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Ivano Sais, classe 1990, nome noto della rivendicazione giovanile nel Sulcis Iglesiente, disilluso che nel Sulcis ci possa essere ancora futuro, dopo anni di lotta, di assemblee, di manifestazioni, di incontri a tutti i livelli istituzionali, abbandonata ogni speranza, parte con un diploma di geometra in una mano, una valigia nell’altra e sulle spalle uno zaino pieno di rammarico: destinazione lo Stato della Danimarca.
«Una partenza obbligata dall’immobilismo delle istituzioni e dall’indifferenza della politica – racconta -. Per anni mi sono battuto con gli amici del comitato spontaneo “I Figli della Crisi” del Sulcis, per sollecitare le dovute attenzioni verso questo lembo di terra privo di qualsiasi prospettiva. Non posso e non voglio più stare a guardare i giorni, i mesi e gli anni che passano in attesa di un risveglio delle coscienze, che probabilmente non arriverà mai».- afferma Ivano, nome di battaglia: Uragano.
Un storia di tutto rispetto quella del giovane sulcitano, che ha riempito le pagine e gli schermi di tutti i mass-media che hanno rimbalzato a livello nazionale la denuncia di uno stato di disagio e di sofferenza della provincia più povera d’Italia: Carbonia Iglesias. Una provincia che registra il più elevato tasso di disoccupazione giovanile, arrivato a toccare il record nazionale del 74 per cento già nel 2014. Un territorio di soli 127mila abitanti di cui 57mila pensionati e 39mila inoccupati. Un territorio ricco di risorse, condannato all’oblio dalle istituzioni.
«Non vedo più speranza. La politica, è doloroso affermarlo, ti ascolta e ti promette soluzioni in un incontro pubblico o all’indomani di una manifestazione, guadagnandosi una paginata sui giornali, ma poi tutto passa presto, e si dimentica degli impegni presi – continua Ivano Sais -. Abbiamo tentato ogni iniziativa, sia diplomatica che di dura protesta, senza alcun minimo risultato. Mi ero illuso che esistesse ancora un partito che avesse a cuore gli interessi del popolo. Ma alla prova dei fatti, dei migliaia di posti di lavoro promessi dal coordinatore del famigerato “Piano Sulcis”, non s’è visto nemmeno l’ombra; nonostante fossimo stati ammoniti dal ministro Passera che dovevano crederci…». «I miei amici sono per lo più partiti già da tempo, per cercare fortuna fuori da questa terra. Ora spetta me.»
Scorrendo la pagina Facebook del comitato o interrogando google, sono tante le iniziative poste in essere dal Comitato: Manifestazioni di ogni genere. Il presidio sotto il palazzo del Consiglio regionale durato oltre 30 giorni, compreso il Natale trascorso in tenda, rafforzati da tanta solidarietà della gente comune; Presidio conclusosi con il lancio di centinaia di rotoli di carta igienica e uno striscione con una scritta eloquente: “La politica fa cagare!”. Ivano Sais e compagni hanno portato il dibattito sulla dignità dell’uomo e del lavoro in ogni sede scolastica, nei comuni, in provincia e in regione. Hanno dato vita alla “Mobilitazione popolare del Sulcis Iglesiente” confrontandosi con il prefetto di Cagliari… inutilmente.
Ivano Sais oggi parte da Cagliari con destinazione la città di Blokhus, a Nord della Danimarca. Un lungo viaggio di 2.600 km che lo allontana dalla sua terra. Parte con l’amaro in bocca, consapevole di contribuire con le sue braccia alla ricchezza, al PIL, di un Paese che non è il suo.
«Parto con la sofferenza nel cuore pensando ai tutti gli affetti che lascio». Queste le parole unite ad una sensibile commozione che traccia il suo viso, che non nasconde la speranza di un ritorno. Così il Sulcis perde un altro dei suoi giovani migliori.