15 November, 2024
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Tutto pronto per la trentaquattresima edizione di Narcao Blues: da mercoledì (24 luglio) a sabato 27 ritorna il più longevo festival blues in Sardegna, e tra i più apprezzati nel panorama nazionale. Un appuntamento da mettere in agenda per gli appassionati del genere, che già nella sua intestazione rimarca l’inscindibile legame con il paese in cui è nato nel 1989 e dove ha sede l’associazione culturale Progetto Evoluzione che lo organizza e promuove: Narcao, nel cuore del Sulcis, a poca distanza da Carbonia e a una sessantina di chilometri da Cagliari.

A inaugurare il festival, mercoledì (24 luglio) alle 21.30, sarà il progetto Moore Plays Moore con il talentuoso Jack Moore, figlio del celebre Gary Moore e anch’egli chitarrista: un tributo all’indimenticabile genitore, scomparso nel 2011 a 58 anni, che nel corso della sua carriera ha collaborato con leggende come B.B. King, Albert King, George Harrison, Albert Collins, Bob Dylan, i Beach Boys, Ozzy Osbourne e Andrew Lloyd Webber. A Narcao il trentaseienne chitarrista britannico sarà accompagnato dai polacchi Szymon Pejski alla voce, Bogdan Topolski alla chitarra, Łukasz Gorczyca al basso e Tomek Dominik alla batteria. Il concerto si collega al progetto “Sardinia Plays the Blues”, promosso dal festival di Narcao nel 2020, durante la pandemia, quando vennero invitate sei band sarde a esibirsi in località turistiche di rilievo per promuovere le eccellenze musicali e territoriali dell’isola. Il DVD prodotto per l’occasione è stato distribuito in tutta Europa, attirando l’attenzione di numerosi festival, tra cui quello di Suwalki, in Polonia, di cui ora i Moore Plays Moore saranno “ambasciatori” a Narcao Blues.

Il secondo tempo della serata inaugurale, intorno alle 23, vedrà protagonisti i Southern Avenue, una delle migliori formazioni soul-blues della scena americana degli ultimi anni. Nata nel 2017, la band originaria di Memphis porterà sul palco di Narcao il suo set carico di energia e groove esplosivo, trainato dalla potente voce della frontwoman Tierinii Jackson e dalla chitarra di Ori Naftaly, con Jeremy Powell alle tastiere, Evan Sarver al basso e Tikyra Jackson ai cori e alla batteria. Presenza costante nei migliori festival blues internazionali, i Southern Avenue vantano tre dischi all’attivo (con il quarto previsto per la fine dell’anno) e una nomination ai Grammy nella categoria “Best Contemporary Blues Album”, a testimonianza dell’alta qualità della loro proposta artistica.

Serata tutta a stelle e strisce, quella di giovedì 25, aperta (come sempre alle 21.30) da Jason Ricci, considerato tra i più importanti armonicisti blues contemporanei, in arrivo a Narcao per l’unica data italiana del suo tour. Uno straordinario talento, quello del bluesman statunitense, nato a Portland nel 1974, come certificano gli svariati premi raccolti ai Blues Music Awards e il Grammy conquistato nel 2015 per la categoria “Best Blues Album”. Nel suo vasto bagaglio di esperienze, un lungo elenco di apparizioni in album di artisti come Johnny Winter, Ana Popovic, Joe Louis Walker, Cedric Burnside, Walter Trout, Mike Zito, JP Soars, Nick Moss, Peter Karp, Nick Curran, The Mannish Boys, Too Slim and The Tail Draggers, Walter Trout, tra i tanti; e poi tour e concerti con John Fohl, The Iguanas, Damon Fowler, Pappa Mali, JP Soars, Eric Johanson, Big Chief Monk Boudreaux, Anders Osborne, Joe Krown e altri ancora. Jason Ricci & The Bad Kind è la formazione con cui è atteso a Narcao, con Kaitlin Dibbles alla voce, Brent Johnson alla chitarra, Bill Blok al basso e Rickey Shelton alla batteria.

Ha passaporto U.S.A. anche il protagonista della seconda parte della serata, Selwyn Birchwood, pluripremiato chitarrista, suonatore di lap steel, cantante e songwriter con radici nella tradizione del blues, ma con lo sguardo rivolto verso il futuro. Classe 1985, nativo di Orlando, in Florida, Selwyn Birchwood chiama la sua musica “Electric Swamp Funkin’ Blues”: un’inebriante miscela di deep blues, rock dalle tinte psichedeliche, funk e soul con cui ha vinto l’International Blues Challenge nel 2013 e ottenuto ben quattro nomination ai Blues Music Awards 2024 nelle categorie “Best Blues Band”, “Song Of the Year”, “Contemporary Blues Album” e “Contemporary Blues Male Artist”. A Narcao si presenterà alla testa della sua band che vede Regi Oliver ai sassofoni, Ed Krout all’organo e alle tastiere, Donald “Huff” Wright al basso e Byron “Bizzy” Garner alla batteria.

Sarà il primo artista brasiliano (ma di base a Los Angeles) nella storia di Narcao Blues ad aprire la serata di venerdì (26 luglio, sempre alle 21.30): il chitarrista Artur Menezes, ventisette anni appena compiuti (il 14 luglio), astro nascente del blues mondiale dove si è messo in luce già nel 2010 pubblicando il suo album d’esordio. Il suo stile è una miscela di blues e hard rock, con la capacità di passare agilmente a groove swinganti e jazz. Le sue radici brasiliane aggiungono un sapore speciale al mix, rendendo il suo stile ancora più distintivo anche per l’uso della voce, che esprime profondamente le emozioni delle sue canzoni, così come fa con la sua chitarra. Il suo ultimo album, “Fading Away”, con un’apparizione di Joe Bonamassa come ospite, ha segnato un passo avanti sia nella scrittura che nell’esecuzione, consacrando Artur Menezes tra i primi posti della nuova generazione di chitarristi blues. A Narcao sarà accompagnato da Loris Tils al basso e Samuel Rafalowicz alla batteria.

Alle 23.00, la notte di Narcao Blues sarà illuminata dalla stella di Martin Barre, il chitarrista che per oltre quarant’anni è stato un membro chiave dei Jethro Tull, caratterizzando gran parte del suono della storica band capitanata da Ian Anderson e contribuendo al suo successo e alla sua duratura popolarità. Nato a Birmingham nel 1946, il chitarrista inglese ha lavorato anche con molti altri artisti, tra cui Paul McCartney, Phil Collins, Gary Moore, Joe Bonamassa e Chris Thompson; ha condiviso il palco con leggende come Jimi Hendrix, Fleetwood Mac, Pink Floyd e Led Zeppelin, e ha intrapreso una brillante carriera solista, pubblicando album che mostrano la sua versatilità nel rock, nel blues e nella musica acustica. Tra i suoi dischi più noti, “Away with Words” (2013) e “Back to Steel” (2016), in cui fonde abilità tecnica e profondità emozionale. Oggi Martin Barre continua a conquistare il pubblico nei suoi concerti, rinomati per energia e precisione, sia che si esibisca con la sua band, sia con altri artisti. A Narcao sarà accompagnato da Dan Crisp (voce e chitarra), Alan Thomson (basso) e Darby Todd (batteria).

Tutta italiana la formazione che salirà per prima sul palco (alle 21.30) nell’ultima serata del festival, sabato 27 luglio: Cek and The Stompers, la band guidata dal chitarrista e cantante bresciano Cek Franceschetti, attivo dai primi anni Novanta, e con un bagaglio di esperienze e collaborazioni in cui spicca quella, fra il 2004 e il 2007, con il grande bluesman americano Louisiana Red. Nel 2002 ha formato i Cek Out con Paolo e Marco Xeres, incidendo due album che gli hanno aperto le porte di numerosi festival. Nel 2008 ha fondato i Cek Deluxe con Pietro Maria Tisi e Carlo Poddighe, registrando altri due album e suonando in Italia, Svizzera, Germania, Canada e negli Stati Uniti, dove è in tour per un mese dopo aver vinto nel 2009 il concorso italiano dell’International Blues Challenge, che lo ha portato a suonare a Memphis con altri sessanta artisti provenienti da tutto il mondo. Dopo aver pubblicato vari album solisti, “One Man Stand” (2014), “Blues Tricks” (2018) e “Sarneghera Stomp” (2021), lo scorso marzo ha firmato con l’etichetta americana Gulf Coast Records per l’album “Mr Red” sotto l’insegna Cek and The Stompers, formazione con cui scandaglia il mondo della musica roots americana con canzoni originali che accarezzano, oltre al blues, sonorità folk e atmosfere che riportano al sound di alcuni grandi come Ry Cooder e Son House. A Narcao, con Cek Franceschetti (voce, chitarra resofonica, stompbox), ci saranno Luca Manenti (chitarra elettrica e mandolino), Andrea Corvaglia (armonica e voce), Pietro “Peg” Gozzini (contrabbasso e voce) e Federica Zanotti (percussioni e voce).

Gran finale di festival, a partire dalle 23, con il chitarrista, cantante e songwriter californiano Tommy Castro, una delle stelle più brillanti della costellazione soul-blues, alla guida della sua band The Painkillers: Michael Emerson alle tastiere, Randy McDonald al basso e Bowen Brown alla batteria. Nato nel 1955 a San Jose, nel corso della sua lunga carriera, in costante evoluzione e costellata di premi e riconoscimenti (in particolare ai Blues Music Awards che ha vinto più volte in diverse categorie), Tommy Castro è sempre rimasto fedele a se stesso mentre esplorava, cresceva e creava nuova musica. Dal suo debutto da solista nel 1994, ha realizzato sedici album, ognuno dei quali è un capitolo unico nella sua personale discografia: il più recente, “A Bluesman Came To Town” (del 2021), racconta la storia di un giovane uomo che lavora nella fattoria di famiglia; rapito dalla passione per il blues, impara a suonare la chitarra e si mette in viaggio alla ricerca di fama e fortuna, solo per scoprire che ciò che si è lasciato alle spalle è il tesoro che stava cercando.

Come da tradizione, ogni notte, spente le luci in piazza Europa, la musica continuerà nello spazio dopoconcerto in Località Santa Croce: mercoledì 24 luglio è di scena De Luca Blues, mentre giovedì Narcao Blues riabbraccerà Vittorio Pitzalis con Williboy Taxi. Protagonisti venerdì 26 saranno Cek and The Stompers, sabato 27 ultime note della trentaquattresima edizione di Narcao Blues affidate a Two Empty Glasses.

 

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Si apre all’insegna del blues il trittico di concerti del Sarroch Music Expo, la rassegna con cui la cooperativa Vox Day ritorna a distanza di anni a Sarroch, per riprendere il cammino che in estati passate ha portato nel paese a una trentina di chilometri da Cagliari nomi del calibro di Deep Purple, Simple Minds, Motorhead, Gogol Bordello, Gong, Tuxedomoon, Jefferson Starship, Jethro Tull, Placebo, Subsonica, Negrita, Roy Paci ed Africa Unite.

Il compito di inaugurare la nuova serie di appuntamenti con la musica di qualità, venerdì sera (5 luglio), alle 21.30, all’Anfiteatro Parco Pubblico con ingresso gratuito, spetta ai Don Leone, ovvero Donato Cherchi (voce e armonica a bocca) e Matteo Leone (chitarra, batteria a piedi e voce) con il loro originale blues dalle influenze elettriche, aride e rauche. Il duo sulcitano si è formato tre estati fa, per registrare poco tempo dopo l’Ep “Welcome to South West” che ha raccolto subito un ottimo consenso della critica, lanciando i Don Leone sui principali palchi isolani e su quello del Monk di Roma per il Mojo Station Blues Festival, fino alla vittoria dell’Italian Blues Challenge del 2017. Dopo un road trip negli Stati Uniti, lungo il delta del Mississippi, e aver collezionato una preziosa qualificazione alle semifinali dell’International Blues Challenge a Memphis, arrivando tra le prime venti formazioni partecipanti, l’anno scorso il duo ha rappresentato l’Italia nella finale dell’European Blues Challenge, a Hell, in Norvegia, sfiorando il podio.

Prossimo appuntamento nel cartellone del Sarroch Music Expo mercoledì 24 luglio: attesi protagonisti del concerto, in programma allo Stadio Comunale, i Morcheeba, nome di punta della rassegna. Tra i pionieri del trip-hop, la band inglese fondata nel 1995 e guidata dalla cantante Skye Edwards con il chitarrista Ross Godfrey, conta più di dieci milioni di dischi venduti, oltre a una costante attività di tour in tutto il mondo. I biglietti, a 30 euro (più diritti di prevendita) si possono acquistare online e nei punti vendita del circuito Vivaticket, così come quelli per gli I Hate My Village, rivelazione dell’anno della scena indipendente italiana, sul palco di Villa Siotto il 6 agosto per il terzo ed ultimo concerto della rassegna.

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Appuntamento con un autentico pezzo di storia del rock, questa sera, a Cagliari: alle 22.00 sul palco dell’Arena in Fiera approda il 50th Anniversary Tour dei Jethro Tull di Ian Anderson, unica tappa sarda del lungo giro del mondo in musica con cui il carismatico flautista e cantante scozzese celebra il mezzo secolo della band britannica, il suo repertorio e i tanti musicisti che si sono avvicendati sotto la sua insegna nel corso del tempo. John O’Hara alle tastiere, Florian Opahle alla chitarra, David Goodier al basso e Scott Hammond alla batteria, sono quelli che accompagnano Ian Anderson (flauto, chitarra, bouzouki, mandolino, armonica e voce) in questo concerto nel capoluogo sardo promosso dalla cooperativa Vox Day.

Il cammino artistico dei Jethro Tull parte ufficialmente il 2 febbraio 1968, quando si esibiscono per la prima volta con questo nome nel famoso Marquee Club di Londra. Era un gruppo di giovani musicisti britannici, reduci da esperienze in varie formazioni, con un amore in comune per il blues e un interesse per varie altre forme musicali. Nell’ultima parte di quello stesso 1968, i primi Jethro Tull pubblicano “This Was”, il loro album d’esordio, di ispirazione blues, seguito nel 1969 da “Stand Up”, vera pietra miliare nella storia della band, e una serie di singoli, tra cui “Living In The Past”. Con gli album successivi “Benefit” (del 1970), “Aqualung” (1971) e “Thick As A Brick” (1972) il successo di Ian Anderson e soci cresce a livello internazionale, grazie alla sua riuscita miscela di blues, folk e rock con qualche tocco di classica e uno strumento non molto usuale come il flauto a fare da protagonista. A metà degli anni Settanta, i concerti dei Jethro Tull sono tra gli spettacoli dal vivo più apprezzati, rivaleggiando con Led Zeppelin, Elton John e persino i Rolling Stones: sorprendente per un gruppo piuttosto distante dalla norma del pop e del rock dell’epoca.

Nel lungo tour mondiale che oggi approda a Cagliari (quarta delle sei tappe in programma in Italia) Ian Anderson celebrerà i cinquant’anni di attività artistica e di successi (anche commerciali, con oltre sessanta milioni di dischi venduti in tutto il mondo) dei Jethro Tull con una scaletta che si annuncia all’insegna di un’ampia selezione di pezzi forti tratti dagli album “This Was”, “Stand Up”, “Benefit”, “Aqualung”, “Thick As A Brick”, “Too Old to Rock And Roll: Too Young To Die”, “Songs From The Wood”, “Heavy Horses” e “Crest Of A Knave”. In occasione del cinquantesimo anniversario della band, l’etichetta Parlophone ha di recente pubblicato due raccolte che ne abbracciano idealmente la carriera: “50 For 50”, con cinquanta tracce selezionate dallo stesso Ian Anderson per rappresentare tutti i ventuno album in studio dei Jethro Tull, e “50th Anniversary Collection“, che racchiude il meglio del gruppo in un unico CD e LP.