’immediato dopoguerra nel rinnovamento artistico europeo»; senza dimenticare l’ammonizione di Marcuse in capo al catalogo della collezione: «Un’opera d’arte è autentica o vera non in forza del contenuto… né della forma pura, ma per opera del contenuto che si è fatto forma».
I quattro artisti scelti (Piero Rambaudi, Albino Galvano, Mario Davico, Gino Gorza), sono attualmente poco noti al grande pubblico, anche nella loro Torino, nonostante abbiano partecipato a importanti manifestazioni artistiche nell’arco di tutta la loro non breve esistenza.
Anche per la inclinazione a perseguire obbiettivi necessari alla definizione di una identità per così dire assoluta, per l’irritualità delle scelte esistenziali e professionali, per l’intransigenza critica, non hanno ottenuto il credito che avrebbero meritato, salvo che sul piano del magistero, generosamente proiettato su diverse generazioni. Del resto, la loro formazione era avvenuta sulla falsariga dei “maestri” del primo ’900 torinese.
«La mostra non vuole proporre delle mini-antologiche dei quattro artisti – commenta il direttore Pino Mantovani – e tanto meno assimilarli o ridurli a gruppo, ma seguirli nella vicenda complessa dagli anni ’50 ai ’70.»
Curata personalmente dal direttore Pino Mantovani e da Ivana Mulatero, la mostra, composta da una decina di opere per ogni artista, che sarà inaugurata al MACC il 2 luglio, alle ore 19.00, resterà allestita fino al 30 settembre 2016.
Il catalogo che accompagna l’esposizione utilizza ampiamente scritti e dichiarazioni che dimostrano, da parte degli artisti, una lucida, inquieta consapevolezza del valore e dei sensi, anche ambigui, del proprio lavoro.