15 November, 2024
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Le ragioni della Catalogna al di là della situazione che si sta vivendo oltre il Mare di Sardegna. Per capire, per immaginare soluzioni e per trarre insegnamenti utili anche all’isola. Di qualsiasi segno essi siano.

La storia, i principi democratici violati, la violenza repressiva della monarchia spagnola, la speranza del dialogo, il diritto all’autodeterminazione, l’Europa e il suo cinismo legalitario. Saranno questi ed altri, i temi che saranno affrontati venerdi 1 dicembre nel convegno storico politico promosso dal CSU- Coordinamentu pro su Sardu Ufitziale dal titolo “Le ragioni della Catalogna-Sas resones de sa Catalugna”. Sede dell’incontro l’hotel Regina Margherita a Cagliari a partire dalle ore 17.30. Dopo i saluti e l’introduzione da parte di Giuseppe Corongiu, portavoce del sodalizio linguistico nazionalitario, interverranno con le loro relazioni Joan Armaguez, Roberto Lai, Graziano Milia, Anthony Muroni. A seguire un dibattito con il pubblico.

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di approfondire la questione in termini pacati e produttivi per capire anche se dalla contrapposizione in atto tra Barcellona e Madrid si può uscire in qualche modo attraverso la politica e il dialogo. Il tentativo delle forze dell’autodeterminazione catalana sembra essersi infranto, per ora, a causa della violenza repressiva della Spagna, ma anche per la per certi versi inaspettata reazione dell’Europa a favore della conservazione degli stati-nazione – sostiene il coordinamento che, ovviamente, parteggia apertamente per il diritto del popolo catalano ad esprimere la propria volontà, ma teme una recrudescenza esponenziale delle misure anti democratiche messe in atto dal Governo spagnolo.

Era stata invitata al convegno anche la delegazione del governo catalano in Sardegna che non potrà intervenire a causa dell’interdizione messa in atto con l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione Spagnola. Il CSU lancia un appello alle autorità regionali e ai parlamentari sardi affinché esercitino pressioni democratiche sul governo spagnolo, anche tramite quello italiano, perché vengano rilasciati al più presto i prigionieri politici detenuti per reati d’opinione perché, comunque la si pensi, è una situazione indegna di un’Europa civile.