La Dinamo rimonta e alla fine domina l’Umana Reyer con un secondo tempo straordinario e, come 4 anni fa, sarà Gara7 ad assegnare lo scudetto 2018/2019.
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La Dinamo rimonta e domina l’Umana Reyer con un secondo tempo straordinario e, come 4 anni fa, sarà Gara7 ad assegnare lo scudetto 2018/2019. E’ stata una Gara6 dalle mille emozioni, controllata con grande disinvoltura dalla squadra veneta nei primi due quarti, con una Dinamo in evidente difficoltà, tenuta in piedi da due soli giocatori, uno strepitoso Rashawn Thomas ed un imponente Jack Cooley. Andata al riposo sotto di “soli” 6 punti sul 34 a 40, la squadra di Gianmarco Pozzecco è tornata in campo dall’intervallo lungo letteralmente trasformata, ha rapidamente azzerato lo svantaggio e si è poi resa protagonista di un vero e proprio show, chiudendo il terzo quarto sul 63 a 57 con un parziale di 29 a 17, e con un +10 al 40′, 87 a 77, con tanti protagonisti: uno stratosferico Jack Cooley (26 punti in 30′, 11 su 18 da 2 punti, 4 su 5 ai tiri liberi, 11 rimbalzi, 5 falli subiti, 29 di valutazione); uno scatenato Marco Spissu (11 punti in 20′ con due triple pesantissime nella fase più intensa dell’incontro); un incredibile Tyrus McGee, autore del miglior gesto tecnico della serata, una schiacciata in faccia a Mitchel Watt, 2o centimetri più alto di lui, 1,88 contro 2,08, che ha mandato in visibilio il PalaSerradimigni; un Justin Carter decisivo nel finale, oltre a Rashawn Thomas (18 punti con un primo tempo da ricordare). In ombra Dyshawn Pierre, Jaime Smith ed Achille Polonara, mentre Stefano Gentile, recuperato miracolosamente dopo l’infortunio riportato due giorni fa a Mestre, non era chiaramente al meglio della condizione fisica. La Dinamo ha vinto ancora una volta la gara ai rimbalzi, 44 a 35, nonostante il grande ritardo maturato nel primo tempo.
Nella squadra di Walter De Raffaele, in evidenza Mitchell Watt (17 punti e 6 rimbalzi, 21 di valutazione), Michael Bramos (15 punti e 6 rimbalzi) ed Andrea De Nicolao (11 punti), meno brillanti del solito Marquez Haynes, Austin Daye, Julian Stone e Stefano Tonut.
Fino a quando la Dinamo ha tenuto ritmi bassi, l’Umana Reyer ha controllato il gioco con grande autorità ma quando la Dinamo ha cambiato rimo, ritrovando i meccanismi di gioco che le hanno permesso una straordinaria seconda parte della stagione sia in campionato sia in Fiba Europe Cup, l’Umana Reyer è andata in confusione, finendo col subire un parziale di 53 a 37 nei secondi 20′ di gara.
La serie è tornata in parità, dunque, 3 a 3, esattamente come accadde quattro anni fa nella finale tra la squadra allora allenata dal grande Meo Sacchetti e la Grissin Bon Reggio Emilia di Max Menetti (oggi coach di Treviso, neopromosso in A1). E, come quattro anni fa, la Dinamo ha compiuto l’impresa dopo aver tremato (allora vinse dopo tre tempi supplementari). E dal momento che le analogie sono tante, a Sassari e in tutta la Sardegna, i sostenitori della Dinamo cominciano ad accarezzare il sogno, perché nel 2015, a Reggio Emilia, la Dinamo si cucì addosso il primo scudetto della sua storia, lo scudetto dello storico “triplete”!
Dinamo Banco di Sardegna 87 – Umana Reyer Venezia 77
Parziali: 19 a25; 15 a 15; 29 a 17; 24 a 20
Progressivi: 19 a 25; 34 a 40; 63 a 57; 87 a 77
Dinamo Banco di Sardegna: Spissu 11, Smith 6, McGee 10, Carter 5, Devecchi n.e., Magro n.e., Pierre 4, Gentile, Thomas 18, Polonara 7, Diop n.e., Cooley 26. All. Gianmarco Pozzecco.
Umana Reyer Venezia: Haynes 10, Stone, Bramos 15, Tonut, Daye 10, De Nicolao 11, Vidmar, Biligha n.e., Giuri 3, Mazzola 3, Cerella 8, Watt 17. All. Walter De Raffaele.