4 November, 2024
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Il Sulcis ha ospitato per il terzo anno consecutivo la produzione della popolare fiction di successo l’Isola di Pietro, principale protagonista Gianni Morandi che a stretto con il territorio Sulcitano un particolare legame affettivo.

Ad apprezzare più di altri la serie televisiva prodotta da Lux vide – casa di produzione specializzata in serie tv e film tv internazionali che le hanno valso numerosi riconoscimenti- ci sono gli ormai noti ragazzi del Comitato “I Figli della crisi”.

Ivano Sais e Riccardo Vivarelli, già protagonisti di tante battaglie sociali sulle problematiche giovanili del Sulcis, hanno preso parte del cast “L’isola di Pietro” stagione 3, impegnandosi nel ruolo di Poliziotti della scientifica in una intrigante storia in trasmissione su Canale 5.

A spingere Ivano e Riccardo a questa nuova avventura non è la ricerca di popolarità ma più semplicemente la possibilità di qualche giorno di lavoro.

«Nel Sulcis sono talmente rare le occasioni di occupazione che non si può rinunciare a qualsiasi proposta – affermano Ivano Sais e Riccardo Vivarelli -. Senza contare che stare dentro la produzione di una fiction è una esperienza emozionante e di elevata crescita personale che ci auguriamo poter proseguire… ma senza alcuna illusione per il futuro».

Le puntate de L’Isola di Pietro in onda in prima serata su Canale 5: venerdì 18-25 ottobre, 1- 8-15-22 novembre 2019.

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Ivano Sais, classe 1990, nome noto della rivendicazione giovanile nel Sulcis Iglesiente, disilluso che nel Sulcis ci possa essere ancora futuro, dopo anni di lotta, di assemblee, di manifestazioni, di incontri a tutti i livelli istituzionali, abbandonata ogni speranza, parte con un diploma di geometra in una mano, una valigia nell’altra e sulle spalle uno zaino pieno di rammarico: destinazione lo Stato della Danimarca.

«Una partenza obbligata dall’immobilismo delle istituzioni e dall’indifferenza della politica – racconta -. Per anni mi sono battuto con gli amici del comitato spontaneo “I Figli della Crisi” del Sulcis, per sollecitare le dovute attenzioni verso questo lembo di terra privo di qualsiasi prospettiva. Non posso e non voglio più stare a guardare i giorni, i mesi e gli anni che passano in attesa di un risveglio delle coscienze, che probabilmente non arriverà mai».- afferma Ivano, nome di battaglia: Uragano.

Un storia di tutto rispetto quella del giovane sulcitano, che ha riempito le pagine e gli schermi di tutti i mass-media che hanno rimbalzato a livello nazionale la denuncia di uno stato di disagio e di sofferenza della provincia più povera d’Italia: Carbonia Iglesias. Una provincia che registra il più elevato tasso di disoccupazione giovanile, arrivato a toccare il record nazionale del 74 per cento già nel 2014. Un territorio di soli 127mila abitanti di cui 57mila pensionati e 39mila inoccupati. Un territorio ricco di risorse, condannato all’oblio dalle istituzioni.

«Non vedo più speranza. La politica, è doloroso affermarlo, ti ascolta e ti promette soluzioni in un incontro pubblico o all’indomani di una manifestazione, guadagnandosi una paginata sui giornali, ma poi tutto passa presto, e si dimentica degli impegni presi – continua Ivano Sais -. Abbiamo tentato ogni iniziativa, sia diplomatica che di dura protesta, senza alcun minimo risultato. Mi ero illuso che esistesse ancora un partito che avesse a cuore gli interessi del popolo. Ma alla prova dei fatti, dei migliaia di posti di lavoro promessi dal coordinatore del famigerato “Piano Sulcis”, non s’è visto nemmeno l’ombra; nonostante fossimo stati ammoniti dal ministro Passera che dovevano crederci…». «I miei amici sono per lo più partiti già da tempo, per cercare fortuna fuori da questa terra. Ora spetta me.»

Scorrendo la pagina Facebook del comitato o interrogando google, sono tante le iniziative poste in essere dal Comitato: Manifestazioni di ogni genere. Il presidio sotto il palazzo del Consiglio regionale durato oltre 30 giorni, compreso il Natale trascorso in tenda, rafforzati da tanta solidarietà della gente comune; Presidio conclusosi con il lancio di centinaia di rotoli di carta igienica e uno striscione con una scritta eloquente: “La politica fa cagare!”. Ivano Sais e compagni hanno portato il dibattito sulla dignità dell’uomo e del lavoro in ogni sede scolastica, nei comuni, in provincia e in regione. Hanno dato vita alla “Mobilitazione popolare del Sulcis Iglesiente” confrontandosi con il prefetto di Cagliari… inutilmente.

Ivano Sais oggi parte da Cagliari con destinazione la città di Blokhus, a Nord della Danimarca. Un lungo viaggio di 2.600 km che lo allontana dalla sua terra. Parte con l’amaro in bocca, consapevole di contribuire con le sue braccia alla ricchezza, al PIL, di un Paese che non è il suo.

«Parto con la sofferenza nel cuore pensando ai tutti gli affetti che lascio». Queste le parole unite ad una sensibile commozione che traccia il suo viso, che non nasconde la speranza di un ritorno. Così il Sulcis perde un altro dei suoi giovani migliori.

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E’ iniziata stamane con il raduno sul piazzale del centro intermodale di Carbonia, la giornata dei “Figli della Crisi”, convocati per questa mattina dal prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta, per affrontare i temi posti dai giovani del Sulcis Iglesiente. Sono arrivati in alcune centinaia, per lo più studenti, e sono partiti per Cagliari a bordo di quattro autobus, noleggiati per l’occasione.

Prima della partenza abbiamo intervistato Ivano Sais, portavoce del Comitato “I Figli della Crisi”, e i quattro sindaci arrivati per sostenere la lotta dei giovani: Gianfranco Trullu, sindaco di Perdaxius e presidente dell’Unione dei Comuni del Sulcis; Giorgio Alimonda, sindaco di Portoscuso; Paola Massidda, sindaco di Carbonia; e, infine, Ferdinando Pellegrini, sindaco di Fluminimaggiore. La qualità video di quest’ultima intervista è scadente, con le immagini fuori fuoco, ma abbiamo scelto di pubblicarla ugualmente per non far mancare la posizione del sindaco di Fluminimaggiore in questa importantissima vertenza del territorio.

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Il prefetto di Cagliari, Giuliana Perrotta, ha raccolto l’appello che le hanno rivolto i “Figli della crisi” e li incontrerà domani mattina, a Cagliari. I giovani del Sulcis Iglesiente, studenti e disoccupati si ritroveranno alle 8.15, sul piazzale del centro intermodale e partiranno per Cagliari su alcuni autobus.

«Nel Sulcis registriamo, nostro malgrado, il più elevato tasso di disoccupazione giovanile, siamo la provincia con il primato della più povera d’Italia – denuncia Ivano Sais, coordinatore e portavoce del Comitato -. Si pensi che la più grande città del territorio non è Carbonia o Iglesias, ma “Disoccupandia”, una città virtuale dove sopravvivono 39mila inoccupati del Sulcis Iglesiente, maggioranza giovani; una città enorme di forza lavoro inespressa su un territorio che conta 128mila abitanti, di cui oltre 51mila sono pensionati.»

«Il “Piano Sulcis” – aggiunge Ivano Sais – nel tempo ha rivelato la sua assoluta inadeguatezza ad arginare la disoccupazione e con essa la diffusa povertà, in un territorio martoriato, senza alcuna alternativa seria dopo la chiusura della grande industria produttiva del Polo di Portovesme.»

«Riteniamo indifferibile – sottolinea ancora il portavoce del Comitato giovanile – l’attuazione di provvedimenti straordinari per frenare il disagio sociale. Non si può sottacere l’aggravarsi dell’espansione delle patologie depressive che stanno dilagando nelle famiglie. I giovani non vogliono più essere testimoni silenti della lacerazione della stabilità famigliare, causata dalla situazione economica di estrema povertà.»

«Questa battaglia è la nostra – sottolinea ancora Sais -. Noi giovani disoccupati siamo stufi. Abbiamo deciso di affrontare, autonomamente e con determinazione governo e regione perché le istituzioni devono avere il coraggio di guardare in faccia coloro ai quali è sottratta ogni opportunità di futuro. Ognuno dovrà assumersi la responsabilità per il ruolo investito e produrre atti concreti. Le istituzioni devono prendere atto della situazione e, attraverso una dichiarazione di stato di crisi, devono individuare e concentrare interventi straordinari orientati al riequilibrio sociale. Non promesse ma azioni indifferibili per il quale abbiamo chiesto l’intervento del prefetto, Giuliana Perrotta, di farsi parte attiva della nostra volontà di incontrare le massime istituzioni Regionali e del Governo nazionale.»

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I giovani del Sulcis Iglesiente, studenti, disoccupati ovvero neet, così definiti nel neologismo coloro che non studiano e non lavorano, hanno deciso di aprire il fronte della protesta giovanile. In una presa d’atto della situazione economica sempre più precaria e delle insufficienti risposte delle istituzioni, i giovani riuniti nel Comitato spontaneo “I Figli della Crisi”, dimostrando un elevato senso di maturità, hanno deciso di aprire una vertenza con il Governo e la Regione affinché sia studiato il fenomeno “Sulcis” e siano attivati tutti gli strumenti di protezione sociale.

Ivano Sais, coordinatore e portavoce del Comitato, richiama l’attenzione sulla tristissima situazione con lucidità impressionante: «Nel Sulcis registriamo, nostro malgrado, il più elevato tasso di disoccupazione giovanile, siamo la provincia con il primato della più povera d’Italia. Si pensi che la più grande città del territorio non è Carbonia o Iglesias, ma “Disoccupandia”, una città virtuale dove sopravvivono 39mila inoccupati del Sulcis Iglesiente, maggioranza giovani; una città enorme di forza lavoro inespressa su un territorio che conta 128mila abitanti, di cui oltre 51mila sono pensionati».

«Il “Piano Sulcis” – continua Sais – nel tempo ha rivelato la sua assoluta inadeguatezza ad arginare la disoccupazione e con essa la diffusa povertà, in un territorio martoriato, senza alcuna alternativa seria dopo la chiusura della grande industria produttiva del Polo di Portovesme.»

«Riteniamo indifferibile – aggiunge il portavoce del Comitato giovanile – l’attuazione di provvedimenti straordinari per frenare il disagio sociale. Non si può sottacere l’aggravarsi dell’espansione delle patologie depressive che stanno dilagando nelle famiglie. I giovani non vogliono più essere testimoni silenti della lacerazione della stabilità famigliare, causata dalla situazione economica di estrema povertà.»

«Questa battaglia è la nostra – sottolinea ancora Sais -. Noi giovani disoccupati siamo stufi. Abbiamo deciso di affrontare, autonomamente e con determinazione governo e regione perché le istituzioni devono avere il coraggio di guardare in faccia coloro ai quali è sottratta ogni opportunità di futuro. Ognuno dovrà assumersi la responsabilità per il ruolo investito e produrre atti concreti. Le istituzioni devono prendere atto della situazione e, attraverso una dichiarazione di stato di crisi, devono individuare e concentrare interventi straordinari orientati al riequilibrio sociale. Non promesse ma azioni indifferibili per il quale abbiamo chiesto l’intervento del prefetto, Giuliana Perrotta, di farsi parte attiva della nostra volontà di incontrare le massime istituzioni Regionali e del Governo nazionale.»

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Domani, a Roma, non ci saranno i manifestanti del comitato “I figli della crisi”. Ivano Sais, leader del movimento giovanile, spiega che, motivati da spirito di solidarietà sociale, si preparavano ad una discesa in grande stile nella Capitale ma venerdì sera è arrivato lo stop da parte delle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici di CGIL, CISL e UIL. «E’ inaudito, in tanti anni di battaglie fianco a fianco nelle rivendicazioni territoriali, l’unità delle categorie è sempre stato un segno distintivo ammirato da tutti.»

Critico anche Fausto Zoncu, altro componente del comitato giovanile. «Sono convinto che la decisione di estraniare gli altri movimenti non sia degli operai Alcoa, ma dipenda da politicanti di basso profilo, che non comprendono che c’è un intero territorio al collasso. Ed a pagarne le spese sono, soprattutto, i disoccupati e tutte le nuove generazioni di studenti senza futuro.»

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Il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, incontrerà domani, mercoledì pomeriggio, alle 17.00, una delegazione del Comitato per la mobilitazione generale popolare del Sulcis Iglesiente che oggi ha manifestato con un migliaio di persone a Cagliari, davanti al Palazzo della Regione, in viale Trento, per rivendicare lo sblocco di tutte le risorse contenute nel Piano Sulcis e la nomina di un commissario straordinario che si occupi della spesa dei fondi e dell’avvio immediato dei cantieri, nonché un Piano occupazionale straordinario per il territorio.

La delegazione sarà composta da Fabio Enne, segretario generale dell’Ust Cisl del Sulcis Iglesiente; Elio Cancedda, rappresentante del Movimento delle Partite Iva del Sulcis Iglesiente; Paolo Aureli, rappresentante del movimento Zona Franca; Ivan Garau, rappresentante del movimento artigiani e commercianti; Simone Siotto, rappresentante dei comitati dei disoccupati; e, infine, Ivano Sais, rappresentante del movimento degli studenti.

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Sale il tono delle polemiche intorno alle manifestazioni della mobilitazione del territorio in corso da lunedì 1 febbraio. Questo pomeriggio hanno preso posizione, con un comunicato stampa, i movimenti dei disoccupati del Sulcis Iglesiente.

«Chi non comprende le ragioni della mobilitazione – affermano Ornella Melis, Davide Musu, Simone Siotto e Stefano Sotgia – è un irresponsabile che deve essere rimosso dalla qualsiasi posizione o ruolo di rappresentanza. La crisi economica e sociale da ormai troppo tempo attanaglia l’intero territorio del Sulcis Iglesiente!»

«Grazie al cielo siamo stati ascoltati dalle organizzazioni sindacali, dai movimenti e comitati – aggiungono i rappresentanti dei disoccupati -. Se non ci fossero state persone umili e semplici come Fabio Enne della Cisl, Pino Camboni della Cisal, Giorgio Piras della Consal, Elio Cancedda del Movimento Partite Iva Sulcis Iglesiente, con gli amici Ivan Garau e, soprattutto, l’importante collaborazione di Ivano Sais, artefice del grande movimento giovanile “Figli della crisi”, non saremo mai riusciti a far emergere la rabbia di tutti coloro che a 40 anni ancora non hanno alcuna prospettiva di lavoro. In questi giorni stiamo incontrando i sindaci del territorio e ricevendo solidarietà e condivisione delle nostre rivendicazioni. Vogliamo un piano straordinario per il lavoro.»

«Apprezziamo il contributo da parte di tutti coloro i quali stanno offrendo sostegno alla nostra battaglia, ma allo stesso tempo, troviamo vergognosa la presa di posizione di Roberto Puddu della CGIL territoriale. Abbiamo letto con disappunto il comunicato stampa di ieri. Disprezziamo chiunque con arroganza tenta di nascondersi dietro a formalismi e non affronta la realtà, così come doverosamente dovrebbe fare una organizzazione di rappresentanza sociale.Personaggi del genere andrebbero rimossi d’urgenza da una posizione che non sono capaci di ricoprire nell’interesse generale della nostra società. L’indignazione e la nostra condanna è totale, sta mettendo in ridicolo la Cgil tutta. Puddu afferma che i sindaci, veri rappresentanti del popolo, non condividono la mobilitazione. Questa è una falsità! Puddu viene costantemente smentito dagli atti sottoscritti quotidianamente dai primi cittadini e dalla partecipazione diretta nella mobilitazione della maggioranza dei sindaci. Il presidente dell’unione dei comuni del Sulcis era con noi fin dall’alba di lunedì per il volantinaggio a Villamassargia. Tuttavia, il dato positivo è che tanti iscritti della CGIL ci stanno manifestando tanta solidarietà. Questo la dice lunga sulla capacità di Puddu d’interpretare il suo ruolo. C’è una società civile che solidarizza e che è con noi – concludono i rappresentanti dei movimenti dei disoccupati -, e sarà insieme a noi il 16 febbraio prossimo in occasione della grande mobilitazione che si svolgerà presso il palazzo regionale di viale Trento a Cagliari.»

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E’ stato costituito sabato 28 novembre 2015, il “Movimento disoccupati Iglesias”. Stanchi di vivere una condizione sociale di emarginati da ogni aspirazione, i giovani di Iglesias si aggregano intorno al “Movimento Disoccupati Iglesias” – oltre 250 aderenti – che nell’omonima pagina Facebook lanciano messaggi di forte valore sociale. Sabato sera, in via Gramsci, nella sala riunioni dei Combattenti, si è svolto un incontro aperto al pubblico alla presenza di lavoratori, pensionati e commercianti, per ragionare sulla situazione, ma anche per lanciare un aggregante progetto. Nel corso della riunione è emersa tutta la maturità dei giovani Iglesienti, molto attenti alle dinamiche sociali e di ciò che gravita intorno a loro. Non poteva essere diversamente, considerata la velocità del web: un territorio tutto loro.

Nel corso dell’incontro è stato dedicato molto spazio all’assemblea popolare organizzata a Carbonia dalle forze sindacali, del mondo produttivo, movimenti, comitati, associazioni, alla quale hanno partecipato alcuni rappresentanti dei disoccupati Iglesienti. «Abbiamo soprattutto apprezzato che è stata una vera occasione di confronto popolare, senza la presenza ingombrante di politici nella tradizionale ‘passerella’. Plaudiamo a questa formula che ha dato voce al popolo, con un tavolo di presidenza vuoto e una sala strapiena» hanno detto Simone Siotto e Ornella Melis, coordinatori del Movimento disoccupati.

«Le immagini del Piano Sulcis che sono state proiettate ci hanno aperto gli occhi, e manifestiamo pieno appoggio alle iniziative del comitato organizzatore della mobilitazione. Saremo impegnati in prima persona per realizzare l’assemblea popolare a Iglesias, e attraverso internet sensibilizzeremo i giovani di tutti i comuni del Sulcis Iglesiente per favorire la più elevata condivisione della nostra positiva esperienza. Iglesias con la sua storia di lotta non si sottrarrà nel dare il proprio contributo per costruire un futuro migliore – aggiungono Simone Siotto e Ornella Melis -. Sappiamo bene di doverci rimboccare le maniche per poter avere una prospettiva dignitosa… e ce le rimboccheremo. Siamo stufi di una politica inconcludente che per anni ha lasciato che le cose precipitassero fino a questo livello di disperazione sociale!»

Sono stati tanti gli spunti di riflessione sulla storia delle rivendicazioni sociali dell’Iglesiente. Una per tutte la rivolta del pane del 11 maggio 1920, nella quale sette minatori persero la vita e ventisei rimasero feriti tra via Satta e piazza Municipio. Una pagina tragica della storia di Iglesias. Oltre duemila minatori in protesta per la scarsità di viveri entrarono in sciopero per richiedere l’aumento della razione del pane. «Dalla storia dobbiamo trarne i dovuti insegnamenti» è stato il ragionamento dei partecipanti all’incontro. «Non dobbiamo più permettere che le istituzioni portino il popolo all’insurrezione. La tensione sociale che si sta creando deve essere interrotta con significativi interventi per alleggerire le famiglie da una insostenibile condizione di precarietà».

All’incontro ha partecipato anche Ivano Sais, coordinatore del Comitato ‘I figli della crisi’. Ivano, residente a Villamassargia, è ricordato in città anche per il suo passato impegno di rappresentante degli studenti nell’Istituto Baudi Di Vesme. «Sono qui per darvi coraggio – ha detto Ivano Sais -, perché non dobbiamo abbandonarci alla rassegnazione! Noi siamo il futuro! Dobbiamo riappropriarci della nostra vita in maniera concreta e attiva. Il Sulcis Iglesiente ha bisogno di noi giovani per far ripartire l’economia. Ci dobbiamo impegnare tutti in un grande progetto che parte dalla consapevolezza delle potenzialità che stanno in ognuno di noi!»

Invitato all’incontro Paolo Bullegas, presidente del Movimento Partite Iva Sulcis Iglesiente. «Un invito non formale ma sostanziale», ha detto Simone Siotto nel presentare il presidente Bullegas. E così è stato. Il rappresentante del mondo produttivo ha esposto una nutrita relazione sulle problematiche legate al lavoro autonomo con i numeri del comparto.

«9.400 mila imprese iscritte al registro della camera di commercio, alla quale si aggiungono i professionisti, danno oggi occasione di lavoro a oltre 23mila addetti; ma questa parte fondamentale del nostro tessuto economico oggi è messo fortemente a rischio dall’assenza di domanda, dovuto alla disoccupazione che sta dilagando sul territorio – ha detto Bullegas -. Il Movimento Partite Iva che rappresento, sta lottando affinché Voi disoccupati, giovani e non più giovani, possiate presto entrare in modo stabile nel mondo del lavoro. Solo così possiamo pensare di risolvere il problema principale del Sulcis Iglesiente: un territorio ricco di risorse!»