Il Parlamento europeo ha approvato una mozione che prevede l’utilizzo dell’avanzo di bilancio di 6,4 miliardi di euro per aiuti ai rifugiati.
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Il Parlamento europeo ha approvato una mozione che prevede l’utilizzo dell’avanzo di bilancio di 6,4 miliardi di euro per aiuti ai rifugiati.
- 6,4 miliardi di euro del bilancio 2016 destinati ad essere restituiti agli Stati membri
- 4,9 miliardi di euro non spesi e destinati principalmente ai fondi di coesione
- 1,5 miliardi di euro per perdita di gettito dovuta al deprezzamento della sterlina britannica rispetto all’euro
I paesi UE dovrebbero utilizzare i 6,4 miliardi di euro, che saranno restituiti perché non spesi nel 2016, per rispettare gli impegni presi in materia di aiuti ai rifugiati.
I deputati sono profondamente preoccupati dalle previsioni imprecise e dei ritardi nella gestione dei fondi UE a livello nazionale, che hanno portato a una significativa perdita di fondi per i paesi membri pari a 4.889 milioni di euro nel 2016.
Gli Stati membri dovrebbero pertanto utilizzare i fondi rimasti dal 2016 «per onorare i propri impegni in relazione alla crisi dei rifugiati, e a far coincidere il contributo dell’Unione con i fondi fiduciari dell’UE e il nuovo Fondo Europeo per lo Sviluppo Sostenibile», ha affermato l’Aula.
I deputati hanno inoltre richiamano l’attenzione sull’impatto negativo dovuto al deprezzamento della sterlina britannica contro l’euro, «che è la causa principale della diminuzione delle entrate pari a 1.511 milioni di euro».
Hanno infine affermato che «tale diminuzione è imputabile alla decisione unilaterale del Regno Unito di uscire dall’Unione», ma che tutta l’Unione deve farsi carico della rettifica e che «tali costi dovrebbero essere tenuti in considerazione durante le negoziazioni sul regolamento degli obblighi finanziari tra il Regno Unito e l’Unione».
La risoluzione del relatore Jens Geier (S&D, DE) è stata approvata con 556 voti favorevoli 79 contrari e 61 astensioni.
Oggi, intanto, il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha incontrato il Primo ministro maltese, Joseph Muscat, per fare il bilancio dei sei mesi di presidenza dell’Unione europea.
Al centro dei colloqui, il tema dell’immigrazione, con particolare riguardo al ruolo delle ONG nel Mediterraneo centrale e alla situazione in Libia.
Tajani e Muscat hanno discusso sull’opportunità di un codice di condotta europeo che dia linee guida in merito alla trasparenza e alle regole d’ingaggio delle ONG che operano nel Mediterraneo. Secondo Tajani è necessario un approccio solidale e regionale anche per regolare gli sbarchi delle operazioni di soccorsi.
Il presidente dell’europarlamento e il Primo ministro maltese hanno anche concordato sulla necessità di aumentare gli sforzi per stabilizzare la Libia e controllare le frontiere esterne.
Alla fine dell’incontro, Antonio Tajani ha dichiarato: «Il Governo dei flussi migratori non è un problema solo di pochi Stati legato a una particolare posizione geografica: è un’emergenza europea. Solo attraverso maggiore solidarietà e senso di responsabilità da parte di tutti, potremo dare risposte efficaci ai nostri cittadini su uno dei temi che gli sta più a cuore».
Il presidente del Parlamento europeo ha concluso sottolineando che «serve una vera strategia europea, con una politica comune per i rifugiati, la ricollocazione automatica ed equa dei richiedenti asilo e accordi e procedure di rimpatrio più efficaci per gli immigrati irregolari. E’ necessario agire prima che i migranti rischino la loro vita nel deserto o in mare. Per questo abbiamo bisogno di un piano Marshall con molte più risorse per l’Africa e di lavorare con i paesi africani per rafforzare il controllo delle frontiere prima del deserto».